CAPITOLO 5
Cristina's pov
Quando mi sveglio mi trovo appoggiata al petto di Brad con le sue braccia intorno alla mia vita.
Mi guardo intorno spaesata.
Poi rammento.
Oh...
Sorrido sornione e guardo il ragazzo che dorme al mio fianco.
Gli bacio dolcemente le labbra e ad un soffio da queste gli sussurro:
<Ti amo tanto>.
<Oh, anch'io credimi>.
Quasi cado giù dal letto mentre mi accorgo che in realtà quel ragazzaccio del mio fidanzato faceva solo finta di dormire.
Sbuffo perché non capisco mai quando dorme sul serio e quando invece, come ora, mi prende in giro, fingendo.
Lui ride nel frattempo, godendosi della vista del mio adorabile visino corrucciato come dice lui.
<Eddaiiii> esclamo dandogli una leggera pacca sul braccio.
Allora lui smette di ridere e con un movimento fluido e veloce, mi fa ritrovare sotto di lui. Di nuovo.
Mi bacia.
<Non sei ancora stanco dopo le nostre attività extracurriculari di stamattina?> ammicco.
Sorride con malizia.
<Mmh... potresti ricrederti, piccola> mi dice facendo scivolare la sua mano per tutto il mio corpo.
Arriva alla mia intimità, il punto più sensibile di ogni donna.
Trattengo il respiro per non fargli vedere quanto in realtà mi piaccia.
Ma, per quanto mi conosce, sa effettivamente che queste cose mi fanno impazzire.
<Devi solo lasciarti andare, tesoro... fammi felice> biascica sulle mie labbra.
Mi penetra delicatamente ma direttamente con due dita, facendomi impazzire.
Comincia a muovere le dita velocemente e animatamente.
Vuole farmi uscire di nuovo di senno?
Oh, Brad non hai idea di quanto tu ci stia riuscendo.
Le sue dita non si fermano e nel frattempo mi fissa, molto intensamente.
Mi vuole guardare mentre vengo. Gli piace guardare mentre godo per lui.
Solo per lui.
Le mie gambe tremano, sono quasi al limite. Manca poco.
<Si... vieni per me, Cris> mi sussurra con voce roca.
Ed io ven-
Driiiiiiiiiiiiin, Driiiiiiiiiiiiiin
Maledetto campanello.
<Merda> dice infatti Brad.
Mi guarda come un cucciolo bastonato e si alza.
Lasciandomi qui, in procinto di venire in uno degli orgasmi più belli del mondo.
Il mio respiro è accelerato e il mio petto, di conseguenza, fa su e giù velocemente.
Lo guardo per poco mentre, dopo che mi ha mimato un "scusa" e vestito è andato ad aprire.
Guardo la sveglia al mio fianco e vedo che è l'una.
Be... sarebbe ora di riposo, no?
Sono abbastanza nervosa e arrabbiata.
Non sono venuta. E stavo per farlo.
Ma poi, quel campanello del cazzo ci ha interrotti!
Mi alzo e indosso mutande e reggiseno.
Dall'armadio prendo una maglietta di Brad.
È nera e mi fa da vestito.
Sgattaiolo in bagno e mi sciaquo il viso, mi lavo i denti e pettino facendomi uno chignon.
Mi volto e apro la porta. Strano. Perché Brad e l'ospite parlano a bassa voce?
Da qui sento solo bisbigliare.
Piano piano mi avvicino allo stipite del corridoio che da sbocco all'open space.
Guardo l'entrata e vedo Brad che parla animatamente con qualcuno.
Non riesco a capire chi sia ne cosa ci faccia qui.
<Si, l'ho scoperto anch'io ma qui non è il posto giusto per parlare.... si, so anche che Marco mi ha chiamato svariate volte... si, si ho capito, ho capito> sussurra Brad.
Come? Che ha scoperto, Brad e perché qui non è un posto opportuno per parlarne? E cosa aveva da dirgli, Marco, di così importante? Sapeva che da ieri sera eravamo insieme...
Osservo Brad salutare chicchessia e chiudere la porta.
Lo vedo appoggiarsi a questa di schiena e sospirare, mettersi una mano nei capelli.
Decido di andare da lui.
<Amore, tutto ok? Chi era?> gli chiedo mentre gli sollevo il mento con il pollice e l'indice.
Lui mi guarda come disorientato per un secondo poi distratto annuisce e mi dice:
<Oh nessuno, solo il fattorino>.
<Ah >gli dico, <ok>.
In questo momento sono molto delusa da lui.
Perché non mi era sta dicendo la verità? Perché non si fida di me?
Anche con Marco era così; stessa identica cosa.
E mi preoccupa.
Non è che Brad sia entrato nel giro...?
No, assolutamente. Me lo avrebbe detto oppure, non ci è proprio entrato.
Il mio respiro accelera pensando a tutte le cose che mi potrebbe nascondere che io non so.
A quanto pare se ne accorge perché sospira e si passa una mano sul volto.
Mi prende per i fianchi e mi sbatte dolcemente sulla porta, al posto suo.
