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Capitolo 9

Passo il resto della giornata incollata alla mia postazione, cercando di recuperare il lavoro lasciato indietro e facendo diverse telefonate per rimediare all'appuntamento che ho mancato questa mattina. Fortunatamente, l'agente del modello che avrei dovuto fotografare accetta di incontrarmi la settimana dopo, solo perché consapevole che se vuole che il suo cliente possa essere notato rivolgersi a noi è la scelta migliore.

Alle fine, si fanno velocemente le cinque del pomeriggio e lascio l'edificio, sollevata nel vedere che le porte sono completamente libere e che i giornalisti sembrano essere spariti.

- Arrivederci, signorina Donovan - mi saluta una degli addetti alla sicurezza, in cui riconosco subito colui che mi ha salvata questa mattina dall'assalto.

Gli rivolgo un sorriso grato. - Buona giornata e grazie.

L'uomo calvo risponde con un semplice cenno del capo. Sorpasso le porte e mi fermo sul marciapiede chiamando un taxi, guardandomi in giro con la coda dell'occhio. Cavolo, sono terrorizzata dall'idea che qualche paparazzo possa sbucare da dietro un lampione all'improvviso.

Il taxi arriva velocemente e monto dentro impaziente di arrivare a casa, bollire una tazza di thé e accoccolarmi sul divano per dimenticare questa strana giornata. Di solito, non prenderei un mezzo pubblico per ritornare ma ho accettato un passaggio da Dana questa mattina e dopo quello che è successo, non ho altre alternative.

Spero davvero che la mia amica non intendesse sul serio quando ha parlato di non ritornare per un tempo indefinito e che le sue parole fossero solo il frutto della rabbia del momento. Voglio davvero parlarle e rimettere le cose a posto.

Dovrò affrontare l'argomento anche con Lucas, prima o poi.

Dio, non posso credere che tutto questo stia capitando a me, penso portando il pollice e l'indice alla radice del naso per alleviare il mal di testa. Una volta tornata dovrò anche prendere una pillola per il dolore.

Pago il tassista per la corsa e apro la porta inserendo il codice di sicurezza per disattivare l'allarme. Vengo accolta dal silenzio per cui deduco che nessuna delle ragazze sia qui.
Mi tolgo le scarpe e le metto al loro posto prima di recarmi in soggiorno per appoggiare la borsa e la canon.

E lì aggrotto le sopracciglia quando noto il pacco sul tavolo da pranzo, con un biglietto accanto: È arrivato questo per te, Rachel.
Da parte di Kyle.

Riconosco subito la calligrafia di Chloe, che deve averlo preso una volta consegnato. Osservo con attenzione la forma rettangolare e spessa come se i miei occhi potessero guardarvi attraverso e capire di che cosa si tratti senza aprirlo.

Ovviamente il mio tentativo fallisce e mi ricorro ai vecchi metodi tradizionali e realistici, cominciando a scartare l'involucro. Non ho idea di che cosa possa contenere né la ragione per cui Kyle me l'abbia recapitato. E rimango ancora più perplessa, di fronte al logo di lusso che vi è stampato sopra. Poi apro la scatola e il tessuto in seta verde scuro mi balza agli occhi, illuminato dai riflessi del sole.
Dispiegandolo, il tessuto diventa uno splendido abito da sera, estremamente morbido e così lungo da accumularsi per diversi centimetri sul pavimento lucido un onde fluide.

Lo lascio cadere dentro la sua scatola come se fosse fatto di serpenti e mi allontano dal tavolo di diversi passi. Emozioni contrastanti mi attraversano la mente mentre guardo con incredulità il vestito.

Non posso credere che Kyle mi abbia fatto questo.

La prima cosa che mi viene in mente di fare è prendere il mio cellulare e fare una ricerca veloce, digitando la marca e alcune caratteristiche dell'abito. Ovviamente, non ci metto molto a trovare il corrispondente sul sito, strabuzzando gli occhi alla vista del prezzo di listino. Le mie palpebre sbattono rapidamente, mettendo a fuoco quella cifra a tre zeri.

