31 - And so much more
'Posso venire ora?', Louis lesse il messaggio di Harry e si accigliò subito. Sarebbe dovuto arrivare dopo un'ora e Louis si aspettava solo il peggio. Fu grato che fosse tutto pronto e non dovesse dire di no a Harry.
'Certo, ma è tutto ok?', rispose, ricevendo subito la risposta:'Sì, ho solo tanta voglia di vederti adesso'. Louis ormai era abituato abituato a quel tipo di risposte, ma non per quellosignificava che tutte quelle farfalle che sentiva nel petto ogni volta che leggeva qualcosa di incredibilmente adorabile da parte di Harry, fossero morte. Gli piaceva pensare che Harry fosse così attaccato a lui che adesso, ogni ora che passava lontano dal suo migliore amico diventasse sempre più difficile per lui respirare.
'Ti amo', Louis decise di mandare anche sapendo che in quel momento Harry stesse attraversando la strada, diretto verso la sua porta d'ingresso e non avrebbe risposto né visto il messaggio.
Louis si sdraiò sul letto, le mani sotto la testa come cuscino e guardò il soffitto per qualche secondo prima di chiudere gli occhi e prepararsi ad avere l'amore della sua vita accanto a lui. Non è che avesse bisogno di prepararsi, ma sentiva che per Harry fosse davvero una gran cosa essergli vicino. E si sentiva fortunato. Perché era ancora lì, si amavano ancora ogni giorno - sempre di più ogni giorno - aveva appena cominciato ad essere una cosa normale, avere la persona che gli faceva battere il cuore così forte, quando non voleva proprio che battesse. Ma lui, faceva venire a Louis voglia di vivere. Quella persona che Louis non si aspettava sarebbe sempre stata buona e gentile e premurosa, perché sapeva che ci sarebbero stati momenti in cui sarebbe stato freddo e senza pensare e difficile da capire. Ma Louis non se ne sarebbe andato, Louis avrebbe lottato per capire.
Sente un peso caldo e benvenuto muoversi sopra di lui e aprì subito gli occhi, inconsapevole di quanto tempo li avesse tenuti chiusi. Vide Harry sorridere immediatamente, i capelli che gli ricadevano sulla fronte, davanti alle loro facce e Louis li spostò con un gesto semplice e dolce, mettendoli dietro l'orecchio di Harry.
"Ciao".
"Ti amo", rispose Louis e non aveva bisogno che Harry,dicesse la stessa cosa naturalmente, specialmente quando iniziava a ridacchiare e nasconde il viso nell'incavo del collo di Louis, lasciandosi cadere con tutto il corpo sopra quello di Louis, toccandosi finalmente.
Tutto il loro corpo era a contatto con quello dell'altro e wow, ora - probabilmente non solo ora - Louis si rese conto che non voleva che il corpo di Harry toccasse il suo in quel modo quando desiderava fare sesso con lui... non l'avevano ancora fatto da quando erano tornati dalla loro vacanza. Basta sessioni di baci, che a volte diventavano i coro corpi nudi sui loro letti in un caos di sperma perché finiva sempre per essere troppo da gestire. O perché uno dei due aveva deciso di mettere le mani dentro le mutande dell'altro e bastavano tre stoccare perché l'altro venisse perché era sempre troppo. Troppo quando avevano bisogno e volevano più del necessario. Era ironico ma Louis non andava di fretta e sperava che per Harry fosse lo stesso. Finché fosse riuscito a sentirlo vicino, sentirlo vicino fino al punto di sapere che 'è vivo ed è qui per me', andava bene.
"Sei qui", sussurrò Harry baciando il collo di Louis.
"Ovviamente..."
"Ti sei fatto fatto una doccia senza di me", Harry mise il broncio e morse leggermente la pelle di Louis per punizione, per poi guardare il ragazzo più grande direttamente in faccia.
"Scusami, puzzavo", Louis lasciò un bacio sulla fronte di Harry, ma il ragazzo più piccolo si allontanò e corrugò la fronte.
"Beh, come se per te quello fosse mai stato un problema quando stiamo insieme". Louis rise, ma Harry cercò di trattenere le sue:"Pensavo che avremmo potuto farne una insieme prima di cena, ma apparentemente non sarà la giornata della doccia per Harry", disse con la voce più infantile che riuscì a fare.
"Oh, sta zitto, vuoi fare la doccia con me, solo per vedermi nudo e fare cose mentre sono nudo".
"Non dire cose del genere, pervertito!", le guance di Harry diventarono di una tonalità di rosso e nascose il viso sulla clavicola di Louis.
Louis ridacchiò e afferrò Harry dalla vita per cambiare posizione, salendogli sopra, mentre il ragazzo riccio lo guardava arrossito e colto di sorpresa contro il materasso. Le sue labbra erano schiuse e rosse come quando Louis lo baciava a lungo. Così Louis si morse le sue, traccianado con la lingua quello inferiore.
"Quanti anni hai? No seriamente", sussurrò sporgendosi appena in avanti. Vide il pomo d'Adamo di Harry muoverglisi in gola mentre ingoiava e si sentì vittorioso per questo. Harry grugnì e cercò di girare la testa di lato per non dover guardare Louis, con ancora le guancie rosse, ma Louis non glielo permise, afferrandogli il mento con una mano, raggiungendo appena anche le guance con le dita.
