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Love me like there's no tomorrow


Vengo svegliata da qualcosa che non è la sveglia, addirittura non produce un rumore.

Apro gli occhi e comincio a guardarmi in giro.

Questa non sembra affatto la mia stanza.

Percepisco un tocco leggero e delicato sui miei capelli, in seguito sento baciarmi la fronte.

Alzo la testa e i miei occhi incontrano i suoi scuri e intensi.

Mi sorride. Sembra parecchio contento, come se il mio risveglio l'avesse reso la persona più felice dell'Universo.

"Buongiorno, tesoro" mi dice, accarezzandomi la guancia. "La signorina ha dormito bene?"

"Diciamo di sì, anche se il freddo di stanotte non ha contribuito al mio riposo" gli rispondo, divertita.

"E ti ricordo che siamo solo a novembre, non ho idea di cosa potrebbe succederti tra un mese, mia cara" scherza lui.

"Probabilmente avrò bisogno di minimo dieci coperte di lana per dormire" aggiungo io. "Dove sono, Freddie?" gli domando.

"Sicuramente non nella tua squallida e fottuta stanzetta, ma in una specie di Reggia di Versailles chiamata Garden Lodge" mi risponde.

"Secondo me sono in un posto che è anche meglio di Versailles, ma perché mi trovo qui?" continuo a domandargli.

"Non so, pensavo che avremmo potuto passare la giornata insieme, se ti va. Sai che gradisco sempre la tua compagnia, tesoro" spiega lui.

Gli sorrido. "E tu sai che io sono sempre disposta a passare del tempo con te, quindi non posso che accettare la proposta".

"Benissimo, allora saprai già che ti aspetta una favolosa mattinata all'insegna dello shopping, cara" dice lui.

Il modo in cui pronuncia quella parola che io so disgustare favolosamente mi fa rabbrividire.

Beh, sì, potrà anche sembrare strano per una ragazza, ma fare compere certamente non è uno dei miei hobby preferiti, senza contare che so già che a fine mattinata tornerò con un mal di testa terribile.

"Sh... Shopping?" chiedo, impaurita.

"Certo, tesoro! Sarà una mattinata stupenda! Non vedo l'ora di farti provare capi su capi che ti staranno una meraviglia!" dice, sognante.

Io affondo di nuovo la testa nel cuscino, completamente nauseata.

L'unica cosa che non ho mai capito, e che sicuramente non capirò mai, è come faccia quell'uomo ad amare così tanto fare spese.

Sarebbe capace di spendere un capitale in una sola giornata.

"Possibile che ogni volta che qualcuno ti propone di fare shopping sembra che stai per buttarti giù dalla finestra?" mi chiede lui con fare rimproverante.

"Avrei bisogno di qualcuno che mi canti 'Keep Passing the Open Windows', più che altro" scherzo io.

"Just believe, just keep passing the open windows. This is the only life for me, surround myself around  my own fantasy, you just gotta be strong and believe in yourself, forget all the sadness, 'cause shopping is all you need".

Entrambi scoppiamo a ridere.

"Non ho voglia di ribattere, la tua voce è meravigliosa" mi complimento io.

"Lo penso anche io, tesoro" risponde lui, presuntuoso.

"Poca modestia, mi dicono" sorrido.

"Basta chiacchierare, tesoro. Dobbiamo trovarci per strada non appena i negozi aprono e siamo già in ritardo".

Guardo l'orologio che scorgo su un comodino accanto al letto e rimango sbigottita.

"Sono solo le otto e mezza di mattina, Freddie. Non abbiamo fretta" spiego.

"Ti ricordo che sei ancora in pigiama e i tuoi capelli assomigliano a quelli di Bon Jovi" mi rimprovera.

"E va bene, mi alzo, anche se avrei preferito rimanere con la testa sul cuscino per un'altra mezz'oretta" dico, alzandomi malavoglia dal letto e dirigendomi verso il bagno.

"E non metterci tanto tempo, sei peggio di una lumaca quando entri in un bagno e sai bene che io detesto stare solo" aggiunge lui.

Faccio prima che posso per soddisfare i bisogni della "Regina", e grazie a Dio sono pronta dieci minuti dopo.

Non appena torno in camera, mi sento dire comunque: "Ci hai messo un'eternità".

Sì, quell'uomo è immutabile.

