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6 - I promise

Harry stava per compiere quattordici anni e Louis quindici ed erano ancora migliori amici.
Tuttavia non sono come erano prima... La loro amicizia è molto più forte e più reale ma comunque differente. Perciò questo provava solo che Louis non aveva ascoltato le parole dei genitori di Harry riguardo al suo stare lontano da loro figlio. Non gli importava e quasi gli disse di fottersi quando gli dissero che non gli era più permesso vedere Harry per la terza volta da quando era tornato a casa dopo l'incidente. Si disse nella sua testa di non creare altri problemi anche perchè se sua madre lo avesse sentito imprecare sarebbe sicuramente stato punito. E venire punito per Louis significava non veder Harry, quindi tutto sarebbe stato vano.Adesso che uno era in terza media e l'altro in primo liceo si incontravano ogni venerdì e sabato per studiare insieme a casa di Louis. In realtà era solo Harry a studiare, mentre Louis continuava a lamentarsi o raccontare ad Harry qualche episodio. Harry faceva del suo meglio per forzare il suo migliore amico a studiare ma non riusciva a fargli trovare la strada. Forse era stato in grado di farlo restare tranquillo per quindici minuti ma niente di più. Harry non lo ascoltava la maggior parte delle volte ma quando Louis aveva bisogno di tirar fuori qualcosa che lo stava preoccupando, Harry sospendeva qualsiasi cosa stesse facendo, metteva da parte i libri e lo ascoltava. Louis si confidava riguardo la sua vita con Harry, gli diceva qualsiasi cosa e non avrebbe mai potuto chiedere per un miglior ascoltatore di Harry. In ogni caso avrebbe voluto essere un buon ascoltatore anche lui per Harry una volta ogni tanto. Negli altri giorni in cui Harry riusciva ad allontanarsi dei suoi genitori - che si erano praticamente rassegnati a far si che Harry non vedesse più Louis - avevano continuato a fare le stesse cose che facevano quand'erano piccoli. Anche se ora gli argomenti di conversazione erano altri e i disegni di Harry erano migliorati molto, Louis ancora non aveva avuto la possibilità di leggere che cosa scrivesse Harry sempre sullo stesso quaderno ma sperava che un giorno avrebbe avuto quel privilegio. Louis riusciva a convincere Harry a giocare a calcio qualche volta e lo faceva sentire un buon calciatore perché Harry faceva praticamente pena. Ma Louis era già bravo di suo e quando era entrato a far parte di una squadra di calcio l'anno precedente, Harry aveva incominciato ad andare alle sue partite più importanti. Riusciva a far andare Harry con lui in chiesa la domenica - Harry nemmeno ci credeva in quelle cose ma ci andava comunque, per Louis perciò ora gli piaceva un po' di più di quando era più piccolo.

Louis continuava inoltre a mantenere la promessa che aveva fatto con Harry quando erano in seconda perciò passava ancora le sue pause a scuola con Harry, pranzavano insieme, condividevano le merende e dopo la scuola spendevano la maggior parte del loro tempo insieme. E la cosa migliore di tutto ciò, per quanto riguardava il punto di vista di Louis, era che riuscisse ancora a far si che il suo migliore amico ridesse e aveva deciso già molto tempo prima che, quella era la sensazione più bella del mondo. Il fatto che fosse lui stesso la ragione per cui Harry fosse un po' più felice, lo faceva sentire come Dio. Harry aveva ancora bisogno di passare del tempo da solo e poteva anche essere cambiato ma c'erano giorni in cui era leggermente più tranquillo del solito, ma questo non era niente a cui Louis non fosse abituato e che non avesse imparato a rispettare riguardo al suo amico. erano e sono letteralmente cresciuti insieme perciò non era strano, almeno per Louis, parlare del fatto che il suo corpo stesse cambiando e le cose strane che gli accadevano - anche Harry le condivideva con lui, anche quando erano imbarazzanti - e quanto loro fossero diventati diversi. Gli piaceva anche paragonarsi ad Harry, sempre in maniera sana, ma era ancora irritato dal fatto che la voce di Harry fosse ancora più profonda della sua, anche dopo che le loro voci erano cambiate.

"Lo spettacolo a scuola è venerdì", disse Louis mentre si stavano mangiando un gelato - era quasi primavera in difesa di Louis - seduti sul pavimento, davanti alla tv. 

