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18. Blame it on your daddy issues



🦋🐳🦋

-No!! Ma che fai?! Di qua! Devi girare a sinistr...-

James distoglie gli occhi sottili dalla strada per scagliarmi addosso uno sguardo seccato.

-Adesso vuoi dirmi anche come cazzo devo guidare?-

Mi acciglio. "Ora lo picchio."

-Non voglio dirti come fare! Anche perché se volessi infierire sulla tua guida, te ne accorgeresti. Sei un pericolo pubblico!-

-Ah sì? Perché sentiamo, la signorina qui presente è dotata di patente per permettersi di avere voce in capitolo o semplicemente le piace rompere il cazzo a gratis?-

-Hai sbagliato strada!- insisto io sbracciandomi.

-Ma sta zitta, porca troia.-

Dio, non lo sopporto! Non lo sopporto!!

-Ma poi devi fumare in macchina? Non è educato per chi ti sta vicino e ... ah, lascia perdere.-

-Chiudi quella bocca o ti lancio fuori dal finestrino.- sputa corrucciando lo sguardo in un'espressione minacciosa.

-Certo, perché avresti il coraggio di lasciarmi qui in mezzo al nulla!?-

Non sono così irritante di solito, ma lui mi ci fa diventare.

- Perché, non dovrei? Almeno mi risparmio le tue lamentele da bambinetta rompicoglioni.-

-Ho solo detto che fumi troppo.- spiego tentando di mantenere la calma.

-E io dico che non sono cazzi tuoi, White.-

-Beh la saluta è tua.-

Sogghigna scrollando il capo con fare indifferente. Perché sembra non gli importi mai di nulla?

-Perché l'hai fatto?-

Lo vedo arricciare il labbro superiore in una smorfia contrariata.

-L'avrei fatto per qualsiasi ragazza.- replica controvoglia, con lo sguardo piantato alla strada.

-L'hai fatto solo perché volevi tirargli un pugno, vero? Non per...come dire...."difendermi".-

Incastra la sigaretta accesa tra le labbra tumefatte, mentre si passa una mano sulla guancia come a fermare quell'espressione annoiata e spazientita che gli si forma in volto.

-Al massimo l'ho fatto per William. Non per te.-

Tanto meglio.

Sono inondata da tutte le sensazione contrastanti della serata che ho appena trascorso: prima avevo paura nello stargli vicino, poi mi sono sentita al sicuro. Ho provato tanta rabbia nei suoi confronti, ma adesso mi sento quasi in colpa nel vederlo ridotto così.

-Hai finito?- mi rimprovera con un tono asciutto.

Mi volto di scatto verso il finestrino.

-Smettila di trattarmi così, Hunter.-

-E tu smettila di fissarmi, White.-

-Stavo solo guardando...hai ancora un po' di sangue..-

-Non fa niente.-

-I tuoi non ti dicono niente se torni a casa conciato così?-

Scoppia a ridere di gusto.

-Non so cosa ci sia di divertente nella mia domanda, sono seria.-

-Continua a rimanere nel tuo mondo delle favole, Biancaneve.- mi prende in giro mentre giungiamo davanti a casa mia.

Scendo rapidamente dall'auto, poi mi sporgo attraverso il finestrino abbassato.

-Aspetta.- gli ordino prima di allontanarmi.

-Che cazzo c'è adesso?- lo sento lamentarsi.

-Aspetta qui!-

Corro dentro casa a prendere la divisa della scuola composta da pantaloni, camicia, giacca e cravatta.
Sempre che gli serva a qualcosa, dato che non la indossa mai.

Quando mi catapulto fuori, lo ritrovo appoggiato all'auto a fumare l'ennesima sigaretta con lo sguardo rivolto verso il basso.
Mi incespico sul pianerottolo, non riesco a muovere un passo in più.

È sempre lo stesso idiota di prima, June. Non è perché sta in piedi in tutta la sua altezza, davanti a casa tua... 

Forse perché mi sorprendo nel vedere il taglio profondo nel labbro inferiore ed il livido enorme intorno all'occhio sinistro. Mi ero dimenticata dello stato in cui è ridotto per causa mia.

