5 - It's okay
Esattamente un anno dopo la morte del nonno di Louis Harry, si presentò alla sua porta avvolto in un grande e soffice cappotto. Louis già sapeva che sarebbe arrivato perché in qualche modo Harry aveva sentito la necessità di mandargli un messaggio, dicendogli che sarebbe passato da casa sua e che sarebbero andati a fare una passeggiata. I genitori di Harry gli avevano regalato un telefono due settimane prima e già aveva la memoria piena di canzoni del suo gruppo preferito e foto di lui e Louis. L'idea che Harry avesse un telefono tranquillizzava Louis perché essendo in seconda media, e tornando a casa da solo con l'autobus, - il che significava meno preoccupazioni per i suoi genitori - non sapeva mai se fosse tutto a posto o meno, adesso avrebbe potuto chiamarlo se fosse successo qualcosa.
Quello era tutto ciò che Harry faceva con il suo telefono. Aveva solo i numeri dei suoi genitori e di Louis anche se in caso di emergenze avrebbe chiamato solo quello di Louis. Perciò i due ragazzi, quando erano separati passavano il tempo parlando al telefono, scrivendosi e mandandosi strani e comici video e foto l'un l'altro."Harry? Che sorpresa!", disse scherzando Louis ma già avendo il suo cappotto in mano e facendo per indossarlo. Harry rise e Louis poté notare quanto il suo migliore amico fosse cambiato rispetto agli anni passati. "Quindi dove andiamo?", chiese uscendo dalla porta e chiudendosela alle spalle facendo scivolare le braccia all'interno delle maniche del cappotto.
Seguì Harry e cominciò a camminare con le mani in tasca "Pensavo che... potessimo andare al lago", rispose insicuro. Dopo che Louis gli aveva mostrato il posto in cui avevano passato le loro estati e gran parte del loro tempo libero, era passato un anno dall'ultima volta che c'erano stati a causa della perdita di Louis.Suo nonno lo aveva portato lì così lui non l'aveva più suggerito e neanche Harry ne aveva più parlato. "Se è ok", Harry disse velocemente notando che Louis guardava il terreno bagnato dalla pioggia che era caduta la notte precedente, in silenzio. Louis sapeva che Harry voleva solo aiutarlo. Aveva passato due settimane a prendersi fin troppa cura di Louis l'anno precedente dopo i funerali. Louis sapeva che se non fosse stato per Harry si sarebbe sentito molto più triste per molto più tempo. "No... Va bene", aveva finalmente detto guardando Harry. Harry gli sorrise e Louis gli prese la mano come avrebbero fatto normalmente, incamminandosi sulla via del lago, quando erano più piccoli. Lo trovò strano al momento, tenere la mano di Harry dal momento che Louis aveva quasi quattordici anni ed era semplicemente una cosa che ragazzi come loro non avrebbero dovuto fare perché tipico delle coppie. Ma poi pensò:"È solo Harry e non è mai sembrato strano", perciò quella sensazione sparì. Harry era già saltato dallo shock per il gesto di Louis, e forse lui si sentiva davvero strano, ma anche se fosse stato, aveva deciso di lasciar andare quella sensazione senza commentare.Raggiunsero il giardino veloci come avevano previsto e sembrava ancora identico all'ultima volta che c'erano stati. Louis si sentì stupido per non essere più andato in quel posto così spesso come facevano perché quello era come se fosse il loro posto e avevano dei bei ricordi lì. Nessuno ci andava le persone del loro vicinato erano troppo impegnate per rilassarsi in un parco perciò era come il loro nascondiglio.
Camminarono verso l'albero familiare e si sedettero, con le schiene appoggiate al tronco, godendosi l'aria fresca sulla faccia e non preoccupandosi di sporcarsi pantaloni con il fango del terreno bagnato."Freddo?", disse Harry rompendo il silenzio come non era solito fare al contrario di Louis, ma Louis ci si stava abituando e gli piaceva. "Sto bene", replicò Louis avvicinandosi al suo migliore amico e abbandonando la testa sulla sua spalla. Al contatto tra loro: "solo che mi manca", Harry sapeva di chi stesse parlando e gli fece male sentirglielo dire con quel tono di voce."Lo so..." fu l'unica cosa che riuscì dire."Grazie", ancora una volta Harry sapeva di cosa stesse parlando perciò semplicemente sorrise e non ebbe bisogno di rispondere perché Louis sapeva anche che avrebbe detto"È tutto ok sono qui, sono il tuo migliore amico".
Louis nascose il viso nella curva del collo di Harry beandosi del calore e dell'odore che emanava. Non riusciva a capire come Harry potesse avere sempre un così buon odore alla sua età perciò avrebbe scommesso che usava dei costosi profumi. Forse li rubava a suo padre.
Sì probabilmente era così.