"Baciami Lou...", il tono di Harry era letteralmente quello di qualcuno che stava implorando e Louis non potè far altro che sorridere.
Louis scosse la testa:"Non mi hai risposto", Harry roteò gli occhi e Louis gli strinse il mento:"non girare gli occhi con me, piccolo".
"A quanto pare mi stai trattando come se avessi dieci anni".
"Oh no... no, se avessi dieci non avrei potuto fare questo", disse Louis a bassa voce e si avvicinò per premere un bacio sulle labbra di Harry:"né questo", traccia con la lingua le labbra di Harry e prese quello inferiore tra i denti, baciandole ancora una volta:"men che meno questo", finì roteando i fianchi, il suo bacino a strusciare contro quello di Harry, mentre passava le mani sul suo petto.
Guardò come Harry si prese il suo labbro tra i denti, serrando gli occhi. A Louis non importò quando lo baciò ancora una volta facendo gemere il ragazzo tra di loro.
"Allora quanti anni hai, Harry?"
"Di- diciotto", disse sussultando quando Louis roteò i fianchi invece che muovendoli avanti e indietro quella volta. Louis ridacchiò e gli baciò la guancia prima di fermare i movimenti e di posare la testa sul petto di Harry.
"Tutta questa stronzata era per farmi dire quanti anni ho, anche se già lo sai perfettamente?"
"Stai imprecando, forse?", Louis si finse scioccato alzando la testa:"Vorrà dire che dovrò punirti".
"Come hai detto tu... non ho dieci anni, quindi non sono un bambino", gli fece l'occhiolino
"Bastardo."
"No sei tu il bastardo, che mi costringi a scendere al piano di sotto con un'erezione nelle mutande".
"Problema tuo, non mio", Louis scrollò le spalle e Harry sbuffò quando Louis strusciò un'altra volta i fianchi, prima saltar giù dal letto.
Quando Harry stava per controbattere - non proprio su quella frase, ma più per il fatto che non avesse più alcun contatto con il ragazzo dagli occhi azzurri - qualcuno bussò alla porta. Louis lasciò che la persona entrasse e comparve Zoe.
"Mamma ci sta chiamando, ha bisogno di aiuto in cucina", disse alzando le sopracciglia, ma ancora sorridendo quando vide Harry sdraiato sul letto con Louis seduto accanto a lui.
"Certo, arriviamo!", disse Louis alzandosi e quando Zoe scomparve Harry grugnì di nuovo sul letto.
"Dai muoviti pigrone!".
"Sì... pigro...", sbruffò alzandosi e camminò con non poche difficoltà verso la porta. Louis rise e gli diede una pacca sul sedere, che era solo un altro motivo per cui Harry avrebbe voluto prenderlo a schiaffi in quel momento.
~ * ~
"Allora avete pensato a cosa fare dopo il diploma?", chiese Carl mentre Fiona e Zoe portavano i piatti in cucina per prendere la frutta come dessert, con l'aiuto di Peter.
Fiona guardò suo marito per aver tirato fuori l'argomento, ma senza commentare niente ad alta voce.
"Ne abbiamo parlato una volta, no, Harry?", Louis guardò il ragazzo più piccolo.
"Erm, sì", Harry guardò Carl rispondendo a Louis.
"Ormai manca un mese, dobbiamo cominciare a pensarci seriamente", continuò Carl:"rimarrete insieme?"
"Ovviamente", rispose Louis subito. La verità era che non ne avevano più parlato da quella sera durante la loro vacanza, quando tutto sembrava un buon piano. Era un buon piano e Louis voleva ancora seguirlo, sapeva che lo avrebbero fatto perché Harry gliel'aveva promesso, se l'erano promessi l'un l'altro. Era solo spaventato... gli sembra così vicino, Louis riusciva quasi a vedere se stesso e Harry a Londra, studiare e con un appartamento tutto loro. Lontano, solo loro due ed era perfetto, sarebbero stati ancora insieme... ma nella vita sembrava più difficile che nei suoi pensieri.
"Non è così che funziona, Louis", disse Carl e Louis sentì il cuore battergli nel petto. Guardò torvo suo padre, quello era ciò di cui aveva paura:"dovete pensarci davvero bene. Parlarne anche con noi... e anche con i tuoi genitori Harry", guardò velocemente il ragazzo prima di rivolgersi a suo figlio.
"Deve essere una nostra scelta papà, non abbiamo bisogno del vostro permesso, adesso siamo adulti".
"Non essere infantile allora, è del vostro futuro che stiamo parlando. Dovete sapere cosa studierete, dove vorrete andate, qual è la cosa migliore per voi. Dobbiamo discuterne seriamente e-"
"Troveremo un appartamento a Londra, io prenderò teatro e Harry è indeciso tra fotografia, psicologia e giornalismo. Ma prima di allora ne sarà sicuro, non hai niente a che vedere con tutto questo", Louis sentì Harry irrigidirsi accanto a lui, continuando a non dire una parola, ma intrecciando le loro mani sotto il tavolo, per calmare il ragazzo più piccolo.
