23. Where is my mind?
🦋🐳🦋🐳
JUNE POV
Stupida
Lo scrivo sulle note del cellulare, come ad immortalare la figuraccia di ieri pomeriggio: sono praticamente svenuta sul divano di James per aver fatto due tiri.
Conoscendolo avrà pensato che sono proprio ridicola, non l'ha detto però, strano. Probabilmente farà come al suo solito, aspetterà di essere a scuola e prendermi in giro davanti a tutti i suoi amici.
Le lezioni da imparare sono due:
1. Non fumerai mai più
Lo segno sul telefono. Voglio fare questa promessa a me stessa perché a quanto pare, quando sono sotto l'effetto di qualche sostanza, faccio come insensate, come dare un bacio sulla guancia a James.
2. Non addormentarti mai più a casa del tuo nemico.
Perché poi al tuo risveglio possono accadere cose assurde, come lui che finisce i compiti al posto tuo.
3. Sii meno impulsiva.
Non avrei dovuto chiudere il telefono in faccia a William in quel modo, ma le sue parole mi hanno fatta vacillare.
La colpa non è sua, è solo mia. Mi sono illusa con le mie stesse mani.
"Ho troppe cose per la testa June, forse è meglio se ci andiamo con più calma"
Ha esordito così.
"Con calma in che senso?" ho chiesto io. Anche se avrei voluto dirgli "con più calma di così, facciamo prima a non vederci più."
"Dai hai capito, sono frasi che si dicono"
E io mi sono indispettita dinnanzi al suo menefreghismo.
"E quindi, Will? Che risposte si danno alle frasi che si dicono? Fammi capire."
"Dimmi che ti va bene così, che la prendiamo come viene"
"Non ti capisco."
"June sei pesante però quando fai così."
Ho chiuso il telefono, nient'altro.
Perché io ho tentato di essere comprensiva con lui in più occasioni, mi sono persino scusata quando, in modo troppo istintivo, gli ho chiesto di scegliere se passare del tempo con me o con il suo migliore amico.
Eppure cos'ho ottenuto in cambio? Una perdita di tempo.
Ho odiato il fatto di essere da James nel momento in cui ho ricevuto la chiamata di Will.
Avrei voluto essere a casa mia, per avere tutte le mie reazioni sotto controllo. Per metabolizzare quella piccola delusione che mi ha provocato.
A modo mio
Ma ero lì, esposta, e non volevo che James mi vedesse vulnerabile.
Così ho fatto l'impulsiva e gli ho chiesto di fumare, perlomeno non acceso la piastra per capelli una volta tornata a casa.
Certo, mai mi sarei aspettata di finire a dormire sul suo divano mentre lui si occupava del compito...un piccolo gesto, ma per uno come James di sicuro non è da poco. Non capisco perché non mi abbia cacciata via in malo modo.
June è sempre il solito stronzo arrogante, non farti strane idee
Apro la cartellina e comincio a leggere la sua parte della relazione.
Mi sorprendo a sorridere schiacciando le nocche sulla guancia, quasi a volerlo mascherare a me stessa. Ma perché mi faccio prendere dall'entusiasmo se uno mette due idee brillanti su un foglio? Che problemi ho?
Guardo fuori dalla finestra. Sarebbe una normalissima domenica pomeriggio, se non fosse che nella stanza a fianco alla mia sembra stia avvenendo la seconda guerra dei maghi.
I rumori si fanno più insistenti fino a catturare la mia attenzione.
Arrivo in bagno dove ci trovo mia madre che sbatte i pennelli sul lavandino come una forsennata.
-Cambiato lavoro? Sei passata dalla pittura alle percussioni?
La guardo restare a testa in giù, mentre le mani si aggrappano al lavello come a non voler scivolare. E cosa più incredibile, non mi sta nè rimproverando nè ascoltando.
-Mamma?!-
Il mio sguardo preoccupato scorre sulla sua figura esile, accartocciata in una morsa di nervoso.
-Ma stai bene?-
-Scusa.- mormora senza voltarsi a guardarmi. Lo vedo nello specchio però, che il suo viso scarno è rigato da una lacrima. Ad un tratto mi sembra di essere tornata a cinque anni fa, dove non c'era spazio sul suo viso a nient'altro che non fosse dolore puro.
-Che succede?-
Mi avvicino cauta, posandole una mano sulla schiena.
-C'è qualcosa che non va?-
-No.-
Con il palmo della mano tampona via le lacrime, poi si gira a forzare un sorriso.
-Mi fai preoccupare però.- dico indicando le chiazze di colore che macchiano le piastrelle del bagno.
-Non devi tesoro. Ho solo avuto un momento...-
-È per i problemi economici di cui mi hai accennato?-
-No.-
La guardo far scorrere l'acqua dal rubinetto per finire di sciacquare i pennelli, lo fa con rabbia, come fosse il suo anti-stress, come se conoscesse un unico modo per affrontare delusione e tristezza, con la pittura e tutto ciò che ne gira intorno.
-I problemi economici non mancano e forse la tua scuola ci sta tagliando un po' troppo i viveri, ma... Non è questo. Sono cose mie personali. Non ho ancora fatto pranzo, che ne dici di apparecchiare che mangiamo qualcosa?-
No, c'è qualcosa sotto
-Mamma...normalmente lascerei stare, ma dato che nella tua vita personale c'è una parte che riguarda anche me..-
-Di che parli?-
-Che sta succedendo? C'entra Jordan?-
Si nasconde dietro ai ciuffi biondi, lasciandomi intendere che è proprio quello il fulcro del problema.
-Come ti ho detto, è un rapporto di lavoro e rimarrà tale.-
-Perché non sembri felice nel dirmelo?-
-Perché mi ha portata a cena fuori l'altro ieri.-
Ecco dov'era lui, la sera che stavo con Jasper
-Non hai appena detto che era un rapporto di lavoro?-
-Si lo è ma..-
Davanti al suo sguardo incerto non riesco più a trattenermi.
-Sputa il rospo mamma. Per favore.- la rimbocco con poca pazienza.
Lei mi osserva attraverso lo specchio, come non avesse il coraggio di voltarsi e dirmelo faccia a faccia.
-Ci siamo baciati.-
Lo sapevo. Maledizione lo sapevo, perché ci rimango così male?
-Sei una bugiarda. Te ne rendi almeno conto?-
-June me ne sono pentita tantissimo.-
Si curva verso il bordo della vasca, vi si siede sopra e con un sospiro sussurrato, prova a farmi riavvicinare.
-June..-
Non riesco ad avercela con lei, è così debole che probabilmente meriterebbe solo un abbraccio, ma io resto rigida a braccia conserte.
-Te ne sei pentita perché bacia male...?-
Lei si scioglie in una risata breve, segnandosi di qualche ruga qua e là, mentre io sorrido per averle causato quel piccolo attimo di respiro.
-Non è per questo. È perché dovrei pensare al lavoro, dovrei pensare a fare la madre e non uscire e a divertirmi come una ragazzina.-
Chiudo gli occhi, concentrandomi a scacciare tutto l'egoismo che racchiudo dentro di me.
-Mamma, però se passi la vita solo a lavorare e fare la madre, non stai più vivendo. Stai sopravvivendo. E questo non è giusto, non te lo meriti. Quello che ti chiedo è solo... non con lui.-
Così mi siedo a fianco a lei, sembra si stia forzando di ributtare dentro il pianto.
-Ma lui ti piace, vero?-
Annuisce.
-Non voglio che ti senti in colpa per causa mia. Il punto non è che esci con un uomo, ma il fatto che sia lui. Non mi piace mamma. Se suo figlio è così, non credo che lui possa essere una persona tanto migliore.-
-Come va con Jasper?-
La sua domanda mi confonde.
-Bene, mi fa piacere dargli ripetizioni..è testardo ma bravissimo.-
-Mi fa piacere, sapevo che saresti riuscita a prenderlo dal verso giusto.-
-Ieri però non l'ho visto perché era dal terapista. Credo ci vada due volte a settimana.-
-Hai incontrato Jordan?-
-No, c'era solo James a casa...- bofonchio grattando nervosamente il dito nello strappo dei jeans.
-Ah. E sei stata via due ore però.-
Il suo sguardo indagatore si sovrappone al mio, so già che sta per arrivarmi il terzo grado. Devo prevenire la botta prima che arrivi, anche perché i suoi occhi mi puntano sempre più sospettosi.
-June.. Quel ragazzo ha davvero troppi, ma troppi problemi.-
-Mamma sì lo so, senti promettimi solo che non "bacerai" più Jordan.- dico imitando il gesto delle virgolette con le mani.
Avanti, non credo mica a Babbo Natale
-Di sicuro June, se c'è una cosa che accadrà, è che tu non "bacerai" suo figlio.-
Imita le mie virgolette anche lei, poi torna a sciacquare i pennelli lasciandomi ancora più confusa di prima.