-Allora?!- domanda impaziente, con tanto di fronte corrucciata.

Scendo gli scalini e mi avvicino alla sua figura, mentre i miei occhi si avventurano sull'addome scolpito fasciato da una maglietta nera macchiata qua e là.

-Stai sanguinando?- chiedo indicandogli il torace.

Il suo viso spigoloso ha un accenno di emozione quando si porta una mano sul fianco dolorante.

-Tu mi hai medicato solo la faccia. Ricordi?- sussurra con voce soffusa.

Con un gesto repentino del capo prova a spostare i capelli che però gli ricascano sulla fronte.
E poi mi guarda.
I suoi occhi scuri risucchiano i miei chiari in un istante.
Una morsa forte allo stomaco, poi una sensazione di leggerezza inaspettata nella pancia.

No, June

Dev'essere il fumo passivo a darmi alla testa.

Lui butta a terra la sigaretta, poi si bagna il labbro spaccato con una passata di lingua veloce.

Proprio NO

-Allora? Non ho tutta la fottuta serata da perdere dietro a te, White.- mi urla contro quando mi vede immobile come un palo della luce.

- Shhhhh!! Taci!-

Lancio immediatamente e un'occhiata al piano superiore. Fa che mia madre stia dormendo!

-Tieni.- dico porgendogli la divisa.

-E la mia felpa?- domanda con un cipiglio.

-Ehm...Devo ancora lavarla.-

-Tanto sta meglio a te che a Jackson.-

Lo bisbiglia a voce così bassa che non credo di aver sentito bene.

-Cosa?-

-Ho detto...Non c'è problema.- mormora ancora.

È questo il suo tono di voce gentile?
Un po' rauco un po' graffiato, un po'...
NO JUNE!

No, sicuramente non è gentile con me...sono io ad avere la nebbia nel cervello in questo momento.
Gli volto le spalle senza salutarlo.

-White?-

Oh no. Dimmi che non ho fatto una faccia strana. Fa che non se ne sia accorto

-Sì?-

-Prego eh.-

Sorrido appoggiandomi allo stipite della porta.

-Torna a casa. Hai bisogno di dormire, James.-

Lui accenna un sorriso al lato della bocca, mentre io ho ormai chiuso la porta.

🦋

Passo il giorno seguente a studiare; fortuna che è sabato e non ho scuola oggi.
Nel pomeriggio mi arrivano due chiamate di William, ma fingo di non vederle.

Dobbiamo sicuramente chiarire, ma mentre studio voglio avere tutta la concentrazione possibile, perciò sono costretta ad ignorarlo.
Ho deciso che finirò le pagine che mi sono prefissata e poi lo chiamerò. Tutte queste uscite mi stanno distraendo un po' troppo, non voglio dare modo a mia madre di avere qualcosa da ridire sul mio rendimento scolastico.

Verso le sei mi fiondo in cucina come una belva affamata in cerca di qualcosa da mangiare.
Studiare mi fa bruciare troppe calorie. Non posso reggere altri dieci minuti senza buttare giù zuccheri.

-Ma ancora così stai?!-

Mia madre si sta mettendo degli orecchini mentre mi fulmina con occhi spietati.

-E come dovrei stare?- chiedo tutta fiera, guardando il pigiama natalizio che indosso.

-Non è Natale.- mi rimprovera lei.

-Se per questo, mamma.. non è neanche notte. Eppure in pigiama ci sto così bene!-

Lei spalanca gli occhi azzurri e mi rivolge una smorfia adirata, come se volesse spedirmi al polo nord con un calcio ben piazzato nel fondoschiena.

-E la cena June!?-

- Che... cena?-

"O noooooo"

🦋AMELIA POV🦋

Le sue mani grandi modellano la mia schiena mentre mi stringe in un dolce abbraccio.

-Hai un buon profumo..- mormora baciandomi un punto preciso sul collo, è così piacevole che mi fa ansimare nella sua bocca.

