Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

13. If it doesn't burn a little, then what's the point of playing with fire?



🌟È un capitolo luuuungo🌟



🌹🔥🌹

-June!-

Entrare in casa in punta di piedi come una ladra, non è servito a nulla. Lei è già appostata come un leone pronto a sbranare la sua gazzella.
Solo che io sono tutto fuorché aggraziata in questo momento. Ho appena fatto cadere le chiavi a terra e rovesciato il vaso di porcellana che stava all'ingresso, dove lei tiene dentro dei pennelli da esposizione.
Perché quale persona sana di mente, tiene dei pennelli in bella mostra come fossero soprammobili?
Mia madre, quella che mi sta guardando di sottecchi senza badare minimamente ai cocci sul pavimento.

-Juuuune?! Hai fumato?-

Accende la luce del salotto sparandomela in faccia ed è subito interrogatorio di terzo grado.

-Non ho sentito con le mie orecchie una risposta sufficientemente esauriente!-

-No, mamma ma che dici!-

Il mio tono da agnellino sperduto non sortisce alcun effetto.

-Sei in ritardo di un'ora e addosso hai odore di...- la vedo annusare la mia giacca di jeans con aria sospetta -....fumo? Che diavolo è?-

È diventata pure un segugio, adesso.

-Mamma sono stata in un posto dove c'erano persone che fumavano, magari per questo mi è rimasto un po' addosso.-

Non facciamone una tragedia...ho sonno, ciao

-Certo. Perché non esiste una legge che vieta di fumare nei locali pubblici, vero? Pensi che sia nata ieri?-

- È colpa mia se la gente fumava lo stesso?-

La collera le si dipinge negli occhi. Lancia gli occhiali da vista sul divano e si scaglia contro di me come una biglia impazzita.

-Mia figlia non andrà più in un posto del genere!!- esclama puntandomi un dito contro.

-Ma...-

Non ho le forze di controbattere, vorrei solo dileguarmi e andare a dormire.

-Le tue nuove amiche fumano?-

-Mamma, ho diciotto anni e non fumo. Se una delle mie amiche dovesse fumare, quale cavolo è il problema?! Non siamo bambine!-

-Il problema è che sei tornata un'ora in ritardo!-

Eccola, non ha risposto alla mia domanda. Come al solito.

-Cos'hanno detto le tue amiche dei jeans nuovi?-

La fisso confusa. Ma ha davvero il coraggio di chiedermi una cosa del genere, ora???

-Vado a dormire! Domani ho scuola!- taglio corto.

-June!-

Percorro a passo spedito la strada verso la mia camera e mi ci rifugio dentro il prima possibile.




"Per la barba di Merlino! Sono davvero le otto e mezza?"

Mi tiro giù dal letto alla velocità di un bradipo addormentato. Possibile non abbia sentito la sveglia?!

-Mammaaaaaa!! Perché non mi hai svegliata?!- urlo nel corridoio. Con una mano mi spazzolo i denti, con l'altra mi tolgo il pigiama in tutta fretta.

-Le tue responsabilità, signorina! Hai diciotto anni e non sei più una bambina, no? Se non senti la sveglia non è certo colpa mia!- la sento pavoneggiarsi dal piano inferiore.

Ce l'ha ancora con me perché sono tornata tardi ieri sera, ovvio.








-Devi farmi una giustificazione, sono talmente in ritardo che salterò la prima ora!- mi lamento quando siamo già in macchina.

- Te la sbrigherai da sola. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, inizia a farci l'abitudine, June.-

Ma quali responsabilità, che sono uscita di casa come un attaccapanni pieno di stracci buttati alla rinfusa. Non mi sono neanche pettinata, ho fatto in tempo solo a lavarmi e gettarmi addosso due vestiti a caso.
Oh no. La divisa. Ho dimenticato pure di indossarla.

Sono le nove e le lezioni sono già cominciate da un pezzo. Fa strano vedere la scuola deserta, di solito è un ingarbuglio di studenti che vanno in ogni direzione, ora c'è solo il riecheggiare dei miei passi nel corridoio sgombro.
E ora che faccio? Aspetto che finiscano la lezione o entro comunque?
Un tonfo mi fa sobbalzare, strappandomi ai miei problemi.

James Hunter ha sferrato un pugno al suo armadietto.
Guardo il metallo vibrare, la sua mandibola stringersi dura come la pietra sotto al cappuccio tirato su a coprirgli il viso.

Poi un altro colpo.

Rabbrividisco.

Spalanca l'anta con violenza e vi lancia dentro il cellulare.
Indietreggio impaurita quando lo vedo massaggiarsi le nocche ferite con la mano.
"No, June. Non pensarci neanche" mi dico avvicinandomi.

- James?-

Il cervello mi si è appena scollegato dal corpo, fantastico.
È chiaro che io non sia davanti al mio di armadietto.

-Ma che cazzo vuoi?-

Come iniziare al meglio la giornata.

Resto di sasso quando si volta verso di me e mostra il volto ancora tumefatto.
I suoi zigomi marcati sono lividi, mentre la mandibola solitamente lineare, appare leggermente gonfia.
-Cosa cazzo hai sempre da guardare tu?-

Le sue parole aspre mi scivolano addosso, sono troppo presa dall'assurdità della situazione. Non si è minimamente curato di occuparsi delle sue ferite? Nessuno si preoccupato per lui?

- Ma... i tuoi genitori non dicono nien..-

Gli basta compiere due passi per sopraggiungermi davanti al viso.

-Senti Biancaneve, te lo dico chiaro e tondo.-

Gli occhi mi si bloccano sulle labbra, frastagliate di tagli rossi. Alcuni sembrano profondi.

-Stammi lontana.-

Abbasso lo sguardo per non sopportare più la pressione della sua occhiata così densa e pesante.

-La tua mano sta...-

Le sue spalle ben piazzate hanno un accenno di movimento, le solleva per poi scrollarle in segno di disinteresse.

-Non fa niente. È solo un taglio.- sputa seccato.

-È meglio se vai in infermeria però.- mormoro incastrando i miei occhi tra le scapole sottili ed il collo segnato da chiazze violacee.

-Ci tieni tanto, eh?—

La sua espressione non accenna a smuoversi, resta seria, eppure riesco a percepirla, quella sottile presa in giro ogni volta che mi parla.

-Cosa? NO!-

James mi afferra dal braccio con vigore, trascinandomi con lui.

