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16. Pretty face, dirty mind



🌺🌺🌺

🌺JACKSON POV🌺

-Dov'é finito James?-

Lo devo urlare perché Marvin mi ascolta a malapena.

-Ti ho fatto una cazzo di domanda. Riesci a rispondere o che cazzo ti sei fumato?-

-Ti vuoi calmare, Jax?- dice poi indicando due amiche di Poppy che sono appena entrate in piscina.

Lo guardo con faccia interrogativa.

-La mora non è Amelia, ma è carina.- bisbiglia lui come se la cosa potesse minimamente interessarmi.

-Senti Marvin, se aspetti che arrivi il giorno in cui Amelia te la darà, è meglio che cominci a pensare di farti monaco. -

-Ma dove vai?- insiste lui quando mi vede voltargli le spalle.

-A cercare James.- sbotto andandomene dal giardino.

-Sarà in bagno a farsi. O in camera da letto a farsi qualcuno.- lo sento ridere da lontano quando sono ormai rientrato.

Busso in una stanza da cui proviene un vociferare femminile.

Esce Poppy con gli occhi che le balzano fuori dalle orbite.

-Che fate?-

-Stiamo studiando Jackson! Cosa diavolo ti sembra!- dice indicando Amelia e Ari sedute sul letto con gli occhi incollati ai libri.

-E madonna, ti rilassi?!-

-È una full immersion, non abbiamo bisogno di disturbatori! Sciò!- mi caccia con la mano.

Lancio un'ultima occhiata dentro.
Niente. Neanche immaginare Amelia e Ari nude che si passano gli appunti mi fa alcun effetto.
Ho un problema serio.
Devo provare quelle pillole blu che prende mio nonno.

Blocco la porta con il piede prima che Poppy possa chiudermela sul muso.

- Aspetta Poppy.-

-Brian è di sotto ma se lo vedi non dirgli niente, è solo che prima non potevamo..-

Poppy, tanto per cambiare, apre la bocca solo per parlare a sproposito.

-E poi Ari è tornata e ha detto...-

Non te l'ho chiesto ma va bene, parla pure come se a qualcuno fottesse qualcosa di quello che dici.

-Dov'è James?- la interrompo bruscamente.

-Non lo so. Non l'ho più visto.- risponde spazientita.

-Ti ha chiesto se poteva usare la tua camera?-

-Jackson?! Secondo te Hunter mi viene a chiedere "Ciao Poppy, posso usare la tua camera per scoparci?"-

No già, lui lo fa e basta.

- Se solo prova a fare una cosa del genere! Mio Dio cosa non gli faccio! Sai cosa? Credo che voi maschi abbiate un problema serio. Di autocontrollo. Ma perché questa è casa mia e se mai io mi sognassi di andare da qualcuno a...-

Un tappo in bocca.
Ecco cosa ti ficcherei.
Nient'altro.
Eppure Poppy è sexy.
Ha delle belle tette... Ah, che palle.
Voglio trovare James e andarmene a casa.

-Comunque no, non...Hei tu!!-

Poppy scende giù per le scale ed inizia ad inveire conto un ragazzo che ha cominciato a scassinare la riserva dei liquori dei suoi genitori.

-La festa è finita!- la sento urlare.

Quando apro la porta accanto alla camera di Poppy il buio mi pervade le pupille, tant'è che fatico un po' a mettere a fuoco.

Eccolo.

È sdraiato sul letto a pancia in giù, con solo un paio di boxer addosso.
Mi allungo un po' per vederci meglio: la sua mano sul culo di...
È Bonnie?

-Hunter..- sussurro sottovoce.

Lui non si muove, ma Bonnie mugola un lamento poi si rannicchia a lato facendosi piccola, mentre lui occupa l'interezza del letto come una stella marina rovesciata.

-James!-

-Che c'è.-

-Andiamo a casa? Se Poppy ti becca qui, sono cazzi amari.-

-Ma cosa...-

Lo vedo stropicciarsi gli occhi.

Una sagoma si tira su di scatto alla sua sinistra.
Non l'avevo neanche vista.

-Dove mi trovo? - cinguetta la bionda.

Dove ti ritrovi sempre quando bevi troppo, Stacy.

-Porca miseria, che cazzo di casino..-dice James uscendo da quella giungla di gambe intrecciate e lenzuola aggrovigliate.

-Poppy mi taglia le palle..-

Indica il pavimento di bottiglie vuote e cenere sparsa, mentre provo a sorreggerlo.

-Non se ti porto via prima. Se si incazza, sarà con loro due.- sussurro indicando le ragazze ubriache nel letto.

James si regge in piedi a fatica ma invece che sorreggersi a me, mi abbraccia.
Deve essere proprio ubriaco per abbracciare qualcuno.

-Cazzo.- impreca quando per poco non calpesta una lattina di birra.

-I vestiti?- domando guardandomi in giro.

-Boh. Dov'è Will?-

-È già tornato a casa. James dobbiamo cercare i pantaloni non puoi stare in mutande.- insisto addentando il piercing ripetutamente.

-E Marvin? -

-È di sotto.-

-Poppy diventerà una iena vero?!-

-Non più del solito.- dico rovistando tra le coperte.
Mi finisce in mano un perizoma che lancio schifato sul pavimento.

-Hai visto Amelia?

-Stanno tutti bene James.-

Finalmente trovo i suoi pantaloncini, glieli passo e lui ci mette una vita ad infilarseli.

-La maglia?- domando poi.

Si guarda a intorno con le guance arrossate e gli occhi vuoti.

-Tieni, mettiti la mia giacca. Sei ubriaco marcio.-

Mi sfilo il giubbotto.

-Guida tu.- biascica lui in tutta risposta, lanciandomi le chiavi addosso.




-Non portarmi a casa. Posso dormire da te?-
Lo vedo fare cenno di no con la testa, quando si accorge che sto imboccando la via per casa sua.

-James.. -

- E dai Jax...-

-È per tuo padre? Ti rompe i coglioni?-

-Che cazzo me ne frega di mio padre, non voglio che mio fratello mi veda in questo stato.-

Annuisco lentamente.

-Con Taylor ci hai più parlato?-

-Stai scherzando?!- scoppia a ridere prima di infilarsi una sigaretta in bocca.

-No. È che sembrava incazzata sul serio..-

-Ah perché aveva motivi per esserlo?-
Poi stringe gli occhi blu in due strisce sottili. -Stai dalla sua parte, adesso?-

-No però...L'hai ferita, cazzo.-

Lo guardo sbuffare cercando un accendino nelle tasche.

-Tieni.- gli dico lanciandogli il mio, James lo afferra al volo.

-Si è ferita da sola la stronza. Gliel'ho detto mille volte che non me ne fregava un cazzo di lei.-

-L'hai detto anche a Stacy, a Bonnie, a Poppy, a Tiffany, eccetera?-

Lui mi guarda come se mi fossi ammattito tutto di colpo.

-Beh?-

-Beh a quanto pare dici una cosa, ma poi ti comporti diversamente. Finiranno tutte per odiarti, James.-

Lui intanto poggia la testa contro il finestrino, mordicchiando la sigaretta prima di accenderla

-June White già ti odia.- aggiungo io.

-Perché ti piace tanto Jax? Non capisco perché i miei due migliori amici stravedono per quella ragazzina scassacoglioni.-

-Mi ha mandato a fanculo dopo due giorni che mi conosceva e a te ha tirato un pugno in faccia! Puoi dire quello che vuoi, ma ha le palle.-

-Sei proprio un masochista del cazzo.- sputa inspirando il fumo tra i denti stretti.

-Ma che cazzo c'entra, James...-

-Se una ti manda a fanculo tu ti ecciti. Come cazzo lo chiami?-

Sopprime un mugolio, poi scoppia a ridere.

-Non sono masochista. Smettila.- dico guardandolo storto.

A parte quando ti lascio prendere a pugni il mio cuore, manco fosse il sacco da boxe che hai in camera tua

-È una che non si fa i cazzi suoi quella.-

Il profilo di James viene macchiato di ombre e luci mentre la strada gli scorre davanti.
La curva del suo naso è perfetta,
la mascella forma un angolo scolpito, ma le sue labbra..

- Jax?!-

Cosa? Di chi sta parlando?
Ah, già June White.

-E ti sta sul cazzo perché è un'impicciona o perché non te la darà mai?-

James inizia a ridacchiare dinnanzi alla mia provocazione.

-Oh, Jackson... potrei scoparmi anche tua nonna se volessi...-

-Ehi! E di mia nonna che stai parlando!-

Lui non mi sta neanche ascoltando. -Ma sicuramente non voglio farmi una che non sa neanche come prendere un cazzo in bocca.-

Esagerato. Ha capito che June non è interessata a lui, per questo non gli piace.

James non ama ciò che non può avere.
Vorrei poter dire lo stesso di me.

-Ma a parte questo, White è un fottuto problema.- dice poi.

-Perché?-

-Perché appena scoprirà qualcosa, vorrà saperne sempre di più. Più ci sta in mezzo alle palle e più siamo a rischio.-

È ubriaco ma sembra perfettamente lucido in questo momento.