Louis lo fece anche per calmarsi. Non avrebbe pianto perché aveva già pianto tutto quello che c'era da piangere per suo nonno ma il dolore nel suo petto viveva ancora lì e non poteva credere che fosse già passato un anno da quando quella meravigliosa persona era morta.Decise di lasciar andare tutti suoi pensieri e guardare Harry. Lui guardava davanti a sé e Louis non riuscì a leggere la sua espressione e questa era una cosa nuova. Louis spostò una piccola ciocca di capelli di Harry che ricadevano davanti alla sua faccia e poi: "sono ricci quelli Harry?", chiese a voce alta e sembrava quasi che fosse sorpreso ma in realtà non lo era affatto. In realtà lo aveva già notato prima ma non era mai venuta fuori l'occasione di dirlo. Perciò questa era la volta buona. Vide la faccia di Harry passare dal pallido al rosso e ora sapeva non essere a causa del freddo.
"No", disse cercando di allontanarsi dai Louis ma non facendo davvero uno sforzo.
"Quelli sono ricci, ne sono certo", rise Louis:"stai diventando riccio non posso crederci".
"No non è vero Louis!", Harry alzò la voce adesso guardando Louis e ridendo.
"E invece sì!". Louis non capiva perché Harry si stesse comportando come se fosse la fine del mondo:"È ok, è una cosa carina!", sogghignò.Harry si finse arrabbiato e spinse Louis dalle spalle facendogli perdere l'equilibrio e facendolo cadere sull'erba bagnata e fangosa. Louis lo guardo in cagnesco dopo aver emesso un urletto e aggiunse: "Perché? Ho solo detto che è carino!", Harry rise ma stava già immaginando Louis che faceva la stessa sua cosa, perciò si alzò in fretta pronto a cominciare a correre quando Louis lo copiò.
Harry continuava a ridere mentre Louis lo seguiva. Riuscirono a sradicare letteralmente l'erba dal terreno per quanto correvano veloci intorno al giardino. Se la giacca di Harry non fosse stata così pesante sarebbe andato più veloce ma Louis non l'avrebbe comunque raggiunto dal momento che Harry riusciva a fare le curve più facilmente di lui. A Louis andava bene così. Era più felice quando era con Harry. Non riusciva a smettere di sorridere, le sue guance gli facevano male alla fine di una lunga giornata con il suo migliore amico ma nemmeno gli interessava, anzi lo apprezzava molto. Perciò era bello il fatto che il ragazzo dagli occhi verdi riuscisse a farlo tornare di buon umore. Harry continuava a correre anche quando Louis lo chiamava, sperando che si fermasse dal momento che cominciava sentirsi stanco, a respirare pesantemente e cercando di fare del suo meglio per non cadere a terra a causa dell'erba bagnata molto scivolosa. Ma se Harry voleva continuare a correre, avrebbe continuato a correre.
Quando Harry si mise a correre intorno all'albero, Louis lo aveva quasi preso, ma fu più agile e riuscì a sfuggire alla presa di Louis. Il ragazzo rise e Louis continuava a seguirlo. Continuava a seguirlo dietro i cespugli, dietro la cascata del lago e quando Harry fu dietro le rocce, il sorriso di Louis crollò e se non fosse stato in shock non avrebbe smesso di correre, avrebbe aiutato Harry immediatamente. Ma non lo fece. Quando Louis senti un urlo provenire da Harry, un forte rumore arrivare dalle rocce e poi un tonfo nell'acqua, si congelò per alcuni secondi. E quei secondi potevano essere oro in quella situazione.
"Harry!", chiamò il suo amico e finalmente si mosse avvicinandosi a dove Harry era caduto. Lui sapeva che il lago non fosse molto profondo ma in quel momento sembrò più profondo di quello che pensava fosse due anni fa. "Harry?", chiamo ancora terrorizzato dall'avvicinarsi al confine del lago. Louis si aspettava che il suo migliore amico nuotasse sulla superficie e che avrebbero riso per quanto fosse maldestro. Ma poi pensò che Harry probabilmente non sapeva nuotare. Harry probabilmente si era fatto male sulle rocce. L'acqua probabilmente era congelata dalla giornata fredda.
"Harry?!", urlò, urlò di paura, disperazione e ansia. Il suo cuore batteva all'impazzata e aspettò solo tre secondi prima di realizzare che non avrebbe visto Harry nuotare sulla superficie perciò ce ne impiegò solo altri due per levarsi la giacca e buttarsi dentro l'acqua.
L'acqua era congelata ma l'adrenalina che Louis aveva in corpo non glielo faceva sentire, aveva anche dimenticato quanto fosse stanco per via della corsa di prima. Non perse tempo per immergersi. Non gli importava di nient'altro che salvare Harry perciò aprì gli occhi sott'acqua e afferrò il corpo. Fece del suo meglio per tenere Harry stretto ed arrivare alla superficie.Un adulto medio sarebbe riuscito perfettamente a rimanere a galla sul lago perché avrebbe avuto l'altezza dalla sua parte, ma Louis era leggermente piccolo per la sua età perciò fece un grande sforzo per tenere la testa di Harry fuori dall'acqua e nuotare fino alla riva senza affondare.Non capì veramente come fosse riuscito a fare tutto ciò in un così limitato periodo di tempo. Portò prima Harry fuori dall'acqua e poi se stesso, tutto ciò con il cuore in mano e il fiato corto per la paura e la stanchezza."Harry per favore apri gli occhi!", scrollò le spalle del suo migliore amico quando fu in ginocchio accanto al lui. La faccia di Harry era leggermente pallida le sue labbra viola a causa di quanto fosse fredda l'acqua, gli occhi rimanevano chiusi e quando Louis vide del sangue scendergli dalle tempie, cominciò ad impanicarsi. Letteralmente ad impanicarsi, le mani gli tremavano, il cuore sembrava che stesse per saltargli fuori dal petto, le lacrime che scendevano sul viso senza che se ne fosse nemmeno accorto. "Harry! Ascoltami, apri gli occhi!", pianse, le mani prendendo tra le mani il viso gelido di Harry. Ma il ragazzo non reagiva, non si muoveva e Louis non aveva idea di cosa dovesse fare.