L'ufficio, rischiarato da una piccola lampada da scrivania, è buio e angusto. Le veneziane chiuse non lasciano trapelare il chiarore del sole, nonostante sia primo pomeriggio. Ma la poca luce che trapela, è abbastanza da permettermi di ammirare il suo petto largo sotto alla camicia sbottonata.
Presa da un coraggio che qualche mese fa non avrei mai avuto, affondo languidamente una mano nei suoi capelli arruffati.

- Amelia... forse è meglio se...-

Comincia a mugugnare il mio nome con voce roca, non appena mi permetto di lasciare qualche bacio sulla sua mandibola possente.

-Ho diciotto anni, quante volte devo ricordartelo, professore?-

Lo vedo portare indietro la testa colma di ricci castani.

-Non chiamarmi così, adesso.-

E in un attimo le sue mani allentano la presa sul mio corpo, come se si fosse appena pentito delle sue mosse.
Forse non avrei dovuto chiamarlo "professore", perché senza volerlo gli ho appena ricordato i nostri ruoli e quanto tutto questo sia sbagliato.

- Scusa non volevo...-

Lo so che si sente in colpa e che pensa che quello che c'è tra noi non sia giusto... eppure l'attrazione che ci lega va oltre ogni convenzione sociale.

-Davvero, non volevo...-

-Tranquilla. Rivestiti ora.-

- Ma...-

Lo guardo controllare l'orologio che tiene al polso.

-Si è fatto un po' tardi. Devo finire di correggere i compiti di inglese e tu...-

Raccolgo top e cardigan da per terra, senza nascondere il disappunto che si è disegnato sulle mie labbra imbronciate.
Lui si riabbottona la camicia, poi risistema i pantaloni.

-Vuoi che ti chiami un taxi?-

Faccio cenno di no con la testa, mentre mi appresto ad uscire dall'ufficio del preside.
Lui mi ferma lasciandomi una carezza dietro all'orecchio, sta reclamando le mie attenzioni.
Non riesco quasi a crederci.
L'ho sognato per due anni interi e ora posso farlo, posso baciarlo per davvero.

-Non fare così, Amelia...-

- Non abbiamo mai tempo per noi.- piagnucolo.

-Lo so principessa, ma mi ha lasciato l'accesso al suo studio per venire a correggere le verifiche, non per portarmi le studentesse.-

-Perché, ne porti altre?- domando restando sospesa.

Sì, ho paura della sua risposta.

- No. Lo sai che non mi è mai successo con nessun'altra. Ti chiedo solo di capirmi se... se sono così combattuto.-

Mi sollevo in punta di piedi per lasciargli a fior di labbra un bacio innocente che gli provoca un brivido.

- Ci vediamo lunedì mattina, professore.- bisbiglio sottovoce prima di voltarmi.

Lui però afferra la mia mano e mi attira a sé, scaraventandomi contro il suo petto accogliente.
Mi tiene stretta a lui in un abbraccio rassicurante.

- Oh, Harry..-

🐳 JUNE POV 🐳

-Mamma smettila di rubarmi il mascara!-

-E cos'altro dovrei rubarti?? Hai solo quello!-

Sospiro nervosamente.
È lei a rendermi ansiosa, è così agitata.
Il mio cervello non sopporta più il ticchettio dei suoi tacchi che rintoccano fastidiosamente sul pavimento.

-Senti mi fa piacere che tu sia pronta per il red carpet...ma io metto i jeans, ti avviso!-

-Ma dai June, poi mi fai sfigurare!!-

La guardo con aria confusa.

-Come scusa?!-

-Nel senso che mi fai sembrare troppo eccessiva!-

Mi soffermo a guardare il tubino nero che fascia il suo fisico esile ed asciutto.

-Ti ci faccio sembrare io!?- esclamo senza un minimo di tatto.

E lei ci rimane malissimo.

Okay. Tasto reset. Riproviamoci.

-Ma se stai benissimo! Dimostri dieci anni in meno!!-

E lo dico perché lo penso davvero. Di sicuro non lo sto dicendo per farle una sviolinata con l'intento di ricevere qualcosa in cambio, dato che ormai mi hanno incastrata. L'unica cosa che vorrei per davvero, è evitarmi questa fottutissima cena...