-Tu dici...?-

-E io lo so come andrà a finire con Will.- asserisce convinto.

-Come?-

-Si metteranno insieme.-

-È un male? Potrebbe essere quella giusta...-

-Cazzate. Lei lo lascerà e lui soffrirà. Fine della storia.-

Guardo James assottigliare gli occhi con cattiveria prima di espirare il fumo.

-E io la distruggerò, fosse anche l'ultima cosa che faccio.-

Scrollo il capo sorridendo, lui però sembra davvero troppo serio.

-Ti sbagli Hunter, non andrà così...li ho visti sul palco si piacciono davvero.-

Lo vedo risucchiare il fumo dalla sigaretta con furia, come volesse bruciarsela tutta nei polmoni in una volta sola.

-Che palco?-

Io abbasso anche il mio di finestrino, perché il fumo sta riempiendo l'abitacolo.

-Tu non c'eri, si sono baciati nell'ora di teatro.-

-Davanti a tutti?-

Annuisco.

-Ah.-

-Cos'è ti fa strano, James?-

Lo osservo con un sopracciglio alzato.

-Avevano litigato.-

-Avevano litigato perché tu li hai fatti litigare.-

-Cazzate.- sputa nervoso.

-E poi si piacciono si vede lontano un miglio che lui è partito per lei.-

Sì mi piace fare un po' di gossip ogni tanto, che male c'è?

-Cazzate.- replica James prima di fulminarmi con uno sguardo ispido.
-Senti non parlarmi più di quella stupida bambina del cazzo. Allora posso dormire da te?-

-Basta che non fai gli occhi dolci a mia nonna...-

-Ma che cazzo dici!- scoppia a ridere tornando a guardare fuori dal finestrino.

Perdo per qualche istante il contatto occhi-strada.

-Intanto l'ultima volta ti ho beccato con lei, eravate in cucina insieme e tu le stavi facendo i complimenti.-

-La stavo solo convincendo a mettermi dell' erba nei biscotti che stava preparando.-

-Sì, dicendole che da giovane era la ragazza più bella che avessi mai visto..-

-Intanto adesso mi adora quindi chiudi quella bocca.-

Aspetto che James finisca la sigaretta, poi giro la chiave di casa nel nottolino della serratura, mentre gli faccio segno di stare in silenzio.
Ovviamente sta già ridendo quando entriamo in casa.
La sua sagoma è barcollante e per quanto io sia grande e grosso, James ubriaco è davvero pesante da sorreggere.

-Fa piano, porca miseria!- lo rimprovero sottovoce.

-Shhh- soffia divertito nel mio orecchio dandomi i brividi.

Arriviamo in camera mia. James prende a calci i vestiti che ho lasciato per terra poi si toglie la mia giacca.

La luce sul letto è debole, ma il suo torace ricolmo di muscoli spessi e sporgenti è ancora più visibile grazie alle ombre che tagliano la sua pelle fina.

-Vado in bagno.- borbotto prima di abbandonare quello spettacolo proibito.

Comincio a lavarmi i denti, quando sento dei rumori provenire da camera mia.
Avrei dovuto chiudere a chiave perché James entra dopo pochi minuti, sorprendendomi alle spalle. Ho un sussulto nel vedere i suoi occhi lucidi nello specchio.

-James?- lo richiamo con la bocca impastata di dentifricio.

-Che vuoi?-

-Perché ti stai spogliando? - chiedo poi, quando lo vedo intento ad abbassarsi i pantaloncini. Distolgo immediatamente lo sguardo prima che i suoi boxer neri finiscano a terra.

-Mi faccio una doccia, non posso?

Vedo solo la sua schiena enorme sparire dentro alla doccia.

Che serata del cazzo


🌺ARI POV🌺

Ho il cervello completamente dilatato mentre leggo le pagine sulla guerra civile. Sembrano paragrafetti ma in realtà sto assimilando pagine intere.

Leggo con una concentrazione tale che ho come l'impressione che le parole mi rimangano incollate ai neuroni. Mi ricorderò tutto domani.

-Ari?-

Tutto. Chiudo immediatamente il libro e faccio cenno alle ragazze di tirare fuori i cellulari e nascondere gli appunti.
Brian apre la porta di camera di Poppy cercando il mio sguardo.

-Vado a casa. Ti do uno strappo, piccola?-

Gli occhi color smeraldo di Brian frugano qui e là per la camera. -Ma....che state facendo?-

Non riesco a rispondergli, sto ancora ricordando a memoria l'ultima frase che ho letto.

-Cazzeggiamo. Fatti il tuo Brian.- gli risponde male Amelia.

-Tu resti qui a dormire?- chiede lui fissando sua sorella con occhi indagatori.

- Non lo so.-

Brian la guarda di storto.

- O torni a casa o resti a dormire qui da Poppy, non ci sono altre opzioni.-

A volte credo che Brian sia più possessivo con sua sorella che con me.
Lo sbuffo di Amelia nasconde una risatina beffarda.

- Sì sì dorme qua.- taglia corto Poppy.

Lui ovviamente si fa ancora più sospettoso.

- Brian sta tranquillo, stiamo qui. Siamo solo noi. Hunter e Jackson sono andati via, ho anche mandato via Marvin e gli altri ragazzi. Puoi dormire sogni tranquilli.-

Poppy e la sua boccaccia. Mi mancano cinquanta pagine, ce la posso fare.

-E con questo cosa vorresti dire Poppy? Anche se fossero ancora qui?-

Brian. Paranoico.
È una distrazione. Devo studiare. Mio padre non accetterà un altro brutto voto.

-Andiamo giù, Ari.- mi dice poi senza troppi complimenti.

Sopportare il caratteraccio di Brian è davvero dura.
È troppo opprimente con me, come lo è con Amelia.
Io lo so che lo fa solo per proteggerci, ma delle volte è soffocante.

- Arrivo subito.- sussurro alle ragazze, prima di uscire con Brian.

Non c'è più anima viva fuori dalla porta d'ingresso, io mi appoggio con la schiena contro la macchina di Brian, mentre lui sembra per un attimo confuso. Così metto fine ai suoi dubbi afferrandolo dalla maglietta.

-Ari.-

-Non c'è nessuno...- sussurro prima che le nostre labbra s'incontrino.

Ma soprattutto ci stiamo solo baciando su un marciapiede, non stiamo facendo assolutamente niente.

La mia mano percorrere tutto il suo torace forte, sento il cuore esplodergli sotto alla maglietta quando gli accarezzo il petto. Come riesco a sentire il mio andare a mille chilometri orari, ogni volta che mi sfiora in maniera un po' più intima. Se così la vogliamo chiamare. Il mio respiro vacilla per qualche istante, come se da un momento all'altro mi aspettassi che mi strappasse il vestito di dosso con le sue mani grandi.
Ma non succede. Mai.

Le sue dita mi si posano su fianchi, con una presa sicura.
Due secondi, poi le ritrae.
Non ci posso credere. Ancora.
Così agguanto la sua mano e la infilo sotto alla mia gonna.

- Non qui.- sputa Brian staccandosi immediatamente.

-Non qui, non in macchina, non in camera tua, non a casa mia.
Non ti vado mai bene da nessuna parte!-

-Ho detto non qui.-

Mi blocca ogni ancora.
E manda in frantumi la mia autostima per l'ennesima volta.
Mi fa stare così male.

-Perché?- gli chiedo senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.

Perché l'unico ragazzo che amo non mi desidera?

Perché piaccio a tutti i ragazzi della scuola, tranne che a lui?
Dice di amarmi, ma poi non lo dimostra con i gesti fisici. E non riesco a farmela andare giù questa cosa, anche se poi alla fine sono costretta a farlo, perché nonostante tutto...non riesco mai a litigarci sul serio con Brian. Ha avuto un'infanzia terribile e io ho sempre paura di dire qualcosa di sbagliato e urtare la sua sensibilità. Ma ora quella maledetta pastiglia mi sta rendendo più nevrotica, non riesco a contenermi.

Lui mi volta le spalle senza neanche degnarmi di una risposta.

-Brian!-

Non si ferma, ma continua a fare il giro intorno alla macchina. Il suo gesto scatena in me una reazione imprevedibile: gli vado dietro e prima che raggiunga la portiera, gli do uno spintone contro la schiena.

- Ari ma che ti prende?!-

-Perché!?- insisto.

-Cosa?!-

-Perché non ci riesci mai!-

-Che stai..dicendo?-

Lo sa perfettamente a cosa mi riferisco, come può negarlo?

- Lo sai.-

Scrolla il capo, così ci riprovo. -Tu non mi vuoi.-

-Non mi sembra l'orario per parlare di queste cose. Devo tornare a casa.- asserisce con tono calmo.

-Ci giri sempre intorno!-

Lui si guarda intorno come per appurare che le mie parole urlate non vengano sentite da nessuno.

