Chapter 20.
Arturo's pov
Arrivo alla Dark House e Lella mi viene immediatamente incontro accorgendosi di me.
- Ciao Artù- mi stampa un bacio sulla guancia, sollevandosi sulle punte, cosa che mi fa sempre sorridere.
- Ciao nana- la prendo in giro, mentre lei mette su un finto broncio.
- Non sono nana, sei tu che sei troppo alto- fa una smorfia e io scoppio a ridere, per poi appoggiare un braccio attorno al suo collo e attirarla a me in un piccolo abbraccio.
- Facciamo finta che sia vero.- le faccio un occhiolino derisorio - Comunque che mi devi dì?-.
Il suo sguardo si fa serio e si siede su un muretto, invitandomi a fare lo stesso.
- Volevo parlarti di Deianira e non volevo farlo al cellulare, primo perché sapevo che eri sicuramente con Yalda e secondo perché non mi piace parlare al telefono di 'ste cose, preferisco dirtelo guardandoti negli occhi.- spiega - So che vi siete baciati-.
Sto zitto davanti alle sue parole e la scruto attentamente, non sapendo che dire, non credevo che Deianira gliene avesse parlato.
- Che sta succedendo, Arturo?- chiede lei, davanti al mio silenzio - Perché l'hai baciata? Anzi, perché l'hai baciata e poi allontanata? Era sconvolta-.
- Non sono riuscito a controllarmi, lei era lì, davanti a me e avevo voglia di farlo.- confesso - Però so che è sbagliato, stiamo entrambi con altre persone, tradire è una cosa bruttissima-.
- Fare del male a Deianira, invece?- chiede di rimando, scuotendo la testa - Senti Artù, sarò sincera con te, per me sei come un fratello, lo sai, perciò sarò diretta. Deianira, per quanto non lo ammetta nemmeno a se stessa, prova ancora qualcosa per te, direi più di qualcosa, e so che è così anche per te. Ti conosco Arturo, so che non l'avresti mai baciata per divertimento, tu non sei così-.
- Lella, te prego- sbuffo - non sono più innamorato de Deianira, so' solo attratto da lei, perché s'è fatta ancora più bella de quando stavamo assieme-.
- Scambi l'amore per attrazione?- sorrido amaramente - Se non ti piace tradire, molla Yalda e riprenditi DD, tornerebbe con te ad occhi chiusi, lo sai meglio di me, so che quando vi siete baciati ti sarai certamente accorto che non era un bacio senza significato e senza emozioni-.
- Era un bacio voluto, ma non per amore.- mi passo la mani tra i capelli in maniera frustrata - M'hai fatto venì fin qua solo pe dirme che so' 'ncora innamorato de lei?-.
- No, perché sono stanca di vedervi star male... e, inoltre, non mi piace Giovanni, la sta allontanando perfino da Nicolò e sai quanto lei tenga a lui- sospira debolmente, mentre un velo di tristezza compare nelle sue iridi castane.
- Questo l'ho notato anche io.- faccio spalluce - Nico m'ha detto che finché non torna in sé non vuole manco parlarle, perché se sta facendo convince da quello là-.
- Tu puoi aiutarla- insiste la mia amica - puoi aiutarla a venire fuori da questa situazione, a capire che persona ha scelto di avere accanto. Giovanni non fa per lei, non la rende felice. Deianira non è più quella di una volta, la conosco troppo bene per non accorgermi che lei non sorride più sinceramente, e la cosa che mi fa stare peggio è che lei non si rende conto. Mi capisci?-.
Sento il cuore rallentare davanti alle sue parole, non sopporto sapere che lei sta male. So quanto ha già sofferto a causa mia, non posso pensare che un altro la faccia stare addirittura peggio di allora.
- Vorrei poterla aiutà, ma non saprei nemmeno come fa.- so che dopo ieri si sentirà illusa e presa in giro da me, la conosco troppo bene. Immagino già i suoi occhi che evitano i miei e le sue guance che si colorano di rosso al solo pensiero delle mie labbra sulla sua pelle. Smetto di sorridere di botto, pensarla mi ha fatto spuntare un sorriso automatico. Dannazione, devo smetterla, sembro un ragazzino in piena crisi ormonale.
- Promettimi che almeno ci penserai, Artù.- la voce speranzosa di Lella, mi fa abbandonare i miei pensieri - Solo tu puoi salvarla-.
Annuisco debolmente, incapace di dire no davanti alla sua espressione fiduciosa.
In che guaio mi sto cacciando?
*
Deianira's pov
Sono riuscita a convincere Giovanni ad uscire con la mia comitiva, Arturo a parte ovviamente.
Però le cose non stanno andando proprio come speravo. Nicolò non mi rivolge minimamente la parola e il mio ragazzo mi tiene stretta in modo possessivo, facendomi sentire totalmente a disagio.
- Guarda che non te scappa se la molli- mi giro sentendo il tono ironico di Umberto e mi rendo conto che si sta rivolgendo a Giovanni.
- Non ho paura che mi scappi- risponde con una nota di acidità nella voce - è solo che la voglio tenere stretta a me perché la amo-.
- Anche io amo Lella, ma non me pare che faccio tutte 'ste scenate che fai te- Nicolò si intromette nel discorso con fare nervoso - quindi io penso che il tuo sia solo essere un buffone-.
- Qualcuno ha chiesto il tuo parere, Nicolò?- risponde Giovanni di rimando - Sei zitto tutto il tempo e poi ti intrometti in cose che non ti riguardano assolutamente-.
- Non parlo sotto richiesta, a stronzetto da quattro sordi.- Nicolò scatta in piedi - Penso che tu sia un vero deficiente e te o sto a dì senza problemi. Deianira potrà pure avere er prosciutto nej occhi, ma io capisco bene che razza de persona sei-.
Giovanni molla la presa su di me e scatta immediatamente in piedi, come un fulmine, con gli occhi infuocati.
- Senti, non ti azzardare a parlarmi così, in fin dei conti noi sei nessuno e Deianira è abbastanza sveglia per capire chi deve frequentare e chi no.- trattiene a stento le urla - Se è andata via da Roma quattro anni fa ed ha scelto me a Londra, significa che era stanca della gente come voi e io ero il meglio per lei. Quindi stai calmo e vedi di farti i fatti tuoi-.
- Ao' ma state carmo te, a mongoloide- fa per venire verso Giovanni, ma Dylan prevede la sua mossa e lo trattiene, evitando così una rissa assicurata.
- Basta ragazzi- li riprovero io, stufa dell'ennesima lite di questi giorni - dovete smetterla con 'sti discorsi senza senso-.
- Dovresti farte du domande, a Deianira- mi urla Nicolò, rosso in volto - er ragazzo tuo sta a litigà con tutti, prima co Arturo, poi risponde male ad Umbe, poi litiga co me, forse non semo noi quelli sbagliati. Nun pensi? Svejiate-.
Dà un forte pugno al tavolino di ferro ed esce nervosamente dal locale, mentre Lella mi lancia uno sguardo dispiaciuto e poi lo segue fuori, come è giusto che sia. Credo che lei sia l'unico in grado di farlo calmare.
Mi siedo nuovamente sulla sedia e mi porto le mani sul viso, in maniera frustrata.
La mia famiglia non va d'accordo con il mio ragazzo. Perché? Qual è il problema?
Perché deve essere tutto così complicato?
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