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Prologo - Parte 2

[Phoebe Cameron]

"Buongiorno, Phoebe! È da tanto che non ti vedo e non ti sento, come stai? Fatti vedere, incontriamoci subito al Umberto's: ti devo assolutamente parlare! Ciao ancora e a dopo! Daniel Brown!" leggo il messaggio che mi è appena arrivato.

Ma guarda un po' la vita, chi non muore si rivede! È proprio vero quel detto che dice così, continuo a borbottare tra me e me mentre mi appresto a mettere i cereali nel tazzone verde in ceramica perlata poco prima posato sul tavolo bianco all'americana della cucina nella mia nuova casa alla periferia di quella che è quasi da sempre una delle più grandi metropoli a livello mondiale: New York.

Un loft con vista mozzafiato nel bel mezzo di Mulberry Street, sono passati addirittura tre mesi da quando l'ho comprato e vi ho messo piede per la prima volta dopo che mi hanno assunta come coach manager della Rockefeller che ha sede precisamente dietro Times Square e quindi perfettamente nel cuore della città.
Prima di essermi trasferita qui dal Montana neppure sapevo a momenti cosa volesse indicare il termine così chiamato "LAVORO" a parte quei pochi mesi trascorsi tra una colonia e l'altra in cui facevo da animatrice ai bambini della cittadina dell'entroterra americano in cui ho vissuto dopo esser atterrata dalla mia Italia e prima di recarmi qui.

Ci verso del latte appena riscaldato sul fornello e mi siedo, già pronta e vestita per l'ennesima colazione dicembrina e quindi per l'ennesima giornata da passare strepitosamente dentro a una felpa grigia e un cappotto blu. Sono indumenti che ho da sempre amato, sarà che ormai sono un animale di montagna e soprattutto del ghiaccio essendo un'ex campionessa di pattinaggio artistico invernale. E chi lo pratica più? Ho decisamente altro a cui pensare!

Metto cucchiaino e tazzone a bagno, non ho assolutamente tempo da perdere e soprattutto se dovrò passare da Umberto, uno dei migliori ristoranti della strada, ci hanno girato persino Il Padrino ai tempi che furono 37 anni fa.

Un tempo era totalmente difficile vivere da queste parti, la malavita della Mano Nera Sicula di Cosa Nostra si era preso tutto. Ora invece nonostante il quartiere si sia ridotto a quest'unica via, si respira meglio anche se i ricordi di Gallo e Al Capone sono ancora piuttosto presenti. Come si farebbe d'altronde a dimenticare tutto?
Il tanto turismo culinario sebbene calato negli ultimissimi anni è ancora in arrivo, ma in mezzo a questo vi è anche quello strettamente legato alla triste tradizione di queste vie e di tutta New York risalente per buona parte al XX secolo. Anche scoprire tutto questo mi ha puntualmente emozionato, sarà anche per questo se proprio quello in cui vivo è uno dei miei punti preferiti di tutto il Nuovo Mondo. È stato un po' come quando facevo l'angelo tra la neve e, sebbene qui ne facesse tanta, non c'è assai spazio per ritornarlo a fare se non al palaghiaccio di Downtown o a quello del Central Park. Con un solo occhio sarebbe assai bello tornare indietro nel tempo a riassaporare tutto anche se è già evidente ma anche se solo per una modesta parte assaggiando le mozzarelle di bufala da Alleva, un altro dei tanti locali caratteristici italiani ancora in piedi non molto distante dal mio attico dai muri esterni rossi e verdi che mi fanno sentire letteralmente a casa. È solo questo che è rimasto di quegli anni tribolanti tra emigrazioni e contrabbando.
Locali e musei, in un angolo si vede proprio il punto in cui negoziavano i boss della Mafia.

È quanto posso vedere adesso, mi tocca, ahimè, passare! Ma non ho paura di questo, inoltre non c'è più niente. Tuttavia lo ripeto ancora e, anche se sulla falsa riga di un meme, gli faccio un omaggio a Sergio Leone: mi affascina, ancora, perchè è proprio vero che c'era una volta... Little Italy!

Leggo i numeri civici che si susseguono ogni volta che avanzo nel passo, vado proprio a rotta di collo.
Uno zaino in spalle, un blue Jeans della Levi's e delle Vans ai piedi sotto a un paio di occhiali da sole tartarugati con tanta V di Vogue su entrambe le aste. Li ho acquistati coi miei primi guadagni, sono veramente incantevoli.
Il prossimo capriccio che mi leverò sarà un tatuaggio e la prossima estate un viaggio alle Hawaii, magari fosse vero!

La cucina e il salone
della protagonista a N. Y.

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