-E dato che ci tieni tanto, ora vieni con me.-

L'infermeria della scuola è uno stanzino piccolo come il ripostiglio dove mia madre tiene le vecchie tele.

-Senti, per l'altra sera....-

Non voglio chiedergli scusa, ma solo fargli capire che se l'ho fatto avevo le mie ragioni, quindi non c'è nessun motivo per farmela pagare. Siamo, come dire...pari.

E poi tutto ad un tratto, senza che nessuno, ma proprio nessuno glielo abbia chiesto, lui si sfila la felpa grigia con un movimento rapido, restando a petto scoperto.
Mi chiedo cosa ci guadagni a spogliarsi davanti a me, dato che non è la prima volta che lo fa.

-Carmen?- lo sento dire sedendosi sulla brandina.

Una donna robusta di mezza età e dal forte accento ispanico fa capolino per sbirciare dentro all'infermeria.

-Oh, tu...Arrivo.- bofonchia con la bocca piena.

Questa stava davvero mangiando un burrito alle nove del mattino?

-Io è meglio se vado in classe..- sussurro con un filo di voce, mentre lui spinge una sigaretta sottile tra quelle labbra gonfie.

-Dov'è la mia divisa, White?-

Poi come se niente fosse, forza quegli occhi blu in due fessure taglienti.

-Ehm...-

Devo farla stirare da mia madre, immagino che sarà contenta di stirare una divisa maschile. Sopratutto lo farà in silenzio senza farmi novantasette domande. "Certo. Contaci, June."

- Te la riporto domani.-

-E la tua, White?- chiede squadrandomi altezzosamente, senza smettere di dondolare le gambe lunghe giù per il vuoto.

Sento il desiderio di coprirmi il petto con le mani. Non voglio che stia mezzo nudo a guardarmi in quel modo, quando indosso solo una canottiera.

L'infermiera arriva scrollando il capo.

-Oh Edward, vedo che qualcuno si è deciso a suonartele.- dice lei tirando fuori l'occorrente.

Chi è Edward?

-White, puoi levarti dalle palle. Ora c'è Carmen ad occuparsi di me.- mugugna non appena coglie la mia espressione curiosa.

-È la prima volta che ci vieni?- domando io, incurante delle sue parole irritanti.

-Lui ci manda gli altri qui e mi da un sacco di lavoro.- replica la signora al posto suo.

-E il preside non lo espelle mai?-

James scoppia a ridere, facendo l'occhiolino all'infermiera.

-Guai, ragazza. Non vedo altro qui!- esclama lei dando una pacca sugli addominali di James che rimangono duri come roccia.

Lui ride, tirando fuori un accendino dalle tasche.

-Non fumare eh.- gli ordina l'infermiera.

-Ci posso scopare ma non ci posso fumare? fammi capire.-

"Che schifo"

-Devo andare in classe. Ciao.- sputo seccata prima di uscire dall'infermeria a passo rapido.

-Ahh belli i tempi in cui i ragazzi si picchiavano per me...- sento dire a Carmen.

-Ma che hai capito? Io che mi picchio per quella?!-

Mi blocco fuori dalla porta per ascoltare.

-Ti picchi per qualsiasi cosa, non puoi farlo per una ragazza così bella?-

-Ahiaaa cazzo!!-

Mi sporgo un po' per sbirciare ed inevitabilmente trattengo una risata quando Carmen gli infila un batuffolo pieno di alcol proprio nell'occhio.

-Perché ti sei portato qui la ragazza nuova?-

Lo vedo arricciare il labbro in un'espressione quasi schifata, poi scrolla le spalle disinteressato.

-È molto bella.- continua Carmen.

-Le altre che porto sono fighe. Non lei. È una ragazzina quella.-

-Se lo dici tu...Ma fa attenzione. Questa è diversa, Edward.-

Ma chi diamine è Edward?
Resto ferma dietro alla porta ancora un attimo, il perché me lo chiederò un'altra volta.

-Lo farai Romeo nella recita?-

- Che gran rottura di cazzo. Taylor mi rompe i coglioni con queste stronzate.-

- Non puoi prendere solo il buono dalle señoritas.-

-Finora è più la rottura di palle, che il resto.-

-Non hai trovato quella giusta, allora.-

"Ma senti senti..."

-Magari non devi neanche cercare più di tanto adesso..-

Sta alludendo a me?
È impazzita questa signora detta Carmen l'infermiera?

-È una bambina del cazzo. E poi... sta con William.-

C'è un attimo di pausa.

- Oh, e lui come sta?- la sento chiedere con il suo accento spagnolo.

- Ti direi bene, ma come al solito... direi una cazzata.-

"Cosa? In che senso?"

- Mi raccomando, Edward. Lo so che in fondo sei un bravo ragazzo.- conclude lei con voce affettuosa.

-Quindi posso fumare?-

- Certo che no. Sparisci e non fare più danni!-

Schizzo via nel corridoio come una forsennata, fino ad arrivare nella mia classe.

Pensavo di avere il cambio d'ora invece ci sono due ore di matematica. Che sfiga.
Prima busso, poi entro.
Il professore mi saluta cordialmente facendomi cenno di mettermi a sedere.

Mi infilo nel posto vuoto accanto ad Amelia che non smette di guadarmi incuriosita.
- Ma dov'eri?!! Non vedevo l'ora arrivassi per parlare!-

-Ehm.. non ho sentito la sveglia.-

Mi riaggiusto i capelli che saranno tutto fuorché ordinati in questo momento, ho corso e non solo metaforicamente parlando.

- Allora???-

Lei mi fissa con i suoi occhietti azzurri in cerca di una risposta, ma io non ce l'ho, sono ancora scossa per ciò che ho sentito poco fa.

- Allora cosa?-

- Con William! L'appuntamento! Ci sei andata tu o la tua clone?!-

In quel preciso istante James entra in classe.
Abbasso istintivamente lo sguardo e mi rendo conto che non ho neanche un libro davanti al naso.
Lui entra senza calcolare minimante il prof, si siede all'ultimo banco di fianco a Stacy e non si prende neanche la briga di tirare fuori un quaderno. Si mette al cellulare come niente fosse.

- Con Will tutto bene... ieri...-

Comincio a sussurrare, ma il professore mi becca in pieno.

