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[Phoebe]
Prima lezione? Andata. Dato che è ancora presto mi dirigo verso il centro, era da tanto che non ci andavo.
Mi soffermo a guardare le vetrine, la vita è lenta nella contea di Yellowstone e questo lo deduco dal fatto che la sua fisionomia non è cambiata poi così tanto.
Rapita dalle varie decorazioni natalizie esposte nell'antiquario del Signor McDowell, non resisto ad entrare.
"Stiamo chiudendo!" una voce mi viene contro, fa capolino dai manichini e lo vedo ed è proprio lui: Oliver McDowell.
"Ciao, Phoebe! Non ti avevo riconosciuta, come ti sei fatta... su, avanti! Accomodati..." ripete gentile come sempre, mi abbraccia "Gradiresti qualcosa?" Continua, il sorriso raggrinzito da qualche ruga in più.
"Tutto bene, eh... si! In effetti è vero... da quanto tempo! E tu, Olly? Comunque no, stavo solo curiosando... lo so, vado via subito... ero entrata giusto un po'..." m'interrompe.
"E... fai, pure... figurati!" di nuovo lui.
"Rosamunde?" chiedo.
"È rimasta a casa a preparare i pan di zenzero..." giustifica.
"Mmm... buoni, soprattutto i suoi e lo so... sono proprio deliziosi! Mai mangiato meglio, sono i miei preferiti sin da quando ero piccola!" rispondo.
"Si, ricordo tutto... cara! Li mangiavi sempre quando tornavi qui dopo la messa della domenica..." aggiunge.
"Si, dopo il discorso di papà da buon Pastore in chiesa..." discorro.
"Certo..." annuisce.
"Alla fine li insegnò a fare anche a me..." rido.
"Senti... che ci fai da queste parti? Non ti vedevo da tempo, dove sei stata? Sei tornata in Italia?" cambia discorso.
"No, Olly sono stata a New York e il suo freddo mi ha fatto tornare qui..." mi addolcisco.
"Ah, cosa? Davvero? Wow, la piccolina mia... come si è fatta!" esclama.
"Vero, eravate come dei nonni per me... quelli italiani erano ormai distanti..." la malinconia ritorna.
"Fanny?" chiedo.
"È a Parigi..." aggiunge.
Sento aprire la porta.
"Siamo in chiusura!" replica il vecchio bottegaio, io ancora coi gomiti posati sul balcone a discorrere col vecchio amico di famiglia.
Era un vecchio amico di mio nonno Damon.
"Oh, si scusa! Olly, dò solo un'occhiata!" esclama una voce maschile vellutata, mi giro in direzione di quel suono.
"Ah, ciao! Ci si rivede, James! " mi porge la mano.
"Ah, ciao! Phoebe!" gliela prendo.
"Chi è? Un amico, vi conoscete o solo adesso? Ah, anche io ho avuto la vostra età... un giorno e quando lo fu, era proprio bello... certo non proprio ma malgrado tutto era comunque bello e anzi più anche se per quanto sia passato il tempo, passa ovunque non è cambiato molto qui..." aveva fatto la guerra con mio nonno, alza lo sguardo "Ah, ragazzo! Vieni pure tu!" Continua e conclude.
"Ciao, Olly! È la mia nuova allieva di pattinaggio sul ghiaccio!" risponde il non così vecchio.
"Ah, bello! Hai ricominciato? Trattamela bene!" lancia un occhiolino.
"Vi conoscete?" chiedo annuendo.
"È un altro dei "nipoti di Babbo Natale"!" esclama indicandosi.
"Pure lui?" chiedo.
Il vecchio annuisce.
"Cercavi qualcosa pure tu, James?" di nuovo Olly.
"Passavo da queste parti..." fa spallucce.
Sono davanti alla porta di casa e decisamente sfinita. Odorini culinari provenienti dalla finestra mi trafiggono le narici risvegliandomi dal coma lattico, chissà cosa starà preparando Magda! Esclamo tra me e me.
Odo brusii, distinguo e riconosco tutte le voci. Non saranno mica i miei? Mi chiedo. Certo, rispondo.
Suono il campanello.
"Arrivo!" di nuovo Frances, la odo "spantofolare" e il cane che puntualmente abbaia tutto festoso, mi avrà fiutato.
La porta si apre e mi appare lei in pigiama.
"Che fine hai fatto? Mi stavo incominciando a chiedere! Cos'è quella faccia? Sputa il rospo!" sbraita, un'espressione sicchè insinuante.
"Niente... che profumino!" mi faccio strada in casa.
"Magda ha preparato una torta di mele... mamma e papà sono di là!" aggiunge.
Vado in bagno per lavarmi le mani e torno nella sala da pranzo dove tutti mi aspettano, la tavola era già apparecchiata e prelibatamente imbandita.
"È un precenone!" nemmeno il tempo di annunciarlo che di nuovo si sente scampanellare alla porta, ancora una volta va mia sorella ad aprire.
"Ciao, Colin!" a quanto pare mio fratello è tornato e stavolta prima del solito.
"Hallo, Fraulein!*" la sua solita voce ruvida: è lui.
Versi di cane e stavolta al quadrato, non sapevo mica che l'aveva acquistato pure lui.
"Hallo, Alles!*" esclama di nuovo in tedesco irrompendo radiosamente come il solito nella stanza, è tutto sorridente e con lui c'è anche tutta la ciurma, la moglie la vedo ingrassata: un new entry in arrivo.
"Ciao a tutti!" rispondiamo in coro, Frances e il nostro cane ci guardano dall'uscio dell'open space, subito dopo lei abbaia di nuovo ma niente batte il ringhio di mia sorella.
"La famiglia si allarga e non solo per uno ma per due... cioè non solo per il cane il quale nome presumo che anche stavolta labbia scelto lui visto che è l'amante delle lingue per eccellenza ma anche per..." replica lei.
"Taci, lo dovevo dire io! fa una smorfia mio fratello.
"Eh, si... infatti, proprio come ha ribadito questa infame... non c'è solo Liebe, il nostro pincher ma anche Debora che subito dopo Natale dovrà essere dei nostri..." annuncia Colin.
"Beh, accomodatevi!" ordina con un fil di voce gentile mia madre che è seduta tra me e papà, non vedo proprio l'ora di iniziare a cenare.
"Aspettate un attimo, torno subito!" precisa nuovamente lui che torna come promesso ma con in mano un vassoio avvolto nella carta "Non si va a mani vuote in casa delle persone!" continua e rido.
"Ma se è casa tua!" la mia occasione.
"Eh... Una volta!" ancora lui.
"Lo è stata, lo è e sempre lo sarà, figlio mio!" conclude mia madre.
P. S. Ecco a voi Liebe...
Ah, O.o non vi ho mostrato ancora Leika...
*
Hallo, Freulein! (tedesco) = ciao, signorina!
Hallo, alles! (tedesco) = ciao a tutti!
Liebe (tedesco) = amore
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