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K:" NON ME NE FREGA NIENTE!!!"
Katsuki sbatté la porta della stanza dietro alla sua schiena, facendo scricchiolare pericolosamente il legno di cui era composta, per poi rimanervi con le spalle appoggiate sopra mentre i denti andavano a segnare il bordo inferiore del labbro per soffocare l'urlo che gli stava risalendo in gola...
La guancia sinistra era ancora arrossata e bruciava da morire, come il suo orgoglio in quel momento, dandogli una prova certa che quello che era avvenuto fosse sul serio successo...
Era stato un inferno...
Sua madre aveva continuato ad urlare come una pazza....non gli aveva permesso nemmeno di mettere piede in cucina o spostarsi nel soggiorno...
Aveva continuato ad urlare ed urlare, fino ad arrivare a tossire per schiarirsi la gola, mentre il portone di casa era rimasto aperto e chiunque passasse da fuori poteva sentirli...
Che cazzo di comportamento era?
Non era lei che gli aveva sempre ripetuto di non urlare?
Non era lei che gli diceva, fino alla nausea, che i cazzi loro erano cazzi loro?
Non era lei che chiudeva persino la finestra quando, raramente, litigava con suo padre?
Suo padre...
I denti di Katsuki si conficcarono ancora di più nella carne bianca del mento, con gli occhi che gli si riempivano di lacrime di rabbia e vergogna, mentre il viso privo di espressione di suo padre gli tornava in mente...
Erano lui che i suoi occhi avevano cercato quando ,destabilizzati, si erano rialzati da terra la prima volta...
Perché era semplice no?
Masaru era un maledetto libro aperto...e dentro quelle iridi castane avrebbe di sicuro trovato la risposta alle domande che gli erano esplose nella testa in quei pochi secondi....
Suo padre non era capace di fingere...
Suo padre non era capace di nascondere i suoi stati emotivi, qualsiasi essi fossero, nonostante mantenesse sempre la calma e la pazienza tipici di chi non vuole mai discutere...
Ma non c'era niente....niente....
I quegli occhi castani, che erano sempre stati supporto e comprensione per lui, non c'era letteralmente niente....
Le mani si strinsero lungo i bordi della porta chiara, afferrandone il rilievo e conficcandoci le unghie all'interno, mentre alcune gocce di sangue cominciavano a formarsi sotto i suoi denti...
Poteva ancora sentire sua madre urlare...
La sentiva, ad un piano di distanza, imprecare ed urlare contro suo marito chiedendogli ripetutamente cosa dovessero fare...come dovevano comportarsi...
E questo quasi lo rassicurò...a questo c'era abituato...alle urla di sua madre, nel bene e nel male, era abituato da quando era venuto al mondo...
Ma c'era silenzio dall'altra parte...
C'era un silenzio che si insinuò nel suo stomaco e cominciò a contorcersi ancora ed ancora finché anche il fiato sembrò mandargli in gola...
Perché Masaru non rispondeva , a quegli sproloqui, e Mitsuki urlava sempre di più continuando a tossire ed a rendere la sua voce sempre più rauca e graffiata...
Finché non tornò il silenzio.....
Una cappa di silenzio si estese nella casa ... talmente tanto totale da fargli pensare che i suoi genitori fossero persino usciti... talmente tanto forte, dopo quelle urla disumane, da fargli persino immaginare che fossero stramazzati al suolo a causa di un infarto fulmineo...
Talmente tanto prolungato che, per qualche secondo, anche il suo cuore rallentò pensando che tutto si sarebbe sistemato e che tutto sarebbe tornato alla normalità...
Ma fu ciò che successe dopo che fece sgranare i suoi occhi e cedere le sue gambe....
Katsuki rimase incollato con la schiena alla porta, ormai come se facesse parte di lui, mentre le gambe iniziavano a cedere ed a scivolare in basso come tutto il suo corpo....
Un rumore...
Un rumore all'inizio soffocato, ed a malapena udibile, che man mano aumentava di forza e potenza fino a diventare l'unica cosa che riusciva a sentire...
Nonostante le urla dei bambini che , ignari di tutto, ricominciavano a giocare nei cortili vicini...
Nonostante il rumore delle sporadiche macchine, che passavano sulla via principale, che facevano tremare i vetri al loro passaggio...
Nonostante il suo stesso cuore che stava per esplodere, nel suo stesso petto, riuscì a sentire quel rumore crescere ed insinuarsi in ogni cellula del suo corpo... soprattutto nel suo cervello...
E Katsuki si portò le mani alle orecchie, cercando inutilmente di coprirle, mentre i singhiozzi di sua madre gli entravano in testa facendolo quasi soffocare...
Perché non l'aveva mai sentita piangere...
La grande Mitsuki, conosciuta per tutto il paesino come la donna di acciaio, non aveva mai pianto davanti a lui...non l'aveva mai sentita così...
Sua madre era sempre stata un concentrato di forza e coraggio e persino quando era più piccolo, e l'aveva vista tornare a casa dall'ospedale, non c'erano lacrime su quel volto mentre si fiondava ad abbracciarlo e lo stringeva a sé...
Aveva scoperto solo anni dopo che quel giorno , quando lui aveva più o meno tre anni, alla donna venne diagnosticata una rara malattia che le avrebbe impedito di avere altri bambini....
Ma mai nulla....
Nulla aveva fatto crollare così tanto sua madre...nulla....
Eppure ora, proprio in quel momento ed a poche porte di distanza, la sentiva singhiozzare ...e quel suono così strano, e quasi blasfemo, lo fece accartocciare ai piedi della porta ...con gli occhi ancora spalancati e le labbra aperte ed ormai piene di sangue...
Si...
Il grande Katsuki Bakugou, conosciuto per tutto il quartiere come un bullo mostruoso ed un futuro eroe altrettanto mostruoso, si ritrovò con la testa conficcata sulle ginocchia e le mani premute convulsamente sopra le orecchie...
Mentre i singhiozzi di sua madre, soffocati probabilmente dalle braccia di suo marito, gli entravano come schegge nella testa...
E rompevano tutto ciò che trovavano al loro passaggio
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