-Signorina White, mi fa piacere che lei si sia degnata di raggiungerci con un'ora di ritardo.-

-Ehm scusi. Ho...io...mia madre aveva..-

E ora che dico? È la prima volta che mi capita

-Non mi interessano le sue scuse, può dirmi però perché si è sforzata di venire, se poi è completamente disinteressata alla lezione?-

- No... io.. -

- Ha una giustificazione per il ritardo?-

- Veramente no.. ma ero già..-

- Dov'era signorina White?-

Il silenzio tombale regna nella classe. Questo simpaticissimo prof di matematica è proprio ciò che viene più comunemente denominato come un dito in quel posticino sacro.

-È colpa mia.-

La voce asciutta di James Hunter taglia il silenzio, lasciandomi interdetta.

-L'ho trattenuta io.-

Quando mi volto però, il ghigno beffardo non è affatto dei migliori.

Ha detto che me la farà pagare per avergli tirato un pugno. Qualcosa mi dice che non scherzava affatto.

Brian si volta di scatto guardandomi in cagnesco, anche Amelia mi rivolge un'occhiataccia nel sentire le parole di James.

Il prof comincia a dirgli qualcosa, ma io ho orecchie solo per Amelia.

-June?! È vero?

-No no ...-

-No, June non ci siamo: tu non stai prendendo seriamente la situazione. Oggi pomeriggio da me.- sentenzia lei agguantando il cellulare nascosto nel portapenne.

Il mio telefono vibra, mi è appena arrivato un messaggio nel gruppo delle Cherry.

Alle 5 da me, squadra a rapporto




Arrivo a casa di Amelia poco dopo le cinque, Poppy e Ari sono già lì.

Poppy mi abbraccia, Ari mi porge un sorriso, poi un vassoio di mini cupcakes.

-Li hai fatti tu?- chiedo sedendomi a gambe incrociate sul tappeto bianco effetto pelliccia di animale appena scuoiato.

Ari annuisce con aria vagamente dispiaciuta, mentre io mi guardo in giro. È la prima volta che vengo a casa di Amelia, sembra la classica camera di una liceale con la sindrome di Peter Pan. Un peluche di Rainbow Dash sul letto, foto di momenti con le sue amiche alla pareti, libri, anche quelli di quando era più piccola, dentro alla libreria costellata di stickers di Hannah Montana.

Come la invidio.
C'è tutta la sua storia qui.
Io invece devo ridurmi a portarmi dietro solo il mio ultimo anno, perdendo sempre una piccola parte di me, di trasloco in trasloco. Non ho più i peluche con cui giocavo quando ero bambina e la cameretta che avevo prima che i miei si separassero, non riesco neanche più a ricordarla.
O forse l'ho dimenticata di proposito.

-In realtà li ho fatti per Brian, ma lui li ha lasciati in cucina senza considerarli neanche.- dice Ari indicandomi il cupcakes.

Il problema è che sono così mini, che in due bocconi, uno l'ho già finito. Ne vorrei un altro, dovrei chiederlo? Poppy si sta mettendo lo smalto, mentre Amelia girovaga per la stanza in cerca di una forcina per capelli.

-Okay, basta cazzate. Vi ho chiamate a rapporto per una questione ben precisa.- annuncia quest'ultima.

Ari si siede accanto a Poppy sul letto, mentre Amelia si ferma nel centro della stanza.

-James.- sentenzia.

C'è una nota più scura nella voce, che solitamente è chiara e cristallina.

- Chissene frega di James! È andata bene con William?-
La interrompe Ari.

Mi stanno guardando tutte e tre adesso.

E io ho appena infilato un altro cupcake in bocca.

- Sì. Clejhnfsld.-

Finisco di ingurgitare il mio cupcake, poi finalmente rispondo. - Sì.-

Le loro facce però non sembrano soddisfatte.

- Sì e...?-

Amelia allarga le braccia, in attesa.

- Vi siete baciati?- incalza Ari.

Poi è il turno di Poppy
-Stampo, lingua, succhiotto, mani..?-

Osservo Poppy confusa, Amelia mi fa cenno di lasciarla perdere.

- Ehm... stavamo per baciarci.. Credo. Ma poi James..-

E non c'è molto da raccontare, perché le ragazze sembrano già a conoscenza di cosa sto per dire e si stanno scambiando occhiate complici.

- Ha dovuto passare la serata a stargli dietro vero?- domanda Amelia seria.

Annuisco guardandole.
-Siamo dovuto andare a recuperarlo.. alla fine però ha detto che mi vuole rivedere. William, intendo.-

E se da dapprima sembravano preoccupate, ora potrei giurare di vedere un guizzo di felicità nei loro occhi.

- Allora qualcuno si sta prendendo una cotta per la nostra June...- esclama Ari passandosi un po' di burro cacao sulle labbra.
È truccata così bene che, a parte gli occhi da gatta, non riesco a decifrare se il viso abbia del trucco o meno.

-Ah, io non so se William sia davvero interessato a me...-

- James dove vi ha portati?-

Amelia è fin troppo scontata. Come posso far finta che lui non le piaccia ancora?

- Siamo andati in un postaccio.. non lo so come si chiamava. Qualcuno lo ha picchiato, hai visto com'era conciato male oggi, a scuola.-

Lei inizia a giocherellare con una delle treccine che si mescolano alla chioma sciolta e si fa pensierosa.

- Avrà dovuto dei soldi a qualcuno.- ipotizza Poppy.

- Non penso si faccia prendere a in pugni faccia per un po' di soldi. Conoscendo quanto è vanitoso ci sarà un altro motivo...- ribatte Amelia.

- E se...-
Poppy sta per cominciare a dire qualcosa di non gradito, lo vedo da come Ari la fulmina con lo sguardo.

-Ma allora June vuoi rivedere Will sì o no?- insiste quest'ultima.

- Certo.-

Perché non dovrei?

Amelia però è ancora sulle sue, la vedo fissare una foto sulla parete che la ritrae con la sua famiglia. Così provo a smuoverla.

-James è uno che fa solo chiacchiere. Non mi fa paura. Prima si è preso un pugno da Brian, poi ieri sera...-

La risatina nervosa di Ari mi fa trasalire.

-June...tu non lo conosci.-
Amelia si siede a fianco a me, poi comincia a vagare nei suoi pensieri. È così difficile intuire quali siano.

-Meglio così, aggiungerei.- dice Ari guardandosi in giro.

