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71. Memory Card

♫ Halsey ft. Lauren Jauregui - Strangers ♫

Più Emma parlava, più mi sentivo presa in giro. Ero stata un piccolo burattino nelle mani di un giostraio privo di talento ed emozioni.

«Quindi Richard mi stava testando? Per tutto il tempo?» Puntai i miei occhi in quelli di Emma. Ero disgustata.

«Per tua fortuna, ti sei rivelata una persona di sani principi rifiutando le sue proposte. Cosa che io non avevo fatto. Perciò ero rimasta l'unica pedina sulla scacchiera. Gli importava solamente di manipolarmi e farmi fare ciò che voleva a causa del video e della sua minaccia. Se non avessi voluto che finisse in rete, avrei dovuto semplicemente... accontentare i suoi bisogni fisici.» Emma si morse l'interno della guancia aspettando una mia risposta.

«Oh, mio Dio, Emma. Ti ha ricattata per fare sesso, non solo per convincere me a uscirci insieme?» Mi sorrise molto tiratamente abbassando lo sguardo per la vergogna.

«Per tutto questo tempo sono stata al suo gioco. Quindi sì, si può dire che io sia stata la sua prostituta. Ovviamente non riuscivo più a guardare Eric negli occhi, quindi la nostra rottura alla fine fu solo un bene. Ma con l'andare dei giorni non feci altro che avvicinarmi di più a lui. Non parlavo più con nessuno e se lo facevo mentivo. Mi sentivo sola e la presenza di Richard era divenuta un conforto. È durato all'incirca un paio di mesi, con lui che mi chiedeva di vederci ed io che esaudivo il suo desiderio. Durante quel periodo avevo avvertito che qualcosa era cambiato. Avevo seriamente iniziato a credere che forse gli piacessi: era diventato più dolce, non mi imponeva più di vederci e delle volte, devo ammettere, sono andata io a casa sua di mia spontanea volontà. Lo avevo visto più determinato nel voler continuare il nostro rapporto. Ed io, forse, avevo iniziato a provare qualcosa per lui. Ecco il motivo del mio essere costantemente in guardia, incapace di poter definire se la nostra fosse una relazione. Lo chiamavo "W" e non Richard, o fidanzato, neanche stronzo, perché non avevo la minima idea di cosa fossimo e avevo paura nel chiedere o fare passi avanti. Speravo solamente che avessi ragione, che magari fosse una brava persona, in fondo. Purtroppo, però, la verità era un'altra. Tu gli avevi concesso una seconda opportunità e lui mi aveva fatto capire che io non ero nient'altro che la ruota di scorta, perché quelle attenzioni e quella dolcezza le avrebbe volute rivolgere a te per conquistarti. Io ero solo il corpo che lo soddisfaceva.» Emma strinse i pugni e la sua voce si incrinò. Non potevo vederla così. Decisi di avvicinarmi e di sorreggerle le braccia. Quando la sfiorai, i suoi occhi entrarono in collisione con i miei, riprendendo a raccontare con il tipico tono di chi è sull'orlo del pianto. Le sorrisi dolcemente, poteva farcela.

«Un giorno sono riuscita a chiedere un parere a Cassidy. Senza mai farle capire che io fossi nei guai e lei mi informò che quei sentimenti che credevo di provare, in realtà, erano tutta una finzione. In psicologia si chiama "sindrome di Stoccolma". Una situazione nella quale la vittima inizia a provare affetto ed emozioni positive per il carnefice che sta abusando di lei. A quel punto capii di essere in guai seri e che non volevo più continuare a vivere così. Cercai di oppormi il più possibile, di fare leva sul suo lato umano, ma lui non ne aveva uno. Così un giorno decisi di stravolgere la mia situazione e, approfittando del fatto che lui fosse sotto la doccia, ho iniziato a setacciare camera sua per avere l'originale del mio video e distruggerlo. Quello che trovai, però, fu molto più sconvolgente. In un cassetto, nascosta tra la sua biancheria, c'era della droga. Sicuramente qualcosa che aveva usato per farmi disinibire in tutte quelle sere insieme. All'inizio non ci diedi peso: avevo solo voglia di trovare la memory card della videocamera e cancellare tutto. Ma, una volta trovata e inserita nella macchina fotografica per verificarne il contenuto, notai l'impensabile. C'erano decine di foto di altre ragazze e nastri di diversa lunghezza con ognuna di loro, se non di più. Se ci ripenso mi viene ancora il voltastomaco. Richard poteva sembrare il principe azzurro o, molto più semplicemente il ragazzo della porta accanto con il sorriso divino, quando in realtà era un lurido maniaco che continuava a filmare una dopo l'altra tutte le sue conquiste come se fosse un collezionista. C'era una vera e propria lista infinita. Avrei dovuto prendere la memory card e scappare, lo so bene, ma qualcosa mi trattenne. Tra quei video non c'erano solo quelle ragazze, ma c'era anche... c'era... c'era...» Emma smise di parlare iniziando a piangere e a singhiozzare disperata. Si buttò tra le mie braccia, non potei fare a meno di trattenerla forte. Le accarezzai i capelli, lisciandoli sul maglioncino di raso bianco.