"Quante volte me ne hai già parlato?", circa dieci, pensò Louis. Ma ne aveva sempre parlato sperando che prima o poi Harry gli avrebbe detto che sarebbe andato a vederlo. 

"Sono emozionato!"

"Lo so!", sogghignò Harry, mentre si portava il cucchiaino verso le labbra. Harry non trovava più strano il fatto che Louis continuasse a guardare il modo in cui si leccava il cucchiaio a volte, come se lo portava alle labbra e il modo in cui il rosa del gelato contrastasse così bene con il rosso delle sue labbra. Harry non se ne preoccupava e non gliel'aveva mai neanche fatto notare. Louis non si accorgeva nemmeno, a volte, di stare guardando il suo amico. 

"Potresti dimostrare più entusiasmo per me", disse Louis, cercando di sembrare irritato e lasciando il cucchiaio da parte, rinunciando al gelato. Harry con la coda dell'occhio guardò il ragazzo imbronciato e scrollò le spalle, non permettendo al sorriso che stava trattenendo, di incurvargli le labbra:"Non lo avevano già fatto l'anno scorso lo spettacolo?", lo provocò Harry. 

"Probabilmente sì, ma quest'anno sarà migliore perché ci sarò anch'io!". 

"Un po' troppo compiaciuto no?", scherzò Harry e Louis si fece più serio:"Tralasciando il fatto che non mi piace Grease, Louis", disse mentendo. Louis lo sapeva ma si sentì comunque offeso. 

"A volte mi fai davvero incazzare", disse Louis lanciandogli un occhiataccia e Harry rise perché la faccia di Louis era assolutamente divertente. 

"Beh sei ancora qui perciò..." 

"Questa è casa mia!", disse la voce di Louis, risultando ancora più divertente - specialmente quando giocava a fare l'offeso e l'irritato, suonava più acuta - perciò forse era per questo che Harry stava ridendo così forte in quel momento. 

"Comunque... Farò finta che non abbiamo avuto questa conversazione. Piuttosto dimmi, verrai o no?", chiese Louis ma in realtà sembrava tutt'altro che una domanda. Suonava più come 'tu vieni perché lo voglio e non c'è nessun modo in cui io possa permetterti di dire di no'. Tutto ciò in maniera gentile.

Harry rimase silenzioso e Louis cominciò a preoccuparsi:"andiamo, non mi deludere!", guardò Harry in quel momento, non stava scherzando o essendo ironico, stava essendo serio. 

"Odio deluderti Louis... specialmente in questo tipo di cose, ma conosci i miei genitori", Louis notò come Harry si stesse sentendo a causa di tutto ciò e quanto si sentisse colpevole. Louis sbuffò irritato:"Odio i tuoi genitori...", disse. Lo diceva sempre e solo nella sua testa, ma stavolta si era accorto di averlo detto ad alta voce:"Merda, scusa", scosse la testa:"Volevo dire, cacca, scusa!", e questo fece ridere Harry. Louis lo faceva sempre, ogni volta che imprecava o diceva parolacce vicino a Harry cercava di trovare un modo divertente per cambiare le parole. 

"È ok", disse sogghignando.

"Anche io li odio a volte", disse più serio e si lasciò cadere sulla schiena sdraiandosi sul pavimento. "So che non è giusto ma sai... Non mi rendono la cosa più facile". Harry parlava raramente della situazione con i suoi genitori, perciò il fatto che ne stesse parlando adesso era qualcosa di grosso per Louis. Sì sdraiò accanto a Harry, appoggiando la testa al palmo della sua mano mentre il gomito supportava la maggior parte del suo peso:"Mi dispiace Hazz...", disse, cominciando a giocare con i ricci del ragazzo. 

Era uno di quei gesti a cui ormai erano abituati. 

"Non dispiacerti", disse continuando a guardare il soffitto e dopo qualche secondo, quando guardò Louis, aveva già il sorriso sulle labbra. 

"Dai raccontami dello spettacolo!" e Louis gli sorrise a sua volta. 

"Qualcosa che ancora non so...", disse Harry alzando gli occhi al cielo.

"Giusto. Beh faranno in modo che i miei capelli sembrino strani e questa è l'unica cosa negativa sul ricoprire questo ruolo nello spettacolo.""Sarai mica nervoso?", disse Harry, più curioso. 