Aveva visto nei film cosa facevano le persone in situazioni come quelle e al momento si stava pentendo profondamente di non aver prestato attenzione in classe perché si ricordava che il professore gli aveva insegnato a salvare qualcuno che si stava strozzando o che era affogato.Avrebbe voluto solo sdraiarsi e morire per quanto era disperato.
Non sapendo cosa fare prese la giacca asciutta e la mise sopra Harry. Prese il telefono e invece di chiamare l'ambulanza chiamò sua madre. Fece tutto con movimenti veloci nonostante stesse tremando e mentre il telefono squillava continuava a borbottare f'orza, forza' dozzine di volte come se questo avrebbe potuto fare in modo che sua madre avrebbe risposto al telefono più velocemente. Quando rispose Louis avrebbe voluto urlare per quanto la voce di lei fosse calma dicendo 'ciao Louis' e per il tempo che ci aveva messo a rispondere - anche se il telefono aveva squillato solo tre volte - ma lei poverina ancora non lo sapeva.
La sua voce era alta e parlava di fretta, anche quando gli si strozzò per il pianto - e forse fu in quel momento che si rese conto di essere in lacrime - ma Fiona aveva capito che Harry era semplicemente scivolato e caduto nel lago e che adesso non si stesse svegliando e che stesse sanguinando. Disperata quanto Louis, gli disse di fare del suo meglio per svegliarlo e gli disse velocemente come farlo. Chiuse la chiamata dicendo che avrebbe chiamato l'ambulanza.
Tutto ciò passò in un batter d'occhio. Louis fece cadere il telefono a lato e mise le mani sul petto di Harry, facendo forza su e giù come sua madre gli aveva detto e come aveva visto dai film. "Non ti azzardare a morirmi addosso! Non ti azzardare Harry!", continuava a dire e poi gli prese il naso tra pollice e indice, gli aprì le labbra per potervi soffiare all'interno. Lo fece due volte e poi tornò a premere sul petto: "Ti odierò se muori qui", pianse.
Louis non riusciva a crederci quando Harry tossì e sputò fuori l'acqua dalla bocca. Riuscì finalmente a respirare per tre secondi. Inclinò la testa di Harry da un lato e poi se la mise in grembo. Quando tolse i capelli umidi dalla fronte di Harry, poté vedere la ferita sulla sua tempia non preoccupandosi del sangue sulle sue dita. "Harry, ti prego...", Harry grugnì ma non aprì gli occhi. Non fece sentire meglio Louis ma almeno sapeva che non era morto.Louis continuò a parlare con Harry, seduto per terra e toccandogli i capelli e sembrò che fossero passate ore prima che vedesse arrivare l'ambulanza e sua madre corrergli incontro.
Non lasciò andare Harry nemmeno quando volevano portarlo all'ambulanza per dargli una coperta, perché Harry non era l'unico a sembrare pallido e viola. Louis evitò anche qualsiasi tocco della madre, non si accorse nemmeno di quanto fosse preoccupata anche lei, stava solo pensando se Harry si sarebbe ripreso o meno. Vide un uomo dare ad Harry dell'ossigeno e metterlo su una barella. Louis gli permise solo di dargli una coperta quando già tutti erano dentro al veicolo ma neanche in quel caso aveva lasciato la mano di Harry. Eventualmente Louis dovette lasciarlo andare quando raggiunsero l'ospedale ma rimase nella sala d'attesa. Sua madre arrivò, parlò con lui, gli portò del cibo, lo confortò, provo a portarlo a casa almeno per fargli cambiare i vestiti. Fiona cercò di fare tutto il possibile per ottenere l'attenzione di suo figlio per sapere come si stesse sentendo. Ma Louis era in shock. Ed era preoccupato. Stava aspettando da più di un'ora e mezza e sembrò che fossero passate ore ed ore. Era disperato ma non mostrava nessuna emozione. Era fermo a fissare il soffitto dell'ospedale con la testa appoggiata al muro, una coperta attorno alle spalle e non pensò nemmeno a quanto fosse scomoda la sedia. Ed era il lavoro di Louis lamentarsi sin da quando era piccolo.