"Che succederà se non andrai all'università che hai deciso? Come farete a rimanere insieme? Dove troverai i soldi? Saremo noi a pagare per tutto Louis, quindi dobbiamo automaticamente essere consapevoli della tua decisione. Anche Harry ha i suoi genitori e sapete bene che non sono tra le persone più amichevoli, pensi che glielo permetteranno?", Harry strinse la mano di Louis e continuò a guardare in basso mordendosi il labbro inferiore.
"Non osare parlare di loro come se Harry non fosse qui", disse Louis un po' più forte del tono con il quale stava parlando suo padre.
"Non ti permettere di parlarmi in quella maniera allora", Harry sussultò per il tono ancora più forte di Carl e Louis non pensò nemmeno a rispondere a suo padre, ma guardò subito di lato lato per vedere Harry quasi in lacrime.
"Che cosa sta succedendo qui?", comparve Fiona.
"Tuo figlio non riesce ad avere una conversazione da adulto perché non è capace di pensare come uno di loro", Louis guardò furioso suo padre, stringendo un lato della sedia con la mano che non era intrecciata con quella di Harry.
"Harry, tesoro, stai bene?", Fiona si abbassò vicino alla sedia di Harry, ignorando il commento di Carl e mettendo la mano dietro la sua schiena. Harry annuì e Louis lo sentì sussurrare un debole 'si'.
"Non c'è bisogno di litigare per questo argomento, non si può parlare a menti fredde, oltre al fatto che, Carl, è anche tuo figlio".
Il padre di Louis sospirò e puntò i gomiti sul tavolo passandosi le mani sulla faccia:"Stavamo parlando normalmente-"
"Finché non hai parlato dei genitori di Harry", lo interruppe Louis.
"Carl!", Fiona guardò suo marito, ferita.
"Io non -"
"Va bene", parlò Harry, con la testa alta quella volta e provò a fare del suo meglio per offrirgli un timido sorriso:"solo che evitiamo questo argomento adesso... mi dispiace, ma... non litigate, ok?".
Carl sospirò ancora una volta e annuì, forse rimpiangendo un po' come fossero degenerate le cose, per aver fatto quello a Harry. Louis gli strinse ancora di più la mano, disegnando cerchi invisibili con il pollice sul dorso.
Fiona guardò attentamente il gesto, ma continuò a stringere la spalla di Harry con la sua mano.
"Mamma, possiamo andare adesso?", chiese Louis piano quella volta, guardando sua madre. Harry tra loro e Louis in quel momento, lo voleva solo per se stesso, perché sapeva che stesse pensando troppo. A Louis non piaceva quando succedeva, specialmente quando non sapeva cosa stesse pensando.
Fiona annuì e gli rivolse uno sguardo dispiaciuto. Carl non ebbe il coraggio di dire una parola, così Louis si alzò sempre tenendo la mano di Harry per aiutarlo ad alzarsi e dirigendosi verso la porta d'ingresso.
"Dove stiamo andando?", chiese Harry, la voce un po' più alta di prima. O perché stava cercando di continuare ad essere coraggioso e dimenticare tutto o perché ora era da solo con Louis e si stava calmando.
"Vedrai", Louis gli sorrise chiudendosi la porta dietro e porta il suo migliore amico verso il marciapiede, ancora con le mani incastrate come facevano quando erano bambini.
"Stai bene? Mi dispiace per quello che è successo, mi sento così -"
"Dimenticatelo Louis. Va tutto bene", Harry lo guardò e non sembrava né di aspetto, né dalla voce, il ragazzo che era quasi in lacrime seduto al tavolo da pranzo.
"Smettila di farlo", Louis sospirò, guardando il marciapiede, nessuno dei due osava smettere di camminare.
"Fare cosa?"
"Questo. Come se stare male, andasse bene. Come ci fossi così abituato da consideralo normale. Non va bene Harry, te lo dico sempre. Va bene piangere perché ci sono qui io per asciugare le tue lacrime e tenere lontani i brutti pensieri, ma non va bene sentirsi una merda e dire il contrario perché purtroppo non riesco ancora a leggerti nella mente... almeno non tutta la tua mente. Odio sapere che mi stai mentendo e che non posso aiutarti perché mi stai allontanando. Non mi allontanerai più, Harry... l'hai già fatto, lo hai fatto quando eravamo più piccoli... ma adesso non più. non lo farai ancora".
Louis fu costretto a fermarsi quando Harry gli strinse la mano ancora più forte, fermandosi al centro della strada. Prese le guance di Louis con entrambe le mani e unì velocemente le loro fronti.
"Va bene", sospirò e Louis era un po' sorpreso, ma niente gli impedì di sentire la solita stretta allo stomaco ed il sollievo nel vedere l'espressione più rilassata di Harry.
"Ti bacerò adesso", disse Harry e Louis non doveva acconsentire - non era nemmeno qualcosa su cui doveva riflettere, era solo un'affermazione - perché Harry unì le loro labbra ancor prima che potesse anche solo annuire.