-Che ti prende, adesso?-

-Pensi che a me vada bene così, Brian?-

-Cioè... scusa, tu preferiresti che il tuo ragazzo ti saltasse addosso?-

Abbasso immediatamente lo sguardo. -E anche se fosse?!-

-Ma che dici ...stai scherzando, vero?-

Mi fa sentire in colpa ogni volta che desidero andare oltre.
È così sbagliato volerlo?

-Brian....-

-Non ti sei mai lamentata, che ti prende?-

Questo è il momento in cui gli chiedo scuso e tutto torna come prima. Ma non sta volta.

-Beh, sto iniziando ora! Sono stufa di te!- sbraito girando i tacchi all'istante.


🌺JACKSON POV🌺

Sono nel mio letto quando James esce dalla doccia e torna in camera strofinandosi i capelli ancora bagnati con un asciugamano.
Lancio lo sguardo verso la mia tv, per evitarmi la vista dei suoi boxer aderenti che mettono tutto in bella mostra.

-Cazzo io non ci sto lì dentro.-

James arriccia il labbro in una smorfia schifata indicando il materasso che ho messo a terra per farlo dormire.

-Ci dormivi una volta.-

-Sono cresciuto da quando andavo alle elementari, Jax. Precisamente di ventitré centimetri.-

-Ma vaffanculo. Sta' zitto.-  Gli lancio addosso un cuscino che lui schiva al volo.

-Potrei metterti sotto anche se sono ubriaco.- dice poi lanciandosi sul letto di fianco a me.

Ahem...In che senso?

-Hai visto che riflessi, Jax?-

Ah, sta parlando di boxe

-Non mi piace il combattimento.- bofonchio con riluttanza.

Mi da fastidio la vista del sangue, non sopporto la violenza. James invece ci sguazza.

-Ora dimmi...cosa c'è di meglio?- domanda scompigliandosi i capelli ancora umidi con una mano.

Mi sta davvero chiedendo cosa ci sia di meglio di due ragazzi che lottano sudati, mettendosi le mani addosso?

- Ah. Ehm.. beh... -

-A parte il sesso.- conclude poi, assumendo un'espressione seria.

Si sdraia guardando verso il soffitto e io non posso fare a meno di prenderlo in giro.

-Ventitré centimetri, eh? Che coglione che sei!- esclamo mentre lui mi sgancia un pugno sul fianco ridendo.

-Posso dormire qua?- domanda indicando il materasso sul quale stiamo sdraiati.

-No.-

-Qual è il problema, hai paura che ti tocco nel sonno, Jax?-

No, il problema c'è l'ho tra le gambe quando sei mezzo nudo e mi stai così vicino, cazzo.

-Facciamo così: mi metto io lì a terra, tu dormi nel mio letto.- annuncio sollevandomi in piedi.

Inizio a risucchiare il piercing al labbro tra i denti, come per allentare la tensione.

-Davvero?-

James assume una faccia incredula mentre i suoi occhi blu mi scrutano sospettosi.

Non sono Mr. gentilezza, lo sanno tutti. Marvin l'avrei preso a calci in culo, a quest'ora.

-Sì. Però ora sta zitto e lasciami dormire.-

- Non vedo l'ora di vedere quel coglione di Hood piangere come un bambino, domani.-

-Il coach non gli ha ancora parlato?- domando sistemandomi sul materasso ad acqua più scomodo della storia.

-No.-

-Vuole farlo fuori dalla squadra?-

-No fuori no, però non sarà più capitano. E farlo fuori sarà più facile.-

Mi allungo verso il comodino per spegnere la luce, ma in quel preciso istante resto senza fiato.

-Perché cazzo ti sei tolto i boxer, James?!-

-Dormo nudo, non lo sapevi?- chiede lui con aria innocente.

Cristo santo.

-Ma che cazzo di problemi ti fai, Jax? Facciamo la doccia insieme tre volte a settimana dopo l'allenamento.- ridacchia sguaiatamente.

Già, ma ogni volta io mi giro dall'altra parte per non guardare quanto cazzo sei perfetto.

- Sta zitto, James.-

E poi lui si addormenta all'istante.
Io invece, non mi sento in diritto di stare qui a guardarlo, così esco fuori a prendere una boccata d'aria fresca.
Trovo mio nonno in terrazzo che fuma il sigaro.

Porca miseria, speriamo non ci abbia sentiti parlare.

Mio nonno è un ex militare ed è piuttosto all'antica. Gli hanno sparato ad un orecchio, ma ci sente benissimo dall'altro.

-C'è qualcuno con te, ho sentito parlare.-

Ecco, appunto.

-È solo un amico. È rimasto a dormire.-

-Mai che ti portassi una bella ragazza...- borbotta tra sé e sé.

-Beh in quel caso avresti dovuto sgridarmi perché mi portavo una ragazza a dormire!- lo incalzo provocandogli una smorfia di delusione.

-In quel caso, il tuo vecchio avrebbe esultato, Jax.-

Come scusa?

-Non mi piace che dormi con un altro uomo.-

-È un mio amico, te l'ho detto..non siamo negli anni cinquanta.- replico acidamente.

-È questo cosa c'entra figliolo?- Si avvicina, inondandomi con un odore acre di sigaro cubano.

-Le abitudini sono cambiate e due uomini dormono insieme anche senza essere amanti, non c'è niente di cui vergognarsi.- spiego allargando le braccia.

-Pensi che io non dormivo con i miei commilitoni?- Corruccia le folte sopracciglia, ormai completamente bianche.

-Appunto, vedi....è uguale.-

- Sei tu ad essere diverso, Jax.-

Oh, no ora ricomincia.
È meglio se torno dentro.

-Buonanotte, nonno.-

Mi dirigo verso la porta finestra, quando lui mi lancia un'ultima freccia alle spalle.

-Pensa sempre a tuo padre quando fai quello che fai, Jax. E chiediti se lui sarebbe fiero di te.-

Non mi sembra un buon momento per pensare a mio padre, né a mia madre. Sono morti due anni fa in un incidente d'auto mentre stavano venendo a prendermi ad una festa, alla quale non volevano neanche partecipassi.

Così torno in camera con il morale sotto ai piedi.
James dorme a pancia in giù.
E il suo culo è perfetto.

Cazzo

Sbatto la faccia nel cuscino e non chiudo occhio per tutta la notte.




-Hunter?-
Mi sveglio di soprassalto quando mi accorgo di non essere solo in camera.

- Che cazzo c'è?- chiede lui con voce rauca.

James appena sveglio sa essere più simpatico di una crivellata nelle palle.

-Da dove esce quel caffè?- domando stiracchiandomi. Ho dormito così scomodo che sento tutti i muscoli della schiena doloranti.

-Me l'ha portato tua nonna.- sbuffa lui mentre se ne sta sdraiato comodo sul mio letto, a guardare il cellulare e sorseggiare il caffè.

-Le hai almeno aperto la porta con le mutande addosso?-

Mi strofino i capelli arruffati mentre a fatica mi rialzo da quel giaciglio scomodo.

-No, mi ero appena svegliato e gliel'ho fatto vedere in tutta la sua meravigliosa grandezza.-

Spalanco la bocca.

-Ma che sei scemo, cazzo? Certo che avevo le mutande!-

Mi scompiglio i capelli allo specchio.
Non li ho mai tinti, eppure sono così chiari e biondi che sembrano finti.

-Chi è? Taylor?- domando indicandogli con il mento il cellulare che tiene tra le mani.

Quelle che ho sbirciato sullo schermo erano chiaramente due tette.

-Sta provando a farsi perdonare per l'altro giorno, ma non attacca. Con me ha chiuso.-

-Lei te le ha sempre perdonate tutte però...-

-Ma da che cazzo di parte stai, eh?- sbotta lui tirandosi su dal letto per infilarsi i pantaloncini.

James di prima mattina riesce ad essere persino più irascibile di me.

-Non me ne frega un cazzo.- continua. -Dopo la scenata che mi ha fatto, non lo vedrà più neanche se viene a pregarmi in ginocchio.-

Poi senza dire nient'altro si rimette il mio giubbotto.

-Ci vediamo ad allenamento.-

-Ma dove vai?- chiedo quando lo vedo già sulla porta.

-Passo da casa a cambiarmi.-

-Vuoi prendere qualcosa di mio?- gli indico il mio armadio.

Lui sbuffa arcuando le sopracciglia chiare.

-Mi eviteresti una bella rottura di coglioni, grazie.-

Lo guardo aprire il mio armadio per poi frugarci.

-Allora che farai con Hood oggi?-

-Jackson.. Jackson... Lo sai che io non penso mai prima di agire. "Pensare" è per gli stupidi, io mi affido solo all'ispirazione. -

-Smettila di guardare quel film, ti va in pappa il cervello.-

-Arancia Meccanica è un gran film. E poi non sarà sicuramente un film a fottermi il cervello..-
dice rivolgendomi un ghigno storto.

-Certo che tu roba normale qui dentro non ce l'hai vero...-

Tira fuori dal mio armadio uno dei miei gilet dai colori sgargianti, poi si morde il labbro inferiore.

