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Capitolo 3

«Permesso...»

Una voce pacata e profonda giunge dalle mie spalle e mi giro verso la sua fonte solo qualche secondo dopo Leah, seduta alla sua scrivania di fronte a me. Neanche l'espressione sorpresa della ragazza riesce a prepararmi a incontrare gli occhi color ghiaccio e il sorriso smagliante di Nathan Martin, il giovane imprenditore più rinomato degli ultimi anni, conosciuto per aver preso in mano l'azienda ormai stagnante del padre e averla trasformata in un vero e proprio impero nel settore dell'agricoltura sostenibile. Penso che ormai una pubblicità su tre, che sia in televisione, sui mezzi pubblici o persino sulle piattaforme di streaming, riguardi qualche prodotto della Green Martin, rigorosamente da colture idroponiche e conservato nel suo imballaggio compostabile. Dalle nuove generazioni, comunque, Nathan è principalmente apprezzato per il suo bell'aspetto che riesce a stregarti anche in quei dieci secondi tra un episodio e l'altro su Netflix.

Mi riscuoto dai miei pensieri quando sento Jamie tossire forzatamente e mi accorgo di essere rimasta, proprio come Leah, imbambolata a osservare Nathan Martin, ma fortunatamente era troppo intento a guardarsi intorno nel nostro ufficio per accorgersi di noi due. Inoltre, penso sia perfettamente abituato a ricevere questo genere di attenzioni ovunque vada tanto da non farci neanche più caso.

«Questo è l'umile ufficio della Private Eye, Nathan» annuncia Cody, indicando con un piccolo cenno della mano le nostre quattro scrivanie e la bacheca di sughero. Proprio su quella si blocca lo sguardo dell'uomo, con particolare attenzione alla foto che ritrae il capo con la moglie e i figli.

Un sorriso molto dolce, diverso da quello ammiccante che riserva per le pubblicità, illumina il volto di Nathan. Subito dopo, però, il suo sguardo sembra rabbuiarsi, anche se per un solo breve istante.

«Sogno anche io di mettere su famiglia molto presto» commenta, mentre Cody gli mostra anche le altre foto dei bimbi, posizionate sulla sua scrivania, fiero come non mai dei suoi due capolavori.

Nathan sembra avere giusto qualche anno più di Cody, forse sui trentacinque, perciò i suoi piani per il futuro non sembrano affatto fuori dal normale o affrettati ma, anzi, del tutto comprensibili e realizzabili. Pensare che un uomo in carriera tanto rinomato e pieno di soldi sogni una cosa così semplice mi fa sorridere, finché non realizzo che il motivo per cui si è rivolto alla Private Eye potrebbe essere proprio quello, a giudicare da come il suo sguardo si è spento di fronte alla foto.

Presa dalla curiosità, sistemo meglio la busta di ghiaccio secco sulla mia mano e osservo con attenzione al minimo dettaglio tutto ciò che avviene: Cody fa accomodare il signor Martin alla scrivania di Jamie e rimane in piedi lì accanto, la schiena appoggiata alla parete e le braccia incrociate al petto, pronto a supervisionare ogni cosa.

Jamie, in tutto questo tempo, è rimasto a fissare lo schermo del suo cellulare, annoiato da ciò che lo circonda. Non si sforza neanche di accennare un mezzo sorriso mentre stringe la mano a Nathan e si presenta e, anzi, lo incita ad arrivare al sodo senza troppi fronzoli.

Vorrei sbattermi la mano in fronte dall'esasperazione - anche se, forse, dare una cinquina alla sua guancia potrebbe soddisfarmi molto di più - ma evito, soprattutto perché il nostro cliente ha iniziato a spiegare il motivo per cui si è rivolto alla Private Eye: ha bisogno di ricevere una consulenza in merito a una certa Billie e persone fidate gli hanno raccomandato la nostra agenzia.

«Stiamo insieme da ormai un anno... Billie è un amore, premurosa come poche persone di mia conoscenza, si preoccupa anche per ogni mio piccolo starnuto e... insomma è la donna della mia vita, vorrei sposarla un giorno».

Nathan parla di Billie in un modo talmente innamorato che farebbe provare invidia a qualunque ragazza. Sembrano una coppia davvero affiatata, non capisco dove risieda il problema.

«E quindi...?» chiede Jamie, ogni briciolo di tatto lasciato nel bagagliaio della sua Toyota.

Il signor Martin, infatti, si riscuote dai suoi pensieri, riportato alla realtà dalla domanda poco delicata del mio collega. La sua faccia avvampa in un secondo e, solo quando parla ancora, capisco il perché.

«Ultimamente è un po' strana» dice semplicemente, prima di sospirare. «È sempre molto presa dal lavoro, forse ha bisogno di soldi ma non vuole farsi aiutare né dirmi cosa la preoccupi davvero. Non vuole saperne di venire a vivere con me e ha qualche... problema nei momenti di intimità» mormora, arrossendo ancora di più.

In una mossa quasi involontaria talmente è fulminea, mi giro di scatto verso lo schermo del mio computer e, pur di non guardare verso la scrivania di Jamie dove si sta tenendo il colloquio, inizio a fare un solitario, fingendomi talmente impegnata da non avere tempo di sentire niente. Con la coda dell'occhio, noto che anche Leah sembra fin troppo concentrata sui suoi algoritmi e analisi varie, a cui solitamente si dedica con la musica a palla nelle orecchie.

Siamo tutti adulti qui dentro, nessuno si scandalizza per certe cose, ma vedere Nathan così pieno di vergogna per aver dovuto dire una cosa del genere ad alta voce mi ha trasmesso molta tenerezza. Continuare a guardarlo mi farebbe sentire come se lo stessi denudando della sua privacy, privacy a cui lui stesso ha rinunciato mettendo piede nella Private Eye ma, insomma, un po' di sensibilità non si nega a nessuno.

«Ho capito, dobbiamo scoprire un eventuale tradimento dunque» commenta Jamie, giocando come suo solito con la sedia girevole e rifiutandosi ancora una volta di mostrare un minimo di sensibilità in questa situazione. Gira a destra e a sinistra, la penna in una mano, mentre con l'altra si gratta pensieroso il mento. Qualche ciuffo di capelli neri gli ricade sugli occhi ambrati, ma è talmente concentrato sul suo lavoro che non si preoccupa neanche di spostarli.

Nathan arrossisce, per poi scuotere con vigore la testa. «Certo che no! Solo... cosa mi stia nascondendo, ecco. Ho paura che possa avere qualche problema finanziario o di salute e-»

Jamie alza entrambe le sopracciglia, in un'espressione che mostra tutto il suo scetticismo. Posso intuire senza fatica cosa stia pensando: cosa dovrebbero avere a che fare i soldi o la salute con il rifiuto di Billie di entrare troppo in intimità con lui?

Il signor Martin sembra capire altrettanto alla perfezione i suoi pensieri, quindi si affretta a dire: «Insomma, forse non vuole che la nostra relazione diventi troppo seria finché non risolve-»

Jamie lo interrompe, scoppiando a ridere. È una risata priva di divertimento, totalmente estranea da quella che conoscevo un tempo e non sento ormai da anni. Un cipiglio si forma sul suo viso non appena la risata si spegne, lasciando dietro di sé un'eco piuttosto inquietante.

«Non c'è alcun bisogno di fare il gentiluomo ora, Nathan Martin. Le corna non fanno piacere a nessuno, è umano».

Lancio un'occhiataccia a Mills, quando il viso dell'uomo ha raggiunto una tonalità ormai bordeaux per le sue parole dure. Si può intuire senza troppi problemi che Nathan non voglia nemmeno lontanamente prendere in considerazione l'idea di un tradimento o, almeno, non ad alta voce. Non sta solo facendo il gentiluomo: lo è.

Decido di intervenire, pur sapendo che al mio superiore non farà per nulla piacere, ma arrivata a questo punto dover assistere a una scena simile è davvero straziante.

«Va bene, Nathan, non preoccuparti. Indagheremo e scopriremo il problema» lo rassicuro, facendolo finalmente sorridere, anche se solo per poco.

Jamie rotea invece gli occhi, ma per fortuna non dice nulla.

«Puoi intanto fornirci le informazioni basilari di Billie? Nome completo, indirizzo, dove lavora, numero di telefono e-» mi interrompo, vedendo l'uomo abbassare lo sguardo in imbarazzo.

«Billie Harris, ha ventotto anni e fa la personal trainer o... qualcosa di simile, non ne sono sicuro. So che si occupa di sport» si interrompe un istante, lanciandomi un'occhiata di scuse. «Non conosco il suo indirizzo né dove lavori di preciso. N-non ho bisogno di sapere queste cose per stare con lei, no?» risponde, balbettando.

Amico, così non mi rendi le cose per niente facili!

Con la coda dell'occhio, vedo Jamie esibire il suo sguardo alla che vi avevo detto?, sempre più convinto della sua ipotesi di tradimento. Decido di ignorarlo e di non chiedere a Nathan di specificare se realmente non lo sappia e basta o se, opzione agghiacciante, Billie non abbia voluto fargli sapere nessun dettaglio della sua vita a partire da una cosa come il suo lavoro preciso. Potrei anche giustificare la scelta di non condividere il proprio indirizzo di casa, ma dopo un anno di relazione... be', è alquanto strano.

«Hai almeno una sua foto?» chiedo, ormai quasi rassegnata a dover dare ragione a quell'insensibile di Jamie Mills.

«Certamente!» esclama, estraendo dal suo portafogli una foto e sorridendo come non mai solo vedendola, mentre io trattengo un sospiro di sollievo. Stavo iniziando a preoccuparmi seriamente.

Mi porge la foto, di dimensioni molto ridotte per adattarsi al portafogli, e sia Cody che Jamie si sporgono verso di me per osservarla: non si riesce a vedere granché, è un selfie davanti a uno specchio di quella che sembra una palestra, a giudicare dagli attrezzi sullo sfondo, con una risoluzione parecchio bassa, ma si intuisce comunque che si tratta di una ragazza molto sportiva, dai lunghi capelli tinti di un appariscente rosso mogano e legati in una coda di cavallo, il naso sottile e dritto e le labbra davvero sensuali, curvate in un sorriso ammiccante. Cody è a dir poco sconvolto da tanto splendore, mentre Jamie... annoiato come suo solito.

«Il numero?» chiede poi quest'ultimo, anticipandomi solo di un istante. Decido di non protestare solo perché sono ben consapevole di dover passare la palla a lui.

Il signor Martin prende il foglietto e la penna che gli porge e scrive le cifre, per poi passarlo a Jamie dopo un attimo di esitazione.

«Perfetto, con questo potremo ottenere il registro delle sue telefonate in entrata e in uscita e in poco tempo sapremo cosa Billie stia nascondendo. Ci servirà anche la tua collaborazione per-»

«Cosa?!» esclama Nathan, quasi urlando. «Ma è... legale?»

«Amico, abbiamo tutte le autorizzazioni che ci servono» lo rassicura Cody, ma io capisco subito che non è questo il problema. Nathan sembra sul punto di rimangiarsi ogni cosa, pentito di averci chiesto aiuto. Probabilmente si è reso conto solo adesso di cosa significhi tutta questa situazione.

«Nathan, ascolta. So che probabilmente starai pensando di aver tradito la sua fiducia, ma non è così. Ti vediamo sinceramente preoccupato per qualsiasi cosa Billie stia nascondendo o passando, quindi non hai motivo di sentirti in colpa».

Cerco di risultare quanto più convincente possibile, è qualcosa che penso veramente, ma sento che potrebbe non essere abbastanza per uno come Nathan Martin.

«Nathan» interviene Leah, parlando per la prima volta da quando è iniziato il colloquio. Ci voltiamo tutti verso di lei, in attesa di sapere cosa voglia dire. «Se Billie ha davvero problemi di salute, potrebbe anche aver bisogno di cure mediche e soprattutto di soldi per pagarle. Penso ti renderai conto da solo di quanto ogni istante sia fondamentale in una situazione del genere».

Sono proprio queste parole a fare distendere il volto corrucciato di Nathan, che abbozza un piccolo sorriso. Ben presto, il sorriso fa spazio a un'espressione preoccupata ma, soprattutto, finalmente convinta della decisione da prendere.

Per ogni evenienza, comunque, lo rassicuro sul fatto che useremo il numero di telefono di Billie per le nostre indagini solo se strettamente necessario e se mai dovessimo trovarci a un punto morto.

«Allora, come intendiamo procedere?» chiede Cody, quando ormai l'uomo ha lasciato il nostro ufficio, ringraziandoci infinite volte per la nostra gentilezza e disponibilità. Ci ha anche assicurato che collaborerà il più possibile alle indagini e ci farà avere scorte a non finire dei suoi prodotti. Fortuna che Leah è intervenuta per dire proprio quello che aveva bisogno di sentire.

«E lo chiedi anche? Mi apposterò come al solito sotto casa della ragazza, non appena avrò scoperto il suo indirizzo, e la seguirò ovunque finché non avrò abbastanza materiale che provi il suo tradimento».

«Ancora con questa storia del tradimento?» gli chiedo, senza trattenere il mio fastidio. Ammetto che l'atteggiamento di Billie è parecchio sospetto, ma... diamine, è innocente fino a prova contraria!