In qualche modo notò un dottore parlare con sua madre ma la sua espressione crollò quando sentì qualcosa riguardante i genitori di Harry. Non c'erano ancora notizie riguardanti il suo migliore amico perciò non ascoltò l'intera conversazione. Quando fu passata circa un'ora, suo padre arrivò anche se avrebbe dovuto essere al lavoro. Louis continuava a non badare alle persone intorno a lui. Suo padre avrebbe potuto dirgli qualsiasi cosa ma Louis sarebbe stato comunque arrabbiato pensando che Carl non stesse facendo il suo meglio - ma anche se Louis se ne fosse accorto non sarebbe comunque stato abbastanza - lo ignorava semplicemente.Louis era quasi al limite, era passata più di un'ora e ancora non sapeva nulla di Harry. Cominciò a provare qualcos'altro oltre all'ansia, ma sicuramente non era niente di meglio. Si sentiva colpevole. In qualche modo ci si sentiva anche se non aveva motivo. Aveva fatto del suo meglio, aveva salvato Harry, tecnicamente ma pensava di non aver fatto il suo meglio. Aveva fatto ciò che aveva potuto. Ma pensava il contrario. E adesso non c'era nulla che potesse fare.
Quando si svegliò dal trans si guardò intorno e non vide nessuno. Sua madre era andata in bagno ma non se se ne era accorto e suo padre era tornato al lavoro e se lo avesse ascoltato, avrebbe capito che Carl avrebbe cercato ancora una volta di vedere come stesse Harry.
Era stanco di aspettare lì e l'unica cosa che voleva era vedere Harry il prima possibile, ma prima, aveva bisogno di fare qualcos'altro. Vide la borsa di sua madre sulla sedia dove teoricamente era seduta e prese dei soldi dal tuo portafoglio, mettendoseli in tasca. Si alzò dalla sedia e cercò di memorizzare al meglio il posto in cui si trovava, il pavimento e il corridoio.Louis non riusciva ad essere così intelligente a scuola ma in questo genere di cose - quando qualcosa gli interessava - era pratico e faceva le cose in modo giusto.
Arrivò all'ascensore del primo piano, poi all'entrata vide ciò che voleva. Un piccolo negozio dove c'era una donna che vendeva piccoli mazzetti di fiori. Non c'erano molte persone perciò il suo turno arrivò in fretta.
"Ciao come posso aiutarti?", chiese alla donna con un sorriso gentile. Conosceva quel sorriso. Era il sorriso del 'cosa ci fa un ragazzo come te in un posto come questo?', ma in realtà lo stava pensando solo la sua testa. Cristo, stava solo facendo il suo lavoro, finché veniva pagata non gli importava di quanto fossero giovani o meno i clienti, erano solo fiori."Ha delle margherite?", chiese di fretta. La donna gli offrì un altro sorriso e se Louis si fosse guardato intorno come le altre persone, avrebbe potuto vedere i mazzetti di fiori con le margherite.
"Certo che ce le ho tesoro!", gli portò tre diversi mazzi di fiori e Louis li osservo con cura: "quale preferisci?". Louis non si aspettava che la donna gli facesse vedere margherite di colori diversi lui ne voleva solo di bianche. "Queste sono gerbere, che sono quasi come delle margherite", indicò il mazzo con i fiori più grandi e colorati.
Louis non voleva ammetterlo nemmeno a se stesso, ma il bouquet era davvero bello. C'erano gerbere rosa arancioni e gialle, e nel mezzo poteva vederne alcune piccole e bianche, quasi perse tra quelle grandi e magnifiche. Erano unite da un laccetto giallo e Louis voleva toccarlo per sentirne la consistenza.
"Vorrei queste", disse potendo già immaginarsi mentre le regalava ad Harry e vedere le sue fossette e i suoi occhi verdi brillare. "Perfetto caro. È per un familiare che è qui?", il suo sorriso crollò guardando attentamente Louis.Scosse la testa: "sono per il mio migliore amico", fece una pausa: "è caduto in un lago e non sa nuotare... L'ho aiutato per quello che ho potuto, ho fatto davvero del mio meglio ma ha sbattuto la testa e non so come sta", rispose mentre la donna gli porgeva il bouquet che Louis aveva scelto e si guardò intorno verso gli altri clienti:"tieni allora prendili e vai dal tuo amico", sorrise la donna.
Louis la guardo esterrefatto: "veramente?", lei annuì. "Grazie", disse e salutò la donna prima di correre fuori dal negozio per raggiungere l'ascensore. Pensò che aveva risparmiato dei soldi per comprare delle caramelle con Harry più tardi.
Tornò ad aspettare nella sala d'attesa in cui era -più veloce di quello che aveva pensato - e non trovò la borsa di sua madre dove era precedentemente, ma non si fece vedere più di tanto preoccupato per quello né per il fatto che sua madre lo stesse eventualmente cercando in giro per l'ospedale. Gli importava solo di Harry in quel momento. Vide dottori camminare attraverso i corridoi ma non vide la faccia dell'uomo che si ricordava, quello che era responsabile per Harry. Afferrò con presa salda i fiori dal manico e si chiese se dovesse tornare a sedersi e aspettare un'altra ora e basta. Ma sapeva di non potercela fare in quel momento perciò decise di farsi una camminata per il corridoio, a passi lenti, quasi come se fosse preoccupato di venire colto sul fatto.
Si ricordava di essere andato in quell'ospedale quando sua madre aveva partorito Peter ma non si ricordava che i muri avessero colori così accesi e disegni così allegri né che il pavimento avesse impresse sopra le orme di piedi in diversi colori e neanche che le infermiere fossero così carine e vestite così bene.Ma questo perché era nella parte dove stavano i bambini e non gli adulti.
