2. Incidente doloroso
Dopo aver chiuso la porta della tua stanza, ti dirigi verso l'ingresso. Tocchi la maniglia della porta: è freddissima. Sposti il tuo sguardo un po' più a destra e noti un quadro appeso: è una foto di famiglia, per precisione la TUA famiglia. Siete tu, tua madre, tuo padre e le tue due sorelline gemelle.
Adori la tua famiglia. Ti piace molto cucinare con la mamma, fare la lotta con papà e giocare in giardino con le tue sorelline. Nel quadro, però, non c'è traccia di una ragazza con la felpa verde. Questo perché non fa parte della tua famiglia, e non lo sarà mai. È stato solo un sogno, ma...quella foto? Non ti spieghi ancora come quella foto sia potuta arrivare dentro la tua tasca.
Stai sognando ad occhi aperti, adesso basta. Ti tiri un leggero schiaffo sulla guancia per "svegliarti".
Prendi le chiavi di casa e apri la porta.
(T/n): Mamma, sto uscendo!
Mamma: Con questo tempo? Non è forse meglio che tu rimanga a casa?
(T/n): Dai, mamma, per favore! Ormai ha smesso di piovere e io mi annoio in camera.
Mamma: Non potresti fare i compiti per lunedì?
(T/n): Dai, mami, lo sai che il sabato non studio mai: mi voglio solo riposare.
Mamma: Ahhhh, e va bene, puoi uscire.
(T/n): Grazie!
Mamma: Però non fare tardi per la cena, ok?
(T/n): Ok, a più tardi!
Esci e ti tiri dietro la porta, chiudendola. Ti chiudi con la cerniera il giubbotto e inizi ad incamminarti verso il marciapiede. Ti chiedi come mai con tutto questo freddo ancora la pioggia non sia diventata neve. Sopra la tua testa ci sono ancora grandi nuvoloni neri, ma per fortuna hai portato con te il tuo ombrello.
Dopo circa dieci minuti di passeggiata, non hai ancora incontrato nemmeno uno dei tuoi amici del quartiere. Decidi allora di fermarti e di prendere una cioccolata calda al bar più vicino.
Appena entri nell'edificio un'ondata di aria calda ti investe e subito ti rilassi. Ami quando con così tanto freddo i negozi hanno i riscaldamenti accesi. Ciononostante decidi di tenere il giubbotto chiuso.
Ti dirigi verso il bancone, ti siedi e chiedi alla cameriera una cioccolata calda. Te la portano quasi subito.
Mentre ti gusti la tua calda e dolce bevanda, dietro di te senti un rumore. Ti giri, ma non trovi nessuno. Il tuo sguardo finisce per terra, dove noti un portafoglio smarrito. Decidi di raccoglierlo, ma appena posi la tua mano sull'oggetto caduto, un'altra fredda e soffice mano si posa sulla tua. Alzi la testa e incroci lo sguardo di una ragazza. Somiglia molto alla ragazza della foto...indossa persino una felpa verde!
?: Ehm...s-scusa, potrei riavere il mio portafoglio?
(T/n): Eh- ah, si, scusa, è vero, il portafoglio.
?: Grazie per averlo raccolto al posto mio.
(T/n): N-non c'è di che...
?: Bene, ora scusa, ma devo andare. Arrivederci.
La ragazza mette il portafoglio nella tasca dei suoi pantaloni, si gira e se ne va, ma prima che possa aprire la porta tu la fermi.
(T/n): E-ehi, scusa. Posso farti una domanda?
?: Ehm...si, certo. Cosa mi vuoi chiedere?
(T/n): Ecco...qual è il tuo nome?
La ragazza ti guarda con un tono interrogativo, poi ti guarda dritto negli occhi e con un dolce sorriso ti risponde.
?: Charlotte, mi chiamo Charlotte. Per gli amici Chara.
Sentendo quel nome ti si raggela il sangue. Ha detto veramente Chara? Oppure ho sentito male io?
(T/n): S-scusa, credo di non aver capito bene: come hai detto che ti posso chiamare?
Charlotte: Chara, mi puoi chiamare Chara.
Allora non ho sentito male, ha detto veramente Chara. È anche uguale alla ragazza della foto: capelli castani altezza spalle, grandi occhi rossi e una felpa verde. È lei!
Chara: Ehm...scusa, m-ma ora devo andare.
Ah no, non può andarsene. Devi assolutamente scoprire di più sul suo conto. Allunghi la tua mano e le blocchi il braccio.
Chara: Ma cos-
(T/n): Aspetta, ti prego, non andartene. Facciamo amicizia, insomma, ci siamo conosciuti solo da due minuti e già tu vuoi scappare? Non è cortese da parte tua. Perché non resti ancora un po'? Ti offro quello che vuoi.