Sta scherzando, non è così? Ditemi che uno scherzo.

Azzardo un'altra occhiata verso quel dannato abito, distogliendo subito lo sguardo come se fosse qualcosa che possa attaccarmi da un momento all'altro. Non voglio avere quella cosa. Non voglio neanche vederla.

Subito, il mio umore passa da stupefatto a orripilato e da orripilato a infuriato. Come si è permesso di comprare qualcosa a quel prezzo e poi regalarlo a me? Soprattutto perché?

E allora passo da infuriata a delusa all'idea che l'abbia fatto per farsi perdonare per ciò che è successo prima.

Kyle ha cercato di comprarmi. Ha pensato che uno stupido abito a tre zeri valga quanto o più delle sue scuse. Ha pensato che io sia quel genere di persona.

Ma sono io a non poter credere che sia lui quel genere di persona.

Ferita, sto per prendere il pacco e pensare a cosa farne, se restituirlo al mittente o buttarlo in un sacco della spazzatura, quando il campanello suona. Valuto se andare ad aprire o meno quindi di fronte all'insistenza di chiunque sia, che suona altre due volte con impazienza, mi ritrovo a spalancare la porta con un movimento brusco senza nemmeno guardare di chi si tratti.

Imprudente da parte mia, non senza le guardie del corpo delle ragazze (tranne di Chloe che ha rifiutato di averne una) presenti a sorvegliare la casa. Ma non essendoci nessuna di loro, sono sola e senza protezione.

Però non mi serve alcuna protezione quando vedo Kyle di fronte a me, piuttosto è lui che dovrà ripararsi dalla mia ira. Di solito non mi arrabbio, di solito non cerco mai un confronto diretto e acceso con gli altri  però, oggi, sono al limite e non riesco più a controllarmi.

- Che cosa significa? - gli domando, o sarebbe meglio dire che urlo la mia domanda, interrompendo sul nascere qualsiasi cosa lui voglia dirmi.

Gli occhi chiarissimi di Kyle si spalancano leggermente mentre lui preso alla sprovvista alza le mani in segno di difesa, mostrando il sacchetto di carta che riporta la scritta di un noto ristorante cinese della zona.

- Di che stai parlando, Rachel? - formula lui, aggrottando le sopracciglia con il piercing sul destro. - Sono venuto per parlare. Posso entrare?

Muove con cautela un passo all'interno ed io lo lascio passare prima di chiudere la porta alle mia spalle. Però non ci allontaniamo dall'atrio.

- Vuoi parlare, Kyle? - gli chiedo ironica incrociando le braccia all'altezza del petto. - Parliamo del pacco che mi é arrivato da parte tua.

- Ti è arrivato? - vuole sapere. - Ti piace?

Quello che mi domanda non fa altro che aumentare la mia rabbia. Non può essere che sia così ignaro di quello che sta accadendo.

- No, Kyle. No che non mi piace - rispondo dura sperando che ne afferri il motivo.

A quanto pare, invece, non siamo per niente sulla stessa lunghezza d'onda. - D'accordo, credevo ti sarebbe piaciuto - dice piano grattandosi la testa, sinceramente dispiaciuto che non rispecchi i miei gusti. - Ne possiamo scegliere un altro.

- Tu non ci arrivi, vero?

- No, tiger lily, non ti sto seguendo - fa a quel punto scrutandomi.

- Che cosa speri di ottenere così, regalarmi qualcosa che costa più del doppio del mio stipendio mensile - sbotto. - Sul serio credevi davvero che mi avrebbe fatto piacere? Che avrebbe scusato quello che è successo questa mattina?

- Cosa? Pensi che te lo abbia comprato per scusarmi? Mi sono già scusato. Due volte - protesta alzando la voce. - Ed entrambe le volte sono stato ignorato. Per questo sono venuto qui, per assicurarmi che le cose tra noi fossero a posto.

- Non sono a posto, Kyle. Ho rischiato di essere licenziata! Tu non hai idea di quanto sia fondamentale il mio lavoro per me, di quanto impegno e tempo ci ho dedicato. Poi in meno di un di un giorno ho quasi perso tutto per colpa tua!