Il bacio fu lento, dolce e senza fretta. Era come un bacio di 'arrivederci', del 'buon giorno', di 'ti amo', di 'ti voglio nella mia vita' dovrebbe essere . E il modo in cui Harry accarezzò gli zigomi di Louis mentre si muovevano in perfetta sincronia e il modo in cui Louis posò le mani sui suoi fianchi per avvicinarselo, diceva che si, lo avevano fatto molte volte prima, ma anche che erano ancora eccitati come se fosse la prima.
Quando si allontanarono, Louis sorrise a Harry e gli baciò la guancia prima di dire un 'molto meglio' e allacciò le loro dita di nuovo insieme per continuare a camminare.
Non parlarono, non c'era comunque nient'altro da dire - almeno non era quello il momento di dirlo - ma non ne avevano veramente bisogno. Era una sera abbastanza calda, c'era solo quel tipo di silenzio con i rumori leggeri e tranquilli dell'ambiente circostante, dalla strada, in sottofondo. Il cielo portava nostalgia perché non era coperto da un manto di stelle e metà della luna era nascosta tra le nuvole che la primavera offriva. Ma era proprio il momento giusto dell'anno, l'ora giusta per fare quella passeggiata familiare e forse era per quello che Harry non sentì il bisogno di parlare, per chiedere di nuovo dove stessero andando.
Quando raggiunsero il piccolo giardino, quel giardino così familiare dove avevano tanti ricordi, Harry dovette fermarsi e Louis era sicuro che fosse per essere in grado di respirare correttamente.
"Lou... che hai fatto?", chiese Harry, non staccando gli occhi dall'albero sotto il quale di solito si sedevano quando andavano lì. I suoi occhi brillavano delle luci delle candele che Louis aveva messo sopra la grande coperta - sapeva che non sarebbero durate molto a lungo, nonostante fossero di dimensioni medie.
"Solo una piccola cosa..."
"Ma- ma perché?"
"Perché volevo".
"Ma tu non sei nemmeno dentro"
"Vieni dai", lo interruppe Louis un po' troppo eccitato e le sue mani potevano stare sudando in quel momento e lui poteva stare tremando, ma spinse Harry insieme a sé, camminando verso l'albero per andare a sedervisi sotto.
Harry ridacchiò per l'espressione di Louis e il modo in cui non riusciva a rimanere fermo e seduto sulla coperta - stanno correndo il pericolo di mandare tutto a fuoco - ma non riuscì a nascondere il suo cipiglio per la confusione nella quale stava navigando in quel momento.
"Perché stai tipo... saltando?"
"Perché questa cosa è strana", disse Louis e lo era veramente. Anche la sua espressione lo era, erano seduti in stile indiano, fianco a fianco sotto un albero, con le candele intorno a loro e Louis non era la persona più romantica del mondo, soprattutto in quel genere di cose:"non so cosa fare..."
"Erm... nemmeno io", Harry sollevò un sopracciglio
"Giusto", disse Louis:"Oh", disse più piano:"si, giusto", improvvisamente lo colpì il perché avesse fatto tutto quello:"questo è davvero stupido".
"Sì."
"Non le faccio nemmeno questo tipo di cose".
"Lo so".
"Io non so ballare".
"Tu... non...?"
"Non vado nemmeno ai balli", Louis continuò ad ignorare di stare parlando ad alta voce e che Harry gli stesse rispondendo piuttosto confuso.
"Tu... cosa?"
"Io -", Louis guardò Harry e gli si spalancò la bocca:"cazzo no. Aspetta", alzò un dito già nel panico:"Non è così che lo avevo immaginato".
"Louis..."
"Zitto. No, dimenticatelo, devo chiedertelo per bene. Vuoi venire al ballo con me?"
"Louis...", disse Harry più forte spalancando gli occhi e Louis dovette tirarsi uno schiaffo in faccia perchè stava farneticando invece di dire le cose come avrebbe voluto.
"NO!", quasi urlò:"Dimenticati anche questo", si voltò:"mi serve il fiore". Si girò di nuovo verso Harry per la seconda volta e gli porse la rosa rossa che aveva accanto a lui, le mani che tremavano e con l'espressione sul viso più stupida che avesse mai avuto.
"Vuoi?"
"Lo -"
"Verrai al ballo con me?", Louis serrò gli occhi e ci fu silenzio.
"Ho sfanculato tutto. Non posso crederci", rise istericamente lasciando che la rosa gli cadesse in grembo, scuotendo la testa e portandosi le mani tra i capelli.
"Oh mio Dio, sono la persona peggiore di sempre".
"Si".
"Grazie per concordare con me su questo, amo tutto il tuo supporto".
"No. Intendevo, si vengo, Louis".
Louis alzò la testa e guardò il ragazzo che gli stava sorridendo ampiamente:"Tu...".
"Ne dubitavi forse?"
"No... cioè, dopo questa catastrofe si. Sono un disastro totale. Avevo tutto pianificato in testa e ho fatto un casino".
"Come sempre."
"Si, come sempre."
"E' per questo che ti amo. Anche questo genere di cose devono portare la tua firma", Harry ridacchiò ma si avvicinò a Louis, che si stava ancora prendendo in giro sotto voce e guardando in basso, strappando ciuffetti d'erba con le dita.