-Perché no. Alla prof di religione verrà un colpo se vengo a scuola con solo questo addosso oggi...-

-Ma la tua divisa?- gli domando mentre sono intento a cercare la mia, sulla poltrona in cui tengo vestiti ammassati da giorni.

- È quello che mi chiedo anch'io.- borbotta prima di afferrare una maglia dal tessuto grigio.

- Ehi! Ma questa è la mia cazzo di felpa, Jax!?-

-Ah sì?- Tento di utilizzare il tono più innocente possibile.

-Sì, che cazzo ci fa qui?- chiede prima di affondarci il naso dentro.
-Ma l'hai lavata almeno?-

-Ehm...-

-Sa di tabacco e sento ancora l'odore del mio bagnoschiuma. Che schifo potevi lavarla!-

-No è che non l'ho mai messa..-

-Vabbè vado. Ci vediamo a scuola.-

No cazzo non portarmela via.

🌺ARI POV🌺

Sto attaccando i volantini in corridoio da più di venti minuti. Avrei bisogno di Brian, sono troppo nana per arrivarci lassù.
Mastico nervosamente la gomma.
Non chiudo occhio da più di quarantott'ore.

Faccio avanti e indietro tra corridoio e bagno. Controllo ossessivamente le mie pupille allo specchio. Non voglio che Brian se ne accorga.
E perché no, ne approfitto anche per risistemarmi i capelli e rossetto.

La scuola poco a poco inizia a gremirsi. Da lontano, faccio un cenno con la testa a Poppy ed Amelia che corrono in classe per ripassare.

-Piccola, ma non abbiamo un compito oggi?- mi domanda Brian sorprendendosi di vedermi in corridoio già super attiva e produttiva, ancor prima che suoni la campanella.

-Sì ma anche la tua candidatura è importante..- gli sussurro accarezzandogli la guancia.

Spero si sia dimenticato della sfuriata che gli ho fatto ieri sera.

-Beh oddio, non per me..-

-E dai lo sai che ci tengo..-

Metto il broncio che lui blocca prontamente con un bacio a stampo.

Come nulla fosse successo, Brian fa sempre così.

-Okay, piccola.-

Alle sue spalle passano James e Jackson. Quest'ultimo si unisce ad un gruppetto di ragazzi che parlottano in un angolo, mentre James si fionda al suo armadietto.

Gli dà un colpo così forte da farmi fare un saltello sul posto.
E Brian deve averlo notato, perché le sue braccia mi stringono più forte in quell'esatto istante.

-Scusa per ieri, Brian..-  mormoro nel suo orecchio.

Ma lui è troppo impegnato a guardare James di traverso, non mi ascolta neanche.

-Vado. Non perderci troppo tempo qui.- sputa senza scollargli gli occhi di dosso.

-No, finisco di appendere gli ultimi volantini e arrivo...-

-Sei la migliore ragazza del mondo.-

Mi saluta con un bacio sulla guancia.

Oh, no Brian. Non lo sono affatto.


James apre l'anta con decisione e tutti i volantini che riempivano l'armadietto scivolano giù a cascata sul pavimento.

-Porca di quella troia! Taylor!- impreca innervosito.

Ma è bastato nominarla che lei appare come una divinità maligna.

-Ciao stronzo. Visto che fine farà la tua candidatura?- esclama indicando per terra. Poi calpesta un volantino con il tacco vertiginoso dei suoi stivali.

-Che cazzo vuoi?- sputa lui appoggiandosi con la schiena agli armadietti.

Come al solito non indossa la divisa della scuola e di sicuro il gilet rosso che ha addosso deve essere di Jackson, perché sembra uno di quelli che porta sempre lui.
Le sue spalle larghe e massicce escono con prepotenza dalle maniche.
Lancio un'occhiata a Jackson.
La sua carnagione è chiara come il latte, James invece è un fascio di muscoli abbronzati.

Mi mordo il lato della bocca.

-Ora che non sarò io ad occuparmene... vediamo cosa sai fare da solo. Perché tu le cose non le sai fare da solo!-

Taylor gli punta un dito nel petto, ma lui non pare affatto arrabbiato, anzi sembra divertito.

-No hai ragione. Preferisco quando ci sono le tue amiche ad aiutarmi.- risponde portandosi una sigaretta dietro all'orecchio.

-Sei un bastardo. Non parlarmi mai più.-

-E tu evita di mandarmi quelle foto di prima mattina... Madonna se me lo fai ammosciare.-

Taylor se ne va infuriata, muovendo i fianchi come fosse la più figa sul pianeta terra, incurante degli insulti.

Vorrei avercela io la sua autostima.

James richiude l'armadietto poi solleva gli occhi quanto basta per guardarmi.
Io mi stringo nelle spalle.

-Ariana...- dice come per rivolgermi un saluto.

-James, senti...-

-Piaciuta la scenetta?-

- Non volevo mettermi qui a guardarvi, ma devo parlarti...-

Lui solleva gli occhi al soffitto.

- Sentiamo.- dice spazientito.

-James mi dispiace davvero.-

-Non voglio la tua pietà.-

-Non è pietà.- ribatto subito.

-Lo è, finché ti vedo mano nella mano con lui.-

Poi mi volta le spalle e senza dire altro, se ne torna dai suoi amici.

Okay devo stare calma.

Corro in bagno per l'ennesima volta a ritoccarmi il trucco.
Taylor entra un secondo dopo di me. Il suo tempismo è assurdo, mi chiedo se mi abbia seguita.

-Me lo sento....- dice sedendosi sul lavandino contro il quale sto poggiata, intenta a stendermi un po' di correttore. Lei però si prende il mio spazio, facendomi indietreggiare all'istante.

- Prima White mi frega il posto da capo cheerleader, poi si appropria del mio ruolo di Giulietta..-

-June non ha fatto niente di male, sei tu che..-

- Me lo sento!- mi interrompe lei con aria minacciosa.
-Qualcuno qui farà una brutta...bruttissima fine.- sussurra stringendo gli occhi azzurri.

Le sue minacce non mi fanno paura.
Penso immediatamente a Brian.
O forse sì? Un pochino di paura me la fanno...

- E qualcosa mi dice che tu sai chi sarà, cara Ari...-

Il suo sorrisetto finto è insopportabile.

- Taylor io lo so che ora c'è l'hai con James, ma io...-

- Oh Ari, qui non si parla di chi finisce a letto con James, perché io me ne sono tirata fuori da quel casino. Qui si parla della mia reputazione come responsabile del consiglio studentesco.-

E a me dovrebbe interessare?

-Che vuoi dire?- chiedo risistemandomi la coda alta, senza scollare gli occhi dalla mia immagine allo specchio.

-Non hai capito? Se prima lo era, ora non è più una gara tra me e te.-

-No, non capisco.- ammetto accigliata.

Taylor mi si para davanti interrompendo il contatto tra me ed il mio riflesso nello specchio.
La cosa mi indispettisce.

-James non deve assolutamente essere eletto rappresentante di classe, né tornare ad essere capitano della squadra.-

-Da quando sei dalla parte di Brian? E poi hai appoggiato James fino a ieri..-

La guardo confusa, nella speranza che lei si faccia più chiara.

-Perché non ero a conoscenza di cos'ha combinato la scorsa settimana. Ma ora che lo so, non gli permetterò di acquisire potere in questa scuola.-

-Perché? A te cosa cambia?-

-Perché è una mina vagante. Io lo conosco e so cos'ha in quella testa malata. Non voglio associarmi a lui, non voglio farmi rovinare il futuro accademico da uno che finirà morto tra un paio di mesi!-

Un brivido lungo la spina dorsale.

Taylor si avvicina, infittendo lo sguardo arcigno nel mio, poi inizia a sussurrare con voce bassissima.

-Quando scoppierà il casino e sono sicura che accadrà... questa scuola verrà ricordata solo per quello. E no, non voglio che quando sarò al college il mio nome venga associato a quei deliquenti.-

-Ma se fino a ieri...-

-Cosa, Ari??-

Sono tesa come una corda di violino in questo momento.

-Beh eravate...-

Non ho il coraggio di continuare, perché mi fulmina con i suoi occhietti piccoli.

-...Intimi?- conclude lei prima di scoppiare a ridere in maniera stridula.

-Senti da che pulpito arriva la predica! Ari, la fidanzatina dell'anno!- esclama ironicamente, però ad un tratto la sua voce si fa intimidatoria.

-Pensi che non lo sappia cosa fai con James? Oh attenta che ti cade l'aureola.-

Oh cavoli

Indietreggio senza trovare le parole da usare.

-Amelia ha avuto le palle per mandarlo a cagare e quella cretina della tua amica che non è capace a tenere la bocca chiusa, ha un cervello talmente bruciato che non si ricorda neanche come si chiama. L'unica che rimarrà scottata sarai tu, Ari...-

-Taylor. Non è come pensi.-

Lei però avanza un passo verso di me con una smorfia ostile.

-Brian non lo sa vero?-

Sento una morsa al petto, poi una più forte allo stomaco.

-Cosa?-

-Che sei una piccola troietta senza un minimo di amor proprio.-

Sento le orecchie fischiare, non so cosa dire, resto a bocca aperta, ma quando la porta di uno dei bagni si spalanca ed esce Amelia, per poco non svengo per la paura.

-Stavo pisciando. E la tua voce da cornacchia avvizzita mi ha bloccato il flusso.- annuncia fulminando Taylor di traverso.

-Ragazze..- provo a mettermi in mezzo, ma loro non mi calcolano di striscio.

Taylor guarda Amelia con disprezzo, ma quest'ultima non demorde. -Non hai ancora capito che non vali più niente qui?-

-Lo vedremo.- sputa Taylor prima di andarsene.

E poi gli occhi di Amelia come due lame su di me.

-Di cosa parlava la stronza?-

Ehmmmm

-Ari apri bene quelle orecchie: se scopro che tu pensi anche solo lontanamente, di tradire mio fratello...-

-Cosa... cosa fai?-

-Ti farò vedere come si fa a passare dall'essere la ragazza più amata della scuola, a quella più odiata, in un secondo.-

-Esageri sempre.- le dico senza però avere il coraggio di guardarla negli occhi.

- Non se qualcuno fa del male a Brian. Non ti parlerò mai più, hai capito? Non avrai più uno straccio di amica.-

-Non lo farei mai... Non tradirei mai Brian.-

-Bene. Perché se così fosse, faccio finta di non sapere nulla fino a stasera. Hai i minuti contati per chiudere questa cosa, Ari.-

Oggi è ufficialmente il giorno più terrificante da quando ho messo piede dentro a questa scuola.
Non so come mai, ma all'improvviso sembra che tutto mi si stia ritorcendo contro!

Dopo il compito in classe mi dirigo palestra. Inizio a sentire la stanchezza farsi strada dentro di me. Probabilmente ho solo bisogno di dormire un po'.
Finisco di addobbare le pareti con i volantini della candidatura di Brian, quando i ragazzi escono dagli spogliatoi dopo l'allenamento.
Nessuno parla, l'aria è tesa.

-Brian?-

Mi passa accanto con una maglietta bianca ed un broncio scuro.
Mi fa un cenno di saluto ma nient'altro.

Non so cosa sia successo, ma a quanto pare anche la sua giornata non dev'essere stata delle migliori.
La palestra si svuota, non c'è traccia di James però.

Così mi infilo dentro agli spogliatoi.
Non voglio cercarlo, è solo che...
Lui esce dalla doccia con un asciugamano intorno ai fianchi.

Sarà difficile ma devo farcela

-James, stavo pensando che...-

Invece che lasciarmi parlare, mi blocca prontamente, facendomi segno di stare zitta con le dita davanti alla bocca.
-Shh... aspetta. Vediamo se indovino.-

-James...-

Lui però non mi dà retta.

-Io lo amo. Sai...Sono innamorata di lui. Non posso più fargli questo! Non se lo merita. Siamo fatti per stare insieme..-
James imita la mia voce provocandomi un leggero fastidio.

Però sta esattamente dicendo ciò che penso.

-Tanto è così no?-

Annuisco.

-Va bene.- ribatte lui.

Fa spallucce, poi si volta dandomi la schiena, per prendere una canottiera pulita dal borsone.

-Va bene? Non hai altro da dire?-

-Vuoi che ti chieda di lasciarlo?-

Cala un silenzio così pesante che non sono in grado di parlare.

-Non lo farò mai.- asserisce deciso ad un certo punto.

- Perché?-

Perché non gliene frega niente di me, ovvio.

-Perché non ne vale la pena.- dice poi, giocherellando con la canottiera tra le mani.

-Ci stiamo solo divertendo, ma che problemi avete tutte quante?-

I miei occhi si perdono sulla sua schiena perfetta.

Sarà anche vero, eppure le sue parole mi fanno male in questo istante.

-Infatti non sono venuta qui per chiederti proprio un bel niente! Io amo Brian.-

Lui deforma la bocca in un ghigno.

-Non sono mai stato innamorato, ma se per te l'amore è sinonimo di farti scopare da me ogni volta che ne hai voglia, mentre stai con lui... Non credo che tu sia sulla strada giusta.-

Mi siedo sulla panca portandomi la testa tra le mani.

-Lo dico per te.- continua James, sollevando le spalle imponenti.

-Non so che fare, è tutto così difficile..-

James si siede al mio fianco. Emana un profumo così buono che non riesco neanche a pensarci a Brian adesso.

-Secondo me hai bisogno di stare da sola. Che senso ha fare la coppietta felice se lui neanche ti tocca e tu non riesci a non tradirlo?-

-Brian mi ammazza se ci scopre.-

-Se prova a toccarti lo ammazzo io.-

James mi fa sorridere.
Poi però lo guardo negli occhi.

-Ti hanno fatto male?- chiedo accarezzandogli il viso ancora un po' tumefatto.

-No, sopportabile. Ho visto di peggio.- mormora lui. Abbassa la testa, scompigliandosi i capelli umidi.

-Fa tanto male quando prendi un pugno?-

-Eh? Beh...Bene non fa...-

Poi mi ferma il polso con una presa repentina, prima che le mie dita possano sfioragli il petto scoperto.

-Non sei qui per questo, Ari.-

No è vero, ma lui mi guarda in quel modo..

E mentirei se dicessi che non sono io ad incominciare a baciarlo...è più forte di me.
Le sue labbra sono delicate, ma la sua bocca è così dura quando mi riempie il collo di baci leggeri.
Poi comincia ad usare anche la lingua e io mi sento andare a fuoco.
Inizia a torturare quel punto, nel mio collo, dietro al lobo dell'orecchio, provocandomi un caldo insopportabile.
E lui ha solo quello asciugamano addosso. Mi afferra dai fianchi poi mi solleva facendomi sedere a cavalcioni su di lui.

Sento il tessuto scivolare pericolosamente a terra.
Sto per fare l'ennesima cavolata.

-James no.-

-Cazzo.- Impreca ricoprendosi con un gesto rapido. -Ne sei sicura?-

-Sì.- ammetto senza riuscire ad alzare lo sguardo da pavimento.

Lui mi solleva il mento con due dita, costringendomi a doverglielo dire guardandolo negli occhi.

-Tornerai da lui?-

L'ho promesso ad Amelia.
A Taylor.
E a me stessa.

- Sì, James.-


🌺JUNE POV🌺

-June ma dici sul serio?-

William ride in un modo così spontaneo che mi fa sorridere di rimando.

-Sì, mia madre inizierà a fare mille domande se vieni a studiare da me, oggi! Si trasforma in un agente sotto copertura della CIA quando vuole!!-

-Beh tu digli che siamo amici.-

Siamo amici? AH

Io però ho questo brutto difetto per cui le cose mi si disegnano in faccia quando le penso.
E William se n'è accorto, impossibile da nascondere: ci sono rimasta un po' male.

-Nel senso...-

-Okay okay.- taglio corto risistemando i libri nell'armadietto.

-No, non hai capito June.-

Distolgo all'istante gli occhi dai libri per tuffarli nell'azzurro dei suoi.

-Io non vorrei fossimo solo amici. Lo dicevo nel caso a tua madre non andasse a genio che porti un ragazzo a casa.-

-Facciamo così, puoi venire alle cinque. Lei esce per andare a fare un corso di due ore.- concludo richiudendo l'armadietto.

Ma da quando mi organizzo per fare venire un ragazzo di nascosto a casa mia?

-Oh, quindi lei non ci sarà?-

Oddio che figura

- No, ma per il motivo che ti ho detto prima..- mi appresto a chiarire.

-Mi inviti quando hai casa libera... devo pensare che hai strane idee in mente, June?- mi prende in giro facendomi ridere.

Veramente non ci ho neanche pensato

William si accosta al mio viso con una mossa che non avevo previsto.
- Non che la cosa possa dispiacermi..-

Sento le orecchie pizzicarmi.

Oh no, non sto arrossendo per l'imbarazzo, io non sto... maledizione!!

- Sto scherzando ovviamente..- ridacchia William mentre siamo ormai davanti alla sua classe.

- Ieri dove sei sparito? Sei tornato a casa presto.- gli dico cambiando argomento.

Sono una maestra in questo.

- Le feste in piscina non mi piacciono. L'odore di cloro mi dà la nausea..- tentenna lui.

- Che cosa strana. Ora vado alle prove con le ragazze. Oggi doppio allenamento.-
Faccio il segno della pistola puntata alle tempie con la mano.

Lui ride, poi però si fa subito serio.

-Okay, June. Senti...per il discorso amici o...-

-Che schifo.- sputa James passandoci a fianco.

Io lo guardo male, ma Will scrolla il capo.

-Lascialo perdere di prima mattina è sempre scorbutico.- mi suggerisce poi.

-Ah perché il resto del giorno, no?- domando sarcasticamente.

-William ti muovi cazzo?

E non appena alle sue spalle vedo la figura di James che lo richiama, getto le braccia intorno al collo di Will.
Lui dapprima mi osserva sorpreso per l'iniziativa inaspettata, ma poi il bacio che ci diamo è appassionato, tanto da far indispettire James che solleva gli occhi al soffitto.

-Hunter, quindi oggi ci onori della tua presenza?-

Il professore di letteratura lo rimprovera mentre lui se ne sta fermo sulla porta ad aspettare che il suo amico rientri in classe.

-Certo prof. È che Romeo e Biancaneve credono di essere su Disney Channel.. Ha visto come si sbaciucchiano?-

-Ci vediamo oggi June.- conclude Will tornando in classe, mentre spintona James che rimane immobile sulla porta.

Un'occhiata minacciosa non me la leva nessuno.

-Sparisci, ragazzina.-


🌺BLAZE POV🌺

-Ti ho aspettato per una fottutissima ora.-

Jackson approfitta della fine dell'intervallo per rincorrermi, la campanella è suonata e mentre tutti tornano nelle aule, noi restiamo a guardarci in cagnesco nei corridoi.

-Puoi aspettarmi anche fino a domani, non mi interessa.-

Sembra però che lui non si aspettasse la mia reazione.

-Ma che cazzo ti prende, Blaze?-

Gli lancio un'occhiata veloce. Le sue iridi azzurre brillano lucide sotto alla cascata di capelli biondi. Diamine, perché deve farmi sempre quell'effetto guardarlo negli occhi?

-Te l'ho già detto sono stufo di stare ai tuoi comodi. Non ci sono più quando mi chiami.-

Un ghigno beffardo gli si disegna sulle labbra pronunciate.

-Cos'è...perché James ti ha rivolto la parola pensi di piacergli adesso?- ringhia afferrandomi dal braccio.

-Guarda che qui l'illuso sei tu, Jackson.- sbraito liberandomi dalla sua morsa ferrea.

Lui mi afferra dalle spalle e mi spinge contro gli armadietti.

Ruoto la testa, non voglio guardargli le labbra.
Tantomeno quel piercing.

-Cosa vuoi da me Jackson? Abbi le palle di dirlo.- sospiro fissando a terra.

-Voglio che chiudi quella fottuta bocca e mi ascolti.- lo sento ringhiare contro la mia guancia accaldata.

Cazzo, oggi finisce davvero male

-Blaze?-

Oh merda, è la voce di mio padre?

-Preside Manor...-

Jackson sembra un cucciolo smarrito, le sue guance bianche si colorano di rosso acceso, non appena si allontana da me.

-Che cosa succede qui?-

-Niente. Ma tu che ci fai a scuola? Non dovresti essere ancora in mutua?-

Mio padre mi scruta dall'alto.

-Mi hanno chiamato per firmare dei documenti. Tu invece non dovresti essere in classe?-

- Sì... certo.-

Così mi volto ad occhi bassi e mi dileguo per il corridoio.
Poi però sento mio padre dire un'ultima cosa.

-Jackson, tu resta. Devo parlarti un attimo.-


🌺JACKSON POV🌺

Oh, merda merda merda

-Le scarpe, Jackson.-

Le sue parole tuonano per tutto il corridoio.
Può alzare la voce quanto vuole, ma io non sono Blaze. Il coglione qui presente non mi fa paura.

Poi però continua a fissarmi i piedi.
"Le scarpe"... in che senso? Guardo le mie Jordan.
Sono di un verde sgargiante, un'edizione limitata del 2018.
Così rare e colorate che... Oh, no.

Cazzo, le ha riconosciute.

- Io non sporgerò denuncia, ma ad una condizione: voglio sapere perché l'avete fatto.-

Mi sa che sono nella merda.

-Io...-

-È stata un'idea di Hunter vero?-

Sì, ora è ufficiale: sono nella merda fino al collo.

Ma invece che arrabbiarsi, il tono di voce del preside si fa paterno, mi mette una mano sulla spalla.

-Tu sei meglio di così Jackson, lo sai che un errore come questo ti impedirebbe di essere ammesso al college?-

-Credo ci sia un malinteso, io non so di cosa parla...-

Al signor Manor poco importa cos'ho da dire, sa perfettamente di cosa sta parlando.
E sopratutto... sa che siamo stati noi.

-Vuoi restare a lavorare in una tavola calda per il resto dei tuoi giorni? O vuoi finire il carcere prima dei diciott'anni come quel delinquente del tuo amico?-

Cazzo.

-Non volevamo farle del male.-

-E cosa volevate fare?-

-Era solo ...-

-Le minacce non mi piacciono e tanto meno quando sono dei ragazzini a farle.-

🌺JUNE POV🌺

-William ti ha dato buca oggi pomeriggio?-

Controllo l'ora.
Sono le dieci e mezza di sera.
Poi un'occhiata ad Ari: sembra sconvolta.
Ha i capelli spettinati e le occhiaie.
In realtà è bellissima come sempre, solo che normalmente è così perfetta che ora mi sembra quasi..umana.
Mi chiedo se abbia dormito la notte scorsa.

-Ma no, alla fine Will ha avuto un impegno...-

Lei solleva le sopracciglia folte.

- Okay sì, mi ha dato buca. Ma mi ha avvisato prima.- lo giustifico.

Ci raggomitoliamo contro il muretto che costeggia l'Arcade. Da dentro arriva una musica fortissima. Credo ci sia una festa o qualcosa del genere.

-Beh vi vedrete questa sera, no?- domanda poi.

Eh, a giudicare dal fatto che siamo qui da un'ora e William non si è ancora fatto vedere... no.
Non credo.

-Non era sicuro di riuscire a venire...-

Ari fa un sorriso smorto, poi controlla il cellulare.

-Poppy è in ritardo come sempre, ma ha detto che ci raggiunge.-

- Okay..-

Mi strofino le braccia con vigore, fa veramente freddo stasera.

- E tu come mai sei voluta venire qui? Brian dov'è?- le chiedo quando James e Jackson escono dal locale per fumare una sigaretta.

Io e quell'essere spregevole non ci siamo più rivolti la parola e io non posso che esserne felice.

- Avevo bisogno di uscire...- sussurra lei lanciando un'occhiata veloce a James, che fuma in silenzio.

-Vado dentro a prendere da bere. Vuoi qualcosa?- chiede con aria sfuggente.

- No, ti accompagno?-

- No tranquilla. Aspettale qui. Con Poppy e Amelia abbiamo appuntamento qui all'ingresso.

James e Jackson non mi calcolano di striscio, finché ad un tratto arriva Marvin con un tizio dall'aspetto poco raccomandabile, i capelli corvini e gli occhi scuri come l'inchiostro.
Questo resta a guardarmi mentre mi passa davanti.
-Ciao.-

"Ah perché ti conosco?"

-Ciao.- ribatto scontrosamente.

-Lei è June White.-ridacchia Marvin.

Poi li raggiunge una tizia mezza svestita con un caschetto di capelli neri, che a quanto capito è la cugina di Marvin. Ha due gambe chilometriche e ovviamente non toglie gli occhi da James Hunter neanche a pagarla. Jackson non sembra minimante interessato, tant'è che ad un certo punto mi cerca con lo sguardo.
- White?-

-Eh.- sbuffo fingendo di stare al cellulare.

- Ma che fai lì da sola! Vieni qui!-

- Vieni, June!- mi richiama anche Marvin.

Certo, vorrei dirgli che sto aspettando le mie amiche e non ho nessuna intenzione di avvicinarmi a dei soggetti come loro, ma... magari sanno dirmi perché il loro migliore amico mi ha tirato pacco per ben due volte in una sola giornata. E non posso neanche dare la colpa a James dato che è qui a bruciarsi i pochi neuroni che gli sono rimasti, sotto allo sguardo bramoso di questa tizia dal caschetto nero.

- E Will?- chiede Marvin scrutandomi con i suoi occhietti rossi.

- Non ne ho idea.- bisbiglio mentre mi avvicino a loro.

- Che strano, non l'ho sentito oggi.- bofonchia Jackson tirando fuori il cellulare.

Io ovviamente mi sto maledicendo. Perché sono venuta?
Potevo starmene a casa invece che fiondarmi qui subito dopo le prove di cheerleading con questo stupido vestito che mi fa congelare il culo.

-Hai freddo?-
Marvin fa per avvicinarsi ancora di più me, sembra voglia abbracciarmi.
Io mi scanso rapidamente.

- Marvin.-

Lo richiama James.

-La vuoi o no?- dice seccato, passandogli una sigaretta che ha tutta l'aria di non esserlo.

Marvin comincia a fumarmi vicino e io mi arrotolo prontamente i capelli lunghi in una crocchia, come se questo impedisse al fumo di penetrativi.

-Mi sa che Will non verrà.- aggiunge Marvin provando a passarmela.

- No grazie.-

-Comunque sì, fa proprio freddo...- sussurra la tizia facendo gli occhi dolci a James che fuma senza guardarla neanche per sbaglio.

Giocherello con il cellulare tra le mani. Non mi va di scrivere a Will.
Non mi ha più risposto oggi pomeriggio, di sicuro non farò la scena della ragazza gelosa e appiccicosa.
Anche perché non stiamo neanche insieme. O forse sì?

Così mando subito un messaggio a mia madre.
Ho già aspettato abbastanza, voglio tornare a casa.

Mi vieni a prendere?

Nell'attesa intanto, ho solo due opzioni: o vado dentro e mi butto nel casino con la speranza di uscirne viva, oppure muoio congelata qui fuori, attorniata da questi cretini.
Se solo avessi portato una giacca!

Marvin mi incute timore e James lo odio dal profondo del cuore.
Jackson mi sta sulle palle, ma mi sembra il più umano in questo momento.
Quasi quasi gli chiedo di prestarmi la giacca...
Oppure vado dentro.
Sì vado dentro.

Ma quando vedo James Hunter entrare a prendere da bere, decido di aspettare ancora un po'.
Voglio stare alla larga il più possibile da quel teppista.

-Stai bene?-
chiede Jackson ad un certo punto, mordicchiandosi il piercing tra un sorso di birra e l'altro.

- Sì.-

-Tremi cazzo.- sbotta lui.

-Ho freddo...- mugola la tizia con il caschetto, credendo che Jackson stia parlando con lei.

Questo sbuffa, poi si leva la giacca e gliela passa.

-Tieni. Ma vedi di ridarmela prima di tornare a casa. È autografata da Tom Brady.- le dice con tono quasi maleducato.

Non so perché, ma ripenso a Blaze.

-E Blaze dov'è?- domando fissando Jackson. Lui solleva il sopracciglio biondo traforato dal metallo.

- E io che cazzo ne so? Eh?-

Okay... scherzavo. Sei proprio uguale agli altri.



🌺ARI POV🌺

- Tieni bellezza.-

Faccio per pagare, ma il barman dietro al bancone mi blocca.

-Per te, sempre gratis.- conclude facendomi l'occhiolino.

- Grazie.- sussurro sottovoce afferrando il bicchiere.

Poi torno con il cellulare all'orecchio.

- Fantastico. Ora anche quell'idiota dell'Arcade ci prova con la mia ragazza?-

La voce di Brian arriva più irascibile del solito.

-E dai, tesoro...-

Sto provando a convincerlo a raggiungermi qui. Non sopporto di stare senza di lui quando usciamo.
La sua presenza mi fa sentire protetta.

- Ho avuto una giornata di merda. Non mi va.- sputa duro dall'altra parte.

- Beh ho visto, non mi hai neanche salutata quando sei uscito dagli spogliatoi!-

-Fatti due domande Ari.-

Il cuore inizia a battermi come un tamburo. E se James gli avesse detto qualcosa?

-Brian ma che dici...-

-Vi ha di nuovo venduto quella merda.-

Ah, è solo questo

- E tu come lo sai?-

-E certo, ti interessa solo sapere chi ha fatto la spia, vero? Il fatto che mi dici cazzate? Questo non ti importa?-

- Brian!-

Lui mi attacca il telefono in faccia.

Se si arrabbia così per una piccola bugia, se sapesse tutto il resto... non me lo perdonerebbe mai, è chiaro.

Entro nel bagno del locale per vedere in che stato sono, voglio darmi una specchiata veloce... quando ci trovo James e la sua schiena massiccia ricurva sul lavandino.

-Già cambiato idea?- dice tirando su una striscia bianca.

- Che ci fai qui, James?-

- Vuoi?- chiede poi.

-Chi era quella ragazza con te?- domando avvicinandomi alla sua figura imponente.

-Che cazzo ne so.- risponde lui con occhi vuoti.

Poi però mi guarda.
-Allora che ci fai qui? Mi stavi cercando, Ari?-

-Assolutamente no.-

Ma chi voglio prendere in giro?

Faccio un passo verso di lui.
Lui uno verso di me.

I miei fianchi finiscono dritti tra le sue mani, è come una forza magnetica.

Oh cavoli

-Tanto io sono sempre pronto per te, vero?- biascica solleticandomi l'incavo del collo con le labbra tiepide.

James non è Brian.
E il bordo del vestito si stropiccia rapidamente sotto alle sue mani esperte.
Non devo pregarlo di toccarmi, anzi, di solito devo chiedergli di smetterla.

-Come faccio a resisterti quando sei vestita così?- dice indicando la mia divisa da cheerleader.

-E quando mai hai provato a farlo?- sorrido. Anche se non dovrei.
Non c'è proprio niente per cui sorridere ora.

-Mi viene duro solo a guardarti camminare con quello.-

James è terribile.

Non mi fa sentire speciale, potrei esserci io oppure la cugina di Marvin in questo momento...a lui non farebbe differenza.
Riesce solo a pensare a sé stesso.
È davvero immorale e senza un minimo di scrupoli.
Terribile per davvero, non è solo un modo di dire.
Eppure mi fa sentire dannatamente desiderata.

-Sei fatto.-

Lui in tutta risposta alza la bocca a lato per rivolgermi un sorrisetto affrettato.

Almeno lui ha una scusa, io che scusa ho?

Le sue labbra sono dure e decise quando mi bacia, so già dove vuole arrivare quando mi stringe tra le braccia. Le sue mani sono ormai dappertutto e io non riesco a smettere di toccarlo.
No, non va bene...devo fermarmi.

Ansimo appena quando finiamo dentro ad un bagno, sento la porta chiudere e lui smette di baciarmi per cercare un preservativo nelle tasche.

Troppo veloce.
Passa troppo poco tempo dal "ciao" a questo.
Con un gesto rapido mi fa voltare contro il muro.
Diamine che caldo.

-James..-

Lui non mi ascolta, ma continua a lasciarmi una scia di baci bagnati sul collo.
Poi solleva il mio vestito e mi strizza il sedere in maniera così volgare che mi sento andare a fuoco.

-Dimmi che cazzo vuoi da me, Ari.-ansima con il fiato corto.

Non ho il coraggio di rispondere, appoggio la fronte al muro tentando di capire cosa fare.
Ma c'è poco da capire, voglio solo quello che lui mi sta facendo, nient'altro. Solo lo vorrei con la persona che amo.

Mi giro di scatto.
-Credo sia la cosa migliore per tutti e due. Non dobbiamo più vederci.-

Le mie parole tagliano l'aria, facendomi scendere da quella giostra velocemente. Anche la mia testa ha smesso di girare.

Lui mi fissa senza dire una parola, io mi risistemo il vestito sulle gambe.

-James..-

Provo a sfiorargli la ciocca di capelli che gli ricade sulla fronte, ma lui si scansa quasi disgustato.
Lo vedo tirare su con il naso nervosamente, poi si riabbottona i jeans.

-Mi hai davvero rotto le palle.-

-James..-

Il suo petto pompa rapido sotto alla felpa grigia, è leggermente sudato.

- Dimmi qualcosa.- lo supplico.

-Se lui non ti vuole io non so che cazzo farci. Però devi smetterla di farmi impazzire.- dice poi gettando la testa all'indietro, mostrandomi il collo affusolato e intarsiato di vene.

-Io? Sarebbe colpa mia?-

-Perché, tu non lo fai? Non mi chiami solo quanto ti fa comodo!?-

-Beh anche tu lo fai.- ribatto prontamente.

-Sono io a chiamare te? davvero?-

No, ha ragione. Però io non sono come lui.

-Sì ma io lo faccio solo con te, tu lo fai con tutte!-

Mi mordo la lingua. Ecco l'unica cosa che non avrei dovuto dire.

-Sì ma con te, a differenza delle altre, rischio grosso, cazzo! Ma lo vuoi capire??-

- Parli di Brian?-

-Se glielo dici quello mi ammazza. Hai presente quella mazza da baseball che tiene appesa in camera? Mi ci vuole spaccare la testa con quella, lo stronzo.-

-Secondo te glielo dico? Non me lo perdonerebbe mai! Non voglio perderlo.- biascico con lacrime agli occhi.

Lui si strofina la fronte con entrambe le mani.

-Ari, non piangere. Io...non l'ho detto a nessuno.- dice serio prima di avvicinarsi per infilarmi una ciocca di capelli dietro all'orecchio. I suoi occhi hanno già perso colore.

-E allora perché Taylor lo sapeva?- chiedo tra i singhiozzi.
-Chi gliel'ha detto se io e te non siamo stati??-

-Non lo so, io...-

Poi la sua faccia si deforma, sembra abbia appena realizzato qualcosa.

-Porca puttana! Quella bambina del cazzo!- lo sento imprecare.

-Ma dove vai James?-

-Non mi cercare più. È finita sul serio.-


🌺JUNE POV🌺

Non ho mai desiderato così tanto vedere mia madre, come in questo momento.

Marvin mi sta appiccicato, Jackson è in pre-ciclo e la tizia con il caschetto qui presente si è appena rubata l'unico straccio di indumento caldo che vedo nell'arco di qualche metro.

Maledetta California, ma non dovrebbe fare sempre caldo?

-Hei ma dove sono i nostri cocktails?- chiede Marvin quando James esce fuori dal locale con aria adirata. Ci lancia un'occhiataccia per poi cominciare a fumare avidamente con occhi torvi.

Qualcuno qui è incazzato nero...

-Chiudi la bocca Marvin.- dice con fare nervoso prima di agguantare sua cugina dal lembo del vestito per portarsela vicino.