La testa di Kyle si muove di scatto come se lo avessi fisicamente schiaffeggiato con le mie parole. In un altro momento forse mi avrebbe fatto pena mentre nello stato in cui sono, le emozioni negative hanno completamente preso il sopravvento. 

- Colpa mia?

- Si. Sei tu la star, quello che vogliono. Io mi sono ritrovata coinvolta perché tu non sei stato cauto e devono averci visti insieme e guarda com'é finita - affermo a denti stretti. - Te l'ho detto che non voglio questo. Non mi piace che si giochi con la mia privacy. Non è il mio mondo.

- Quindi è colpa mia? - ripete di nuovo scuotendo la testa. - Non ho il potere di controllare ogni cazzo di cosa, tanto meno i giornalisti. Credi che se avessi potuto evitarlo, non l'avrei fatto? Credi che non mi sia sentito uno schifo sentendoti così turbata al telefono? Ma ti ho chiesto scusa. Due volte. Ho anche rimediato alla situazione.

- Comprando un vestito? - ribatto allungando un dito verso il soggiorno dove quella cosa è ancora sul tavolo da pranzo.

- Quell'abito non ha niente a che fare con i paparazzi. Il ballo di gala di lunedì! È per questo che l'ho comprato, pensavo ti avrebbe fatto piacere - mi spiega frustrato passandosi le mani tra i capelli folti e neri.

Era così quindi. Mi ha comprato un abito che possa indossare alla serata di beneficienza senza nemmeno chiedermi se a me vada bene la cosa. Probabilmente per Kyle, senza uno stupido abito a tre zeri non sono abbastanza all'altezza da accompagnarlo a un evento come quello.

- Dovrebbe farmi piacere il fatto che mi hai comprato un vestito costoso per una serata di gala? Pensi che ne abbia bisogno o è solo per fare bella figura? D'altronde, hai ragione, non potresti mai presentarti come me al tuo fianco vestita con qualcosa preso a buon mercato. Che cosa penserebbe la gente?

- Non mettermi in bocca parole che non ho detto.

Il viso che tanto amo ormai è una maschera di rabbia mentre si rivolge a me con tono infuocato. Per un attimo sono spaventata da quel tono ma mi riprendo quasi subito rilanciando. - Eppure non puoi negare che non sia così altrimenti perché darmelo?

- Rachel, non starò qui a spiegarti il motivo né a lasciare che tu mi accusi ingiustamente - decreta Kyle rassegnato e sconfitto. - Ero convinto di riuscire a stare dietro ai tuoi ragionamenti e mostrarti che c'è di più dietro la mia faccia celebre. Evidentemente mi sbagliavo quindi..

Non finisce la frase.

Semplicemente aggira il mio corpo e marcia verso la porta, uscendo e chiudendola dietro di sé senza più degnarmi di uno sguardo.

Per un po' resto immobile al centro del corridoio mentre la mia rabbia si sgonfia velocemente come un palloncino a cui viene disfatto il nodo e solo, in quel momento, quando mi ritrovo svuotata mi rendo conto di quello che sta succedendo.

Kyle se n'è andato lasciando il cinese freddo sulla mensola. E il vestito sul tavolo da pranzo.

E se n'è andato lasciando me.

Nello stesso atrio dove solo una settimana prima, si è presentato con un mazzo di fiori dichiarando di voler stare con me. Ha detto di voler essere il mio uomo.

Si può sapere che cosa ti prende oggi?

Ho rovinato le cose con la mia migliore amica, ho quasi perso il lavoro e mandato a monte il rapporto con Kyle. Tutto in.. nove ore, calcolo lanciando un'occhiata all'orologio.

Solo che con Kyle non sono sicura di poter rimettere tutto a posto.
Le possibilità di una relazione stabile tra me e il batterista erano già basse e questo litigio ha confermato i miei dubbi: siamo troppo diversi e le nostre vite sono incompatibili.
Lui non può capire il mio punto di vista e non posso fargliene una colpa.