«Va tutto bene. Non è colpa tua... non è colpa tua...» le ripetei soffiando vicino a un orecchio. Mi sembrava tutto così assurdo, non provavo pena o compassione per lei. Mi sentivo solo più addolorata di quanto già non fossi. Per tutti quei mesi aveva vissuto con quel segreto, da sola vivendo il dolore e la vergogna.

Emma mi strinse le braccia e prese forza. Il suo racconto non era ancora finito. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano sorridendo cauta. In quel momento qualcosa scattò dentro di me. Ero mortificata, mi sentivo male per lei e per ciò che aveva passato. Non potevo credere che fosse anche lei una vittima o che fosse arrivata così a fondo. Era più forte di quanto avessi mai creduto e più sola di quanto avessi mai voluto... e in parte era anche colpa mia per non essermi accorta di niente, seppure i segnali ci fossero tutti.

«Su quella memory card c'è il video dell'incidente. L'incidente di Dylan! L'ho visto, Amanda. Si è registrato mentre metteva la droga, la stessa che ho trovato tra i cassetti, in un bicchiere da cui poi ha bevuto Dylan. La scena successiva riprendeva l'esterno di una casa col giardino, come in quei film amatoriali che fanno su You Tube: Richard che saliva su un automobile andando all'inseguimento di un'altra vettura poco distante dalla loro. All'inizio non avevo la minima idea di cosa stesse accadendo e del motivo di quelle riprese. Però poco dopo c'è stato l'incidente: la vettura di fronte a quella di Richard era andata a schiantarsi contro un albero a tutta velocità. Sentii le urla e le risate di gioia in sottofondo, mentre la videocamera riprendeva il fumo che avvolgeva la carrozzeria informe con all'interno dell'abitacolo due figure. Richard era lì, sentivo la sua voce, mista insieme a quelli di altri ragazzini che non si preoccupavano minimamente di aiutare, anzi, non mossero proprio un dito. Solo uno, mi parve, rimase disgustato chiedendo spiegazioni. Ma Richard se ne infischiò. "Hai avuto quello che ti meriti, O'Brien!", urlò fuori dal finestrino mentre veniva inquadrato trionfante. Ci misi più tempo del dovuto a capire che si trattava del nostro O'Brien. Lui mi beccò in flagrante con la macchinetta fotografica tra le mani. Non poteva essere una coincidenza. L'avevo appena sentito pronunciare il cognome del cugino di Nathan, eppure, perché fargli quello? E, mentre io aprivo finalmente gli occhi per poter guardare Richard come il mostro che era e che è, lui mi strappò l'affare senza neanche giustificarsi. Gli chiesi cosa fosse quel video e tutti gli altri contenuti, se montaggi o qualche scena di un film e lui mi confessò che aveva accuratamente conservato tutti i suoi ricordi più eccitanti lì sopra. Compreso quello in cui "morì la sua ragazza, invece che O'Brien". Mi si gelò il sangue nelle vene per quella rivelazione. Aveva filmato il suo delitto e lo conservava tranquillamente come se nulla fosse. Richard stava incolpando lui della morte della "sua" ragazza e quello che voleva era solo vendicarsi. Eri tu, Amanda, la sua vendetta. Saresti stata l'ennesima ragazza fotografata e filmata da quel pervertito. Ero lì inerme, cercando di concepire il peso della gravità della situazione. Mi costrinse a rivedere quello stesso video più volte. Così tante che penso di conoscerlo a memoria. "È colpa di questo figlio di puttana se è morta Lydia ed è l'unico modo che ho per ripensare a lei. Guarda come non è riuscita a proteggerla e come sia stato patetico anche nel non morire! Io gliela farò pagare a quello stronzo! Lo distruggerò prendendomi la tua migliore amica, allontanandola da lui nello stesso modo in cui fece con lei. Se parli o convinci Amanda a non uscire più con me, sai già cosa ti aspetta" fu ciò che mi disse quella sera, mentre puntava con il suo patetico dito lo schermo della reflex.»

Richard era davvero un sociopatico. Incolpava Dylan di ogni sua cattiva azione solo perché non era capace di affrontare la realtà e di farsi curare. Perché c'era veramente un problema in lui. Se Lydia era morta, la colpa era solo sua e di nessun altro. In tutti quegli anni l'odio e l'ira, si erano tramutati in pazzia e follia pura: avrebbe distrutto chiunque lo avesse intralciato, passando sopra i sentimenti di chiunque e, probabilmente, anche sui loro corpi.

«Emma, possiamo incastrarlo e denunciarlo. Se quello che dici è vero, noi possiamo portare le prove alla polizia.» Le parole uscirono spontanee dalla mia bocca, ma nell'esatto momento in cui parlai il cuore mi si fece pesante. Mi si sarebbe ritorto contro. Anche io ero sotto minaccia, ma, a differenza di Emma, non avevo prove dalla mia.

«Onestamente penso se ne sia già sbarazzato nascondendo chissà dove il suo tesoro. E poi sappiamo bene entrambe che se dici qualcosa alla polizia lui ti rovinerà la vita. È quella la sua tattica. Se non vai a letto con lui, ti droga e ti costringe a fare qualcosa. So per certo che stia usando lo stesso metodo anche con te...»

La guardai in tralice. «Cosa vuoi dire con questo? Ti ha raccontato qualcosa di... di me?» Alzò un angolo della bocca tristemente.

«Ti ricordi il giorno in cui sei svenuta in università? Non era stato causato da un evento puramente casuale. Non ti stupirà neanche la tempistica. Esattamente ventiquattro ore dopo che io avevo trovato quel video tu eri riversata sul divano di casa cercando di riprenderti dalla droga. "Ora c'è di mezzo anche lei grazie alla tua bravata." Mi confessò la sera successiva. Era palesemente un metodo per farmi tacere e dimostrarmi quanto lui avesse potere su di me, ferendo te. Per questo so che ha in mente qualcosa.»

Mi portai le mani sul viso, iniziando a strofinarlo. «Non può essere così intoccabile. Dobbiamo fare qualcosa. Tu ne sei uscita se hai il video, sei riuscita a farne una copia?» convenni. Emma mi guardò sconfortata.

«Me l'ha dato lui, a dir la verità. E non credo tu voglia scendere a patti con il diavolo per averne altri. Il giorno del tuo compleanno ho scoperto che avrebbe voluto drogarti ancora: aveva pianificato il viaggio a Stanford da tempo con un unico obiettivo. Per fortuna le cose non sono andate come previsto, considerando l'intromissione dell'ultimo minuto di Dylan. Io l'ho solo dissuaso...» Emma raccolse le ginocchia al petto mettendosi in posizione di difesa.

«Non dirmi che hai contrattato la mia lucidità con del sesso?» Lei alzò un angolo della bocca stizzita con sé stessa.

«Ho contrattato la tua lucidità e la copia di backup del mio video, con del sesso. Ho anche avuto delle informazioni. Come per esempio che la sua retata a San Francisco era solamente un modo per incontrare il suo spacciatore e fare ciò che meglio gli riusciva: adescare altre povere ragazze. Almeno per quella sera, però, non ti avrebbe fatta del male e sperai con tutta me stessa che in qualche modo la presenza di Dylan fosse di aiuto. Ecco perché ho il filmato e ho lasciato che andaste tutti e tre a Stanford senza dirti nulla. C'era in gioco il tuo futuro. Non sapevo cos'altro fare. Richard ha acconsentito ai patti perché convinto che non avrebbe avuto più bisogno di me. Sembrava che finalmente quella parte di incubo fosse finita, ma Margot ci ha scoperti. Per il resto sai tutto... persino che conoscevo questo segreto su Dylan. Cosa è stato a tradirmi? La paura nel mio sguardo? Probabile... puoi ben capire come non sia facile guardare una persona negli occhi sapendo che non è colpevole di nulla e comunque fare finta di niente. Penso sia lo stesso per te.»

Buttai fuori l'aria, mentre rilassavo i muscoli delle spalle. Emma si richiuse in sé stessa, non alzando il suo sguardo da terra per più di un secondo.

«L'ultima volta che ho avuto una conversazione con Richard mi ha confessato di essere il vero assassino di Lydia, che aveva drogato sia Dylan che me... perciò hai ragione. Mi ricatta. Mi ricatta dicendo che se non mantengo la bocca chiusa mi farà espellere dalla UCLA mettendo fine alla mia carriera. Ha pensato bene di procurarsi delle prove: un bicchiere in cui ci sono le mie impronte e il DNA misti alla droga. Quindi mi ha messo di fronte una scelta: la mia vita o la verità su quel tragico giorno. Come puoi intuire, sono abbastanza patetica da non avere il coraggio di fare questo passo. Non l'ho detto a nessuno. Si sa solo che ho lasciato Richard perché mi ha tradita, ma non il retroscena. Non lo sa Nathan. E soprattutto non lo sa Dylan. Non deve saperlo. Ho paura che farebbe qualcosa di stupido, ma allo stesso tempo penso meriti di conoscere la verità ed io mi sento distruggere per stargli mentendo spudoratamente. Così mi sto autopunendo. Per quanto vorrei essergli vicino, mi tengo a debita distanza, nonostante ogni giorno osservo come i suoi occhi vogliano leggermi dentro. Ho tratto la conclusione che il mio angolo di felicità non può esistere fino a che mi porterò questo peso dentro. Mi trovo in una specie di limbo, in cui ogni scelta sembra pessima e solo una sia quella giusta, ma non ho ancora trovato il coraggio di perseguirla.» Piccole gocce salate caddero lentamente verso il tappeto, bagnandolo superficialmente. Stavo piangendo, arresa alla veridicità delle mie parole.

All'improvviso due braccia sicure circondarono il mio corpo e il mio volto. Le mani di Emma fissarono i lati del mio viso così da costringermi a visionare solo i suoi occhi azzurri ormai arrossati.

«Noi lo incastreremo. Te lo prometto, Amanda. So di non meritare il tuo perdono, ma lascia che lo faccia per te. Troverò quella card, la videocamera o le foto, anche a costo di cercare i file uno a uno. Raccoglierò le prove e lo incastrerò. Anzi lo incastreremo. Serviranno testimoni ed io sono pronta a farlo, se saremo fortunate ne troveremo altre e allora non potrà farci più nulla. Ti prego lasciamelo fare, dimmi che mi appoggerai e che anche secondo te questa non è una follia. Ho bisogno di sentire che ho una possibilità per rimediare ai miei errori.» Emma si morse le labbra sorridendo tiratamente e mostrandomi le fossette. La sua voce era fioca e debole, mentre nel contempo fiumi sgorgavano sulle sue gote.

«Lo faremo. Lo incastreremo. Richard finirà dietro le sbarre per quello che ti ha fatto, che ha fatto a Dylan e a tutte quelle ragazze. È una promessa... amica mia.»

♣♣♣♣♣

Bene bene bene cari Cursed! Alzi la mano chi è contento per il ricongiungimento delle due amiche?

E ora alzi la mano chi non vede l'ora che Richard finisca dietro le sbarre!

Il percorso è ancora lungo, purtroppo... speriamo che la giustizia, e la forza di Amanda, facciano il loro corso!

Un bacio, dalla vostra Red Witch,

Haineli

P.s.(= Poche Stronzate) Lo credevate così psicopatico Richard? Se fosse possibile ve lo darei in pasto, lupetti ♥

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