June devo parlarti
Il primo messaggio di William mi lascia indifferente. Anzi, se devo dirla tutta, mi viene anche una discreta fame.
Dopo la discussione con mia madre vado in cucina a farmi latte e biscotti, sono le cinque di pomeriggio.
Quale miglior momento se non questo?
Ho passato il venerdì sera in quel postaccio pieno di gente malfamata, ieri sono stata da James e sappiamo tutti cos'ho fatto, mentre oggi la mia vita è tornata di nuovo piatta.
Compiti, Netflix e cibo.
Forse è meglio così.
Poi però il mio cellulare, l'unico mezzo di connessione con il resto del mondo, comincia a vibrare. Non guardo. Perché se guardassi potrei cadere nella tentazione di rispondere, perciò aspetto finisca di suonare.
Una chiamata da William.
Ignoro.
Cos'altro dovrei fare?
Non ha di meglio da fare che chiamare me?
June non avrei dovuto dirti quelle cose ieri. Ho provato in tutti i modi ad allontanarti, quando in realtà voglio solo parlarti. Per davvero questa volta
Vorrei fingere che non mi importi, che inzuppare il biscotto con le scaglie di cioccolato nel latte sia la cosa più importante da fare in questo momento, ma... è più forte di me.
Sono troppo distratta dalla parole di William, perciò scivolo dritta nella tana del mio vizio più morboso, la curiosità.
E tradotto in parole povere significa solo una cosa: finisco sul suo profilo Instagram.
Non voglio abbia il mio visualizzato alle stories, ma la curiosità è tanta.
C'è una foto che ha pubblicato due ore fa.
I miei occhi mi cascano rovinosamente dalla faccia per finire sullo schermo.
Ma come gli viene in mente di postare una foto così illegale?
È un selfie allo specchio, Will e James sono a petto nudo, litigandosi la mia attenzione che scorre da destra a sinistra senza sapere su chi dei due fermarsi.
La caption sull'allenarsi e lavorare duro per ottenere risultati, non l'ho neanche letta.
Compongo velocemente.
Non credo che ci sia niente da dire Will.
E la sua risposta arriva altrettanto rapida.
Se ce l'hai con me lo capisco, ma se vuoi provare a conoscermi.. anche solo un minimo, passa da me stasera
Certo, come no
Prima mia madre, ora Will.
Infilo la felpa e afferro lo zaino di scuola dove ci butto dentro il telefono e una giacca.
Ho bisogno di infilzare gli auricolari e fare un giro in bici per schiarirmi le idee.
E così faccio. Metto le scarpe ed esco a godermi un po' d'aria fresca.
Ho la testa confusa di pensieri in contrasto: Will mi piace ma il suo comportamento non fa che allontanarmi; James non mi piace, ma il suo comportamento invece che allontanarmi, mi attira.
Non dovrebbe, dato che parliamo di uno che mi prende in giro davanti ai suoi amici.. anzi, probabilmente lo fa anche quando restiamo da soli io e lui. Ripensandoci, lo ha fatto in macchina di Jackson e lo stesso ha fatto ieri a casa sua. Di sicuro non può piacergli una come me, quindi quando si comporta in quel modo strano è solo perché lui è abituato a fare così con tutte e tutti.
Non riesco a capire se sono troppo ingenua o troppo diffidente.
Certo cascarci è facile, non ho mai ricevuto le attenzioni di un ragazzo così. A dirla tutta, un ragazzo così non mi ha neanche mai rivolto la parola.
Se ripenso alle mie vecchie scuole, il ragazzo più bello e popolare è sempre rimasto un miraggio da guardare da lontano.
D'altra parte però, sento di avere una piccola connessione con Will che non vorrei buttare all'aria solo perché il suo migliore amico è così.. uff.
Se solo Will fosse meno altalenante.
Incastro gli auricolari nelle orecchie.
Forse Olivia Rodrigo è una scelta un po' prematura, dato che io e Will ci non siamo neanche mai considerati una vera coppia. Ma la delusione di una presa in giro non è direttamente proporzionale a quanto tempo si sta con una persona, ci sono rimasta male. Tanto male.
Magari domani mi passa, ma per ora sono troppo scottata.
Sento un'altra vibrazione provenire dallo zaino che ho in spalle.
Continuo a pedalare incurante del fatto che io stia morendo dalla voglia di sapere cos'ha da dirmi Will.
E se volesse raccontarmi qualcosa di importante? Se avesse bisogno di un'amica e io gli stessi voltando le spalle come una stronza egoista?
Che sia maledetta io e la mia curiosità
Compio un giro nel quartiere, finché non decido di tornare indietro per giungere dinnanzi a casa di William.
Quando suono il campanello, la porta si apre e io per poco non mi sento male.
-Che cazzo ci fai qui?-
Eccolo. Ci mancava.
-Mi ha chiamata Will, che diavolo ci fai tu qui, Hunter?-
Deglutisco.
Il sole del tardo pomeriggio rimbalza dal suo torace marmoreo e al viso corrucciato, mentre si discosta i capelli dalla fronte.
Mi sembra di rivivere la foto che ho visto poco fa. Ma un conto è vederlo sullo schermo, un conto è avercelo davanti in carne ed ossa.
Meno male che però ci pensa James a mettere fine ai miei pensieri un po' troppo audaci, sbattendomi la porta in faccia.
Suono nuovamente il campanello, lui apre ridendo questa volta.
-Ma sei idiota?! Mi sbatti la porta in faccia in questo modo?-
- Conosci altri modi per mandare via le rompicazzo come te?-
I miei occhi strisciano sulla sua guancia accaldata come a voler prendere la mira per tirargli lo schiaffo che si merita.
La sua pelle liscia però, mi rievoca il nostro contatto, avevo le labbra così roventi dopo quel bacio che per un attimo ho pensato gli fosse rimasto il segno, un marchio a fuoco sulla pelle.
-Il messaggio non è chiaro? Tornatene a casa e non rompere i coglioni.-
Ingoio un insulto a fatica, poi mi ripropongo con un tono più calmo.
-Mi ha chiamata Will.-
Ma la mia insistenza non fa indietreggiare James, che invece si appoggia con il braccio allo stipite della porta, impedendomi il passaggio.
-Perché spari cazzate? Cosa ci fai qui?-
-Puoi toglierti? E vestirti? Grazie.-
Lo guardo di sottecchi senza mai abbassare lo sguardo.
Ma tanto non c'è bisogno di fargli una radiografia, per notare il cumulo di addominali in rilievo che serpeggia fino al bordo dei suoi pantaloncini.
-Resto a petto nudo quanto cazzo voglio, ma guarda questa.-
Dio che fastidio
E dicono che da vicino si vedono meglio i difetti delle persone, ma nel caso di James sembra essere proprio l'opposto. Ha un corpo perfetto, vorrei avercelo io.. mi sento così goffa vicino a lui.
Il pensiero mi fa trasalire, tanto da impedirmi di continuare a sostenere il suo sguardo. Allaccio gli occhi alle clavicole sporgenti che si immergono nelle spalle massicce, i suoi muscoli sembrano non liberarsi mai di una tensione che resta continua.
-Che cazzo vuoi?-
Abbassa il mento nella mia direzione, obbligandomi a rispondere con un'occhiata secca.
-Da te niente! Spostati per favore.-
Lui ovviamente non si scolla di un centimetro e mi fissa con un ghigno ricurvo, senza mai levarsi quell'aria da arrogante.
Stampo entrambi i palmi contro il suo petto sudato per propinargli uno spintone, ma è del tutto inutile.
oddio è bollente.
-Che schifo!- esclamo il mio disappunto quando sento le mani scivolare sulla sua pelle.
-Sì certo, che schifo. Perché mentre che ci sei, non mi dai un altro bacino?- sussurra ridendo nel mio orecchio, facendomi rabbrividire.
-Perché sei un coglione.- provo a divincolarmi.
-Bambina del cazzo.-
-June? Sei venuta per davvero?-
William appare oltre alle spalle di James come una visione celestiale, sembra però preoccupato nel vedermi.
E io mi sono appena agitata.
Mi ha messo l'agitazione quel deficiente, lo odio.
-James. Lasciala entrare.- gli ordina Will, vedendomi spalle alla porta.
-Ma cosa stavate facendo?-
Sono entrambi mezzi nudi e sudati, la mia domanda sorge spontanea.
-Ci stavamo allenando nel seminterrato.- spiega lui, mentre James sparisce in cucina.
Osservo Will compiere due passi nella mia direzione, trascina una mano tra i capelli chiari, poi si tampona la fronte con un asciugamano restando a distanza di sicurezza.
-Vado solo a farmi una doccia e torno subito, okay?-
Annuisco poco convinta, poi mi accuccio sull'ultimo gradino della scalinata che porta al secondo piano.
