CAPITOLO 24
Cristina's pov
Suonano il campanello ed io mi sbrigo a scendere le scale e andare ad aprire.
Quando lo faccio mi ritrovo davanti Edward, Rudy e Robert: degli amici di mio fratello.
Mi sorridono ed io ricambio facendoli entrare in casa.
<Francesco arriva tra poco. Finisco di prepararmi e sono da voi> dico mentre comincio a salire le scale per tornarmene in camera mia.
<Ma certo, non ti preoccupare> replica Rudy.
Io e la mia famiglia lo conosciamo da quando lui e Francesco erano alle elementari. Sono amici dall'ora.
Edward e Robert invece, sono compagni di università. Mio fratello e loro due studiano Ingegneria ma a quanto ne so, anche se sinceramente non so nemmeno se si possa fare, Robert vuole cambiare andando a studiare psicologia.
Boh, non lo so.
Tutti e tre sono degli omaccioni, tutti fighi... Edward ha anche un tatuaggio sul bicipite destro: un piccolo tribale.
Anche se qualche volta possono sembrare degli stronzi patentati, in fondo sono dei tesorucci con un cuore d'oro.
Entro in camera e prendo la camicetta bianca e il maglioncino beige che avevo appoggiato sul letto.
Vado in bagno e dopo essermi data una sciacquata li indosso.
Vesto dei pantaloni a zampa di elefante neri in jeans con lo strappo all'altezza delle ginocchio e ai piedi ho intenzione di mettermi delle semplici snickers bianche.
Guardandomi allo specchio, studio come pettinarmi i capelli.
Scrutandomi attentamente, opto per lasciarmi i capelli sciolti così, prendendo la spazzola, me li pettino.
Mi metto un filo di mascara ed esco per mettermi le scarpe.
Suona di nuovo il campanello e subito dopo sento la porta aprirsi e le voci delle mie amiche destarsi.
Prendo la borsa ed esco dalla stanza.
Quando mi sento chiamare, mi muovo a scendere le scale e arrivare in salotto.
Saluto tutti e dopo aver indossato i giubbotti, usciamo di casa.
In macchina parliamo un po' di questo e un po' di quest'altro finché non arriviamo di fronte alla gigantesca scritta al neon del Oliver's Bowling.
Grazie al pass di Edward siamo riusciti ad entrare senza problemi però questo lo dobbiamo specialmente ad Oliver che, come credo si sia intuito, è il capo del nostro amico e direttore della struttura.
Ci accomodiamo togliendoci i cappotti e aspettiamo le nostre scarpe.
<Stai benissimo vestita così, Cri!> mi dice la mia migliore amica abbracciandomi.
<Grazie, Elida, anche tu>.
Lei è vestita con dei jeans a vita alta grigio scuro e un maglioncino nero. Ai piedi degli anfibi del medesimo colore.
E infine si è pettinata i capelli in due trecce che partono dall'alto.
Osservo gli altri, in particolare le mie amiche e trovo che sono tutte felici e sorridenti.
Questo mi porta a sorridere di rimando.
Solo dopo pochi minuti, Oliver in persona, un bel uomo che avrà massimo una trentina d'anni, viene da noi con in mano alcune scatole di scarpe, in compagnia di un'altro ragazzo, cui non conosco il nome, che lo aiuta.
<Ecco qua, ragazzi> dice porgendocele, <vi presento Gilbert, sarà con voi per qualsiasi problema, dubbio...> salutiamo educatamente.
<La vostra pista sarà pronta tra pochissimo> ci avvisa quest'ultimo.
Osservandolo meglio è proprio un bel ragazzo...
Non per dire ma mi sembra di essere dentro una storia di Wattpad dove i ragazzi sono tutti, e dico proprio tutti dei fighi della madonna.
Gilbert ha degli occhi neri, o almeno da qui lo sembrano e capelli corvini.
Ha una figura bella slanciata e, dalla maglia attillata verde militare che indossa, si notato i muscoli.
Beh, proprio un bel omaccione.
Rido, sentendomi una stupida visto i miei pensieri e tutti mi guardano straniti.
D'altronde sto ridendo da sola...
<Tutto ok?> Elida mi poggia una mano sul braccio ed io annuisco.
<Si, va alla grande. Stavo solo pensando quanto cavolo è figo, Gilbert> le bisbiglio all'orecchio cercando di non farmi sentire.
