33 - Lost memories
Amare Harry come Louis lo amava era bello, perché Louis lo vedeva ovunque, nelle stelle, nel fiume, per lui, Harry era tutto ciò che esisteva; la realtà di tutto.
Harry era stata la prima persona che Louis aveva guardato con la bocca piena di 'per sempre'. Il loro amore era arrivato senza preavviso nel bel mezzo della notte, quando non c'erano stelle nel cielo e condividevano un piccolo letto.
Il loro amore era arrivato quando avevano ormai rinunciato a chiedere che arrivasse anche per loro e quello doveva far parte del suo miracolo perché in quel modo, erano stati guariti. Si baciavano come perdono, si tenevano l'un l'altro come se l'altro fosse speranza, le loro braccia erano come bende e stringevano promesse tra di loro come fiori in un libro. Avevano scritto sonetti per il sale del sudore della loro pelle e Louis aveva scritto romanzi per le cicatrici dei polsi di Harry. Avevano programmato di scrivere un dizionario con tutte le parole che avevano usato per cercare di descrivere il modo in cui ci si sente ad aver finalmente trovato qualcuno come l'altro.
Non avevano paura delle cicatrici dell'altro.
Louis sapeva che a volte, per Harry, era ancora difficile lasciargli vedere tutta la sua perfezione piena di crepe, ma Louis si assicurava sempre di fargli sapere che:
Che siano i giorni in cui bruciasse, splendendo più del sole o le notti nelle quali gli crollasse in grembo, il suo corpo rotto in mille domande, sarebbe comunque stata la cosa più bella che Louis avesse mai visto.
Lo amerà quando sarebbe stato ancora un giorno.
Lo amerà quando sarebbe stato un uragano.
Perché è facile amare qualcuno quando si è felici. Il difficile è amare qualcuno mentre piange sul pavimento del bagno alle due del mattino perché gli è crollato addosso tutto, tutto insieme. Louis aveva amato Harry in ogni secondo della loro vita insieme.
Harry era il tipo di ragazzo che aveva il potere di prendere il cuore di Louis e di spaccarlo in milioni di pezzi, di tirar fuori ogni organo dal suo corpo e di svuotare le sue vene nel pavimento del bagno... ma diavolo, Louis aveva avuto la possibilità di essere stretto da lui e non si sarebbe mai più sentito così completo.
Non si sarebbe mai più sentito così completo.
Voleva sentirsi di nuovo completo e in quel momento, ne aveva bisogno... ma il ragazzo dall'altra parte della strada non c'era e non poteva vedere con lui le stelle. Il ragazzo dall'altra parte della strada non c'era da tre giorni e Louis era vuoto e senza anima e ora pensava di sapere come ci si sentisse ad essere morti, senza effettivamente morire.
Sua madre aveva cercato di dirgli 'coraggiosa, coraggiosa creatura. Un giorno, smetterai di lasciare la porta aperta solo per persone che continuano ad andarsene'. Ma quello non era qualcosa con la quale Louis potesse sentirsi completo, inoltre, non era qualcosa nella quale Fiona credesse. Soprattutto perché Harry non era il tipo di persona che semplicemente se ne andava. Che semplicemente scompariva da un giorno all'altro senza una parola, consapevole delle conseguenze e del dolore che si sarebbe lasciato dietro. Non avrebbe ferito Louis in quel modo. Non avrebbe mai fottutamente fatto male a Louis.
Ma in realtà... quell'ultima notte che avevano trascorso insieme, tutto quello che Harry aveva fatto e detto... era stato il suo modo per dire addio senza dirlo veramente. Senza che Louis se ne rendesse conto. Louis aveva capito che un finale infelice era molto simile a lui che se ne andava. Ed era stato molto di più. Non era solo un finale infelice che già di per sé era un incubo senza fine, dove era intrappolato e quella volta voleva veramente uscirne e urlare, ma non poteva.