-Perché quando è lui ad arrabbiarsi, meglio non stargli intorno.- suggerisce Poppy.

-Esagerate.-

Le provoco di proposito, ma me ne pento subito dopo. Ora mi stanno fissando tutte e tre con gli occhi sbarrati.

-Ha mandato mio fratello all'ospedale due volte.- biascica Amelia, quasi costretta.

-Ha quasi ucciso un uomo quando aveva tredici anni.- aggiunge Poppy con aria innocente.

Mi cade la mascella.
-Cosa?-

Poppy sgrana gli occhi quando si rende conto della gravità della sua uscita, ma ormai è troppo tardi.

E lo vedo dagli sguardi di Ari e Amelia: vorrebbero incenerirla.

-Poppy! -

-Poppy, ma dici davvero?- chiedo io.

-Sì, certo. Con una chiave inglese.-

La naturalezza con cui dice le cose mi lascia intendere che non stia mentendo.

-Poppy!-

La faccia di Amelia è così dura che per un attimo rivedo l'espressione tormentata di suo fratello Brian.

-Ahm... che ho detto di male???-

-O mio Dio.-

-Questo non ha importanza. Sappi solo che è molto peggio di come credi.- taglia corto Amelia.

Non ha importanza? No, questa non me la bevo.

- Ma che cosa è successo tra voi?-

- Niente.-

-Niente? Non lo sopporti eppure siete stati insieme.-

Ari guarda Amelia stranita.

"O forse no?"

- Si sì.. siamo stati insieme.-

-E poi che è successo??-

Cosa nascondi Amelia?

- Siamo stati insieme e non è andata bene..Fine.-

Sembra molto più di questo, vista la sua espressione criptica.

-Vieni, Ari. Andiamo a prendere il "succo di frutta".-
Amelia mima le virgolette prima di raggiungere la porta.

- Ma se lo dite a mio fratello mi incazzo. Capito, Poppy?-

Le due ragazze spariscono dalla circolazione in un attimo. E quello che ho tratto da questa breve chiacchierata è molto semplice. Poppy. È da lei che devo partire se voglio capirci qualcosa in più di tutto questo gran casino. Certo, non voglio approfittare della sua buona fede, ma questo è il mio unico momento per provarci.

- Poppy..-

- Sì?-

-Che è successo tra Amelia e James Hunter?

-Stavano...diciamo... insieme. Una sera, durante la festa di compleanno di Taylor...Dio mio, June. È stato il delirio.- dice lei soffiandosi sulle unghie appena dipinte di blu acceso.

- Che cosa è successo?-

-Se ti raccontassi quello che è accaduto quella sera non capiresti. Inizia tutto molti anni prima. Brian e James andavano alle elementari insieme, erano amici... -

Poppy smette di parlare quando Amelia torna con un vassoio con sopra bicchieri colmi di liquido che sembra aranciata.

-Poppy a te solo succo di frutta per davvero.- l'ammonisce quest'ultima.

Mi sento un po' in colpa, lo ammetto. Non voglio che litighino per colpa mia, però chiedo solo un po' di onestà.

- Senti June, lo so che ti sembra assurdo, ma l'anno scorso ho avuto un brutto periodo in famiglia... e sì, sono stata con lui ma...-

La guardo arricciare le labbra in cerca di qualcosa da dire.

-...Poi lui l'ha tradita. Poi lui ti ha tradita, no?- dice Ari andando in soccorso di Amelia che le fa cenno di sì.

Stanno mentendo.
E la cosa mi offende.
Non mi ritengono ancora parte del loro gruppo.

-Tutto qua?- chiedo senza nascondere il mio tono seccato.

-No beh..- È piu forte di Poppy.

-Sì è tutto qua.- conclude bruscamente Amelia.

Sentiamo un clacson provenire dal piano di sotto.

-Ma chi è??-

-È la macchina di James! - esclama Ari spaventata, affacciandosi alla finestra.

-C'è Will qui sotto!!-

-Non posso crederci, è venuto qui per te, June!-
Gli occhi scuri di Ari brillano.
- Che cosa romantica.-

"E ora? Cosa devo fare?"

-Vieni June!- Amelia mi afferra. Poppy le porge prontamente un rossetto dopo una rapida scelta.

-Oh, no no.-

-Sei già bella, lo sappiamo. Ma un po' di trucco male non fa. Vieni ti metto questo.-

Non riesco a capire che colore sia, finché non mi guardo allo specchio: una grossa chiazza violacea scura mi contorna le labbra facendomele sembrare enormi.

-Ma che cosa diamine....!-

-Vai vai! Dai, non farlo aspettare.- mi spintona Ari.

William mi accoglie sotto casa di Amelia con una camicia scura ed un bel sorriso.

I miei occhi lo oltrepassano con rapidità per balzare alle sue spalle.
James Hunter si sta accendendo una sigaretta poggiato alla macchina. Ha il cappuccio tirato sul viso, questo crea un ombra così ampia che non riesco a vedergli gli occhi.

- Sono qui perché volevo chiederti scusa per ieri, June.-

William lancia i suoi occhi chiari nei miei, i nostri azzurri si mescolano lasciandomi confusa non appena lo sento pronunciare quelle parole.

- Non ce n'è bisogno, Will. Davvero.-

- È invece sì. Se la serata con te è stata un disastro, è solo colpa mia.-

- Beh..-

-Dammi solo un'altra opportunità.-

-Dì di sì!!- sento delle risatine sussurrate alle mie spalle.

Quando William solleva gli occhi, seguo la traiettoria del suo sguardo che mi porta alla finestra del piano superiore. Amelia, Poppy e Ari stanno ovviamente sbirciando.

- Sì.- ammetto sottovoce, causando qualche coretto di festeggiamento.

- Domani sera. Festa a casa mia. Ti andrebbe di venire?-

"Certo, perché glielo dici tu a mia madre, vero?"

-Ehm...Will...-

Sto facendo la figura della scema? Probabilmente sì dato che non ho il coraggio di guardarlo negli occhi in questo momento, mi vergogno. Lui mi fissa le labbra e io so che quel rossetto è davvero indecente.

- June, sono...venuto a dirti anche un'altra cosa.-

Posiziono i miei occhi tra i suoi capelli perfettamente pettinati, poi scendo inevitabilmente sul suo viso ben proporzionato e delicato.

