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Ebbene sì sono di nuovo ioooo! Trovatene un'altra che riesce a lavorare, preparare un esame e pubblicare due capitoli al giorno su una FF stupendamente stupenda, su, trovatene un'altraaa!!
Comunque, per il nostro Ben le cose non sembrano filare a meraviglia...ma l'amore tra Joe e Ben continuerà a germogliare nonostante le mille difficoltà?

Ben's POV:

- Ehm...credo che questo non sia possibile...perché io amo Joe, e nessuno potrà dividerci - a quelle parole, Gwilym ride, scuotendo la testa.

- Parli come una ragazzina di quindici anni, ingenua e troppo accecata dall'amore...ma la realtà è ben diversa, e te ne accorgerai troppo tardi. Soffrirai, e starai male per una persona come Joe. Il fatto che ti ha tenuto nascosto me potrebbe essere un campanello d'allarme, insomma, chissà quanti altri scheletri nell'armadio avrà...tu dieci anni fa, quando noi ci siamo fidanzati, eri solo un ragazzino...mettiti con me, Joe è ben diverso da come lo dipingi tu -

- Le tue parole mi scivolano addosso. Perché dovrei farmi sconvolgere da quello che mi dici? Non sai nulla di me, quindi ti conviene star zitto - urlo io, ma malgrado il mio discorso, Gwilym si stringe nelle spalle, ridendo sotto i baffi.

- Vedremo... - e detto questo, si allontana, lanciandomi una di quelle sue occhiate odiose... -

Quanto lo odio, quanto lo odio, quanto lo odio! Come si permette quel farabutto? Che rabbia!
Tuttavia, non rimango totalmente immune dalle sue parole, che al contrario mi rimbambiscono parecchio, tanto da rimanere impalato in mezzo al corridoio, noncurante delle spallate e degli spintoni dei ballerini che dovevano passare.

- ma che ci fai qui impalato? - chiede Joe, con il viso spaesato.

- ti ho cercato dappertutto...dove sei stato? - mi domanda, ma mi ci vuole molto per riprendermi.

- Cosa è successo...? - chiede, confuso, per poi cambiare drasticamente espressione
- Hai...i-incontrato qualcuno? - insiste lui, ma io scuoto la testa.
- N-no, tranquillo....stavo solo aspettando te - cerco di addolcirlo io, ma Joe ci crede poco, anche se decide di non infierire ulteriormente.

E così, entriamo nei nostri camerini e ci cambiamo, per poi uscire da quella struttura.
Ignari che una volta usciti da lì, non saremo più stati gli stessi.

Infatti, la nostra vittoria al concorso ha accresciuto la fama di Joe e io, da persona qualunque, sono salito alla ribalta, a tal punto che le persone hanno iniziato a fermarmi per fare una foto, a riconoscermi, a parlare di me, bene o male che sia.
Per quanto riguardava la mia storia con Joe avevo deciso di mettere una pietra sopra a Gwilym, è sparito dalle nostre vite, e le sue parole ormai sono soltanto un eco, un ricordo.
Io amo Joe alla follia, e non posso pensare a una vita senza di lui.
La mia storia con Joe, dopo essere stata la ciliegina su una torta a piani, è diventata l'unico elemento che rappresenta la mia vita, tanto che tutto, è iniziato a farsi irrilevante.

Infatti, uno di questi giorni, mi sono recato a lavoro, come al solito, ma ho trovato una sorpresa inaspettata.

Vedo il signor Smith aspettarmi dall'uscio della porta di casa, con le braccia allacciate sul petto e un'espressione schifata.
Appena arrivo, alza un sopracciglio, guardandomi come se fossi una cacchetta.

- B-buongiorno, signor Smith... -

- Ciao, Ben... - dato che non si spostava, e con il suo corpo gigantesco mi bloccava la strada, decido di intrattenermi con lui a fare quattro chiacchiere, forse riesco a farlo spostare.

- Allora, è una bella giornata, vero? È per questo che se ne sta sull'uscio a prendere il sole... -

- Sì era una bella giornata...fino a quando non sei arrivato tu - a quelle parole, mi mordo il labbro, profondamente a disagio.

- Mi scusi...? -

- Perché continui a frequentare la mia casa, insomma, con tutti i tuoi impegni non hai tempo per fare il giardiniere.... -

- Che intende dire...io sono qui per guadagnarmi da vivere... -

- Ora sembri esser diventato famoso, e soprattutto il tuo "amico" sembra prendersi cura di te al meglio...non credo hai bisogno di venire in casa mia a lavorare per me -

- Si riferisce a Joe? Noi siamo amici, sì...c'è qualche problema? - azzardo io, con il cuore in gola.

- Vedi Ben..quando si emerge dalla massa le persone parlano, è inevitabile...mi sono arrivate voci, e non credo che voi due in quella scuola di danza non fate altro che danzare...detto questo non credo che le persone come te siano indispensabili per tagliare l'erba nel mio prato... - 
A quelle parole, che mi colpiscono al cuore come lame, decido di lasciare la casa definitivamente, e a testa bassa, prima di scoppiare e fare un casino.
"Le persone come voi..." anche se sono gay sono perfettamente uguale a lui...o forse no, forse ha ragione, noi due apparteniamo a due categorie diverse, il suo cervello è poco sviluppato, tanto che una scimmia può tranquillamente batterlo a livelli di QI.

Quel pomeriggio, dato che Joe aveva un paio di lezioni a scuola e non potevamo vederci, ho deciso di raggiungere la mia crew, dato che era tanto che non ballavamo un po' insieme.
Erano proprio in quel campo da baseball in cui ho incontrato Joe per la prima volta...non è stato un bell'incontro, ci stavamo più o meno entrambi sul cosiddetto all'inizio...appena mi viene in mente quel ricordo, mi scappa una risata.
Quanto siamo cresciuti da allora.
Eravamo così orgogliosi, così patetici...e pensare che sono passati solo tre mesi.
Piano piano, mi avvicino a loro, ma sembrano ignorarmi.
Forse non mi avranno visto, sono concentrati sulla coreografia che avevo ideato io.

- Ciao raga! Allora, come andiamo? Devo dire che la state imparando a meraviglia la mia coreografia...la state facendo vostra - ancora, nessuna considerazione da parte loro.
A quel punto mi spazientisco e decido di stoppare la musica.
Appena compio quest'azione, tutti sembrano molto alterati.

- Ma perché l'hai fatto! Stavamo prendendo un bel ritmo... -

- Ragazzi, mi avete completamente ignorato per tutto questo tempo...si può sapere perché? - domando io, meravigliato dal loro comportamento, quasi non li riconoscevo più.

- Ma che ci fai qui, non devi cucinare la cena al tuo uomo? - chiede uno, sghignazzando.

- Già, o forse è troppo impegnato a lavorare per mantenerti, come un bravo uomo di casa? - mi prende in giro un altro.

- Bimbo, ora non sei più dei nostri, noi non vogliamo certo prenderci le tue malattie, insomma...e se ci provi con noi tra una prova e l'altra? Non vogliamo che questo accada, sennò poi il maritino se ne accorge e ci picchia tutti...forse è meglio che vai a casa, ti metti un bel grembiulino e fai le tue belle faccende di casa...ci penserà lui a sbatterti e a fare il resto... -

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