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1. The new girl


-June! Non puoi continuare a mangiarti le unghie.-

- E questo chi lo dice? Tu!?-

Sono le 7:45 e sono già inviperita.

Mia madre mi lancia addosso occhiatacce ad intermittenza, neanche l'avessi appena insultata. Stringe il volante e continua ad esaminarmi contrariata.

- Certo che un po' di correttore potevi metterlo.-

E certo. Se mi fossi truccata per andare a scuola sarebbe partita la sgridata del secolo solo perché avevo osato truccarmi.

- Non ti va mai bene un ... -

Sbuffo nervosa.

-...bel niente.-

Perché mia madre non mi capisce mai?
Non è di per sé già difficile cambiare scuola e compagni di classe per l'ennesima volta?
No, ci si deve mettere pure lei con le sue lamentele inutili.

- Se non sai in che classe andare, chiedi informazioni. Mi raccomando non fare la timida come al tuo solito.-

Guardo i suoi capelli biondi tirati su in una crocchia scombinata.

A volte vorrei essere rimasta con mio padre, almeno lui non avrebbe rotto le scatole da mattina a sera come fa lei.
Invece no, mia madre l'artista deve viaggiare il mondo e trascinarmi con sé per esporre le sue stupidissime opere d'arte.
Roba che piace solo ai vecchi poi.

- Aggiustati il colletto della camicetta, tesoro. Poi perché ti siedi come un maschiaccio?? Ti si stropiccia la gonna della divisa.- mi rimprovera.

"Della mia stupida divisa" vorrai dire

-Non capisco perché non potevi iscrivermi ad una scuola pubblica come hai sempre fatto.- le dico io guardando fuori dal finestrino.

- Lo sai che con l'ultima esposizione ho messo da parte un bel gruzzoletto. Frequenterai la miglior scuola di Los Angeles.-

- uh, wow. Che emozione. Allora posso anche non studiare, tanto paghi una retta talmente alta che me lo stai comprando il diploma!-

Lei mi guarda delusa. I suoi occhi chiari si intristiscono.

- Dio, sembri tuo padre quando sei così scorbutica.-

- Sempre che io ci arrivi al diploma! Dato che tra due mesi scommetto che mi farai di nuovo cambiare scuola!-

Ho i nervi a fior di pelle, non sopporto il primo giorno di scuola.

E di prime volte ne ho avute tante.

- June. Una signorina non si riduce le unghie in quello stato.-

I miei occhi ruotano inevitabilmente verso il tettuccio dell'auto.

-Mamma sono nervosa, perché non provi mai a capirmi?- sbotto senza filtri.

- E che sarà mai? È già la terza classe che cambi in due anni!-

- E vanne fiera, cazzo!- sputo gettandomi giù dall'auto non appena si ferma davanti alla mia nuova scuola.

Per un attimo resto confusa.
È questa la mia nuova scuola?
Finora ho frequentato normalissime scuole pubbliche, ma questa sembra una scuola superiore dell'800'.
È un vecchio castello.
Cioè mia madre mi ha portato ad HOGWARTS?!

Mi strofino gli occhi con vigore, quasi a volermi svegliare dall'incantesimo che sembra essere sceso sulla mia vita. Il cortile è un ammasso di studenti tutti vestiti uguali. Giacca e gonnellina blu per le ragazze, pantaloni scuri e camicia bianca per i ragazzi.

Benvenuta alla fiera del conformismo, June.

Camminano tutti a testa alta.
Appaiono tutti così sicuri di sé...
Le ragazze sembrano fatte con lo stampino: fisici snelli, nasi piccoli e occhi perfettamente truccati, capelli lucenti e morbidi. Mentre i ragazzi sembrano dei modelli da rivista.

Con riluttanza, mi ritrovo a muovere i miei primi passi in quel mondo, come se stessi per varcare una soglia invisibile dalla quale non potrò mai più tornare indietro. Continuo a guardarmi intorno e il pensiero si fa sempre più martellante nella mia testa: io non c'entro proprio nulla con questa gente.
Vorrei chiamare mia madre e supplicarla di venirmi a prendere, ma poi so già che mi obbligherebbe fare una figuraccia colossale. Arriverebbe a trascinarmi fin dentro alla classe tirandomi per i capelli.
Meglio evitare.

- Ti sei persa?-

Una voce cupa e profonda mi prende alla sprovvista, perciò mi volto di scatto.

Sta parlando con me?

Questo ragazzo alto e bello sta parlando con me?

- Sì, cioè no... sono appena arrivata.-

Complimenti, June. Balbettare davanti ad un figo di tali proporzioni ti viene sempre bene, eh.

- È il tuo primo giorno?- chiede lui osservandomi con due piccoli occhi smeraldo.

Annuisco indecisa e ben presto vengo distratta da una figura snella che corre nella nostra direzione.

