La vecchia casa di Pall Mall
Dopo aver saputo la vera identità di Eleanore, Mycroft continuò con più costanza il suo rapporto con lei. Adesso sapeva che era una Moriarty, il perdono per la piccola bugia, il lavoro complicato e gli incontri clandestini resero il rapporto relativamente tranquillo.
Una sera, l'accompagnò nel posto più intimo che lui avesse mai avuto: La sua casa.
La portò a vedere la dimora dove abitava. Quella grande villa vecchio stile, con i quadri alle pareti e i mobili antichi, l'avevano fatto sentire improvvisamente invecchiato.
Eleanore invece era assorta a osservare quel posto singolare, cercando di capire come il suo Myc potesse vivere lì in completa solitudine.
Lui le fece vedere le stanze, il corridoio pieno di quadri e la stanza dove oziava a vedere qualche film, rigorosamente in bianco e nero. Entrarono nella sala dove c'era un ampio camino.
Si sedettero nelle due poltrone di pelle che sembravano quelle del Diogene Club. Eleanore non pronunciò nessuna frase che lasciasse intendere il suo stupore, per quella casa effettivamente così originale.
"Questa era l'abitazione di mio zio Rudy, la ereditai alla sua morte. Quando venni ad abitare con lui la trovai eccentrica. Mi ci abituai presto e devo dire che poi mi piacque. Alla fine a casa non ci stavo poi molto."
Mycroft sorrise vedendola sorpresa, ma era orgoglioso di averle mostrato il suo rifugio.
Elly concentrò il suo sguardo su di lui ed emise un sospiro leggero. "Myc, riflette molto la tua indole. Sei un uomo di altri tempi. Dove avresti potuto vivere se non qui? Però è tutto molto ordinato, come lo sei tu del resto. Non sentirti imbarazzato. "
Myc si avvicinò e la baciò sulla punta del naso. " Sei molto diplomatica Eleanore, ma credo che la tua casa sia molto più bella che questo museo. Eppure prima non ci avevo mai fatto caso, ma adesso che ti frequento la trovo, diciamo inadeguata. Ci vorrebbe un tocco femminile. Naturalmente il tuo Eleanore."
"Io ti amo anche così, con la tua casa così antica." Eleanore lo avvicinò e lo strinse in un dolce abbraccio. "Qualsiasi cosa dovesse succedere tra noi, io ci sarò sempre. Solo se tu mi allontanassi, me ne andrei."
Mycroft la ricambiò stringendola a sua volta. Poi sentì la voglia incontenibile di baciarla. Non era sicuro che lei lo volesse, ma quando sentì il calore della sua vicinanza e la sua volontà, si sentì stordito e fu appassionato, dolce, amorevole come tutto il suo corpo lo portava a essere. Eleanore lo desiderava e anche lui sentiva il suo desiderio salire.
Si rilassò, la prese per mano e la portò nella sua stanza. Non si accorsero nemmeno di come fossero giunti nel profumato e ordinato letto di Mycroft. Si spogliarono con furia pieni di passione. Si ritrovarono presto nudi, avvinghiati, stretti, quasi violenti. Cominciarono a cercarsi, a toccarsi, a prendersi e ritirarsi. Fino ad arrivare insieme all'apice del desiderio, continuando in un gioco di carezze, in un impeto di eccitazione che li lasciò vinti ed esausti.
Eleanore era bellissima sdraiata nel suo ordinato letto, adesso irrimediabilmente sottosopra. Non c'era niente di più bello che Mycroft avesse visto. Adesso non gli importò granché che lei fosse una Moriarty. Lui pensava solo che lei era la sua piccola Elly.
"A cosa pensi, sembri triste, cosa ti preoccupa? " Eleanore percepiva la sua difficoltà, lo accarezzò dolcemente sul viso. "Scaccia qualsiasi cosa ti tormenti."
Mycroft si scostò un po', la guardò languido.
