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A:" io non ti voglio mentire Midoriya...."
I capelli appena mossi dal vento...
Le mani appoggiate sui braccioli della sedia, con le falangi appena piegate in un gesto nervoso, ed il labbro inferiore che spariva ripetutamente tra i denti...
Asashi era ancora con il viso rivolto verso il cielo quando tirò un forte sospiro e chiuse le palpebre
A:" non ti voglio mentire perché penso che una bugia non ti possa aiutare...e che non te lo meriti..."
Gli occhi di Izuku si girarono verso di lui, tenendo comunque sotto controllo quel movimento dietro al muro, per poi aggrottare le sopracciglia e piegare la testa verso destra
I:" di cosa stai parlando? Su che cosa non mi vuoi mentire?"
Un'altro sospiro lasciò le labbra del moro, che sembrava in seria difficoltà sul fatto se parlare o no, ma dopo pochi minuti le sue palpebre si riaprirono mostrando quegli incredibili occhi blu
A:" noi sapevamo tutto... Sulla...s-sulla tua situazione..noi sapevamo tutto..."
Un sorriso sarcastico piegò le labbra del verdino, che si passò una mano sul viso in un gesto stanco, per poi sollevare le spalle e lasciarle ricadere
I:" e come potrebbe essere il contrario? Bisognerebbe essere ciechi e sordi per non saperlo..."
Il moro annuì mestamente deglutendo a vuoto, per poi girarsi verso di lui con un'espressione di puro dolore dipinta sul viso
A:" avremmo dovuto intervenire prima... Io penso che gli insegnanti, o anche noi studenti, avremmo dovuto fare qualcosa per fermare quello scempio e...e tenerti al sicuro...."
I capelli verdi di Izuku si mossero, mimando un lento no, ed il sorriso sarcastico rimase ben impresso sul suo viso
I:" sai....a volte c'ho pensato... A volte ho immaginato come sarebbe stato essere difeso, essere protetto, vedere qualcuno che si avvicinasse e che mi tutelasse da quella situazione..."
Le iridi verdi si girarono verso il muretto, dove quella ciocca bionda era ancora ben presente, ed Izuku scosse il capo sospirando appena
I:" ma che senso avrebbe avuto?"
Asashi aprì bocca, per rispondere ,ma una mano di Izuku si alzò a fermarlo... Modulando successivamente la voce, alzandone lievemente il tono, per poi stringere la mano del moro e sorridere
I:" avrei potuto fermarli anch'io sai? Avrei...a-avrei potuto fermarLO anch'io... Sarebbe bastato che io andassi dal preside...che ne parlassi in famiglia...che denunciassi tutto alle autorità, anche solo a quelle scolastiche, o che mi decidessi a cambiare scuola...e tutto questo si sarebbe fermato molto prima di adesso...molto prima che mia madre , casualmente, vedesse i lividi che mi porto addosso e che prendesse questa decisione...."
A:" e perché non lo hai fatto? Perché hai lasciato che lui..."
I:" è complicato...."
Izuku si alzò dalla sedia, seguito dal moro, e si fermò al limitare della pedana di legno che circondava la sua casa...
Con lo sguardo rivolto verso il muro ed i pugni stretti
I:" semplicemente perché è complicato...."
A:" io non capisco..."
Asashi si avvicinò di nuovo a lui, rimanendo un passo indietro, mentre Izuku si passava una mano tra i capelli continuando a fissare quella ciocca bionda
I:" all'inizio credo che fosse per ...uhmmm... sorpresa? Si..credo che sia la parola giusta... sorpresa..."
La mano del verdino passò di nuovo tra i capelli scompigliati, gonfiandoli ancora di più, prima di fermarsi mollemente sul proprio fianco e stringersi appena
I:" forse... f-forse è un po' come la situazione di tuo fratello... All'inizio pensavo che era solo una fase...che era solo un errore... Insomma..gli esseri umani non sono perfetti no? E possono, nelle propria vita, scivolare ogni tanto...commettere errori...sbagliare strada..."
La ciocca bionda si mosse appena, facendo battere il cuore del verdino un po' più forte, e le mani di Izuku si strinsero un po' di più
I:" poi ho iniziato a pensare che magari, in qualche modo, io me lo meritassi...che avevo fatto qualcosa che... c-che lo aveva portato a comportarsi così.. che fossi stato io a istigare quella violenza...e, come tuo fratello, sono rimasto a subire senza fiatare
.. probabilmente troppo intontito, ed abituato a questo, per poter anche solo pensare di fermarlo..."
A:" si ma mio fratello è andato via...lui ha scelto di ribellarsi e di combattere e.."
I:"...no..."
La voce di Izuku fermò le parole di Asashi, girandosi verso di lui, e gli occhi verdi esprimevano dolore e sincerità quando lo guardarono di nuovo
I:" lui è scappato...tuo fratello è scappato..."
Anche i pugni del moro si strinsero, con le labbra che si piegavano in una linea dura, mentre Izuku sorrideva sarcasticamente ed allungava una mano a sfiorare quella del maggiore
I:" cerca di capirmi...non lo sto giudicando per questo... Io stesso ho subìto per anni senza parlare e sono arrivato a ribellarmi solo quando ormai ero costretto a farlo... Ma io penso che tuo fratello, come me, avesse il diritto di rimanere in casa sua ed esprimere la sua sessualità, o il suo carattere, liberamente..."
A:" non è così semplice..."
I:" lo so..."
La mano di Izuku si allungò ancora, prendendo quella di Asashi al suo fianco ed intrecciando le loro dita insieme, prima di guardare di nuovo verso il muro e chiudere gli occhi
I:" lo è sempre se si parla di affetto o sentimenti..."
I due rimasero fermi ancora per qualche minuto, accarezzati dal vento e con le mani allacciate, prima che il verdino sospirasse ed interrompesse quel contatto
I:" grazie per essere passato... Domani ti riporterò i tuoi libri e ti restituirò tutto..."
Un intenso rossore si estese sulle guance del moro, che si passò una mano tra i capelli imbarazzato, ed Izuku sorrise pienamente inchinandosi appena verso di lui
I:" sono contento di averti come amico Asashi...davvero..."
Anche il moro sorrise, passandogli una mano sui capelli, per poi guardare anche lui verso il muretto e stringere i pugni
A:" sicuro di volere che io vada via?"
Izuku annuì, tornando a sedersi sulla sedia, e le mani si strinsero ai braccioli prima di annuire ancora
I:" si... è tempo, per me, di smettere di scappare... Non credi?"
Un cenno...
Un leggero movimento dalla testa, di Asashi, ed il moro si inchinò ancora iniziando ad allontanarsi...
Mentre Izuku guardava verso l'orizzonte, osservando ogni minima cosa, prima di sfilare la chiave dalla tasca e stringerla ,rigirandola, tra le mani
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