C'erano almeno 15 porte in quel corridoio ed Harry doveva essere in una di quelle. Sbirciò attraverso le porte aperte e vide solo bambini e neonati con le loro famiglie, finché non vide un dottore alto venir fuori da una delle porte e lo riconobbe, riconobbe la barba. Si fermò appoggiandosi al muro come se in quel modo fosse diventato improvvisamente invisibile, e aspettò che il dottore gli passasse davanti per respirare di nuovo. Essere piccolo per la sua età aveva i suoi vantaggi.
Questa volta camminò a passi più grandi e più svelti e aprì la porta verde. Stavolta si affacciò solo con la testa e vide un letto vuoto davanti a se, alla sua sinistra vide un ragazzo circa della sua età con sua madre e alla destra vide... Harry. Era sicuro che quel ragazzo fosse Harry.
Entrò e il bambino con sua madre che erano lì a guardarlo dissero:"ciao!", e Louis voleva solo ignorarli e camminare più veloce possibile verso il ragazzo addormentato nell'altro letto ma rispose: "ciao!"."Sei qui per vedere Harry?", chiese ragazzo e Louis annuì. Come poteva sapere il nome di Harry così facilmente? Louis cercò di saperlo con grande sforzo, e scommise che non lo sapeva:"ha dormito tutto il tempo!""Oh". Diede uno sguardo a Harry e vide la sua espressione pacifica. Da dove era Louis non sembrava che le sue condizioni fossero tanto male come lui si ricordava: "sta bene?", il ragazzo scrollò le spalle Louis ancora si chiedeva come avesse saputo il nome del suo migliore amico.
"Non si è svegliato tesoro", disse stavolta la madre del ragazzo: "sei suo fratello?".
"Sono il suo migliore amico".
La donna sorrise e annuì: "andiamo Charlie, andiamo a mangiare qualcosa", disse e aiutò a Charlie ad alzarsi dal letto e a sedersi sulla sedia rotelle. Louis li guardò attentamente e la preoccupazione che aveva sentito mentre era in sala d'attesa tornò. Cosa sarebbe successo se d'ora in poi Harry avesse dovuto usare la sedia rotelle come Charlie? Cosa sarebbe successo se Harry non fosse stato bene?
"Spero che il tuo amico stia bene presto", disse Charlie mentre gli passava accanto e Louis quasi non ebbe nemmeno il tempo di sorridergli a sua volta e rispondergli per quanto era perso nei suoi pensieri.Si ritrova da solo nella stanza, con la porta chiusa e con Harry a quattro passi da lui. Si morse l'interno della guancia e camminò verso il letto nell'angolo. Prese la sedia più vicina e mise i fiori sul piccolo tavolo vicino al letto. Tremava quando vide la faccia pallida di Harry e la piccola zona senza capelli dove aveva sbattuto la testa. Era piccola ma quando Louis la vide si chiese se a Harry facesse male. Probabilmente no, visto che non si è ancora svegliato.
Vedere Harry sdraiato in un letto di ospedale faceva del male a Louis. Non riusciva smettere di pensare che era stata colpa sua e che si sarebbe calmato solo quando il suo amico avrebbe riaperto gli occhi. "Harry?", Lo chiamò e gli toccò la mano."Harry, svegliati. Sono Louis!", disse dolcemente ma ancora disperato. Harry non rispose, non mosse neanche un dito: "Harry ti prego...", disse ma ancora niente.Louis non stava pensando lucidamente perché aveva ancora paura che Harry non si sarebbe mai più svegliato e che forse era in uno stato critico, ma se lo fosse stato, non sarebbe stato in questo tipo di letto e senza nessun tubo. Ma Louis era ancora così preoccupato che non riusciva a smettere di tremare e sentiva gli occhi bruciargli per le lacrime. Non sapeva quando aveva cominciato a piangere probabilmente quando i minuti erano passati e Harry non gli aveva ancora dato nessun segno di vita, solo il suo petto continuava ad andare su e giù respirando ma Louis non notò nemmeno quello."Perché non ti stai svegliando?". Guardò i capelli di Harry sparsi sul cuscino bianco e le lunghe ciglia che quasi ti toccavano gli zigomi, la pelle pallida della faccia che contrastava con il rosso delle sue labbra e Louis riuscì solo a pensare a quanto Harry fosse bello e a quanto già gli mancasse.Era assurdo. "Sono qui Harry, devi svegliarti, ok?", singhiozzò e questa volta prese la mano del suo migliore amico e intrecciò le loro dita."Ho bisogno che tu sia con me... Sei il mio migliore amico, non puoi lasciarmi", la sua voce si ruppe verso la fine. "Mi dispiace ho cercato di fare del mio meglio per aiutarti. Ti prometto che sarò più concentrato in classe perché se l'avessi fatto avrei saputo come salvarti prima. Ti insegnerò a nuotare ma tu devi aprire gli occhi. Per favore... Per me". Strinse le labbra quando Harry ancora una volta non reagì."Ti ho comprato dei fiori. La donna ha detto che sono una specie di margherite e io voglio che tu le veda", la sua voce era così fragile e bassa ma nonostante questo ancora così dolce: "in un modo o nell'altro mi