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15. It only takes a Romeo, for every girl to become a Juliet



💕🌸💕

JUNE POV

La classe di recitazione non è neanche cominciata che il prof si alza imprecando. Dice tante di quelle parolacce che l'assistente a fianco a lui diventa paonazza e gli occhiali le si appannano.

- Vacca miseria ladra! Giuro che ti faccio espellere di nuovo! Fosse l'ultima cosa che faccio! Sei un buono a nulla! Sei il Romeo peggiore di tutta la storia del teatro! Io non li reggo più sti disgraziati! Me ne vado. Li lascio a lei signorina Kanavagh.-

-E questo sarebbe un insegnante di recitazione??- domando a Brian indicando l'uomo corpulento e pelato che abbandona la sala prove tra borbottii e lamentele.

- E vorresti dargli torto?- mi domanda Brian indicando il palco dove James Hunter se ne sta in piedi come se nulla fosse, come se non avesse appena fatto infuriare il prof.

I miei occhi restano impigliati nel suo petto largo fasciato da una maglietta aderente, sotto all'immancabile giacca di pelle.
Il suo collo affusolato s'incastra alla perfezione in un fascio di clavicole sporgenti e assottigliate.

L'assistente è seduta davanti a noi e si fa tutta agitata dietro ai suoi occhialetti.
-Non fumare James, per favore. Non sul palco.-

Lui scrolla le spalle.
Il solito maleducato.

-Che c'è? Romeo non fumava?- replica scocciato, facendola imbarazzare.

-No, Shakespeare non lo menziona ehm..-

Lei si rimpicciolisce sulla sediolina in prima fila, mentre inizia a frugare tra gli appunti posati sulle ginocchia.
James invece continua a inspirare più nicotina che ossigeno, incurante dei rimproveri.

-Io ho visto il film e Romeo fumava eccome. E poi vuole dirmi che all'epoca fumare non ti dava quell'aria da duro e dannato?- domanda giocherellando con i capelli tra le dita.

- Si dice bello e dannato James...-

C'è un coretto di risatine femminili.
Alcune ragazze le riconosco, vengono alle prove di cheerleading con me, ma ad un tratto l'aria di ilarità generale viene raggelata dai passi rapidi di Taylor, che giunge al palco con un'aria tutt'altro che felice.

-Te la ficco in un culo quella sigaretta!- dice lei, lanciandosi una lunga ciocca bionda dietro alle spalle con fare da diva.

La giovane assistente sembra stia per avere un mancamento.
-Signorina Heart!!- la rimprovera.

Ma ovviamente Taylor non la calcola minimamente, sale sul palco per buttare un dito contro James Hunter che la squadra dall'alto, con aria strafottente.

-Ti ho chiamato otto volte ieri!-

-Complimenti vuoi che ti facciamo partire l'applauso per la Giulietta più rompicoglioni della letteratura?-

-No, l'applauso deve andare a quella deficiente che ti sarai scopato alla festa di ieri, pur sapendo che sei già impegnato!-

-Signorina Heart!- la rimbocca, James facendo il verso alla povera assistente.

-Comunque, se ti piace pensare che fosse solo una. Fa pure.- aggiunge lui passandosi la lingua sul labbro inferiore, ancora gonfio dopo lo scontro di qualche sera fa.

- Brutto figlio di ...-

Taylor si sta per lanciare su di lui come un furia, ma James abbassa il capo distogliendosi dalla traiettoria come se stesse schivando un colpo di boxe.

- Ragazzi!-

-La prego non interrompa, è in corso una vera tragedia qui!- esclama lui con voce divertita.

- Noi dovremmo andare avanti con Shakespeare... Ma che tragedia?-

-Non ha sentito? La signorina qui presente detto che sono impegnato, come la chiama questa se non una vera "tragedia"?-

Sento Jackson e Marvin ridere come due imbecilli da qui.

-La tragedia per te sarà quando ti taglierò quella cosa che ti ritrovi tra le gambe, stronzo!-

Taylor non ci va per il sottile.

-Scusa tanto, ma non sapevo di essere impegnato con te. Ora che lo so. Beh... Cambia tutto.- ghigna facendo l'occhiolino all'assistente che per poco non sviene sul pavimento per arresto caridaco.

-Vaffanculo James! Senta per me Romeo e Giulietta possono andare a farsi fottere! Io non la faccio più la parte.- urla Taylor verso l'assistente, poi si volta rabbiosa contro James.
-Ma verrò a vedere lo spettacolo e sai perché, brutto deficiente?-

-Sentiamo...-

-Perché Romeo muore e io non vedo l'ora di vederti morire, coglione!-

Vorrei alzarmi in piedi ed applaudirle così forte da farmi venire male ai palmi delle mani. Ma sarei l'unica in tutta la sala.

Quando Taylor scappa via con la rabbia disegnata sul volto, vedo solo la testa mora e ricciola di Tiffany che spunta tra le sedute. Si alza in piedi e la segue correndo.

-Okay, a parte questa parentesi un po' troppo colorita per i miei gusti...ehm... il professore vuole assolutamente che andiamo avanti con le prove. Lo spettacolo dovrà essere pronto a fine mese.-

-Bello spettacolo eh...- commento sottovoce facendo sorridere Brian.

-Lo fanno ogni mese, e poi ogni mese tornano a rimettersi insieme. Se non sono anime gemelle loro due..-

Anime gemelle? Ah, già che Brian ha questo suo lato romantico che ancora fatico a comprendere.

L'assistente intanto è ormai un fascio di nervi.

-E poi abbiamo bisogno di un'altra Giulietta. Il professore ha detto che...-

Sprofondo nella sedia quando lei si gira verso di noi.

-Oh June White, giusto? Sei la ragazza nuova..-

Dannazione perché mi sono messa in prima fila?!

-Sì...-

-Immagino che non hai nessun credito per le attività extra scolastiche come quella di teatro..-

-Ehm...-

-Puoi salire sul palco un attimo?-

I miei occhi sorpassano Brian e finiscono dall'altro lato della sala, dove c'è William. Sta seduto con Jackson e Marvin, giocherella con i bracciali al polso, senza neanche guardare verso il palco.

- E ora che dico?- biascico sottovoce.

-Non posso, ho il ciclo.- mi suggerisce Poppy da dietro, annuendo convinta.
-È la mia scusa per tutto. Prova!Funziona davvero.-

Già, tirarmi indietro è la mia specialità... ma non oggi.
Mi impongo di alzarmi in piedi e non farmi sopraffare dall'ansia come sempre.
Lancio un grosso sospiro poi giungo a passo lento vicino palco dove l'assistente mi allunga dei fogli.

James Hunter mette su un'espressione sorpresa mista a disgusto, quando mi vede salire.

-June, ora dovresti provare a leggere queste battute.- mi suggerisce l'assistente.

-June chi?-
Lui la guarda confuso, poi si gira verso di me.

