97. Scacco matto (1/2)
♫ Selena Gomez & Trevor Daniel - Past Life ♫
Kobe trovò posto al mio fianco.
«Serata libera, eh?» mi domandò con non calanche per intavolare una conversazione. Mi asciugai le labbra utilizzando un tovagliolo di carta, dopo aver sorseggiato il cocktail salvo per miracolo.
«Mi hanno incastrata, a dir la verità.» indicai Stephan con un cenno del capo. «Credevo sarebbe stata una serata tranquilla tra ragazze...» commentai. Lo stomacò brontolò. Un rumore sordo e quasi impercettibile. Avrei preferito mille volte essere dal giapponese.
«Sono felice che tu sia riuscito a passare, Kobe.» Mi scrutai attorno guardinga per capire chi stesse tenendo viva la conversazione di circostanza. Incrociai gli occhi di Stephan che sembravano stranamente lucidi.
«Figurati, quando mi hai scritto ero già per strada. Di cosa stavate discutendo? Sembravate abbastanza coinvolti. Se posso permettermi.»
«Amanda e Stephan parlavano di come Stephan si fosse ubriacato al compleanno di Amanda e che poi fosse caduto sorretto da Matt e Josh, giusto?» io e il mio amico ci voltammo verso George abbastanza sorpresi e allibiti.
Non che ci fosse qualcosa di male nell'ascoltare le conversazioni altrui, però... era comunque strano. «Ah sì, anche del giacchetto di Amanda, glielo ha regalato la sorella. A proposito, stai benissimo con quei jeans abbinati, fa molto biker.» Sì, era decisamente strano e molesto. Mi strinsi ancor di più nel chiodo di pelle.
«Vedo che mio fratello non conosce ancora le buone maniere. George, cosa ti ho detto sull'origliare?» Lo ammonì Kobe. Il riccioluto abbassò il capo addrizzando le lenti da vista sulla punta del naso.
«Di non farlo perché è cattiva educazione...» Il moro annuì per poi scompigliare i boccoli dorati del fratellastro con una mano. «Perciò non farlo più, non ce n'è bisogno. Spero tu abbia imparato la lezione.» Mi sistemai meglio sul divanetto mantenendo il contatto visivo con Stephan, il quale sembrava più imbarazzato di me. Ovviamente non per gli apprezzamenti sul mio vestiario, ma per come Kobe avesse scoperto del suo "inciampo" alla mia festa di compleanno.
«In verità io... cioè beh, sì, ero ubriaco. Cioè dignitosamente brillo, ma lo svenimento non fu per quello. Cioè i ragazzi mi hanno aiutato, ma niente di più. Stavo confidando ad Amanda che ricordo di aver conversato con lei, quindi non ero ubriaco! La faccenda riguardava Dylan e Richard, che all'epoca era ancora il suo ragazzo. Vero, Amy?» mi domandò Steph come se dovessi aiutarlo a uscire dall'impiccio. Non mi pareva per niente un buon argomento, ma mio malgrado lo assecondai. Rinfrescai la memoria in cerca degli spezzoni della conversazione avvenuta un paio di mesi prima.
«Sì, avevi provato a mettermi in guardia da lui. Riguardava l'incidente. Sai di cosa parlo.» Non avevo voglia di rivangare certi ricordi, perciò credetti che quelle parole potessero essere un buon deterrente. Fulminai Stephan con lo sguardo, il quale capì immediatamente le mie intenzioni.
Kobe si stranì di colpo.
E, mentre consideravo quanto terribile fosse stato il peso che Stephan aveva portato dietro per tutti quegli anni custodendo i segreti di Richard, il fratellino del nostro capo iniziò a capire come funzionasse far parte di una discussione in maniera attiva.
«Quale incidente?» indagò George. La considerai una reazione normale e l'avrei potuta anche facilmente intuire considerando la natura curiosa del nostro collega.
«Non sarà niente di importante, roba vecchia di anni e riguarda una persona che per fortuna non fa più parte delle nostre vite.» Al contrario, invece, considerai insolita la risposta di Kobe.
Appoggiai una mano sulla sua spalla tesa. Perché mai sembrava così nervoso? Se fossi stata nei suoi panni a me avrebbe interessato conoscere i retroscena dell'uomo che aveva rovinato parte delle vite dei miei amici.
«Tutto bene?» All'improvviso ebbi voglia di fare conversazione. Lo sentivo, c'era qualcosa che non quadrava. «Ora che me ne rendo conto, noi ancora non ti abbiamo rivelato come siamo riusciti a incastrare Richard e di come sia finito in prigione. È una storia piena di colpi di scena e qui non siamo a lavoro. Te lo avevamo promesso, o sbaglio, Steph?» mi rivolsi al mio amico. Come avevo immaginato avrebbe fatto di tutto per avere una scusa pur di parlare con Kobe. Che Stephan si fosse preso una cotta? Per il momento sarebbe stato di grande aiuto. Il tempo di capire cosa ci stesse nascondendo il bel moretto.
«Certo. Sì, certo, raccontatemi tutto.» Kobe si sistemò sul divano riprendendo compostezza anche nel tono. Io allontanai la mia mano dalla sua spalla per riportarla sui miei jeans. George si avvicinò per poter essere parte integrante del gruppo.
«Già sai che Richard era il fidanzato di Amanda e che aveva una seconda vita da regista amatoriale. Sapendo ciò, insieme a Emma, una sera ci siamo organizzati per riuscire a recuperare i filmati così da incastrare quel maniaco. Ma facciamo un passo indietro. Io ero a conoscenza delle sue malefatte e volevo bene a Richard, credevo fosse una persona di cui fidarmi... ma dopo il tradimento subito da Amanda e l'inganno di Emma, mi sono reso conto che lui non era una brava persona e non avrei permesso che ferisse più nessuno. Ho rivelato alla polizia ciò che lui stesso mi aveva confessato: l'uso periodico di sostanze stupefacenti, che conservava nel cruscotto della sua auto, e "l'innocuo incidente" in cui era coinvolto Dylan ai tempi del liceo. Che poi si è rivelato essere un omicidio in piena regola, tanto per la cronaca. Bella storia, eh? Ma veniamo al dunque. Come lo abbiamo incastrato? Come anticipato, grazie a Emma siamo venuti a conoscenza dell'esistenza di una memory card in cui erano salvate tutte le sue performance sessuali con le ragazze che lui abitualmente drogava. Purtroppo, non siamo riusciti ad avere tutti i video, ma solo quelli di Emma, che aggiunti alla presenza di droga nella sua auto hanno portato l'imputato dietro le sbarre! Per poco non mi dimenticavo di dirti che esiste persino un video che riprende l'omicidio e che incastra perfettamente Richard: quella è la nostra prova schiacciante!»
«Avete quel il video?» domandò Kobe sbarrando gli occhi.
«Purtroppo, no... Richard ha nascosto il suo materiale da qualche parte. La cosa che ci rincuora è che sappiamo che esistono le prove per gettarlo in gattabuia e buttare la chiave per sempre. Perciò aspettiamo solo di trovarle. Emma è la nostra testimone chiave: seppur per breve tempo ha potuto visionare ogni scena, senza, ahimè, riuscire a farne una copia. Stephan sta facendo il modesto, ma è stato lui che ha raccontato direttamente alla polizia di come Richard si procurava la droga e dove trovarla. Ha avuto fegato, oltre che un grande cuore, e noi tutti gli siamo immensamente grati. Hai presenti Nicole, la bionda che vedi accanto a Josh, il ragazzo con il taglio militare all'ingresso? È stata in coma un paio di giorni a causa sua. Andava fermato e insieme a lui anche i gemelli» sputai dimenticandomi per un secondo di tutto il resto. La realtà faceva davvero schifo ed era molto più complessa di qualsiasi menzogna o giochetto che Richard avesse mai pianificato.
«E quindi questi video... dove li ha trovati Emma? Cosa mostravano? Avevo capito che ci fosse solo del materiale per dimostrare il coinvolgimento di Richard con altre ragazze» domandò nuovamente il nostro supervisore con un tono interrogativo.
«La maggior parte riguardano performance sessuali varie, ma non solo. Secondo Emma c'erano anche delle minorenni, quindi capisci bene che il reato è ancor più grave. Per quanto riguarda l'incidente, invece, ci ha riferito che si vede praticamente tutto ciò che accade dall'inizio alla fine. Povera ragazza rimasta coinvolta... e povero Dylan.» Mentre Stephan parlava io cercavo di carpire le reazioni di Kobe.
«Quindi... un incidente con Dylan coinvolto?» ripropose Kobe esterrefatto.
«Quello accaduto nel periodo in cui tu eri nel suo gruppo di amici, poco prima che abbandonò il liceo...» iniziai a parlare. Ma più aggiungevo argomentazioni, più Kobe perse colore in volto. «Se fai uno sforzo di memoria credo tu te lo possa anche ricordare. In effetti, ora che ci penso, una volta ne abbiamo parlato, ma molto di sfuggita, e anche allora sembrava quasi che non ne sapessi molto. Ma, ragionandoci meglio, forse tu l'hai conosciuta la ragazza che ha perso la vita in quell'incidente. Lydia, ti dice qualcosa?» Kobe venne meno al mio sguardo accennando dei segni con il capo.
«Certo, certo. Come dimenticarlo l'incidente... e anche Lydia. È quell'incidente, ovviamente. Credo di averti dato un'impressione sbagliata a riguardo. Lo ricordo, sì. Penso solo di aver attuato un meccanismo di difesa.» Annuii un po' confusa a quella blanda spiegazione. Non capivo la necessità nel darmi due versioni differenti dello stesso evento anche se potevo percepire il suo senso di disagio e tristezza nel ricordare quel periodo della sua vita. Eppure, solo qualche settimana prima mi aveva confessato di essere dispiaciuto per Dylan per tutto ciò che gli era accaduto in passato, ma non si ricordava del suo coinvolgimento nell'incidente. Per cos'altro avrebbe potuto mai essere dispiaciuto?
«È stato orribile...» continuò lui come se fosse stato colto in flagrante e stesse mettendo in atto la sua arringa finale. «Venni a sapere dopo qualche giorno la festa del liceo che Dylan era stato drogato... non credevo fosse stato Richard. È sconcertate. Ma non potete provarlo? Cioè senza video non lo si può incastrare, vero? E ovviamente bisogna anche considerare se quella prova sia ammissibile in un tribunale.» Il ragazzo non si era accorto che, con quelle semplici parole, aveva appena dimostrato di essere un bugiardo.
Sorrisi fintamente attizzando le orecchie e mettendomi in guardia, con la consapevolezza che gli avrei tirato fuori la verità su quella notte a qualunque costo. Ci stava mentendo. Il buon Kobe ci aveva preso in giro tutti. Per sua sfortuna, aveva davanti l'unica persona che avrebbe dato tutta sé stessa per chiarire il mistero che aleggiava intorno all'incidente... era troppo importante per me. Era troppo importante per Dylan.
Alzai mestamente un angolo della bocca realizzando come il tempismo delle mie deduzioni era stato beffardo. Dylan mi avrebbe dovuto attendere ancora un po'.
Scacco matto, Kobe.
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