Sapeva che Louis era bravo a recitare lo aveva visto mentre si esercitava. Si esercitava sempre con Harry, ogni scena, e Harry lo aveva aiutato anche in quel caso. Era stato già qualsiasi personaggio da Betty, a Kenickie a Sandy. Finirono anche per ballare insieme e fu un bel pomeriggio per loro due.

Perciò Harry sapeva che Louis avrebbe fatto un buon lavoro, ma ancora incrociava le dita affinché fosse davvero così. 

"In realtà no. Ma non so se lo sarò. È per questo che voglio che tu venga", disse Louis e il suo tono fu completamente diverso da prima perché in quel momento stava solo essendo sincero. Aveva bisogno che Harry facesse una buona opera di convincimento, per far si che almeno qualcuno tra il pubblico fosse lì per lui - escludendo la sua famiglia - e che lo guardasse con un ghigno sul volto e si fosse sentito orgoglioso per quanto lui stesse facendo bene, per come la sua voce suonasse bene e qualcuno che alla fine fosse andato a congratularsi con lui nel giusto modo.

"Farò del mio meglio per esserci Lou.", disse dopo aver lasciato passare un po' di tempo per metabolizzare le parole del suo amico. 

"Promesso?" 

"Promesso".

Louis sapeva che le loro promesse erano oro e molto importanti. Erano qualcosa che dividevano da quando erano bambini e quando promettevano qualcosa era perché aveva un significato speciale per loro e quindi non avrebbero potuto romperla.

Harry ce la fece, probabilmente per fortuna, ma ce la fece. 

Erano quasi le nove ed era nella macchina di Louis - più che altro sulle sue ginocchia, visto che tutti insieme nei sedili posteriori non centravano per la presenza di Peter e Zoe - e si dirigevano verso la scuola. I genitori di Harry avevano qualcosa da fare quel weekend per lavoro e avevano avuto bisogno di andare in America. Harry gli aveva detto una volta che fossero dei consulenti. Aveva detto a Louis che dovevano viaggiare molto a causa dei loro clienti e preoccuparsi che tutto fosse in ordine e quando non erano in viaggio erano in ufficio. Louis non capiva molto bene quel lavoro ma Harry uccise la sua curiosità riguardo alcune cose che si era chiesto per molto tempo. Quando il padre di Louis si fu parcheggiato, una volta raggiunta la scuola, questa era già affollata. Louis si assicurò di non lasciarli - principalmente di non lasciar Harry - finché non ebbero raggiunto le loro poltrone, salutò e tutti gli fecero il loro migliori in bocca al lupo. Voleva abbracciar Harry e baciargli la guancia per sentirsi sicuro ma se lo sarebbe risparmiato per dopo lo spettacolo, perciò aveva davvero bisogno di fare un buon, buon spettacolo. 

E ci riuscì. Decisamente ci riuscì e si sentì fiero di se stesso e questa era una conquista. 

Si era divertito facendo l'intero spettacolo e nonostante si fosse dimenticato alcune frasi e la sua voce avrebbe potuto suonare meglio nella prima canzone, fu uno degli studenti migliori nello spettacolo.

Si accertò di individuare la sua famiglia e Harry tra il pubblico, per vedere le loro reazioni e si era sempre ritrovato davanti cinque facce attente e sorridenti. Anche quando cantò 'tu sei quello che voglio', guardò Harry e la vide, vide quell'espressione fiera e alla fine dello spettacolo Harry fu il primo ad alzarsi dalla poltrona per applaudire. Louis volle correre giù dal palco e andare ad abbracciarlo, ma non poteva. Perciò aspettò e poi finalmente corse. Si scordò degli insegnanti e degli altri studenti e dei suoi genitori e corse giù dal palco non appena le tende si furono chiuse bloccando la visuale. Quello fu anche il momento in cui Harry ebbe bisogno di andare incontro a Louis. Proprio quando Louis fu sceso dalle piccole scale alla sinistra che portavano alla platea, vide Harry e in quel momento si dimenticò di tutte le persone attorno, del mondo intero. Saltò dall'ultimo gradino e Harry aprì le braccia per prenderlo. Sembravano due idioti ma nessuno sembrò notarlo e non gliene sarebbe nemmeno importato niente. Gli piaceva fare questo tipo di cose perché gli piaceva pensare di essere artisti a volte, era divertente, loro erano divertenti. Le braccia di Harry erano avvolte strette attorno al corpo di Louis ed entrambi avevano le loro facce affondate nel collo dell'altro. Louis era fortunato di poterlo ancora fare dal momento in cui Harry stava diventando sempre più alto. Sempre più alto e non era nemmeno giusto."Sei stato così bravo", sussurrò Harry sul collo di Louis ed entrambi avevano gli occhi chiusi ed entrambi si stavano veramente godendo l'abbraccio. 