"Una firma piuttosto incasinata", sussurrò Louis amaramente. Nel momento in cui era pronto per gettarsi addosso altro odio, sentì Harry mettere la sua mano sopra quella con cui stava strappando l'erba.
"Hey", fece si che Louis lo guardasse, tirandogli su il viso dal mento:"mi hai sentito? Ti amo Louis e verrò con te", gli offrì un piccolo sorriso:"ora, credo che questa mi appartenga", prese la rosa dal grembo di Louis per guardarla meglio e poi si rivolse a Louis ancora una volta:"non è colpa dell'erba se non sai essere romantico".
"Oh, ma tu non mi aiuti...", Harry fece scontrare le loro labbra in modo più voglioso e impacciato di prima. Posò la rosa accanto a loro e afferrò Louis da dietro il collo, spostando la testa a destra e a sinistra, concentrandosi sul modo in cui le loro labbra si muovevano insieme.
"Hmm, mi piace quando mi zittisci in questo modo", Louis ghignò e Harry roteò gli occhi:"le tue tecniche di bacio sono migliorate molto negli ultimi mesi", Louis continuò a fissare le labbra polpose di Harry, tracciandone il profilo con il pollice e mordendosi le proprie, ammirandole. "E' meglio se mi baci di nuovo perché potrei ricominciare a farneticare sul disastro di prima e-" e non ebbe bisogno nemmeno di finire la frase... perché dopo aver roteato gli occhi per la seconda volta, Harry stava baciando il labbro più sottile di Louis come se non l'avesse fatto pochi secondi prima.
Ed era davvero sconvolgente quanto lo desiderasse, sempre, Louis lo sentiva, il modo in cui lo baciava sempre così appassionatamente, sempre volendo più di quello che Louis poteva effettivamente dargli. Louis avrebbe voluto potergli dare tutto, ma gli dava comunque abbastanza e Harry ne era davvero grato.
Posò con cautela la mano sul fianco di Louis e quella che precedentemente era dietro al suo collo, salì un po' più su, accarezzandogli i capelli. Harry distese i muscoli, avvicinandosi ancora di più al corpo di Louis e il ragazzo più grande, capendo le sue intenzioni, si lasciò cadere all'indietro, prestando la minima attenzione necessaria alle candele e portando Harry con sé, sopra di lui.
Harry continuò a baciarlo e Louis lo lasciò guidare, anche se di solito era lui al comando. Aprì la bocca così che Harry potesse assaporarlo con la sua lingua, succhiando poi il labbro inferiore di Louis. E Louis si innamorò ancora di più senza accorgersene perché Harry continuava con i solito tocchi gentili sul fianco di Louis, accarezzandogli le ciocche di capelli castane ed era ancora così delicato nonostante il bacio selvaggio e bagnato.
Harry si allontanò appena, senza fiato ed erano letteralmente a corto di aria nei polmoni per quel lungo bacio, ma a Louis non poteva importare di meno se fosse morto in quel momento, perché era così felice e così tanto innamorato.
Poggiò la fronte contro quella di Louis, tenendo gli occhi chiusi, respirando pesantemente sulle labbra del ragazzo dagli occhi azzurri:"Non riesco a credere che ti porterò al ballo", Louis sorrise e si assicurò di tenere gli occhi aperti per ammirare il suo ragazzo sopra di lui. Viaggiò con la mano dalla schiena forte di Harry fino alla sua frangia, spostandogli i capelli dietro l'orecchio.
"Non riesco a credere che tu mi abbia invitato".
"Certo che ti ho invitato."
"Sono solo grato di non doverti invitare io", ridacchiò.
"Stavi per invitarmi?", Louis sorrise affettuoso e non gli importava del peso di Harry contro il suo corpo, dato che non stava sorreggendo il proprio peso.
"Certo. Ma sarebbe andata ancora peggio di quanto non sia andata con te", Harry rise e finalmente aprì gli occhi, lasciando che il verde incontrasse il blue.
"Dici?"
"Ne sono certo", sussurrò Harry e continuarono a guardarsi l'un l'altro e forse si baciarono altre volte ancora finché Harry decise rotolare via dal corpo di Louis per poi sdraiarsi accanto a lui. La testa sulla spalla di Louis, la sua mano sul petto e Louis lo stava tenendo dalla vita.
"Harry?", disse Louis dopo essere rimasto a rilassarsi guardando l'albero e gli spazi tra i rami dai quali si vedeva il cielo scuro, mentre giocava con i riccioli di Harry. Sapeva che il ragazzo più piccolo aveva aperto e chiuso gli occhi diverse volte e che lo stava guardando.
"Louis?"
"Vuoi ancora venire a Londra con me? Come... come avevamo già detto?", chiese Louis e tra loro per qualche secondo ci fu silenzio e Louis non ebbe il coraggio di guardare giù verso Harry. "Voglio dire, possiamo cambiare i nostri piani se preferisci. Ma mio padre ha ragione, dobbiamo parlare dell'università e roba varia... Ma spero che tu mi voglia ancora nella tua vita", sospirò, chiudendo gli occhi per un attimo.
"Scappiamo via", disse invece Harry, baciando la clavicola di Louis e nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
"Harry..."
