Capitolo diciannove
In cielo c'è una stella per ognuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri dolori non possano mai offuscarla.
☼
Che io e Draco Malfoy, non fossimo in buoni rapporti nonostante tutto ciò che è successo, lo sapevo.
Ma una piccola parte di me continuava a pensare che potesse ancora succedere qualcosa, ma allo stesso tempo quella parte ci stava già rinunciando.
Ma non del tutto.
È l'ultima sera che passerò qui ad Hogwarts, non sono pronta a ricominciare da capo..
È da tutta la cena che Louis cerca di tirarmi su di morale invano. Non è solo il fatto di dover lasciare la scuola, ma anche il rapporto con Draco che è precipitato.
Quella sera, ho sentito tutto ciò che diceva, mi ha fatto sentire bene, mi ha fatto dimenticare tutte le cose che sono successe, tutte le cose che mi ha detto che mi hanno fatto soffrire e mi hanno fatta piangere.
Il giorno dopo?
Il giorno dopo non mi ha proprio più calcolata. Come se non esistessi. Nei corridoi, in Sala Comune, in Sala Grande, ovunque non mi degna di uno sguardo.
L'indomani dovrò lasciare Hogwarts, e lui mi evita. Certo, lui è convinto che ci rivedremo al sesto anno, ma non sarà cosi.
«Non credo che tu debba dargli spiegazioni..» dice di punto in bianco Louis, che è seduto davanti a me per l'ultima cena.
«Cosa?» chiedo, non avevo sentito la domanda dato che ero assorta dai miei pensieri.
«Dico che non dovresti dire a Malfoy che il prossimo anno non sarai qui»
«Ma tu mi leggi nel pensiero?» chiedo infilando un altro boccone di pollo in bocca.
«Semplicemente ti conosco bene» sospira «davvero, secondo me non ha senso, è tempo sprecato»
«Perchè dici cosi? Ti ho raccontanto quella notte, tutte le cose che mi ha detto!»
«Sisi, ma non sai perchè le ha dette»
«Ma stavo dormendo, cioè lui lo pensa ma non era cosi. Ma comunque..» continuo ma vengo intrerrotta da Silente che inzia il suo discorso di fine anno.
«Cari studenti di Hogwarts, un altro anno è finito, ed un'altra estate aspetta di essere trascorsa. Voglio ringraziare i docenti, e voi studenti come ogni anno.
Vi auguro una buona estate!» dice con voce tranquilla.
Piano piano la Sala Grande si svuota, c'è chi deve fare ancora le valigie, chi va a dormire perchè domani il viaggio sará lungo, chi non vede l'ora di tornare a casa e chi.. come me non ha proprio voglia di lasciare questo posto. Forse sono l'unica, assieme a quelli del settimo anno probabilmente.
«Io vado..» faccio un sorriso sforzato e mi alzo dalla panca per andare nella Sala Comune.
Percorro per una delle ultime volte i corridoi, scendo le scale e quando arrivo davanti al quadro della mia Sala, dico la parola d'ordine e salgo velocemente le scale che portano alla mia stanza.
Apro la porta, e la richiudo alle mie spalle per poi diregermi verso il letto dove avevo lasciato il mio pigiama sta mattina.
Tolgo il maglioncino, la cravatta, la camicia, i pantaloni e le scarpe per poi infilarmi la canottiera del piagiama e i pantaloni.
Ripiego la divisa che ho lasciato sul letto e la infilo nella valigia, tirando fuori ciò che avrei messo domani per partire: una maglia a maniche corte e un jeans semplice.
Prendo la bacchetta e la poso sul comodino, alzo le coperta e mi ci infilo sotto e nonostante siano solo le 20:30 mi addormento.
11:30 pm..
Mi giro e rigiro nel letto, non riesco più a dormire. Guardo fuori dalla finestra ma vedo che è buio, è ancora presto per alzarsi..
L'orologio, infatti segna che non è passato molto da quando mi sono addormentata.
Ho voglia di andare alla torre di Astronomia, in teoria non potrei andarci a quest'ora senza insegnante, però cos'ho da perdere?
Mi alzo dal letto, infilo le scarpe da ginnastica ed esco dalla stanza.
Scendo silenziosamente le scale, non ho voglia di dare spiegazioni a nessuno ma quando vedo che nella Sala non c'è anima viva esco tranquillamente.
Salgo le scale fino alla torre facendo attenzione, a loro piace cambiare.
Appena arrivo a destinazione, mi appoggio un pò al balcone e poi mi appoggio alla parete e mi siedo continuando ad osservare le stelle.
Ho sempre amato le stelle, anche la mia famiglia. Mi raccontavano sempre tante cose su di loro.. ad esempio quando ero piccola mi dicevano che le stelle erano molto più grandi della terra, e io mi chiedevo se erano abitate, se c'era l'amore, se c'era il lavoro, se c'era il dolore e la sofferenza.
Mia nonno invece, mi ripeteva che quando una persona guarda le stelle è come se volesse ritrovare la propria dimensione dispersa nell'universo.
Eppure la mia dimensione l'ho trovata, ma mi è stata tolta.
Per un motivo che alcuni sanno ma non mi vogliono dire, eppure è una cosa che dovrei sapere.. mi spetterebbe di diritto dato che la diretta interessata sono io.
Una lacrima mi solca il viso, ma la scaccio via col il dorso della meno.
Improvvisamente sento qualcuno tirare su con il naso e singhiozzare. Poco dopo appare davanti a me, e la figura si posa al balcole senza accorgersi della mia presenza.
Non sono l'unica ad essere triste stasera.
Ha il cappuccio del mantello tirato su, ma poco dopo lo tira giù rivelando forse, la persona che mi sarei aspettata di meno.
Con la manica del mantello si asciuga le lacrime, per poi toglierlo e poggiarlo a terra. Singhiozza tantissimo, e solo ora mi accorgo che nella mano sinistra ha una lettera, che spezza in tanti piccoli pezzi per poi lasciarli al vento che li porterà chissà dove.
Il suo respiro si fa affannato, e infatti slaccia un pò il nodo della cravatta.
«Che succede?» dico, non ce la faccio a vederlo cosi. Sentendo la mia voce sobbalza.
«Vattene stupida Sanguemarcio.» dice duro senza voltarsi.
«Malfoy..» inzio a dire, ma lui mi blocca.
«E va bene me ne vado io!» esclama adirato, per poi voltarsi e bloccarsi vedendo il mio volto solcato dalle lacrime di poco fa.
Ne approfitto del momento per continuare il discorso che avevo inziato prima, non ce la faccio più a tenermi tutte quelle cose dentro:
«Io non ce la faccio più! Non capisco cosa ti ho fatto, non è colpa mia se sono nata babbana okay? Non è colpa mia se pensi che il mio sangue non sia come il tuo, se pensi che sia sporco, non è colpa mia se pensi che io sia inferiore a te. Non è colpa mia sei hai delle convinzioni del cazzo. Sono anni che mi chiami in questo modo, e sono anni che cerco di fregarmene e ce l'avevo anche fatta fino all'anno scorso. E ora non ci riesco più. Perchè se fino all'anno scorso tu non eri nulla per me.. ora, ora sei diventato qualcosa per me. Sei entrato nel mio cuore, e nonostante io abbia provato a cacciarti da li, nonostante tutto il tuo odio verso di me, tu sei rimasto lì dentro.. perchè credo che io non abbia ne la volontà ne la forza di cacciarti da li.»
Faccio un respiro profondo, ora piango peggio di prima.
«Non riesco a capire!» continuo «Se mi odi e ti faccio schifo, perchè mi baci? Perchè dopo aver vinto quella stupida scommessa hai continuato a baciarmi? Perchè lo hai fatto? È colpa tua se ora sono ridotta cosi, se ora io sono..» mi blocco. Non posso dirglielo. Non devo. Ma credo che ormai lui abbia già capito.
«Non puoi essere innamorata di me..» sussurra, sedendosi accanto a me e poggiando la testa al muro.
«Victoria, dimmi che mi sto sbagliando.. dimmi che non è cosi.»
Riamango in silenzio, ormai è inutile negare. Cosa potevo dirgli? Aveva capito ormai.
«Non puoi, non dovevi innamorarti di me.»
«Al cuor non si comanda, sai Draco?» dico, fissando un punto impreciso con un sorriso sul volto.
«Tu non.. non mi ami? O comunque non ti piaccio neanche un poco?» non so con quali parole ho pronunciato queste parole.
«Io.. io ti farei del male Victoria.» sussurra mettendo un braccio attorno alle mie spalle.
«Stai tremando.. hai freddo?»
«Si ma non importa» faccio spallucce.
Senza dire nulla si toglie il golfino con lo stemma della nostra casa e me lo poggia attorno alla mie spalle, per poi continuare ad abbracciarmi.
«Che avevi prima?»
«Nulla che ti interessi!» dice un pò scocciato.
«Draco, puoi evitare di fare lo stronzo per una sera ed essere te stesso? Non chiedo tanto, ti chiedo solo di mostrarmi quel che sei, di mostrarmi i tuoi mostri, di mostrami ciò che sei per una sera. Come ho potrei fare io con te. E te lo giuro su chi vuoi non racconterò mai nulla a nessuno.»
«Era una lettera dei miei genitori, diciamo che con loro non ho mai avuto un buon rapporto, però oggi mi hanno detto che hanno preso una decisione per me, che non accetterò mai e poi mai.»
«E perchè non ti "ribelli"?» mimo le virgolette con le dita.
«Perchè se lo faccio, non so cosa potrebbe succedermi. È una cosa più grande di me, talmente grande che potrebbe diventare pericolosa.. ma penso lo sia già.» vorrei sapere di più, ma evito di pressarlo non voglio rovinare tutto.
«Cosi mi spaventi..»
Ridacchia, ma è una piccola risata triste.
«Tu perchè sei qui?»
«Anche i miei mi hanno mandato una lettera mesi fa, e hanno preso una decisione per me.. hanno deciso che frequenterò i miei ultimi anni di scuola a Beauxbatons»
«Stai scherzando?» sembra quasi preoccupato.
«Magari..» dico appoggiando la testa sulla sua spalla.
«Mi dispiace tanto Victoria..»
Mi strige più a sè, e mi da un piccolo bacio sulla fronte.
Mi fa sentire.. amata. Ma sò che non è cosi, e che non lo sarà mai.. ma nonostante ciò mi godo questa serata.
Questa serata, in cui dimentico per un attimo tutti i problemi, in cui mi sento compresa dall'ultima persona che avrei mai pensato, questa serata che passo con la persona che amo nonostante non venga ricambiata.
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