"Grazie", disse Louis e la sua voce sembra così felice. Questo probabilmente non era niente, recitare davanti alla scuola e ai genitori degli studenti. Non era davvero nulla ma per Louis fu il mondo in quel momento. Lo amava, aveva imparato quella cosa su se stesso - con l'aiuto di Harry perché lui era stato quello che lo aveva fatto provare e che lo aveva aiutato a vedere che era davvero bravo in quello - amava recitare e il fatto che avesse avuto quell'opportunità era meraviglioso. E Harry era lì, era lì con lui, a congratularsi e in quel momento si sentì più piccolo di quello che in realtà era.

Harry gli accarezzò la schiena e si allontanò. Rimase con le mani sulle spalle di Louis e si sporse in avanti per dare a Louis un bacio lungo e bagnato sulla sua guancia:"Sono fiero di te!" 

Louis rise ed era il suo momento di baciare la guancia di Harry perché semplicemente lo voleva. Harry non aveva nessun diritto di baciarlo per primo. 

"Sembri mia madre", scherzò e Harry scosse la testa sogghignando "Ma si... Grazie. Per essere venuto.", disse continuando a sorridere e non preoccupandosi di smettere.

"Certo che sono venuto. Non me lo sarei perso per nulla al mondo" 

Sbagliato, pensò Louis. 

Se i suoi genitori fossero rimasti a casa se lo sarebbe perso. Ma fu grato che non lo fecero. Perciò era meglio non pensarci perché Harry era lì. Harry era con lui. Sempre. 

"Ma... Avrei preferito che avessi sbagliato un po' di più. Magari una caduta dal palco o un ruttino mentre baciavi la ragazza, in modo da potermi fare una grassa risata". 

Louis spalancò la bocca con indignazione:"questo non è affatto carino da parte tua". 

Harry scrollò le spalle i genitori di Louis apparvero dietro di lui che fu costretto a chiudere la bocca prima di dire qualcos'altro. Apparentemente sarebbe stato qualcosa di più serio visto il suo cambio repentino di espressione. 

"Louis!", Peter corse verso suo fratello e lo abbracciò dalla vita. Era ancora così piccolo che la sua testa arrivava allo stomaco di Louis. Zoe camminò avvicinandosi con un sorriso sul volto seguita dai suoi genitori. Sua madre con il sorriso più grande di sempre. Lo abbracciarono tutti questa volta, eccetto Zoe che si stava gustando la scena con Harry e Louis si sentì amato. Il che era strano in quella situazione. 

"Sei stato bravo figliolo", disse Fiona allontanandosi e guardando Louis con espressione dolce. Carl gli diede una pacca sulla spalla ed entrambi si scambiarono un sorriso. 

"Grazie!", disse Louis mentre le sue guance cominciavano a fargli male ma non gliene importava nulla.

C'era già gente che gli camminava intorno, studenti, insegnanti e genitori che parlavano e si scambiavano abbracci, dolci parole e sorrisi. Ma non sembrava che questo gli desse fastidio ancora, era come se non ci fossero. 

"Dovremmo tutti celebrare questo momento!", disse Zoe, per la quale in realtà era solo una scusa per uscire di sabato sera. Aveva tredici anni ma aveva lo spirito di una ragazza di sedici. Louis non era particolarmente felice di ciò, aveva parlato una volta con Harry del fatto che sua sorella stesse cambiando e di quanto fosse scorbutica con lui a volte. Harry gli aveva risposto che era colpa della pubertà e Louis aveva sbuffato.

"Sono stanco", disse Louis guardando i suoi genitori e ignorando la faccia di sua sorella. Suo padre annuì:"Credo sia meglio se andiamo a casa adesso". 

Si diressero verso l'uscita e alla macchina più di venti minuti dopo perché Louis aveva dovuto parlare con il suo insegnante di inglese - colui che aveva organizzato lo spettacolo - voleva salutare alcuni amici che aveva conosciuto lì e aveva bisogno di restituire i vestiti che aveva indossato. I suoi capelli sembravano ancora strani ma per la prima volta non li odiò. Perciò si tenne il ciuffo - tanto l'indomani lo avrebbe lavato via.

"Harry...", sussurrò mentre erano sulla via di casa. Tutti erano in silenzio nella macchina - due minuti prima Louis stava parlando dello spettacolo, ma decise di lasciare il resto della conversazione per parlarne con Harry - ma la radio era accesa suonando a volume basso una canzone che a Louis non piaceva più di tanto. 

"Louis?", sussurrò Harry di rimando e guardò Louis al quale, stavolta, era toccato stare sulle gambe di Harry. Louis accarezzò la guancia di Harry, solo perché gli stava mostrando le fossette il che significava che stava sorridendo e per nessuna ragione apparente. A Louis piaceva. Anche troppo. "Puoi rimanere a casa mia stanotte? ". Erano mesi che nessuno rimaneva a dormire dall'altro e a Louis mancava. Parlavano fino all'una di notte e al mattino si svegliavano accoccolati l'uno vicino all'altro, quasi all'una. Louis si era ormai dimenticato di essere stanco. 

"Non lo so..." 

"Ma lo vuoi?", chiese Louis e Harry annuì 

"Allora chiedi a Mrs Barbara se puoi". 

Barbara era la donna anziana che Louis si era abituato a vedere venire ad aprirgli la porta di casa di Harry da quando aveva nove anni. Le piaceva Louis al contrario dei genitori di Harry e anche a Louis lei piaceva perché era bene o male dalla loro parte. Sapeva che avrebbe potuto perdere il suo lavoro permettendo a Harry di uscire con Louis in quella maniera ma lo faceva comunque per vedere Harry felice. Harry una volta aveva detto a Louis che lei era più una madre per lui di quanto lo sarebbe mai stato Sarah. Beh si prendeva cura di lui da quando è arrivato a Doncaster ed era la seconda persona con la quale parlava di più.

"Ok. Ci provo", rispose.Louis già sapeva che sarebbe andato, perciò informò i suoi genitori perché tanto non aveva bisogno del loro permesso. Sapeva che glielo avrebbero concesso in ogni caso perciò Carl e Fiona semplicemente dissero 'ok' sorridendo, ma li informò che l'indomani mattina sarebbero dovuti andare a fare shopping e che quindi sarebbero dovuti rimanere a casa da soli. Ovviamente Zoe protestò ma le dissero che sarebbe comunque dovuta andare con loro quella volta. Quando arrivarono, Harry disse a Louis di aspettare fuori mentre lui entrava per dire a Barbara che sarebbe rimasto con il suo migliore amico. Passarono quindici minuti prima che Harry riapparisse sulla porta con una coperta in mano e già in pigiama:"Non ti fai una doccia?", chiese Louis mentre attraversavano la strada per arrivare a casa sua."Ne ho fatta una stamattina!" 

"Non sembra, puzzi!", scherzò e Harry gli tirò un pugno sul braccio.

Se lo aspettava ma provocare Harry ne valeva sempre la pena perché era l'unico che poteva vedere le sue facce divertite. Harry aveva una faccia solo per Louis e Louis si sentiva onorato e felice per questo. Gli ci vollero quarantacinque minuti per sistemarsi nella camera di Louis. Louis si mise il pigiama e mentre i suoi genitori guardavamo la tv e i suoi fratelli erano nelle loro stanze, andarono in cucina per mangiare biscotti e bere del semplice latte freddo. Non sembrava che fossero quasi ragazzi in realtà. Eventualmente Louis finì la sua chiacchierata riguardo lo spettacolo e disse ad Harry come si era sentito sul palco. Harry sembrava davvero godersi l'ascoltare Louis parlare di quel genere di cose. Sembrava sempre così interessato a tutto ciò che riguardasse Louis e lo colpiva sempre come non si stancasse mai della sua voce. Fu quando erano nella loro stanza, Louis nel suo letto, Harry in quello sul pavimento - sotto al letto di Louis c'era un grande cassetto all'interno del quale, una volta tirato fuori, vi era un materasso che praticamente ormai era il letto di Harry - che il silenzio li avvolse. Nonostante non fosse ancora un silenzio scomodo, Louis si prese il suo tempo per ascoltare alcune canzoni che Harry gli aveva consigliato sul suo iPod mentre Harry continuava a guardare il soffitto. Solo la luce del comodino era accesa ma era un'atmosfera confortevole. Harry amava decisamente la camera di Louis. In generale la casa di Louis. Dopotutto amava Louis 

"Louis?", la voce di Harry fece eco nella stanza e Louis si tolse le cuffiette per porgli l'attenzione che meritava. 