"Non sono mai uscito con una ragazza"

Questa è un'assurdità.
È così bello...
Sono cieche le ragazze della mia scuola? Hanno occhi solo per quel...

Lascio che il mio sguardo saetti subdolamente alle spalle di William, verso la sagoma di James Hunter che sta con la testa bassa e le gambe incrociate contro la carrozzeria della macchina, butta a terra la cenere della sigaretta. Resta con il collo chinato, ma la sento indistintamente la pressione contro le mie pupille, quando solleva solo gli occhi blu verso di me, ghiacciandomi all'istante. Sembra che ci sia qualcosa di irresistibile per me in quello sguardo, come la sensazione si camminare su un burrone ad occhi chiusi. Il pericolo.

-June, mi piaci davvero. Puoi non crederci, ma è così. E so che ho delle amicizie discutibili...ma ci sono persone che fanno parte della mia vita da sempre. James è come un fratello per me. Non posso voltargli le spalle.-

-Te l'ha detto lui? Che non puoi voltargli le spalle?-

-Sì, ovviamente in termini tutti suoi.-

-Immagino.-

-"Non puoi voltarmi le spalle per una scopata"-

William improvvisa l'imitazione di James allargando le spalle e tirando fuori il petto come un cretino, facendomi scoppiare a ridere.

-Ma ovviamente tu non sei quello per me.-

Sorrido, non saprei che dire se non -Non l'ho mai pensato, Will. Tu non sei come lui.-

William si morde il labbro come per trattenere un respiro di sollievo.

-Non sai che fatica per farmi accompagnare qui...-

-Immagino i capricci del bambino di quattro anni..-

Sento James dare un colpetto di gola, come per schiarisi la voce, per poi portarsi le nocche tumefatte alle labbra.

- Cosa ne pensi del destino, Will?- chiedo sottovoce.

-Woah... ehm...-
William si gratta la nuca con fare impacciato.
-Una cosa del tipo.. Oh, il mio armadietto e quello di June sono vicini. Grazie, destino...?-

Sbuffo in una risata accennata.

-Quindi ci vieni per davvero?-

Annuisco con una punta di imbarazzo.

-Sono state le mie doti da imitatore a convincerti vero, June?-

Scoppio a ridere sul serio ora, ma poi mi blocco di getto quando William mi porta una ciocca bionda dietro all'orecchio. Sento le sue dita accarezzarmi la guancia con dolcezza.

E poi il suono del clacson.

-Time out baby, dobbiamo andare.-

Chiudo gli occhi quando sento la voce irritante di James.

- Lo odio.- sibilo scrollando il capo.

- Lo so. Ti giuro che sarò tutto per te, domani sera.- sussurra William prima di prendermi la mano.

Sento vociferare dall'alto.
Troppi spettatori.

-Devo andare.- William accosta il viso al mio, lasciandomi un bacio sulla mandibola.

Provo una sensazione di ingenua dolcezza mista a felicità, che però viene spazzata via all'istante quando incontro lo sguardo affilato di James Hunter.





-La regola che funziona sempre è questa: due cocktail. Non uno più, non uno meno.-

Amelia sta annunciando le sue strane "regole" come fossero legge per tutti.

-In che senso?- domando passando lo sguardo dalle mie scarpe da ginnastica alle sue decoltè con tacco vertiginoso.

-Così sei più allegra, ma non ubriaca.-

Siamo chiuse nel bagno di William perché Amelia insiste con mettermi del blush sulle guance.
Siamo arrivate dieci minuti fa, c'era un dj, qualche ragazzo in salotto ma niente di più. Di William non neanche mezza traccia.

-Sto bene vestita così,Poppy?- Chiedo a lei perché so che è la bocca della verità.

-No, hai le tette troppo grandi per quel vestito.- dice senza neanche pensarci.

-Coooosa??? Oddio devo subito cambiarmi!!- esclamo in preda al panico.

Amelia le lancia l'occhiataccia più gelida della storia.

- Ovviamente per Poppy invece, la regola dei cocktails cambia. Uno massimo. Sennò comincia a raccontarti anche quante volte è andata a pisciare.-

-Io non ho bisogno di bere, mi diverto ugualmente.- dice Poppy scrollando le spalle, come se tutto le scivolasse addosso.

Amelia mi risistema i lunghi capelli biondi districandoli con le dita. -Stai benissimo, June. Posso metterti un po' di matita scura in modo da far risaltare quei bellissimi occhi di ghiaccio che ti ritrovi?-

-No, grazie! Mi dici perché siamo venute prima?- domando confusa.

-Tastare il terreno. Vedere come sono conciati gli altri, capire se siamo in linea con lo stile, blablabla...-

-E siamo chiuse in bagno, perché....??-

Lo so che continuo a fare domande, ma è tutto assurdo per me. Non sono mai stata invitata ad una festa, tanto meno dal ragazzo che mi piace.
E ora siamo a casa sua, chiuse nel suo bagno a finire di agghindarci. Anzi, a finire di farmi agghindare, dato che Amelia sembra tenerci tanto all'operazione "Rendiamo June super figa" parole sue, testuali.

Mi guardo allo specchio.
Amelia è alta come me, ma è molto più magra. Ha il fisico sottile e due occhietti magnetici sotto a quei capelli ricci e pieni di trecce. Indossiamo un vestito simile, nero aderente e senza maniche. Me l'ha prestato lei dopo innumerevoli lamentele da parte mia.

Lei è completamente a suo agio in quel lembo di stoffa, solo che io mi sento scoppiare nella sua taglia. Continuo ad abbassarmelo in continuazione sulle gambe e a tirarmelo su sul petto.

Poppy invece indossa un vestito bianco e morbido che contrasta con i suoi capelli blu e biondi. È alta due teste in più di noi e non indossa neanche i tacchi.

-Dov'è Ari?-

-Con suo fratello, appartata a fare preliminari da circa un anno.- replica Poppy prontamente.

-Come scusa?-

- Lasciala perdere, June. Devi pensare solo a William ora. Era una chiara dichiarazione quella che ti ha fatto sotto casa mia.- sussurra lei abbassandomi il vestito sul seno, quando io ero appena riuscita a coprirmi.

-Andiamo.-

-No aspetta.- piagnucolo impaurita.

