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Ben's POV:

Io e Joe viviamo insieme da due settimane ormai. Probabilmente è vero, stiamo facendo le cose troppo velocemente, insomma, stiamo insieme da neanche tre mesi, ma quando si ama una persona non si riesce a ragionare, non si ha nemmeno il tempo per farlo.
Abbiamo deciso di tenere casa di Joe perché è grande non per due, ma per una famiglia intera...chissà, se in futuro vogliamo adottare dei figli...abbiamo già le camere pronte.
Comunque, ora pensiamo al matrimonio, abbiamo già fissato la data, ci sposeremo a settembre, fra nove mesi, e io non sto già più nella pelle.
Stamattina però, Joe sta girando per casa come una trottola intento a fare la valigia per il weekend.
Parte per un viaggio di lavoro, ma io non riesco a pensare ad altro che a dormire.
È due ore che fa casino, e sa benissimo che io odio essere disturbato mentre dormo.
Il fracasso è tale da farmi scendere dal letto con la faccia stropicciata e i capelli alla Elvis.
E io non amo farmi vedere appena sveglio...nemmeno da Joe. Ci tengo alla mia immagine, insomma.

- Si può sapere qual è il tuo problema? Mi avevi promesso che non avresti fatto casino... - mormoro io, scendendo le scale.

- Scusa amore, ma sai benissimo che sono un casinista e non riuscirei mai a far piano...inoltre, mi devo ancora abituare alla tua presenza fissa qui... - risponde lui, interrompendo quello che stava facendo per voltarsi verso di me e abbracciarmi, mettendomi le mani sui fianchi.
Io gli porto le braccia al collo e mi appoggio al suo petto, pensando a quanto mi sentirei solo senza di lui questi due giorni.
Insomma, prima avevo un lavoro, degli amici, ora mi è rimasto solo Joe, è lui il mio mondo.

- Ma devi proprio partire? Perché non mi porti con me?- bofonchio io, speranzoso.

- Ehm no, temo che questo non sarà proprio possibile! - esclama lui, interrompendo l'abbraccio staccandosi da me di scatto.
Ha avuto una reazione strana, come se mi nascondesse qualcosa.
Come se io non potessi venire perché altrimenti scoprirei qualcosa.
A quella sua reazione, aggrotto istintivamente le sopracciglia, guardandolo stranito, e lui si accorge del suo gesto così violento, perciò decide di rimediare con un

- Scusa...è che...non voglio che ti affatichi troppo, e poi non sei mai stato in viaggio per lavoro, non è il tuo posto, non sei abituato. E poi, sono io l'uomo di casa... - e quelle parole mi fanno comparire un sorriso sul viso, facendomi dimenticare quella scenata di poco fa.

Joe si avvicina di nuovo a me stringendomi forte, e io avvicino le labbra alle sue, in cerca di un suo ultimo dolce bacio prima della partenza, così lui mi prende il mento con due dita e mi bacia, accarezzandomi piano le labbra con la lingua.
Dopo quel bacio, mi fissa con il suo sguardo sognante, per poi sorridermi e mormorare

- Fai il bravo, va a dormire presto, chiamami tutte le sere, e non andare a fare casini in giro, che mi preoccupo -

- Sì, mamma... - rispondo io, facendo roteare gli occhi, così lui mi da una sculacciata.

A questo punto si fa veramente il momento di andare per Joe, che prende la sua valigia e giunto sulla soglia della porta, si volta per rivolgermi un ultimo sorriso per poi lasciare definitivamente la sua abitazione.

Suona il campanello, riecheggiando in tutta la casa.
Suona un'altra volta, in modo più assordante.
La terza volta, è quella che mi sveglia e mi riporta alla realtà.
Mi ero sdraiato sul divano davanti alla TV con addosso la copertina, impegnato nel dolce far niente, e nel guardare tutti gli interessanti programmi che ci sono il venerdì mattina, mi è venuto sonno e mi sono addormentato.
Guardo l'ora.
Sono le nove del mattino.
Joe se n'è andato da due ore.
Il campanello risuona una quarta volta, così io mi sbrigo ad andare ad aprire, anche se sono in pigiama e con la copertina addosso.
Appena apro la porta però, tra le tante persone che mi aspettavo, non ero psicologicamente pronto alla visione di QUELLA persona che mi si para davanti.
È Gwilym.

- Ma ciao, Ben...oh, mi dispiace, ti ho svegliato? Devo dire che sei ancora più sexy in pigiama... - detto questo, Gwilym si fionda dentro casa afferrandomi per il colletto e sbattendomi sul muro, ad una velocità impressionante.
I nostri nasi si sfiorano, e Gwilym si morde il labbro, continuando a fissare il mio con desiderio.

- M-ma che ci fai tu qui? E come hai fatto a trovare la casa? E lasciami andare! - sbraito, divincolandomi come un'anguilla.

- Sta calmo, Benny...non dimenticare che quando stavo con Joe anch'io frequentavo wuesta casa...conosco ogni singolo dettaglio, la conosco molto meglio di te...-

- Tu sei uno stronzo bastardo mongolo cretino asino deficiente sfigato morboso testa di cazzo - abbaio, liberandomi dalla sua presa.

- Che cosa vuoi da me? Non ti è ancora chiaro il messaggio? Io sto con Joe, ficcatelo in quella testolina di mollusco in decomposizione, amo Joe, e nessun altro! -

- E se fosse Joe a non amarti? - mi interrompe lui, spiazzandomi.

- I-in che senso? - e a quel punto Gwilym ride sotto i baffi.

- Beh, l'altra volta mi pare che ti avevo avvertito, Joe non è una persona affidabile...per quanto riguarda l'amore. Avrà pure il suo fascino, ma i suoi scheletri nell'armadio lo superano. Per caso, ti ha mica detto dove si sta recando ora? -

- A-a Londra...per lavoro... -

- Ha! Lavoro, eh? Beh, io ti posso assicurare che non è né a Londra e né per un viaggio di lavoro...sono tutte cazzate, quelle che ti ha detto finora...in realtà lui si sta recando a Los Angeles, per rivedere suo marito Rami e i suoi due figli adottivi. Comunque, bell'anello...chissà se sarà destinato a durare... -

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