ricordo ancora la prima volta che ci siamo incontrati e ti ho preso un mazzetto di margherite perché non volevi parlarmi", fece una pausa per sogghignare tra le lacrime: "eri così tranquillo, certe volte ho pensato che ti stessi dando fastidio ma eri così timido per dirmi di lasciarti in pace nonostante lo volessi davvero, che non me l'hai mai detto. Ma poi... Poi sei cambiato Harry e adesso so che mi consideri il tuo migliore amico e io ti considero il mio e parli di più e ridi e sorridi... Amo il tuo sorriso, Harry, specialmente quando io ne sono la ragione e tu... Tu sei un ragazzo meraviglioso e mi sono sempre ritrovato a voler sapere cosa stessi pensando e se stessi davvero bene. Spero che tu lo sia", fece un'altra pausa per guardare il ragazzo che ancora aveva gli occhi chiusi."Svegliati Harry. Sono così preoccupato. Per un momento ho pensato che saresti morto lì tra le mie braccia", se le lacrime fino a quel momento erano scese calme adesso continuavano a formarsi e a scendere sulle guance di Louis. "Non riesco ad immaginare chi sarei senza di te adesso. Non sopporterei un'altra perdita. Mio nonno... Sai quanto era speciale per me. Era la mia persona preferita al mondo Harry", pianse:"Era la mia persona preferita nel mondo...", ripeté, sussurrando come se prima stesse dicendo qualcosa ad Harry ed ora lo stesse dicendo a se stesso. "... Fino ad ora", concluse:"tu sei la mia persona preferita al mondo quindi non provare a lasciarmi, ti amo così tanto Harry, ti prego... Svegliati!", singhiozzò, non consapevole delle parole che aveva detto e si portò la mano di Harry alle labbra. Chiuse gli occhi e aspettò che le lacrime smettessero di scendere con la speranza che il silenzio gli avrebbe riportato Harry.
Pochi secondi erano passati quando la mano di Harry, che era ancora sulle sue labbra, si mosse per conto suo e Louis aprì occhi per vedere Harry seduto nel letto di ospedale a guardarlo con un'espressione corrucciata: "che cosa stai dicendo?", il suo tono era quasi comico quasi come la sua faccia.Stava cercando con molto sforzo di non ridere ma solo perché stava sorridendo per le parole dette da Louis. Aveva sentito tutto solo che non poteva credere come Louis, a quattordici anni, avesse potuto dire cose come quelle.
"Harry?", Louis spalancò gli occhi e subito si alzò dalla sedia di plastica per saltare verso il letto e abbracciare il suo migliore amico: "stai bene", disse con un sorriso: "stai bene, vero?", disse scostandosi un po' per chiedere.Harry sorrise e non aveva neanche notato di aver avvolto le sue braccia intorno al corpo più piccolo di Louis: "sto bene", replicò: "solo che non mi ricordo molto di quello che è successo al lago". Continuarono ad essere vicino l'uno all'altro e nessuno dei due prese l'iniziativa per spostarsi."Sei scivolato sulle rocce. Sei così sbadato Harry, seriamente". Louis era già dell'umore per scherzare.
"Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare", disse Harry in qualche modo timidamente e togliendo le lacrime di Louis dalle sue guance. Louis si sentì quasi in colpa per essersi seduto sulle gambe di Harry, con le braccia intorno al suo collo e con Harry che gli stava liberando il viso dalle lacrime. Ma i fondo era solo Harry."Stai bene adesso", ma ancora non riusciva a muoversi.
Harry annuì: "L-Louis...?""Harry?""Mi ami?", chiese Harry con espressione accigliata e le guance di Louis probabilmente si stavano arrossando.
"Io-io... Io credo di sì?". Louis non aveva mai detto una parola a nessuno, solo a sua madre ma per lui questo non contava. Non sapeva nemmeno cosa fosse l'amore ma trovava la parola oltremodo bella da dire al suo migliore amico. Forse spiegava ciò che provava per lui. Louis non sapeva cosa provasse per Harry, era strano e diverso ma ci teneva tanto ad Harry, molto, e Harry era sempre stato lì per lui ed era così bello avere la sua amicizia alla loro età.
"Non è strano?"
"Non lo so. Ma tu sei il mio migliore amico", disse lui sorridendo e ricordandosi di aver baciato Harry sulle labbra una volta e la sua scusa era proprio il fatto che fossero migliori amici, perciò forse andava bene. Harry era il migliore amico di Louis per questo lui poteva dire e fare queste cose.Si andava decisamente bene.
"Ok", sorrise Harry: "allora ti amo anch'io Lou.""Ok", Louis ghignò allontanandosi da Harry solo per prendere i fiori che aveva comprato per poi tornare indietro vicino a lui nel letto. "Tieni", glieli porse e non riuscì a smettere di sorridere guardando il suo migliore amico con gli occhi che brillavano e le fossette delle sue guance spuntare fuori mentre li guardava. "Grazie Lou", disse prendendo i fiori e inclinandosi in avanti per baciare la guancia di Louis. Andava bene lo avevano già fatto prima.