Voleva davvero svegliarsi nel suo letto, essendo il Louis di dieci anni che poteva sedersi in grembo a sua madre, piangendo, ascoltandola mentre sussurrava 'va tutto bene, era solo un incubo, stai bene'. E non sapeva nemmeno se avrebbe poi voluto guardare fuori, trovando un piccolo bambino seduto sul marciapiede a giocare con i fiori e a disegnare su un vecchio quaderno.
Invece, era bloccato nella sua camera da letto negli ultimi tre giorni, aveva fumato tre pacchetti di sigarette e nessuno aveva bussato alla sua porta per capire come stesse. Non aveva visto la sua famiglia dal giorno in cui si era svegliato nudo e fragile in un letto freddo, alla ricerca di qualcuno che non era sicuro che avrebbe visto di nuovo. Non aveva parlato con loro fin dal giorno in cui aveva attraversato la strada ed era stato quasi investito da un'auto per bussare alla porta di casa del suo migliore amico - fidanzato, dove non aveva ricevuto alcuna risposta. Non aveva urlato con la sua famiglia chiedendo delle spiegazioni - che non avevano - dal giorno in cui aveva provato a chiamare Harry dal suo telefono ed ogni volta era finito alla segreteria telefonica - aveva continuato a provarci ma si chiese se Harry non avesse cambiato numero.
Non sapeva come solo dopo tre giorni, fosse sicuro che Harry non sarebbe tornato, non sarebbe tornato dopo aver lasciato un Louis confuso e a pezzi, ma forse era così. Se n'era andato da tre giorni, non aveva detto una parola, le persiane di casa sua erano chiuse e non c'era alcun segno di qualcuno che ci vivesse. Era così, perché normalmente Harry non lo avrebbe fatto. Harry aveva infranto la loro promessa più importante. Quella che Louis era sicuro che non avrebbe mai infranto.
~ * ~
Il quarto giorno, le orecchie di Louis sentirono il primo suono, oltre al rumore di lui che vomitava in bagno alle due del mattino dopo aver cercato di mangiare qualcosa in cucina. Era sua madre e bussò dolcemente, chiamando Louis con un tono di voce dolce, quasi timoroso. Non disse una parola. Era furioso. Con sua madre, sua sorella, suo fratello, suo padre, con sé stesso, con Daisy, con la vecchia signora che viveva accanto a loro, con la regina, col sole, con le stelle, con l'universo... con Harry e i suoi genitori perché li odiava. Non Harry... amava Harry più che mai, ma era furioso.
Aprì la porta - perché dopo tutto non era mai stata chiusa, Louis se n'era dimenticato la prima volta che l'aveva aperta nel mezzo della notte per andare in cucina, ma aveva finito per aprire la porta e richiuderla perché aveva visto Daisy sdraiata sul pavimento, guardandolo come se sapesse tutto e stesse solo aspettando il momento in cui l'avrebbe lasciata entrare per dargli un po' di conforto - ed entrò.
Louis non si preoccupò nemmeno di guardarla, rimase sdraiato sul letto, guardando il comodino - più che altro guardando la cornice che vi era sopra, con la foto di due ragazzi sorridenti - senza alcuna espressione.
Fiona parlò, disse qualcosa e la preoccupazione era scritto sul suo viso, ma Louis non prestò più di tanta attenzione. Non gli importava, non gli importava di nulla, perché un piccolo pezzo di lui aveva ancora speranza, continuava a pensare che Harry sarebbe tornato da lui dopo quei lunghi giorni.
"Louis, per favore, ascoltami", tentò ancora una volta, ora avvicinandosi, anche lei sull'orlo del pianto. Aveva pianto. Aveva pianto non solo per come Louis l'aveva guardata con occhi asciutti, ma pieni di tristezza, dicendole che Harry non fosse lì; aveva pianto anche perché era come se Harry fosse stato un'illusione per tutti loro, perché aveva mai detto addio e non aveva una risposta alle lacrime di Louis, 'perché mi ha lasciato così distrutto?'
"Tesoro", Fiona si sedette sul bordo del letto. Le sembrava di essere stata la peggior madre in quegli ultimi quattro giorni e questo, la stava uccidendo - in realtà, stava uccidendo tutta la famiglia perché non avevano la loro ancora lì, Harry.