-Nel senso che sembra che mi sono agghindata troppo e si vede che voglio fare bella impressione!?-

Scrollo le spalle.

-Perché? Non è vero?-

-Non esco mai! E lasciami sentire figa per una volta, June!-

Mi tappo le orecchie fingendo disgusto.

-Perché devi dire figa mamma!? Che schifo!!-

Lei strabuzza gli occhi azzurri.

-Scusa ma non si dice così?-

-Sì ma non delle mamme!!- esclamo facendola ridere.

-Come sei vecchia June! Puoi almeno metterti questo!?- domanda tornando in camera mia con uno dei suoi abiti.

-Da quando mi presti i tuoi vestiti?-

Sono parecchio diffidente.

-Da quando sei cresciuta e stanno meglio a te che a me.-

Così senza fare troppe storie, provo quel vestito.
Sembra un abito da gala.
Ter-ri-bi-le.

È lungo fino sotto al ginocchio, in velluto blu scuro.
Mia madre è rimasta negli anni '90, non c'è dubbio.

-Che dici?- domanda tutta speranzosa.

-Boh... è troppo elegante. Nonché stretto.-

E solo perché lei è più magra di me, non che ci voglia tanto.

-Stai benissimo June.-

-Mi sta stretto sui fianchi! E se mi siedo, lo sfondo!-

-Ma cosa dici, sei molto bella tesoro!- insiste, prima di portarmi davanti allo specchio a figura intera di camera mia.

Tengo la testa bassa mentre una cascata di fili biondi copre i miei occhi chiari.

-Ti piaci?- domanda lei raccogliendoli i capelli sulle spalle.

-No.-

- June,guardati. Sei stupenda, come fai a non piacerti?-

- Boh. Non lo so.-

Lei scuote il capo e mi guarda con occhi dolci e sognanti.

- Poi questo vestito non mi si addice, mamma.-

-Allora cambiati.- si rassegna lei.

-No nel senso...-

-Non voglio che ti vesti così solo per farmi piacere. Però se potessi fare uno sforzo...-

Faccio un piccolo sforzo oggi, chissà che domani ottengo qualcosa.

- Okay.- borbotto causandole un sorriso enorme.

Poi raccolto la chioma appena fatta con l'arricciacapelli, in una acconciatura alta, lasciando qualche ciocca mossa sul viso.

-Molto sofisticata.- asserisce colei che non ne capisce una beata mazza né di stile né di buon gusto.

-Grazie mamma. Detto da te è sicuramente un complimento.-

Lei ovviamente non coglie la mia ironia.

-Sembro davvero la figlia di un'artista pazza.- asserisco dopo essermi data un'ultima occhiata allo specchio.

-Sì e io sembro la sorella della figlia dell'artista pazza. Vero?-

Benvenuti alla fiera delle insicurezze.

- Sì mamma. Sei molto moderna e...-

-Figa, ricordatelo.- mi prende in giro lei, facendomi ridere.

-Questo lascialo dire a Jordan.- la punzecchio mentre stiamo per uscire di casa.

Il tragitto fino a destinazione è breve, peccato che mia madre non scende dalla macchina finché non si ripassa il rossetto per la centesima volta. E io per altrettante volte lancio gli occhi in alto, verso il tettuccio.

-Tu pensi che lui passi tre ore a prepararsi? Già tanto se si sarà fatto una doccia!- la provoco uscendo dall'auto.

Lei mi fa segno di stare in silenzio mentre suona al campanello di casa.

-No sul serio. Pensi che abbia pensato tutto il giorno a che cravatta mettere per fare colpo su di te?-

-Ma che dici.. ma poi mica ha bisogno di.. Shh!!- mi rimprovera quando Jordan apre la porta.

Sento il cuore di mia madre spiaccicarsi a terra.
Di sicuro non sta più respirando.

-Jordan.-

Le esce una vocina stridula, mi viene da ridere ma mi trattengo.

Poi lo squadro dalla testa ai piedi.

Ammazza questo è proprio un manzo.