Parlarono un po' per alcuni minuti e Louis spiego ad Harry cosa fosse veramente successo al lago ed entrambi si scusarono l'uno con l'altro. Harry per aver fatto preoccupare Louis e non essere stato abbastanza attento e Louis per non aver saputo cosa fare in quella situazione.
Nel momento in cui la situazione stava diventando triste, la porta della stanza si aprì. Louis si aspettava di vedere Charlie, il ragazzo del letto accanto, ma invece vide una persona preoccupata.
"Grazie al cielo sei qui!", disse la mamma di Louis camminando verso i due ragazzi e sedendosi sulla sedia in cui Louis era precedentemente: "non dovresti essere qui senza il permesso di un dottore, Louis", si lamentò ma non era arrabbiata, lo stava solo avvisando."scusa mamma, ma volevo vedere Harry!""Oh Louis", disse scuotendo la testa e poi guardando il ragazzo dagli occhi verdi:"come ti senti tesoro?".
"Bene!", disse Harry rivolgendole un sorriso. Harry si sentiva meglio adesso che c'era Fiona, era la madre gli Louis perciò non aveva bisogno di sentirsi spaventato intorno a lei, pensò.
"Questa è una bellissima notizia", disse sorridendogli e accarezzandogli la guancia: "Harry i tuoi genitori sono qui". La sua espressione cambiò e di conseguenza anche quella di Harry: "non sono molto felici... Stanno aspettando qua fuori, ho detto loro di aspettare che entrassi prima io", cercò di rassicurare Harry."Io non... Non voglio che loro...", non riuscì a finire la frase quando la porta si aprì un'altra volta.
Louis sapeva cosa stesse per dire e quando vide due espressioni arrabbiate adesso stare lì in piedi desiderò che Harry avesse finito la frase.
I genitori di Harry stavano discutendo già prima di aprire la porta, tra loro stessi e con il dottore che ora era dietro di loro. Louis pensò che fosse davvero una cosa curiosa e sperò che tutti potessero andarsene per poter parlare con Harry e prendersi cura di lui, così da poter calmarsi e non essere così teso come si stava sentendo in quel momento.
"Ho il diritto di vedere mio figlio adesso", disse Sarah e poi camminò verso il letto.
"Harry! Se fossi rimasto a casa invece, niente di tutto ciò sarebbe accaduto", disse David il padre di Harry, camminando anche lui verso di loro. Perché non era preoccupato? Perché sembrava arrabbiato e stava parlando a voce così alta? Louis stava veramente cominciando ad apprezzarli ancora meno per come facevano sentire Harry."Non è il caso di urlare in questo momento, non credi?", disse la madre di Harry ma le sue parole non combaciavano con il suo tono di voce, perché il suo tono era alto quanto quello di suo marito.
"Scusatemi, ma è impossibile essere così tanti qui in questo momento", li informò il dottore. Louis e sua madre erano solo lì ad osservare la scena fermi ancora nello stesso posto. Louis aveva trovato la mano di Harry dopo aver rimesso i fiori sul piccolo tavolo accanto, per confortarlo.
"E' nostro figlio", disse David. "Non posso credere a quello che sta succedendo". Louis non sapeva cosa stesse succedendo: "siamo i suoi genitori e siamo stati gli ultimi a sapere di tutto ciò. Perché loro sono qui?", disse indicando Louis e Fiona e adesso Louis capiva di cosa stesse parlando."Se non fosse stato per noi, Harry non sarebbe stato salvo", disse in maniera calma la mamma di Louis.
"Se non fosse stato per suo figlio, il mio non avrebbe avuto bisogno di stare qui", urlò l'uomo. Harry aveva paura e si guardava in grembo e Louis non sapeva cosa fare.
"David basta", disse Sarah. Louis pensò che potesse essere una persona sgradevole e che non parlasse con Harry come avrebbe dovuto, ma sicuramente era meglio di suo marito, secondo la visione di Louis.
"Perché state tutti urlando in questo modo?", trovò il coraggio di dire Louis in mezzo alla discussione, alzandosi dal letto e guardando quelli che avrebbero dovuto essere gli adulti nella stanza. "Suo figlio è in ospedale e potrebbe anche sentirsi peggio di quello che è ma a lei non interessa"
Disse Louis ai genitori di Harry. Probabilmente anche lui stava parlando ad alta voce - tuttavia non forte come loro - ma semplicemente era stanco di sentire quella roba. Sì senti come se stesse per esplodere e per imprecare. "Cosa ne dite se tutti voi andaste via da qui e ci lasciaste da soli perché state solo facendo peggio".
"Perdonami?", la voce di David adesso si era abbassata ma non riusciva a credere che un ragazzino come Louis gli avesse parlato in quella maniera: "non osare parlarmi più con quel tono o io...".
"E lei non osi parlare a mio figlio in quella maniera", disse Fiona prendendo le parti di Louis.
Louis si sentiva in colpa per Harry che era ancora in quel letto probabilmente impazzendo in silenzio.
"Credo sia ora per tutti noi di andarcene", disse il dottore di nuovo.
"Io non vado da nessuna parte, ho..."
