Love you too, Seaweed Brain
La notte era calata già da qualche ora, nel Campo Mezzosangue, ed una dolce brezza scompigliava le cime degli alberi, ed increspava la superficie piatta del lago.
Anche se il coprifuoco era calato già da un po', una ragazza dalla folta chioma bionda se ne stava lì, con le ginocchia al petto, cercando di placare le lacrime.
Una mano calda le si posò sulla spalla, e la ragazza alzò la testa. Vide un centauro.
«Annabeth, va tutto bene?»domandò lui.
Ma che domande le faceva?, si ritrovò a pensare la ragazza.
«S-Sì»rispose, singhiozzando.
«Annabeth, nemmeno io volevo che lui partisse. Ma il Signor D ha insistito»
La voce del centauro era dolce e calda, cosa che riuscì a tranquillizzare la ragazza.
«C-Chirone, l-lui come s-sta?»
Chirone sapeva che lui, Perceus Jackson, era davvero molto debole, ed allora mentì ad Annabeth.
«Sta bene, Annabeth, sta bene»
Ma Annabeth sapeva che il Centauro le stava mentendo.
«Dimmi la veritá, Chirone, ti prego...»
Chirone cedette nel vedere la ragazza, che considerava come una figlia acquisita, crollare a piangere.
«È debole, ma ce la farà. Ce l'ha sempre fatta, Annabeth»
Annabeth strinse i pugni.
«Le altre volte o c'ero io, o c'era Grover, oppure Thalia, sempre pronti a proteggerlo. Ma adesso? È solo, Chirone, solo...»
Chirone sospirò.
«Queste sono le volontà di Dionisio, che ha ascoltato l'Oracolo. Io non volevo che lui partisse da solo, volevo che qualcuno lo accompagnasse...»
Lei riprese a piangere.
«C-Chirone, lui non ce la farà, vero?»
Chirone abbassò la testa, piegò le sue lunghe gambe e si sedette accanto alla bionda.
«Non lo so, Annabeth, non lo so»
Rimasero lì, a contemplare la Luna e le stelle, fino a quando un fruscio non li portò sull'attenti.
Proveniva dal limite del campo, nella foresta, e si stava avvicinando.
«C-Chi è?»domandò, cauta, Annabeth.
La persona che produceva quel rumore venne all luce. Era un ragazzo di media altezza, i capelli neri come la notte tutti disordinati, gli occhi chiari. Indossava una maglietta tutta strappata, che lasciava intravedere dei lunghi tagli, di cui uno ad altezza del cuore.
«Percy...»mormorò la ragazza.
Percy si muoveva piano, e respirava a fatica. Riuscì a rivolgere solo un sorriso accennato alla ragazza, prima di cadere a terra esanime.
L'urlo di Annabeth svegliò tutto il campo, e subito il Signor D accorse a vedere. Mentre Chirone teneva Annabeth, Dionisio prese il corpo del ragazzo e lo portò nella Casa Grande.
Grover, il Centauro, ed i fratelli di Annabeth cercarono di calmare quest'ultima, ma con scarsi risultati.
Quando, finalmente, il Signor D lasciò che Annabeth facesse visita a Percy, lei si calmò.
Entrò nella stanza, e si avvicinò al corpo del ragazzo, che giaceva sul tavolo. Vedeva il petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, mentre il moro dormiva.
Annabeth gli prese la mano, ed iniziò a piangere, mormorando il suo nome.
Era così assorta dalle lacrime da non accorgersi che il ragazzo si era svegliato, e che la guardava sorridente.
«Hey, Sapientona, non piangere... io sono qui...»
Annabeth alzò la testa, ed abbracciò quel ragazzo.
Guai a chi ci separa, pensò.
Il ragazzo sollevò il suo viso con tre dita, e lasciò che le loro labbra combaciassero lentamente.
Quando si staccarono, Percy portò un braccio dietro le spalle della ragazza.
«La sai una cosa, Sapientona?»
La ragazzo scosse la testa e la appoggiò alla sua spalla.
«Come, non sai che ti amo? Eppure mi sembrava di avertelo ripetuto più volte...»
Annabeth arrossì, e gli mollò un piccolo pugno sul braccio. Successivamente, si alzò, e fece per andarsene. Prema di varcare la soglia della porta, però, si voltò verso il ragazzo.
«E, per la cronaca... ti amo anche io, Testa d'Alghe»disse, prima di uscire definitivamente.
One-Shot scritta per Fra_003 (mi ha assillato per anni, spero che adesso sia contento...)...
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