Da quando i quarantenni sono così?

Osservo dall'alto al basso il suo vestito costoso da cui fuoriesce una camicia bianca, mentre lui non ha occhi che per mia madre.

-Ciao April, stupenda come sempre.-
Le da un bacio sulla guancia.

Come sempre, eh? Quante volte si sono visti sti due?

-Ciao June. Sono felice tu sia venuta.-

-Sai com'è, mi hanno puntato un lanciafiamme alle tempie. Non avevo molta scelta.-

-Juuuuneeee!!-

Mia madre diventa viola.

-Sto ovviamente scherzando!-

-Simpatica.- mormora lui sorridendole.

-Lui è Jasper, mio figlio.-

Un ragazzino biondo di undici, forse dodici anni, ci guarda senza spiaccicare parola.

-Ciao Jasper.- lo salutiamo in coro senza ricevere risposta.

Jordan per un attimo sembra a disagio, così si toglie dall'impiccio facendoci accomodare a tavola.

- Bene, pronte per la cena?-

E poi le solite battutine "hai cucinato tu?" "Oh no, il catering!" "Oh, no non dovevi dirmelo! Sai quanto mi piacciono gli uomini che cucinano!"

Certo fate pure come non ci fossi.

Addento la mia bistecca guardando Jasper dall'altra parte della tavolata.
E la sua la faccia conosciuta.
Ha i capelli chiari, gli occhi cupi e un naso perfetto.
C'è qualcosa che mi urta, eppure non ha ancora aperto bocca.

"Che noia", così mi guardo intorno.
Santo cielo, questi sono ricchi da fare schifo. Ora ho capito tutto l'entusiasmo di mia madre nel voler vendere i suoi stupidi quadri a questo tizio. Solo uno che ha soldi da buttare potrebbe permettersi di pagare ventimila dollari per una tela scarabocchiata.

Mia madre mi guarda come a dirmi di provare a coinvolgere Jasper, così vado con la prima cavolata che mi viene in mente.

-Come va la scuola?-

Lui mi fissa ma non dice niente.

Che fastidio sto ragazzino.

-Jasper che classe fai?- insiste mia madre, come se io non ci avessi già provato.

Lui non appare minimamente toccato dalle nostre parole.

Andiamo bene.

- Jordan, avevi detto che hai anche un figlio di un anno in più di June.-

-Sì ma Edward non è mai a casa.-

Un pezzo di bistecca mi si incastra in gola. Comincio a tossire. Divento subito paonazza.

-June!!!-

Mia madre mi sferra due pacche sulla schiena guardandomi male, della serie "che figure mi fai fare, non sai neanche mangiare!?"

Jasper invece sta ridendo.

-Ah, questo ti fa ridere eh?- esclamo io, mentre lui mi rivolge una smorfia diverita.

-Mi dicevi, di tuo figlio?-

-Ahm... che ne dici se mi racconti dell'ultima collezione che hai esposto alla festa di beneficenza?-

Jordan sembra voler cambiare discorso. Io ho perso l'appetito però.

All'improvviso sento la porta d'ingresso sbattere forte, vengo scossa da un brivido.

Jasper stavolta emette una risata infantile.
Oh finalmente si è mosso qualcosa, pensavo fosse un pupazzo imbalsamato sto ragazzino.

-Scusatemi credo sia mio figlio. Sbrigo questa cosa è arrivo subito.- annuncia Jordan con un velo di  preoccupazione negli occhi.

-Hai detto che non tornavi.-

Sto letteralmente drizzando le orecchie come un coniglio.

-È invece eccomi qua. Ta-daaaan.-

Oh no, quella voce.

-Ho una cena con degli ospiti, per favore va in camera e non rovinare tutto.-

-Certo.-

-Hai bevuto? Santo cielo, sei sempre il solito!-

-Dottori...-

E quando James Hunter mi si presenta davanti non connetto più.
Capelli spettinati, guance arrossate e pupille dilatate. Si è squagliato come minimo anche l'ultimo neurone che gli era rimasto, tra alcool e canne.

Fa un finto inchino derisorio guardando mia madre.
Fortuna che non mi ha vista.