"Ti voglio nella mia vita Louis. Certo che lo coglio. L'ho sempre voluto, lo vorrò sempre", strinse forte Louis:"non dubitarne mai".
"Oh piccolo...", Louis lo baciò sulla testa:"Non lo farò. Non lo farò, mai".
"Promesso".
"Lo prometto. Lo prometto, ti amo".
~*~
Il grande giorno arrivò presto. Più velocemente di quanto si aspettassero. Fiona era stata così orgogliosa di Louis dopo averle detto che gli esami erano andati abbastanza bene e che ne fosse abbastanza , si complimentò con lui ma abbracciò Harry e lo ringraziò per il suo aiuto. Ovviamente.
Il mese appena passato, Harry non aveva chiamato Louis perché i suoi genitori avevano litigato. Non lo aveva mai chiamato per quello, ma lo aveva chiamato nel cuore della notte, ciascuno a casa propria, nel proprio letto, dicendogli che gli mancava e che avrebbe voluto addormentarsi accanto a lui.
A Louis andava più che bene e ancora di più con il doppio della gentilezza e dei gesti delicati che Harry gli offriva.
Era il giorno del ballo e la notte precedente era stata probabilmente l'unica che Louis e Harry non avevano passato insieme quel mese. Harry non lo aveva chiamato, non si erano nemmeno visti il giorno precedente, Louis non si era preoccupato perché era andato a fare shopping con sua madre e lei gli aveva detto che Harry non poteva andare con loro perché probabilmente stava vedendo questa cosa del ballo come se fosse stato il loro matrimonio.
Neanche lui lo aveva visto durante il giorno perché si stavano preparando e naturalmente Fiona aveva portato Louis in un salone per un nuovo taglio di capelli. Finì con un nuovo ciuffo, più corto e con la risata di Zoe in sottofondo.
"Ti sto odiando davvero tanto in questo momento".
"Non sono stata io ad averti detto di tagliarti i capelli in quel modo", Zoe rise, aiutandolo con la giacca del vestito. Louis stava odiando quel giorno, aveva un taglio di capelli per il quale sua sorella non riusciva a smettere di ridere, era caldo fuori e indossava un vestito piuttosto scomodo e non vedeva Harry da più di ventiquattro ore.
"Lo odierà", sospirò fissando la parete dalla sua stanza. Zoe appuntò il fiore finto sulla piccola tasca della sua giacca blu scuro e poi fece in modo di farsi guardare da Louis.
"Sei veramente bellissimo, Louis. Sto ridendo solo perché è da quando siamo usciti da quel parrucchiere che sei con il muso. Non ti preoccupare, lo amerà, voglio dire... stiamo parlando di Harry che dice che sei bello anche con i capelli incasinati, il sonno negli occhi e i vestiti troppo grandi", gli sorrise e lui cercò di contenere il proprio roteando gli occhi.
"Vai via, non sei mia sorella".
"Hai ragione, sono l'unica bionda naturale della famiglia, quindi probabilmente...".
"Sì, penso che mamma si sia tinta i capelli biondi solo non per farti sentire male per questo", disse Louis seriamente ma Zoe rise, scuotendo la testa.
"Sono quasi le otto e mezza, perciò preparati per scendere giù, Harry probabilmente starà arrivando".
"Pensi davvero che arriverà puntuale?", scherzò Louis.
"No", rise e uscì dalla stanza, chiudendosi dietro la porta.
Louis respirò profondamente. Non vede il ballo come qualcosa di estremamente importante per lui, ma questo non significava che non volesse che fosse speciale. Stava andando con Harry dopotutto, dannazione.
Guardò la foto con Harry che aveva sul suo comodino. Era del loro primo Natale insieme, quando Harry aveva regalato Daisy a Louis. Ricordava di aver sentito suo padre parlare e Harry guardare Carl. Non si era nemmeno reso conto che stesse per scattare una foto perché in quel momento Louis si stava lentamente innamorando senza nemmeno rendersene conto. Perciò si prese quel momento per guardare il profilo di Harry e pensare. Pensare a come Harry riusciva a farlo sentire e se fosse addirittura possibile... o reale.
Gli piaceva avere i ricordi più belli stampati su di lui, stampati sul suo cuore e stampati sulle sue mani. Voleva solo quello. Il meglio e solo le cose belle con Harry.
Non sapeva davvero quanto tempo fosse rimasto seduto sul bordo del letto pensando a quei ricordi meravigliosi che aveva costruito con Harry, guardando le foto che aveva con il ragazzo e immaginando tutti gli altri che sarebbero venuti.
Come quando avrebbero avuto la loro prima casa insieme, come Louis si sarebbe svegliato ogni mattina nel posto che avrebbero potuto chiamare casa e Harry sarebbe stato sempre felice perché sarebbe sempre stato vicino a Louis. Come avrebbero costruito la loro famiglia, quanto sarebbero state lunghe le loro passeggiate serali, come si sarebbero sempre ritrovati insieme dopo il lavoro per bere un tè o mangiare un gelato, come quando erano bambini. Riusciva molto semplicemente ad immaginare il suo intero futuro nella sua mente e qualsiasi cosa avrebbe immaginato, sarebbe stato con Harry accanto a sé.