"Farò tutto quello che mi è possibile Elly per rimanere al tuo fianco. Anche contro le regole rigide che mi frenano. Solo ti chiedo di non dubitare di me. "Eleanore gli si avvinghiò intorno, lo prese per le spalle e cominciò a baciargli la schiena. Mentre gli stringeva le mani calde sul petto.
"Non ti dimenticare questa promessa Myc. " Si staccò da lui, si infilò sotto il lenzuolo. Mycroft fece lo stesso e si ritrovarono abbracciati con i loro corpi intrecciati. Si accorsero che era tardi e avevano appetito.
"Eleanore, io non ho nulla in casa, non hai fame? Posso solo portarti fuori a cena."
"Perché non riempiamo di briciole il tuo amato letto? O ti spaventa così tanto il disordine. Ordina qualcosa da casa, Myc."
Lo aveva volutamente provocato, rise vedendo la faccia stranita di Mycroft, lui capì e si lasciò andare. Era così rigoroso per l'ordine, e un letto disfatto e pieno di resti di cibo, non era nei suoi principi, quasi rabbrividì. Ma vedendo il volto sereno e canzonatorio di Elly cedette. Lei prese il cellulare di Myc e ordinò una cena per loro.
"Mi devo vestire Elly, non posso scendere nudo per il raider."
"Direi di no, mio British Government, intanto scendo a preparare il tavolo, non avrai pensato seriamente che ti avrei costretto a cenare nel letto! "Eleanore si avviò nuda e splendente a rivestirsi, poi si girò a guardarlo divertita, mentre lui la fissava riconoscente di avergli salvato il letto.
"Però una volta potremmo farlo! Myc, quindi amore preparati." La trovò affascinante, mentre si aggiustava i capelli.
Eleanore scese al piano terra e trovò il necessario per preparare la tavola, dopo che Mycroft le aveva spiegato dove trovare il necessario, era tutto così ordinato che non fu un problema. Poco dopo arrivò la cena, che ritirò Holmes.
Passarono la più bella serata che lui ricordasse. Niente al confronto con le tante passate a Natale o a Pasqua dai genitori.
Con Eleanore le ore passavano veloci. Non pesavano sul suo cuore sempre ermeticamente chiuso. Se mai ne aveva uno, come pensavano tutti. Eppure provava una sottile inquietudine. Era tutto così perfetto che ebbe paura finisse, provò un sottile dispiacere che non avvertiva da tempo. Eleanore sembrava percepirlo, ma non lo assillò, lo aiutò semplicemente a riordinare.
Quando finirono, lo avvicinò, prese le sue mani e le strinse sul suo cuore.
"Myc, devo andare ora, si è fatto tardi e domani il primo ministro mi aspetta."
Mycroft la baciò sulla fronte e chiamò l'auto che l'avrebbe riportata a casa.
"A domani, Ice Man. " Le sussurrò lei all'orecchio.
Mycroft rimase sulla porta a guardarla scomparire nella notte di Londra.
La notte trascorse veloce, mentre prima di addormentarsi, la stanchezza si portò Mycroft nel suo palazzo mentale, dove c'era un posto per Eleanore. Un posto speciale tutto per lei.
Era lì che aveva sistemato le persone che erano entrate nella sua vita solitaria
Dal suo amato fratello Sherlock, a John. Poi Molly e Gregory Lestrade. Lady Smallwood, Anthea e perché no? Anche la burbera sig. Hudson. C'erano la madre Violet e suo padre. E per ultima Eurus, amata e odiata sorella legata indissolubilmente a zio Rudy, che tanto aveva influito nella sua vita. Aveva con costanza plasmato Mycroft, facendolo diventare l'ice man che tutti temevano.
Si sentì sdoppiato, si rivide a venticinque anni pieno di voglia di essere accolto e amato. Ma con quell'intelligenza, che invece lo aveva allontanato da tutti, che gli faceva percepire le persone così stupidamente lente. Una condanna, quella che Eurus non era riuscita a gestire.
Mycroft si addormentò agitato e non dormì affatto bene. Anche se nel suo palazzo mentale, Eleanore gli sorrideva da lontano. Sicura e dolce.
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