-Sappi che l'ho fatto perché avevo il cervello annebbiato.-
Mi sento in dovere di giustificarmi, quando James mi si para davanti con una mano nella tasca dei pantaloni e un succo di frutta nell'altra.
-Jasper ti cercava oggi pomeriggio.-
-Non sono riuscita a venire.- borbotto abbassando lo sguardo.
La visione delle sue labbra carnose premute sulla cannuccia mi disturba.
-Non dovresti essere a casa con tuo fratello?-
James mi guarda con strafottenza indicandomi il succo.
-Vuoi?-
-No.-
E vestiti Dio mio
-Vivi qui adesso, James?-
-Vengo qui qualche volta.- ammette abbandonandosi con una spalla contro il muro.
Poi però mi ricordo di quello che mi ha detto mia madre. Jordan le ha confessato che James non dorme quasi mai a casa, che viene a stare sempre qui da Will.
-Perché dormi qui?-
I suoi occhi blu mi puntano aspri, oltre quelle ciocche arruffate.
-Non sono cazzi tuoi, ma tanto è inutile ricordatelo perché è più forte di te, devi sempre fare la fottuta detective del cazzo.-
Mi imbroncio istintivamente.
-Perché non si può mai parlare civilmente con te?-
Inclina il viso come se volesse studiarmi da un'altra angolatura. Come a tentare di capire se quello che gli sto chiedendo, alla fine mi interessa per davvero.
-Ci sono dei periodi in cui vengo qui un po' più spesso del solito, punto.- conclude con voce profonda.
-Perché? Tuo padre mi sembra un tipo a posto...-
I suoi occhi hanno assunto un colore scuro e io mi faccio inevitabilmente più piccola, quando James viene a sedersi accanto a me.
-Senti, se c'è qualcosa di lui che devo sapere è meglio che me lo dici subito, dato che lavora con mia madre e che si frequentano. Dico sul serio.-
Lo sento esalare un respiro leggero prima di cominciare a parlare.
-Non c'è un cazzo che non va in mio padre. Lo faccio perché quella di venire a rifugiarmi qui è un'abitudine che ho da quando ero piccolo. E poi ci sono periodi in cui i suoi genitori non ci sono mai. Will è sempre da solo.-
E senza volerlo, James ha appena sbloccato una mia nuova curiosità.
Perché da piccolo doveva venire a rifugiarsi qui?
-Anche i miei sono separati.- mi stringo nelle spalle, intrappolando le mani tra le ginocchia come a fermare l'agitazione.
-Sì, ma i tuoi genitori magari si sono lasciati perché non ce l'hanno fatta a superare un brutto ostacolo.-
L'affermazione di James ha il potere di rituffarmi nel passato.
-E i tuoi?- domando timidamente, limitando le parole.
-Se i miei si sono separati è perché mia madre non ci ha pensato due volte a tradirlo con un altro.-
-È successo tanto tempo fa?-
Tende la mandibola e di rimando anche le sue labbra carnose si irrigidiscono.
-Andavo alle elementari. Mio padre lavorava sempre e non c'era mai, lei si scopava qualsiasi cazzo che le passava davanti, fine della favola dell'orrore.-
Ho un sussulto nell'udire quello scandire così crudo.
James serra la mascella e quando la mia gamba sfiora accidentalmente la sua, la allontana con uno scatto istintivo come si fosse appena scottato con dell'acqua bollente.
Poi si alza e va in cucina per tornare con una confezione di tabacco tra le mani.
-Che fai?- chiedo, notando come si sia seduto più distante da me questa volta.
Che domande intelligenti
-Ho eliminato troppe tossine con l'allenamento.- dice manovrando una cartina trasparente tra le dita.
-Ma se tuo padre ha preso la custodia di Jasper da poco meno di un anno...quindi non vi ha cresciuti lui, giusto?-
I suoi occhi profondi sfrecciano velocemente nei miei.
-No.- risponde secco.
Ammetto che all'inizio mi interessava solo capire che tipo fosse Jordan, ma ora che ho eliminato la variante "Jordan è una cattiva persona?", beh.. vorrei sapere qualcosa in più.
Che quella di James fosse una maschera, l'avevo inteso già da tempo, ma cosa si nasconde lì dietro?
-Jasper mi ha detto ..-
Mi pizzico la lingua tra i denti, mentre lui ha abbassato il capo. Lo vedo mordersi il labbro superiore con un gesto nervoso, sembra abbia paura e io non riesco a non dirlo.
Non ne avrò il diritto e non sarà il momento giusto, ma ormai le mie parole sono evaporate nell'aria.
-James, se hai bisogno di parlare..-
Corruga la fronte con aria spaesata, poi il suo sguardo abbandona le sue mani per congiungersi con il mio.
Uno...
Due...
Tre...
Quattro...
Dei passi provenienti dal piano di sopra si accavallano al silenzio appena creato.
-June??-
Quattro secondi ed entrambi rifuggiamo quel contatto visivo per farlo precipitare al suolo.
William.
Mi volto di scatto e lo vedo affacciarsi da lassù, appoggiato al corrimano delle scale. Si è cambiato e mi fa cenno di salire.
-Di cosa parlavate?-
-Niente. Cazzate.- minimizzo alzandomi in piedi.
James non solleva il capo ma continua a sbriciolarsi del tabacco nel palmo della mano.
Dovevo dirlo? Non dovevo dirlo?
Perché mi sto infilando nella situazione in cui ho dei segreti con il migliore amico del ragazzo che mi piace?
Lancio un'ultima occhiata a James e alle sue dita nervose che manovrano in maniera esperta la cartina.
Sei qui per Will. Realtà chiama June. Sveglia!
Sto ancora salendo le scale quando William inizia a parlare, così, senza alcun preavviso.
-È quasi un mese che ti conosco ed è inutile che ci giro in torno per evitare che tu lo venga a sapere. Prima o poi lo scoprirai. Ha ragione James.-
Ma di che parla?
-In che senso?-
-Cioè..Mi ha detto lui di dirtelo, di essere sincero con te.-
Guardo James che dal fondo degli scalini tira fuori la lingua e si mette due dita in gola fingendo di avere conati di vomito a guardarci.
Scrollo la testa e salgo al piano di sopra, dove Will mi fa strada verso camera sua. Camera sua...già, come dimenticarla. Un posto così assurdo. Inquietante oserei dire.
Così ci sediamo entrambi sul bordo del letto e lui prende ad indicare prima a destra poi a sinistra.
Mi lascio rapire per qualche istante dal suo ciuffo biondo ben ordinato e dai suoi vestiti puliti che nascondono il fisico longilineo, poi seguo con lo sguardo ciò che mi sta mostrando.
-Le vedi queste due pareti?-
Una bianca e una nera.
Certo, chi se le scorda.
-Sì le vedo.-
-Bene, fa finta che questa sia la mia vita June.-
-Non capisco.- sussurro con voce rarefatta, quasi a non voler interrompere il suo flusso di parole.
-Sono rari i momenti in cui sono così, come mi vedi ora.-
Lo guardo tormentarsi le punte dei capelli tra le dita.
-Così come?-
Will continua a masticare aria, come a provare ad inumidire la bocca ormai troppo secca per parlare.
-Come mi sento ora. In equilibrio.-
Corruccio le sopracciglia in un movimento involontario. Non capisco.
-Ma sento che sto per andare in quell'altra direzione..- indica il nero della parete opposta, lasciandomi in un mare di confusione.
- Spiegati, ti prego Will.-
-Perché dopo il momento buono, c'è sempre quello cattivo.-
Gli prendo la mano rubandola ai suoi gesti nervosi, mi viene istintivo.
Ed inizio ad avere paura, forse perché sto percependo la sua.
Stringo la sua mano nella mia, nel tentativo di rimanere forte, non voglio dargli a vedere la mia preoccupazione.
-Ho un rapporto di odio e amore con i farmaci. A volte sono tentato di smetterla perché non mi aiutano.-
-Farmaci? Ma che dici?-
Sto centellinando la mia curiosità, voglio che si apra senza pressioni.
William si prende il suo tempo, tra attimi di silenzio e sospiri frammentati.
-Ci sono periodi in cui sto male. Molto male. Non voglio vedere nessuno, non riesco neanche a venire a scuola. Mio padre deve organizzare i viaggi di lavoro in base ai miei cambiamenti d'umore.-
Lo guardo.
I suoi occhi sono sempre chiari come l'acqua limpida, ma nonostante ciò, non riesco a mettere Will in una casella ben definita nella mia mente, non riesco a decifrarlo.
Forse non ci sono mai riuscita: appare sempre così innocente e sincero quando mi parla, mentre poi delle volte mi lascia spiazzata con modi di fare o frasi che mi allontanano.