Si diresse al piano di sotto quando iniziò a sentire troppo rumore e voci e sicuramente si sentì collassare quando vide Harry nel mezzo dell'ingresso che chiacchierava con la sua famiglia. Con la loro famiglia.
"Non è stupendo, Louis?", disse Fiona guardando Louis, ma lui non l'ascoltò veramente, non la guardò nemmeno.
Camminò immediatamente verso Harry con un sorriso enorme sulle labbra che presto fu costretto a sparire quando baciò il ragazzo più piccolo proprio lì. Rimase con le loro labbra unite, tenendolo dal collo, mentre Harry, per istinto, lo prese per i fianchi e quello era il loro modo per dirsi 'ciao', solo per avere un po' più di contatto.
"Sei così bello", sussurrò Louis così che solo loro due potessero sentire, come se fosse un segreto, con le labbra che appena si sfioravano. I suoi occhi erano chiusi ma Louis stava ancora immaginando Harry con quel meraviglioso abito nero e la camicia nera che si adattava perfettamente al suo corpo. E sembrava così maturo, così cresciuto che Louis si sentiva quasi una madre orgogliosa perché aveva visto quel ragazzo crescere davanti ai suoi occhi. Erano cresciuti insieme.
"Facciamo una foto, ragazzi", Fiona interruppe il momento cautamente e tutti potevano sentire l'eccitazione nella sua voce.
I due ragazzi si allontanarono, condividendo prima un sorriso e Harry baciò la fronte di Louis, complimentandosi per il suo nuovo taglio di capelli – ovviamente Louis arrossì - e Fiona fece loro cenno di avvicinarsi. Non ne aveva comunque bisogno - sapeva che non ce ne fosse - perché Harry stava avvicinando Louis ancora di più al suo fianco, con il braccio attorno alla vita e Louis mise la sua dietro la schiena di Harry, poggiandogli la testa sulla spalla.
Fiona scattò un paio di foto e poi comparve Zoe tra i due ragazzi, sorridendo ampiamente, mentre Louis la guardava sconcertato e Harry che semplicemente rise. Sarebbero dovuti uscire in cinque minuti, ma Louis sapeva che non sarebbero mai stati pronti in tempo – anche perché quella volta non aveva nessuna fretta.
Fecero foto di Harry che abbracciava Zoe mentre Louis li guardava con le braccia incrociate al petto e poi un'altra di Harry che li stringeva entrambi con le braccia e sorridendo più che poteva. Poi, naturalmente, Peter voleva essere incluso e saltò sulla schiena di Harry per fare altre decine di foto.
Louis, già sull'uscio della porta, roteò gli occhi quando vide Harry coccolare Daisy e stringersela al petto, baciandole la testolina e sussurrandole parole come se potesse capirlo. Lo vide abbracciare Fiona e ringraziarla milioni di volte, abbracciare Zoe ancora una volta - e davvero, Louis cominciava ad infastidirsi -, tornò da Peter per abbracciarlo più forte del normale e si parlarono per qualche secondo, parole che nessuno riuscì veramente a sentire. Louis tirò un sospiro di sollievo, ma poi vide Harry andare ad abbracciare Carl e seriamente, avrebbe mai potuto metterci di più?
"Harry, se la casa stesse bruciando, ti metteresti a salutare anche tutti i mobili? Solo per perdere più tempo?", protestò Louis sospirando sonoramente.
"Scusa scusa", Harry corse verso Louis, diede un altro sguardo alla famiglia prima che Louis chiudesse la porta.
"Gesù Harry, oggi sei così sentimentale verso la mia famiglia", Louis scherzò mentre apriva la portiera dell'auto dalla parte del conducente. Notò che le luci della casa di Harry fossero accese e si sentì strano per il fatto che i suoi genitori gli avessero effettivamente permesso di uscire.
"È perché oggi è un giorno speciale", rise appena, abbracciando Louis da dietro, non lasciandolo salire in macchina:"ma non solo con la tua famiglia, anche con te", baciò Louis dietro l'orecchio:"soprattutto con te", sussurrò, baciandogli la guancia 'sta volta.
Louis sorrise ma si ricompose subito:"Okay, okay maledetto bastardo, ora però andiamo perché stiamo facendo tardi".
"Ma nessuno ci sta correndo dietro stasera, Louis. Siamo solo noi due. Non pensiamo a nient'altro".
~ * ~
Quando arrivarono nella grande palestra della loro scuola, che venne utilizzata come auditorium per la festa, probabilmente tutti quelli che avrebbero dovuto essere lì stavano già ballando o chiacchierando con i loro amici o appuntamenti. Ovviamente Harry aveva voluto fermarsi in qualche posto per mangiare perché 'non mi piacerà il cibo lì', aveva detto.
Si guardarono un po' intorno e poi videro i loro compagni di classe, con i quali chiacchierano per un po' - più che altro Louis era stato Louis a parlare con loro, mentre Harry li ascoltava molto attentamente parlare di cosa avrebbero fatto dopo, con un sorriso sulle labbra e annuendo. Anche se Harry aveva parlato per un po' con Jennifer, la ragazza con cui scambiava più di due parole al giorno, mentre Louis portava loro da bere e poi parlò con i membri della squadra di calcio della loro classe.