<Ma, ma...> la sua faccia è impagabile.
Ci mettiamo a ridere entrambe e cerchiamo di attutire il suono delle nostre risate poggiando la mano sulla bocca.
Dopo un paio di minuti, Gilbert si riavvicina a noi e ci avvisa che la pista è pronta e aspetta solo noi.
Alzandomi mi passo le mani sulle ginocchia e poi me le sfrego.
<Beh, che stiamo aspettando?> dico dirigendomi verso l'entrata in pista.
Brad's pov
Non ce la faccio più; mi manca troppo.
Devo assolutamente chiarire per farle capire che quello che crede non è vero: non ho baciato io, Leila ma il contrario.
La amo con tutto me stesso e le spiegherò il perché ho reagito in quel modo alla festa di Halloween, ieri sera.
Non potevo permettere a Marco di andare avanti con quello che stava facendo.
Non poteva continuare a toccarla in quel modo, arrivando a baciarla addirittura e a dirle non so che parole...
Non lo accetto.
La cosa che più mi fa fottutamente incazzare è che ho premuto io il tasto per la loro rimpatriata.
Li premevo io, a far pace.
Ma a quanto pare ho sbagliato. Ho fatto un grossissimo sbaglio.
E non me lo perdonerò mai.
Spero che, quando - e non se - io e Cristina faremo pace e ci riprenderemo dalla nostra pausa, il nostro rapporto rimanga quello di sempre o almeno simile.
Ora sono in macchina per andare verso casa sua e non vedo l'ora di parlarle.
Devo farlo o non sarò mai in pace.
Voglio spiegarle tutto, ogni cosa e non perché voglio pararmi il culo o cos'altro ma perché se lo merita.
Merita delle spiegazioni, le mie e quelle di Marco.
Se le merita perché è sempre stata una ragazza gentile ed educata, una ragazza che ha sempre cercato di capire cosa c'è che si nasconde dietro a delle parole o fatti.
Se le merita perché è la mia ragazza e la migliore amica di Marco.
Non ho altro da aggiungere.
Dopo un paio di minuti mi ritrovo davanti alla porta di casa sua.
Ammetto che sto esitando, sto indugiando a premere questo fottuto campanello.
L'unica barriera che mi separa da lei.
Poi, finalmente, lo schiaccio e lascio che il suono riempia la casa che si cela dietro a questa porta.
Quest'ultima si apre, rivelando una signora sui cinquant'anni circa, con un grembiule sporco di farina e... glassa?
<Signora Scatto, salve> sorrido dondolandomi da un piede all'altro.
Dio, quanto sono nervoso.
<Ciao Brad> mi dice mentre si sposta per farmi entrare, <cosa ti porta qui all'ora di pranzo?>.
Appena realizzo che è, effettivamente, mezzogiorno, arrossisco.
Ditemi che non ho interrotto nulla.
<Oh, stavate mangiando... allora tolgo direttamente il disturbo e passo più tar...>, <No, Brad stai tranquillo. Avevamo appena finito, in realtà. Ho cominciato a preparare dei muffin> ed io annuisco decisamente sollevato.
<Comunque, stavamo dicendo... cosa ti porta qui?> si dirige in cucina ed io la seguo.
Comincia a mettere l'impasto sulla macchina apposita e la chiude per far sì che i muffin si cucinino.
<Dovrei parlare con Cristina> mi accomodo su uno sgabello vicino all'isola centrale.
<Oh, mi dispiace, Cristina è andata all' Oliver's Bowling con suo fratello e amici> mi dice e io non posso fare a meno di sentirmi sconsolato.
Quando ovviamente mi decido di dirle tutto, lei non c'è.
Impreco e sospiro passandomi le mani sul viso.
<Ma se vuoi la puoi aspettare qua. So che magari ti annoierai ma almeno ci sarai quando farà ritorno...>
Accetto senza giri di parole. Devo parlarle perciò aspetterò anche tutto il giorno.
<Si, lo farò e grazie Signora Scatto>.
Mi sorride calorosamente.
<Beh, già che ci sei puoi aiutarmi a fare questi deliziosi dolcetti!>.
Oh, cazzo, in che cosa mi sono cacciato...?
Facevo meglio ad andare al Bowling.
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