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Coraggio

《Aspetta!》grido.

Lui si ferma e si gira verso di me con un'espressione incuriosita. Sento il viso in fiamme, ho il battito accelerato, il mio corpo trema per tutta la tensione che lo sta attraversando.

Ryan è fermo di fronte a me, aspettando che io dica qualcosa.

Ma le parole...

《Io... Ecco, io...》balbetto.

Forza Alice, mi incito mentalmente, sono solo tre parole.

Tre semplici parole.

Tu...

Mi...

Piaci...

Assordata dal mio stesso cuore prendo il coraggio a due mani e...

《Ryan! Eccoti qui finalmente!》La voce felice di mia sorella riecheggia nel corridoio.

May compare alle spalle di Ryan, ha il fiatone.

Probabilmente l'ha cercato per tutto il giorno...

《Alice... Ci sei anche tu?》mi chiede confusa.

Non si era accorta di me.

Ha occhi solo per Ryan...

Lei è...

Per fortuna che mi sono bloccata appena l'ho vista...

Il brutto è che ora mi guardano entrambi aspettando che io dica qualcosa, ma non posso...

Non posso fare questo a May...

È mia sorella...

Chiudo gli occhi e cerca di mostrarmi calma, cosa che mi sembra impossibile ora.

《Ryan, io... Tanti auguri!》riesco persino a fare un sorriso per quanto tremante e non particolarmente sentito. Poi aggiungo:《Allora, io vado》E mi avvio all'uscita, sorpassando Ryan di corsa.

Quando passo affianco a May le bisbiglio:《Coraggio, sorellina!》

E mentre lo dico mi faccio schifo da sola...

Mia sorella, con un sorriso luminoso, si avvicina a Ryan.

《Tanti auguri per il tuo compleanno, Ryan! Questo è per te!》La sento prendere un respiro profondo e, anche se ormai sono quasi fuori da scuola, la sento aggiungere:《Volevo dirti che... Tu mi piaci!》

Non ce la faccio più ad ascoltare...

Mi metto a correre senza una destinazione precisa, con ancora le sue parole che mi rimbombano nella testa.

Sono una vigliacca...

Sento calde lacrime scorrermi sulle guance, ma non me ne curo, lascio che i miei piedi mi conducano lontano da quel corridoio colmo di parole inespresse.

Ero quasi riuscita a dirglielo...

Ce l'avevo quasi fatta...

Se solo ne avessi avuto il coraggio!

Con gli occhi velati di tristezza, vedo una panchina accanto a me -senza rendermene conto sono arrivata al parco- e mi ci siedo prima che le gambe mi abbandonino.

Copro il viso con le mani e piango come non mai, tirando fuori tutta la tristezza, la delusione e l'amarezza accumulata.

Sono una codarda...

Solo una codarda...

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