<Stai tranquilla, adesso finisco quello che ho iniziato. Non lascio mai le cose a metà> mi bisbiglia all'orecchio facendomi riempire di brividi.
Mi bacia e mentre lo fa con una mano mi palpa un seno e con l'altra mi toglie le mutandine.
Io gemo, ansimo dal piacere che mi procura.
<Mi fai eccitare da morire con le mie cose addosso> mi dice con la voce rauca.
Si sbottona i jeans e velocemente va in camera lasciandomi qua, sulla porta, tutta ansimante.
Lo vedo tornare con un mano una bustina azzurra e in volto un sorriso smagliante.
Me lo ritrovo nuovamente attaccato a me e dopo aver abbassato di poco i jeans già sbottonati e i boxer, si mette il preservativo.
Poi mi guarda... e mi bacia.
Gemo e sussulto sentendolo entrare in me con una spinta generosa.
Comincia a sbattermi sulla porta. Credo che da fuori si sentano anche i nostri gemiti e il rumore dei nostri corpi che sbattono contro la porta durante le spinte. Ma non ci importa.
<Oh si Brad... si così!> mugulo in preda al piacere.
Mi prende in braccio e lo sento sprofondare ancora di più in me.
<Oddio si...> gettiamo entrambi il capo all'indietro.
Dopo un po', le spinte cominciano a diventare più intense, più forti e più veloci.
Stiamo raggiungendo l'apice.
<Si... si così!> ringhia lui tenendomi per il sedere mentre mi marchia il collo coi suoi succhiotti.
E finalmente vengo, veniamo.
Finalmente.
<Non ti devi preoccupare di quello che faccio> mi dice appoggiando la sua fronte alla mia e facendomi scendere dalle sue braccia, <So quello che faccio e se anche non ti dico alcune cose è solo per il tuo bene e perché ti amo. Capito? Fidati di me> .
E a me non resta altro che accontentarlo ed annuire.
<Mi fido di te> .
Marco's pov
Dopo che le mie bimbe preferite mi hanno fatto il loro lavoretto le mando via. Non mi servono se non per scoparle quando ne ho bisogno. E loro lo sanno... in teoria.
Adesso è pomeriggio inoltrato e spero che Carlos abbia fatto quello che gli avevo detto, ovvero andare a casa di Brad e aggiornarlo sulle vendite dei Scagliantis.
Luke è proprio un bastardo: prima era mio amico, poi si scopa mia madre e poi comincia a vendere nelle mie zone.
Giuro che prima o poi lo ammazzerò di persona. Non mi importa se poi la gang ne risentirà; quel figlio di puttana deve essere soltanto sotterrato.
Vado in cucina e prendo dal frigo una birra Heineken. Me la apro e me ne bevo un generoso sorso. Credo sia ora di cambiarmi la fasciatura. E' abbastanza sporca di sangue perciò meglio cambiarla.
Cammino verso il bagno e appoggio la birra sul ripiano dove ho lo spazzolino.
Mi tolgo la maglia che ho addosso e delicatamente mi tolgo la benda. Che schifo.
Mio padre e mia madre sono via a fare chissà cosa perciò non dovrebbero esserci problemi: non vedono che sono stato sparato ne che bevo birra.
Ma d'altronde, a loro cosa potrebbe importare? Sono sempre via di casa oppure se ci sono ognuno si fa i fatti suoi. Mio padre davanti alla televisione ubriaco e mia madre in camera da letto a scopare. Normale, no?
Prendo del disinfettante e stringo forte i denti mentre ne metto un po' sulla ferita.
Poi lo metto giù e lo appoggio nel lavandino. Prendo una garza nuova e me la avvolgo sopra la parte interessata. Con un po' di scotch me la fisso per bene.
Alzo lo sguardo da quello schifo e osservo l'orologio appeso sopra la porta: le 18 circa.
Bene! Ci ho messo una vita per fare sta roba. Bravissimo Marco, davvero.
Scuoto la testa e con difficoltà mi rimetto la maglia blu scuro che indossavo. Mi riprendo la birra e me la scolo fino a metà circa.
Esco dal bagno e in corridoio mi cade lo sguardo su delle fotografie che non guardavo da anni.
Primo giorno d'asilo, io e Cristina che sorridiamo e ci teniamo per mano pronti ad iniziare questa nuova avventura insieme.
Sorrido vedendo il suo sorrisino senza i due denti davanti. Rammento che parlava come Silvestro.
Un'altra foto è mentre ci abbracciamo alla mia festa di compleanno dei 9 anni. Ero un po' più piccolo di lei e invece adesso la supero di gran lunga.
Un'altra foto ancora raffigura l'ultimo giorno di scuola media. Una settimana prima del nostro litigio. Il mio braccio le avvolgeva il fantastico corpo magro ma formoso. I nostri sorrisi fino alle orecchie. La sua mano sul mio petto.
Mi ricordo ancora alla perfezione la sensazione... quella fantastica sensazione che non posso e non potrò mai più godere.
Poi, tormentato dai ricordi del nostro passato, tiro dritto ed esco di casa.
Abbiamo passato troppo tempo separati e cercato di ignorarci.
Non ce la faccio più.
Non ce la faccio più a stare lontano da lei.
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