-A cosa pensi June? Ti ho spaventata, vero?-
La sua domanda sembra quasi messa lì apposta per interrompere il suo racconto spezzettato.
- No, assolutamente no. Stavo pensando..-
Devo essere sincera?
Io non so più come comportarmi con lui.
Fosse James gli direi quello che mi passa per la testa, tanto è solo James. Ma non voglio che Will ci rimanga male per via di una mia uscita troppo insensibile.
-Pensavo ad un quadro che ha dipinto mia madre.-
Interpreto il suo sguardo affascinato come un invito a continuare.
-Era un albero perfettamente diviso a metà. Da un lato i colori accesi della primavera: il verde brillante, l'azzurro del cielo, il giallo dei campi di grano...Mentre nell'altra metà, non era altro che un albero in bianco e nero. Penso rappresentasse la dualità dell'esistenza, la vita e la morte. Però non so, magari non c'entra nulla.. ma mi hai fatto venire in mente questa raffigurazione della realtà.-
- Ci penso spesso.- scandisce con lentezza.
- A..?-
- Alla morte.-
Quello che segue è uno scambio di sguardi delicati, tra me e lui. Io resto in silenzio rispettando i suoi tempi, finché non decide di proseguire.
-E forse sì, sono esattamente come quel dipinto di tua madre, ma se interpretato al contrario. La morte non è la zona grigia, bensì quella colorata. Paradossalmente nei periodi più bui soffro così tanto da sentire troppo. E se negli attimi in cui sto male mi sento troppo vivo, nei periodi migliori non faccio che cercare esperienze estreme, come la morte stessa.-
Ora capisco.
Le gare, la droga, la violenza..
Non era solo James a trascinare Will in quei casini, forse era proprio l'opposto.
-Non c'è niente che non va in te, Will. Avere sbalzi d'umore capita a tutti.-
So che il suo problema potrebbe essere un po' più serio di così, ma vorrei solo che si senta capito e non giudicato.
William finalmente sorride, così mi lascio andare ad una considerazione ingenua per alleggerire l'atmosfera.
-Penso a mia madre, a me.. Forse non lo sai ma anch'io sono lunatica. Lo è persino Amelia. Ci sono giorni in cui fa tutta la carina e giorni che quasi non mi parla neanche...-
Ora che ci rifletto, sono davvero giorni che Amelia non mi parla...
-E pensa a Jackson, delle volte è intrattabile! James non ne parliamo proprio, persino lui è così...-
Bipolare.
La curva delle mie labbra si allarga quando resto a bocca aperta.
Ecco cosa avevo detto alla festa di Will, davanti a tutti.
Ed ecco perché tutti mi guardavano male e lui mi aveva cacciata in quel modo brusco.
-Will mi dispiace così tanto per aver detto quella cazzata.-
-No, ti prego non ti scusare. E se provi pena per me...-
-Non provo pena per te. È che delle volte sono stata così insensibile...-
Lui sorride, due piccoli buchetti gli si formano ad entrambi i lati della bocca.
-Tu mi piaci così June, non so mai cosa stai per dire.-
Sorrido di rimando.
-Mentre nel mio caso, non c'è niente di inaspettato. So già cosa capiterà. Se il mio umore migliora, passo due tre mesi a stare bene, ma anche a fare un sacco di cose stupide.-
Lo osservo curvare il capo, quasi a vergognarsi delle sue parole, o forse delle sue azioni passate.
-E paradossalmente .. è proprio in quel momento che non vorresti conoscermi, June.-
Stringo più forte la sua mano.
-Sono sicura che..-
-Divento aggressivo. Faccio cose davvero stupide. Solo per il gusto di farle. Anche cose sbagliate. Molto sbagliate.-
Scrollo il capo per cacciare via quelle parole che disegnano dei pensieri che non riesco ad affibbiare ad un ragazzo buono e sensibile come lui.
-C'è una soluzione però, vero?-
-Sì..la medicina moderna ti dà una soluzione, ma non va oltre al fatto di imbottirsi di farmaci e basta.-
-È per questo che spesso sei stanco ti addormenti senza più rispondere al telefono?-
-Sì. Oggi ho tirato due pugni al sacco con James..e ora mi sento distrutto.-
Accenna un sorriso, che ben presto si spegne in una curva amara.
- E i farmaci devi prenderli sempre?-
-Ho una pillola per quando sono giù, una per quando sono troppo su, una per dormire.. E anche se i farmaci mi evitano troppi sbalzi d'umore, fa schifo essere consapevoli del fatto che ogni funzione del proprio cervello debba dipendere dalla medicina. Come se da solo non fosse in grado di funzionare. È avvilente. Per me, per la mia autostima, per i miei rapporti personali, per.. tutto.-
E io che come una stupida ho creduto di non piacergli. Sono stata così infantile.
-Con te ho sbagliato più di una volta June. Non avrei dovuto sparire, ma avevo il terrore di raccontarti tutto perché... mi piaci e non vorrei perderti per qualcosa di cui non sono colpevole.-
-Perché hai deciso di dirmelo? Di dirlo proprio a me.-
-Perché sei l'unica che è andata oltre alle apparenze. È poi perché James...-
- James cosa?- domando attenta.
- James fino all'altro giorno mi diceva di non dirtelo, perché sosteneva che fossi una bambina che non sa come funziona il mondo.-
- Oh. Scommetto che gli insulti erano un po' più pesanti di così.-
Mi mordo il labbro senza distogliere gli occhi dai suoi.
-Sì il suo suggerimento non era molto romantico. "Non dirle niente finché non l'hai prima..."-
Sposta gli occhi a lato, come a ricercare trovare il sinonimo meno volgare possibile.
-".. portata a letto"-
-Sì certo, immagino abbia detto proprio così, con questa delicatezza.-
Scoppiamo a ridere entrambi.
- Ma poi oggi abbiamo parlato e ha detto che potevo fidarmi di te, che tu a differenza delle altre... non saresti scappata.-
E come l'avrebbe capito?
-Sparisco perché semplicemente dormo. O perché magari non sono dell'umore di vedere nessuno, ma tu non c'entri nulla. Non voglio che pensi che tu non mi piaccia più. Anzi..-
Chissà cosa gli ha fatto cambiare idea. Sarà il mio rapporto con Jasper? Il fatto che mi sono aperta con lui?
-Mi dispiace Will.-
Il mio sentimento di rammarico passa in secondo piano, davanti alla visione dei suoi occhi lucidi.
-Anche a me dispiace, ma perché vorrei essere come tutti gli altri. Come James o Jackson. Arrabbiarmi perché qualcosa o qualcuno mi ha fatto arrabbiare e non sentirmi arrabbiato o triste, solo perché il mio cervello mi dice di farlo.
Senza un motivo valido.
Vorrei divertirmi perché lo voglio per davvero, non voglio sentirmi schiavo di questo bisogno di andare sempre oltre.-
La mia mano scivola sulla sua spalla ed è inevitabile scontrarci in un abbraccio.
Mi stendo sul letto a fianco a Will, dividiamo lo stesso cuscino e lo stesso sguardo.
Le sue palpebre sono pesanti e i suoi occhi decisamente arrossati. Sento un groppone troppo forte da trattenere in gola. Vorrei riuscire a piangere per liberarmene ma non ne sono capace.
Avrei potuto condividere con lui le mie sensazioni, il modo in cui mi sento a volte.. ma non ci riesco ora. Sarebbe come sminuire il suo stato d'animo e non mi va.
-June.-
William chiude gli occhi, così riesco a dirglielo senza vergogna.
-Non mandarmi via.-
-Non voglio mandarti via, voglio chiederti scusa.-
-Non hai fatto niente.-
-Ma lo farò, faccio cose stupide e ferisco le persone.-
-Shh non dire così. Voglio restare con te.-
-Non hai paura June?-
Forse dovrei?
-L'ho apprezzato tantissimo, che tu me l'abbia raccontato. Lasciami restare.-
Mi bacia sulle labbra, io lo guardo senza parlare.
- Allora resta, per favore.-
Non posso fingere che la cosa non mi faccia male, ma ciò che provo io in questo istante,così come tutti quelli che fino ad ora credevo fossero problemi..sembrano svanire. Mi pare tutto così insulso a confronto.
Continuo ad accarezzargli la fronte ed i capelli, finché Will non si addormenta lentamente, ma in modo profondo.
Vorrei essere in grado di piangere per farmi passare questo nodo in gola insopportabile, ma non riesco.
Non ne sono il tipo.
Mi sento così scossa.
Sto per assopirmi anch'io, quando sento bussare alla porta.
-Will io mi sto facendo una ..-
Mi sollevo su di scatto quando sento gli occhi di James fissi su di me.
-..pizza.-
- Shhh!- dico uscendo dal letto.
-Sta dormendo.-
Ci guardiamo per qualche istante.