James le espira il fumo tra le labbra mentre lei tiene la bocca aperta, come a risucchiarlo
Non ci posso credere.
Si conoscono da due minuti esatti e si comportano in questo modo?

E poi mi guarda.
Il mio cervello smette di connettere nel momento esatto in cui il suo sguardo scuro mi si posa addosso.

- Fai proprio schifo...- biascico scossa da un brivido di freddo.

- È più forte di te, White.- sputa lui sollevando gli occhi blu come la notte, nella mia direzione.

Non rispondere, June. Non rispondere

-Devi sempre parlare, vero? Devi sempre metterti in mezzo a cose che non ti riguardano?-

- Parlo quanto voglio. A te che ti importa?-

James mi si para davanti in un batter d'occhio.

-Mi stai sempre più sul cazzo Biancaneve, tanto difficile da capire?-

- Inutile ripeterti che è reciproco.-

Solo Jackson ridacchia per il mio affronto.

- Mmm... James?- la ragazza mora lo richiama, ma lui le lancia un'occhiataccia.
- Sto parlando con White, non vedi?-

-Ascolta Hunter, stava filando tutto liscio. Riesci a lasciarmi in pace per altri cinque secondi? Aspetto mia madre e me ne vado.-

Sento James farmi il verso, la ragazza scoppia a ridere.

-Che coglione che sei, togliti!- esclamo provando a dargli uno spintone.
Le mie mani premono contro il suo petto ma sembra fatto di acciaio non si smuove di un millimetro, anzi si avvicina al mio viso.

-Ah, davvero?- domanda sollevando un sopracciglio chiaro.
Il suo sguardo si fa minaccioso.

-Non mi fai paura. Non so come dirtelo.- sputo decisa.

- Hei, Marvin...-

Sì però il tono di voce che usi in questo momento non mi piace affatto

-Vuoi fare un...gioco?-

-James...-
Jackson prova a richiamarlo, ma lui non lo ascolta.

-Cioè?- domanda Marvin incuriosito.

-Vorresti scoparti White, o no?-

Come osa dire una cosa del genere? E poi perché parla di me come se io non fossi qui davanti a loro?

-James... finiscila.- continua Jackson con tono irritato.

- Ma non sta con Will?- farfuglia Marvin, confuso.

James solleva il lato della bocca rivolgendomi un ghigno sadico.

-E io ti ho fatto una fottuta domanda Marv.-

- Beh..-
Lo sguardo che mi lancia Marvin da capo a piedi mi fa rivoltare.
Provo a togliermi da quella situazione ma James mi viene addosso facendomi indietreggiare, fino a farmi sbattere la schiena contro la parete dell'esterno del locale.
Poi allunga un braccio, appoggiando una mano sul muro alle mie spalle.
Non ho via d'uscita.

-E come mai vorresti scopartela?-

Non mi sta toccando, mi sta solo fissando negli occhi eppure sono immobilizzata da quello sguardo.

-Beh è bella...- sento dire a Marvin.

James sogghigna ancora, poi si avvicina così tanto al mio viso che posso vedere i suoi occhi scuri farsi più grandi quando si mescolano ai miei, più chiari.
Il blu è sottile, le sue pupille dilatate.
È sicuramente intossicato da qualcosa.

-Sì ma cos'è che ti piace tanto?-

Lo sguardo buio di James scivola rapido sul mio vestito da cheerleader.

-Gli occhi azzurri...I capelli biondi...-
Poi si solleva lento, per finire sulle mia bocca.
-... Le labbra grandi?-

Mi sta ovviamente prendendo in giro.
Vorrei dirgli di smetterla, ma non ci riesco. Non riesco a parlare in questo momento, sono pietrificata.

-Tutto.-

-E come vorresti fartela? Sentiamo.-

-Hunter stai davvero esagerando, basta.-

Jackson fa per afferrare James dal braccio, ma questo lo allontana con una spinta e per poco il suo amico non cade a terra.

-Beh... -

Sento solo il mio cuore pulsare così forte da martellarmi nelle orecchie.
Anche se volessi, non riuscirei a parlare in questo momento.
La mia gola è così arida che mi sento male.

-Avanti. Fallo sentire anche a lei, come vorresti prenderla?-

- Boh..in tutti i modi.- risponde Marvin quasi imbarazzato.

-In tutti i modi? Hai sentito Biancaneve?-

Una quantità indefinita di lacrime comincia a riempirmi gli occhi, non muovo le palpebre o le lacrime cominceranno ad uscire a fiotti.
È ingiusto sentirsi così deboli per una cosa così insignificante come la stupidità altrui.

- Oh...-
Marvin sembra a disagio quando mi guarda in faccia.

James però ride. Mi chiedo se ce l'abbia un cuore.

-Beh, devi darti una mossa caro Marvin. Prima che...-

Fa una pausa per passarsi la lingua tra le labbra rosee e poi mordersi il labbro inferiore.

-Cosa?-

Mi punta con due occhi che mi fanno rabbrividire.

-Prima che mi venga l'insana idea di sbattermela davanti a tutti, un giorno di questi.-

Non mi ha neanche sfiorata ma le sue parole sono così umilianti che mi sento accartocciare qualcosa dentro.

Distolgo immediatamente lo sguardo dal suo.

-Non funziona così.-

È l'unica cosa che riesco a dire.

-Ah no?- chiede lui divertito scollandosi dalla mia figura.

Finalmente respiro.
E posso parlare.

-No. Avrai potere con quei quattro imbecilli che ti stanno intorno, ma non con me.-

Lui ruba la birra dalle mani della ragazza per sorseggiarla senza smettere di fissarmi.
- Ah davvero? E perché?- chiede a denti stretti.

-Perché indovina un po'? Non sono un oggetto e tu mi fai veramente schifo! E probabilmente neanche ripetertelo all'infinito potrebbe rendere l'idea di quello che penso di te. Sei un maschilista del cazzo! Ti odio.-

Mi aspettavo si arrabbiasse, invece James scoppia a ridere. Ovviamente è riuscito nel suo intento. Quello di umiliarmi, spaventarmi e farmi arrabbiare.

-Che parole cattive che usi per me.. e io che ti stavo solo facendo bella pubblicità con i miei amici..- dice tornando a fumare come se niente fosse.

-Quando fai così sei proprio un coglione James, lasciala stare adesso.- lo rimprovera Jackson scuotendo la testa. - Stava solo scherzando.- mi dice poi il biondo.

-Poverina guarda come trema.- aggiunge Marvin, sembra dispiaciuto.

La ragazza a fianco a lui invece ridacchia.

-James ho ancora freddo..-

- Te l'ho detto. A te ci penso io, bambolina.-

Vedo James Hunter sfilarsi la felpa per rimanere con una t-shirt a maniche corte.

-Sentilo, adesso fa il cavaliere..- lo prende in giro Marvin.

- Gia, peccato che oltre al cavallo bianco, gli manca anche un paio di palle.-

Ora che mi sta lontano sembro aver ritrovato l'ossigeno nei polmoni. Riesco persino a dire quello che penso.

James non risponde, ma mi lancia addosso la sua felpa, colpendomi in piena faccia.

-Chiudi quella bocca e vestiti che stai morendo di freddo, cretina.-

Vorrei attorcigliargliela intorno al collo la sua stupida felpa, preferirei morire assiderata piuttosto che accettare un suo indumento.
Ma la realtà è un'altra: sento davvero troppo freddo.
Non mi importa che sia la sua felpa, come non mi importa che ci sia il suo profumo sopra...me la metto all'istante.

Finalmente mi arriva un messaggio.
Una scintilla di delusione si disegna nei miei occhi quando scopro che non è William, ma mia madre che mi dice che è quasi arrivata.

-Ma come... perché l'hai data a lei...-

La cugina di Marvin sembra rimanerci un po' male per il gesto di James, ma poi lui le prende il viso fra le mani.

-Scommetto che tra poco ti lamenterai per il caldo.- dice lui infilandole la lingua direttamente nella bocca.

Sbuffo e mi stringo nella felpa, poi accenno un mezzo sorriso a Jackson che ha provato a difendermi fino a cinque minuti fa. Eppure non so perché, ma ora mi sta guardando davvero malissimo.

🌺🌺🌺

Scusate l'attesa ma fino all'ultimo ho voluto cambiare delle cose perché non ero soddisfatta!

Due domande:

🌺Troppi punti di vista o vi piace comunque?

🌺Il titolo del libro è così perché tutti i personaggi di questa storia vorrebbero essere amati. Mi piaceva l'idea di creare una trama in cui tutti fossero attratti/innamorati di un personaggio che però fosse in grado di amare solo sè stesso, o almeno all'apparenza..

🌺Ari è proprio la classica "bella della classe" 😅

🌺James è il personaggio più odioso della storia dei personaggi inventati.

È presto per chiedervi teorie perché ancora non si è capito molto, ma ne prossimo capitolo ci sarà un piccolo flashback!

E poi vabbè...siamo solo all'inizio🔥

A presto ragazze 🌺

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