"Sono qui, sai?", posò la mano libera sopra la spalla e Louis non la sentiva, pensava solo 'tu sei qui e lui no,, questo letto sembra vuoto... come me'.
"Riesci a sentirmi? Riesci a sentire che sono qui?", chiese dolcemente, trattenendosi. Gli occhi di Louis erano aperti, ma in realtà era come se stesse dormendo.
"Solo, Lo -"
"Sto ascoltando."
"Oh", disse semplicemente, inghiottendo sentendo la voce di Louis. Non sembrava nemmeno lui ed era grata che la stanza fosse buia così da non poter vedere come fosse il suo aspetto. Perché aveva perso qualche chilo, continuava ad avere incubi che gli facevano perdere il sonno, la notte era un inferno e il giorno era suo nemico e semplicemente non era una persona. Ne era stato una con Harry ora era solo una metà.
"Non so come...", sospirò che non c'era niente da dire in quel momento, ecco perché tutti si erano tenuti lontani da Louis, non avevano neanche provato a farlo sentire meglio, perché semplicemente loro, non potevano. Nessuno poteva capire, la casa era costantemente silenziosa e nessuno osava ridere o menzionare il suo nome.
"Ho aperto la cassetta delle lettere e... c'era questa lettera lì. Credo che sia stata lì per questi ultimi quattro giorni perché nessuno l'ha controllata e... la scrittura è fa-familiare", disse tristemente, tenendo la lettera in mano.
"Non mi importa".
Non insistette. Si alzò, Louis la vide mettere quella cosa accanto alla foto che stava fissando, Louis era sicuro che fosse quasi in lacrime ma non disse nulla ed era anche sicuro di averla sentita dire 'ti importa, ti importa talmente tanto che ti sembrerà di sanguinare per quel dolore'.
~ * ~
Il sesto giorno, Louis decise di aprire la lettera.
L'esterno della sua finestra ricordava un giorno così felice e normale, il sole splendeva così luminoso, sentì dei bambini in strada - Peter non era lì con i suoi amici - e poteva persino sentire Zoe parlare al telefono con qualcuno, una cosa che faceva di solito ogni giorno ed era invece la prima volta che Louis la sentiva in quei giorni passati.
Ma comunque Louis era ancora triste e non si era più svegliato - si era mai veramente addormentato? - accanto a un bellissimo ragazzo dai capelli ricci, non aveva nessuno con cui fare una passeggiata in quella calda giornata, nessuno che lo baciasse e che gli dicesse quanto fosse speciale e... non c'era quella persona che giocava con il braccialetto che aveva al polso. Oh, il braccialetto che non aveva mai pensato di togliere, nemmeno in quel momento.
Aveva provato a richiamare Harry come ogni mattina, persino scrivendogli 'ti amerò sempre', ma non c'era stata alcuna risposta. Di nuovo. Guardò fuori dalla finestra, lo stomaco che gli doleva e gli occhi erano pesanti ma quando vide quel cartello, che non ricordava di aver visto da quando aveva sette anni, sull'erba della casa davanti a lui, 'in vendita', era il suo cuore a dolere e questo era ancora peggio.
Prese un respiro profondo e si sedette di nuovo sul letto, sul lato che non era nemmeno il suo - e non lo sarebbe mai stato - e la prese dallo stesso posto in cui era da quando Fiona era entrata in camera.
Non aveva più energie, solo sollevare il braccio era una tortura e sapeva che non fosse un bene, ma almeno se fosse morto, avrebbe letto quello che Harry gli aveva lasciato, pensò. Forse ci sarebbero state delle spiegazioni.
'Forse è lui a dire che mi dice semplicemente che è andato in vacanza per una settimana perché i suoi genitori lo hanno costretto, quindi tornerà domani e io sono qui depresso per niente', pensò Louis. Ma sapeva che non fosse così. Qualcosa non andava. Qualcosa non andava da molto tempo, lui era semplicemente stato troppo felice per notarlo.