La serata continuò così e a Louis non importava se avessero passato la maggior parte del tempo seduti al loro tavolo, parlando e condividendo semplicemente piccoli e premurosi gesti perché loro erano così. Ed era già tanto che non si fossero isolati, nelle loro case, o nella loro solita caffetteria o anche nel loro parco. Erano circondati da persone che ogni tanto si accorgevano della loro esistenza, il che era veramente sano per loro. Perché avrebbero potuto rimanere concentrati l'uno sull'altro, invece si stavano concentrando l'uno sull'altro mentre erano circondati da persone e avrebbero potuto interromperli.
Circa alle undici e mezza, quasi mezzanotte, dopo l'annuncio della regina e del re del ballo, qualcuno se n'era andato, altri erano seduti a chiacchierare come loro e la maggioranza degli studenti stava ballando.
Harry stava giocando con il braccialetto di Louis, quello che avevano uguale e si stavano semplicemente godendo la musica lenta senza dire una parola. Harry prese la mano di Louis nella sua e si portò l'interno del polso di Louis alle labbra, baciando dolcemente la pelle. Louis lo guardò con tenerezza e poi Harry si mosse per baciare ogni nocca di Louis.
Quando iniziò un'altra canzone, Harry disse:"Questa ballala con me".
"Non so ballare, piccolo."
"Lo so... ma è solo per- per essere più vicini. Per un altro po'", disse Harry abbastanza forte che Louis potesse sentire.
Vide delle coppie andare verso il centro della pista da ballo e poi vide gli occhi verdi di Harry guardarlo pieni di speranza.
Non ti amo per il modo in cui sai baciare
La canzone iniziò e Louis annuì, alzandosi insieme a Harry, con le mani ancora incastrate e si lasciò guidare tra le persone, dal ragazzo più piccolo.
Anche se le tue labbra, sanno mettermi a mio agio
Louis posò la testa contro la spalla di Harry, mentre il ragazzo più alto avvolse le braccia intorno al suo corpo più piccolo. Non stavano propriamente ballando, continuavano a dondolare i propri corpi, con gli occhi sono chiusi, si sentendo il caloredell'altro.
E non ti amo per i tuoi dolci occhi verdi
Anche se amo quando mi guardano
Louis ridacchiò appena ascoltando quelle parole e poi sussurrò:"Si, li amo", come se stesse rispondendo alla canzone. Harry gli strinse dolcemente la vita.
E non ti amo per il modo in cui le tue mani
Riescono a toccarmi e tranquillizzare la mia anima...
Ti amo per tutto questo e molto altro ancora
"Ti amo", sussurrò Harry, 'sta volta e Louis riusciva solo a pensare a tutte le volte in cui si erano stretti e tutto era diventato tranquillo e pacifico.
Non ti amo per il modo in cui ti vesti
Anche se sei adorabile, stasera
"Sei più che adorabile, giusto per la cronaca", scherzò Louis, un po' troppo seriamente e Harry rise posando il mento sulla testa di Louis.
E non ti amo per le cose che sai
Anche se ho sempre ammirato la tua mente
E non ti amo per il modo in cui mi sono sentito
La prima volta che hai attraversato la porta
Ti amo per tutto questo e molto altro ancora
"Posso chiamarti il mio ragazzo?", chiese Louis:"Voglio che tu sia più che il mio migliore amico".
"Va bene", disse Harry e la sua voce suonò così emozionata, così bassa e debole, ma era perfetta per quel momento tanto che Louis poteva quasi percepire tutti i suoi sentimenti attraverso essa.
"Possiamo essere fidanzati per un po', si", finì e Louis ridacchiò, alzando la testa e incontrando le labbra di Harry per un breve momento.
E tutto quello che so è che tu sei la parte di me
Che mi fa essere forte
E quello che voglio è che affrontiamo il per sempre
Combattere insieme
Gli occhi rivolti verso i cieli, braccia tra le braccia
"Questa canzone mi sta uccidendo", confessò Harry e Louis annuì concordando.
"È che è così..."
"Così noi", Harry completò la frase di Louis. Si guardarono di nuovo e Louis sorrise, baciando il suo ragazzo ancora una volta.
Non ti amo per il modo in cui il mio cuore
Sembra vivere da qualche parte dentro il tuo petto
E non ti amo per il modo in cui le tue braccia,
Loro possono tenermi fino a quando non dimentico
E non ti amo per il modo in cui sei stato
Esattamente quello che cercavo
Ti amo per tutto questo e molto altro ancora
"Ho bisogno di te", sussurrò Harry nell'orecchio di Louis, non smettendo di far dondolare i loro corpi insieme:"ti voglio stasera, Louis. Voglio sentirti".
Ti amo per tutto questo e molto altro ancora.
Buona sera splendori!!
Scusate l'aggiornamento un po' più tardi del solito, ma ero al mare e sono tornata ora!
Lo so, i Larry in smoking che vanno al ballo non sono facili da superare, ma ce la farete! Questo capitolo va a quella dolcina di ehipaola perché si.
A presto!
-A.
2 to go!!
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