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Capitolo quindici


- Non ci posso credere..

Le lacrime mi sgorgano rapide e scendono sulle guance mentre guardo il moro davanti a me. Incrocio le braccia al petto e volto la testa verso il mare osservando i colori sfumati del tramonto.

- Ho dovuto farlo! - esclama di rimando. - Ho dovuto farlo - ripete con un un tono più basso, rassegnato. I miei piedi si muovono allontanandosi il più possibile da quel ragazzo, non voglio più starlo a sentire.

- Non toccarmi - esclamo quando mi afferra per impedirmi di andare. Scrollo il braccio e faccio altri passi indietro.

- L'ho fatto per proteggerti. So tutto sul tuo passato, non volevo che ti prendessero di mira. Non ti avrebbero più lasciato stare - spiega avvicinandosi. - Non volevo che rivivessi tutto di nuovo.

- Sono più forte di quanto credi - ribatto deciso alzando il mento ostinato.

- Mi dispiace - sussurra ma non riesce ad impietosirmi. Mi giro e comincio a correre lontano.

- STOP! Buona la prima!

Il megafono del regista amplifica l'ordine. Si alza con un sorriso soddisfatto e si stiracchia prima di rivolgere il suo sguardo verso di noi.
Sospiro. Sono contento che sia finita. Ormai sono ore che giriamo e sono stanchissimo.
Ho ottenuto il ruolo di coprotagonista nel film Moonshine e da quasi una settimana giriamo su questa spiaggia appena fuori paese. Da quasi due non vedo Harry e da quasi tre giorni non lo sento neanche per telefono. E sto cominciando a preoccuparmi visto che è solito scrivermi tutti i giorni. Ho paura che sia successo qualcosa, che io abbia fatto qualcosa o ancora peggio che abbia trovato un'altro. Perché questo si che mi spezzerebbe davvero il cuore.
Per contratto dovremmo fingere di stare insieme per altri due mesi e in questi due giorni ho riflettuto molto. Voglio davvero provarci con Harry e avere una vera relazione.
Cavolo, mi piace. Mi piace e non voglio che quello che è nato fra noi finisca.

- Ehi, Louis.

Il mio nome pronunciato da Evan, l'altro protagonista, mi strappa dai miei pensieri. Cammina verso di me con andatura disinvolta e un sorriso a trentadue denti. Evan Callan è un bel ragazzo, con i capelli castano chiaro ondulati e gli occhi color miele. E ha anche un bellissimo carattere, ci siamo intesi subito e lo si vede anche da dietro la camera.

- Che me dici di cenare da qualche parte?

- Certo. Perché no?

- Bene allora sono sotto la tua roulotte tra mezz'ora. Ci vediamo dopo - dice. Mi stampa un bacio sulla guancia e si avvia verso la sua roulotte e io faccio la stessa cosa verso la mia. Non sono molto grandi ma hanno tutte le comodità ed è molto più facile spostarsi da un luogo all'altro per le riprese.

- Ti sono mancato, piccolo?

Sussulto aprendo la porta e spalanco gli occhi. Non posso credere che sia qui. Harry è comodamente seduto sul sedile bianco imbottito con un sorrisetto sghembo sul suo volto perfetto. Una sensazione di sollievo mi pervade seguita dall'improvvisa contentezza si vederlo dopo due settimane. Nascondo tutto dietro un'alzata di occhi.

- Presuntuoso - mormoro andandogli in contro. - Non dovresti essere in tour?

- Ho tre giorni liberi e mi sono chiesto: che cosa faccio? Tu sei stato il mio primo pensiero. - Si alza e mi prende per i fianchi guardandomi fisso negli occhi. - Così ho preso il primo volo e sono venuto a trovarti. Sorpresa!

Mi bacia e io ricambio. È riuscito a convincermi a goderci questo tempo insieme e da allora non facciamo altro che baciarci e baciarci..e baciarci.
Dopo due settimane senza vederlo mi sembra che sia diventato ancora più sexy. I capelli gli sono cresciuti un po' da quando ci conosciamo e l'abbronzatura naturale gli dona tantissimo.

- Va tutto bene? Come stanno andando le riprese?

- Bene e bene. Vuoi qualcosa da bere?

Vado verso il frigorifero e lo apro tirando fuori una bottiglietta d'acqua e una birra comprata per caso. Gliela lancio e lo guardo afferrarla al volo e aprirla.

- Vieni qui - mi richiama una volta preso un sorso. Alzo ancora gli occhi al cielo ma mi vado a sedere accanto a lui.

- Sai che alzi sempre gli occhi al cielo quando fingi di essere seccato? - mi chiede divertito. Lo fulmino con lo sguardo. Odio il fatto che riesca ad individuare tutti i miei punti deboli con così tanta facilità mentre io proprio non riesco a leggere niente di lui.

- Come va il tour?

- Ed ecco che cambi discorso - dice scuotendo la testa. - Alla grande, dovresti venire a uno dei concerti prima o poi. Canterei solo per te - aggiunge facendomi l'occhiolino. Arrossisco al pensiero di Harry che canta una delle sue canzoni con la sua voce melodiosa e al contempo virile, che ha fatto battere il cuore e venire le lacrime a milioni di ragazze. E che mentre lo fa guarda solo me. Canta solo per me guardandomi dritta negli occhi e penetrandomi nell'anima con le sue sole parole.

- Usciamo fuori a cena? - mi chiede una volta finita la birra.

- Veramente..

Non faccio in tempo a giustificarmi che bussano alla roulotte e senza aspettare invito Evan fa la sua entrata. Si è cambiato e ora indossa una camicia casual e un paio di jeans. Harry lo inquadra immediatamente e si irrigidisce sul posto.

- Posso? - domanda Evan esitando sulla soglia della porta. Deve aver avvertito l'ostilità che traspare dallo sguardo del cantante tanto che anche il suo volto si è fatto più teso.

- Certo, entra - gli faccio cenno di avanzare. - Immagino che vi conosciate già.

Annuiscono entrambi. Essendo entrambi dei personaggi noti nel mondo del cinema e della musica é ovvio che si conoscano ma dal modo in cui si fissano.. sembra che ci sia e qualcosa in sospeso tra loro. Qualcosa che non voglio assolutamente sapere.

- Immagino che la cena sia rimandata.

Sono le parole pronunciate da Evan a rompere il pesante silenzio in stanza. Non mi piace lo sguardo di Harry. Cupo e carico di risentimento, fisso sul mio collega. E non che quello di Evan sia da meno, sembra che ci provi gusto a non abbassare lo sguardo e a ricambiare con quell'aria di sfida. Come se lo volesse provocare e vedere la sua reazione.

- Ecco.. - comincio mordendomi il labbro. Non so che diamine dire in realtà. Non voglio disdire con Evan ma allo stesso tempo non voglio creare dispiacere a Harry che ha fatto tutta questa strada solo per me. Ma è fuori questione invitare anche lui con noi. Sarebbe come trovarmi tra due candelotti di dinamite pronti ad esplodere da un momento all'altro. Persino adesso è come se sentissi il rumore della miccia che si accorcia sempre di più.

- E perché mai? -. Harry si inserisce prima che possa una scusa per uscire da questa situazione. Si alza e mi avvicina a sé circondandomi la vita con un braccio. Stringe la mano sul mio fianco con fare possessivo e un sorriso furbo gli incurva le labbra.

- Vengo anch'io - dice con un tono che non ammette repliche. - Dove pensavi di portarlo?

Entrambi lo guardiamo come se gli fosse cresciuto un terzo occhio. Mi trattengo a malapena dal spalancare la bocca o dal picchiarlo. Che diavolo ha in mente?

Non può. Non esiste una cosa del genere. Tra loro non corre buon sangue, è così tremendamente evidente e lui si sta comportando da idiota in questo momento. Ero disposto a rimandare la cena per stare con lui e Harry sta rovinando tutto. E per cosa poi?

- Non ce n'è bisogno. Posso cenare con Louis un altro giorno.

Grazie. Almeno uno dei due sembra ragionare con il cervello. Con lo sguardo cerco quello di Evan per scusarmi e lui ricambia con un sorriso forzato e un leggero passo all'indietro verso l'uscita.

- Io ti consiglio di approfittarne stasera perché il resto del tempo lo passerà con me.

Vedo un muscolo della mascella del mio collega guizzare e per un attimo penso che scatti per tirare un pugno dritto sullo zigomo del cantante ma non succede e quasi ne sono deluso. Perché se lo meriterebbe.

E io sto cominciando a perdere la pazienza e glielo dimostro tacitamente agitandomi nella sua morsa. Ma lui stringe ancora di più la presa, cosa che non sfugge nemmeno a Evan.

Alzo gli occhi al cielo. Tutto questo è ridicolo. Tremendamente ridicolo.

Gli lancio un'occhiataccia per fargli capire di smetterla ma lui sembra non cogliere il significato nascosto del mio sguardo, o meglio penso proprio che lo ignori. Quando tutta questa situazione imbarazzante finirà, noi due faremo una bella chiacchierata.

- Allora andiamo? - ci incita accogliendo il silenzio di Evan come un cenno di resa.

- Prima lascia che mi cambi - gli faccio notare bruscamente. Mi stacco e mi avvio verso la piccola stanza della mia roulotte. Ha il minimo essenziale - letto, comodini e due armadi spaziosi - ma è molto confortevole. Mi cambio in fretta con il terrore che quei due si possano uccidersi mentre non ci sono ma con mia grande sorpresa quando ritorno di là sono ancora negli stessi posti in cui li ho lasciati. A fissarsi in cagnesco.

- Andiamo - esclamo attirando l'attenzione di entrambi dalla loro lotta silenziosa. Harry si avvicina a me in tutta fretta e mi afferra di nuovo per la vita.

Sospiro pesantemente.

Si prospetta una lunga serata.

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