Non sono una che solitamente dimostra debolezza o paura per cose così superficiali, ma ora...mi sento profondamente in ansia a dover uscire conciata in questo modo. Ho insistito affinché mi lasciasse i capelli al naturale, ma sul trucco e vestito...Amelia ha avuto la meglio.
E ha avuto tutto inizio a casa sua.

-Se tieni quelle scarpe da ginnastica, allora ti metti quanto meno il mascara!- aveva annunciato avvicinandosi con quella cosa infernale ai miei occhi. Io l'ho lasciata fare, ma quando poi mi son guardata allo specchio quasi non mi sono riconosciuta. Sembro una di quelle bambole assassine che regalavano a mia madre al supermercato quando faceva la raccolta punti. Le pentole le aveva già collezionate tutte, così ha cominciato con le bambole di porcellana. Agghiaccianti.
Fortuna che le abbiamo perse tutte durante i traslochi.

-Sei sexy da morire ma di cosa hai paura???- esclama Amelia sgranando gli occhi.

-Non mi sento molto...-

-Non si sente a suo agio vestita da manichino attira maschi.-

-Grazie Poppy, tu sì che sai come tirare su il morale.- la punzecchia Amelia.

-Avrei detto "attizza" invece che "attira", ma vista la sensibilità di June, mi sono trattenuta.-

-Grazie Poppy, lo apprezzo.- le dico seria.

Ora l'ho capito: lei non lo fa apposta, è proprio così.

-Hai capito la regola del cocktail, June?-

-Non credo che berrò, ma grazie del consiglio Amelia.-

-E non accettare caramelle se te le propongono- aggiunge Poppy.

-Caramelle? Ma siamo all'asilo!?- sbraito facendole ridere.
Poi tornano a fissarmi serie.

- Sul serio, tieni gli occhi aperti.-

Ripenso a mia madre.

"No, sta calma. Non stai facendo niente di male, June. Sei solo ad una semplicissima festa tra compagni di scuola."

-O mio dio. Mia madre mi ammazza- sibilo quando usciamo dal bagno e mi ritrovo faccia a faccia con la realtà.

Il salone immacolato che avevo visto dieci minuti fa ora è irriconoscibile. C'è gente in ogni angolo. La musica è assordante. La casa di William è enorme sì, ma in questo momento è invasa da persone di tutti i tipi. Sembrano formiche che brulicano ovunque, persino sui muri.

-Per poter venire a questa festa ho dovuto fare carte false. Mia madre pensa che sono da Amelia a studiare!- piagnucolo guardando Poppy.

-E lei ti ha creduto, immagino. Anche perché...chi è che non va a studiare dalle amiche, vestita da stripper dei bassi fondi?-

La voce di James Hunter mette sull'attenti tutte e tre.
Amelia lo sta guardando malissimo.

- Ma come ti permetti! June sta benissimo?!- lo aggredisce lei, mentre io mi sento così avvilita che non riesco neanche a parlare.

-Tu sei molto carina, tesoro.- sussurra rivolgendosi a Poppy.

Lei diventa color anguria non appena James si morde il labbro inferiore ad un palmo dal suo viso.

Lo squadro rapidamente: porta dei pantaloncini sportivi e una felpa dell'Adidas blu con la zip aperta sul petto abbronzato. Non sembra stia conciato per andare ad una festa. Con lui l'immancabile Jackson, con i capelli biondissimi e il suo fisico possente stretto dentro ad un gilet rosso.
Sembrano usciti da un fumetto.

-Lascialo perdere, sei uno schianto, June. - sussurra Jackson facendomi l'occhiolino.

Dietro di loro sbuca Marvin, il ragazzo rasato che non mi toglie gli occhi dalla scollatura neanche per una frazione di secondo.

-Marvin ti do tre secondi.- sbotta James sollevando la mano per cominciare la conta con le dita.

-Eh?- chiede l'altro con aria confusa.

-Tre! Levati dal cazzo, vammi a prendere da bere.- gli ordina bruscamente James.

-Che squallido.- biascico sottovoce.

-Piccolo appunto, White. Se non vuoi che i morti di figa ti facciano le mammografia, magari fai lo sforzo la prossima volta.- sputa acido. Lo guardo risistemarsi il ciuffo biondo scuro che gli finisce sul viso.

-Di fare cosa, Hunter?- ringhio a denti stretti.

-Di coprirti, cretina.-

Si volta dileguandosi tra la folla con i suoi amici.

- Ma poi viene a parlarmi di vestiti quando va in giro come se dovesse spacciare per i vicoli di Londra?- salto su innervosita.

Amelia scoppia a ridere agguantando un cocktail.

-È il primo, sappi che tengo il conto.- le dico con fare materno.

- Ma tanto, alle feste, a James durano dieci minuti i vestiti che ha addosso.- ridacchia Poppy.

- Ciao ragazze.-

La voce di William ci fa voltare all'unisono.
Finalmente.

- Posso rubarvi June?-

- Devi!- esclama Amelia spingendomi come una cretina tra le braccia di William.

-Vieni ti faccio vedere casa mia. Anche se so che questo non è il momento migliore per mostrartela.- sorride guardandomi dritta negli occhi.

Maledizione quant'è carino.

-Dici che arriverà tutta intera fino a domani?- gli chiedo scettica.

Vedo alcuni ragazzi baciarsi sul tavolo della cucina, altri lanciano un palla da rugby da un lato all'altro del salotto, incuranti di lampadari preziosi e vasi costosi.

- I tuoi sono molto permissivi.- azzardo un giudizio non richiesto.

-I miei non ci sono. Sono in viaggio.-

- Oh.-

Lo seguo mentre percorriamo i corridoi.

-E siccome non tornano domani... diciamo che ho tutto il tempo per rimediare.-

La voce di William è sempre così riflessiva, è quasi rilassante sentirlo parlare in mezzo a quel marasma di musica e urla.

-Sei abituato ad organizzare feste?-

-Le organizza James, io a volte ci metto la casa. Suo padre è a casa in questo periodo, quindi non possiamo farle da lui. Ma... a che pensi June?- domanda quando si accorge della mia faccia pensierosa.

-Che mia madre mi appenderebbe al lampadario se osassi anche solo chiederle di fare una festa del genere!-

William si scioglie in una risata.

-I nostri genitori da giovani hanno fatto ben peggio!- dice alzando la voce per sovrastare il baccano.

I miei occhi risalgono le scale che portano al piano di sopra, vi sono dei ragazzi chinati a sniffare su un tavolino.