-Edward!- lo rimprovera suo padre.

-Non mi toccare cazzo.-

Mia madre si imbarazza davanti a quella scena e fa un sorriso a Jasper che fissa il vuoto con occhi spenti.

AMELIA POV

- Dov'è June?-

Brian mi viene a prendere e non può fare a meno di scrutare il cancello di scuola con occhi diffidenti.
Ha la faccia più mesta del solito oggi.

-È venuta sua madre a prenderla.- dico sbattendo la portiera.

-Perché studiate di pomeriggio a scuola? Non potevate studiare a casa?-

Mio fratello e il suo infallibile fiuto per le menzogne.

-Brian l'interrogatorio fallo alla tua ragazza.-

Gli faccio un sorrisetto finto, lui però mette in moto con un'espressione più seria del dovuto.

-Quale ragazza?-

- Ahah bravo fa lo spiritoso.- sputo diretta.

Poi però mi ricordo che Brian non fa mai lo spiritoso.

-Scherzi, vero?- chiedo voltandomi di scatto.

- No. Ci siamo lasciati.-

-Coooosa?-

Non ci voglio credere.

-Ma stai scherzando?-

Mi sembra assurdo anche solo chiederglielo, perché Brian non è solito scherzare. Tantomeno su Ari.

- No. Ha detto che non è sicura di quello che sente per me.-

La mia migliore amica ha lasciato mio fratello dopo due anni di storia e non me lo dice?

Cosa mi sono persa?

- Quando te l'ha detto?!-

- Mezz'ora fa.- risponde con sguardo teso.

-E tu come.. e lei...o mio dio! Come l'hai presa? Come stai?-

Brian solleva le spalle portando la bocca a lato in un'espressione triste.

-Come dovrei stare? Di merda.-

Vorrei prendere le palle di James e farle a pezzettini.

- Mi dispiace ma.. non è che è come le altre volte? Magari è indecisa e..-

Ari è fatta così: oscilla come un pendolo e non sai mai dove si fermerà. Un giorno è animalista, il giorno dopo dice che di mangiare carne non può farne a meno.

-Era convinta, ha detto che stavolta è sicura della sua scelta. A te ha detto qualcosa?-

- No. Non ne sapevo nulla.-

Inizio a mordermi l'unghia del mignolo. E se Taylor avesse detto la verità? Da quell'esagitato di James mi aspetto qualsiasi cosa.
Non me lo aspettavo da Ari, però.

- Vuole del tempo per lei... ste cazzate qua? Secondo me è solo stressata perché suo padre le rompe le palle appena prende un voto sotto al nove...-

- No. Ha detto che non mi ama, Amelia. Non so cosa ci sia da discutere ancora.-

Le parole fredde di Brian riempiono l'abitacolo della macchina.
Mi dispiace così tanto. Eppure non mi do per vinta. Ari non può lasciare mio fratello così di punto in bianco.

-Mhmmm..-

Inizio a pensare e lui si fa subito paranoico.

-C'è un altro? Si vede con un altro vero? Dimmi la verità.-

Spero vivamente di no, sennò succede davvero un casino stavolta.

-Che io sappia no. Non me ne ha mai parlato.- bisbiglio poggiando la testa sulla spalla di Brian.

Ma lo scoprirò, fosse anche l'ultima cosa che faccio.


🐳 JUNE POV 🐳

-Tu che cazzo ci fai a casa mia?-

Chino la testa sulla tovaglia bianca  per fingere che tutto ciò non stia succedendo a me, ma ahimè è proprio quello che sta accadendo.
James mi sta puntando un dito contro.

E davanti alla faccia scandalizzata di mia madre, ottimo

-Non ci posso credere, sei una fottuta stalker!- sputa prima di salire le scale per il secondo piano.
Poi un tonfo.

Ed infine il ghigno divertito sul viso di Jasper.

-Mi dispiace tanto. Scusami April, mio figlio è problematico.-

-Lo conosci?- mi chiede mia madre sottovoce, quando Jordan si allontana per dare un'occhiata al piano superiore.