Non so che dire.
Lui accosta la porta della camera, si tira su il cappuccio della felpa grigia e mi volta le spalle.
-Hai fame?- chiede mentre lo seguo giù per le scale.
Deve essersi fatto la doccia perché la scia di profumo che lascia dietro di sè è divina.
È altrettanto divino, il profumino che mi delizia le narici non appena mettiamo piede in cucina.
-Sì ho fame.- replico quando noto il cartone della pizza surgelata sul bancone vicino al forno acceso.
-Allora vattene a casa.-
-Hai detto che hai fatto la pizza.-
-E allora?-
E allora sei proprio stronzo.
-Tu rimani qui stasera?- domando curiosa, sedendomi a tavola.
Ha i capelli scompigliati e indossa una tuta, sembra perfettamente a suo agio in questo habitat.
-Faccio come fosse casa mia. Qualche fottuto problema?-
Sollevo gli occhi al soffitto, poi divento improvvisamente seria.
-Senti James, io non me ne intendo di queste cose...ma Will ha detto che ci sono periodi in cui non prende più farmaci. Ma forse i farmaci dovrebbe continuare a prenderli sempre. Non credi?-
-Una fetta non di più.- bofonchia lui sfornando la pizza.
-Ma mi stai ascoltando?? Sto parlando seriamente.- sbuffo con vigore, mentre lui comincia a mangiare in piedi.
-Ci tieni davvero a fare questa discussione White?-
- Certo!-
- Con me?-
-Con chi se no? Sei l'unica persona che gli vuole bene che io conosca.-
- E tu come ti classifichi, sentiamo ragazzina.-
-Io ci tengo a lui.-
La mia risposta gli causa un sopracciglio inarcato.
-Devo crederti? Will ti piace?-
Mi viene più vicino e sì, le sue labbra sono sexy anche mentre masticano.
-Tecnicamente non sono affari tuoi. Comunque sì, certo.-
James mi studia con lo sguardo assottigliato per qualche secondo.
-Imbottirlo di psicofarmaci non è la soluzione. Diventa un morto vivente per mesi, tu vorresti vederlo così il tuo migliore amico?-
-No, ma se lo fanno stare meglio..-
-E poi quando gli gira che crede di essere guarito, inizia a pensare di stare meglio... li sospende di colpo e diventa aggressivo.-
-Senti da che pulpito!- esclamo quasi indispettita.
I nostri sguardi si scontrano e la collisione è più dura questa volta.
-Non non hai capito. Sei una testa di cazzo!-
-E tu sei un egoista perché non lo ammetti? Non vuoi che prenda le medicine perché vorresti che rimanga sempre lo stesso. Il tuo compagno di giochi!-
Gli ho appena urlato contro, ma la mia collera dura poco perché James fa un passo indietro.
-Perché ho visto cosa fanno quei farmaci, ti danno più dipendenza della droga.- spiega con voce smorzata, poi mi volta le spalle per raggiungere il frigorifero.
-Parli di tua madre vero?-
La sua mano si aggancia alla maniglia d'acciaio, imprimendo una forza tale da lasciare le sue nocche completamente bianche.
-Non sono cazzi tuoi. La mia vita non ti riguarda.-
Se c'è un piccolo punto debole in quel caos che sembra essere James,io so che è sicuramente suo fratello.
E la cosa mi riguarda.
-A me dispiace per Jasper. Non credi di mancargli, se rimani sempre qui invece che stare a casa con lui?-
-Will non ha nessuno in questi giorni.- si giustifica afferrando una bottiglia dal frigo.
-Ci sono io.-
Mi guarda in cagnesco scolandosi tutta la birra in un colpo solo.
-Io non lo so se mi fido di te, White.-
-Va bene ma se c'è qualcosa che posso fare per Will..-
-Tu inizia tenendo più spesso la bocca chiusa, poi magari comincio a credere alle cazzate che dici.- sputa uscendo nel terrazzo con una sigaretta tra le labbra.
Siamo alle solite, non c'è verso con lui.
Sgranocchio quella fettina di pizza, poi metto in ordine il casino che ha lasciato James in cucina e torno da William che sta continuando a dormire beato.
Nella penombra della stanza, ai piedi del letto noto una grossa tv con davanti un piccolo divanetto, mi ci siedo sopra e controllo il cellulare.
Sono già le nove e mezza, così scrivo a mia madre che sono da Amelia, prima che chiami i servizi segreti nazionali.
Ho mangiato pochissimo rispetto al mio solito, ma ho lo stomaco così chiuso che non mi andrebbe nient'altro in questo momento
-Non eri in punizione perché tua madre è una rompicoglioni peggio di te?-
La voce di James mi fa trasalire, quando torna in camera dopo essere stato fuori a fumare.
-Shhh! Parla piano. Poi cosa ne sai tu? Comunque vorrei rimanere qui con lui.- dico sottovoce indicando William.
James sbuffa.
-È tardi. Va a casa.- mi secca con decisione, sfilandosi la felpa grigia davanti ai miei occhi.
-Voglio restare con lui ti ho detto.-
-Sei un gatto attaccato alle palle. Lo sai?-
-Ma come cazzo ti permetti?-
Lui si riaggiusta la t-shirt che si era sollevata lasciando scoperto l'addome, poi si fa serio.
- Piccolo annuncio. Quel letto è mio.- dice indicandomi.
- Che letto?-
Mi guardo in giro e l'unico letto che vedo è solo quello in cui dorme Will.
- Il divano letto dove tieni poggiato il tuo bel culo, è dove dormirò io.-
-E io scusa?- esclamo indignata.
-Boh dici che il pavimento è comodo?-
-Io dormo qui, tu dormi di sotto.- annuncio a braccia conserte.
-Convinta tu. Io a questo punto prevedo che dormirai in giardino.-
Si abbassa i pantaloni della tuta restando in boxer senza alcun preavviso, obbligandomi a girarmi dall'altra parte della stanza.
-Mi sto solo mettendo comodo per dormire, non fare la finta scandalizzata Biancaneve. E vattene dal mio letto entro tre secondi.- mi minaccia serio.
-Prendimi di peso allora, perché io da qui non mi schiodo.-
Ma invece che innervosirsi come al suo solito, mi rivolge un ghigno divertito.
-Ti prendo sì, ma in un altro modo se non te ne vai.-
-James!-
Sogghigna poi però si fa serio.
-Senti dormi nel divano del salotto o tornatene a casa. Questo è il mio fottuto letto. Non sto scherzando.-
Ora mi sta veramente facendo salire il nervoso.
-Will mi ha chiesto di rimanere e io voglio dormire qui con lui, sopratutto dopo quello che mi ha raccontato. Fa uno sforzo una volta per capire anche le motivazioni altrui!-
Mi alzo in piedi mantenendo lo sguardo più in alto possibile. Per lo meno ha la decenza di tenersi una maglia addosso.
-E io dovrei dormire di sotto dove non c'è neanche Netflix né la PlayStation perché è arrivata la principessa di sto cazzo? Scordatelo.-
James viene contro con uno sguardo tagliente.
-Che cavaliere...- mormoro ad un soffio dal suo viso.
-Ti aspetti cavalleria da quello sbagliato.-
Inizio a sentire una tensione fastidiosa tra di noi, non riesco più a reggerla.
- Vado a chiamare mia madre.- bofonchio fuggendo impacciata.
Esco dalla camera per telefonarle, perché ovviamente il messaggino di circostanza non l'è bastato.
Le ripeto che dormo da Amelia, che è un'emergenza.
Lei ovviamente non ha creduto neanche a mezza parola, ma al momento poco mi importa.
-June lo sai che dovrai avere una spiegazione plausibile domani?-
-Sì mamma sta tranquilla.-
Lancio un'occhiata al piano di sotto.
E ora che faccio?
Posso mica dormire per davvero in quel divano di pelle del salotto?
Morirei di caldo e poi sembra durissimo. Senza contare che non starei vicino a Will,tanto vale andarmene casa.
E poi ho neanche sonno.
Così torno in camera, dove Will sta ancora dormendo come un angelo. Provo ad avvicinarmi con cautela, perché vorrei stendermici di fianco, ma nello stesso tempo ho paura di svegliarlo dato che si è messo in una posizione per cui non c'è il minimo spazio per rannicchiarmi vicino a lui.
Rimango ferma a guardarlo, nella speranza che si muova per farmi spazio, poi mi viene in mente che devo cambiarmi. Sto troppo scomoda a dormire con jeans, felpa e reggiseno, perciò afferro la prima t-shirt che trovo abbandonata sul comodino di William, ma mi accorgo subito che è di James. Riconosco il suo profumo, mi è rimasto sulle mani come veleno.
Devo lavarmele.
E poi possibile che mi scappi la pipì di nuovo?
Perché quando dormo fuori mi scappa sempre ottocento volte!?