Dopo un po' ci precipitiamo fuori di casa - o meglio, è lui quello che si scaraventa fuori dell'abitazione stupenda, e io sono costretta a seguirlo a ruota - e una volta per strada comincia a saltellare allegramente.

Assomiglia ad un bambino che si dirige verso un luna park.

"Ora ti mostrerò come far uscire fuori di testa le commesse" dice lui soddisfatto, mentre camminiamo per le meravigliose strade della Metropoli inglese.

"Povere loro. E povera soprattutto me" ribatto, avvilita.

"Smettila di deprimerti. Piuttosto, preparati ad essere sommersa da abiti di tutti i tipi. Ti trasformerò in una principessa, tesoro" mi garantisce lui.

"La vedo dura, mio caro" gli rispondo.

"Di me ti puoi fidare" dice, circondandomi con un braccio. "E poi non puoi non ammettere che io abbia un certo stile" aggiunge, utilizzando di nuovo quel suo fare vanitoso.

"Tu sei la Regina, se non hai stile tu non può averlo nessuno" gli dico, sorridendo.

Dopo un po' si ferma di scatto e mi indica una vetrina.

"Guarda quel vestito rosso a pois neri!" mi dice, eccitato.

"È molto bello" acconsento.

"Secondo me questo negozio non mi deluderà affatto. Entriamo!" mi afferra per il polso e insieme ci precipitiamo nel negozio.

Mi fa provare una moltitudine di capi diversi: da abiti sia corti che lunghi a t-shirt di tutti i colori e jeans.

Perdo il conto di quante volte mi faccia entrare ed uscire dal camerino, so solo che la commessa sembra sfinita e io scoppio a ridere ogni volta che Freddie mi lancia un vestito e mi ordina di provarlo.

Passiamo più di un'ora dentro quell'esercizio, e nonostante mi faccia terribilmente male la testa, sono felice.

"Lo ammetto, mi sono divertita" dico a Freddie, una volta usciti.

"Anche io. Eri bellissima e sei stata una modella perfetta" si complimenta lui.

"Ora non esageriamo. Ero carina, ma nulla di che" dico umilmente.

"Quanto sei modesta, dolcezza. Sei il mio perfetto contrario, a volte mi chiedo come facciamo ad andare d'accordo" contesta lui.

A questo punto mi scaglio addosso a lui, ridendo.

"Magari perché ti voglio un mondo di bene e perché amo farti i complimenti, soprattutto perché vengono apprezzati" gli spiego.

"Sono una creatura divina, è bene che la gente si congratuli con me per questo".

Scoppio nuovamente a ridere.

Sì, il suo essere maledettamente arrogante mi fa reagire in questo modo.

Continuiamo a camminare per un altro po', dopodiché, essendo io esausta e con la testa che mi pesa come un macigno, lo convinco a tornare a casa.

"Se fosse stato per me, avrei continuato a gironzolare tra i negozi per il resto della giornata" brontola Freddie.

"Mi dispiace, ma io proprio non ce la faccio. Non sono forte come te, e nemmeno come Jim o Joe. Mi domando come facciano loro a stare dietro di te per una giornata intera" commento io.

"Non lo so, so solo che la loro pazienza mi rende la persona più contenta della Terra. Con loro sarei anche capace di visitare tutti i negozi di questa città gigantesca".

"Quei due vanno stimati. Dovrebbe esistere più gente come loro. Il mondo sarebbe un posto migliore" dico.

Dopo un po', ci ritroviamo di nuovo, con mia grande soddisfazione, a Logan Place.

Non appena metto piede nuovamente nella villa, sento qualcosa di morbido strusciare sui miei polpacci.

"Oscar!" esulto.

Riconosco il gattone tigrato e rossiccio e lo prendo in braccio.

"Il mio amore!" urla a sua volta Freddie, coccolando insieme a me il micio.

Una volta raggiunti il salotto, notiamo che varie palle di pelo gironzolano per l'enorme stanza, e alla vista del loro padrone subito si avvicinano a lui.

"Venite dal vostro papà, piccoli miei" dice Freddie, accarezzando le testoline di tutti i mici.

"Guarda come sono teneri, tesoro! Vieni ad accarezzarli anche tu!" mi invita, e io mi siedo a terra accanto a lui e subito un gatto dal manto di colore nero, Miko, sale sulle mie gambe e comincia a farmi le fusa.