-Oh. Chissà come mai, tutt'ad un tratto... non mi va più di fare Romeo.- sibila fingendo di recitare una parte teatrale.

Che cretino.

Mi soffia il fumo in faccia, poi si lancia giù dal palco con un salto.

-James!! Ma hai già imparato tutte le parti a memoria!- lo richiama l'assistente mentre lui ormai si sta già allontanando.

-Si trovi qualcun altro.-

-Ma la lezione non è finita, dove vai?- domanda lei con voce isterica.

-Cazzi miei.-

Vedo la porta sbattere e mi rendo conto che ho tutti gli occhi su di me. E sono sola sul palco.
C'è un attimo di silenzio infinito.
Riesco a sentire lo stomaco cominciare a farmi male per quanto si contorce dall'imbarazzo.

Ho ancora gli occhi incollati al pavimento, quando una sagoma mi si avvicina lenta.

-Posso farlo io.-

William.

Cosa? Ma non mi odiava!?

-Okay queste sono le tue parti, Romeo.- L'assistente gli passa un foglio fitto di battute con occhi speranzosi.

-Proviamo come va e poi se il professore...-

L'assistente continua a blaterare, ma io e William siamo abbastanza vicini da poterci parlare sottovoce.

-Posso parlarti?-

-Non mi sembra il momento migliore.- ribatte lui con tono seccato.

-Lo so ma.. Vorrei una spiegazione per quello che è accaduto ieri sera.-

-Tu vorresti una spiegazione, June?-

-Ragazzi! Cominciamo o no?-

La porta si spalanca lasciando entrare il professore con un enorme panino alla mortadella.

-Dove è finito quel vandalo?- sbotta guardandoci male.

-L'ho mandato via io!- cinguetta tutta soddisfatta l'assistente.

-Oh, per una volta si è fatta rispettare signorina Kavanagh.-

Sì certo.

-Allora. Provino. Avanti. Veloci. Non mi interessano le battute. Recitare. Su.-

- Cosa dovremmo fare scusi?-

William sembra più confuso di me.

-Andiamo alla scena 5, atto uno. Forza.-

Scorro i miei fogli.

William si avvicina così tanto al mio viso che mi ritrovo a non capire bene come atteggiarmi.
Poi lui comincia.

-Se credete che io profani con la mia mano indegna questa sacra reliquia, le mie labbra rosse come due timidi pellegrini cercheranno di rendere morbido l'aspro contatto con un tenero bacio..-

Bacio? Cosa?
Cosa stiamo leggendo?

-Ehm....-

Devo solo leggere, che sarà mai.

-Buon pellegrino, voi fate un grave torto alla vostra mano, che non ha fatto altro che dimostrare un'umile devozione. Anche i santi hanno le mani, e le mani dei pellegrini le toccano: palma contro palma; infatti è questo il bacio sacro dei palmieri.-

-Ma i santi e i palmieri non hanno labbra?- domanda William con i suoi occhi color acqua puntati nei miei.

-Sì, pellegrino, labbra che servono per la preghiera. - bisbiglio imbarazzata.

-Oh, allora, dolce santa, lascia che le tue labbra facciano come le tue mani; tu esaudiscile, in modo che la fede non si muti in disperazione.-

Non capisco cosa stiamo dicendo, Shakespeare è un po' troppo contorto per i miei gusti...ma William è davvero bravo e convincente. Il modo in cui mi guarda mi causa una capriola nella pancia.
Forse un po' più di una.

-I santi non si muovono, eppure esaudiscono coloro che li pregano.- aggiungo io.

-Allora non muoverti, così la mia preghiera sarà esaudita...-

William si avvicina per posare un bacio soffice sulla mia bocca che resta pietrificata.

-Ecco, le tue labbra hanno tolto il peccato dalle mie.- sussurra senza quasi scollarsi dal mio viso.

I nostri occhi restano appiccicati come i nostri respiri.

-Allora le mie labbra portano il peccato che hanno tolto...-

La sua bocca è di nuovo premuta sulla mia, mentre sussurra la sua ultima battuta.

-Il peccato delle mie labbra? Rendimelo subito!-

E sta volta ci scontriamo in un bacio vero, fatto di lingue e labbra umide.

Sentiamo il professore schiarirsi la voce con fare spazientito.

"Oh, no ho ancora una battuta da dire!"

-Voi baciate come insegna il libro.- mormoro concludendo la scena.

Parte qualche applauso.

William mi sorride con una punta di imbarazzo.

I professori parlano ma non li sto più ascoltando. Sono nella mia bolla fatata, dove c'è solo William, con le sue labbra morbide.

-Che ti è preso ieri?- glielo chiedo sottovoce, ho bisogno di una risposta.

William abbassa la testa rapidamente.

-Devo andare a lezione, June.-

È tutto qua?
Mi da il nostro secondo, bellissimo, bacio e poi se ne va?


Dopo l'ora di teatro mi dirigo al mio armadietto per recuperare i libri per la lezione seguente, quando noto Ari, Amelia e Poppy parlottare animatamente.

Vado da loro o faccio finta di niente? Sono ancora loro amica?
Lo sono mai stata?

- June! Vieni con noi?- mi richiama Ari quando mi vede passare accanto a loro.

-Dove?-

-Vogliamo uscire.- rivela Poppy sottovoce.

-Uscire da scuola? Ora? Perché?-

-Che domanda è! Ci vuole un perché valido per saltare la scuola?- mi punzecchia Ari divertita.

Okay non voglio fare la mamma, però prima l'alcol, poi questa di saltare le lezioni...
Io non sono come loro, come faccio a farglielo capire?

- Vabbè noi andiamo..- bofonchia Amelia con tono di superiorità.

È questo che volete? Devo scendere a compromessi per farmi delle amiche e non essere mai da sola?

- Arrivo!- esclamo in un moto di impulsività, raggiungendole alle spalle.


Così ci ritroviamo a passare la mattinata nel salotto di Poppy a guardare film degli anni novanta, mentre i suoi sono a lavoro.

Ho ancora tante domande in testa...Vorrei chiedere ad Amelia dov'è sparita dopo la festa, ma non ne ho il coraggio.
E sì, vorrei provare a fidarmi di loro, ma sopratutto vorrei che loro si fidassero di me per davvero.

Così saliamo in camera di Poppy, dove Amelia mi sorprende con una proposta inaspettata.
- Abbiamo bisogno di te, June.-

- Per?- chiedo diffidente.

Lei si risistema la gonna della divisa poi si siede sul letto di Poppy, a fianco a me.

-Okay la questione è semplice. Abbiamo bisogno di chiedere una cosa a James.-

Sì, io potrei anche provare ad accettare che vi ubriachiate alle feste e che saltiate scuola.
Lo farei pur di avere la vostra amicizia, ma così è troppo!

- E io cosa centro?-

- Sei l'unica di cui non ha il numero.-

Mi irrigidisco all'istante e Ari se ne accorge.

-June, ti chiediamo solo un favore. Ed è la prima volta che lo facciamo... non puoi dire di no.-

Mi chiedo se Ari sia davvero l'angioletto che vuole sembrare.

- Non se ne parla, non posso. Lo sapete che non lo sopporto. E lui non sopporta me.-

-Ma no, non è vero dai...- tenta di convincermi Ari, giocherellando in maniera seducente con la coda di cavallo.

-Certo che è vero, è fuggito dal palco non appena l'ha vista! Neanche Taylor l'ha mai fatto scappare così...-

Poppy ovviamente non le manda a dire.

-Grazie Poppy!- esclamo irritata.

-Prego. Vuoi un Oreo?-

Amelia scansa Poppy per riprendersi la mia attenzione.

-Ascolta June, lui non saprà che sei tu. Non ha il tuo numero. Devi solo mandargli un messaggio.-

Tutte e tre mi guardano con degli occhioni supplichevoli.

Sbuffo ad occhi chiusi.

-E cosa dovrei scrivergli?-

Questo.
Amelia mi mostra una conversazione di whatsapp indicandomi il messaggio.
Tra dieci minuti, nel parco davanti alla scuola 💊

-Cosa? E perché nel parco davanti alla scuola??-

-Perché è il posto più vicino e ci puoi andare a piedi!- esclama Poppy con voce ingenua, come se dicesse la cosa più ovvia del mondo.

-Io non vado proprio da nessuna parte, tanto meno se c'è lui. Ma poi perché non potete andarci voi?-

-Perché Brian ci uccide se lo scopre!- Amelia indica Ari.
- E perché noi lo odiamo! Tu non ancora.- aggiunge poi.

-Ma state scherzando!? Certo che lo odio!- sbotto afferrando in malo modo un pacco di Oreo dal cesto di biscotti che ha portato Poppy.

-Sì ma non come noi, fidati.-

Amelia sembra convinta di ciò che sta dicendo, ma le ragazze dietro di lei si imbalsamano all'istante.

- Giusto?- insiste poi, quando si accorge di non avere il supporto desiderato.

- Siiiii certo!-

Poppy annuisce deglutendo un numero svariato di volte.

-Fatemi solo capire una cosa...- dico con la bocca piena.
-Stiamo ..stiamo parlando di cose illegali? Ragazze guardate che io non approvo, eh!-

-Non c'è niente di legale sono solo pillole...-

-O mio Dio!!- esclamo strozzandomi mentre un Oreo mi finisce di traverso.

-Tieni un po' d'acqua. Ma che hai capito, June! Abbiamo un compito di storia domani e abbiamo solo bisogno di una mano. Non è illegale, sono farmaci...solo che noi non abbiamo la ricetta.-

-Ragazze...-

-June e dai!!! È la mia festa oggi!-

Cosa un'altra festa?

-Festa? Ma non c'è il compito in classe domani?! Non dovreste studiare?-

Okay, è ufficiale. Sembro mia madre.

-E proprio perché vogliamo fare entrambe le cose.- sussurra Ari con la sua vocina suadente.

-E così che riuscite ad avere voti decenti, studiando così poco?-

-Beh...-

Si guardano tra di loro, poi Ari ricomincia a parlare.

-June non c'è niente di male nel farlo ogni tanto. Tra gli allenamenti, i corsi extra scolastici e metà giornata passata a scuola... torniamo a casa e l'ultima cosa che vorremmo fare, è passare tutto il pomeriggio a studiare...-

Grazie al piffero, benvenute nel mio mondo!

-E poi se ci manca la concentrazione, ricorriamo a qualche pillola. Ci capita di farlo, ma solo ogni tanto.-

Ari sta sfoderando le sue migliori doti da adulatrice, però Poppy scoppia a riderle in faccia.
Ovviamente sta mentendo, anche se è dannatamente convincente.
Mi chiedo se sia così brava a mentire anche con Brian.

-Okay... non è illegale, ma non è pericoloso? Non ve le ha prescritte il medico.-

- Nooooo! Mica è pericoloso!- dicono Amelia e Ari scuotendo la testa all'unisono.

-Beh...-

-Zitta Poppy!-

Amelia si alza in piedi e ci punta il dito contro.

-E che nessuno, dico nessuno lo dica a Brian. D'accordo?-

Mi aspettavo resistenza da Ari, ma lei è la prima a dirlo: -Promesso.-

Poi Poppy.
-Promesso.-

Mi guardano.

-Che c'è?- chiedo con ancora in bocca un Oreo.

-Devi promettere, June.-

-Promesso, però sentite... Io posso mandargli il messaggio ma non ci vado da lui.-

-È successo qualcosa con James alla festa?- domanda Ari tutto d'un tratto.

Sento le spalle irrigidirsi di colpo.

-Mi chiedi se è successo qualcosa?! Quello stronzo mi ha rinchiusa in uno scantinato! E come se non bastasse, William mi ha cacciata di casa davanti a tutti!!-

- Beh, Will è fatto così.- dice lei sbattendo le folte ciglia.

Mi volto di scatto verso Poppy, lei però abbassa immediatamente lo sguardo. Si sta mordendo la lingua, la vedo.

-Per caso James ricatta Will in qualche modo?- chiedo cercando di scavare nella direzione che mi sembra più plausibile.

William mi piace e anche tanto, ma qui c'è qualcosa sotto e io desidero solo sapere cosa.

Le ragazze iniziano a guardarsi tra di loro con facce confuse.
-No, non che io sappia.- annuncia Amelia. -Perché pensi una cosa del genere?-

-Perché William fa tutto quello che James gli chiede. Eppure delle volte.. ho come l'impressione che James abbia quasi paura di William.-

-Oh.-
Ari si lascia scappare un sospiro sollevando entrambe le sopracciglia perfettamente curate.

- Senti June, ti basta sapere solo una cosa: William metterà sempre James al primo posto.-

Le parole di Amelia hanno un suono così tetro che mi fanno rabbrividire.
Solo una cosa: perché?
Sto morendo dalla voglia di saperlo, ma le ragazze non sembra abbiano alcuna intenzione di rendermi partecipe dei loro segreti. Forse c'è solo un modo per conquistarmi la loro fiducia.

-Vado da James.- dico di getto.

Se non vi fidate di me, vi dimostrerò che potete farlo.

-Davvero?- domanda Poppy incredula.

- Certo.-

E come avevo previsto, la mia risposta causa un luccichio negli occhi di tutte e tre le ragazze.

_______



Arrivo, prendo quello che c'è da prendere e me ne vado.

Me lo ripeto in testa un paio di volte, come fosse una preghiera, mentre mi addentro nel parco.
La temperatura mattutina è calda, c'è un leggero venticello piacevole che mi scompiglia i capelli sottili.
Mi chiedo perché non sia a scuola, almeno lui.
Ma che domande. Entra ed esce da scuola manco fosse un hotel.

Eccolo.

Ingoio un singulto che a fatica passa nella trachea, quando poso gli occhi su quegli zigomi accentuati sotto ad un groviglio di capelli tirati indietro.
La sua chioma solitamente biondo cenere, appare quasi nera, come la riva di sabbia gialla quando si bagna ripetutamente con l'acqua di mare e diventa più scura.
Si è messo del gel, ha i capelli più ordinati del solito, chi si aspettava di trovare?

Poco mi importa.
Uno sguardo stizzito, non avrà nient'altro da me.

Un grosso albero gli fa ombra sul suo volto, scavandogli una fossetta al lato delle labbra, proprio dentro alla guancia.
Tiene la postura dritta mentre se ne sta seduto sullo schienale di una panchina, con le gambe lunghe avvolte dai jeans scuri.
Con le scarpe calpesta le scritte rovinate che ricoprono il sedile.

-La domanda sorge spontanea, White.-

Non solleva neanche lo sguardo, già lo sapeva.

-Non sono qui per conto mio.-

-E allora che cosa cazzo vuoi da me?-

Questa volta i suoi occhi blu mi pungono in pieno viso.

Ti ha rinchiusa in uno scantinato, June. Ricordalo. Hai a che fare con un mezzo criminale.

-Mi ci ha mandato Amelia.- dico sostenendo il suo sguardo freddo.

-E io ti sto ascoltando...- mormora prima di infilarsi una mano nella tasca della giacca di pelle.

Rendiamo il dialogo al minimo, sennò qui le cose si mettono male.

-C'era scritto nel messaggio cosa voglio.- replico asciutta.

Lo guardo stringere le labbra in segno di disappunto, prima di tirare fuori dei pacchettini.

- Devi venire qui davanti. Come cazzo faccio a darti qualcosa se stai così lontana?-

Deglutisco, poi mi avvicino cauta.

James non solleva gli occhi, ma quando le mie scarpe si posano direttamente davanti alla sua figura, si lascia andare ad un ghigno sghembo.

-Una per Amelia, che è stata la mia ragazza per ben ventiquattro ore, l'anno scorso.- dice porgendomi il primo sacchetto.

Allungo la mano e senza volerlo, con le dita sfioro il suo dorso ricoperto di vene.
Ritraggo quel sacchetto con un guizzo all'indietro.
Lui non sembra minimante toccato dalla cosa, ma continua con la sua cantilena.

-Una per Poppy che alla festa di Will si è...- si ferma serrando lo sguardo in un'espressione provocatoria.
-Ma come posso dirlo senza offendere l'innocenza di Biancaneve?-

-Vedi di darmi sta robaccia e facciamola finita, muoviti.- sputo decisa.

Lui sbuffa in una smorfia corrucciando le sue labbra pronunciate, poi riprende.

-Una per che Ari che mi ha succhiato come una cannucccia dopo l'allenamento di ieri mattina.-

C'è una frazione di secondo in cui la mia bocca resta letteralmente aperta.
No, non è possibile. Sta scherzando...ovvio.

-Una per...-
Finge di allungarmi un sacchetto, poi ritrae la mano.
-Ah no, per le stronze impiccione niente.- conclude assottigliando gli occhi blu.

"Fai schifo e non voglio proprio un bel niente da te!"
Non riesco neanche a dirlo da quanto sono turbata dalle sue parole.
Vorrei fuggire via, ma quello che ha appena detto mi ha lasciato troppo scossa.
E la mia faccia parla chiara.

Lo vedo tirare fuori una cartina mentre ci sbriciola dentro qualcosa.

Basta, questo è troppo. Me ne vado.

Sto per girare i tacchi, quando lo sento parlare.

-Cos'è...pensavi che fossero voci di corridoio quelle su di me, ragazzina?-

-Quali voci? Che sei uno spacciatore? Un bugiardo? Un violento?- lo accuso acidamente.

-O forse non credevi mi facessi tutte le tue amichette?-

-Sei un bugiardo. Ti meriti di stare con ragazze con Taylor!- ribatto sprezzante.

-Sbaglio o anche le tue amiche sono "ragazze"?- chiede manovrando la carta trasparente tra le dita affusolate.

-E con ciò?-

-Non esiste una categoria di serie A o serie B.- pronuncia lui, prima di portarsi la sigaretta appena fatta alla bocca.

-Stai difendendo Taylor?-

O tutte le sciacquette che ti ho visto baciare contemporaneamente ieri sera?

I suoi occhi mi lanciano un'occhiata scura e velenosa.
- No, sto dicendo che siete tutte uguali.-

-E sarebbe un complimento o un insulto?-

-Di sicuro non faccio discriminazioni.- sogghigna lui.

-Ma i nomignoli dispregiativi con me ti piace usarli.- ribatto con astio.

La mia aria di sfida causa un guizzo in quegli occhi blu, che si fanno subito più profondi.
James si accende la sigaretta poi balza giù dalla panchina per finirmi davanti.

-Che c'entra, tu sei un'impicciona di prima categoria.-

Vorrei tanto che i miei occhi avessero il potere di incenerire la sua faccia arrogante, in questo istante.
Ma purtroppo non accade, perché lui accosta il viso al mio facendomi scivolare addosso il suo profumo.

-E ricordati... quelle come te non mi piacciono.-

Mi infilo quella roba in tasca in preda al timore che qualcuno mi veda.

- Meglio! Perché a me quelli come te fanno davvero schifo.-

Non mi mette in soggezione con la sua faccia da presuntuoso.

-Certo, immagino.- sbuffa ironicamente prima di affogare il respiro in quella sigaretta.

- E ora, scusami tanto Biancaneve, ma devo andare. Per stare a parlare con te mi sto perdendo una festa piena di belle ragazze.-

Il suo tono ironico non lo sopporto.

- Non sei invitato alla festa di Poppy!- sbraito convinta.

Lui però se ne sta già andando.

- Credici, White. Credici.-



Dato che io non ho nessuna intenzione di ricorrere a magici sotterfugi, passo l'intero pomeriggio a studiare.

-Tesoro stasera ci ordiniamo una pizza?-

Sollevo un sopracciglio.
-Tesoro?-

Prevedo guai in vista. Quando è così sdolcinata c'è qualcosa sotto.

-Sputa il rospo mamma.- le dico invitandola a vuotare il sacco.

-Ahm... sai quella cena dal mio cliente..-

La guardo arrotolarsi una ciocca bionda e liscia intorno all'indice mentre fa il giro intorno alla mia scrivania.

-Il tizio super figo con cui vorresti andare a letto?-

-June!-

-Oh scusa, volevo dire il tizio appassionatissimo di arte, a cui vorresti mostrare la tua collezione di quadri?-

Lei mi scruta con un'espressione contrariata, poi però si fa subito carina quando sta per partire la proposta.
-Allora ci verrai anche tu?-

-Ma qual è il tuo problema? Hai paura ad andare a cena con un uomo da sola?-

Lei spalanca le iridi azzurre nell'udire la mia sfacciataggine.
Meglio andarci piano se voglio chiederle di uscire anche stasera.

-Sono nervosa per lo studio, scusa mamma.-

La vedo sospirare.
-Ci verrai June?-

-Va bene.-

Così mi si getta addosso e mi stritola con le sue braccine ossute.

"Ci tieni così tanto ad andarci che ci crediamo tutti che si tratta solo di noiosissimi quadri.. come no!"

-Senti ehm.. stasera...-

-Non dirmi che devi di nuovo uscire???- mi interrompe stridula.

-E tu non dirmi che proprio la sera della tua famosa cena io sarò impegnata a studiare per un compito in classe?!-

Mia mamma alza gli occhi al soffitto prima di arrivare alla porta di camera mia.

-Va bene ma a casa alle undici.-

-Mezzanotte, mamma?-

-Undici e mezza.-


BLAZE POV

-Blaze...Blaze...-

Oh, no. Si sta avvicinando.

Me ne sto appartato in un angolo a fissare l'acqua della piscina che riflette le luci del giardino in un movimento ondulato. Non c'è molta gente a casa di Poppy stasera, forse è per questo che James decide di sedersi a fianco a me.

-Vuoi una birra?-

Il diavolo non ti si avvicina mai senza un tornaconto.
Una ventata di profumo mi inonda il cervello. È una fragranza così eccitante e maschile, che per un attimo inizio a pensare che pagherei per essere Taylor, Bonnie, Stacy, o tutte quelle che si scopa, anche solo per una notte.
Ma che cosa mi salta in mente?

-Hei! Ti ho fatto una domanda? Che cazzo ti prende?-

James mi richiama bruscamente.
Sprofondo lo guardo in basso, sulle sue mani che stringono con forza due bottiglie di birra.
Me ne sta porgendo una.
Perché?
Un guizzo di coraggio, mi concentro a fare lo sguardo più disinteressato possibile, poi fisso James dritto negli occhi.

Ma lui non ha nessuna paura a guardarmi con quello sguardo. Quello che ti fa dubitare della tua stessa morale, quello che ti fa credere che lui stia morendo dalla voglia di portarti contro un muro per sbatterti senza pietà.

Sto seriamente esagerando.
Non avrei dovuto bere quel cocktail che mi ha fatto Poppy, prima.

-Grazie- deglutisco il sapore della vodka che ho ancora in gola, mentre afferro la birra ghiacciata dalle sue mani.
E a sfiorare le mie dita tremanti, stavolta è lui.

Perché fa così?
Lo so che gli piacciono le ragazze. Però perché c'è sempre una piccolissima parte di me che...
Maledizione! 

Dico tanto a Jackson, e poi divento più patetico di lui quando James scende dal piedistallo per venire a parlarmi.

-Allora...-

La sua voce profonda mi graffia le orecchie, è così rauca e suadente.

-Dimmi.- replico freddo.

-Come sta tuo padre?- domanda svaccandosi sulla panca, allargando le gambe più che può.

Mi faccio un po' più piccolo per non sfiorargli il ginocchio, ma a lui non sembra dare fastidio il contatto tra i nostri corpi.

-Sta bene.-

Rispondo a monosillabi, anche perché ho due fari puntati addosso che non mi lasciano pensare.
Provengono dalla piscina: Jackson mi sta bruciando la faccia con un'occhiataccia dura da quando James si è avvicinato.

-Non l'ho più visto a scuola.-

-È perché l'hanno aggredito.-

-L'ho sentito dire in giro... E dimmi, fatto tanto male?-

Le parole di James mi lasciano un senso di scompiglio nello stomaco.
Perché gli interessa di mio padre?
Che sia un interesse sincero il suo? Dubito seriamente.

-Una leggera contusione, niente di che.- bofonchio stringendomi nelle spalle.

-Poverino, dev'essersi spaventato a morte...-

Tutto questo interesse per il preside della scuola? Perché?

-È solo strano l'abbiano rapinato in pieno giorno..- abbozza lui ingollando la birra a più sorsate, in maniera ingorda.

-È strano che non gli abbiamo rubato neanche il portafoglio.- aggiungo io.

James tira giù l'ultima goccia, poi si abbandona contro lo schienale con lo sguardo rivolto verso Jackson che ci fissa in cagnesco dal bordo piscina.

-Beh..un consiglio, Blaze?-

Il tono di James si fa scuro.
I miei occhi frugano sul suo torace marmoreo e in quella maglietta che si tende fino a diventare quasi trasparente, quando gonfia il petto.

-Digli di tenere gli occhi aperti.-

È una minaccia?

Si alza in piedi, poi una mano calda e dura sulla mia spalla.
E le sue labbra perfette spariscono dentro al mio orecchio.

-Comportati bene, Blaze.-

Scendo dalle montagne russe nel momento esatto in cui vedo James allontanarsi con una sigaretta in bocca.
Sta andando a combinare altri casini e dice a me di comportarmi bene?

Mi alzo in piedi per tornare da Poppy, ma non riesco a compiere due passi che una presa bagnata mi bracca il braccio maldestramente.

Jackson.

In un secondo la sua mano si appiglia al mio mento, mi afferra il viso tra le dita, causandomi un lamento non indifferente.
Le sue pupille ardono.

- Fatti vedere ancora una volta con lui e tu hai chiuso con me.-

- Stavamo solo parl...-

Sento le dita di Jackson incunearsi nella mia pelle con una violenza tale che la mia faccia comincia a bruciare.

Mi è quasi impossibile muovere la bocca per parlare, ma una domanda riesco a fargliela.
- Di me o di lui?-

Devo sapere di chi è geloso.

JUNE POV

Quando arrivo a casa di Poppy mi sorprendo nel constatare che non c'è musica né casino.

-Hei June! Vieni!-

Poppy mi sembra decisamente brilla quando si presenta alla porta d'ingresso per farmi entrare.
Il salotto è immacolato e io provo un'immediata sensazione di sollievo, ma ci basta fare una deviazione verso il giardino... che comincio ad agitarmi.

-L'hai portato il costume?- domanda Poppy.

-Cosa?-

-Hola June! Non te ne perdi una, eh!- mi urla Jackson dalla piscina.

Lui e Marvin stanno facendo i cretini in acqua insieme a due ragazze che urlano come oche impazzite.
Sono sicuramente ubriache e io non mi sento molto a mio agio con tutto l'alcool che circola in queste occasioni.

-June, finalmente!-

Ari mi prende da parte e mi trascina dentro casa.
"Oddio che cosa losca!" penso tra me e me, quando ci ritroviamo in un corridoio buio l'una di fronte all'altra.
Ari apre la mano in attesa che io le dia quello che le spetta.

Ma guarda te cosa mi sono ridotta a fare...

-Tutto o...-

-Dammi tutto.- dice sbrigativa.

-Ma a cosa vi serve...-

Lei macchia i miei occhi azzurri con le sue iridi color nocciola.

-A non dormire June.-

E poi se ne va lasciandomi a fissare il suo fisico perfetto racchiuso in un bikini bianco.
Le sue ciglia lunghe, sbattono languide in direzione di Brian che la prende per mano.

- Che ti ha dato June?- domanda questo ultimo squadrandomi da lontano.

- Niente. Avevo un po' di mal di testa, mi ha portato una pastiglia per l'emicrania.-

Ha appena mentito al suo ragazzo.
E l'ha fatto spudoratamente.
Guardandolo dritto negli occhi.

A poco a poco le parole di James sembrano farsi più veritiere.
No, non è possibile. Ari è una ragazza troppo bella e popolare per tradire il suo fidanzato, altrettanto perfetto, con quell'essere odioso.

Torno in salotto quando trovo Poppy accovacciata per terra.

-Allora, pronta per il compito di domani?- le chiede una ragazza bionda e bassina.
Stacy.
Non riesco mai a ricordarmi il suo nome, sembra una barbie in miniatura.

-Certo!- risponde Poppy con convinzione.

Sento l'invidia farsi starà dentro di me come un serpente velenoso.
Possibile che i miei voti siano mediocri da quando sono in questa scuola?
E non faccio altro che studiare tutti i pomeriggi per essere al passo con il programma...mentre loro fumano e si ubriacano. Eppure restano studentesse modello.
È come concorrere in una gara e sapere di aver già perso.

-Vado un attimo in bagno.- annuncio a me stessa.

Ho bisogno di allontanarmi da quel casino.

-Ti presto un costume?- domanda Poppy mentre è intenta a ripulire con una spugnetta il tappeto del salotto che un ragazzo ha appena macchiato di Coca-Cola e Rum.

-No grazie.-

-Perché?-

Perché come voi avete mille segreti io avrò gli affari miei, e che diamine!

-Arrivo subito.- taglio corto fiondandomi in bagno.

Prendo un respiro profondo contro la porta appena chiusa.

-Facile stare in cameretta a leggere i libri, eh? Niente drammi, niente mal di pancia, niente litigate...-

La tenda della vasca si apre di scatto.

-Blaze! Mio dio che spavento! Ma ti nascondi in bagno?- urlo con entrambe le mani premute al petto.

-A volte.- dice lui tirandosi in piedi per uscire dalla vasca.

-Stai bene?-

La mia domanda è lecita, perché uno che sta rannicchiato in una vasca di un bagno, tutto vestito, a casa altrui...non mi sembra che stia proprio bene.

Lui annuisce con i suoi occhi grigi e vaghi.

-Dovevi fare pipì? Vuoi che esce un att..-

-No rimani.- lo interrompo brusca.

Lui mi osserva stranito.

-Nel senso che non devo fare pipì, Blaze!-

- Ma tu che ci fai qui?- domando quando lui si poggia contro la parete, tra il lavandino e un mobiletto colmo di asciugamani.

-I bagni mi danno un senso di sicurezza. Al 99% ci stai da solo. Il che è un bene. Nessuno può seguirti e hai la scusa per fare tutto quello che non puoi fare davanti agli altri.-

-Tipo?-

-Farmi prendere dal panico.-

La sua risposta così sincera, sparata in pieno viso, non me l'aspettavo mica.

-Ma ti capita spesso?- chiedo affiancandomi a lui.

-Più del dovuto.-

-Mi dispiace.-

Lui curva il capo, poi si sfrega nervosamente il palmo della mano contro il petto.

-E a te cosa capita?-

-Niente, io...-

Sento la piccola chiazza rossa nell'interno coscia cominciare a tirare forte.

-Non mi sento a mio agio con le ragazze. Non come credevo.-

-Ti spaventano?-

-Non loro. Loro sono adorabili, ma quando ci sono queste occasioni di festa... Non lo so, non mi sento mai parte di un gruppo.-

-Benvenuta nel mondo di Blaze!-

Scoppio a ridere.

-Non avrei dovuto essere così diretta con te alla festa...-

-Tranquilla, io ero solo un po' turbato da come era andata la serata.-

-Mai peggio della mia! Fidati!-

Lui ride appena.
Blaze sembra sorridere solo con la bocca e mai con gli occhi.

-Perché hai detto così di William, che lui non è quello che io penso che sia?-

-Perché ti nasconde qualcosa e credo che non sia giusto nei tuoi confronti.-

E dimmelo tu allora!

-E quindi...-

-Ma tu gli piaci davvero, June. Sono sicuro che troverà il modo e le parole per parlarti.-

-Vado a buttarmi nella mischia. È arrivato il mio turno.- annuncia poi con voce poco convinta.

Blaze in qualche modo mi ha capita perfettamente, forse perché siamo simili. Sarebbe bello non "buttarsi nella mischia", stare in disparte da tutto e tutti, anche perché è l'unico modo per non rimanere feriti.

Eppure qualcosa mi dice che se sono venuta qui, un motivo ben preciso mi ha spinta a farlo.

William.

Voglio trovarlo e parlaci.
Così mi faccio forza, ma quando esco dal bagno sento delle voci provenire dal piano di sopra.

Origliare è una cosa orribile, lo so.
Parliamo di un'invasione di privacy bella e buona...ma ora devo farlo. Sopratutto perché le voci che sento sono proprio quelle di Amelia e James.

-Quindi sei stato tu o no?-

Lei sembra spazientita.

-Ti ci ha mandato quel coglione di tuo fratello a farmi il terzo grado?-

-Perché non puoi rispondere una buona volta, James?!-

-Perché non tira fuori le palle e viene lui a parlarmi di persona?-

-Perché non ti vuole neanche vedere! E io non lo biasimo!-

-Dio...voi due siete così...-

-James attento a quello che dici.- lo rimbocca lei.

-Tu lo sapevi!-
Il tono di James è infuriato.

-Cosa!??!-

-Tu lo sapevi che sarebbe tornato. E non mi hai detto un cazzo?- insiste lui.

-Senti ho già altri casini.-

A che casini si riferisce Amelia?

-Sei tu a crearteli i casini!!- lo sento dire.

-James non mi guardare così. Non ho fatto niente.- replica lei.

-Non ti giudico. Però sei al limite. Sappilo.-

-Tu mi vieni a parlare di limite? Hai chiuso June in uno scantinato! L'hai messa al muro, l'hai minacciata e hai istigato il tuo migliore amico davanti a tutti! Il trofeo per le cazzate più grosse spetta sempre a te!-

-Sì, certo. Finché non apro bocca, Amelia. Solo finché non apro bocca.-

La sta ricattando? Non ci posso credere.
Con che cosa però?
Cos'ha fatto Amelia?

-Va a farti fottere James.-

-Sempre ai tuoi comodi.-

-Senti non rompere, poi te li do i soldi.- dice lei.

I toni sono tutto fuorché amichevoli.

-Non mi interessano i soldi.-

-Certo, fa l'eroe e poi torna scuola con un occhio nero. Il giorno che ti faranno fuori non voglio averti sulla coscienza.-

C'è un attimo di silenzio, poi la voce di James.

-L'ho fatto per te.-

-L'hai fatto per te stesso.-

Sento i passi di Amelia avvicinarsi alla porta.

Oh, no.

Scappo giù dalle scale correndo velocemente e senza rendermene conto vado a sbattere contro qualcuno.
Qualcuno dagli occhi color mare che mi afferra con una presa sicura.

- June.-

-Ciao William.-

Nell'impatto, senza accorgermene ho fatto ribaltare un vassoio pieno di stuzzichini che Will stava per portare in piscina.

-È in menopausa!! Quante cazzo di volte devo ricordarvelo!!! Mia madre è in menopausa, ed è una iena! Prima la Coca Cola! Ora il ketchup sul tappeto! Perché Gesù mi fai questo?-

-Quale Gesù? Sta calma, Poppy. Ti aiuto io, tranquilla.- la rassicura William dolcemente, ma lei è agitata come non mai.

- Le do una mano a pulire, sennò comincia a fare scenate. Tu tranquillizzala un attimo.- mi sussurra William con voce pacata.

Va bene che sono stata sbadata, ma sono due panini sul pavimento, non è il caso di farne una tragedia.
Poppy è esagerata, ma William è davvero super premuroso.
Mi allontano da lui a malincuore, mentre è intento a rimediare al danno che ho fatto io.

-Poppy, non agitarti. Sicura di star bene?- le domando seguendola in cucina.

Lei inizia a rovistare tra stoviglie, bicchieri e bottiglie con fare nevrotico.
- Sì. Sono tranquilla. Davvero.- bisbiglia pulendo la cucina in modo frenetico.

Le trema la mano quando la passa tra le ciocche bionde tinte di azzurro.

-Poppy Che ne dici se usciamo fuori, qui è tutto a posto. Andiamo a prendere un po' d'aria.-

Lei si blocca con le mani sulla cucina fissando il lavello a testa china.

-Scusa June è che mia madre...non la conosci. Se quando torna trova anche solo qualcosa fuori posto, non mi fa più uscire di casa.-

-Tranquilla, la casa è a posto. Che ne dici se usciamo così prendi una boccata d'aria? Se restiamo tutti fuori non può succedere niente qui.-

Lei annuisce smangiucchiandosi un'unghia. Non l'ho mai vista così nervosa.

Così usciamo per mettere a mollo i piedi in piscina.

-June?-

- Sì?-

- Tu e Will a lezione di teatro...-

- Eh.-

- Eravate carini.-

Sorrido storcendo la bocca a lato, con una lieve punta di imbarazzo.

- Che vuoi dire...-

-Dovresti parlarci. Mi è partita la ship quando vi siete baciati.-

- Davvero?-

Ridacchiamo come due bambine quando i miei occhi ricadono dall'altra parte del giardino.
James Hunter arriva a bordo piscina in tutta la sua altezza con tanto di Stacy alle spalle che gli si avvinghia alla schiena come una cozza.

Che pena. Si vede lontano un miglio che non gliene importa nulla di lei, eppure questo non ferma Stacy dal continuare a sfregare il naso contro la sua t-shirt. Mi chiedo cosa spera di ottenere da lui.

E la domanda mi viene naturale.

-Poppy, alla festa di Will dove sei sparita?-

E ormai la conosco quell'espressione che le si disegna sul volto. Colpevole.

-Ehm.. ero con...uhm..-

E ora capisco, lui non ha mentito.

-Non sai dire bugie vero?- le chiedo fissandola negli occhi.

Poppy sospira mentre il suo sguardo si perde a macchia d'olio sul fisico scolpito di James.

-Come fai saperlo, June?-

-Perché un "galantuomo" come quello, non sa tenersele per lui certe cose.- ribatto sarcasticamente.

-Però non è come credi.-

Poppy sembra sincera, ma di sicuro è proprio come credo io.
Con uno come James Hunter solo una cosa ci puoi fare.

-Si vede anche con Amelia?-

La mia domanda non la spiazza affatto.

-No, June. Amelia e James.. non sono mai stati insieme.-

Resto di sasso.

-Cosa? Ma mi avevate detto...-

-Loro due non hanno mai...-

Se me lo dicesse qualcun altro non gli darei retta, ma a Poppy non riesco a non credere.
Tutte le mie supposizioni su Brian che fosse iper protettivo con Amelia e arrabbiato con James per come l'aveva trattata in passato... beh, stanno andando in fumo.

-Dici davvero?-

- Sì June. Lei si vede con qualcun altro.-

-E con chi?-

Ma Poppy stavolta fa segno di no con la testa.

-Senti, Poppy. Guardalo.-

James si è appena buttato con tanto di maglietta e pantaloncini sportivi in piscina.
Mette il braccio intorno alle spalle muscolose di Jackson poi gli sussurra qualcosa nell'orecchio, quest'ultimo continua a mordersi il labbro inferiore risucchiando il piercing metallico.
E in un secondo sta già flirtando con Bonnie, la ragazza mora che non riesce a staccargli le labbra dalla mandibola.

-Ma cosa vi fa quello stronzo? Il lavaggio del cervello?- mi impunto contro Poppy che mi guarda con occhi innocenti.

-Mi ha solo chiesto di accompagnarlo. C'è questa gara e...-

Corruccio lo sguardo in un'espressione diffidente.

-Cosa? Che gara?-

-Una corsa... June, oddio! Perché vuoi farmi parlare?-

-È qualcosa di illegale!?-

Lei annuisce, poi si copre la bocca.

-Oh merda perche non sto zitta!?-

-Che corsa?- insisto io.

-Allora, partiamo dal presupposto che con James è successo solo una volta.—

Certo e io sono Hailey Baldwin Bieber

-Sai però qual è stata la cosa strana, June?-

-Qual è stata.-

Sentiamo!

-James voleva sapere...mi ha fatto domande su di te.-

Spalanco gli occhi con indignazione.

-Coosa? Cosa voleva sapere??-

-Voleva, sì...insomma..voleva sapere quanto ti sei integrata, cosa sai di noi.. di lui.-

-Non sono affar suo....-
Sussurro quando i suoi occhi brillano nel buio arrivando dritti dentro ai miei.

Gli occhi di William li saprei descrivere alla perfezione.
I suoi no. Sono belli, taglienti e blu. Ma non saprei definire a parole cosa mi suscita quando mi guarda, perciò discosto lo sguardo prima di affogare in quel blu notte.

- Sai June credo che tu gli piaccia.-

La mia risatina si frammenta in piccoli mugoli nervosi.

- Senti Poppy, non farti usare da un deficiente così. Tu vali molto, ma molto di più.- le dico mentre lei abbandona la testa sulla mia spalla.

-Lo so, ma... lui mi è sempre piaciuto. James è James. E poi, tutti mi trattano come una pazza perché ho questo difetto di non smettere di parlare, ma lui no. Non lo fa e mi fa sentire a mio agio.-

-Sì ma.. -

Scrollo il capo.
Le parole non mi escono.
Come può andare dietro ad uno che è incapace di provare sentimenti come il pudore, il buon senso e il rispetto?
Le sta davanti al naso con tanto di ragazza appiccicata addosso.
E poi mi guarda.
Dio mio, perché James mi guarda adesso?

-Ho fatto quello che ho potuto.
Ho smacchiato il tappeto, dopo lo aspiriamo con la scopa elettrica, dovrebbe rimanere come nuovo.-

La voce di William arriva cristallina alle nostre spalle.

-Grazie Will.- diciamo io e Poppy all'unisono.

Sorrido quando lo vedo.
Finalmente una ventata di aria fresca.

- Torno a controllare che non ci sia nessuno dentro.- mormora Poppy con il solo intento di lasciarmi lì a bordo piscina, insieme a Will.

- Come va la serata?- mi chiede lui sedendosi a fianco a me.

Ah, così proprio?
Mi baci, poi mi cacci da casa tua, mi baci di nuovo davanti a tutti, te ne vai senza darmi spiegazioni e ora mi chiedi come va?

-Beh.. la mia serata è strana, la tua?- rispondo guardandolo.
Porta una camicia leggermente stropicciata ed un paio di pantaloncini.

- Forse hai ragione. Dobbiamo parlare.- mi dice senza interrompere il nostro contatto visivo.

I suoi occhi sono così belli.
Il mio azzurro è un celeste comunissimo, il suo invece è acqua, tendente quasi al verde quando siamo al buio.

-Will tu mi hai detto che c'erano delle cose che dovevi raccontarmi.. e poi mi hai baciata.
È così che le racconti le cose tu?-

William scoppia a ridere.

-Però stai evitando di parlarmi..- insisto con occhi bassi.

-Perché mi vergogno di come mi sono comportato con te June.-

Ora sono ufficialmente tutta orecchie.

-Ero arrabbiato con James, con me stesso e me la sono presa con te.
Eravate così vicini... come potevo non fraintendere? Parliamo di James..-

Lo indica con un cenno del capo.
I miei occhi si posano per una frazione di secondo sulla sua maglietta bianca ormai bagnata e trasparente.
Distolgo lo sguardo perché non mi va di guardare lo spettacolo indecente di lui e Bonnie che fanno cose vietate ai minori.

-Quindi siccome parliamo di James, hai creduto che stessimo facendo qualcosa?-

Sto ovviamente ridendo per l'assurdità della situazione.

-Ero incazzata con lui! Anzi, sono incazzata con lui. Mi ha rinchiuso nel tuo scantinato, come vendetta per avergli tirato un pugno. Pugno che si meritava poi!-

William scrolla il capo sorridendo.

- Mi dispiace per ciò che ti ha fatto, ma sopratutto per aver pensato male di te.-

-Perché non hai pensato male di lui?-

-James a modo suo ha una sua morale.-

HAHAHAH bellissima questa.

-Sono stata nei bagni di scuola con lui perché per sbaglio gli avevo rovesciato del caffè addosso e quel cretino mi ci ha obbligata a seguirlo.
Stessa cosa per l'infermeria. Gli avevo solo dato un consiglio..-

-June... Ti credo, non devi giustificarti.-

-Ma voglio farlo se questo può portare a fidarti di me.-

William trattiene un sorriso lanciando gli occhi avanti a sé.
Poi si morde il labbro.

-È stato davvero bello questa mattina. Certo senza pubblico sarebbe stato meglio...-

-Già.-

Sento improvvisamente le labbra secche come il deserto.

Vorrei solo mi dicesse qualcosa in più.

-Quando hai detto che non sei mai stato realmente con qualcuno, è per via di James?- sussurro timidamente.

-In che senso?- chiede lui increspando la fronte.

-Quando ieri alla festa i toni si sono accesi, gli ha detto che lui non si fa mai da parte.-

-È perché è più forte di lui, vuole per forza avere tutte le attenzioni su di sé.- dice William mentre entrambi veniamo risucchiati dal campo magnetico di James.
È nell'acqua e sta frugando voracemente nei capelli scuri di Bonnie con entrambe le mani, mentre la bacia. Se proprio lo vogliamo chiamare bacio e non atto osceno in luogo pubblico.

-Ma questo non c'entra nulla con la mia vita sentimentale.- prosegue William.

Improvvisamente abbassa lo sguardo.

-La colpa è mia. Sono stato io lo stupido ad essere innamorato per anni della stessa ragazza senza mai dichiararmi. E senza essere minimante ricambiato.-

Ah. Bene, davvero fantastico.

- Finiremo sempre per volere qualcosa che non ci apparterrà mai. È la natura umana.- asserisce con tono riflessivo.

Non so davvero cosa dire.
Cosa mi sta confessando?
Che è innamorato di un'altra ragazza?
Vorrei affogare in piscina.

- Cosa vuoi dirmi Will?-

-Che capita sempre di desiderare le persone sbagliate, June. Ma con te, per la prima volta, mi è sembrato di avere... qualcosa di reale. Non a senso unico.-

Ho la testa che mi scoppia.
Era questo che voleva dirmi?

-Sei... ancora... come dire, innamorato di questa ragazza?-

Lui fa segno di no con la testa.

- No, quello era il prologo. Vorrei che la parte centrale dell'opera fosse fatta di me e te. Insieme.-

Con uno slancio imprevisto mi sporgo verso di lui, trovando le sue labbra soffici pronte ad accogliermi. È come cadere su un morbido manto di nuvole. Le nostre lingue vellutate si sintonizzano in una danza ritmica e bagnata.
Non muove le mani che rimangono impigliate nel bordo della piscina, mentre lui mi sfiora il viso con entrambi i palmi.

-Scusa. Sono stato così...-

-Ti ho già perdonato, Romeo.-

💕🌸💕

Povero Blaze.

🌟Quindi vi sta piacendo? 💜

🌟Nel prossimo capitolo ci sarà un Jackson Pov + Ari Pov 😅

🌟 Di cosa parlavano Amelia e James?
Ovviamente è impossibile da indovinare, ma lo scoprirete andando avanti 🤐

🌟So che tutte odiate James e lo odierete sempre di più...ma un bad boy deve essere davvero bad 👿 sennò che bad boy è 🤔😅


💕alla prossima💕

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