Non esitò quando aprì la lettera e la tirò fuori. La carta era familiare ed era strappata in alcuni punti - 'il suo diario', pensò Louis. Esitò un attimo, solo quando iniziò a leggere perché rimase minuti, lunghi minuti, guardando le prime tre parole.
Ciao amore mio,
Louis fece un respiro profondo e continuò a leggere la scrittura a mano familiare e perfettamente disegnata.
Vorrei avere le parole per articolare quanto tu sia realmente restante (che poi, è davvero una parola?) tu sia per me.
Vorrei poterti dirti quanto sei importante per me, come meriti davvero, con la giusta scelta di parole e che suonassero bene come se ti stessi cantando una poesia.
Hai le margherite piantate nel tuo sorriso, e la bellezza dell'alba in ogni risata. Tu crei dipendenza, tanto quanto gli antidolorifici; potrei scommettere che ci siano i fulmini che ti scorrono nelle vene.
Vorrei poterti dirti queste cose senza l'aiuto di penna e carta, ma in qualche modo non posso.
Sei stato sempre quello che aveva più parole da dire, quelle giuste... Io mi sono solo limitato a scrivere tutto.
Non ti preoccupare, sei ancora mio per eterno diritto, perché ho scritto la nostra storia su un foglio e lo terrò con me finché respiro, finché la tua anima sarà con me nella notte. Tu mi hai toccato in così tanti modi, hai toccato il mio cuore, hai toccato la mia anima, le mie mani, le mie labbra, il mio corpo... hai cambiato la mia vita, i miei obiettivi, mi hai fatto credere che sognare fosse giusto e che è ancora meglio quando hai qualcuno con cui condividerlo, mi hai fatto voler essere una persona e mi ha fatto credere di avere il diritto di essere felice perché sono umano e siamo vivi e respiriamo e siamo bellissimi.
Tu mi hai insegnato che l'amore è cieco e ogni volta che puntavi il dito verso la luna, io guardavo la tua mano... proprio come tu facevi con me. E sì, sì, dannatamente sì, sei abbastanza bello per i miei occhi... sei anche troppo bello per i miei occhi e brillano ogni volta che ti guardo e mi addormenterò sempre stringendo il cuscino, desiderando che sia tu.
Ho baciato le tue labbra, tenuto la tua mano, ho condiviso i tuoi sogni, il tuo letto, conosco il tuo odore e sono dipendente da te. Crei così tanta dipendenza Louis...
Louis.
Il mio bellissimo Louis.
Hai sempre detto che ti ringraziavo troppe volte, ma penso, invece, di non averti mai ringraziato abbastanza, come non ti ho mai parlato dei miei sentimenti come avrei sempre dovuto fare. Ma ho sempre fatto del mio meglio perché volevo essere il meglio per te. Tu, che mi hai visto piangere, sorridere e addormentarmi, tu che conosci le mie paure e mi ha aiutato a camminargli accanto mentre mi ripetevi che sono coraggioso...
E io sono coraggioso Louis, ti credo.
E mentre vai avanti, ricordati di me, ricordati di noi. Fai finta di volerlo, non reagire. Passerei una vita con te se fosse possibile, giuro che è la verità, perché tra vent'anni mi ricorderò di te, di noi, e non mi spaventa affatto. Tra vent'anni non sarò ancora in grado di vivere senza di te perché continuerò a respirare con l'idea che avrei dovuto baciarti più a lungo...
Puoi avere la mia lista dei desideri, perché quelle cose erano tutte destinate ad essere condivise con te... ma sono grato di poter spuntare l'ultima cosa sull'elenco perché alla fine ci siamo davvero innamorati l'uno dell'altro.
Grazie, Louis.
È tutto.
Quello era tutto quello che Harry aveva scritto per Louis. Non c'era nessuna spiegazione, non c'erano scuse... c'era solo qualcosa per la quale Louis si coprì la bocca con le mani per ovattare i singhiozzi ed esserne ossessionato al punto di rileggere quel foglio due, tre volte... tutte le volte di cui aveva bisogno per memorizzare ogni dettaglio. Le volte di cui aveva bisogno per assicurarsi che non gli fosse sfuggito nulla, forse un segno o un messaggio nascosto...