«Mi dispiace, Andy, ma temo abbia ragione Jay» interviene Cody, sospirando. «Insomma, l'avete vista? È impossibile che una tipa del genere stia con uno come Nathan Martin se non perché è ricco sfondato».

Sto per ribattere che evidentemente non si rende conto di come Nathan sia il sogno di ogni ragazza che abbia visto almeno una sua pubblicità e, a giudicare dall'espressione di Leah, anche lei si sta trattenendo parecchio dal dire la sua, ma la voce di Jamie mi interrompe.

«Nah, c'è di meglio» ribatte. «È assolutamente adatta a lui».

«Ma sei serio?»

«Ho altri gusti» si limita a dire il ragazzo e, ci giurerei se non fosse che è impossibile, mi guarda di sottecchi per un breve istante.

«Non si tratta di gusti, ma di essere obiettivi: quella Billie è uno schianto».

«Ha qualcosa che non mi convince. E comunque preferisco ragazze più semplici e raffinate».

A dirla tutta, l'ultima ragazza con cui l'ho visto slinguazzarsi fuori dall'ufficio di recente era tutto tranne che raffinata, ma decido di tenere questa osservazione per me.

«Come vuoi. Ora chiudiamo questo discorso e pensiamo a un modo per scoprire dove abita».

Jamie si stringe nelle spalle prima di rispondere: «Probabilmente con il suo amante, se non ha mai voluto Nathan Martin in casa sua».

«Oh, ma piantala» decido di intervenire, stanca delle sue supposizioni. «Magari si sente semplicemente in imbarazzo perché non può permettersi un appartamento che regga il confronto con la mega villa dei Martin. Non so se lo sai, ma gestiscono praticamente un impero con la loro attività. La faccia di Nathan è ovunque».

«Sì, come no. Capisco la solidarietà femminile e tutto quello che vuoi, ma converrai con me che la risposta più logica non può che essere la mia».

«Ma hai sentito come ne parlava Nathan? Insomma, solo una ragazza senza cuore potrebbe prendersi gioco di un uomo così innamorato. Da quello che racconta lui dei momenti che passano insieme, Billie lo tratta con altrettanto rispetto, a meno che lui non sia un povero salame che non si accorge di ciò che lo circonda».

«Mmh...» mormora Cody e capisco che, forse, un pochino l'ho convinto.

Jamie, al contrario, sembra animarsi di un fuoco inspiegabile. «Oh, ti prego. Voi donne siete in grado di raggirarci come meglio credete e noi, soprattutto se innamorati, ci caschiamo inesorabilmente» ribatte, lasciandomi a bocca aperta per il furore con cui parla. «Non mi stupirei se venissi a sapere che l'ha avvicinato proprio perché ricco. D'altronde, come dici tu, la sua faccia è ovunque».

«Mills, per l'amor del cielo, lo hai ascoltato mentre parlava, almeno? Non vuole dipendere da lui economicamente e-»

«Basta così, ragazzi» ci interrompe Cody. «Per quanto ne sappiamo al momento potreste aver ragione entrambi. Rimane solo un modo: dovete investigare sul campo. Scoprire dove abita dopo qualche appuntamento con Nathan e da lì iniziare a seguirla nelle attività quotidiane, nella speranza che riusciate a trovare qualche informazione decisiva sul suo strano comportamento».

«Dobbiamo?»

«Sì. C'è troppo lavoro da fare perché tu lo faccia da solo, Jamie, e l'unica che possa dedicarsi a questo caso insieme a te è Andrea. Leah dovrà già occuparsi della ricerca dei dati online».

«Ma io devo aiutare te! Domani è il mio primo giorno in quel locale-»

«Cambio di programma: abbiamo un nuovo tirocinante da domani mattina e ho intenzione di metterlo subito alla prova in missione». Vorrei protestare ancora, dicendo che il nuovo tirocinante può benissimo aiutare quell'antipatico di Mills, ma Cody non me ne dà modo. «Non si discute, chiaro?»

Ora, per quanto in questo ufficio ci prendiamo parecchie libertà - solo Jamie ed io in realtà, Leah è praticamente una dipendente modello - nessuno proverebbe mai ad insistere dopo un "non si discute" di Cody. È questione di rispetto ma soprattutto di riconoscenza verso un capo che ci tratta come fossimo una famiglia. Il minimo che possa fare è ingoiare il rospo e non insistere oltre.

Dovrò lavorare a stretto contatto con Jamie? Nessun problema, quantomeno potrò assicurarmi che tratti Billie Harris come una persona innocente fino a prova contraria.

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