78.Reazione a catena (1/2)
♫ Alesso - Sweet Escape ft. Sirena ♫
Delle volte venivo rapita dalle opere più piccole e spesso insignificanti. Me ne resi conto osservando la conchiglia perlacea risaltare sul fondo sabbioso del bagnasciuga, mentre le onde la nascondevano dagli occhi del mondo, come se fosse necessaria dapprima un'attesa per rendere onore a tale spettacolo.
Come la spuma del mare che brillava, scompariva e poi ritornava alla luce in molteplici forme sul pelo dell'acqua. Come il riflesso degli ultimi raggi solari della giornata, che risplendevano fino a specchiarsi nel mio animo.
Fu in quella occasione che pensai alla vita come un insieme di finiti e infiniti proposti, mescolati in un cocktail speciale da cui avrei dovuto attingere. Era l'imbrunire ed io mi ero alienata per fin troppo tempo.
«Amanda, che bello che siate riuscite a venire!» Josh ci accolse, mentre Margot e Cassidy giungevano in compagnia di Eric. Il biondino non esitò un istante nell'accerchiare le spalle della sua ragazza dopo aver fatto scontrare il pugno contro quello del suo migliore amico.
«Hanno avuto un perfetto cavaliere ad attenderle» aggiunse lanciando un occhiolino alla brunetta al suo fianco.
«Eppure, il cavaliere ha fatto un ritardo di quindici minuti. La carrozza si è era ritrasformata in zucca, per caso?» chiesi riferendomi all'attesa estenuante cui ero stata sottoposta in quel tardo pomeriggio di inizio primavera.
Guadagnai le risate dei miei compagni. «Tutto questo ha bisogno di preparazioni!» si giustificò indicandosi e suscitando ancor più l'ilarità dei presenti.
Cassidy sgusciò via dalla presa di Eric. «Sarà meglio che i baldi giovani utilizzino la loro forza bruta nel trasportare le casse di birra, mentre noi ci andiamo a divertire con chi è già arrivato! Non fate attenderci troppo.» Afferrò la mano mia e di Margot trascinandoci verso la piccola folla che si era radunata intorno al falò. Sarebbe stata una serata abbastanza tranquilla, e a discapito del vero motivo per cui ero lì, mi sarei voluta divertire.
L'unica che sembrava essere un po' fuori dal mondo era Margot. Non aveva spiccicato parola per tutto il viaggio e i suoi occhi erano più spenti del previsto. Eravamo state io e Cassidy a spingerla a venire, perché come era rimasta al mio fianco, io lo sarei stata per lei.
«Ehi, Margot, dici che ci sarà qualche bel ragazzo anche questa volta?» domandai rievocando una scena di mesi prima. La mora si destò dal suo dormiveglia guardandomi come se non avesse capito la richiesta. Al contrario, Cassidy si paralizzò per scrutare tutt'attorno a lei.
«Allora, mi sembra di vedere Daniel del corso di "linguaggi informatici applicati all'economia". Uh, scommetto che quel biondo con il tatuaggio tribale sul petto potrebbe interessarti, che dici Margot?» Tutte ci voltammo nella direzione in cui puntava il dito di Cassidy, avendo premura di abbassarle il braccio per evitare figuracce.
«Cassie, dobbiamo essere discrete!» Margot rise scuotendo la testa.
«In realtà, non lo so. Ho bisogno di passare una serata spensierata e non è detto che io debba per forza voler stare con qualcuno. Mi va bene essere qui con le mie amiche. Magari l'alcol aiuterà. Oh, grazie Malcolm.» Margot afferrò il bicchiere in plastica direttamente dalle mani dello statuario Malcolm, comparso alle nostre spalle, che girava con una bottiglia di vodka in mano in cerca di bevitori. Il ragazzo si allontanò sotto l'attento sguardo di Cassidy che non lasciò perdere la sua figura neanche per un secondo.
«Decisamente un modello, decisamente un modello» bisbigliò stringendo le labbra così che il modello non potesse udirla. Mosse i suoi occhi convulsa prima di scoccare la lingua al palato, infastidita. «E loro sono decisamente dei coglioni.» Quelle belle parole erano riservate a Richard e ai suoi moschettieri. Stavano giungendo dal parcheggio. Mi faceva uno strano effetto vederli riuniti dopo ciò di cui ero a conoscenza.
Approfittai dell'invettiva di Cassidy per afferrare il telefono dalle tasche del jeans e scrivere un veloce messaggio a Emma. Le davo la conferma della presenza di Richard a Malibù. Avrebbe potuto perlustrare casa sua fintanto che sarebbe stato occupato. Non dovevo dimenticare quale fosse la nostra missione principale.
«Tutto bene?» mi chiese Margot notando come mi fossi allontanata mentalmente da loro due. Non era necessario che lei si accollasse anche quel peso.
«Sì, certo, stavo chiedendo solamente tra quanto tempo sarebbero arrivati i ragazzi... sempre se tu non voglia stare sola con noi, altrimenti avverto di non venire.» Margot sorrise tiratamente allungando una mano in avanti.
«No, Amy, nessun problema, mi fa piacere che ci sia anche Nathan.» Allontanò il suo sguardo da me per posarlo sul coloro che erano attorno al fuoco. Era incredibile come quel biondino con il tatuaggio tribale avesse richiamato l'attenzione di così tante ragazze solamente strimpellando qualche accordo.
«Credo sia già occupato per questa sera» scherzò Margot quando vide una brunetta strusciarsi su di lui.
Trovammo posto a un paio di metri aspettando che giungessero anche altri sconosciuti, mentre i nostri calici di plastica venivano riempiti da fiumi di birra. Josh ed Eric si erano appostati nelle vicinanze per poter intrattenere conversazione con Margot e Cassidy rispettivamente, lasciando me in coppia con un bizzarro tizio alla mia destra, distante un metro all'incirca.
Feci un sorriso di circostanza nella direzione di quell'ultimo, mi fissava un po' troppo insistentemente. Portai una mano a coprirmi il volto per evitare quegli occhi invadenti. E proprio quando pareva che lo sconosciuto si sarebbe alzato per provarci con me, arrivarono i miei salvatori.
«Oh, Matt, ci sei anche tu!» Margot esplose di gioia quando capì che il suo amico era in compagnia di Dylan e Nathan.
«Certo, non sarei mancato per nulla al mondo, già me ne sono persa una di festa come questa. Come stai, Margot?» Matt si sistemò accanto alla mora, mentre io mi interrogavo da quanto avessero instaurato un così bel rapporto. Parlavano amabilmente e gli occhi della ragazza riacquisirono il loro colore intenso.
«Qualche settimana fa ho organizzato una specie di incontro tra i due. Speravo che potessero diventare amici e, infatti, avevo ragione. Sono contento non sia rimasta sola.» Nathan si sedette al mio fianco lasciandomi un bacio su una guancia. Mi aveva letta nel pensiero, come al solito. Ero rimasta talmente esterrefatta dalla dichiarazione del mio migliore amico, che non mi accorsi Dylan superarci e porsi tra il cugino e lo sconosciuto. Quell'ultimo desistette da qualsiasi approccio. Alzò il calice in direzione di Dylan e, quando vide che lui non era in vena di brindare a nulla, si voltò dall'altro lato sconfitto. La faccia da cane arrabbiato, targata O'Brien, funzionava parecchio bene accostata alla cicatrice ben in vista.
«Io direi di avviare qualche iniziativa per conto nostro considerando che quel gruppetto sta cantando e ballando. Potremmo giocare al gioco della bottiglia, che dite?» Josh si alzò in piedi e, dall'alto dei suoi due metri, ci sovrastò tutti. Ci furono persone in disaccordo, come Eric.
«Fratello, te lo scordi! Rimango nell'angolo alcolici a distribuire bicchieri piuttosto. Preferirei giocare con una bella ragazza in questo momento.» Il biondo si allungò verso Cassidy lasciandole un bacio poco casto sulle sue labbra facendo trasparire chiaramente le sue reali intenzioni.
«Magari... ehm... io vado con Eric, giocate pure tra di voi.» E fu così che i due si dileguarono verso le cabine degli stabilimenti in un batter di ciglia.
«Che ragazzo fortunato.» La voce dello sconosciuto venne udita da tutti i presenti. Trattenni una risata nascondendomi dietro il profilo di Nathan. A dirla tutta l'idea di passare la serata con "obbligo o verità" non era ciò che avevo in mente, eppure, l'idea non mi dispiacque. Sapevamo bene essere un gioco per quattordicenni in piena crisi ormonale, ma forse avevamo bisogno proprio di ritornare adolescenti spensierati.
«Va bene, allora, chi vuole unirsi? Greg, Steve? E le signorine?» ovviamente a Josh non passò neanche per l'anticamera del cervello di invitare Richard, il quale, ci osservava con disprezzo da dietro le spalle del musicista. Forse stava vagliando la sua prossima preda.
Incrociai il suo sguardo solo per un istante, ma quello bastò per farmi raggelare il sangue nelle vene. Mi provocava ribrezzo.
«Io sì, lui credo... stia per fare un viaggio completo a divertilandia!» Un gemello, forse Steve, quello più intelligente e meno capace con le donne, decise di unirsi con la sua compagna al nostro grande cerchio.
Greg preferì rimanere da solo con la sua dama. «Trattala bene!» scherzò Josh verso la coppia. Nicole era una sua amica d'infanzia e come tale voleva che chiunque la rispettasse. Dopo un segno di intesa il gemello si allontanò con Richard e un'altra ragazza al seguito. Non mi sentivo particolarmente fiduciosa, non quanto Josh almeno.
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