Non c'era niente.
Solo, all'interno della busta, la lista dei desideri che Louis non aveva mai potuto leggere fino alla fine e una foto. La foto che aveva scattato con la sua Polaroid, baciando quelle labbra rosse e bellissime, delle quali non sentirà mai più il tocco e il sapore. Sul retro c'era scritto, 'Me ne ricorderò sempre', e quello era tutto.
Louis aveva bisogno di qualcuno che lo stringesse, Louis si sentiva così a pezzi perché... Harry de n'era andato. Se n'era andato senza aver detto veramente 'addio', aveva lasciato Louis con il dolore, non avendo nemmeno un'idea di dove potesse essere. Louis non avrebbe avuto quel dolce ragazzo accanto a lui per cantare insieme le loro canzoni preferite, non avrebbe quel bel ragazzo che gli sussurrava dolci niente e che gli baciava il collo in quel modo... quel modo che solo Harry era in grado di fare. Il modo in cui solo Harry sarebbe mai riuscito a far sentire Louis.
L'universo aveva fatto una cosa crudele nei confronti di Louis ma Louis non si sentiva più arrabbiato. Dopo quasi una settimana, non si sentiva arrabbiato. Si sentiva triste. Così triste da sentirsi come se lo stessero strozzando, perché ci teneva, come aveva detto sua madre, 'ci teneva così tanto che avrebbe sanguinato per il dolore'.
L'universo aveva portato Harry lontano da Louis in un battito di ciglia.
Louis cedette e scese al piano inferiore, nel posto più probabile dove sua madre potesse essere e la vide appoggiata contro il bancone, guardandolo con gli occhi pieni di tristezza.
E lei sapeva.
Louis corse verso di lei e si lasciò andare. Non lo abbracciò come avrebbe fatto Harry, ma come Louis aveva bisogno proprio in quel momento.
Anche lui ruppe una promessa perché se Harry poteva, anche lui poteva. Scoppiò a piangere, scoppiò a piangere per Harry. Aveva promesso di non farlo perché era sicuro che Harry non lo avrebbe mai fatto piangere in quel modo... era sbagliato così tanto, ma Harry lo sapeva, per questo aveva fatto promettere Louis. Promettere qualcosa che Louis non avrebbe mai potuto promettere se avesse saputo quello che sarebbe successo.
Le lacrime di Louis erano piene di tutti quei momenti che avevano passato insieme, di un piccolo Louis che regalava a Harry una margherita per poter iniziare a parlare con lui, di due ragazzi che non conoscevano il significato della vita avendo prima del loro primo bacio, di un Harry goffo caduto nel lago e di un Louis in preda al panico che lo aveva salvato, di un Harry pallido sdraiato su un letto d'ospedale e un Louis distrutto che gli ripeteva quanto lo amasse. Erano piene di un Harry felice che regalava un piccolo gattino ad un Louis che si stava lentamente innamorando di lui, di un Harry a pezzi con i polsi sanguinanti che piangeva nel suo bagno con un Louis disperato che lo stringeva, di un Harry triste che ascoltava un Louis spaventato dirgli quanto veramente lo volesse e di due ragazzi che facevano l'amore in un groviglio di lenzuola bianche, sussurrandosi l'un l'altro promesse infrante.
Le lacrime di Louis erano piene di tutti quei ricordi perduti.
Buongiorno splendori!!!
Ebbene si. Siamo arrivati alla fine di questo libro, ma non è finito, né il libro, né oggi!
Il dolore dura ancora poco, ve lo prometto!
Se siete state così veloci, ci vediamo tra pochissimo con il prologo!!
Per tutte le altre che arriveranno tardi, il prologo e il primo capito del sequel "Built Memories", sono già su a questo link:
http://my.w.tt/UiNb/4dY4eCYfTD
-A.
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