E tutto ciò detto con un grandissimo sorriso da ebete.
Chara, vedendo la tua espressione, si mette a ridere e accetta il tuo invito.
Chara: Ok, ma solo per un altro quarto d'ora. Non posso lasciare troppo tempo a casa da solo il mio fratellino.
Fai cenno di sì, come per dire "va bene", con la testa. Vi sedete entrambi al bancone, uno vicino all'altra.
Ne approfitti per farle qualche domanda.
(T/n): Allora, mi sembra di aver sentito che hai un fratellino, giusto? Sai io ho due sorelline, sono gemelle. Le adoro, non vivrei senza loro.
Chara: Davvero?! Io adoro i gemelli! Comunque, si, ho un fratellino e anche io gli voglio molto bene.
(T/n): E riusciresti a vivere senza di lui?
Chara: Beh, penso di si. D'altronde io sono stata adottata, perciò gli anni prima dell'adozione sono riuscita a vivere senza Asriel, ma questo non vuol dire che io non gli voglia bene.
(T/n): Certo, lo capisco. Comunque, non sapevo tu fossi stata adottata; ti sei trovata bene nella tua nuova famiglia?
Chara: Si, benissimo! Ormai sono due anni che vivo con i miei familiari nuovi e sto alla grande!
(T/n): Ahahaha, grandioso!
Passarono i minuti. Tu stai ancora bevendo la tua cioccolata ormai fredda, mentre Chara sta finendo il suo gelato alla vaniglia con sopra cioccolato fondente fuso. Il gelato in inverno? Wow, certo che la ragazza non si smentisce mai.
Ad un certo punto prende il suo cellulare e lo accende. Velocemente riesco a notare una foto nel blocco schermo: sembrano lei e un ragazzino bianco con qualche macchia blu. Spegne subito il cellulare, sono riuscito a vedere la foto solo di sfuggita. Scende dallo sgabello e lascia in fretta e furia dei soldi sul bancone.
(T/n): Scusa, come mai tutta questa fretta?
Chara: È tardi, è passata molto più di un quarto d'ora!
Mise il cellulare in tasca e si avviò velocemente verso la porta.
(T/n): Scusa, Chara, un'ultima domanda.
Chara: Dai, (t/n)! Sono in ritardissimo!
(T/n): Sisi, faccio veloce. È una domanda riguardo tuo fratello.
Chara: Cosa vuoi sapere su di lui?
(T/n): Ehm...p-per caso ha qualche malattia? Cioè, è diverso da noi...umani?
Per un momento la vedo sbiancare in faccia. Mi sa che l'ho colta nel sacco.
Chara: Ehm...si, cioè...l-lui è...ecco, si...lui è a-albino!
(T/n): Albino?
Chara: S-si, albino! H-ha i capelli e la pelle molto chiari, non esce mai di mattina, p-perché non può rischiare di scottarsi!
Non mi convince. Le sue parole, il suo improvviso balbettio, lei...non mi convince.
Chara: E ora, scusa ma devo andare! Ciao!
Neanche il tempo di salutarla che è si è già fiondata fuori dal bar. Mi giro di spalle, non voglio più vedere quella ragazza. È stato solo un errore, quella fotografia è un errore. Appena torno a casa la strappo e la butto nel cestino.
E-ehi, ma che succede? Tutti i clienti del bar si sono alzati e si sono catapultati fuori dall'edificio. Per strada si sentono rumori di clacson. Decido di andare a controllare anche io, facendomi strada tra la folla.
Appena arrivo di fronte all'accaduto mi paralizzo: c'è stato un incidente...e la vittima è Chara. Un camion l'ha investita, il suo corpo probabilmente defunto è disteso per terra in una grande e rossa pozza di sangue.
Senza che me ne renda conto delle lacrime iniziano a rigarmi le guance. Mi avvicino al corpo: trovo vicino alla sua testa un piccolo taccuino azzurro e un medaglione d'oro a forma di cuore. Li prendo lentamente senza farmi notare da nessuno. Apro il medaglione: all'interno c'è la foto di una piccola capra antropomorfa. Controllo la prima pagina del taccuino: vi è la stessa foto del medaglione, ma completa. Vi sono sia la capra che Chara. In fondo c'è una scritta
This is my best bro, Asriel
Col cavolo che suo fratello è albino...lui è un mostro. Con le lacrime che mi scendono senza che io lo voglia, raccolgo i due oggetti e li porto via con me senza farmi notare. Non finisce qui...troverò Asriel, costi quel che costi. Devo inseguire il mio sogno.
Spero solo di rivederti mia piccola principessa...Chara.
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