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30. ...But bad boys bring heaven to you




JUNE POV


-Vuoi scommettere?-

Deglutisco il groppone che mi resta in gola, mentre lui continua a fissarmi con quegli occhi all'apparenza freddi ma che nascondono un calore inaspettato.

Avanti June, controbatti

-E questo cosa sarebbe? Il tuo modo di dire quando vorresti fare una cosa, ma poi non hai le palle per farla?-

Il mio affronto diretto sembra non toccarlo minimamente, anzi, James sorride leccandosi rapidamente il lato della bocca. Scocca un'occhiata lungo tutto il mio corpo, facendomi sentire strana.

-Non provare ad avvicinarti a me.- sibilo stringendo i pugni lungo i fianchi.

Il respiro mi viene meno quando incatena di nuovo lo sguardo duro al mio.

-Pensi davvero che mi abbasserei mai a farmi una come te?-

E lo chiede accostandosi così tanto a me da farmi sentire il calore del suo corpo premuto contro il mio.

Questo è troppo, non mi faccio parlare così da un teppista violento che mi tratta in questo modo

Abbasso lo sguardo per prendere le misure: sono pressata contro il muro mentre mi sovrasta con il suo corpo imponente, non posso muovere il ginocchio per sferrargli un colpo nelle parti basse... ma una bella gomitata dritta nello stomaco ora gli arriva secca.

Io sono soddisfatta e lui si piega in due dal dolore.
Ah no, quella è la mia fantasia.

Nella realtà mi ha afferrato il polso prima ancora che potessi sfiorarlo, sbattendolo contro il muro alle mie spalle.

-Non l'avrai mai vinta con me, ragazzina.-

Il modo in cui muove la lingua per pronunciare quella frase mi fa sussultare.

"Non me ne frega un cazzo di lei"

Se non lo avessi sentito pronunciare quelle parole poco fa, probabilmente penserei che abbia davvero voglia di starmi così addosso in questo momento. Magari di baciarmi.
Perché la sua bocca dice una cosa, ma il modo intenso in cui mi guarda mi fa presagire tutt'altro.

-Non darti tutta questa importanza. Posso benissimo fare a meno di sapere come bacia James Hunter.-

Mi guarda con strafottenza, discostando lentamente il suo corpo muscoloso dal mio.

-Ti lascio andare a dormire con il dubbio allora.-

Distolgo immediatamente gli occhi dalla visione selvaggia del suo torace macchiato dai lividi, che svettano in contrasto con la sua pelle sottile.

-E ricordatelo: io posso giocare con te. Tu no.- scandisce indurendo i lineamenti del viso.

Non so cosa voglia dire, ma è meglio per tutti e due se mi levo da questa situazione al più presto.

-Senti, me ne vado a dormire.- sbuffo voltandogli le spalle.

-Puoi dormire qui.-

Mi indica il divano poco prima di infilarsi una sigaretta tra le labbra carnose.

-Sicuro? Ma avevi detto...-

-Dormi qui e sta zitta.-

Vedo le sue spalle larghe allontanarsi su per le scale.

Buonanotte anche a te stronzo




Ho fatto sogni strani, molto strani.
Non ricordo nulla, solo immagini sbiadite e profumi vividi.
Come si fa a sognare un profumo?
È assurdo.
Eppure lo sento forte e chiaro il suo profumo, anche quando riapro gli occhi e mi guardo intorno.

La luce mattutina penetra svogliatamente dalle serrande lasciate sollevate a metà, il silenzio regna sovrano in tutta la casa.
Non c'è nessuno in salotto a parte me.
Mi rannicchio sotto alla coperta, beandomi di quella sensazione di calore e per qualche istante chiudo gli occhi.
Poi però mi ricordo di una cosa. Quando mi sono addormentata non avevo nessuna coperta, perché ora ce l'ho addosso?

Mi strofino gli occhi, sollevandomi a fatica dal divano. Vado in bagno a darmi una rinfrescata al viso, i miei capelli sono spaventosamente ribelli oggi. Mia madre avrebbe la definizione giusta per il mio aspetto, "una scappata di casa", ecco cosa sembro.

Oltre ai capelli pazzi, indosso ancora i pantaloncini della tuta e la t-shirt oversize di ieri.
Mi stiracchio, poi controllo l'ora entrando in cucina: sono le sette meno un quarto, ho persino tempo di preparare la colazione. Perlustro la dispensa, ma come da previsione ormai è praticamente vuota. Non c'è traccia di qualunque cosa che sia commestibile per la colazione. Nè biscotti, nè brioches, nulla di dolce insomma. E io ho bisogno di zuccheri la mattina.

Controllo che in frigo che vi siano latte e uova a sufficienza, così afferro una nuova confezione di farina e mi metto all'opera per preparare dei pancakes, solo dopo aver sistemato i capelli in una crocchia disordinata.

-Non ci credo, hai davvero dormito sul divano?-

La voce ancora assonnata e nasale di Will mi sorprende alle spalle. Si avvicina abbracciandomi da dietro.

-Scusa per ieri sera.- sussurra nel mio orecchio.

-Eri parecchio arrabbiato.-

Mi irrigidisco sotto al suo abbraccio tiepido.

-Avevo litigato con James.- spiega con voce tranquilla.

Ovviamente per lui è tutta acqua passata.

-Okay, Will.- taglio corto quando avverto dei passi pesanti rintoccare sulle scale.

William non smette di sorridere con occhi belli e stropicciati, mentre si siede al tavolo in attesa del cibo.

-Certo che...- compie una pausa quando mi vede servire i pancake caldi.
-Cosa posso chiedere di più?-

Gli restituisco il sorriso.

-Cosa puoi chiedere di più?- domanda James arrivando in cucina con uno sguardo diffidente verso il piatto, poi afferra la tazza del caffè squadrandola attentamente.

-Tipo un cappuccino con una schiuma decente, dei pancake più soffici e un pompino prima di andare a scuola?-

Avevo tutte le intenzioni di non rivolgergli nemmeno un'occhiata oggi, ma questo è davvero troppo. Sollevo lo sguardo per fulminarlo in malo modo, ma Will mi fa cenno di lasciarlo perdere.

-Come vedi, potresti sempre fare di più.- sogghigna James incrociando le braccia al petto dopo essersi stravaccato sulla sedia.

-Come sputare nel tuo piatto mentre lo preparo? Mmm? Questo intendi?-

-Chi mi dice che stronza come sei, tu non l'abbia già fatto?-

-Ti lascio mangiare con il dubbio allora...- sussurro ricalcando le sue stesse parole della sera prima.

-Non starlo a sentire, June. Mi stai davvero viziando.-

Will mi stringe dal braccio e prima che io possa avvicinarmi alla mia sedia, mi fa accomodare sulle sue ginocchia per poi parlarmi sottovoce.

-Perché hai dormito sul sofà? Potevi comunque venire da me.-

-Avevo caldo e non riuscivo a dormire... non volevo svegliarti. Sono molto agitata nel sonno.-

Nell'udire le mie parole, James compie un sorrisetto sfacciato, senza sollevare gli occhi dal cellulare.

-Così sono scesa di sotto.- concludo poi.

-Gli hai persino rubato la sua preziosissima coperta. Incredibile che non se ne sia neanche accorto...- esclama Will lasciandomi confusa.

Io non ho rubato la coperta a nessuno. Aspetta un attimo...
Ecco quel profumo.
Quella è la coperta di James?

Bene, bene, bene..

-Già! Gli ho rubato la sua preziosa coperta... esattamente così.- dico assottigliando gli occhi verso James che non fa un piega e mantiene lo sguardo piantato sul telefono.

-Non te ne sei nemmeno accorto?- gli domanda Will con aria sospetta.

Lui ci degna di un sorrisetto finto.
-Quando avete finito di rompere il cazzo, avvisate eh.-

L'irascibilità mattutina di James passa in secondo piano, perché Will comincia ad imboccarmi con una forchettata di pancake colmi di sciroppo d'acero.

-Dai Will mangio da sola, smettila...- mi lamento sorridendo.

-Sei dolce.- sussurra lui dandomi un bacio zuccherato sulle labbra.

Sarebbe anche Will, dolce, se solo non fissasse James, subito dopo avermi baciata.
Non mi piace che William guardi in questo modo il suo migliore amico, mentre sta con me.
Non voglio sentirmi un trofeo, né motivo di discordia.
Ed è così che mi ci sta facendo sentire.
Se ha complessi di inferiorità rispetto a James, non sarò io ad alimentarli ancora.

-Do una sistemata prima di andare a scuola.- annuncio io, per sottrarmi a quella situazione scomoda.

James si stiracchia, sollevando le braccia che si gonfiano di muscoli tesi.

-Non vieni a scuola?- gli chiede Will alzandosi da tavola.

-Non lo so.- replica l'altro controvoglia.

-June vado a vestirmi. Non c'è bisogno che metti in ordine, ci pensa poi Jamie.- lo prende in giro William prima di salire al piano superiore.

Sì certo, allora siamo a posto.

-Non sono dell'umore oggi...-

-Non sei mai dell'umore quando c'è un'interrogazione.- sputo io mettendo i piatti nella lavastoviglie.

-Senti quanto cazzo sei logorroica di prima mattina. Già fai schifo come cuoca...-

Quando mi volto, James mi sta scrutando, ancora seduto sulla sedia.

-Guarda che i miei pancake erano buonissimi. E a giudicare dalla velocità con la quale li hai fatti fuori, sei d'accordo con me.-

Lui sorride maliziosamente, catturando i miei occhi con le sue labbra rosee.

-Magari fai pena anche con l'ultima opzione. Ma almeno ti terrebbe la bocca occupata e la smetteresti di rompere le palle.-

-Quale opzione?-

Ma che sta dicendo questo? Mi sono svegliata da meno di mezz'ora, il mio cervello è tutto fuorché scattante.

Vedo James allargare le gambe sotto al tavolo, poi spinge la lingua contro l'interno della sua guancia ad intermittenza.

Il suo sorrisetto da stronzo arrogante glielo infilerei dove dico io

-Ti annoi proprio eh.-

Scrollo la testa, sono contrariata dal suo atteggiamento provocatorio.

-Quando ci sei tu, ancora di più.- ribatte incrociando le braccia al petto.

La sua postura dritta mette in risalto le sue spalle enormi rispetto ai fianchi stretti, fasciati dalla t-shirt bianca. Sembra andargli un po' piccola, probabilmente appartiene a Will.

-E dimmi un po'... - chiudo la lavastoviglie con un tonfo, poi mi volto a guardarlo con aria di sfida.
-Come abbracci le persone nel sonno, diventi anche sonnambulo e porti la tua preziosa coperta alla persona che tanto odi?-

Lo vedo alzarsi in piedi con uno scatto improvviso.

-Tu parli davvero troppo ragazzina.-

Si avvicina al mio orecchio con una velocità che non avevo previsto e io sono troppo paralizzata per reagire, per muovermi.

-Ma non sai quanto cazzo parleresti poco con me.-

Mi sta provocando.
O forse questo è solo il suo odiosissimo modo di fare, ma a me non deve importare.
Devo ignorarlo.