- Che succede?- domanda una ragazza dai lunghi capelli color pece.

Ha i lobi tempestati di orecchini e il suo sguardo rivela lo stesso taglio felino del moro.

- La ragazza è nuova.- dice lui con un mezzo ghigno.

Ha fatto un sorrisetto storto o l'ho immaginato io?

-Nonché una povera malcapitata- ridacchia lei, prima di presentarsi.

- Io sono Amelia Hood. Quello che ti sta dando fastidio è Brian, mio fratello.-

Oltre a condividere la spigolosità nei lineamenti del viso, hanno anche la stessa bellezza fuori dal comune.

- Non mi stava dando fastidio. Comunque piacere, io sono June White.-

Ogni volta che dico il mio nome la gente mi fissa stralunata, come se la mia condizione anagrafica fosse uno scherzo. Il tutto perché nonna March ha chiamato mia madre April, che a sua volta ha pensato bene di portare avanti la tradizione, chiamandomi June.

I fratelli mi scrutano con sguardo enigmatico, con un movimento oscillante che va dall'alto al basso, neanche appartenessi ad una specie rara e sconosciuta.

- Carina però.- sento mormorare lei sottovoce. Lui non fiata ma mi fissa intensamente.
- Molto.-

- Che anno frequenti?- chiede Amelia e prendendomi sotto braccio.
Brian ci cammina a fianco, mentre tutti e tre ci dirigiamo verso l'ingresso dell'edificio.

- Sei una matricola?-

- No sono al penultimo anno- esclamo quasi offesa per la sua insinuazione.

- Sembra più piccola di noi.- constata Brian, guardando prima me poi la sorella.

-Anche noi siamo al penultimo anno. Che materie hai oggi?-

Li osservo incuriosita. - Voi due siete gemelli?-

-No... Brian è di un anno più grande ma sono stati costretti a bocciarlo, ha fatto qualche casino l'anno scorso...-

- Amelia.-
Suo fratello la rimprovera all'istante, poi il suo sguardo si scurisce.

- Beh, comunque ho inglese alla prima ora- m'intrometto, come a voler rompere il ghiaccio che si è creato tra loro.

- Oh, io ho scienze. Che palle. Tu Brian?- sbuffa Amelia.

- Anch'io ho inglese. Se vuoi ti faccio vedere dov'è l'aula, June- propone lui, osservandomi dall'alto.

Sto per annuire, ma mi ritrovo a lasciare un lamento soffocato perché Amelia mi stringe forte il braccio.
Siamo nel corridoio di scuola e qualcosa o meglio, qualcuno, ha appena attirato la sua attenzione. E mi basta lanciare qualche occhiata in giro per capire che Amelia non è la sola a reagire così, ci sono un po' di tumulti e borbottii intorno a noi.

-Oh cazzo. È tornato.-

-Chi? Chi è tornato?- domando io allungando il collo tra la folla di studenti che corrono avanti e indietro con i libri sotto al braccio.

-Hunter.- espira lei lentamente.

Ho un brivido.

È così solenne modo in cui lo dice che sembra stia nominando satana in persona.

- E sarebbe?-

-Nessuno. Meglio stare alla larga da James Hunter.- dice Brian con occhi serrati.

James Hunter chi?

Qualcosa mi dice che non scorre buon sangue tra loro.

- Andiamo in classe?- mi chiede il ragazzo con gli occhi smeraldo, tentando di riacciuffare la mia attenzione.

- Mhm. Va bene.-

Ma io non mi schiodo dal pavimento, soprattutto quando i mormorii che mi circondano si fanno più insistenti.

-Hunter è tornato.-

Sembrano ripeterlo un po' tutti.
Tra il vociferare sento qualche voce femminile. - Sbaglio o è tornato più scopabile del solito?-

- Il riformatorio deve avergli fatto bene...- sghignazza un'altra.

Infastidita da tutto quel civettare, decido di seguire Brian che si è offerto gentilmente di accompagnarmi a lezione.

Perché se io durante il primo giorno non mi perdo per i corridoi, è già un miracolo

Saluto Amelia e seguo la sagoma alta e slanciata di Brian.
Non so cosa mi sia saltato in mente, ma ad un certo punto decido di voltarmi a guardare indietro.

Un ragazzo sconosciuto sta scendendo i gradini di una grossa scalinata insieme ai suoi amici. La camicia bianca dell'uniforme gli calza alla perfezione, delineando le sue spalle larghe.
Non ho idea di chi possa essere, ma lo capisco non appena immergo i miei occhi in quelle chiazze color blu notte. Una piccola scossa di adrenalina vibra sotto alla pelle e sembra cominciare ad espandersi lentamente dentro alle mie vene.

James Hunter.

È lui, il ragazzo con gli occhi blu.


🌟 ragazze stellinatemi se vi è piaciuta così so che posso continuare 🌟

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