L'hai incolpato per quello che è successo.

Questo perché.. perché è stata colpa sua.

Però è così, giusto? Deve essere così perché in caso contrario tutto ciò per cui abbiamo discusso è stato inutile.
Ma io non ho sbagliato o esagerato, cioè non ho fatto niente per causare tutto questo, quindi è colpa di Kyle.
Non mi sto semplicemente facendo prendere da panico. Forse, Mrs. Lane ha ragione dicendo che Kyle debba essere il mio sacrificio.

Non ho il potere di controllare ogni cazzo di cosa, tanto meno i giornalisti.

Anche se più ci rifletto, più questa mia convinzione vacilla.

***

- Va tutto bene?

Sussulto spaventata nell'udire la voce di Chloe alle mia spalle. Per poco le bibite aperte che tengo non cadono a terra riverendosi sul pavimento nuovo della cucina della casa di Chloe e Nate.

- Si, si - dico un po' troppo in fretta perché la mia amica possa prendere per sul serio la mia affermazione. La verità è che non smetto di rimuginare a proposito del disastro che è diventata la mia vita sociale.

- Rachel..

- Ehi, davvero.. Sto bene - ribadisco di nuovo cercando di usare un tono più convincente. Questa é la serata di Chloe, non voglio rovinarla mettendola in apprensione. - Questa casa è bellissima. Ancora congratulazioni.

Il viso di Chloe riflette tutta la sua preoccupazione ancora per qualche attimo per poi aprirsi in un sorriso, ricambiando il mio. - Grazie! È bastato che l'agente immobiliare ci mostrasse le foto per innamorarcene.

Già, la cosa non mi sorprende. Questa casa è Chloe in tutto e per tutto. Grande, calorosa e accogliente proprio come il cuore della mia migliore amica. Spero che lei e Nate passino dei momenti felici e costruiscano insieme il loro futuro.

Chloe si merita solo la felicità dopo tutto ciò che ha passato.

- Hai sempre voluto abitare sulla spiaggia, la vista da qui è impressionante. Impossibile non innamorarsene.

La villa si trova su una collinetta che si affaccia direttamente sul mare di Lowson, visibile da ogni finestra delle varie stanze dei due piani (che comprende quattro camere da letto, soggiorno, cucina, sala da pranzo, tre bagni e un enorme giardino con terrazza). É molto grande ma conosco Chloe ed ha sempre voluto dei figli perciò Nate dovrà prepararsi all'eventualità di avere una piccola e vivace squadra di calcio intorno, in un prossimo futuro.

- Si, lo adoro. Pensavo di far installare una scalinata che conduca direttamente alla spiaggia ma Todd dice che non è sicuro, sarebbe troppo facile per i paparazzi intrufolarsi, anche con le guardie presenti - sospira contrariata. - Non credo che mi abituerò mai alla presenza di quegli uomini enormi sulla mia terrazza a controllare tutto come falchi. È inquietante.

Mi scappa una risata. - Mi ricordo di quanto odiassi vederli aggirarsi vicino a casa. Uno ti ha addirittura spaventata a morte mentre tornavi e gli hai lanciato addosso la borsa credendo fosse un ladro.

- Oh mio Dio, me n'ero dimenticata! - esclama portando una mano a coprirsi la bocca per soffocare un moto di ilarità. - Per fortuna aveva dei buoni riflessi e l'ha schivata.

- Perlomeno Dave si è deciso a togliertele dopo quel episodio.

- Già - riconosce. - Mi mancherete, soprattutto tu. Abbiamo sempre vissuto insieme e sarà difficile non averti più così vicina.

- Sarà difficile anche per me ma sono sempre qui e anche le altre. Potrai chiamarmi quando vuoi e ti verrò a trovare, l'unica differenza è che non potrai più intrufolarti nel mio letto perché non riuscivi a dormire come da piccole. Ora avrai Nate, che forse è anche meglio - scherzo.

- Grazie per aver insistito per diventare mia amica quattordici anni fa - sorride nostalgica. - Ti voglio bene.