E così faccio.
Giro i tacchi e vado a vestirmi per andare a scuola.


Così mi chiudo in bagno, mi lavo i denti e indosso la divisa.
Ho bisogno di sistemare i capelli, sono davvero indomabili oggi.

-White! Datti una cazzo di mossa!- sento urlare James oltre alla porta, impaziente come al suo solito.

-Jackson è già arrivato.-
Will viene ad avvisarmi.

-Ma che problemi avete, mi stavo solo pettinando!- borbotto uscendo di casa.

Stupidi maschi

Quando giungo sul ciglio della porta, l'aria delle otto del mattino è più acre del solito, forse perché l'odore del tabacco di prima mattina mi dà la nausea.
James se ne sta poggiato a fumare sul muro esterno della casa e mi fissa dall'alto.

-Come se sprecare tempo a prepararti cambiasse qualcosa...- dice con voce tagliente guadagnandosi la mia ennesima occhiataccia della mattinata.

-Dimmi te se dobbiamo aspettare Biancaneve..-

-Smettila di chiamarmi così!-

-Io ti chiamo come cazzo voglio.- sbotta lui, sapendo di irritarmi.

-Vogliamo andare?- esclama Will già seduto in macchina, con un tono tutt'altro che divertito.

James mi fa cenno con la mano di andare verso l'auto.

-Dopo di te...Biancaneve.-

Digrigno i denti, sollevando gli occhi al cielo.

Ti odio.


Non ero mai entrata a scuola accompagnata da William, James e Jackson. Inizialmente non ci faccio caso, ma poi mi accorgo che non c'è una singola ragazza che non mi stia guardando.

Giurerei di aver visto gli occhietti truci di Taylor tra la folla, ma non ne sono sicura. Arrivo al mio armadietto per prendere i libri di matematica, Will si ferma poco distante a parlare con i suoi amici.

-June! Ciao!-

-Brian. Ehm... buongiorno.-

Si passa distrattamente una mano tra i capelli scuri, mentre i suoi occhi verdi come lo smeraldo mi rimango fissi addosso.

-Senti, posso parlarti un attimo?-

-Sì certo.- replico in maniera schietta.

- Lo so che con Amelia ci sono state incomprensioni e probabilmente prima o poi parlerete ma...-

Sono tutta orecchie, caro mio.
Brian però improvvisamente si blocca, fissando qualcosa alle mie spalle.
Mi volto.
James e Will lo stanno mangiando con gli occhi.

-Ma...?- Lo invito a continuare.

Anche perché non è che ora un ragazzo non mi può neanche parlare.

-Ti ho vista arrivare a scuola con loro.-

-E quindi?-

- June è meglio se...-

James passa di fianco a Brian tirandogli una spallata volontaria.
Vedo il moro prendere un lungo sospiro, come a volersi calmare per evitare un gesto impulsivo.
Io intanto lancio un'occhiataccia a James che si mette a rovistare nel suo zaino, stando appiccicato a noi.

-Non farci caso.- dico sottovoce a Brian.

Poi però arriva anche Will, mi si posiziona alle spalle e allunga il braccio sopra alla mia testa, poggiandolo contro il mio armadietto. Sta fissando Brian con aria strafottente.

-Avanti, parla.- lo intimidisce William.

Brian sembra per un attimo confuso, ma poi decide di proseguire.

-Mi ha detto Poppy che ti ha invitata alla festa.-

Sento un colpo tosse da parte di James, poi la sua voce graffiata. -Patetico...-
William fa lo stesso.
- ...coglione.- conclude sottovoce.

Lancio loro un'occhiataccia truce, e questa volta e mi allontano dai due facendo cenno a Brian di seguirmi qualche armadietto più in là.

-Perché stai con loro June? Non sai di cosa...-

-Cosa?-

- Non sai di cosa sono capaci. Non dovresti frequentarli... e ora vieni pure a scuola con loro...-

Mi giro verso i ragazzi che mi stanno ancora fissando.
È chiaro che non vogliano che parli con Brian. Ma per quale motivo?

-È capitato.- replico stringendomi nelle spalle.

E non mi devo giustificare con te, n'è tantomeno con Amelia.

-Cosa volevi dirmi Brian?- chiedo sbrigativa.

-Se non mi do una svegliata avrò una sola insufficienza che mi rovinerà tutta la pagella.-

-Di storia, vero?- chiedo ricordandomi del suo brutto voto.

-Sì, ma il compito che ci ha dato da fare a coppie per fine mese potrebbe sollevarmi la media. Sei tra le migliori del corso, magari possiamo fare coppia. Puoi venire da me.-

James gli passa a fianco con la sua solita aria arrogante, ma un guizzo di rabbia sfreccia nelle iridi color smeraldo di Brian.
Afferra James del colletto della camicia e lo sbatte contro gli armadietti con una forza inaudita.
La velocità devastante con cui lo aggredisce mi lascia senza respiro.

-Ti faccio anche l'altro occhio nero, Hunter.- ringhia poi con occhi lucenti.

Non ho mai visto Brian così.

-Brian per favore...-

Provo a dissuaderlo, ma il più divertito di tutta la situazione è ovviamente James. Che la paura non sa neanche cosa sia.

-Dai avanti...- lo provoca con il suo ghigno sfacciato.
-Voglio proprio vedere come il preside ti leccherà ancora il culo, Hood.-

-Mi ha bocciato per colpa tua.- sputa il moro prima di lasciare la presa.

-James, finiscila.- lo rimprovero.

-Allora June pensaci per il compito da fare insieme.-

-Ma senti che cazzo di tecniche di rimorchio da fottuto sfigato.- lo canzona James guardandolo dall'alto al basso.

-Meglio delle tue.- replica l'altro.

-Già, già... Le mie fanno così schifo che forse dovremmo chiedere ad A..-

Lancio entrambe le mani sulla bocca di James prima di lasciarlo proseguire oltre.

Non voglio scoppi la terza guerra mondiale in corridoio, soprattutto non voglio essere io la miccia che l'ha scatenata.

-James smettila!- urlo prima di voltarmi in direzione del moro.

-Ci penso Brian, okay? Andiamo in classe. C'è lezione.- asserisco poi nella speranza che smettano quello spettacolo da stupidi maschi alfa.

James fa un cenno a Will che però non ha fiatato per tutto il tempo.

-Arrivo, voi andate.- dice quest'ultimo con voce calma.

James mi trascina via, mentre lasciamo William e Brian a parlare nel corridoio.

-Che gli sta dicendo Will?-

-Niente.- bofonchia James.

-Dio mio, ma allora è vero... voi le risolvete così le cose?- domando continuando a girarmi verso quei due.

-Come?-

Si acciglia risucchiando una sigaretta spenta tra le labbra pronunciate.

-Non lo so... però Will sembrava piuttosto minaccioso. Cosa gli sta dicendo?-

-Un cazzo, smettila di fare domande. Andiamo.-

-Le domande le faccio eccome, ma che storie sono? Brian mi stava solo parlando...-

-Mmm?-

James finge di non capire, solleva la testa lasciando che il suo naso leggermente all'insù catturi la mia attenzione.

-Cioè uno non mi può neanche più parlare?-

-Hai finito di lamentarti cazzo?-

-Voi siete davvero strani, perché vi odiate così tanto?-

Lui non risponde, ma si accende una sigaretta ancora prima di raggiungere l'uscita per il cortile.

-Sa di Ari?-

Apre la porta antincendio che dà sulle scale esterne e poi mi fissa con sguardo stretto.

-No, certo che non lo sa. A meno che tu non voglia dirglielo mentre state appiccicati occhi negli occhi a fare il vostro compitino del cazzo.-

Mi irrigidisco.

-Perché secondo te io voglio immischiarmi in queste storie?-

-Allora perché l'hai detto a Taylor?-

La sua domanda mi fa trasalire.
Io l'ho detto a Taylor?

-Pensi che io l'abbia detto a Taylor?-

-Beh? Eri l'unica a saperlo. E poi guarda caso si sono lasciati.-

-Hai creduto per tutto questo tempo che io l'avessi detto a Taylor?-

La mia voce emerge un po' troppo scandalizzata.

-Non è così?- mi guarda dall'alto con aria arrogante senza smettere di fumare.

-No assolutamente no. Perché avrei dovuto?-

-Boh, perché lui ti piace.-

Sollevo un sopracciglio, è involontario.

-Chi?- domando confusa.

Ho perso il filo. James invece che aiutarmi a capire, si diverte a prendermi in giro. Lancia una grossa boccata di nicotina fuori dalla porta, poi torna a fissarmi.

-Eh?-

-James!- lo rimprovero io.

-Smettila di fare la bella addormentata nel bosco, hai capito benissimo.-

-Quando mi hai detto di Ari pensavo fosse una battuta. E pensavo ti fidassi... come dire... di me.-

Mi schiarisco la voce, infastidita con me stessa per le parole che ho appena prounciato.

-Anch'io pensavo ti fidassi di me, ma quando ti ho detto che non avevo raccontato di tuo fratello a Taylor, mi hai creduto a malapena.-

"Come fa Taylor a sapere sempre tutto?" mi chiedo imboccando la direzione per andare in classe.

-Che fai?- sento la voce di James richiamarmi quando sono già a metà corridoio.

-Vado in classe, Hunter.-

-No dico... con lui.-

Mi blocco sui miei passi, ruotando di poco testa nella sua direzione.

In che fottutissimo senso?

-Ci vai?- lo sento chiedere, giocherellando con il pacchetto di sigarette.

-No. Cioè... non lo so.- rispondo facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo dirompente contenuto a fatica dalla camicia e dai pantaloni scuri. Se non fosse che ha il collo livido e il labbro ancora spaccato, la divisa della scuola lo farebbe apparire quasi elegante...

-Che ti importa scusa?-

Di sicuro James non è geloso di me, c'è qualcos'altro sotto con Brian.

-Non me ne importa un cazzo infatti.- replica sollevando gli occhi blu con un'occhiata che mi perfora le iridi.

-Magari ci vado.-

Poi sollevo le spalle, come se la cosa non mi importasse.

-Fa come cazzo vuoi.- sputa spargendo la cenere della sigaretta a terra.

-A meno che tu o Will non cominciate a dirmi che è successo alla famosa festa di Tiffany dell'anno scorso.-

Scrolla il capo, poi inaspettatamente sorride con due fossette accentuate che sembrano quelle di suo fratello.

-Tu sei tutta matta. Anche tua madre è così manipolatrice? Filmerà mio padre in mutande e lo ricatterà per soldi?-

Metto sù una smorfia altezzosa prima di incrociare le braccia al petto.

-Io sono anche peggio.-

James continua a fumare con gli occhi assottigliati su di me, senza dire più nulla.

-Vabbè vado in classe.- mi impunto innervosita.

-Mmm- lo sento mugugnare qualcosa mentre assume l'ultimo tiro, poi lancia la sigaretta a terra.

-Aspetta. Dove cazzo vai, vieni qui.-

-Dove?- domando guardandomi intorno. Il corridoio è deserto.