"Vi prego, voglio stare da solo", Harry riuscì finalmente ad aprire la bocca per parlare. Tutti quanti lo guardarono e Louis voleva solo accucciarsi in quel letto vicino a lui e abbracciarlo e portarlo via da quel posto. Sembrava devastato. I suoi genitori lo guardavano ma Harry cercò di fare del suo meglio per guardare le lenzuola bianche.
"Non lo avete sentito? Vuole stare da solo, andiamocene", disse Louis cominciando a camminare verso la porta. Per sua grande sorpresa e sollievo se ne andarono tutti e prima che Louis potessi chiudersi la porta dietro, vide il suo migliore amico ancora nella stessa posizione, guardando le lenzuola per non incontrare il suo sguardo. Louis lo sapeva, lo sapeva bene adesso, Harry non voleva nemmeno la sua di compagnia. E lo rispettò anche se gli costava molto.
~*~
Louis non sapeva come ci fosse riuscito, ma aveva avuto quello che voleva la fine della giornata anche se aveva significato che i genitori di Harry avessero cominciato ad odiarlo - ancora di più, se fosse possibile. Ma non gli importava.
Dopo essere uscito dalla stanza dell'ospedale, Sarah e David ricominciarono a discutere - facendo ciò che gli riusciva meglio per quello che sembrava - ma questa volta non fu solo tra loro, ma anche con Fiona e con Louis, che tra loro tre sembrava essere il più maturo.
Voleva ridere quando i genitori di Harry gli dissero di stare lontano da lui perché gli aveva sempre causato problemi. Louis non gli aveva causato problemi e non poteva capire perché stessero facendo la parte dei genitori che ci tenevano troppo al loro figlio, perché Louis sapeva che non era così. E lo avevano provato quando avevano detto di dover andare perché avevano del lavoro da sbrigare e che fosse inutile stare lì a discutere con un ragazzo.
Fiona cominciò ad odiarli altrettanto e non riusciva a capire come Harry fosse cresciuto in quel modo con genitori come quelli. Poi Louis disse che sarebbe rimasto in ospedale con Harry perché non poteva lasciarlo da solo. I dottori dissero che non poteva, ma forse fu per la scena che aveva creato che il dottore cambiò la sua risposta quando Louis aveva letteralmente cominciato a pregarlo di farlo rimanere con il suo migliore amico.
Erano quasi le undici di sera e Louis era sdraiato sul letto disponibile della stanza. Sarebbe stato lì solo per quella sera visto che Harry sarebbe tornato a casa il pomeriggio dopo perciò andava bene. Louis sapeva che Harry si sentiva felice sapendo che sarebbe rimasto lì con lui e sapeva anche che aveva fatto bene a non parlare dei suoi genitori perchè ad Harry non avrebbe fatto piacere. Invece passarono il resto del giorno parlando di cose varie e poi con grande sorpresa di Louis, Harry non si trattenne dal includere Charlie nella conversazione. Alle nove e mezza l'infermiera apparve nella camera per controllare i pazienti e dirgli che era ora di andare a dormire.
Ma Louis era sveglio e non perché non riuscisse ad addormentarsi visto che non c'aveva nemmeno provato, era sveglio perché voleva. Poteva essere stupido ma voleva essere sicuro che Harry si addormentasse prima di lui e voleva solo essere sicuro. Harry era sveglio e Louis sapeva che in questo caso non poteva addormentarsi.
"Lou?", sentì dopo qualche minuto.
"Harry?", rispose sussurrando, cercando di fare del suo meglio per non svegliare Charlie nel letto accanto, ma per quello che avevano capito il bambino dormiva come un sasso.
"Non riesco a dormire"
"Che c'è che non va?""Solo... Mi sento triste". Sentire questa cosa faceva male tanto quanto faceva male sapere che sua madre era solita schiaffeggiarlo quando parlava con me non avrebbe dovuto.
Decise di alzarsi dal letto e camminare verso quello di Harry. Harry si girò per guardarlo e Louis sapeva, sapeva che Harry aveva pianto e questo gli faceva del male al cuore. Sì sedette sul bordo del letto e Harry continuava a rimanere sdraiato. "Vuoi che io dorma qui?", Harry annuì e Louis sì infilo sotto le coperte mentre Harry cercava di fare del suo meglio per fargli spazio in quel piccolo letto.
Louis voleva chiedergli cosa lo rendesse triste ma non era ancora sicuro se potesse farlo, e poi, come se fosse un'alternativa, prese la mano di Harry nella sua e le poggiò sul cuscino, quando anche lui si fu sistemato, avendo Harry faccia a faccia. "Andrà tutto bene". E mosse impercettibilmente le labbra mormorando un ok e Louis sorrise:"ti amo". Pensò che fosse quello il momento giusto per ripetergli quelle parole del cui significato non era ancora sicuro, sapeva solo che erano forti e che avevano qualcosa che fare con quello che lui sentiva per Harry perché si, era il suo migliore amico. Quindi andava bene.
"Ti amo anch'io, Lou", sussurrò chiudendo gli occhi. "Ti amo anch'io...", disse tenendo stretta la mano di Louis e solo quando Louis fu sicuro che Harry si fosse addormentato si concesse di chiudere gli occhi e dormire anche lui.
:)
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