"Sì certo, è un pazzo annoiato e stronzo che si diverte a rovinare le vite altrui."

No, non va bene... c'è suo padre. Che dico?

-Di vista.- rispondo deglutendo rumorosamente.

-È in classe con te?-

-Sì ma non andiamo d'accordo...-

-O mio Dio!! Nella tua compagnia di amici non c'è anche lui, vero?-

-No mamma.-

Mia madre mette su un sorriso finto non appena Jordan torna in sala da pranzo.

Dopo qualche chiacchiera più noiosa di una lezione di biochimica, punto con lo sguardo la play station vicino al televisore.

-Ti va di fare una partita?- chiedo a Jasper, sapendo già la risposta che otterrò. Ovvero nessuna.

Così lui va a sedersi sul divano e io lo seguo a ruota, mentre i due adulti responsabili trangugiano vino e pasticcini.

-Allora, ehm... che classe fai non vuoi dirlo. Come va, immagino male..-

-Proviamo con "giochiamo alla play?"-

Lui non parla ma mi passa il joypad.

E così in meno di mezz'ora quel ragazzino mi batte a tutti i giochi possibili e immaginabili, ma quando riesco a vincere una singola partita a Fifa, per poco non salto sul divano dalla gioia.

-Toh! Beccati questa Jasper!! Aspetta che mi alleno un po' di volte e vedi come ti faccio il culo!-

Lui ride mettendosi le mani davanti alla bocca.

-Ti fanno ridere le parolacce vero? Sei proprio un moccioso.-

Dopo poco Jordan viene a controllare che vada tutto bene.

-Tutto okay?- chiede stranito.

-Sì perché?- ribatto sollevando le spalle. -Qual è il problema?-

A parte il fatto che sono vestita e pettinata come una Barbie vintage, ma mi comporto come un maschiaccio?

-State veramente giocando insieme?-

-Certo e sto vincendo alla grande!- Mento con il solo scopo di indurlo a parlare.

Jasper scuote la testa divertito.

-Ti conviene dire che mi stai lasciando vincere, perché altrimenti sei davvero il re degli scarsi.-

Vedo anche mia madre fare capolino, ma Jordan sembra farle cenno di non disturbarci per poi tornare al tavolo.


-Sai dirmi dov'è il bagno?- chiedo quando il bisogno impellente di fare pipì mi prende alla sprovvista.

Jasper sogghigna e mi indica le scale che vanno al piano di sopra.

Ceeeerto, come no

-Immagino che ci sia un altro bagno qui, al primo piano, vero?-

Lui fa segno di no senza levarsi il sorrisetto beffardo dalla faccia.

"Bella mossa stronzetto."

Mia madre e Jordan sono così presi a discutere di quadri che neanche si accorgono quando passo loro davanti.

Ad ogni scalino sento le palpitazioni aumentare.

Ci sono quattro porte, una è socchiusa.
Mi avvicino con un lentezza calibrata al millimetro.
Nel buio vedo una sagoma scura che se ne sta seduta ricurva sul letto, con le spalle larghe, gli occhi nel vuoto e la testa abbassata. Brucia il fumo dalla sigaretta con solo un paio di pantaloni della tuta addosso.

-James?-

I suoi occhi non si sollevano minimamente.

Dovrei farmi gli affari miei e non entrare.

Sfioro la porta con un tocco delicato, questa si apre.

-Tutto okay?-

-Ti sembra tutto okay? Lasciami in pace, cazzo!-

Si alza in piedi e in un attimo mi ha sbattuto la porta in faccia.

🐳

-June sei sicura di non avere niente a che fare con Edward?-

Mia madre sta guidando verso casa a passo di formica.

-Allora, innanzitutto si chiama James ed è uno stronzo di prima categoria. Secondo te posso avere a che fare con uno così?-

-È la sua divisa che ho trovato a casa?-

Ehm. Ohm.

-Senti mamma, parliamoci chiaro: hai visto che razza di figlio si ritrova, come fai a voler frequentare un uomo così? Non è stato un grado di educare suo figlio!-

-Jordan ha preso la custodia degli figli da poco. Viveva a a New York prima.-

-Cosa?-

-Si viveva a New York. Te l'ho detto mille volte June! Si occupava dell'allestimento delle mostre al MOMA, ha lavorato nel...-

-Nah, nah! Frena un attimo. Torna indietro, mamma. Dove vivevano i ragazzi prima?-

-Lì a casa loro, con la loro madre. Lei e Jordan sono divorziati da tantissimi anni.-

-E lei che fine ha fatto?-

La vedo fare qualche smorfia di disappunto e superiorità, classica di quando sta per spettegolare di qualcuno.

-Quando l'ultimo marito la lasciata è andata in crisi, credo esaurimento nervoso. È ricoverata da circa un anno, poveraccia.- sussurra fingendo pietà.

-È l'uomo che stava con lei non poteva prendersi cura di loro?-

-Il patrigno dei ragazzi?-

-Eh.-

- Non credo. Anzi penso che Jordan sia tornato proprio per non lasciarli con lui.-

- E che fine ha fatto il tizio? Non li ha cresciuti lui?-

La vedo iniziare a pensarci su.

-Sì ma non mi ricordo se me ne ha parlato Jordan, non credo... che ti importa June!?-

Poi inaspettatamente, mi lancia un'occhiata maliziosa.

-June.. come mai ti importa così tanto?-

-Mamma!!! Ma secondo te!!-

-Mamma!! Ma secondo te!!!- mi canzona lei.

-Ce li ho gli occhi. L'ho visto che è il classico ragazzaccio che fa strappare i vestiti alle ragazzine.-

La guardo davvero malissimo stavolta.

-Uno: non sono una ragazzina e due: di sicuro non mi strappo i vestiti per uno come lui.-

-A parte gli scherzi....È un ragazzo problematico, nonché pericoloso. È stato anche in riformatorio. Ha picchiato a morte un suo compagno di classe, June.-

-Brian. Chissà perché l'ha fatto...-

Lei solleva un sopracciglio in un'espressione sospettosa.

- Pensi ci sia una giustificazione per un atto del genere?-

- No, dico solo che avrà avuto i suoi motivi.-

-La cosa non ti riguarda. È meglio se non ti avvicini a lui.-

Sospiro guardando fuori dal finestrino.

Tanto non è mia intenzione, tantomeno la sua.

-Jasper invece è così carino.-

-È inquietante mamma..-

-Stavo parlando con Jordan...Jasper avrebbe bisogno di ripetizioni di inglese.-

-Ma se non parla neanche,che ripetizioni... - Poi mi blocco.

-Mamma, perché Jasper non parla?-

Lei però non mi ascolta neanche, continua con il suo monologo.

- Ha difficoltà a seguire le insegnanti di sostegno, mentre con te sembrava così a suo agio. Tu hai voti altissimi di inglese...-

- No no no no no. Non ci metto più piede in quella casa, neanche se rimanessimo al verde e tu volessi bruciare tutti i miei pigiami per scaldarci nelle notti d'inverno!!-

- Guarda che allora lo faccio eh!- esclama divertita.

- E pensare che dicono che le tele da pittura prendano fuoco ancora meglio! Se restiamo senza un dollaro almeno abbiamo trovato un'utilità ai tuoi quadri!-

-Smettila di fare la spiritosa. È che...-

- Cosa mamma?-

-Jordan ha notato che Jasper andava d'accordo con te...-

Sento odore di guai lontano un miglio.

-Ma non mi ha neanche parlato!-

-Sì ma avete giocato insieme. Fidati, è tantissimo per lui.-

-Perché?-

-Ha una forma lieve di autismo, ma è un ragazzino intelligente.-

Maledizione, mi ha già conquistato.

- Pensaci June.-

Ci posso pensare.

Se solo suo fratello non mi odiasse a morte...

🦋🐳🦋🐳🦋

🐳 Come vedete anche Amelia ha dei segreti. Ecco spiegato a cosa serviva il nostro bel professore 🤣

🐳 La storia vi piace? Ne devono succedere ancora tante 😊

A presto ragazze 💜

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