-Usciamo fuori, andiamo.- asserisce indicandomi l'uscita d'emergenza che dà sull'esterno.

-Ma è iniziata l'ora...-

-Vuoi parlare con me o vuoi sentire uno stronzo che blatera di numeri fino a farmi le palle piene?-

Invece che aspettarmi, lascia la porta aperta ed esce sulle scale antincendio. Lo guardo togliersi la giacca, slacciarsi la cravatta per poi sedersi su un gradino. La sua schiena massiccia compie una curva quando si mette a cercare tabacco e cartine nelle tasche dei pantaloni.

Cosa farebbe June? Lezione, ovvio.

Però perché ora vorrei fare diversamente?

Sollevo gli occhi al cielo, prendendomela con nessun'altra se non con me stessa.

June White fila a seguire lezione!!

Ormai è troppo tardi, mi sono accovacciata sullo scalino a qualche centimetro da lui.
Ogni volta che mi ci siedo a fianco, mi rendo conto di quanto sia alto.

-Quindi non lo sai...- accenna James compiendo i suoi soliti movimenti con le dita costellate di anelli argentati.

-No. Cosa dovrei sapere? So che alla festa di Tiffany di un anno fa, ci hai provato con Amelia.-

-Eh?-

-Hai capito.- insisto con voce dura.

-Ti ha davvero detto così? Ma non eravate amiche?-

Innalza entrambi i sopraccigli, sembra sorpreso.

-Mi ha detto così.-

-Che stronza bugiarda! Ancora con questa storia...- sputa con livore.

-Lei non voleva dirmelo ma io continuavo a chiederlo.- ammetto sottovoce.

-Certo e lei ti ha rifilato la storia che sono uno che approfitta delle persone. Non ci posso credere, con che coraggio...-

Abbasso immediatamente gli occhi a terra quando lo vedo portarsi la cartina alla lingua.

-Brian mi ha massacrato quella sera e lei non ha mosso un dito.- soffia sprigionando tutto il suo risentimento per Amelia.

Vorrei anche sapere che tipo di rapporto c'è o c'è stato tra loro due, ma non posso chiederglielo.
Quello che fa lui non è cosa che mi riguarda, specie i suoi intrallazzi con le ragazze.

-Vuoi?- domanda prima di accendere la canna.

-Certo, così svengo e non mi devi raccontare più niente?-

-È più molto più leggera rispetto a quella che ti ho fatto fumare a casa mia.- poi sbuffa un -Fa come ti pare.-

-Perché Brian te le ha suonate?-

-Perché il coglione ha trovato sua sorella in lacrime in camera di Tiffany, con me. Lei ha detto la prima cazzata che gli è venuta in mente e lui ovviamente le ha creduto.-

-E invece? Che è successo a quella festa, James?-

Ma sopratutto...perché lui è stato bocciato e tu sei filato dritto in riformatorio?

Stringe la labbra rosee prima di riaprirle per assumere una nuvola di fumo.

-Stavo nel letto di Tiffany con Amelia quella sera...-

-Bene come iniziare un racconto con classe!-

Lui scoppia a ridere e comincia a tossire per il fumo che gli va di traverso.

-Ma che hai capito? Non ci stavo scopando.-

-Strano eh. Devi specificarlo sennò poi uno pensa male.-

-Riesci a stare zitta e fare parlare me, per una fottuta volta?-



JAMES POV

Un anno prima

Amelia non accenna a fermarsi, va su e giù per la camera continuando il suo racconto come se potesse fregarmene qualcosa.

-Così quando gli ho lasciato il compito di inglese sulla cattedra... lui non solo l'ha preso, ma mi ha anche sfiorato la mano.-

-Non ho capito.- dico riluttante mentre sto sdraiato sul letto di Tiffany a fissare il soffitto appena ridipinto di bianco.

-Mi ha sfiorata, con le sue mani sulle mie.-

-E allora?-

-Non capisci, James?- ride lei sdraiandosi a fianco a me.

-No che non capisco, ti ha sfiorata con il cazzo? In quel caso capirei l'eccitazione.- continuo a prenderla in giro.

-Mi ha sfiorato la mano, ma volontariamente... non l'aveva mai fatto prima.-

-Sei così messa male che ti stai davvero facendo dei film mentali sul prof?- la rimprovero sollevandomi sul gomito per guardarla negli occhi.

-Non sono film mentali. Lui mi guardava in quel modo... Ahhh!-

Si lancia un cuscino a forma di cuore in faccia, imbarazzata. Scendo con lo sguardo lungo la sua vita sottile stretta in un top scuro, i jeans altrettanto neri fasciano i suoi fianchi poco accennati.

-Perché lo racconti a me?- le chiedo levandole quel cuscino dal viso.

-Sei l'unico di cui mi fido...- mormora lei voltandosi verso la mia figura. Schiaccia la guancia sul palmo della mano, mentre i nostri visi stanno vicini.

-E Poppy?-

-Poppy è la migliore amica di questo mondo, ma ha la bocca larga.-

-Beh... su questo non ci sono dubb..-

Mi lancia il cuscino in testa, prima che possa fare una battutina maliziosa sulla sua amica.

-Ari?-chiedo poi.

-E se lo dicesse a Brian?-

-Già mi immagino le news: professore ritrovato morto in un fosso...-

Ridiamo ma le risate cessano in fretta. Lei mi guarda le labbra con insistenza.
"No, Amelia."

Così mi alzo in piedi per raggiungere un tavolino di vetro dove vi sono i rossetti di Tiffany e altri trucchi di cui non conosco l'uso.

-James...-

Il tono di Amelia si fa subito preoccupato, non appena mi vede maneggiare della polvere bianca.

-C'è una festa di sotto.- mi giustifico.

-Dovresti smetterla.-

-Certo.-

-Certo.- insiste lei, mentre mi carezza la schiena nuda con le dita fredde, provocandomi dei brividi non indifferenti.

-Ti voglio bene. Ma quella roba ti fa smettere di essere te stesso e di pensare.-

-Al posto mio anche tu vorresti smettere di essere me stesso e di pensare.-

-James...- Stavolta il mio nome è un leggero rimprovero.

-Scusa.- le dico senza guardarla negli occhi.

Lei aspetta che io finisca, poi mi porge la mia maglietta come ad invitarmi a rivestirmi, ma io la lascio cadere a terra.

L'afferro dai fianchi, causandole un piccolo sussulto.

-Andiamo a divertirci o stiamo qua a parlare del professorino riccio tutta la sera?-

Amelia scoppia a ridere. -Va bene, andiamo.- sussurra mentre le lascio un bacio sulla fronte.

Quando scendiamo al piano di sotto la perdo di vista, probabilmente si è messa a ballare con le sue amiche.
Io invece me ne sto con i miei amici a bere e fumare fino a quando non mi arriva un messaggio sul cellulare.
Potrebbe essere Tiffany, Stacy, Taylor... chiunque..
Ma io lo so che non è nessuna di loro. Perché sono sempre io a chiamarle. C'è solo una persona che io non posso chiamare e mi cerca solo quando le va.

Mi arriva una foto.
Mi posiziono in disparte rispetto al gruppetto e la apro.
Ari ha addosso un completino intimo niente male e guarda in camera con occhi da cerbiatta.

E questo che mi piace di lei?
No, stuzzicarmi lo fanno tutte...
È piuttosto il fatto che non sia disponibile quando voglio e che mi faccia sempre penare, questo mi eccita. Sopratutto che sia pericoloso vederci di nascosto alle spalle di Brian, alle spalle di tutti.
Ecco cosa mi fa perdere la testa.

Poi però una cosa cattura il mio sguardo: il copriletto sul quale è sdraiata è quello di Tiffany.
È al piano di sopra.
E io mi ci fiondo come un leone affamato della sua preda.



-Non voglio i dettagli grazie!- strepita June White con i suoi occhioni azzurri e scandalizzati.

Ma se non ho ancora detto un cazzo?

-Tranquilla, non ci tengo a traumatizzare una ragazzina che pensa che la vita sia bacetti e cioccolatini come quella dei film.-

-Ma finiscila. Dimmi piuttosto, è da un anno che andava avanti tra te e Ari?- chiede lei portandosi una ciocca color miele dietro all'orecchio con fare imbarazzato.

-Più o meno. Mai tenuto il conto.- rispondo disinteressato mentre lei lancia distrattamente una mano socchiusa sul mio ginocchio, in attesa che le passi la canna.

-Solo due tiri.- mi impongo senza averne il diritto.

- Non decidi tu.- replica acida.

-Va bene ma posso finire questo fottuto racconto?-

Lei annuisce, poi si morde il labbro distogliendo immediatamente lo sguardo dal mio.

-Mi sa che torno a casa! Brian è arrivato. Vado a dirlo a James.-

Ho sentito la voce di Amelia nel corridoio, ma i gemiti di Ari mentre sta sopra di me non mi lasciano concentrare.
Si sta divertendo parecchio, chi sono io per impedirle di finire?

Amelia entra con il sorriso, sapendo di trovarmi lì in camera di Tiffany.

-Sta arrivando Brian, io vado a cas...Ma cosa cazzo!?-

- Che c'è? Successo qualcosa?- chiedo con voce innocente, sperando non si arrabbi troppo.

Ari intanto balza giù da me e si riveste di corsa. Così di corsa che quando scappa sotto agli occhi esterrefatti di Amelia, mi chiedo come abbia fatto a fuggire via dalla stanza così velocemente.

-Come hai potuto!-

Amelia mi guarda con gli occhi della delusione, mentre io mi copro le parti intime con i boxer.

-Come hai potuto!-

E continua a ripeterlo come un disco rotto.

- Come cazzo ti viene di rovinare sempre tutto?!-

-Sì ma calmati, non sei la mia fottuta ragazza!-

La mia reazione la rende ancora più furibonda.

-Che cazzo c'entra? Non ti basta scopare con tutta la scuola, devi farti anche la mia migliore amica?-

Cosa devo rispondere?
La sua scena di gelosia mi sembra eccessiva.
Forse è ubriaca?

-Mi hai tradita.- le sento dire prima di scoppiare a piangere.

Cazzo. Non voglio che pianga per me.

Mi infilo i boxer e mi tiro giù dal letto al più presto.

- Amelia cosa stai...-

Le accarezzo la guancia con la mano destra, le mie dita si bagnano di lacrime.
Le sollevo il mento per indurla a guardarmi negli occhi.

-È la mia migliore amica... è la ragazza di mio fratello e se lo scopre Brian?

-Non me ne frega più un cazzo di Brian e lo sai. Non voglio che ci stai male.-

-Non te ne frega un cazzo neanche di me. Se li sempre il solito egoista! Non pensi mia alle conseguenze di quello che fai!!-

-Io sono egoista? Vaffanculo Amelia! Vieni sempre da me quando hai bisogno di qualcosa o a rompermi le palle con le tue stronzate da bambina innamorata e io devo anche stare ad ascoltarti!-

La cattiveria con cui mi escono quelle parole fa trasalire entrambi.

-Tu fai solo finta di essere mia amica.-

Pronunciarlo a voce alta mi fa quasi male.

- Io sono tua amica.-afferma lei mentre quella morsa continua a pizzicarmi dentro.

-E pensi che me ne freghi qualcosa?- sbotto senza freni.

-Sei uno stronzo! Come puoi trattarmi così se dici di volermi bene?-

-Scusa tanto se..-

Comincio ma non riesco a finire, perché le sue labbra tremolanti si avvicinano alla mia bocca.

-Cosa James? Avanti dillo.-

Il suo naso sfiora il mio quando chiudo gli occhi.

Mi sta per baciare?

Sento il battito accelerare ma abbasso la testa per evitare quel contatto, non posso baciarla.
Non possiamo incasinare ancora di più le cose adesso.

-Ti odio! Come hai potuto farmi questo! Cosa dico a Brian ora!?- urla con gli occhi pieni di lacrime quando si accorge che indietreggio appena.

E poi è lei ad allontanarsi, così la blocco dal polso.

-Cazzo Amelia fermati. Sei sconvolta. Guarda che non è successo niente di...-

In quell'istante entra Brian.

Io sono in mutande, con ancora l'erezione in bella vista che mi ha provocato la sua ragazza.
Sto stringendo sua sorella dal braccio.
E lei è in lacrime, disperata.

-Cosa diavolo stai facendo Hunter?-

I suoi occhi verdi, affilati come quelli di un gatto incattivito mi stanno mangiando vivo.

Il suo sguardo rappresenta l'odio.
E non c'è nulla che io odi di più del suo sguardo.

-Amelia perché piangi?- chiede poi rivolgendosi alla sorella.

"James era a letto con Ari "

Ma lei non ha avuto il coraggio di dirlo.

-Che ti ha fatto?- domanda Brian furente, con le iridi iniettate di rabbia.

-Ha provato a forzarti a fare qualcosa?-

E Amelia lo sapeva, ma l'ha fatto lo stesso. Mi ha punito così.
Era troppo ferita.
Ha annuito ed è scappata via.

E sapeva anche che suo fratello quando si arrabbia perde il controllo, diventa ingestibile.

Ma l'ha fatto lo stesso.

JUNE POV

-Non riuscivo più a respirare, non ho risposto neanche ad un colpo. Forse me lo meritavo.- lo sento dire tra i denti.

Mi dispiace per James perché non è vero che se lo meritava, o almeno, non si meritava quella bugia.

-Amelia si è sentita tradita da tutti e due.- dice poi, come a giustificarla.

-La violenza non è mai la soluzione.- sostengo io. -Quindi lei ha mentito a Brin per proteggere Ari?-

-Credo di sì.-

O era così tanto arrabbiata perché era innamorata di te?

Ma questo non mi sembra il caso di chiederlo.

-Sì ma io ci sono comunque andato di mezzo.-

-Beh lo sapevi che stavano insieme! Potevi anche evitarlo.-

Aggancio il bordo della gonna della divisa tra le dita, cominciando a giocherellarci.

-Non pensi che le cose si facciano in due?- mi fulmina James.

- Quindi Amelia sa di voi due?-

-No. Ari ha chiuso con me dopo quella sera. O almeno ci ha provato.-

- Ma non ci è riuscita vero?- chiedo conoscendo già la risposta.

- Ari le avrà detto che è successo solo una volta e Amelia le ha creduto. Poi ha smesso di parlarmi.-

Quindi Amelia ha chiuso i rapporti con James dopo quella sera? C'è qualcosa che non mi torna...

-Ma poi... Non eravate amici tu e Brian?-

-Anni fa. Quando eravamo piccoli.-

Ripenso alla fotografia che mi ha mostrato Jasper e che ritraeva le loro famiglie insieme.

-Poi che è successo?-

Anche perché ciò che mi ha confidato non risolve i miei dubbi.

-Tante cose. Troppe.-

-Non mi stai raccontando tutto James...-

Lui sogghigna. -E tu come lo sai?-

-Il giorno dopo hai mandato Brian all'ospedale. Perché?-

-Boh.-

-È successo qualcosa, sennò non si spiega. Se volevi prendertela con lui avresti risposto quella sera stessa.-

Dev'essere successo qualcosa.

Lui si alza in piedi quando una voce conosciuta arriva alle mie orecchie.

-June? Sei qui?-

Ah, William

Mi volto per incontrare i suoi occhi cristallini che mi scrutano di sottecchi.

-E stai... fumando?-

Mi guarda quasi disgustato.

-No stavo... stavamo parlando.-

Balzo giù dagli scalini, James non fiata.

-Va beh io torno dentro.-

-Will!- esclamo sperando di fermarlo.

Mi alzo in piedi ma James mi blocca dal polso, sento la pelle bruciare.

-Lascialo sbollire, se gli vai dietro ti tratterà male.-

-Sbollire cosa? Non ho fatto niente, James! Stavamo parlando. Ora non possiamo neanche parlare?-

Ripenso subito a questa mattina e alla reazione eccessiva di William nei confronti di Brian.

-Lo capisci adesso, di cosa parlavo quando dicevo che non volevo vederlo soffrire?-

Mi acciglio.
Lo so che James conosce Will meglio di chiunque altro e che vorrebbe solo tutelarlo, ma razionalmente parlando, ora non ho fatto davvero nulla per indurlo a reagire in quel modo.

-Sì ma non ha motivo di essere geloso...- mormoro tra me e me.

-Sicura?-

L'occhiata diretta che James mi pianta addosso mi fa sussultare.
Cosa vorrebbe dire?

-È meglio se ora vai in classe.- dice poi rimettendosi l'accendino in tasca.

-James ma che...-

-Vai ti ho detto.-



Rientro dentro e vedo la sagoma di William al fondo del corridoio che svolta l'angolo. Accorcio la distanza aumentando il passo.

-Will!-

Lo seguo mentre entra nel bagno dei ragazzi.

-Tutto okay?-

-Sì.- replica freddo.

Si sta rompendo qualcosa tra di noi, lo sento. Sopratutto da parte mia, nonostante ora sia lui a fissarmi con uno sguardo deluso.

-Non salti mai lezione.-

-Mi stava raccontando una cosa di Amelia a cui tenevo, Will.-

-Potevi chiederla a me!-

-No perché solo lui la conosceva.-

Will è nervoso, ticchetta con le dita sul lavandino.
Osservo i suoi occhi azzurri riflessi nello specchio. Si scompiglia i capelli poi si volta a guardarmi.

-Va tutto bene, ora mi passa.-

La sua reazione eccessiva però mi disturba.

-Sei così arrabbiato solo perché parlavo con James?-

O è Brian il problema?
È brutto da pensare, ma forse il problema è proprio lui, William.

-Non è la prima volta che succede.-

-Cosa?-

-Lascia stare June.-

Stare vicino a Will è molto più difficile di quanto pensassi, forse James, dopotutto, aveva ragione sin dall'inizio.

-Con James è tutto okay vero? Non te la prenderai con lui...-

-No, tranquilla.-

Mi posa entrambe le mani sulle spalle, poi lascia che le nostre fronti combacino. Mi dispiace vederlo in questo stato d'animo, forse dovrei fare più chiarezza nella mia testa e parlarci. Ma non è così facile. E se poi avesse una reazione spropositata?

-Stasera vieni all'Arcade? Hanno allestito luna park esterno in previsione di natale... ci sarà tutta la scuola.-

-Ma mancano ancora dei mesi a Natale!-

Lui sorride. - Lo prendo come un sì?-

Dopo ciò che è accaduto negli ultimi giorni è meglio se resto a casa. Oppure ci vado e colgo l'occasione per parlare con Blaze.
La questione del preside non mi è ancora chiara.

-Magari sì, ci vengo... però poi torno a casa mia a dormire stasera.-

-Come vuoi.-

Mi sporgo come a volergli lasciare un bacio sulle labbra, ma William se ne va sbattendo la porta del bagno, lasciandomi come una stupida a fissare il mio riflesso nello specchio.




___________



-Torno domani. La casa è ancora tutta intera?- chiede mia madre mentre mi parla in viva voce.

-Non lo so, ti lascio l'onore di controllare di persona quando ti degnerai di tornare...-

-June!-

-Scusa mamma.-

-Che succede? Brutto voto?-

E certo, perché nella mia vita monotona il peggio che può succedere è prendere un brutto voto a scuola, vero?

-Vado mamma. La cena mi si fredda.-

Metto giù e noto con piacere che Blaze mi ha risposto al messaggio.

sì ci vediamo lì

Dopo essermi fatta un panino, mi butto sotto alla doccia e piastro i capelli.
E poi la parte più difficile: affrontare il mio armadio. Non c'è nulla di lontanamente simile a ciò che indossano le ragazze della mia scuola. E non che me ne dispiaccia, sennò a quest'ora avrei fatto incetta di gonne ascellari e vestiti aderenti. L'unica cosa di vagamente attraente sono i miei jeans. Ne infilo un paio di quelli neri, poi ci abbino una maglia che mi copre fino ad oltre i fianchi.
Sembro un maschiaccio. Ottimo.

Non so che mi prende, ma decido di toglierla per mettere una canottiera bianca più corta ed aderente. Forse sottolinea un po' troppo la mia terza abbondante, perciò mi copro infilandoci sopra una giacca sportiva ed un paio di scarpe da ginnastica.

Provo a farmi una coda, poi una crocchia, poi disfo tutto perché non sono soddisfatta.

June è da più di dieci minuti che stai perdendo tempo davanti allo specchio, svegliati

Sento un clacson mentre scendo in salotto.
È arrivato Jackson, meglio se mi do una mossa prima che vengano a prendermi per i capelli.
Chiudo a chiave la porta di casa, poi mi affretto a scendere dal pianerottolo.

-Che vuoi? Non ci ho messo tanto.- sbuffo quando vedo James appoggiato alla portiera della macchina rossa fiammante.

Non indossa la sua giacca di pelle, ma una camicia scura con degli scacchi di diverse tonalità di grigio. È sbottonata fino al secondo bottone e lascia intravedere una catenella d'argento.

-Così veloce che ho fatto in tempo a finirne una.- indica quello che resta della sigaretta tra le dita.

Gli lancio un'occhiataccia poi mi infilo nel sedile posteriore dove ci sto a fatica, stretta vicino a Will.

-Sexy.-

Sento Marvin ridacchiare di fianco a William che gli dà una gomitata, impedendogli di guardarmi ancora il davanzale.

Poi James entra in macchina e cala il silenzio.

-Da quando siamo in lutto?- sbuffa Marvin. -Neanche la musica Jax?-

-Sta zitto Marv.- dice quest'ultimo.

Marvin prova a parlare ma viene zittito all'istante.

-Ma che cazzo di problemi avete? Non posso chiedere la musica, non posso parlare della tipa che ieri sbavava per i tatuaggi alle mani...-

-Tatuaggi alle mani?- domando confusa.

-Ti piacciono?- chiede Marvin guardandomi.

-Non mi fanno impazzire i tatuaggi.- dico osservando il suo collo completamente tatuato.

-Questa era una fissata, pure con gli anelli.- dice a William che non sembra minimamente interessato all'argomento.

-E gli anelli? Quelli piacciono a tutte, no?-

-Boh.- faccio la vaga abbassando lo sguardo sulle mani di William completamente pulite.

Quando pianto gli occhi davanti a me però, casco nella visione delle mani di James aggrappate al poggiatesta del sedile davanti.
Non sono una cosa che solitamente noto, però devo dire che lui ha davvero delle belle mani...

Deglutisco poi mi volto verso il finestrino, mentre Marvin stuzzica Jackson lanciandogli una mano al collo.

-Ma sei stronzo?-

Quest'ultimo che sta guidando, ovviamente si agita.

-Cos'è non ti piace Jax?-

-No. Sopratutto non mentre guido!-

-Sempre lei, l'altro giorno mi ha quasi lasciato i segni.-

Will scoppia a ridere, Jackson invece è infastidito dal modo di fare di Marvin.

-Ma che cazzo dici, perché spari sempre cazzate.- dice il biondo riaggiustandosi il colletto della giacca da football.

-Basta fare i coglioni. Parliamo di cose serie.- annuncia James con voce rauca e dura, fermando qualsiasi risata nell'abitacolo.

-Qualcuno dovrebbe parlare con Blaze. Voglio sapere cosa sta tramando il preside.- aggiunge poi.

Will si volta verso di me.

-In che rapporti sei con Blaze?-

E io che c'entro ora? Volevo sì parlare con lui, ma non usarlo per estorcergli informazioni.

-Buoni. Ma...-

-Vado io a parlare con Blaze.- sento dire a Jackson con aria seria.

James gli lancia un braccio intorno alle spalle, ma Jackson si scansa.

-Che bastardo Jax.- sputa James ridendo, massaggiandogli una spalla.

Le sue mani poi risalgono lungo la nuca, fino ad immergere le dita tra i capelli del biondo.

-Perché?- chiede Jackson agitandosi, senza però sottrarsi alle carezze dell'amico.

-Perché dici così?- insiste Will che sembra non capire.

-Avanti lo sanno tutti che Blaze pagherebbe pur di avere questo ben di Dio.- ridacchia James dando una pacca agli addominali solidi dell'amico.

Vedo Jackson trattenere il fiato con la mascella contratta. Le mani di James non gli sono poi così indifferenti, sembra teso.

-James.- Lo rimprovera Will. -Finiscila.-

-Che cazzo ho detto?-

Di sicuro se vogliono avere informazioni da Blaze è meglio se se la vedono loro.

-A me sembra un'ottima idea.- aderisco alla proposta di Jackson.

-Qualcuno forse ha chiesto il tuo fottuto parere?- mi aggredisce James voltandosi.

Percepisco una piccola nota di gelosia nella sua voce. Lui cosa ne sa di Jackson e Blaze? Sempre che ci sia qualcosa da sapere.

Lo guardo in cagnesco quando mi trafigge con i suoi occhi blu notte.

"Sei un troglodita. Non ti accorgi neanche degli stati d'animo di chi ti sta intorno!"

Ma questo me lo tengo per me, anche perché scatenerei solo l'inferno.
L'equilibrio del gruppo è molto più fragile di quanto sembri dall'esterno, basta una piccola mossa falsa o una parola di troppo, che le cose cominciano a vacillare.



Finalmente arriviamo all'Arcade, la zona circostante al locale è molto più luminosa e colorata del solito. Fuori vi è infatti un grosso luna park itinerante che non avevo mai visto prima.
Neanche il tempo di mescolarci con la gente che sento una vocina conosciuta.

- Jamie.-

Taylor.
E sì, proprio lei... la bionda che inarca un sopracciglio incuriosita dalla mia presenza.
Si baciano frettolosamente, mentre lei senza calcolare gli altri infilza subito i suoi occhietti piccoli e truccati su di me.
I ragazzi si mettono a fumare mentre facciamo la coda per entrare, lei ne approfitta per avvicinarsi alla mia figura.

-Di un po'... tu che arrivi dalle campagne, come ci sei finita con i più popolari della scuola?-

Un maglioncino rosa confetto le segna la vita sottile, mentre le gambe lunghe vengono fasciate da un paio di leggins scuri.

- Mi chiamano scalatrice sociale compulsiva. Ora che sto con loro inizio anch'io a sentirmi la regina di sto cazzo. Ah, no aspetta... quella sei tu, Taylor.-

Per un attimo perde la maschera della superbia e mi guarda esterrefatta, ma James le rivolge un sorriso da lontano e lei si ricompone all'istante.

-Non sarai mai come me. Stai con Will, non con James.-

Si lancia una lunga ciocca dorata dietro alle spalle con supponenza.

- Sai che perdita.- bofonchio guardandomi intorno. Non ho voglia di starmene a discutere con una così.

- Gli occhi li ha fatti anche a te mammina, inutile che fai la snob.-

- Sì sì, certo.- sbuffo guardando il cellulare.

- E comunque non credo tu sia abituata a questi standard. Forse non hai proprio degli standard, dato che sarai anche vergine.-

Di nuovo con questa storia?
Ma che importa a questi cos'ho fatto io con la mia signorina G?

La sua espressione maligna mi dà sui nervi, probabilmente mi sta rispondendo per la frecciatina che le ho inflitto poco fa, ma questo è davvero un colpo basso.
James sembra notare la mia faccia per nulla contenta, perciò si avvicina con aria divertita e strafottente.

- Che cazzo le stai dicendo.- chiede alla bionda che lo rimira come fosse Dio sceso in terra.

- Che sei l'essere più figo sul quale lei metterà mai gli occhi.- gli bisbiglia nell'orecchio con voce eccitata.

Lui in tutta risposta la guarda così intensamente, che sembra le voglia strappare i vestiti di dosso da un momento all'altro.

Che schifo.

-Certo, per quanto possa essere figo uno che si è dimenticato pure di finire di vestirsi.- borbotto distogliendo lo sguardo dal suo petto largo e abbronzato che fuoriesce dalla camicia scura.

James perde improvvisamente l'interesse per Taylor e mi si avvicina sorprendendomi alle spalle.

-Stai parlando troppo, fa attenzione.-
sibila lui a denti stretti strisciando lentamente le labbra sul mio orecchio.

Mi tendo con la schiena dritta per quel contatto così fastidioso e piacevole allo stesso tempo.

-Minaccia qualcun altra.- sbotto con il fiato corto, tentando di mantenere il controllo.

Lui sorride mordendosi il lato della bocca, ma poi Taylor lo richiama.

- Jamie ma invece che stare in coda perché non andiamo al tiro a segno?-

James si lecca le labbra e inchioda i suoi occhi nei miei, ma quando lei gli si avvicina per dargli un bacio con la lingua, distolgo subito lo sguardo.

L'ho visto baciare diverse ragazze in svariate occasioni, ma mai a distanza così ravvicinata.
Il suo buon profumo mescolato con il fumo di sigaretta della gente che ci circonda, mi urta il sistema nervoso.
Le porta una mano sul fianco sollevandole appena il maglione, mentre con l'altra le strattona i lunghi capelli biondi, approfondendo quel bacio con un gioco di lingue osceno.

Vorrei essere ovunque in questo momento, ma non qui. Will e Jackson intanto, sono davanti a me e continuano a parlare tra di loro.

-Vuoi una sfida?- propone James alla bionda, ad un certo punto.

- No, non sarebbe romantico.- sghignazza lei. -Voglio essere io a vincere un orsacchiotto per te.- dice poi scompigliandogli i capelli.

Lo tratta come un deficiente patentato. Ben gli sta.

-E tu White?- Mi richiama lei.

-Cosa?-

-Vieni ti sfido.- dice assottigliando gli occhi nella mia direzione.

- Quella non credo sappia tenere in mano un cazzo, figurati un'arma finta.- mormora lui facendola ridere.

Lo odio.
Perché deve sempre prendermi in giro davanti ai suoi amici, quando poi siamo da soli...

Cosa June? Quando siete da soli ti minaccia e ti prende in giro fingendo che provi una qualche attrazione per te?

Sto per reclinare quella terribile offerta, quando Jackson viene in mio soccorso.

-Dai voglio proprio vedere cosa sapete fare voi due.- dice puntando James e la bionda.

-Do una mano a June. Sfida accettata.-

-Vado a prendere da bere con Marvin e ti raggiungo.- sussurra Will lasciandomi un bacio sulla guancia.

Non siamo da grandi smancerie in pubblico, ma Will è molto più freddo del solito oggi.
Potrei chiedermi quale sia stato, tra i miei atteggiamenti, quello a farlo innervosire di più, ma sinceramente non ci vedo l'utilità, dato che non ho fatto un bel niente.
Spero solo gli passi.

Così Will e Marvin spariscono nel locale, mentre io e Jackson camminiamo dietro alla coppietta dell'anno.
Lui le cinge le spalle con il braccio, ogni tanto lancia le dita ornate di anelli tra i suoi capelli setosi, come per accarezzarli. È un gesto affettuoso che sinceramente non pensavo potesse avere con una di cui non gli importa nulla.

E poi arriviamo al tendone del tiro al bersaglio.
Taylor spara benissimo neanche avesse il porto d'armi, io ovviamente sono la più impedita di tutto il luna park, ho la mira di una talpa sprovvista di pollice opponibile.
Non becco manco mezza lattina.

Jackson mi si accosta, il calore del suo corpo aderisce alla mia schiena.

- Cazzo White sei penosa. Allora senti...- dice avvicinandosi al mio orecchio.

-Cosa?-

-Ti faccio vedere io. Tienila più in alto.-

Posa una mano sulla mia, mostrandomi come impugnare la pistola.
La sua guancia morbida per poco non sfiora la mia tempia, quando sposto gli occhi a lato, questi cascano inevitabilmente sul labbro traforato.
Capisco perché piace a tutte le ragazze della scuola, ma non ho ancora ben capito se a lui questa cosa importi o meno.

-Devi impugnarla così, vedrai che ti tremerà meno la presa.-

Sento un colpo di tosse vicino a noi.

James sta appoggiato al bancone del tiro al bersaglio, guardandoci di sottecchi.

-Avete finito?-

Jackson ride per la reazione dell'amico, poi si avvicina nuovamente a me.

-Sta a vedere...- sussurra nel mio orecchio facendomi rabbrividire.

Si accosta con il viso vicino al mio, sento il suo caldo respiro di birra sul collo.

-Jackson guarda che la ragazzina ha capito eh.- sputa James con aria infastidita.

Alla fine, nonostante i suggerimenti utili, faccio troppa pena a mirare, così Jackson spara gli ultimi colpi per me.
Ormai però Taylor ha vinto il suo premio. Lei e James non hanno sbagliato un colpo e hanno sparato a tutte le lattine.
Il tizio dietro al bancone dà l'orsacchiotto gigante a James, come se dovesse poi regalarlo alla sua ragazza, ma lei afferra il peluche prima del dovuto.

-Non c'è cosa più umiliante di farsi regalare oggetti dai propri ragazzi.- asserisce lei tutta fiera, per poi girarsi verso di me.

- O forse sì, una cosa c'è. Essere una perdente.-

Non ricambio la sua occhiata sprezzante, nè replico alla sua provocazione.

-Non sono tutti fanatici di armi come te e la tua famiglia di pazzi, Taylor.- l'aggredisce Jackson, stranamente gentile con me questa sera.

Forse il fatto che io sia stata l'unica a supportare l'idea che lui parli con Blaze, gli ha fatto piacere? O forse odia così tanto Taylor che si è dimenticato dell'antipatia che prova per me?

-Jax chiudi la bocca, ti conviene.-

Lo minaccia lei con fare da gran donna.

-Vado dentro a fare pipì. Jamie tieni, questo è per te. Mi ricompensi dopo.- dice facendogli l'occhiolino.

James fuma una sigaretta ritrovandosi l'orsacchiotto gigante tra le mani.

- Ma porca puttana che ingombro del cazzo...- impreca tenendolo in braccio controvoglia.

-Perché stai ancora con Taylor? Non la reggo.- lo rimprovera Jackson.

-Perché sì.-

-È perché Austin...-

James poi mi guarda.

-Non discutiamone qui. Reggimi questo tu.- dice ad un certo punto rivolgendosi a me.

L'orsacchiotto è più grande di me e mi copre persino la visuale mentre cammino.

-Ma è troppo grande.-

James sogghigna.

-Inizia a farci l'abitudine allora.-

Jackson gli dà uno spintone.

-Perché te ne vuoi liberare? È così carino.- sospiro ignorando le sue battutine stupide.

È poi è morbidissimo.

-Allora portamelo tu se tanto ti piace.-

-Me lo stai regalando?-

-Non ci pensare proprio, è mio.- scandisce duro.

-Se me lo dai, è automaticamente mio.-

-Che ingenua. Non sai che non funziona così nel mondo degli adulti?-

Non so se sia una battutina maliziosa o meno, ma poco mi importa.

-Fai schifo, questa è l'unica cosa che so di per certo. Io me lo tengo.-

-Bambina del cazzo.-

-Stronzo.-

-Tu me lo ridai dopo.-

Si sì contaci

-Idiota.- biascico tra i denti.

-Finitela voi due.- ci ammonisce Jackson prima di sparire con James dentro al locale.


Io mi fermo poco distante dall'entrata perché in lontananza vedo Blaze con alcuni suoi compagni.

"Dovrei parlare con Blaze..."

Quanto vorrei avere dei chiarimenti sulla faccenda del preside, conoscere come sta suo padre e sapere come l'ha presa lui... E magari perché no, anche la sua versione dei fatti.
Mi chiedo solo dove sia finito William.
Mi guardo in giro confusa, quando una mano mi afferra la spalla.

-Hei. June sei tu?-

Mi sposto l'orsacchiotto dalla faccia provando ad infilarmelo sotto al braccio con scarsi risultati.
È Tiffany, l'amica di Taylor.

Biascico un "ciao" senza troppo entusiasmo.
Non provo una grande simpatia per lei, è una civetta rumorosa e si prende troppa confidenza. Ma è sicuramente meglio della sua amica.

- Sei sola?-

- Ehm.. no, Will è dentro al locale.-

- Vuoi una sigaretta?- chiede lei appoggiandosi ad un muro tutt'altro che pulito.

Indossa una giacca di pelle, un top che le lascia scoperta tutta la pancia e una gonna corta.

-No grazie.-

Lei mi fissa con aria sicura di sé.

-Che c'è?- chiedo titubante.

Avrò qualcosa tra i denti?
Mi è appena spuntato un brufolo?

-Niente.-

Entrambe ci voltiamo verso l'entrata del locale da cui escono i ragazzi, tra cui William.

Penserà che sono strana? Che non so fare conversazione? Perché mi fissa in quel modo?

-Li conosci bene?- domando poi indicandole con il mento i ragazzi.

-Sì, in un certo senso.- abbozza un sorriso malizioso.

-Tu e James stavate, state tipo insieme o...-

La mia insinuazione le provoca una risata fragorosa.

-Ma no sei impazzita!? Se dici una cosa del genere davanti a Taylor, si trasforma nella regina di cuori e comincia a darmi la caccia al suon di "tagliatele la testa!!-

Mi sfugge un piccolo sorriso nell'udire la citazione ad Alice nel paese delle meraviglie.

-Mi vedi spesso con James solo perché sta sempre con le ragazze più carine della scuola. Mica per lui.-

Stavolta non è solo un'impressione, il suo sguardo attento scende più in basso, bloccandosi sul mio top aderente.

Per un secondo mi ha guardato le tette?

-Ehm...- mi schiarisco la voce.

-Dimmi qualcosa di più di loro.- provo a distogliere la sua attenzione da me per buttarla su James e i suoi amici.

-Che vuoi sapere?- chiede lei continuando a fumare nel buio.

-Non so, la prima cosa che ti viene in mente per ognuno di loro. Senza stare a pensarci troppo.-

Vorrei un'opinione sincera e soprattutto voglio sapere con che razza di gente ho a che fare.
Mi posso realmente fidare di loro?

Lei si arrotola una ciocca di capelli mossi e castani intorno al dito con fare smorfioso.

-James Hunter... che dire. Se ti prende in antipatia è la fine. Sa renderti la vita insopportabile. Nello stesso tempo però, sa essere molto seducente. E convincente. Sarebbe capace di convincerti a scavarti la tua stessa tomba, mentre tu magari vorresti solo un bacio da lui... Ma lui è già passato alla prossima vittima.-

Il modo di esprimersi di Tiffany non è il massimo, ma ho capito il concetto. Riassumibile in: è uno stronzo di prima classe.

La guardo gettare gli occhi su William.

-William Cooper, invece...sotto allo sguardo dolce da tenero orsacchiotto, nasconde la sua natura da psyco. Io l'ho visto in azione, sa essere freddo e senza scrupoli... è folle, ma mantiene sempre i suoi modi gentili. Non ha avuto molte ragazze, tutte scappano. Mi chiedo tu come faccia a resistere tanto.-

Pensavo fosse una battutaccia, invece lei mi sta guardando seria con i suoi occhi color caramello, in attesa di una mia reazione. Resto impassibile aspettando che lei prosegua.

-A dirla tutta June, non ho ancora capito chi dei due sia quello più pericoloso.-

Già. Di chi dovrei avere paura?

- Cioè?- chiedo poi con la speranza che si spieghi un po' meglio.

-Mettiamola così.... di uno non mi fiderei.- dice guardando Will.

-Dell'altro non mi innamorerei.- conclude indicando James che sta parlottando nell'orecchio di Jackson.

Sono di pietra, stretta contro il mio orsacchiotto mentre lei posa gli occhi scuri sul biondo.

-Quell'altro invece è grande e grosso all'apparenza...-

Tiffany mi si accosta spiaccicando le sue labbra lucide contro la mia guancia.

-E non solo all'apparenza...- dice mettendo mano a conca davanti alla bocca, facendomi imbarazzare per l'allusione più che ovvia.

-Ci prova a fare il duro, ma rispetto agli altri è morbido come il burro... Sono però convinta che a letto la musica cambi.-

Tiffany imita il gesto di una frusta immaginaria che fende l'aria.

-Sei... ehm... molto precisa nelle tue opinioni. Oserei dire... grafica.-

Lei non si spreca a rispondere, ma assottiglia lo sguardo mentre dà l'ultimo tiro di sigaretta senza scollarmi i suoi occhi nocciola di dosso.

-Comunque June, non saranno dei santi... ma se stai con loro, nessuno ti toccherà. Ne a scuola, né da nessun'altra parte.-

Ripenso a questa mattina.

-Essere loro amica ha i suoi vantaggi, mentre nel tuo caso... forse è un po' diverso perché stai con Will. Sopportare James, Will e le loro stranezze, beh auguri..-

Tiffany si volta a sorridere ad una ragazza mora dai capelli lisci e la carnagione ambrata.
L'ho vista spesso con Stacy. Credo si chiami Bonnie.
Le due si scambiano un bacio a fior di labbra, sembrano intime.

-Che fai qui con...?-

La ragazza mi squadra superficialmente, sembra quasi infastidita dalla mia presenza.

-È June White. Stavamo parlando di quei tre. Tu che dici?-

-E io che cazzo ne so? Ho scopato solo con James.-

- Ma non in quel senso!- ridacchia Tiffany.

Le due si perdono a chiacchierare di cose loro, mentre io osservo il gruppetto in lontananza.

Chi è William? Il ragazzo dolce e premuroso, o quello possessivo e freddo che ha dimostrato di essere in diverse occasioni, tra cui stamattina?

Chi è James invece? Il ragazzo senza scrupoli che si diverte a ridere di me con i suoi amici, o quello che mi ha fatto sentire protetta in più circostanze e che mi difende ogni volta che sono in pericolo?

Per non parlare del fatto che a volte sembri quasi attratto da me, quando siamo da soli... mentre altre volte sembro fargli schifo. Questo però non è un gran dilemma, anche perché fa così con tutte le ragazze, quindi non ho molto di cui stupirmi.

-Tu stai con Cooper vero?- domanda la ragazza con i capelli lunghi ad un tratto.

Tiffany annuisce al posto mio.
-Le ho già fatto i miei auguri.- dice sarcasticamente la riccia.

-Perchè? È un tipo a posto in fondo.- spiega Bonnie. -Devi fare molta più attenzione a James, a lui piace solo la sfida. Può avere tutte le ragazze che vuole, la cosa dopo un po' lo annoia.-

Però perché quando sta con me sembra diverso?

Mi tiro uno schiaffo mentale.

June vergognati! Sei il disonore del genere femminile! Ma che ti sei messa in testa? Che con te sia diverso?

Uno schiaffo non basta, una forchettata in entrambi gli occhi per non vedere che si è appena girato a fissarmi.

Le due mi salutano, così decido di tornare dai ragazzi e intanto provo a scrivere a Blaze per chiedergli dove si è cacciato.

Se per un attimo ho creduto che un orsacchiotto gigante non richiamasse l'attenzione, mi sono chiaramente sbagliata. Sto ancora con gli occhi sul cellulare quando vado a sbattere contro qualcosa di sgradevole.

-Guarda chi c'è. Ci incontriamo ancora.-

-O mio dio Austin!- esclamo spaventata.

Inizio a guardarmi intorno, ma la visuale è ristretta. Maledetta me che ho accettato questo orsacchiotto.

-Abbiamo iniziato con il piede sbagliato io e te. Vero?-

Vorrei che James mi vedesse in questo momento.

-Non abbiamo iniziato proprio niente.- dico tentando di farmi strada tra la folla.

Ethan Austin sogghigna, poi prova a fermarmi con un braccio, cingendomi la vita da dietro.

Compio un balzo e per poco non urlo come una pazza.

-Senti, è pieno di gente qui, che cosa diavolo vuoi da me?-

Anche se la domanda più giusta da porgli sarebbe "James è pieno di ragazze, perché devi sempre rompere le palle solo a me?"

-È una regola in guerra.- dice lui con tono solenne, massaggiandosi il mento ricoperto da una barba ramata.

-Vinci il nemico conoscendo i suoi punti deboli.-

-Okay. Ciao.- replico scocciata.

- E io non ho mai visto il piccolo Edward reagire in quel modo davanti ad una ragazza, perciò...-

Ancora con questo Edward? Ho capito che ha due nomi, ma perché alcune persone, tra cui suo padre, lo chiamano in modo diverso?

-Ridammelo White!-

Sento la voce familiare di James che si riappropria dell'orsacchiotto in malo modo.

Poi si volta verso Austin.

-Cazzo ma non ce la fai proprio, eh. Non ti voglio vedere vicino a lei.-

I suoi occhi blu diventano quasi neri.

- Mi piace.- sbuffa Austin quasi divertito.

- Non ti piace proprio un cazzo.- ringhia James di rimando.

-E invece mi piace la sua faccia da innocente. E diversa da quelle puttane che ti scopi di solito, fratellino.-

-Sparisci dalla mia cazzo di vista.- sillaba James in modo lento e minaccioso.

Poi mette una mano in tasca.
C'è quel maledetto orsacchiotto davanti a coprirmi la scena, non vedo cos'ha estratto, ma la tensione sta salendo pericolosamente.
Austin abbassa lo sguardo sul suo torace, sta fissando qualcosa.

-Sei un bambino. Pensi di farmi paura?- lo provoca con un ghigno malefico.

James non parla, ma lo vedo muovere il braccio.

-Che cazzo vuoi farmi? Ti sei bevuto il cervello come quell'altro?- continua Austin sotto agli occhi serrati di James che gli si avvicina minacciosamente al viso.

-Sto facendo quello che devo fare. Non hai motivo di venire a parlare con lei. Sparisci.-

-Mi provochi così perché sai che non posso farti niente eh?- dice a testa alta Austin.

-Dì a tuo padre che devo vederlo.-

Le parole di James sembrano non provocargli alcuna reazione.

-Fai un casino dopo l'altro. E mio padre non ti vuole vedere e sai perché.-

Vedo James serrare la mascella duramente mentre Austin indietreggia, finalmente si sta allontanando.

Lancio un sospiro di sollievo.

-Ma lo sai anche tu, se mamma ti avesse abortito staremmo tutti meglio.- conclude Austin prima di andarsene dal suo gruppo di amici.

Un brivido mi percuote. Guardo James che sembra non battere ciglio, ma poi mi accorgo che l'orsacchiotto nasconde una lama luccicante nel buio. Il coltello che tiene James in mano è piccolo ma molto affilato.

-James..-

Provo a chiamarlo quando comincia a camminare a grandi falcate verso il retro del locale.

-Ma dove vai?!- urlo più forte.

-Lasciami in pace, cazzo!-

Lo vedo schiantare un pugno contro la porta del bagno pubblico.

La sua mano si riempie di sangue in un secondo.

-Calmati ti prego.- sussurro avvicinandomi alle sue spalle senza sfiorarlo.

Agguanto immediatamente il suo orsacchiotto, non so cosa mi sia preso, ma per un attimo ho voluto salvarlo dal sangue.

James però si volta come un cane rabbioso.

-Perché fingi?-

-Cosa?-

Lo vedo abbassare gli occhi sulle mie labbra per un secondo.

-Perché fingi che ti importi qualcosa di me?-

Il calore emanato dalla sua voce profonda fa rabbrividire la mia pelle.

-Non fingo.. io..-

E senza dire altro, raccolgo la sua mano sanguinante. Non so che mi prende, me la porto sulla guancia il suo pollice accarezza il mio labbro inferiore con dolcezza.

-Ma che è successo?-

Sentiamo la voce di Jackson seguita da quella di Marvin.

-Oh cazzo, va a prendere delle salviette disinfettanti che ho in macchina.- ordina il biondo a Marvin che raccoglie le chiavi dell'auto controvoglia.

-Ma che palle, devo tornare fino al parcheggio?-

-Muoviti!- insiste Jackson fissando la mano ricolma di sangue dell'amico.

-Che succede?-

Poi la voce di William, che però appare più altalenante del solito.
Sebbene ci fossimo già distanziati, io e James ci allontaniamo ancora di più.

-Niente.-

Ma gli occhi di William saettano rapidi tra la sua mano e la mia, anch'essa macchiata leggermente di sangue.

-June e James.-

Will pronuncia quella frase in modo sconnesso, amaramente divertito.
È chiaro che sia ubriaco.
E cala un gelo non indifferente.

-Will che cazzo ma hai bevuto?-

James sonda l'espressione del suo amico. A me non è ancora chiaro se William ora sia arrabbiato, divertito o solo triste, perché continua a ridere, ma la maschera di finto divertimento scivola presto in un'espressione di odio.

-Lo sapevo che non potevo fidarmi di te.-

-Sta calmo.- gli sussurra Jackson senza insistere troppo.

Io mi faccio piccola dietro all'orsacchiotto, anche perché non saprei cos'altro fare in questo istante.

-Tu dici una cosa, ma poi i tuoi occhi dicono tutt'altro.- biascica William lanciando la bottiglia di birra a terra.

I vetri si infrangono sull'asfalto.
Mi nascondo d'istinto dietro alla schiena muscolosa di Jackson.
James non risponde, ma inizia a fumare guardando in un punto vuoto.

-Will che dici se ci calmiamo un attimo, andiamo a fare un giro, sai com'è... prendi un po' d'aria...-

Jackson prova a sdrammatizzare.

-Che faccio? Fingo di non vedere come la guarda?-

Sta parlando di me?

Il biondo prova a trattenerlo prima che questo si avvicini troppo al bersaglio che sta fulminando con gli occhi da circa un paio di minuti.
Ma William e le sue parole biasciate a fatica, colpiscono come raffiche.

-Tu, James, vuoi sempre ciò che non puoi avere.-

-E la natura umana no?- lo provoca James questa volta.

E non me l'aspettavo: né la sua frase, né la reazione di William.
Quest'ultimo gli sferra un pugno colpendolo di sbieco sullo zigomo. James barcolla.

-Questa è la natura umana.- risponde William con occhi di vetro.

- Cazzo ma quanto hai bevuto? Fate questo per una ragazza? Davvero?- sbraita Jackson dividendoli.

In realtà sta solo allontanando Will, perché James si tiene lo zigomo colpito con la mano, mentre lo guarda di storto.

-Che cosa hai fatto?- chiede Jackson, provando a capirci qualcosa.

James non risponde ma solleva le spalle.

- Ha dormito con lei a casa mia.- spiega William.

- Non ci ho fatto un cazzo.-

- Certo ma solo perché lei non si farebbe mai toccare da uno come te.-

James viene punto nell'orgoglio ancora una volta, ma stavolta non riesce a resistere.

-Ah sì? Ne sei proprio sicuro?-

E poi in un attimo, l'orsacchiotto non è più sufficiente a coprirmi dai loro sguardi pungenti.

Si voltano. Tutti e tre mi stanno fissando.

Oddio cosa devo rispondere?

La mia indecisione dura poco perché James taglia corto lanciando la sigaretta a terra.

-Hai ragione tu, Will. Ma è meglio se Jackson ti porta a casa ora.- sputa schiacciandola con le Vans.

-No.-

-È solo una ragazza Will, che cazzo te ne frega se me la faccio io o se se la fa Jackson?- esplode James con voce arrabbiata.

Non ha fatto crack, non ha fatto crack.

-Dovevi per forza dormire con lei a casa mia, come quella volta che Austin l'ha seguita fino a casa, non potevi chiamare me... ci dovevi restare tu?-

- Ma...mi ha..-

James inizia a parlare, guarda Jackson poi si blocca.

-Cosa?-

-Niente.-

Perché non gli risponde e non gli dice che gliel'ho detto io?

-Sono stata io Will.-

Jackson è il primo a guardarmi incredulo. Strabuzza gli occhi, come a dire "lo sapevamo tutti, ma potevi tenertelo per te, cazzo!"

-L'ho chiamato io, te l'ho detto. E sono stata sempre io a chiedergli di restare.-

Il biondo mi fissa come fossi impazzita.

-Hai chiamato lui e non me.-

-Ma te l'avevo già detto, Will.- proseguo con tono leggermente alterato.

Ne avevamo già parlato, che senso ha che ora faccia così?

Jackson scuote il capo, io mi avvicino a William che però mantiene un'aria diffidente, mentre con lo sguardo scruta l'orsacchiotto.

-Perché tanto tu stai con me, ma vuoi scoparti lui vero?-

-Cosa? No!- salto su offesa per le sue parole secche e dirette.

- Will, dai lasciala stare. Sei ubriaco. Ci pensiamo domani.-

Jackson gli circonda le spalle ma lui si sottrae.

Sarà anche ubriaco ma di sicuro sembra ferito. E non può esserlo per me, dato che sono una che conosce da un mese. Per quanto ci piacciamo, la sua reazione è eccessiva.
C'è forse qualcosa dietro?

-Mi sa che mi sono fatto opinione sbagliata. Sei davvero come tutte le altre.- sbotta infine Will, rientrando nel locale infuriato.

Tutte le altre chi?

- Che gli hai detto per farlo incazzare in quel modo James?- lo rimbecca Jackson quando torna Marvin con le salviette.

-Niente.- sbuffa lui.

Perché sembra che ci siano già passati?

Guardo James poi indico la traiettoria appena percorsa da William.

-Puoi andare a recuperarlo? Puoi parlarci e puoi accompagnarlo a casa per favore?-

James sbuffa ignorandomi, così miro a Jackson.

-Ragazzi, per favore. Non voglio che stia cosi per colpa mia.-

-Ma secondo te...-

Lui mi fissa dall'alto risucchiando il piercing tra i denti con un gesto automatico.

-Cosa?-

-Evita di sentirti in colpa perché non sta così per te.- taglia corto lasciandomi con mille dubbi.

Finisco di pulirmi la mano e affibbio a Jackson quell'orsacchiotto che ormai è solo più un ingombro, poi mi avvicino minacciosa a James.

-Ti chiedo solo un favore. Non puoi lasciarlo qui.-

Lui solleva gli occhi al cielo.
-Mi sono appena beccato un pugno, ma non l'hai visto? Ho altre cose di cui occuparmi, molto più importanti delle vostre scenate del cazzo.-

- Immagino quali cose "molto importanti" avrai da fare!-

Faccio la voce grossa, canzonando la sua.

-Sei proprio infantile White. Ho un fottuto rituale da seguire, dato che per colpa tua è un po' di sere che non lo faccio.-

-Sarebbe?-

-Non prevede parlare con te, ti basta sapere questo.- dice scolandosi la birra tutta d'un fiato.

-E sentiamo perché non puoi parlarne con me? - incrocio le braccia al petto.

-Perché mi vuoi psicanalizzare e mi stai sul cazzo per questo. Strano tu non l'abbia ancora fatto con Will.-

-Non lasciarlo qui.- ribatto di getto.

Lui mi scaglia addosso uno sguardo arido, nascosto dai capelli ormai arruffati e gli occhi lucidi forse per il fumo e per l'alcol.