"Harry? ", guardò giù dal letto per ritrovarsi faccia a faccia con Harry ancora nella stessa posizione in cui si ricordava di averlo visto l'ultima volta che lo aveva guardato. 

"Io voglio - hai... ", Harry sospirò e Louis lo guardo con espressione accigliata. 

"Puoi dirlo" 

"Dunque... Posso chiederti una cosa?", Louis sorrise:"Lo hai appena fatto. Ma si certo, sempre". "Com'è stato, voglio dire, come stato baciare Amy?", chiese Harry continuando a non guardare il ragazzo dagli occhi blu. Louis alzò il sopracciglio:"Credo bello?" 

Ma Harry non era soddisfatto di quella risposta. Louis sapeva dallo sguardo che gli aveva rivolto.

"L'ho già fatto prima, nelle prove, forse un paio di volte. Ma è stato bello. 

"Non avrai mica una cotta per lei?", Louis sì sorprese del fatto che Harry si ricordasse ancora la loro conversazione. Ma non avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto sapere ormai che tutto quello che lui diceva, Harry lo memorizzava. 

"Sì. Credo ", Louis fece una pausa:"Credo di averla avuta. La trovavo carina, ma la cosa finiva lì. E era tipo noiosa una volta conosciuta meglio.", risse. 

"Ma allora ti è piaciuto baciarla?". Harry non rise insieme a Louis. Non era una cosa inusuale ma Louis trovò che l'espressione di Harry fosse troppo seria. 

"Ti ho già detto che è stato bello quindi sì credo di sì. Ma è stato per lo spettacolo perciò non è successo nulla. "

"Ok", ma la conversazione non poteva finire lì, pensò Louis.

"Cosa - perché questo adesso?", Louis si alzò mettendosi a sedere sul bordo del letto, toccando con i piedi per terra. Harry si prese del tempo per muoversi e parlare. Dopodiché si sedette anche lui sul materasso e finalmente guardo Louis:"Volevo solo sapere com'era baciare una ragazza. Ma apparentemente tu non sei in grado di dirmelo", scherzò e Louis si sentì sollevato dal fatto che Harry stesse bene dopo tutto. 

"Non è stato niente di speciale Harry. Se vuoi saperlo prova tu stesso" 

"Non è così semplice ", Louis lo sapeva e sogghignò. Non era una cosa su cui scherzare ma Harry aveva riso perciò andava bene.

"...E io non credo di volerlo", disse dopo alcuni secondi quando la sua faccia era cambiata di nuovo tornando seria. 

"Cosa?", chiese Louis forse alzando troppo il tono di voce ed Harry scrollò le spalle guardandosi le gambe. 

"Ehi? Harry?", lo chiamò quando non stava ricevendo risposta e cominciò a sentire dell'ansia quando Harry continuava giocare con le sue dita. Saltò giù dal letto e si sedette accanto al suo migliore amico. Posò le mani su quelle di Harry per fermarlo. Harry non lo guardò perciò Louis fu costretto a far si che Harry lo guardasse. 

"Guardami. Che c'è che non va?"

Harry aprì e chiuse la tua bocca tre volte prima di parlare:"Non lo so...". Fu tutto quello che disse. 

"Non lo sai?" 

"Già non lo so! Non so cosa ci sia di sbagliato in me"

"Allora parlami Harry. Ti prego."

Riuscire a far si che Harry parlasse di ciò che gli stava succedendo, cosa stesse pensando, era una cosa molto difficile da fare, ma Louis voleva farcela. Voleva che Harry si aprisse di più con lui e che gli parlasse di qualsiasi cosa avesse voluto, come faceva Louis.

"Posso?".

Louis sapeva cosa intendesse con quella domanda. 

"Co - certo che sì Harry. Tu puoi sempre. Potresti farlo sempre, sai?"

Harry lo guardò come se non stesse credendo alle parole del suo migliore amico ma Louis sperò che le capisse. 

"D'accordo". Nonostante le sue parole, Harry si prese un altro minuto prima di parlare di nuovo:"Non lo so... Non voglio baciare le ragazze, Louis. O almeno non credo di volere", cominciò e Louis fu grato che lo stesso ancora guardando e che fossero ancora vicini:"Mi vedo più baciare dei ragazzi", ammise ma Louis non si mosse, la sua faccia non cambiò. Era sorpreso, scioccato anche, e non riusciva a capire cosa Harry gli stesse dicendo ma era meglio se stesse fermo. Forse il fatto che non riuscisse a capire le parole di Harry molto bene, non lo fece reagire.