Così vado in bagno, la porta è aperta quindi entro.
-Ma che cazzo, non te n'eri andata via?- chiede James con la bocca piena di dentifricio.
-Devo lavarmi le mani. Levati.-
Lui si sposta dal lavello, è tutto concentrato come non mai a rimirarsi a testa alta allo specchio.
Sento il suo fianco premere contro il mio quando si avvicina per sputare nel lavandino mentre io mi sto ancora insaponando le mani.
-Ma sei stronzo!?-
Poi si avventa con la bocca al getto d'acqua e sputa di nuovo.
-Non potevi aspettare?-
-Ma se ti stai pisciando addosso.- ridacchia vicino al mio orecchio facendomi sentire il suo respiro di menta.
-Vattene.-
Resto a guardarmi allo specchio,mentre lui esce dal bagno.
Una mano sul viso, l'altra sulla pancia. Ho le guance rotonde e il mio stomaco non è completamente piatto.
Scruto il mio riflesso scendendo più in basso.
E di sicuro le mie cosce sono troppo grosse.
È da stupidi sentirsi così insicuri per il proprio aspetto fisico vicino ad un ragazzo?
Ma se James fosse una ragazza, sarebbe ancora peggio.. sarebbe straziante stargli vicino, il confronto è impietoso. Che idea superficiale.
Piaci a Will, questa è l'unica cosa importante June
Dopo aver fatto pipì ed essermi lavata i denti senza spazzolino ma con grosse quantità di collutorio e dentifricio, ritorno in camera di Will con la speranza che James mi abbia dato retta e sia andato a dormire sul divano.
Apro l'armadio in cerca di qualcosa da mettermi, possibile non ci sia nulla di leggero? Rovisto qui e là, ma ci sono solo felpe, jeans e canottiere sportive. Noto una grossa cesta dei panni da lavare a lato dell'armadio. È stracolma, sembra essere tutto lì dentro. Forse dovrei aiutare Will con le lavatrici, mi pare un po' indietro.
-Puoi usare la mia, almeno la smetti di fare casino lì dentro.-
Sobbalzo nell'udire la voce di James alle mie spalle.
-Pensavo fossi di sotto a dormire. Che ci fai qui?-
Lui va a sedersi sul divano ai piedi del letto di Will e accende la tv. Vorrei dirgli di abbassare il volume ma la mia visuale viene rapita dalla sua schiena muscolosa che si libera della maglietta con un gesto quasi rude.
-Ma che fai?-
E senza preavviso mi lancia addosso la sua t-shirt.
-Quindi tu le lanci addosso le cose, di solito?-
- Quindi tu non le restituisci più le cose, di solito?-
Ah già, la sua felpa.
-Girati.- gli ordino seria.
James scoppia a ridere.
-Tu sei cretina forte.-
-E tu intanto non ti stai girando o sbaglio?-
-Come se non avessi mai visto un paio di tette.-
Un caso perso. Perché gli do retta?
Filo in bagno a cambiarmi, lascio reggiseno jeans e felpa ripiegati su una mensola mentre mi guardo allo specchio. Da quando ho cominciato a guardarmi allo specchio ogni tre secondi? La maglia di James mi sta grande ma un po' corta sulle gambe.
Mi auguro solo che non faccia battutine stupide.
Torno in camera e lui non mi degna di uno sguardo.
Sospiro. Tanta agitazione per nulla.
James seduto sul divano senza maglietta con il piumone bianco che lo copre dall'addome in giù.
Non gli vedo le mutande ma sicuramente le ha, spero.
-Se non abbassi il volume lo svegli.-
-Non lo svegliano neanche le cannonate. Pensi sia la prima volta che resto con Will?-
Mi siedo accanto a lui per testare la comodità del divano.
Sento gli occhi pesanti. Vorrei solo sdraiarmi e ripensare a cosa mi ha detto Will. Non l'ho ancora metabolizzato, avere James davanti può risultare una distrazione non indifferente.
-Sto scomoda. Come facciamo a dormire in due su un divano?-
Lui sbuffa.
-Alza il culo.-
-Cosa?-
-Quello che ho appena detto.-
Aggancia le mani sotto al divano, poi lo tira in avanti trasformandolo in un letto.
Piccolo, ma pur sempre un letto.
-Così va meglio ragazzina?-
I suoi occhi blu scorrono dalla mia bocca fino a scendere alle mie gambe scoperte, mentre il profumo della sua maglietta mi sta dando alla testa.
No, di sicuro io non ci dormo con lui.
Ormai si è già sdraiato e io sono ancora in piedi. Ho appena perso l'occasione di rivendicare il mio spazio, maledetto James Hunter.
-Lì ci vorrei dormire io.- provo a dire calma, indicando il materasso.
-Dormici allora.- mi incalza lui con un'espressione sfacciata.
-Ma ci sei tu!-
-Allora trova un altro posto. Te l'ho già detto, il divano di sotto è bello scomodo. Proprio adatto a te.-
-Basta, mi hai rotto.-
Strattono il piumone, lo alzo e mi ci infilo sotto, sdraiandomi a fianco a lui.
-White che cazzo fai!?!-
-Shhh non urlare! Cosa c'è adesso?-
-Non pensavo lo facessi sul serio!-
Lo vedo allontanarsi così tanto da me che per poco non casca giù dal letto tirandosi tutto il piumone dietro.
Lo guardo confusa. E sì, fortuna che la luce è fioca perché in viso sono diventata di un colore imbarazzante.
-Ma che ti prende James?-
La sua reazione mi sembra un po' eccessiva.
-Non credo che sia una buona idea dormire insieme.-
Sta scherzando?
-No certo neanche io lo credo, ma..-
-Io vado a dormire giù.- borbotta sottovoce trascinandosi con sé tutto il piumone che striscia sulla mia maglietta tirandomela su fino all'ombelico.
Me l'abbasso di scatto.
L'imbarazzo non è più sostenibile. Perché deve rendere tutto così difficile ora? Lo preferivo quando faceva lo stronzo.
-Mi lasci senza coperta?- domando allibita.
Lui si erge in piedi passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli ancora di più.
-Cioè fammi capire, vuoi il letto, la coperta e poi che cazzo vuoi ancora?-
Mi rannicchio, nascondendo le gambe scoperte con le braccia.
-Non riesco a dormire senza qualcosa che mi copra.-
-Sei la regina delle spaccacoglioni. È ufficiale.- sputa rinfilandosi al letto.
-Giuro che se sento ancora una lamentela uscire dalla tua fottuta bocca ti lancio giù a calci.- conclude spegnendo la tv.
Mi faccio più vicina al bordo del letto, quando percepisco la sua coscia sfiorare il mio fianco.
Sento le mie iridi dilatarsi quando guardo il soffitto, ma il realtà con la coda dell'occhio avverto ogni sua mossa.
Si mette un mano dietro alla testa.
Mi sembra quasi più innocuo ora.
-Che cazzo ti guardi.-
Ruoto sul fianco, girandomi subito dall'altra parte.
-Se provi anche solo a pensarlo James...-
-Cosa?-
-Di toccarmi.-
-Non posso pensarlo? Oh che peccato, era proprio quello che avevo intenzione fare! Farmi filmini mentali sul tuo bel culo.-
-Fai schifo.-
-Sto scherzando ragazzina.-
-Certo, immagino.-
-Dormi e sta zitta per favore. Fai troppe storie.-
-Non sono storie, semplicemente ci tengo a mettere le cose in chiaro, Hunter.-
-Ti rendi conto che fai sempre la bambina?-
-Farò anche la bambina ma infilarmi nel tuo stesso letto era l'ultima cosa che volevo fare questa sera!-
-Sei sessista. Parli così solo perché io ho un cazzo e tu una vagina, lo sai vero?-
Soffio forte, come se potessi liberarmi della tensione che si accumula dentro di me ogni volta che mi parla.
-Se io fossi una ragazza non ti importerebbe.-
Certo, ovvio.
-Non mi fido di te.-
-E sentiamo cosa potrei fare?- ridacchia.
-Smettila. Io ti ho avvisato, tu provaci anche solo lontanamente..-
Anche lui si gira dall'altro lato. Sento il calore della sua schiena enorme contro la mia, anche se non ci stiamo sfiorando.
-Sì sto morendo dalla voglia di toccarti, guarda. Ma stai zitta.-
Un respiro profondo.
Lo schiaffo glielo tiri domani mattina June
E poi finalmente mi addormento.
Mi sveglio di soprassalto perché i raggi del sole che trapelano dalla tapparella mezza sollevata mi colpiscono in pieno viso. I miei occhi spalancati cascano subito sulle mie cosce nude, la maglia mi si è accartocciata fino alla pancia, durante il sonno.