Mentre accarezzo il micetto nero, mi metto ad osservare Freddie.

È incredibilmente tenero mentre accarezza i suoi piccoli.

Curioso come quell'uomo sia capace di cambiare personalità in poco tempo.

Tanta gente pensa che lui sia la persona con la personalità più forte della Terra, addirittura sarebbero capaci di paragonarla di Maria Antonietta per come lo considerano arrogante.

In momenti dolci come questi puoi benissimo leggergli negli occhi che lui in realtà ha solo un cuore grandissimo.

Continuo ad osservarlo, intenerita.

Non resisto e vado a dargli un bacio sulla guancia.

Mi guarda confuso, ma allo stesso tempo sorridente.

"Cosa c'è, cara?" mi chiede.

Non rispondo, semplicemente gli sorrido.

In questo momento mi sento come una bambina di cinque anni, non so nemmeno per quale motivo.

Dopo essere stati coccolati uno per uno, i mici cominciano tutti ad avviarsi verso il giardino.

"Vanno già via?" chiedo io, divertita dal modo in cui i felini, come dei soldatini, escono uno alla volta passando per la gattaiola.

"Dopo un po' si stancano di rimanere chiusi qui in casa" mi spiega Freddie, stendendosi completamente sul parquet beige scuro.

"Capisco".

Rimaniamo per qualche secondo in silenzio, poi lui di scatto si rialza.

"Ora ci divertiamo un po' io e te" Freddie mi prende per mano e mi conduce verso il suo pianoforte a coda.

Ci sediamo entrambi sullo sgabello - seduti lì sopra in due non è il massimo della comodità, ma non si sta male - e lui comincia a suonare l'intramontabile riff di "Seven Seas of Rhye".

Emetto un lamento.

È da anni che provo a suonare quel maledetto riff, è impossibile riprodurlo.

Cerco di seguire la sua mano destra, ma data la velocità in cui si muove non riesco a distinguere nemmeno una nota, e quando lui si ferma per far provare me, sbaglio tutto.

Lui ride, poi posiziona di nuovo le mani sulla tastiera.

Suona una melodia molto dolce, e successivamente comincia ad intonare le parole di "Love Me Like There's No Tomorrow"

La sua voce è così angelica e pura.

Eppure lui mentre non si rende conto di quanto sia meravigliosa, tutto quello che fa è percuotere i tasti del pianoforte e mettere tutta la passione che può nella sua voce.

E quando prende le note alte il mio cuore esalta.

Rimango a fissarlo incantata.

È come se in quel momento ci fossimo solo io e lui.

Quando smette di cantare mi guarda, dopodiché mi sorride.

"Freddie, la tua voce è..." non riesco a continuare, lo abbraccio e una marea di lacrime mi rigano il volto.

"Sei maledettamente sensibile, dolcezza" commenta lui, ridacchiando.

"Colpa della tua voce che mi procura un'infinità di brividi" la mia voce trema e spesso è interrotta, e questa cosa lo fa solamente sorridere.

"Io ti amo ancora, e sappi che non ti lascerò mai" mi sussurra, tenendomi stretta a sé.

Mi risveglio di soprassalto.

Guardo l'orologio, sono ancora le quattro del mattino.

Il sonno mi ha completamente abbandonato, quindi decido di alzarmi dal letto.

Mi alzo dal cuscino e mi siedo sulle sponde del letto.

Oggi è il giorno che avrei volentieri voluto cancellare dal calendario.

Il giorno in cui lui è tornato a casa.

Il giorno in cui gli angeli sono tornati ad ascoltare la sua voce perfetta.

Il giorno in cui lui è diventato ufficialmente una leggenda.

Eppure, nonostante sia consapevole di tutte queste cose, mi manca tanto.

Ciò nonostante, lui ci ha lasciato un modo di comunicare con lui: le sue canzoni.

Grazie a loro, lo abbiamo sempre vicino e possiamo sempre percepire quel 'tipo di magia' che tanto contraddistingue la sua musica ineguagliabile.

Ed è proprio per questo motivo che lui non ci lascerà mai e rimarrà sempre con tutti noi.

E non potremmo essere più fortunati e felici per questo.

We will love you forever, Mr.BadGuy



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