-Dubito...- mormoro con un filo di voce.

-Dì la verità, le tue amiche non hanno fatto altro che prendermi in giro per essere venuto a parlarti!-

Finalmente siamo in giardino, respiro una boccata d'aria fresca.

-Ma no... dicono che sei carino. Sei stato molto ma molto carino a scusarti di persona.-

-Le ragazze dicono una cosa, ma poi alla fine fanno tutt'altro.- afferma William quando entrambi veniamo rapiti da Brian e Ari che ci sfilano davanti camminando mano nella mano. Sono così belli che fanno sembrare noi comuni mortali dei cetrioli con le gambe.

-Non è vero. L'ho pensato anche io. Che sei stato carino.- aggiungo sfiorandogli il braccio.

William si volta verso di me e senza neanche pensarci due volte mi posa una mano sul fianco. Resto sorpresa dall'audacia inaspettata.

Ora mi bacia?

- Oh scusa, amico.-
Un ragazzo ci passa in mezzo senza preoccuparsi minimamente di noi.

-Vieni con me.-

Seguo Will attraverso il giardino, finché non mi fa strada verso una zona più appartata.

Non faccio in tempo a chiedergli "dove mi porti?" che mi ritrovo costretta a deglutire rumorosamente.

-Wow...-

I muscoli della mia faccia sono tutti concentrati a formare un'espressione di stupore. Un grosso albero costellato di lucine bianche crea l'atmosfera perfetta per un angolino di pace che sembra sia stato creato appositamente per noi due. C'è un dondolo, coperte e...sono libri quelli per terra?

-L'hai fatto per...me?-

Intorno a noi candele e profumo di fiori.

- Ma no.. è solo... ho pensato che magari non ti andava di stare nel casino. Così ho creato un'alternativa.-

-È.. bellissimo. Davvero Will.-

Lo guardo sedersi sul dondolo con aria turbata.

È tutto molto bello, ma forse sono un po' troppo pretenziosa se ora mi aspetto qualcosa come... un complimento? Un bacio, forse?

-June.-

E invece la faccia di William sembra promettere tutt'altro.

-Devo parlarti.-

-Okay.- Il suo nervosismo è palese. Vuole parlarmi di qualcosa di realmente importante.

-Dimmi, Will.- lo invito a continuare, sedendomi di fianco a lui.

-Ma prima vorrei fare una cosa, perché se non la faccio ora, c'è il rischio che dopo non potrò più farla.-

William abbassa la testa, prima di prendere un respiro che gli fa gonfiare il petto.

-Cosa?-

-Ci sono delle cose che tu non sai.-

Questo l'avevo vagamente intuito. Vagamente, eh.

-Di me.- aggiunge lasciandomi attonita.

-Di te?-

-Sì. E ho paura che se tu lo venissi a sapere...-

Sono così attenta che ho anche dimenticato di respirare, di sbattere le palpebre.

-...poi non vorresti più...-

Vedo nel buio il luccichio dei suoi occhi azzurri come il mare.

-...fare questo.-

Chiudo gli occhi d'istinto quando le sue labbra premono dolcemente sulle mie.
Li riapro con lentezza, muovendomi a cercare ancora il contatto caldo della sua bocca morbida.

-E questo...-

E così sono di nuovo al buio, quando lui mi bacia ancora. Però sta volta schiudiamo le labbra all'unisono, scontrandoci in un gioco di lingue delicate e cadenzate.

C'è il silenzio, rotto solo dai nostri respiri lievemente accelerati.

-Puoi dirmi quello che vuoi Will.- sussurro contro la sua bocca.

Compio un balzo quando delle urla dapprima impercettibili, si fanno sempre più vicine.
In lontananza vediamo un gruppetto di ragazzi arrivare in piscina.
Alcune ragazze sono in costume, altre in abiti così striminziti che non sembra differiscano molto dai bikini. Ma la cosa che noto è che la loro pelle è chiazzata di pitture colorate che si illuminano al buio.

- Oh, no. James e la sua fissa per il body painting!- esclama William.

E ovviamente c'è anche lui.

Posso abbassare lo sguardo finché voglio, ma il suo fisico è dannatamente perfetto. Anche ora che è pieno di colori e luci. Mi ritrovo a fissarlo senza fiato. Sarà il bacio che mi sono appena scambiata con William, o sarà il modo in cui i suoi muscoli compatti fasciano il suo torace forte, ma mi manca letteralmente il fiato.

Gli addominali sono così tesi che sembra vogliano scoppiare sotto alla pelle fina ed abbronzata.
Ha ancora qualche livido sul viso, alcuni sparsi sul corpo ma non sembra che alle ragazze importi più di tanto.
Una gli sta così appicciata all'incavo del collo che sembra abbia scambiato il suo profumo per ossigeno.

-La quiete è finita.- annuncia William con tono ironico.

-Siete così diversi...- Lo sto dicendo a lui, o forse a me stessa.

-Sai June...-

Il tono di William si fa serio, segno che sta per rivelarmi qualcosa a cui tiene molto. Lo osservo ammaliata, quando comincia il suo racconto.

-Quando andavo alle elementari avevo paura di lui. Aveva sempre quell'aria da bullo. Speravo continuamente di non imbattermi in lui o di non dover averci a che fare perché io ero timido ed insicuro, mentre James non aveva paura di niente. Ma da un lato desideravo essere forte e carismatico come lui. A scuola tutti lo rispettavano, persino le maestre gli volevano bene nonostante facesse perdere loro la pazienza.-

Era questo che voleva dirmi prima? Non credo.

- Perdere la pazienza? Non mi viene difficile crederti...-

William sorride prima di continuare.

-Non sai quante volte mi ha fatto perdere le staffe. Lo fa con suo padre, con i suoi amici, con le ragazze. Con tutti. Poi però finisci per adorarlo. Ed è la persona più altruista che conosco.-

-Soffre di manie di protagonismo.- aggiungo quando lo vedo così a suo agio in mezzo a tre, quattro ragazze mezze nude.

-Puoi ben dirlo. James non sa cos'è il pericolo.-

"È folle"mi dico, proprio nel momento esatto in cui lui mette in atto davanti a tutti il mio concetto di "follia".
Lo vedo pompare con le labbra il collo di una bottiglia. Il suo pomo d'adamo si muove rapido mentre ingurgita l'alcol con avidità, prima di scollare la bocca dal vetro e premerla contro il collo di una ragazza mora. Infila la lingua in bocca ad una ragazza bionda, poi si volta e lo fa con un'altra ancora.