Sono ancora sul fianco, quando ruotando un po' la testa, vedo James dormire a pancia in su. Il mento è rivolto leggermente verso l'alto e le sue labbra restano socchiuse.
La curva perfetta del suo naso mi ipnotizza per qualche istante.
Sta con braccia allargate come a prendersi tutto lo spazio e una mano.. è sul mio fianco.
È sul mio fianco?
Sento il suo marchio caldo sulla pelle.
Respira June
-James leva quella fottuta mano.- sussurro sottovoce per non svegliare William.
Lui però con la stessa mano fa presa dal mio fianco per attirarmi verso di lui, spostandomi con una facilità disarmante. Ha ancora gli occhi chiusi quando lo sento emettere un gemito assonnato e rotolare contro di me. Il suo petto sbatte contro la mia schiena e la presa si fa più stretta, mi circonda completamente la vita immergendo il viso nella mia nuca cosparsa di capelli.
Ora giuro che urlo.
Ma che sta facendo?
-James!-
-Mhm?-
Apre gli occhi confuso e quando si accorge di essere abbracciato a me, si allontana di scatto.
-Oh merda.-
Mi molla all'istante e si gira dall'altro lato sbuffando.
-Avevi detto che non mi avresti toccata.-
-Se avessi voluto toccarti per davvero l'avresti sentito, fidati.- biascica con voce rauca.
Sembra quasi più infastidito di me.
E mi sta guardando male.
Dovrei essere arrabbiata ma è tutto spettinato, sembra un pulcino e a me viene da ridere.
-Ma che ti prende?- domando quando noto la sua faccia corrucciata.
-È solo un riflesso incondizionato ti ho detto. Non l'ho fatto apposta.-
-Abbracci la gente nel sonno?-
-Senti che cazzo ti devo dire? Quando dormo divento affettuoso non lo faccio volontariamente. Non montarti la testa.-
Scoppio a ridere.
-Sì certo, ma che scuse ti inventi.-
-Non è una scusa.. mi capita così. Anche con le stronze come te.-
-Che cazzate.-
-Non rompermi i coglioni di prima mattina.-
È più acido e schivo del solito.
Mi tiro su con gli occhi puntanti al letto di William.
-Ma... Will?- chiedo a James sfiorandogli il braccio come a richiamarlo.
Lui salta giù dal letto e mi rivolge un'occhiata furibonda.
-Non mi toccare cazzo.-
Sgrano gli occhi allibita.
-Come?-
- Hai capito.-
Lo vedo sparire in bagno.
Sono ufficialmente confusa.
Perché si comporta così adesso?
Quando mi alzo per controllare l'ora nel cellulare trovo un messaggio di mia madre. Ma la cosa peggiore è che sono le sette e fra un'ora devo essere a scuola.
-Buongiorno.-
La voce assonnata, seguita dai miei passi nudi sulle piastrelle della cucina, rapiscono l'attenzione di William che sta spalmando con cura la marmellata su una fetta di pane tostato.
- Oh..-
L'espressione che assume nel vedermi arrivare in cucina mi disorienta.
- Che c'è?- chiedo avvicinandomi lentamente.
-Niente.- mormora lui abbassando lo sguardo.
Sta però sorridendo, perciò glielo chiedo nuovamente.
-Che succede Will?-
-Sei bella appena sveglia.-
Pronuncia quelle parole, poi lascia il coltello sul tavolo e mi circonda la vita con entrambe le mani.
Le nostre fronti si sfiorano.
-È mia questa?-
Abbasso gli occhi verso la maglia che indosso.
-Non..non lo so, l'ho trovata in giro.-
Ottimo, bugia numero uno del giorno.
Sbloccata una nuova abilità, bugiarda random. Così, su cose inutili.
-Non pensavo rimanessi per davvero.-
-Mi ha fatto piacere. Volevo vederti questa mattina.-
-Anch'io.-
-Stai bene Will?-
-Sì, tu?
-Sì.-
-Nonostante James?-
Lo guardo e non ho le parole per rispondergli.
-Mi dispiace che ti sei ritrovata a dividere il divano letto con lui.-
-Ehm..sì. Posso chiederti una cosa?
- Spara.- dice addentando una fetta di pane tostato.-
-Perché siete migliori amici?-
Lui me ne porge una fetta, poi comincia a parlare.
-Perché lui mi è stato vicino. Sempre. Anche quando la mia famiglia faceva finta di non vedere. Credo che James mi abbia salvato la vita, se così si può dire. O perlomeno, mi ha salvato e basta.-
-Intendi dire che ti è stato accanto durante i momenti più duri?-
-Non solo. Ti ricordi..-
Un singulto nervoso gli ruba le parole, lo vedo tirare giù una sorsata di spremuta d'arancia prima di ricominciare a raccontare.
-Ti ricordi quando un giorno, parlando della festa in piscina di Poppy, me ne sono uscito con il fatto che non sopporto...-
-Hai detto che odi l'odore del cloro.- gli imbocco le parole.
Me lo ricordo bene. Ho avuto una sensazione strana.
- Già...-
Il suo tono di voce si fa leggermente rotto. Sembra una storia. Una di quelle storie che si raccontano una volta per poi non e raccontarle mai più.
-Ho smesso di fare nuoto da anni ormai.-
Un colpo di tosse ci distrae.
L'occhiataccia ferrea di James a Will è chiara. "Non dirle niente"
-Dormito bene James?-
-Insomma... potevo dormire meglio.-
Mi punta dritta in faccia senza paura.
È di nuovo strafottente come al suo solito.
-Sei di buon umore..- constata Will con sguardo attento.
-Già fatto colazione.- replica lui a testa alta.
È appena entrato in cucina, come può aver già...
No. Non ci credo. Non può iniziare la giornata così.
-È una battuta vero?-
Mi intrometto mentre James sta scuotendo il capo.
-No.-
-Certo.- taglia corto Will sotto agli occhi divertiti di James che esce a fumare.
-Inizia così la sua giornata?- domando acida.
-Torniamo a noi?-
- Sì scusa Will, vuoi finire il racconto?-
-Non lo so..-
-Ma che storia è?-
Non ne ho mai sentito neanche un accenno. Neanche da Poppy.
-Purtroppo non è una bella storia June. E di cose non belle te ne ho già dette a sufficienza ieri.. Magari..-
-Quando vuoi io sono qui.- mi affretto a tranquillizzarlo.
Le nostre labbra si uniscono in un bacio a stampo che sa di marmellata.
-Dovresti andare a scuola June.-
-Dovremmo.- lo correggo.
I passi di James che torna in cucina mi fanno trasalire.
-Che palo in culo questa, di prima mattina.- biascica andando verso la macchinetta del caffè.
Mantieni la calma June mantieni la calma
-Te lo do in testa il palo, Hunter.-
No niente, non ci riesco.
Le figure da scaricatrice di porto sono la mia specialità.
-Fino a prova contraria, a differenza mia, tu non sei dotata di nessun palo. Zero.-
-Scommetto invece che i centimetri che separano te dallo zero, non sono tanti.-
William scoppia a ridere.
-Continua a darmi fastidio e a fare insinuazioni, te lo faccio vedere io il palo.-
-James!- lo redarguisce Will prontamente.
-Eh.-
-Chiedile scusa.-
James sbuffa ridendo.
-Hei June White.-
Lo guardo in cagnesco, tanto lo so già che mi sta prendendo in giro.
-Scusa.- dice con tono e sorrisetto fintissimi.
-E fottiti- sussurra senza farsi sentire da William facendomi il dito medio.
Mi è passata la fame.
-Magari io torno a casa.- annuncio quindi.
-James.- Will si fa più duro questa volta.
-Che cazzo c'è?! Le ho chiesto scusa!-
- È tutto okay, Will. Mia madre sarà già sul piede di guerra, meglio se torno.-
Così vado in bagno a darmi una sistemata ai capelli, li raccolgo in una crocchia spettinata, indosso i miei abiti poi scendo giù a prendere lo zaino e a mettere le scarpe, quando sento James dire una cosa.
-Voglio andare a riprendermela.-
Mi nascondo dietro alla porzione di muro che separa il salotto dalla cucina, in modo da non farmi vedere.
-Cosa? Sei impazzito?!-
-Se non la riprendo con la forza, non me la restituiranno mai. Il padre di Taylor mi ammazza sul serio se viene a saperlo.-
- Come può scoprirlo?-
- Perché non possiamo fidarci di Taylor.. Jackson ha detto che prima o poi farò qualcosa per farla incazzare sul serio e lei si vendicherà.-
Stanno confabulando qualcosa.
Will si passa una mano tra i capelli, vedo una scintilla di esaltazione nei suoi occhi.
-Okay. Andiamoci ora.- propone eccitato.
Dove?
Metto piede in cucina, ora voglio sapere di che parlano.
- Ora?- James sembra perplesso. Poi si volta a guardarmi.
