Lost {1}
Devil diede un calcio alla terra, provocando una nuvola di polvere. Un sentimento bruciava ardentemente dentro di lui: un'incontenibile ed esplosiva rabbia che si propagava come un'incendio nel suo petto quasi fino a farlo stare male.
Il diavolo, costretto alla fuga dopo lo scontro definitivio contro Cuphead e Mugman dalla quale i due erano usciti vincitori, si era dovuto nascondere in una delle foreste della prima isola di Inkwell per evitare il massacro da parte dei debitori che le due tazze avevano salvato.
Il solo pensiero di quei due ragazzi (no, di quei due bambini) gli faceva venire voglia di distruggere qualunque cosa gli si parasse davanti.
Quasi più forte della rabbia era la profonda umiliazione che Devil provava: era stato battuto da due ragazzini nel suo stesso Casinò! E quei due si erano anche fatti beffa di lui, raccontando di come si fosse messo a piangere alla fine della battaglia (giusto qualche minuto prima il diavolo aveva strappato via da un albero l'ennesimo manifesto che lo ritraeva come un neonato). Al solo pensiero gli salirono le lacrime agli occhi per la frustrazione e dovette fare ricorso a tutta la propria forza di volontà per non scoppiare a piangere.
Un altro grande affronto che Devil aveva dovuto subire fu il tradimento di King Dice e di tutti gli impiegati del Casinò. Certo, da parte di quei nullafacenti poteva anche aspettarselo, ma Dice? Per Devil era stato un duro colpo vedersi tradito dallo stesso uomo che per anni si era definito "Il braccio destro del Diavolo", così velocemente poi.
Okay, forse Devil non era mai stato molto gentile con lui, e non gli aveva mai concesso un'aumento o delle ferie, e spesso lo aveva anche chiamato "lacché buono a nulla", ma non erano certo scuse valide per averlo abbandonato nel momento del bisogno!
Devil pensava che Dice avrebbe dovuto vergognarsi, e che facesse bene a sentirsi offeso.
Tuttavia, una cosa era assolutamente certa: Devil aveva perso il trono e non lo avrebbe riconquistato fino a quando non si sarebbe messo in gioco di nuovo.
E lo avrebbe fatto, ovviamente.
Però sapeva bene che avrebbe dovuto pazientare un bel pò, il tempo di riacquisire al pieno le forze e di procurarsi un abbigliamento decente.
Già, perché con una bandana azzurro/verdognola a righe legata attorno al collo, occhiali da sole rubati ad un passante durante la fuga, pantaloni arancione chiaro troppo corti (gli arrivavano a metà coscia) e bracciali con dei piccoli spuntoni trovati in un cassonetto, Devil sembrava più un turista esotico molto eccentrico piuttosto che Satana in persona.
Parlando del suo abbigliamento, forse avrebbe fatto meglio a prendere anche un paio di scarpe; stavano cominciando a fargli male i piedi a forza di camminare su quella strada erbosa e piena di sassolini
Decise quindi di riposarsi un pò: avvistato il tronco di un albero abbattuto vi ci sdraiò sopra, godendosi gli irritanti (o almeno è quello che lui sostiene) suoni della natura. Si sentiva il canto degli uccellini, il fruscio delle foglie, il vento che soffiava e... un... singhiozzo?
Devil rizzò le orecchie per identificare bene quel suono misterioso. Dopo qualche secondo capì che si trattava effettivamente di un singhiozzo e che qualcuno stava piangendo. Dal tono di voce sembrava che si trattasse di un bambino.
Il diavolo si sfregò le mani ridacchiando, dopo di che si alzò per trovare quel bambino e capire il motivo delle sue lacrime (e farlo piangere ancora di più eventualmente).
Dopo un paio di minuti trovò rannicchiato per terra quello che sembrava essere un fagottino tremolante: gli ci volle qualche secondo per constatare che si trattava del bambino che piangeva.
Il ragazzino aveva le fattezze di un uccello (malformato, pensò Devil, perché al posto delle ali aveva le braccia) con la testa rossa e il corpo blu.
Il bambino sussurrava qualcosa tra un singhiozzo e l'altro, molto simile a "Papà...". Devil non rimase tuttavia impietosito da quella scena che trovava estremamente patetica.
Alla fine il diavolo decise di prendere la parola "Hey, ragazzino? Che ti è successo?".
Il bambino scattò in piedi ed afferò una piccola e strana pistola per poi puntargliela contro, con uno sguardo indagatore negli occhioni ambrati e gonfi di lacrime.
"Chi sei? Da dove vieni?" Chiese il ragazzino, sospettoso. Devil rimase leggermente sorpreso dalla sicurezza con cui il piccoletto impugnava l'arma e dal suo sguardo deciso.
"Ragazzino, sono io che ti ho fatto una domanda per primo"
"Io non ti dico in bel niente fino a quando non mi dici come ti chiami" ribatté il bambino alzando il mento.
Aveva detto a malapena una frase e Devil aveva già deciso che quel marmocchio gli era antipatico.
"Che importa come mi chiamo adesso? Perché sei qui da solo? E i tuoi genitori?"
Menzionando i genitori, aveva colpito nel segno: gli occhi del bambino si riempirono di lacrime.
"I-I-I miei ge-genitori... il mio p-papà... povero papà..." il pulcino abbassò l'arma e riprese a tremare mentre cercava di asciugarsi il viso con le manine.
Devil osservò il ragazzino piangere per qualche momento, il tempo di riflettere su come agire. Infine decise di recitare il ruolo del viandante gentile, quello che è in quasi tutte le storie.
Si avvicinò al piccolo e gli diede una carezzina sulla testa, leggera leggera.
Il bambino alzò lo sguardo su di lui, come se stesse decidendo se potesse fidarsi o meno.
"Il mio papà è... è stato..."
"Ucciso?" Azzardò il diavolo sedendosi davanti all'altro, che annuì.
"Aveva un debito con qualcuno chiamato Devol o qualcosa del genere... quei due fratelli con la testa di tazza sono venuti per prendere il pagamento e... e lo ha-hanno ucciso!"
"Come si chiamava tuo padre?"
"W-Wally, Wally Warbles. E io sono Wally Adam Tullio Warbles, ma puoi chiamarmi Junior".
Wally Warbles, Devil si ricordava di lui; un decennio prima (o giù di li) era strisciato nel Casinò chiedendo aiuto e aveva venduto la sua anima per salvare il figlio, cagionevole di salute, affetto da un virus mortale e incurabile.
Quindi il bambino è sopravvissuto per tutto questo tempo...
Junior squadrò il diavolo con i suoi occhioni "E tu invece come ti chiami? Devi ancora dirmelo"
Devil andò nel panico per tre secondi.
"Io sono... beh, io mi chiamo... Deeeeeeeeeee- Devienne! Sì, il mio nome è Devienne!" improvvisò con una lieve nota di nervosismo nella voce.
"Devienne? Ma... che io sappia è un nome femminile..." obbiettò Junior pensieroso.
Devil andò di nuovo nel panico. Perché quel ragazzino era così sveglio?! Quai sicuramente non aveva nemmeno finito le elementari!
"Hey, mio padre non era bravo con i nomi" disse per tagliare corto "Anzi, non era bravo con niente che riguardasse noi figli..." borbottò poi alzandosi.
"Comunque, io devo andarmene: un lungo viaggio mi aspetta, devo arrivare fino in città. Ciao piccoletto, buona fortuna".
Quando il diavolo si voltò per avventurarsi di nuovo nella foresta e andarsene, una manina incerta si chiuse attorno alla sua coda.
Angoletto della follia
Hay~! È la mia prima fanfiction, vi prego di non uccidermi
Vi do invece il permesso di prendermi a bastonate perché ho trasformato Devil in un mezzo hipster (il disegno sopra è mio approposito, vi piace? La copertina invece l'ha fatta una mia amica)
Allora, vi piace la storia? Che ne pensate? Eh? Eh? :D
Proverò a far uscire un capitolo due volte alla settimana, speriamo bene!
Grazie per aver letto ^^ alla prossima!
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