-No che non lo lascio qui, ragazzina. È ovvio che andrò a cercarlo e che tenterò di farlo calmare.- dice prima di fare cenno a Jackson di seguirlo.

-Grazie.- sussurro mentre li vedo voltarmi le spalle.

Il mio cellulare vibra.
Blaze finalmente.
Poi però James mi richiama.

-White.-

-Che vuoi?-

-Come torni a casa?-

-Mi ha scritto Blaze di raggiungerlo dentro, magari torno con lui.-

Annuisce infilandosi una gomma da masticare in bocca.

-Ehi.- lo sento dire ancora da lontano.

-Eh, che vuoi adesso?-

-Lo so che ti ha trattata di merda, ma abbi pazienza con lui.-





Così rientro nel locale per cercare Blaze e quando finalmente lo trovo, ci scambiamo un abbraccio frettoloso.

-June ma che ti è successo?- chiede quasi preoccupato.

A quella domanda mi esamino nuovamente la mano, e noto con piacere che è pulita.
Allora mi si legge in faccia che ho passato una serataccia?

- Che intendi Blaze?-

Lui però guarda nella mia stessa direzione, dove Jackson, James e Will stanno parlando tra loro, vicino ad un tavolo da biliardo.

- Ah... serata strana.- ammetto con un filo di voce.

- Beh immagino una delle tante.- sorride lui.

- Già.-

Da quando sono qui me ne succede una dopo l'altra. Mi chiedo cosa dovrà accadere ancora!

-Tu come stai?-

Lui si stringe nel golfino scuro, massaggiandosi nervosamente il collo.

-Bene. Ero con Brian, ma poi è arrivata Ari e lui così ha preferito tornare a casa prima. Quando due dei tuoi migliori amici si lasciano, è proprio una merda...- lo sento dire.

-Immagino...- sussurro ignara delle dinamiche che mi sta raccontando.

Blaze poi mi scruta con i suoi occhi grigi.

-Non ti voglio ammorbare con i loro drammi. Spero solo che le cose tornino al più presto come prima. Tu come te la passi?-

Prossima domanda?

-Potrei passarmela meglio, ma non mi lamento. Senti, ho saputo che è tornato tuo padre a scuola.-

Blaze si volta istintivamente verso Jackson. James non c'è più, il biondo è rimasto con Will.

- Già... come dire...-

-Non c'è bisogno che spieghi. Lo so che non sono affari miei.- mi precipito a precisare.

-Tanto è di dominio pubblico.- dice lui scaturendo la mia curiosità.

-Cosa?-

-Che sono stati loro ad aggredire e minacciare mio padre.-

Un piccolo attimo di gelo si fa strada tra noi, lasciando solo che il vociferare e la musica di sottofondo riempiano il silenzio.

-Mi dispiace Blaze.-

-Ti dispiace eppure ci stai lo stesso con Will.-

Le sue parole sono forse un po' troppo dure, ma ha ragione.
Non so che dire, fortuna che ci pensa lui a proseguire.

-E non ti sto giudicando June. Sono l'ultimo che dovrebbe parlare.- ammette abbassando lo sguardo sul suo bicchiere ancora pieno.

-Parli di Jackson?-

Annuisce.

"Ti piace davvero così tanto?"

-Senti June... mi ha detto Amelia che avete discusso...-

Cambia improvvisamente discorso e io mi adeguo al suo volere.

-Già. Non ci parliamo più.-

-Ti dico solo una cosa, con James fa attenzione. Lo so che non dovrei impicciarmi, solo non vorrei che ti facessi del male.-

Qua ho già capito che mi farò male. Molto male. "E forse non sarà solo colpa di James" mi dico guardando Will discutere con i suoi amici.

-Che vuoi dire Blaze?-

- Ti ho visto a casa di Cooper, stavate andando in camera da letto insieme.-

-O mio Dio! Ma no! Non...-

Blaze è davvero saltato alle conclusioni affrettate?

- Dovevo solo andare in camera a cambiarmi e farmi accompagnare a casa.-

Poi però mi sorge un dubbio più che legittimo.
-L'hai raccontato ad Amelia?-

-Sì ma solo perché ero preoccupato. Scusa.- bisbiglia guardando a terra.

Ecco perché di quelle frecciatine da parte di lei in corridoio, ora capisco.

-Non è affatto come credi.- mi sforzo a chiarire.

-Ti credo, però fa comunque attenzione. James non è una passeggiata, ha un sacco di problemi.-

-Blaze, grazie dell'interesse. Mi fido delle tue parole e non ci tengo a scoprirlo... ma...-

-Cosa?- domanda lui accigliandosi.

Se mai dovessi scoprirlo?
Dovrei sbatterci la testa da sola, non stare ad ascoltare cosa mi dice la gente che mi circonda.

-Pensi lo dica per gelosia?- chiede poi rubandomi ai miei pensieri.

-No, perché dovresti essere geloso di loro?-

Si volta verso Jackson, sta ancora parlando con Will ed è arrivato anche Marvin. Forse è finalmente sono riusciti a calmarlo.

-Perché hanno tutto.- afferma Blaze con un sospiro leggero.

- Intendi...-

-Sono belli, ricchi, atletici... prova a guardare i loro voti a scuola. In certe materie sono persino meglio dei miei.-

-Nonostante la droga le feste e tutte le attività poco lecite?- mi sorprendo anch'io della domanda.

- Si chiama fortuna e non tutti ce l'hanno, June. Ci nasci o non ci nasci.

-Già.- annuisco convinta.

Considerando quanta mangia James non so come faccia a non aver un filo di grasso. Quella è fortuna...

-Comunque al massimo la nostra sarebbe sana invidia.- concludo osservandoli da lontano.

Li ho visti tramite gli occhi di Brian questa mattina, tramite quelli di Taylor, di Tiffany, persino attraverso gli occhi di Bonnie e Blaze.
Ma io come li vedo realmente?

Apri gli occhi June. Prova a guardare oltre.

E così faccio.
Vedo Marvin arrivare vicino agli altri.
È più basso rispetto ai suoi amici, un tatuaggio tribale gli si avvita su per il collo, fino alla nuca rasata. Ha gli occhi di un verde acqua anonimo e sicuramente il suo aspetto fisico sfigura vicino agli altri, ma solo perché loro sono delle specie di divinità.

Di William la prima cosa che noto sono gli occhi grandi e azzurri come due pozze limpide, poi ha uno di quei sorrisi che ti fa sciogliere.
Mi fa sentire la gambe morbide e la bocca mi si curva in un sorriso quando lo guardo.

Jackson è scandalosamente bello, alto e biondo, un ammasso di muscoli definiti, ma forse un po' troppo acido.

James? Non è lì con loro.

James è quello che odio di più, ma nonostante ciò ha sicuramente dei lati positivi: è altruista e probabilmente è convinto che la vita delle persone a cui vuole bene, valga molto di più della sua. E si sbaglia di grosso.

È abituato ad incassare colpi, come la battuta di Austin, poco fa. È stata devastante e avrebbe scosso a vita chiunque, ma non lui. È sicuramente forte.

E se non ho capito male.... essere il fratello, da parte della stessa madre, degli Austin, dev'essere tutt'altro che piacevole.
Ripensandoci quella donna della foto aveva i capelli dello stesso colore di quei due...
È la seconda volta in un giorno che ripenso alla foto.

E se fosse la chiave di tutto?

Se Jasper avesse provato a farmi vedere più di quello che sono riuscita a scorgere con i miei stessi occhi, costantemente appannati dai pregiudizi?

Blaze ad un certo punto mi fa un cenno verso James, lo vedo entrare in una specie di privè.
Ammetto che quando ce l'ho davanti non riesco più a pensare ai suoi difetti o alle sue qualità caratteriali.

Cosa vedo a parte il fisico atletico, la mascella lineare e il naso perfetto?
I suoi occhi blu sono profondi come l'oceano ma sembra non esserci fine lì dentro. Si ha quasi la paura di venire inghiottiti da un momento all'altro.

- Cos'ha James di così speciale?- domando a Blaze che lo segue con lo sguardo, quando in realtà lo sto chiedendo a me stessa.

Tutte le ragazze pendono dalle sue labbra, persino quelle a cui i ragazzi non piacciono... ci sarà un motivo.

-James è irraggiungibile.- 

La sua affermazione mi disorienta, mentre con gli occhi seguo la sagoma di James che sparisce dietro ad una tenda scura, fino a perderlo di vista.

-Si è fatto tutta la scuola, ma che irraggiungibile!- scoppio a ridere.

-Non in quel senso.-

-In che senso?-

-Mi dà quella sensazione. Prova a chiedere alle ragazze con cui è stato, c'è qualcosa di lui che non riesci a prendere. Non ci arrivi.-

Ho parlato con quelle che pensavo fossero le "sue ragazze", ma alla fine colui che sembra conoscerlo meglio è proprio Blaze. Mi chiedo come mai...

-Sì ma è comunque uno stronzo.- taglio corto. - Giusto?-

-June tu sei la ragazza di Will, perciò non saprai mai quanto James sia realmente stronzo. Non lo conosci. Non sai di cos'è capace di fare per difendere quello a cui tiene.-

Blaze sta parlando di ciò che ha fatto a suo padre?

-Arriva Jackson, è meglio se ... -

È meglio se tagliamo corto.

Lascio a Blaze e Jackson l'intimità per parlare e mi sposto poco distante, poi mi allungo verso il privé. Tiro la tendina quanto basta per sbirciarvi dentro.

"Ma ma guarda questi scostumati, non possono andare a casa loro a fare certe cose?" direbbe mia madre.

È James, seduto su un divano a parlare con una ragazza in piedi di fronte a lui, mentre un'altra gli sta in braccio baciandogli il collo.

Figuriamoci! È anche inaffidabile allora, aveva detto che avrebbe portato a casa Will e invece è...

O mio Dio

I miei occhi sono stati fulminei nel registrare le sue mosse.
Le sue mani si avvinghiano al sedere della ragazza che gli sta a cavalcioni, mentre lei gli accarezza il petto.
Abbandona la bocca della tizia e si gira dalla parte opposta per baciare qualcun altro.
E per poco non mi casca la mandibola.
Lo sta baciando.

James sta baciando un ragazzo.



hahah pensavo fosse ovvio
sin dall'inizio il bi-panic che aleggiava in questa storia!!

🌼quante di voi se lo aspettavano?!

🌼 ovviamente questo piccolissimo dettaglio cambierà un po' gli equilibri tra i personaggi, e nei prossimi capitoli succederanno tante cose

🌼 il racconto di James riguardante la famosa festa di Tiffany è ovviamente parziale, (manca la parte più importante) ma si deduce che lui e Amelia avessero una sorta di rapporto affettivo che però si è disgregato (spoiler: non solo per colpa di Ari, ma per ciò che accadrà sempre a quella festa)

🌼 ragazze spero che la storia vi piaccia e che stiate bene, scusate l'attesa...ma l'ultimo capitolo di Badlands come ben sapete mi ha preso tutta la settimana (chissà come mai 🤔)

🌼 se riesco aggiorno mercoledì/ giovedì prossimo

a presto e fate le brave ❤️

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