"E non credo di guardare le ragazze come fanno i ragazzi. Credo più che altro di guardare i ragazzi come le altre ragazze li guardano". Louis comincio a capire meglio. Rimase in silenzio per il bene di Harry. 

"Credo che questo non sia giusto. Credo che sia strano e di non dovermi sentire in questa maniera. L'altro giorno i miei genitori ed io abbiamo visto due ragazzi che si baciavano e hanno detto che era una cosa sbagliata e io non vorrei davvero dirti che cosa hanno detto perché... È stato davvero brutto", disse Harry. 

"La questione è che non ho mai baciato una ragazza. In realtà non lo voglio proprio, ma che succede se mi sbaglio? Se non lo voglio perché non ho mai provato?".

Il cuore di Louis cominciò a battere veloce e spalancò gli occhi:"E' colpa mia?". 

Furono le parole che disse per prime senza pensare e Harry lo guardò scioccato. 

"Cosa?" 

"Mi dispiace", Louis senti il bisogno di scusarsi perché non avrebbe dovuto dirlo in quella maniera. Quelle non sarebbero dovute essere le sue prime parole.

"Ma", continuò in ogni caso "hai baciato solo me quindi forse è per questo che pensi in questo modo".

"Avevamo undici anni, Louis", disse Harry indignato. 

"Sapevamo cosa stavamo facendo!" 

"Siamo migliori amici", disse la stessa scusa che Louis gli aveva dato:"questo non assenso!" Sembrava come se stessero litigando adesso ma Louis si sentiva veramente pentito. 

"Eravamo bambini Louis" 

"Non hai mai baciato nessuno, non riesci a farti degli amici come puoi esserne sicuro?"

Ed in quel momento Louis volle picchiarsi per aver detto quelle cose ad Harry in quel modo. 

"Non lo sono. È per questo che sto parlando con te. Ma beh forse avrei dovuto stare zitto", disse e si preparò ad alzarsi quando Louis lo prese per il braccio. 

"No no no!", disse Louis in qualche modo sembrando disperato:"mi dispiace Harry. Dio, sono un'idiota". Sì sedettero di nuovo e Louis continuò a tenere Harry per il braccio:"Hai fatto bene. Non avrei dovuto... Dio è tutto a posto. È tutto completamente apposto. Puoi parlare. Ti ascolterò e non ti giudicherò. È solo che... Sono sorpreso tutto qui. Ma va tutto bene", continuava a ripetere:"non è sbagliato Harry!"

"Non lo è?"

"No! Non lo è. È apposto", fece scivolare la mano per prendere quella di Harry, disegnando cerchi invisibili sul suo palmo senza rendersene conto. "Sono qui. Ed è apposto". Harry si morse il labbro inferiore e Louis sapeva che stesse trattenendo le sue emozioni. Era colpa sua, pensò Louis. Non avrebbe dovuto dire quelle cose ad Harry, avrebbe dovuto fargli dire tutto e poi dirgli che andava tutto bene. 

"Questo è sbagliato Louis!". Louis fu costretto a lasciare la mano di Harry quando questo si portò le sue al volto. 

"Harry". Louis non sapeva cosa fare, cosa dire e stavolta non osò nemmeno toccarlo. 

"Ascolta... È ok d'accordo? Ad un sacco di ragazzi piacciono altri ragazzi. Non credo sia sbagliato. Non si scelgono questo tipo di cose. Se ti ritrovi ad essere attratto dai ragazzi beh... Allora fallo. Non importa", Harry spostò lentamente lo sguardo verso Louis di nuovo, lasciando che le mani gli cadessero in grembo:"ma io...", sospirò e Louis sapeva che stesse combattendo con se stesso. "Ascolta... Come lo sai, come l'hai scoperto?"

"Credo che semplicemente non mi piacciano le ragazze" 

"Ma hai una cotta per qualche ragazzo di scuola?", chiese Louis. 

"Come credi che io possa avere una cotta per qualcuno quando non riesco neanche a parlare con le persone Louis?", Louis apprezzò il fatto che Harry gli stesse parlando con tono divertito. Non avevano mai parlato di questo fatto. Quel piccolo - grande - dettaglio riguardo Harry che faceva sì che non gli piacesse parlare con le persone, e nemmeno farsi nuovi amici.

Ma pensava che non ne avessero bisogno. Almeno per ora. 

"Ma ", Harry sentì le sue guance avvampare:"li vedo negli spogliatoi e... Dio non lo so, se questa cosa riguarda i corpi che cambiano e crescono, ma non provo le stesse cose quando guardo le ragazze. Non riesco a farmele piacere, ma con i ragazzi è diverso" 

"Harry! Non ho mai pensato che tu potessi essere così porco!", scherzò Louis spingendo il suo migliore amico per il braccio in maniera amichevole e Harry arrossì ancora di più. Louis aveva ancora molte altre domande da fare e si sentiva come se ci fosse qualcosa di strano riguardo al sapere questa cosa di Harry ma era meglio che si tenesse tutto per sé perché il fatto che Harry stesse condividendo con lui così tante novità era già di suo una conquista. Louis vide l'espressione di Harry cambiare da un momento all'altro e non era un buon segnale.

"Ehi ", Louis cercò di richiamare la sua attenzione:"non odiarti per questo". 

"Non è strano? Non finirai per... Per odiarmi?", chiese Harry e Louis lo guardò storto e confuso:"non mi lascerai adesso perché sai che forse mi piacciono i ragazzi?". 

"Cosa stai dicendo?", Louis lo guardò con occhi spalancati e Harry scosse le spalle. Gli era concesso di sentirsi un po' strano per ora, ma non aveva neanche mai considerato l'opzione di odiare Harry. "Questo è semplicemente ridicolo" 

"Ma io non..." 

"Ascolta!", Louis voleva abbracciare il suo migliore amico ma prima aveva bisogno di dirgli alcune cose:"non ti lascerò, ricordi? Specialmente nel momento in cui decidi di condividere i tuoi pensieri con me. Questo è fantastico, sai? Perciò non dirlo mai più. Non ti lascerò mai. Mai. Anche se dovessi dirmi che ti piacciono i ragazzi, le ragazze, i bambini o anche i pony. Come quella volta in cui venni a sapere che amavi fiori. Ero un bambino stupido e per me i fiori erano per ragazze", questa volta Louis rise insieme a Harry:"Non mi interessa Harry. Ti voglio al mio fianco e ti prometto Harry, ti prometto che non ti lascerò". 

"Me lo prometti?".

"Te lo prometto", Louis sorrise e quando vide Harry cercare di fare del suo meglio per non fare lo stesso, sogghignò tirando nelle sue braccia il ragazzo dagli occhi verdi e finalmente dargli l'abbraccio che aveva voluto:"è ok" 

"E' ok!", ripetere e Louis sapeva che lo stesso dicendo a se stesso. E quella era un'ottima cosa, era un inizio. 

"Mi dispiace così tanto per quello che ti ho detto. Sono stupido volte... ", Louis stava aspettando che Harry scherzasse riguardo al suo dire 'solo a volte', ma ci fu solo silenzio nella stanza. Sciolsero l'abbraccio senza una parola, ma questo non era certo una cosa negativa per loro. Louis tornò indietro verso il suo letto perché era mezzanotte e mezza passata e la stanchezza che aveva sentito precedentemente era tornato quando aveva cominciato a stare troppo comodo sul materasso. Quando vide Harry rintanarsi sotto le coperte lo chiamò con un tono dolce tenero e assonnato. Harry lo guardò e quando Louis annuì, camminò verso il suo migliore amico per sdraiarsi accanto al Louis. Si misero nella loro solita posizione, faccia a faccia e le loro teste appoggiate sul largo ma unico cuscino che Louis aveva sul letto. Si scambiarono dolci sorrisi e Louis disse a Harry una cosa che lo fece ridere per l'ultima volta quella notte, prima che spegnessero la luce del comodino. 

"Buonanotte Lou", Louis senti la voce profonda di Harry nel buio della stanza poco prima che parlasse anche lui. 

"Ti amo", Louis sapeva bene il significato di quelle parole adesso e continuò a dirle a Harry. In un modo speciale, ma lo faceva. 

"Ti amo anch'io", rispose Harry e Louis poteva immaginarsi il suo sorriso. Lo faceva sempre quando si dicevano parole come quelle. 

"Buona notte".



Scusate??

-A.


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