-Voglio venire anch'io.-
Le mie parole fanno girare anche William che mi scruta con attenzione,
James invece comincia a ridere così sguaiatamente che gli vengono le lacrime agli occhi.
- Ma sentila. Stai zitta che fai più bella figura.-
-Non ti permetterò di trascinare Will in altri guai.-
Il mio istinto protettivo emerge prorompente, così tanto che persino William se ne stupisce.
Ma il mio cervello ha fatto un collegamento molto semplice: James sarà nei casini per colpa di Will, se James uscisse dai casini, Will smetterebbe di dovergli qualcosa.
- Non sto scherzando.- ribadisco seria.
-Porca puttana, tu sei davvero esilarante. Torna da mammina e smettila di rompere il cazzo.-
-Credo che Austin abbia un debole per June.- asserisce William, bloccandomi dal polso mentre ero già pronta ad andare addosso a James per spaccargli quella faccia da schiaffi.
Mi fermo, ma ciò non significa che smettiamo di guardarci con odio.
-E quindi? Cosa ci guadagniamo dal farla venire con noi?-
James sorseggia il caffè e non nasconde il suo scetticismo misto a diffidenza nei miei confronti.
-Magari qualsiasi cosa tu voglia da Austin, io potrei fartela avere facilmente. Non ci arrivi? Potrei aiutarvi.-
Le sue risate cessano all'istante.
-Non scherzarci neanche su una cosa del genere, non farai da fottuta esca.-
-Però pensaci James ..-
Will intensifica il suo sguardo nel mio.
-È mattina, lui è da solo. Non può farci niente.-
James lo prende da parte e iniziano a parlottare.
-Ma sei coglione Will? E se le fa qualcosa?-
-Cosa può farle? Ci siamo noi.-
-Voi due siete fuori completamente.- constata James mordendosi il labbro.
Oramai lo so che con Will bisognerebbe andarci cauti nel fare questo tipo di battute, perché la questione è sempre delicata, ma sembra che la poca delicatezza di James non lo sfiori minimamente. Sembra ci sia abituato al trattamento di insensibilità, o forse parità, che gli riserva l'amico.
-Non hai qualcos'altro?- chiede Will indicandomi lo zaino. - Oltre alla felpa, dico.-
Apro la tasca principale. -Ho solo questo.- esclamo tirando fuori la mia divisa da cheerleader.
James me la strappa dalla mani in malo modo per lanciarla a terra.
-Certo e poi vuoi che ti preparo al volo una una striscia da mettere in fronte con scritto "stuprami"?!-
Adesso giuro che gli arriva una testata bella e buona.
-I tuoi pensieri da maschilista cronico fanno schifo. E non mi sfiorano.-
-Che cazzo centro io? Tu non hai capito con che razza di maniaco hai a che fare.- alza la voce James.
-Non mi sfiora. Ho detto.-
-Voglio proprio vedere cosa ti sfiorerà se vai da lui vestita così.-
Ignoro i suoi commenti sarcastici e guardo William.
-Che dici Will?-
Lui in tutta risposta raccoglie il mio vestito dal pavimento per porgermelo.
-Dobbiamo escogitare un piano per distrarlo. E di sicuro se ti metti questa potresti sembrare una vera distrazione.-
Della serie, se dobbiamo fare la cazzata facciamo in grande, no?
Guardo William allontanarsi verso il lavello dove lancia il piatto e le stoviglie.
James invece rimane impassibile a guardarmi corrucciato.
-Vai bene così, perché devi cambiarti?- domanda indicando la mia felpa oversize.
Ripongo la divisa da cheerleader nello zaino e guardo James di sottecchi. Non so se il suo sia un complimento o solo un modo per non farmi finire nei guai, ma per una volta decido di dargli ascolto.
-Sentite Bonnie e Clyde, quella che stiamo per fare è una cazzata. Una grossa cazzata. E proprio per questo di certo non mi tiro indietro, ma...-
James si lascia andare ad un gemito di frustrazione quando si rende conto che noi non gli stiamo prestando attenzione, anzi. Will mi sfiora la guancia lasciandomi un dolce bacio a fior di labbra.
-Mi state ascoltando?- James prova a richiamarci senza successo.
-June ovviamente l'ho detto solo per un eventuale colpo su Austin. Per me non fa alcuna differenza come ti vesti, sei sempre molto bella.- aggiunge Will baciandomi ancora. -Ora vado a cambiarmi.-
Resto imbambolata a soppesare con lo sguardo ogni passo che compie allontanandosi da me.
James sbuffa, io distolgo gli occhi da Will per piantarli su di lui.
-Tiè beccati questa. Sono molto bella.-
Gli rivolgo una smorfia mentre lui scuote il capo.
-Sì certo. Sarai ancora più bella quando Austin ti sfonderà a novanta sul tavolo da poker.- enuncia sarcastico.
-James cazzo riesci a non parlarle in questo modo?- lo rimprovera Will da lontano, quando è ormai al fondo delle scale.
James assottiglia lo sguardo scuro e me lo lancia addosso.
-Lo farà. Io ti ho avvertita.-
-Che fantasie assurde James.- replico indietreggiando, fino ad aggrapparmi con le dita al tavolo alle mie spalle.
Per un attimo non riconosco la mia stessa voce, che esce più docile del solito. Lui si avvicina quanto basta per farmi sentire il suo profumo.
-Non giocare con me ragazzina.- mi minaccia sollevandosi il cappuccio della felpa sulla testa.
Vorrei scansare il suo sguardo ma mi ritrovo a fissarlo a testa alta.
- Perche sennò?-
-Le mie fantasie diventano realtà, tesoro.- sputa con un ghigno poco rassicurante.
-Certo, continua a sognare Hunter.-
La sicurezza che gli dimostro è finta, un castello di carta costruito solo per proteggermi dalle sue battutine velenose.
-Come se tu non lo facessi, White...-
La lingua gli passa fulminea ad inumidire il lato della bocca e io sento di arrossire.
Non è lui, è quel maledetto sogno che ho fatto su di lui qualche giorno fa.
-Lo prenderò come un sì. - sussurra nel mio orecchio mentre io gli sto già rifilando una gomitata nel petto.
-Ahi!-
Evito il suo sguardo dirigendomi verso la porta, in attesa che arrivi Will.
James indossa la sua giacca di pelle, si infila un paio di Nike, poi lo fa di nuovo. Mi viene vicino poggiando la mano contro lo stipite sovrastandomi con il braccio.
Mi schiarisco la gola, mentre lo vedo tirare fuori dai pantaloni della tuta una canna già preparata.
-C'è un solo momento della giornata in cui non sei sotto effetto di qualcosa?-
-Boh, quando dormo?-
Con le dita tra i capelli prende a tormentarsi il ciuffo, ma io non so perché, inizio a sentire la distanza tra di noi farsi più sottile.
-Smettila James.-
-Di fare?-
Giocherella con la lingua sul filtro della sigaretta.
-Qualsiasi cosa tu stia facendo.-
Mi sta mettendo in ombra con la sua postura solida messa in risalto dalle spalle larghe.
- Ti da così tanto fastidio la mia presenza, Biancaneve?-
-È perché dovrebbe. Non darti importanza, non ne hai.- minimizzo risistemandomi la crocchia.
William finalmente scende vestito e pettinato, poi mi rivolge un sorriso.
-Pronti?-
-Prontissimi.- biascica James regalandomi una spallata quando esce dalla porta.
Mi sa che era meglio restare a casa a guardare Netflix.
🐳🐳🐳🐳
Il prossimo capitolo mi richiederà un po' di tempo, ma (spero!) ne varrà la pena ✨
🐳Ve lo aspettavate di che Will soffrisse del disturbo bipolare?
(Una lettrice aveva indovinato!)
🐳 Nell'ultimo capitolo una ragazza ha lasciato un commento che mi ha fatto riflettere sul personaggio di James.
Il senso era "Ma scusa lui bacia le ragazze che si fa, non se le porta solo a letto e basta?"
🐳Sin dal capitolo del pov di Ari, si capisce che, sebbene lui non sia innamorato delle ragazze che gli girano intorno, ci parla anche e non le tratta come oggetti. O meglio, spesso sono loro ad approfittare di lui. Con ciò non voglio dire che non le usi per una notte e basta, ma la cosa è reciproca e, cosi come con Ari, ha una piccola sintonia con ciascuna di esse.
🐳 Il bad boy classico di wattpad che usa le ragazze per sfogarsi chiamandole "puttane" (ogni riferimento a certe storie è puramente causale😜) so che vi piace tanto, ma a me fa ribrezzo, perciò non esisterà mai e poi mai nelle mie storie.
Ho parlato già troppo✨
A prossima settimana!
🦋Votate e commentate please, ho bisogno di sapere se la storia vi piace!🦋
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro