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I:" NON È STATO LUI!!!"

L'urlo di Izuku rimbalzò tra le pareti della piccola casa che condivideva con sua madre mentre, vicino alla donna , Mitsuki faceva un passo avanti per poterlo toccare...per poterlo fermare...

Ma la testa del verdino si era già chiusa nel mutismo più totale e le sue gambe, le stesse che lo avevano sempre bloccato a subire qualsiasi cosa, si erano mosse velocemente...prima ancora che qualcuno potesse fare qualche domanda...che potesse chiedere qualcosa,in più, di ciò che sembrava inciso a fuoco sul suo stesso corpo...

La porta della cameretta sbatté dietro alla sua schiena, vibrando quasi per il colpo, mentre le gambe del verdino iniziavano a tremare talmente tanto da non riuscire nemmeno a raggiungere il letto...

Che cos'era successo?

Che cosa aveva fatto?

Perché aveva detto quel nome?

La schiena di Izuku rimase attaccata alla porta mentre, lentamente, le sue gambe cedevano sempre di più fino a farlo ritrovare accucciato, con la testa tra le ginocchia, e le mani ben piantate nei capelli...

Qualcuno bussò alla sua porta ma lui non rispose....lui non POTEVA rispondere perché la sua lingua era rimasta incatenata negli occhi pieni di dolore di sua madre...

Non doveva vederlo...

Quella donna che aveva fatto di tutto per lui...la stessa donna che si ammazzava facendo pulizie o qualsiasi lavoro che gli capitava sotto mano, per potergli permettere di studiare e di vivere decentemente , non avrebbe dovuto vedere quanto in realtà fosse debole il suo bambino...

Un sigulto soffocato provenne dalla sua bocca, che venne immediatamente tappata dalle mani tremanti, mentre fuori da quella porta continuava a sentire la voce di Mitsuki chiedere perdono...

Ma perdono per cosa?

Non è stato lui...

Non è stato lui...

Le mani si premettero ancora di più sulle labbra serrate...

Gli occhi erano spalancati ed ancora troppo destabilizzati...troppo sorpresi ,da ciò che era successo, per poter anche solo pensare di fare qualcosa...

La mente gli suggeriva solo di restare lì, in silenzio, finché tutto non fosse tornato alla normalità e finché non si fosse risvegliato da quell'incubo...

Un incubo in cui i singhiozzi di sua madre, soffocati da qualcosa, sembravano penetrare nella sua testa e martellarla ancora ed ancora senza lasciare nulla al suo passaggio

Mi:" io...i-io non capisco.. i-io....io..."

La voce di Mitsuki lo fece stringere ancora di più in sé stesso, facendolo chiudere in una gabbia di arti, e le mani sulle orecchie non gli impedirono di sentire ciò che stava succedendo al di fuori della porta...

Mi:" io non capisco!! Perché Katsuki dovrebbe fare qualcosa del genere? Lui... l-lui..."

Inko tirò su con il naso, spezzando quel pianto silenzioso che l'aveva avvolta, per poi scuotere il capo completamente destabilizzata

In:" i-io...i-io avevo notato c-che... c-che non veniva più i-in...in questa casa ma... m-ma pensavo che fosse perché... p-perchè stanno crescendo e...e magari erano impegnati con... c-con lo studio ma... m-ma allora perché? ... perché?"

Perché.....

La stessa domanda che si fece Izuku mentre le mani si separarono dalle orecchie ed apparivano di fronte alla sua visuale...

Perché....

Se l'era chiesto anche lui per anni....

Perché....

Perché il suo Kacchan era passato dall'essere il suo migliore amico all'essere il suo aguzzino?

Cos'era cambiato?

In cosa aveva sbagliato così tanto da farlo cambiare in quel modo?

Perché doveva esserci una ragione no?

Si...

Una ragione doveva esserci ma lui...lui non la conosceva...

E come poteva pensare di accusarlo per ciò che aveva fatto se non ne sapeva nemmeno il motivo?

Non è stato lui...

Non è stato lui...

La testa di Izuku si era chinata in avanti e la fronte toccava quasi il pavimento mentre la moquette, a terra, si dipingeva di piccole gocce più scure...

Qualcuno bussò alla sua porta...

Sua madre lo supplicò di aprirle, per vedere se c'era bisogno di andare in ospedale, ma lui rimase accucciato a terra nel disperato tentativo di riuscire per lo meno a mettere un respiro dietro l'altro...

I minuti passarono...

Il sole del pomeriggio lasciò spazio ai colori caldi del tramonto, che si rifletterono sulla chioma color bosco, quando il portone di casa si riaprì e la voce di Masaru entrò nella sua testa...

Ed Izuku si accartocciò ancora di più su sé stesso, ignorando il dolore causato dai lividi più freschi, mentre Inko e Mitsuki spiegavano all'uomo ciò che avevano visto e sentito...

Ed a ogni spiegazione...

Ad ogni dettaglio che le orecchie dell'uomo sentirono, a pochi passi dalla stanza di Izuku, il cuore del verdino si riempiva ancora di più di paura e vergogna....

I lividi...le ecchimosi...i graffi...i tagli...

Tutto il suo corpo nudo spiegato, ed esposto, davanti all'unica persona che aveva mai considerato un padre...

La sua debolezza...le sue fragilità...

Tutto....tutto....

Le labbra del verdino si piegarono in basso, quando sentì un'altra volta bussare sulla porta, e capì ancora prima che l'uomo parlasse chi ci fosse dietro quei colpi così gentili

Ma:" Izuku...."

La testa del verdino si mosse velocemente, mimando un no, e le mani tornarono a stringere i capelli con forza

Ma:" Izuku...piccolo mio...aprimi..."

Un singhiozzo....due...

La faccia di Izuku che si stravolge, mentre un groppo doloroso gli si pianta in gola, e le unghie che affondano nella sua stessa carne facendola sanguinare

Ma:" piccolo..io....i-io risolverò tutto...te lo prometto..io risolverò tutto..."

Lo stomaco di Izuku si contrae, così come la sua gola, e gli occhi si spalancano senza fiato mentre un conato di vomito gli spezza il fiato in due

Ma:" sono qui...ora...ora penserò a tutto io..."

La bile ,con la sua morsa acida, scivola fuori dalle sue labbra mentre un'altro conato di vomito lo costringe a piegarsi in due con la faccia rivolta al pavimento

Ma:"...tu...tu non subirai più tutto questo...tu..."

Gli occhi di Izuku si spalancano, mentre quel liquido amaro come il fiele finalmente esce dalla sua gola, e le lacrime iniziano a rigare il suo volto ripetutamente

Ma:" t-tu...non lo vedrai più..."

Una goccia...

Un'altra...

Dolore liquido che si schianta sul pavimento, vicino al vomito che ha appena buttato fuori, mentre i passi di Masaru si allontanano e la porta di casa viene richiusa...

Lasciandolo li, accucciato su sé stesso, a fare i conti con un dolore che non sapeva di poter provare...

Mentre sua madre, dall'altro lato della porta, piange insieme a lui

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