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Il vassoio era ancora pieno e posato davanti al parquet fuori dalla porta...
All'interno della stanza nessun suono era percepibile, nonostante Mitsuki fosse letteralmente attaccata con l'orecchio contro il legno...
Aveva aspettato per un'ora...due...
Aveva aspettato che avesse magari sete...che avesse fame...che ciò che stava succedendo, o che era successo il giorno prima, lo convincesse ad uscire da quella stanza anche solo per urlargli addosso...anche solo per mostrare quella boria, e quella saccenza, che conosceva così bene nel carattere di suo figlio...
Ma niente...
Katsuki non era più uscito da quella porta se non per andare in bagno, un paio di volte, e farsi una doccia prima di andare a dormire...
Quella notte non si era mosso..
La sera prima non aveva mangiato e ,per quanto assurdo, nemmeno l'arrivo di Inko sotto casa lo aveva istigato abbastanza da farlo uscire dalla camera...
Niente...
Non c'erano state urla...
Non c'erano state discussioni..
Non c'erano state fughe e nemmeno il cellulare, con cui praticamente dormiva, era stato ripreso dal mobile della cucina dov'era stato lasciato...
E Mitsuki aveva aspettato...
Aveva aspettato facendo di tutto, persino pulire gli armadi o guardare programmi assurdi, finché ,come in quel momento, non ce l'aveva più fatta ...
Perché era vero che Katsuki si era rivelato una persona che a malapena poteva affermare di conoscere...
Ma quello che era chiuso lì dentro , a fare dio solo sapeva cosa, era pur sempre suo figlio...
Ma come poteva fare?
Doveva bussare?
Doveva aprire la stanza, senza chiedere permesso, ed entrare?
Ed una volta dentro?
Cosa doveva fare?
Costringerlo a mangiare?
Farlo parlare?
Qual'era la cosa giusta da dire e quella da tacere?
Mitsuki posò la fronte sulla porta, affranta, e si chiese perché diamine nessuno avesse inventato il manuale del perfetto genitore
Perché, per come la vedeva lei, qualsiasi cosa avesse fatto sarebbe stata sbagliata... perché in fondo non c'era un modo giusto...
La mano si posò sulla porta, ad altezza del viso, e Mitsuki chiuse gli occhi per un secondo prima di aprire le labbra e schiarirsi la voce
Mi:"... Katsuki..."
Una sola parola...
Un solo nome...
Quel nome che amava storpiare quando suo figlio era ancora un esserino che la inseguiva ovunque...
Il nome che lei stessa aveva scelto , dopo quel parto da incubo, e che gli calzava a pennello...
Nessuna risposta provenne dalla stanza, facendole salire il cuore in gola, e la mano andò a bussare prima di riaprire le labbra un'altra volta
Mi:"...Kat...posso entrare?"
Niente...
Silenzio...
Un silenzio inquietante che le fece dimenticare in un solo secondo tutti i suoi buoni propositi e tutte quelle menate sul rispettare la privacy dei figli...
Perché non esisteva al mondo che ,qualsiasi cosa orribile le si stava palesando nella testa, potesse avverarsi...
Non in quella stanza...
Non il suo bambino...
La mano di Mitsuki scese immediatamente sulla maniglia, aspettandosi quasi di doverla forzare o buttare giù la porta, quando scoprì che invece non era chiusa a chiave e che si apriva alla minima spinta...
Mi:" Katsuki!!!"
Il buio la accolse facendo assottigliare le sue iridi, e portandole ancora di più il cuore in gola dalla paura, quando riuscì a scorgere un piccolo fagotto rannicchiato, su sé stesso, sul letto...
Katsuki se ne stava in silenzio, con le gambe tirate su e la fronte sulle ginocchia, mentre Mitsuki entrava in camera cercando di non inciampare nella roba ancora sparsa a terra
Mi:"... Katsuki..."
La voce era bassa e resa più dolce dalla paura di sbagliare, ed il terrore di non sentirlo respirare, quando finalmente lo vide muoversi portandosi una mano sul fianco ad afferrare un libro
K:" i-io...io non lo so..."
La gola di Mitsuki si chiuse immediatamente, sentendo un nodo serrargli quasi il respiro, e la donna fece un'altro passo verso il letto
Mi:" c-che...c-che cos'è che non sai?"
Katsuki si strinse nelle spalle, spingendo il libro in avanti, e Mitsuki riuscì a vederne la copertina prima di sentirlo parlare di nuovo
K:".. i-io...io non so rispondere alla domanda di papà...io...i-io non capisco il perché ho messo quella foto..io non capisco perché ho scritto quelle cose e...e non capisco perché io... i-io..."
La voce di Katsuki si spezzò sulle ultime parole, rompendo definitivamente gli argini e facendo scoppiare anche Mitsuki, e la donna non riuscì più a resistere...
Il suo corpo si fiondò in avanti, accogliendo suo figlio tra le braccia, mentre Katsuki si aggrappava a lei respirando velocemente e con affanno
K:" i-io non lo so! Io non lo so Mamma! Io...i-io non so rispondere alla domanda di papà e...e mi dispiace!...io non ci riesco a..a lasciarlo andare e ...e non capisco perché! I-io...io non capisco e... m-mi dispiace mamma...scusami...... io...i-io non so rispondere e mi..."
Mi:" shhhhh...."
Mitsuki strinse a sé suo figlio, ingoiando a vuoto un paio di volte mentre le lacrime rigavano le sue guance, prima di iniziare ad accarezzargli la schiena non sapendo che cosa rispondere...
Ma fu un'altra voce a rispondere al posto suo, facendo saltare entrambi sul letto, mentre due paia di occhi rossi identici si giravano verso la porta
Dove Masaru stava in piedi, con lo sguardo rivolto verso suo figlio, prima di fare un passo avanti ed avvicinarsi a loro
Ma:" ed allora lo scopriremo insieme Katsuki...io ti aiuterò a scoprirlo ..e tu, in cambio, mi risponderai..."
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