- Beh... Sinceramente non mi sembra un bell'esempio da seguire.-

-Affatto. Ha un modo tutto suo per divertirsi: una volta si è lanciato dal tetto di casa sua, si è tuffato in piscina. Era fatto ed ubriaco, poteva rimanerci secco. Ma non gli è importato, l'ha fatto lo stesso.-

-E di cosa gli importa allora?- domando curiosa.

-Solo delle persone a cui vuole bene. Vuoi da bere?-

La domanda di William mi spiazza.

-Analcolico. Grazie.-

-Sicura?- chiede guardandomi serio.

Poso lo sguardo sulle sue labbra.
Mi è bastato lasciarmi andare cinque minuti e ho provato delle sensazioni bellissime. Cosa succederà mai se bevo un goccino di alcol?

- Ehm.. okay magari qualcosina...-

-Okay faccio io. Niente di forte però.-

William si alza in piedi poi torna su di me, puntando alla mia bocca.
Mi lascia un dolce bacio a fior di labbra che mi fa scorrere qualche brivido lungo alla schiena.

- Sei davvero stupenda questa sera. Arrivo subito.-

Avrei voluto chiedergli se fosse il caso di aspettarlo qui, oppure di seguirlo...ma William mi ha spiazzato. Tutto quello che ha organizzato per me, non me lo aspettavo. È stato molto meglio di come l'avevo fantasticato, il mio primo bacio.
Non credevo di poter provare qualcosa del genere per qualcuno che conosco appena.

Sto ancora sorridendo come una bambina, quando sento lo sguardo duro di James addosso.
E se William è la delicatezza, James è la violenza.
Non solo fisica. La maniera in cui mi guarda, è quasi brutale.
E c'è sempre la sua solita arroganza, dipinta in quello sguardo sfacciato.
Ma stavolta ci vedo qualcosa di più.
Il racconto di William non avrà risolto i miei dubbi, ma mi ha dato il suo punto di vista, apportando una smussata al mio modo di guardare James, che forse era un po' troppo crudo.

Lui esce dalla piscina dandosi una scrollata ai capelli con la mano.
Non mi sento in diritto di guardarlo in questo momento, sono in procinto di distogliere lo sguardo quando i suoi occhi blu folgorano i miei nel buio.

Sento una scossa di fastidio, di eccitazione, di paura.

Ma James non sembra conoscerla la paura perché continua a fissarmi, anche quando una ragazza arriva a infilargli una sigaretta in bocca.

Lui l'afferra dai fianchi facendola sbattere di schiena contro il suo petto.
Devo smetterla di guardarlo, ma mi tiene incollata come una calamita.
La ragazza inizia a muoversi sinuosamente davanti a lui con un bicchiere tra le dita, mentre James fa scivolare la sua mano sul suo collo poi sotto alle bretelle del reggiseno.

Distolgo immediatamente lo sguardo.

Che gioco malato è questo? Deve essere ubriaco. Non ci si comporta così in pubblico, tanto meno se deve farlo guardandomi fisso negli occhi.

Inizio a ticchettare nervosamente con le scarpe contro una gamba del dondolo, quando un ombra mi si para davanti.

James si china verso una candela per accendersi la sigaretta.
Non lo guardo. Non gli lascerò rovinare la mia serata.

Lui però ridacchia senza pudore, facendomi ribollire in sangue nelle vene.

-Ti sto ignorando Hunter, nel caso in te ne fossi accorto.-

-Oh, sì. Ho visto come mi stai ignorando.-

Maledizione.

Lui continua a sorridere, dandomi sui nervi.

-Oggi in che mood sei? Eh?- chiedo mentre non posso fare a meno di notare le goccioline di acqua che scorrono sul suo petto umido.

-Sono nel mood che ti faccio male se non ti chiudi quella bocca.- asserisce incrociando le braccia.

-Non avresti le palle.- mormoro guardando a terra.

-Non sai un cazzo.-

Ancora con queste cavolate?
Ma a chi pensa di far paura?

-Cos'è, sei così bad che ti ubriachi e poi picchi tutti, eh?-

Lui accenna una risatina sguaiata.

- A colazione hai squartato coniglietti e mangiato gattini?-

Lui continua a ridere, poi però si fa improvvisamente serio.
-Zitta o ti faccio pentire di avermi rivolto la parola.-

-Non mi farà mai paura un bullo come te.- lo provoco ricordando le parole di William.

Poi però c'è la versione di Amelia, Poppy e Ari. A chi dovrei credere?

-Scommetti, mhm?-

-Dai avanti voglio proprio vedere.- dico alzandomi in piedi.

"Ma perché da quando sono arrivata qui, mi caccio sempre nei guai!?"

-Scommetti che tra poco smetterai di ridere?-

Sono ancora intenta a rivolgergli la mia espressione di sfida, che lui mi prende di peso caricandomi in spalle, facendomi penzolare la faccia verso il pavimento.

-Lasciami! Ma sei impazzito?-

-Adesso tu vieni con me.-

EHHHHH SI.

🌟Vi prego stellinatemi così capisco che il racconto è di vostro gradimento🌟

Alcune cosucce...

Ci tengo tanto a questa storia.

Le mie tre storie Chocolate, Badlands, Odi et amo le ho scritte più di cinque anni fa e ammetto che non è stato facile incominciare qualcosa di nuovo. Ci ho provato diverse volte, finendo per cancellare le storie perché mancava - non tanto l'ispirazione - ma la mia passione nel farlo. Non riuscivo a sentire "vivi" personaggi e non riuscivo a fare "mie" le vicende che raccontavo.

Finalmente ho ritrovato una "connessione" con quello che scrivo e mi sento di dirvi che probabilmente è anche la storia a cui sarò più legata quando sarà conclusa. Spero di non deludervi e di trasmettervi qualcosa di positivo!

Cosa nasconde William?🙈

Cosa succederà nel prossimo capitolo?🔥

Li shippate June e William?💜

Le simpatiche amichette ovviamente nascondono dei segreti che si scopriranno prossimamente..🤫

Il capitolo era troppo lungo non mi ci è stato il continuo della vicenda di Blaze e Jackson,ma se riesco la infilo nel prossimo

Bye chicassss🌸

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro