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29 - Accept yourself

Si sentiva il suono di un telefono vibrare sulla scrivania, si sentiva qualcuno gridare fuori dalla porta mentre colpiva con forza il legno e si sentiva il rumore fortissimo che facevano i pensieri nella testa di Louis. Lui riusciva ad ascoltare solo l'ultimo rumore, tutto il resto era silenzioso perché non c'era altro rumore che volesse sentire attorno a lui.

La voce di Harry.

Il nervosismo che sentiva, gli circondava il cuore e si prendeva cura delle sue emozioni, tuttavia non aveva emozioni dall'esterno e non aveva nessuno attorno che lo tenesse.

Era difficile da credere, ma era così da mezz'ora ormai.

"Quando scendiamo dalla macchina non dire una parola e vai a casa".

Non c'era stato tempo per protestare, non avevano avuto la forza per combattere, ma c'era stato spazio per quella terribile sensazione di colpevolezza, paura e delusione. Delusione verso se stesso perché ancora una volta aveva deluso il suo migliore amico, si era arreso ed era scappato. Era scappato mentre quel ragazzo giovane e con l'anima a pezzi accanto a lui, combatteva per entrambi, lasciando credere a tutti che non avesse paura e che fosse coraggioso.

Louis avrebbe potuto scrivere tutte le cose che avrebbe potuto fare diversamente, ma ciò avrebbe fatto solo che peggiorare la situazione. Ma era vero, se non avesse baciato Harry lì, i suoi genitori non li avrebbero visti, se avesse caricato il suo telefono prima del viaggio avrebbe risposto alle chiamate di sua madre che gli diceva che il padre di Harry aveva bussato alla loro porta gridando e chiedendo dove fosse suo figlio, se non fosse stato pigro e si fosse preparato due ore prima, sarebbero arrivati a casa prima e i genitori di Harry sarebbero tornati qualche minuto dopo, così da non poter sospettare niente. Ma non potevano immaginare che sarebbero tornati quel giorno, ma Louis non ci aveva nemmeno pensato. Riusciva solo pensare se non avesse invitato Harry per quel viaggio, non sarebbero stati beccati, beccati con le loro borse sui sedili posteriori, con una nuovo abbronzatura, con nuovi segni... che si baciavano.

E Harry era stato felice. Harry era stato così fottutamente felice, ma Louis aveva visto... Louis aveva visto perfettamente il momento in cui tutta la sua felicità era svanita, insieme al cuore di Louis. Aveva visto come le fossette di Harry si fossero nascoste, come i suoi occhi avessero perso quel bagliore, come fosse diventato teso sul sedile, guardando i suoi genitori e come fosse cambiata la sua voce. Tutto era accaduto nel giro di tre secondi e gli aveva spezzato il cuore.

Louis avrebbe voluto restare, dire no e protestare con tutte le sue forze, voleva guidare e portare Harry lontano da lì... voleva scappare ma Harry non lo fece. Continuò ad essere coraggioso per sé stesso e Louis continuava ad essere quello codardo, l'amico vigliacco che non riusciva nemmeno ad uscire fuori dalla macchina e e difendere il suo migliore amico. Forse anche chiamando sua madre, chiedendo aiuto, anche se potrebbe sembrare esagerato, sapeva che non lo fosse.

Aveva una paura fottuta di quello che i genitori di Harry avrebbero potuto fargli, cosa avrebbero potuto dirgli... cosa avrebbero potuto cambiare. Potevano cambiare tutto, avevano un tale potere... avevano il potere di cambiare la vita di Louis e non ci aveva pensato più di tanto, fino a quel momento.

Potevano star facendo del male a Harry emotivamente e fisicamente in quel e lui non lo avrebbe saputo e non sarebbe stato in grado di aiutarlo. Potevano stare gridando contro Harry e dirgli che sarebbe rimasto chiuso in quella casa ancora e che Louis non sarebbe stato in grado di portarlo via da lì. Potevano stare distruggendo la vita di Louis e Harry dicendo a loro figlio che non avrebbe mai più visto il suo migliore amico, che Louis non avrebbe più pensato che fossero una cosa sola, che il mattino dopo, appena sveglio, avrebbe avuto un paio di occhi verdi che lo fissavano e labbra meravigliose che lo baciavano e gli sussurravano dolci niente.

Era all'oscuro di tutto, anche di quello che i genitori di Harry erano in grado di fare.

Quale sarebbe stato il loro limite? Quale sarebbe stato il limite di Harry? E quando lo avrebbero raggiunto?

"Louis, sono Zoe... di nuovo. Ti prego, apri la porta, è più di un'ora", quindi era passata un'ora, non mezza. E ancora niente.

Louis si mosse per la prima volta da quando si era seduto sul suo letto, la sua camera era ancora come l'aveva lasciata prima di partire. Le tende erano chiuse, lasciando la stanza nell'oscurità, sopra la sedia c'erano alcuni vestiti - e non tutti erano suoi - un asciugamano sul pavimento e ancora l'odore di Harry che impregnava quello spazio tra le pareti.

Camminò verso la sua scrivania, le gambe doloranti e si accorse che gli stessero tremando le mani quando prese il telefono nella speranza che una di quelle venti chiamate fosse dell'unica persona che aveva bisogno di sentire.

Erano tutte di sua madre, di quando aveva cercato di chiamarlo quella mattina e di sua sorella che aveva cercato di chiamarlo in quella ultima ora.

"Louis, andrà tutto bene, te lo prometto", 'come osava dire una cosa del genere?', pensò Louis. Erano quelle parole che non poteva sopportare in quel momento, le parole che temeva potessero diventare una bugia e una promessa infrante.

"Apri. Mamma è preoccupata e Peter sta piangendo e non sappiamo neanche perché."

Louis sospirò, ma uscì fuori strozzato come se avesse pianto. Aprì la bocca ma la chiuse di nuovo. Cosa stava facendo? Harry era probabilmente dall'altra parte della strada facendo la persona coraggiosa e forte, affrontando problemi ben più grandi in quel momento mentre lui era chiuso nella sua stanza in silenzio a sperare nel meglio, come se fosse d'aiuto. Non lo sarebbe stato.

Si avvicinò alla porta, girò la chiave e la aprì trovandosi davanti sua sorella, preoccupata. Lo guardò leggermente scioccata, non aspettandosi che avrebbe aperto la porta dopo tutto quel tempo. Louis la guardò per un attimo, solo un breve momento, finché non crollò.

Era in stato di shock, senza emozioni, fino a quel momento, ma forse era per il fatto che il corridoio era illuminato, forse perché aveva visto sua sorella, forse perché stava facendo qualche movimento dopo tutto quel tempo... qualcosa cambiò dentro di lui e si ritrovò a camminare verso sua sorella, urlando e piangendo, lasciando uscire tutto ciò che aveva nel petto.

"Non lo voglio perdere", e non era nemmeno ancora successo, ma Louis si rese conto che Harry non fosse l'unico a temere i suoi genitori. Anche Louis li temeva, perché non riusciva ad immaginarli dare semplicemente una pacca sulle spalle a Harry e sorridere dopo aver saputo che loro figlio fosse gay e che era andato in vacanza con il suo migliore amico, la persona con la quale si stava baciando in quella macchina.

Zoe apre istintivamente le braccia e lasciò che vi affondasse, stava singhiozzando e respirando così pesantemente da essere quasi spaventoso.

"Cosa gli stanno facendo, al mio Harry. Lo voglio qui. E' colpa mia. Non voglio che lo allontanino da me", parlò velocemente tra le lacrime, era quasi impossibile capirlo. Il suo corpo stava tremando e non sapeva cosa fare per suo fratello.

"Mamma!", gridò dal corridoio nel panico perché sapeva che Louis non fosse il tipo di persona che si comportava in quel modo, di solito non crollava mai, per non parlare del piangere di fronte a lei, ma sembrava quasi che stesse avendo un attacco di panico.

"Falli smettere. Deve essere felice. E' colpa mia. Lo voglio qui. Cosa gli stanno facendo? Harry. Perché?", continuava a piangere e Zoe riusciva a sentire solo le lacrime calde e bagnate sulla spalla e il suo corpo cedere.

Sua madre arrivò correndo verso il corridoio e li vide, Louis stringendo sua sorella e piangendo violentemente, poteva letteralmente vedere il suo corpo scosso dal pianto e dai nervi. Continuava a piangere buttando fuori cose difficili da capire e l'espressione di Zoe era nel panico più totale perché sentiva ogni osso del corpo di suo fratello tremare e il suo cuore martellargli nel petto.

"Tesoro guardami", Fiona cercò di farsi guardare ma lui continuava a nascondere la faccia nella spalla della sorella, senza fiato, urlando e tutto mischiato alle lacrime. Sapeva che non potesse respirare in quel modo ed era sicura che in pochi secondi il suo corpo avrebbe ceduto del tutto. "Louis devi respirare, ti prego tesoro, per favore guardami".

"Ma Harry", capì quelle parole, ma quello che venne dopo erano solo singhiozzi.

Zoe cercò di allontanarsi e in quel momento Fiona lo afferrò per le spalle e lo fece appoggiare contro il muro. Peter era proprio alla fine del corridoio che guardava la scena, ancora piangendo. Tutto sembrava la scena di un film, ma era tutto reale per Louis ed era fottutamente terrificante.

"Lo so amore, ma ora calmati".

Louis si portò le mani tremanti sul viso e pianse più forte, il petto si alzava e abbassava rapidamente e forse per la sua mancanza di forze scivolò sul muro andando a sedersi sul pavimento.

"Mamma, sta avendo un attacco di panico", Zoe avvertì la madre, come se non fosse stato evidente, mentre la donna più grande si sedette accanto a Louis sul pavimento.

"Chiamo papà".

"È in sala operatoria, sarebbe inutile", e Fiona pensò che fosse stata una vera sfortuna che proprio quel giorno l'avessero chiamato dall'ospedale per un'emergenza.

"Louis, ti prego smetti di pensare adesso, non pensare. Andrà tutto bene, solo...", la donna grugnì per la frustrazione. Era inutile e non faceva che peggiorare la situazione dicendogli di respirare, voleva solo abbracciarlo, ma sembrava che se l'avesse fatto, sarebbe morto per la mancanza d'ossigeno. Si sentiva inutile e l'unica cosa che poteva fare era guardare il figlio con la testa tra le ginocchia piangere e tremare ovunque.

Gli prese una mano e cercò di accarezzargli le nocche e il dorso della mano nel tentativo di calmarlo con movimenti dolci.

"Non possono scoprirlo...", Louis continuava a gridare, Fiona sentiva il proprio cuore stringersi e Zoe era seduto sul lato opposto del corridoio, assistendo alla scena.

"... che è gay. Gli faranno del male. Non voglio che stia male, ma l'hanno visto. Ci hanno visto che ci baciavamo", Louis guardò la madre, le guance bagnate dalle lacrime salate e gli occhi senza anima.

"Voglio baciarlo. Portatelo qui. Harry. Voglio Harry, mamma. Andava tutto bene. Ora non più. Ho bisogno di lui. Non portatemelo via".

Fiona guardò suo figlio con una tristezza estrema, mentre Zoe li guardava scioccata. Fiona era troppo... totalmente sconvolta dalle parole di Louis, ma invece di commentare disse:"Va tutto bene, amore. Andrà tutto bene. Non parlare adesso, pensa solo a ciò che ti rende felice. Pensa a quando tutto andava bene", continuò ad accarezzargli la mano e portò l'altra mano sulla sua schiena, lasciandogli lievi colpetti e strofinandola con movimenti circolari.

Louis fece un respiro profondo, ma la sua respirazione continuava ad essere pesante. Rimase in silenzio per quella che sembrava la prima volta da quando era entrato nel panico. Era così triste. Così triste, perché quella era la reazione di Louis al pensiero di perdere Harry. Non poteva, e ora sapeva l'impatto che avrebbe avuto, pensando che stesse per perdere il suo migliore amico.

~ * ~

Non sarebbe successo.

Louis si era calmato dopo qualche minuto, ma rimase seduto sul pavimento con sua madre accanto ad accarezzargli la schiena, Zoe che lo guardava preoccupata e Peter seduto in cima alle scale aspettando che tutto finisse.

Qualcuno bussò alla porta, ma nessuno dei tre si mosse, né si scompose. Louis aveva la testa completamente da un'altra parte e sua madre non osava distogliere lo sguardo da lui.

Zoe sentì la porta aprirsi ed era sicura che Peter avesse appena sussultato. Ci fu silenzio e poi qualcuno che stava salendo le scale. Quando guardò alla fine del corridoio vide Peter tenere le mani al ragazzo con i ricci voluminosi e gli occhi bagnati.

Il cuore le saltò fuori dal petto ed era semplicemente Zoe. Louis alzò lo sguardo e lo shock gli impedì di muoversi dal pavimento, ma Harry gli sorrise continuando a camminare verso il suo migliore amico, che probabilmente sembrava un rifiuto umano.

Anche Fiona gli sorrise, come se Harry stesse sorridendo a lei.

Harry si sedette dall'altra parte, accanto a Louis e stringendoselo tra le braccia dicendo semplicemente: "Va tutto bene, piccolo", rimasero in silenzio per lunghi minuti senza accorgersi che Zoe e Fiona se n'erano andate, che Peter era corso verso la sua stanza e nemmeno che i loro sederi avevano cominciato a fargli male.

"Hanno urlato tanto?", fu Louis a rompere il silenzio e non si era nemmeno accorto che Harry aveva pianto tutto il tempo in silenzio accanto a lui.

"Non puoi nemmeno immaginare", fu la sua risposta tremante e Louis non era per niente sorpreso.

"Cos'hanno detto?", ci fu una pausa, come quelle che Harry usava quando ancora non parlava più di tanto.

"Non ho davvero voglia di ridirlo ad alta voce...", Louis annuì con la testa ancora premuta contro il petto di Harry.

"Che fai qui?"

"Non è ovvio?"

"Sì, ma... no. No non lo è. Credevo... che dopo quello che hanno visto, che lo sapessero... Tutto. O quasi. sei scappato? Probabilmente è peggio se fai così, Harry-"

"Hey, Lou...", Harry alzò la testa del suo migliore amico affinché lo guardasse. Il loro aspetto era identico e se Louis si stava chiedendo quanto fosse distrutto, gli sarebbe bastato guardare Harry e sarebbe stato quasi come guardarsi allo specchio. Il ragazzo con gli occhi verdi posò la fronte contro quella di Louis, prendendogli le guance con entrambe le mani ed il ragazzo più grande lo apprezzò come dovesse essere l'ultima volta che avrebbero sentito il calore reciproco dei loro corpi, così vicino:"sono qui per ora."

"Per ora?", Louis voleva allontanarsi, ma Harry non glielo permise, anzi premette le loro fronti ancora più forte e chiuse stretti gli occhi.

"Per tutto il tempo che me lo permetteranno", Louis mise le mani sopra quelle del ragazzo più piccolo e dopo aver sentito Harry sospirare sopra le sue labbra, aprì gli occhi per guardare di nuovo Louis, ora con un sorriso sulle labbra:"Mi lasciano stare con te".

Gli occhi di Louis si spalancarono e quando si allontanò, Harry non non fece in tempo a trattenerlo in quella posizione:"Che?"

"Posso stare con te ogni volta che voglio da ora in poi. Me lo lasciano fare. Me- me lo fanno fare, Lou."

L'espressione scioccata di Louis lasciò il posto a un sorriso puro e si sentì subito l'esatto opposto di come si sentiva fino a mezz'ora prima, piangendo sulla spalla della sorella.

"Cosa stai dicendo? Non- non hanno problemi? Con niente di tutto questo? Significa che non ti impediranno di vedermi?", Harry strinse le labbra e scosse la testa, negando tutto quello che Louis stava dicendo:"ma loro... sanno che sei- sanno che siamo..."

"Sì. E no, non hanno cominciato ad amarmi. Soprattutto dopo tutto quello che è successo, mi odiano, Louis", Louis non cercò nemmeno di contraddirlo, per quanto avrebbe voluto dire 'invece si, hanno solo un modo diverso per esprimerlo', non era sicuro se sarebbe stata una menzogna o meno, ormai.

"Mi odiano così- tanto...", Harry stava quasi piangendo e Louis non aveva il coraggio di dirgli di non versare più una lacrima per loro, che adesso andava tutto bene... ma sapeva che per il suo migliore amico non lo fosse.

"Mio padre mi ha tirato uno schiaffo, mia madre mi ha detto che sono disgustoso... hanno detto così tante cose che- che mi hanno ferito Ho perso la testa a quel punto e...", prese un respiro profondo:"Louis... non mi lascerai vero?"

"Harry, credo di essere un po' conf-"

"Rispondimi, ti prego. Non mi lascerai, vero?"

Louis rimase sorpreso a quella domanda improvvisa, specialmente per il modo in cui Harry glielo stava chiedendo, così triste con gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime, la voce spezzata e Louis si sentiva come se non fossero abbastanza vicini, nonostante Louis avesse una mano aggrovigliata con quella di Harry, mentre l'altra gli stringeva il braccio e Harry lo teneva per la vita. Anche se riusciva a sentire il suo battito cardiaco, gli stava quasi in braccio e con un movimento rapido avrebbe potuto baciarlo.

"Non succederà Harry, sai che non lo farò. Ti ho detto... cazzo- te l'ho promesso. Sono qui."

"Potrai mai odiarmi?"

"Harry, piccolo... no, no, non ti odierei mai. Non potrei. Ti amo così tanto... avevo così paura di perderti. Non potrei mai provare una cosa del genere per te", tolse la mano dal braccio di Harry per sfiorargli il viso. Attentamente, temendo che il ragazzo più piccolo potesse svanire tra le sue braccia:"Mi credi?"

Harry annuì"Sì, sì...", non esitò e quello fu ciò che fece pensare a Louis che Harry fosse cambiato davvero e ora non aveva problemi a lasciar entrare Louis nel suo mondo. Ne era stato sicuro per anni ormai ed era così confortante.

"Perché questo Harry? Dimmi, le cose andranno bene veramente da ora in poi? Ti hanno fatto male? Voglio dire più del solito, fisicamente o cose simili... cosa gli ha fatto cambiare idea, cioè, sono così confuso... Ha- ".

Louis non fu in grado di continuare quando Harry, quasi rabbiosamente, lo spinse contro il proprio petto per essere il più vicino possibile al suo migliore amico, per baciarlo. Era frettoloso e sembrava che lo avessero aspettato per anni, anche se era passata appena un'ora dal loro ultimo bacio. Le sue mani viaggiarono fino ai capelli di Louis, così le dita rimasero incastrate nelle sue ciocche, tenendolo fermo. Louis fece un suono sorpreso e soffocato per quel contatto, ma ricambiò subito il bacio. Il ragazzo dai capelli ricci si allontanò prima di dare a Louis il tempo per assaporarlo e mettere le mani su di lui.

"Va tutto bene. Non pensarci Louis, non voglio davvero più parlare di quello che noi- di quello che è successo. Mi hanno davvero ferito, ma io... ho deciso di reagire, per me stesso. Non possono farmi questo. Anche non... non mi vedono più come figlio loro - come se mai l'avessero fatto - non possono farlo...", sospirò profondamente e Louis notò quanto fosse difficile per lui parlare veramente di quella situazione, di menzionarla. Louis non poteva fottutamente immaginare cosa fosse accaduto in quella casa e sperava di non saperlo mai, perché se Harry non gliel'avesse detto - e per lui andava bene perché sapeva gli facesse male - non voleva pensare né immaginare cosa avessero potuto dire e fare, perché avrebbe immaginato anche peggio di quello che era veramente accaduto. Ma era veramente spaventato... e confuso.

"Quindi posso venire a casa tua anche se ci sono loro? E tu puoi venire da me?", Harry annuì ancora una volta.

"Non gli importa. Se ho sempre pensato che stessero vivendo come se non esistessi, per la maggior parte del tempo", fece una pausa:"ora sarà anche peggio. Sarà così tutto il tempo. Non mi guarderanno né parleranno con me. Figurati con te."

"È... è buono?", osò chiedere Louis. Odiava i genitori di Harry. Li odiava. Per quello che facevano e non per il loro figlio, non era giusto, ma Louis si sentiva come se non potesse fare niente. Non poteva davvero farlo, ma ora... era come se finalmente avesse Harry per come lo aveva sempre voluto, come desiderava e... come avrebbe dovuto essere.

Quando stava per scusarsi Harry parlò:"Non è... non è buono, Louis...", disse guardando verso il basso.

"Lo so, cazzo, io..."

"Ma una parte di tutto questo, anche se fa male, è buona, perché potrò stare con te e tu mi rendi felice... loro no, loro mi umiliano".

Louis non ebbe il coraggio di dire nient'altro, si limitò ad abbracciare il ragazzo più piccolo perché era lì, erano ancora vivi, erano ancora vicini. E lo sarebbero sempre stati. Louis si sentiva morire dentro pensando come Harry dovesse sentirsi e... si sentì felice perché aveva Harry. Sapeva che fosse egoista e si sentiva in colpa pensando in questo modo, ma i genitori di Harry meritavano solo il suo odio, non riusciva a capire il motivo per cui trattavano una persona così bella come Harry, loro figlio, in quel modo.

Ma decise di allontanare tutti quei pensieri, quindi rimasero seduti sul pavimento abbracciati per almeno quindici minuti. Era Louis che stava confortando Harry quella volta; ogni tanto accarezzandogli la testa o baciandogli le tempie. Harry continuava a tenere le loro dita aggrovigliate per tutto il tempo e forse anche lui stava confortando Louis, in un certo senso, mentre disegnava cerchi invisibili con il pollice sul dorso della mano di Louis.

Dopo un po' scesero al piano di sotto, trovando Zoe e Fiona sedute sulle sedie dell'isola della cucina. Stavano parlando e nel momento in cui videro arrivare i due ragazzi, tenendosi per mano, si fermarono. Fiona sorrise e Zoe fece del suo meglio per non chiedere come si sentissero e come sarebbero andate le cose da quel momento in poi. Ma stavano sorridendo, perciò le cose non sarebbero andate poi tanto male e sapeva che sarebbe stato meglio non tirare in ballo quel soggetto. Fiona fece altrettanto e, inoltre, disse di aver portato in casa la loro roba dalla macchina dopo che Louis era arrivato, cominciando a scherzare sul fatto che si fossero scordati che Daisy fosse là dentro.

Il gattino sembrava quasi arrabbiato perché rimase in braccio a Fiona senza andare incontro a Harry e Louis. Poi andarono in salotto, sedendosi sul divano per fargli vedere le foto e i video che avevano fatto durante il viaggio.

Le cose sembravano quasi normali e Fiona e Zoe sembravano capire che sì, forse le cose erano davvero normali perché Harry era lì e non sembrava preoccupato.

Per la maggior parte del tempo Fiona e Zoe risero e presero in giro Louis e ben presto, anche Harry si unì alla festa. Se Louis non avesse visto il ragazzo ridere in quel modo e poi sorridere scusandosi e avvicinandoselo dalle spalle, baciandogli i capelli, si sarebbe lamentato. Ma Louis era anche occupato ad analizzare un'altra cosa...

Notò, nei loro video, come lui e Harry interagissero, e quello era il modo in cui le altre persone li vedevano quando stavano insieme. E dannazione, era ovvio che Louis arrossisse quando Harry faceva alcuni gesti dolci nei video e quando notò come sua madre li guardasse intenerita, avrebbe quasi voluto fare un buco nel pavimento e scomparire vedendo come flirtasse con Harry e Zoe gli diede una gomitata. Ma Louis vide... vide che si guardavano un po' troppo a lungo per essere solo amici.

~ * ~

Harry dovette andare dopo aver visto tutti i video e le foto, e naturalmente dopo aver dato a Peter il regalo che gli avevano comprato. Non si lamentò del fatto che gli avessero comprato lo stesso regalo, neanche dopo avergli detto di non averlo fatto di proposito, ma comunque il bambino preferiva ancora quello di Harry e disse Louis di aver perso la sfida.

Louis avrebbe voluto baciare Harry proprio lì, davanti alla sua famiglia quando cominciò a fargli le linguacce e a ridere, e a cantilenare 'Peter preferisce me'. Voleva mostrargli che Harry fosse letteralmente suo e che nessuno avrebbe potuto portarglielo via.

Non lo fece. Così lo lasciò uscire da quella porta con solo uno stretto e più-lungo-del-necessario abbraccio.

Se lo aspettava, quindi non si sorprese quando sua madre smise di preparare la cena e si sedette accanto a lui - gli era rimasta l'abitudine di guardarla mentre cucinava sin da piccolo.

"Tesoro, posso fare qualche domande?"

"Certo mamma", disse, posando sul bancone la mela che stava per tagliare e mangiare.

"In primo luogo... come sono andate le cose con Harry? Con i suoi genitori, voglio dire... non volevo chiedertelo mentre era qui perché so che quanto gli faccia male, ma... era qui e sembrava stesse bene."

"Non sta bene, mamma", confessò Louis e non ebbe il coraggio di guardarla:"non mi ha detto cosa sia successo in quella casa, so quanto sia difficile per lui... ma ha detto che lo lasciano venire qui e vedermi, il che mi ha sorpreso perché pensavo che lo avrebbero rinchiuso in casa e l'ultima volta che l'avrei visto... sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei visto", sospirò con tristezza:"non mi è molto chiaro e non so come abbia fatto a fargli cambiare idea soprattutto dopo... erm, quello che è successo?", si morse il labbro, cercando di mordere il più stretto possibile fino a sentire il sangue in bocca. Non si sentiva a suo agio a parlare di quella storia con sua madre, anche se sapeva che di averne bisogno e Fiona era sempre lì per ascoltarlo... avrebbe tanto voluto che Harry avesse avuto una madre come la sua.

"Allora può... può venire qui ogni volta che vuole?", sembrava sorpresa quanto Louis e lui per risposta, annuì solamente, tenendo gli occhi bassi.

"Ma questo è meraviglioso, tesoro!", disse lei, prendendo la mano del figlio, nella sua:"è davvero meraviglioso. Sai, probabilmente mi sento nello stesso modo in cui ti senti tu nei confronti dei suoi genitori e credimi, se potessi, aiuterei. Tuo padre ed io".

"Potreste adottarlo", disse Louis, guardando la madre per la prima volta, divertito.

"Temo che non sia possibile", e ora che Louis ci stava pensando meglio, non sarebbe stata una buona idea.

"Spero che tutto vada bene d'ora in poi, quel ragazzo non merita niente di tutto ciò. Sai che lo amiamo molto e che vogliamo il meglio per lui e mi spezza il cuore sapendo come deve sentirsi in quella casa. Per questo ti ho sempre detto di prenderti cura di lui".

"Ti vede come una madre."

Fiona annuì sorridendo appena e Louis le permise di tenergli la mano:"Lo so e amo il fatto che la pensi in questo modo. Anche io lo vedo come se fosse mio figlio", continuò a sorridere. "Anche se, se fosse mio figlio, allora sarebbe tuo fratello, non sarebbe strano?"

"Che?", Louis aggrottò un sopracciglio, notando comunque la nota di divertimento nella voce di Fiona.

Lo spinse più vicino alle sue braccia in silenzio, con ancora un sorriso sulle labbra mentre Louis la guardava sorpreso e spaventato. Gli accarezzò i capelli, spostandogli la frangia dalla fronte, come faceva quando era più piccolo e lasciandogli un bacio in testa, per poi poggiarcela sopra. Louis aveva diciannove anni ormai, diciannove anni, probabilmente sarebbe andato all'università l'anno successivo, lasciando a casa e Fiona non era pronta. Louis lo era, la maggior parte di lui lo era, con alcune eccezioni, che non verranno menzionate adesso. Ma era ancora sua madre, il suo primo migliore amico e Louis aveva un tipo di relazione con lei che lo faceva sentire davvero molto fortunato.

Di solito, il ragazzo è quello che va più d'accordo con il padre mentre la ragazza con la madre. Ma nella famiglia di Louis era l'opposto. Zoe era quella che parlava di più con Carl, mentre Louis con Fiona - Peter era ancora troppo piccolo, ma qualcosa diceva a Louis che avrebbe scelto il fratello maggiore per parlare di certe cose (o anche Harry). Nonostante il fatto che avesse deciso di non parlare con lei dell'argomento 'Harry', quando si sentiva giù per quello, quando semplicemente avrebbe voluto, quando ne avrebbe avuto bisogno e quando era nella peggiore delle condizioni, desiderando i consigli di sua madre, aveva comunque deciso di non farlo. Era spaventato per la maggior parte del tempo, non capiva abbastanza i suoi pensieri da buttarli fuori e renderli un problema concreto.

Non aveva programmato di raccontare tutto a sua sorella, gli era uscito di getto ma si era sentito in colpa quando era successo. Si stava permettendo di parlarne... con sua sorella. Non con sua madre come sentiva di dover fare.

"Louis... sai che ti amo tanto", il cuore di Louis iniziò a battergli nel petto. Ed ecco là... sapeva cosa stava per succedere, sapeva che fosse una conversazione seria quando sua madre sentì il bisogno di ricordargli che poteva contare sul suo amore. Non se lo dicevano nemmeno spesso, quando era più piccolo era un'abitudine ma crescendo era via via sparita:"tu sei mio figlio, il mio ​bambino e sono sempre qui per te. Cerco di essere una buona madre per te, per tua sorella e per Peter. E' ancora piccolo e non posso ancora deluderlo e neanche lui a me. Tu e tua sorella siete cresciuti ora. A questo punto avresti potuto già essere all'università e tua sorella è al liceo".

Louis aveva deluso sua madre parecchie volte. Quando era stato bocciato l'anno prima, quando ancora prima, aveva perso se stesso in quarto e aveva abbandonato Harry per un po'. Quando aveva avuto una fidanzata e quando era cambiato al punto che non gli importasse più di nulla, nemmeno di sé stesso. Questo l'aveva resa triste, e di conseguenza anche Louis era triste... e perso. La prima volta che aveva deluso Fiona era stata quando aveva rotto il suo vado. Avrebbe voluto poi deluderla solo rompendo le sue cose o facendo i capricci - ma nemmeno lo faceva perché fosse un ragazzo, ma semplicemente perché era cocciuto, come diceva di solito.

"E' una responsabilità ancora più grande per me e tuo padre. Quando all'inizio abbiamo pensato ad costruire una famiglia, abbiamo concordato su due cose: avere due bambini e essere i migliori genitori che avremmo potuto essere. Come puoi vedere, abbiamo fallito sul primo punto, ma è... è stato un buon fallimento perché ora vediamo che siamo molto più felici con i nostri tre bellissimi e meravigliosi figli. Ma non vogliamo fallire anche nel secondo, perché così doveva essere, mentre il primo punto nonostante avessimo deciso, rimaneva un capitolo aperto".

Louis ormai aveva aggrottato entrambe le sopracciglia, sua madre mantenne la stessa posizione. Non protestò e cercò di non respirare troppo pesantemente, cosicché in cucina si sentisse solo la sua voce femminile.

"I genitori di Harry... avevo supposto che non avessero pianificato per bene la sua nascita e forse se l'avessero fatto, le cose sarebbero state diverse. Forse le cose sarebbero state più felici per loro. So solo quello che mi hai detto tu e so che ci sono cose che non so e cose che nemmeno tu saprai mai. Quello che succede in quella casa rimane lì e so che ti fa male quello che Harry deve affrontare, anche per me è così, ma ci sono alcune cose dalle quali non puoi proteggerlo. I suoi genitori sono una di quelle. Non lo puoi neanche proteggere dal destino. Il destino è lì, è già pronto per lui e solo lui può cambiarlo tesoro, puoi solo farne parte. La stessa vale per te. Lui fa parte del tuo adesso, no? Lo è da un po' e sono felice per entrambi che il vostro destino in questo momento sia così, perché ognuno ha l'altro. Lui ha te. Ti ama Louis, forse più di quanto io possa pensare, forse più di quello che puoi immaginare".

Lo allontanò dalle spalle e Louis guardò sua madre con un'espressione che nessuno avrebbe potuto capire. Gli teneva le mani e continuò a parlare.

"E' un ragazzo speciale, ma come ogni altra persona, ha bisogno di amore. Lo so che lo ami, Louis. Forse non so esattamente quanto, ma so che ami quel ragazzo molto più di quanto facevi quando avevi dieci anni e a volte anche più di quanto ami la tua famiglia... va tutto bene, piccolo. Va tutto bene e sono così grata di poterti vedere crescere davanti ai miei occhi, passando dal bene al male per poi tornare di nuovo al bene. Sono una madre fiera fin dal primo giorno che ti ho sentito piangere tra le mie braccia e lo sarò fino all'ultima parola che dirò. Niente cambierà nemmeno adesso che vedo come sei cambiato nei confronti di Harry. Ti ho visto cambiare dal momento in cui sei uscito dalla porta d'ingresso, dal modo in cui ti sedevi sul marciapiede davanti casa sua. Ho visto il cambiamento nel sorriso che rivolgi a tua sorella o a tuo fratello e quello che rivolgi a lui. Ho visto e vedo tutto, Louis e ho visto il modo in cui hai cambiato idea nei suoi confronti. Anche questo va più che bene. Mi fido di te, voglio dire, devo fidarmi di te, ecco perché ho bisogno di fare questi discorsi con te. Così anche tu puoi fidarti di me".

Sospirò, chiudendo gli occhi e guardando in basso per un attimo, prima di guardare di nuovo verso un Louis scioccato:"Non sento la necessità di avere questa conversazione con te solo perché improvvisamente mi hai detto che hai baciato Harry e so che non era nel modo in cui lo baciavi di solito... il modo in cui ti ha baciato di fronte a noi... molto più simile al modo in cui baciavi la tua fidanzata. Onestamente sapevo che quella ragazza non ti piacesse più di tanto e forse in parte era anche perché sapevi che a me non piacesse particolarmente. A differenza di Harry. Io sono molto affezionata a lui e anche tu lo sei, fin dal primo giorno che sei tornato a casa e mi hai detto di aver trovato un nuovo amico e che da quel momento in poi avresti avuto qualcuno con cui giocare l'estate. So anche che le cose sono cambiate un po' dalla prima vigilia di Natale che ha trascorso con noi e il giorno in cui lo hai trovato che si baciava con tua sorella. Come so che è cambiato tutto quando hai visto il vero Harry e quando ti ho detto che forse era un po' depresso. Poi forse lo era diventato ancora di più di quello che avevo pensato e poi sempre meno da quando hai cominciato ad essere davvero presente. Perché volevi essere costantemente presente e non potevi, se riesco a farmi capire. Sto facendo questa conversazione con te perché io, prima di chiunque altro, voglio che tu sia felice. Felice con gli altri e con te stesso. Voglio essere la madre che ti meriti e della quale puoi essere contento. Voglio che accetti te stesso perché non c'è modo giusto o sbagliato per chi scegli di essere. Il fatto che io stia con tuo padre, è tanto normale quanto che tu stia con Harry, tesoro e voglio che tu sappia che mi avresti potuto dirmelo prima. E magari non in quel modo, senza piangere e stando male, sarebbe stato meglio se dal nulla mi avessi raggiunto, forse mentre stavo cucinando e guardandomi mi avessi semplicemente detto 'mamma mi piace Harry come a te piace papà' oppure 'mamma che mi piace baciare Harry e mi rende molto felice' o anche 'mamma, sono innamorato di Harry'. Puoi giurarci che avrei prestato più attenzione al tuo linguaggio piuttosto che al fatto che il mio ragazzo ama un altro ragazzo. L'avrei affrontato come se fosse stata tua sorella a dirmi che voleva la pizza per cena. Avrei sorriso perché è esattamente quello che voglio. Pizza. Che vuol dire che voglio la felicità".

Louis si sorprese a sorridere per il commento di sua madre, a parte il cuore che batteva troppo velocemente, le labbra che tremavano e gli occhi che gli bruciavano. Anche Fiona ridacchiò e poi si fermò, tornando alla sua faccia seria, ma comunque premurosa, accarezzando le guance di Louis.

"Mi viene da piangere in questo momento, onestamente, ma voglio che tu capisca bene il mio discorso, Louis. Non so cos'altro dire, solo che va tutto bene perché stai facendo quello che ti rende felice. Ecco perché ho lasciato che facessi quel viaggio con Harry, ecco perché mi interessa così tanto di quel ragazzo. E' così speciale per te e l'ho sempre saputo, ma tu no, così ho lasciato perdere. Spero che tu lo sappia adesso e non voglio che ti crei problemi come vedevo che era l'anno scorso. Voglio che tu accetti te stesso, come mi accetto io, come Harry ti accetta".

Sorrise e anche a Louis veniva da piangere, si sentiva come il mondo stesse girando su se stesso, più velocemente del solito e lui riusciva davvero a sentirlo. Era sconvolto, così l'unico modo per tenersi insieme era abbracciare stretta sua madre.

"Mamma", lo fece e affondò la faccia sulla sua spalla e si lasciò tenere. Fiona accettò l'abbraccio e quando sentì Louis dire:"mamma, sono gay. Sono gay e amo Harry... così tanto", lei sorrise e lo strinse ancora più forte.

"Lo so, piccolo mio. Lo so. Sono così orgogliosa di te", e anche Louis lo sapeva e anche lui lo era.








Buona notte splendori!

O forse buongiorno. Mmh!

Domani viene la mia HopeLove_ e non potrò aggiornare, quindi ho fatto le due per non ritardare a lunedì.

Amatemi.

A presto!

-A.

4 to go!

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