- Ti voglio bene anch'io - rispondo abbracciandola nonostante le bottiglie che ho tra le mani. Restiamo strette l'una all'altra per un po' poi ci separiamo asciugando le lacrime scese a tradimento.

- Okay, ora devo portare queste birre di là prima che diventino tiepide. I ragazzi me le hanno chieste dieci minuti fa.

Torniamo insieme verso la sala da pranzo, dove si sta svolgendo l'aperitivo. Qualche settimana dopo l'annuncio a casa di Nate, i due hanno deciso di organizzare una festa per l'inizio della loro vita insieme, qualcosa di intimo tra amici a cui ovviamente sono presenti anche Kyle e Dana. Che mi stanno ignorando da tutta la sera.

Dana mi evita come la peste, stando lontana da me come se fossimo due calamite a poli uguali. Mentre Kyle almeno mi ha guardata negli occhi una volta appena prima distogliere lo sguardo riprendere la conversazione con Chase. Poi, ho smesso di esistere per lui.

Fa male.

Negli ultimi giorni, sono arrivata alla conclusione di aver sbagliato nei loro confronti, che sta a me fare il primo passo e chiedere scusa.

A cominciare da Kyle. Per quanto la mia carriera sia fondamentale per me, non voglio rinunciare a lui.
Non dopo esserne stata innamorata per anni e aver finalmente avuto un assaggio di quello che ci può essere tra noi.

- Tieni, Ian. Scusa se ci ho messo un po'.

Il ragazzo si volta verso si me sgranocchiando una patatina e accetta la bottiglia che gli porgo. - Grazie, rossa.

Mi rivolge un sorriso storto, che troverei decisamente affascinante, se non fossi dipendente da quello del suo gemello. Non smetterò mai di stupirmi per le piccole differenze che continuo a notare tra i due, all'apparenza identici.

Da quasi due ore, il bassista è l'unica persona (a parte Chloe) con cui sto conversando e che non mi ignora. Chiacchierare con Ian é piacevole e lui é una persona divertente, interessante e socievole.

- Mi sento come se ti stessi impedendo di goderti la festa. Lila non ti ha staccato gli occhi di dosso da quando sei arrivato, dovresti andare a ballare con lei invece di farmi da babysitter - commento sorseggiando la mia Coca-Cola. L'amica modella di Dana e Chloe continua a fissarci di sottecchi, forse pensando che non ce ne siamo accorti.

- Nah - fa lui, mangiandosi un altro snack. - Non è il mio tipo e preferisco stare qui con te. Almeno finché quello scemo di mio fratello non si deciderà a venire a parlarti invece di lanciarmi quelle occhiate.

Il mio sguardo calamita verso Kyle, il quale è ancora impegnato in una conversazione con Chase, che ha un braccio intorno alle spalle di Lola. È davvero bellissimo con quella maglietta scura che mette in risalto i tatuaggi colorati sulle sue braccia e un paio di pantaloni nero slavato, strappati all'altezza delle ginocchia.

- Ti sbagli, è come se non ci fossi.

- Credimi, rossa, mio fratello é pazzo di te. Sta solo cercando di dimostrare il contrario, con scarsi risultati vorrei aggiungere.

- Non lo so, Ian. Ho fatto un casino - ammetto contrita. - Non penso di riuscire a riparare il danno.

Il gemello mi dà una spinta giocosa con la spalla per tirarmi su. - Sei carina, sei sveglia e lui pende dalle tue labbra, vedrai che sistemerete tutto.

- Lo spero - mormoro rivolgendogli un piccolo sorriso di gratitudine. - Lui é importante per me.

- Ne sono certo rossa. E poi -, fa una pausa ad effetto, - ho sempre voluto una sorellina.

Rispondo al suo occhiolino con un'altra spinta giocosa che lo fa ridere di gusto. I miei occhi vagano di nuovo verso Kyle e mi balza per la mente un'idea per dimostrare a lui e a me stessa che posso vedere oltre la sua faccia celebre.

Mi auguro solo che possa funzionare.

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