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26 - Just kiss you

La strada dal giardino sul retro alla camera fu disseminata da gocce d'acqua e si sentivano risatine per tutta la casa. Louis e Harry avevano cominciato a correre veramente, quando la pioggia aveva iniziato a martellare sui loro corpi e la sabbia era rapidamente diventata di un colore più scuro. Non si preoccuparono dei capelli bagnati, dei vestiti bagnati e del freddo addosso, nel momento in cui Louis arrivò in camera si levò i vestiti bagnati rimanendo solo in slip sotto le lenzuola fredde e il piumone soffice.

"Non mettertela...", disse un po' titubante quando Harry afferrò la maglietta del pigiama, pronto per infilarsela:"per favore...", finì. Lo chiese proprio come aveva fatto la prima volta che lui e Harry si erano baciati in bagno. Probabilmente perché era il momento in cui si sentì più coraggioso e sapeva di non poter oltrepassare altri limiti. Era così bello dormire con Harry accoccolato addosso, il suo corpo caldo e morbido che accarezzava il suo. Pelle contro pelle, sentire il suo battito cardiaco così com'era, senza alcun tessuto a dividerli. Era così bello e intimo. Era meraviglioso.

E Harry era così bello, tutto il suo corpo, tutto il suo viso, il suo... tutto. Louis era sicuro che Harry, dentro, non fosse come lui. No, Harry era molto più bello e stupendo.

Le guance di Harry si colorarono di una tonalità rossastra, ma fece quello Louis gli aveva chiesto e andò verso il letto solo in slip, proprio come Louis, mentre il suo torace nudo viene illuminato dalla luce fioca proveniente dalla finestra e dalle due candele. Louis era sicuro che i suoi occhi stessero brillando nel guardare quel ragazzo mentre andava verso di lui.

Harry ora era accanto a lui e anche se Louis era cieco poteva vederlo. Poteva sentire il ragazzo più piccolo accanto a lui perché la sua presenza, il modo in cui il suo corpo reagiva con Harry così vicino a lui, era irreale.

"Posso baciarti di nuovo, Lou?", chiese Harry, occhi verdi che incontrarono occhi blu, creando una scintilla tra i due corpi.

Louis si morse il labbro inferiore guardandolo. Harry non aveva nemmeno balbettato mentre gli rivolgeva quella domanda e Louis non riusciva nemmeno a trovare le parole per rispondergli, ma annuì e i suoi occhi luccicavano talmente tanto che qualcuno avrebbe potuto dire che in realtà stesse piangendo.

Harry non perse tempo a sporgersi in avanti, rimase con una mano sul materasso accanto alle gambe di Louis e l'altra sulla guancia di Louis. Rimase a fissare Louis finché le loro labbra non si furono sfiorate, poi Louis vide i suoi occhi chiudersi ed era così bello e Louis era così fottutamente nervoso. Si sentiva come una farfalla troppo fragile perché ogni tocco, ogni parola detta, letteralmente tutto ciò che veniva da Harry faceva venire le vertigini e sentire così bene.

Quel bacio lo fece sentire come se fosse il primo. Era così caldo, così lento, così dolce. Harry stava trattando Louis come un fiore delicato, proprio come lo trattava Louis. Tutto quello era meraviglioso, ciò che avevano era così bello e puro.

Louis lasciò che Harry si prendesse cura di lui, facendogli prendere il controllo della situazione. Quindi fu il turno di Harry di tracciare i lineamenti di Louis, di sentire quegli zigomi definiti, quella mascella scolpita mentre muovevano le labbra, ora rosse e gonfie, ma ancora morbide come il cotone.

Louis sentì mani di Harry viaggiare lungo il suo corpo nudo per fermarle poi, saldamente sui fianchi e con le labbra ancora incastrate, si mise a cavalcioni su di lui. Louis non capì come ci fosse riuscito, ma il ragazzo più piccolo lo aiutò senza nessuna difficoltà a sollevare la schiena così da poterlo spingere giù sul materasso, sdraiato con la schiena sul letto. Harry tenne le gambe ai lati delle cosce di Louis e continuando a baciare il suo migliore amico.

Louis mugolò nel bacio, le mani a tenere saldamente Harry dalla schiena forte, mentre Harry gli accarezzava le sue ossa del bacino. Ed ebbe bisogno di aprire la bocca e disegnare i contorni del labbro inferiore di Harry con la sua lingua. Harry boccheggiò e aprì la bocca in modo che Louis potesse assaporarlo, scambiandosi la saliva e succhiandogli la lingua. E Dio, era tutto troppo eccitante.

"Lou...", soffiò Harry e si allontanò dalle labbra di Louis, lasciando una scia di saliva tra di loro. Baciò la mascella di Louis e scese verso il collo, lasciando baci dolci e delicati. Aveva ancora gli occhi chiusi ma Louis aveva i sui aperti, mordendosi il labbro, apprezzò quel ragazzo stupendo, lasciandogli segni sul corpo nudo.

"Voglio che mi ascolti bene...", disse facendo scivolare le grandi mani sul petto nudo di Louis. E oh, quel suono... il suono dello sfregare delle mani di Harry sulla sua pelle era qualcosa che fece mandò brividi lungo tutta la colonna vertebrale di louis.

"Voglio dirti come mi sono innamorato di te Lou", sussurrò Harry ora baciando la pancia di Louis.

Louis deglutì con la gola secca, come poteva Harry, dire qualcosa del genere quando Louis non riusciva nemmeno a dirgli 'ti amo' in quel momento, con il vero significato che i suoi sentimenti avevano.

Così sussultò, Louis letteralmente sussultò e strinse le lenzuola tra i pugni ad ascoltare quelle parole. Harry lo guardò, incontrando il suo sguardo e offrendogli un sorriso pacioso. Si lasciò cadere sul ragazzo più grande - ma che in quel momento si sentiva così piccolo e minuscolo - e baciò la clavicola di Louis.

Harry si beò del comfort e poi prese la mano di Louis nella sua, intrecciando le loro dita.

"Mi sono innamorato di te così perdutamente, Louis...", sussurrò Harry e Louis voleva rispondere 'anche io', ma voleva lasciar parlare Harry in quel momento - inoltre, non avrebbe comunque avuto il coraggio per dirlo.

"Perché tu... tu sei semplicemente tu. Tu volevi che fossi la persona che conoscevi meglio di chiunque altro. Mi hai fatto diventare una persona migliore... cioè, non mi hai reso tu una persona migliore, mi hai isirato a diventarla. Mi hai accettato quando nessun altro lo ha fatto... quando nessun altro avrebbe voluto farlo", la voce di Harry sembrava fragile, ma allo stesso tempo piena di vita, ma anche emozionata, perché voleva che Louis ascoltasse quelle parole il prima possibile.

"Avevo quattordici anni, Lou, quattordici anni quando ti ho guardato negli occhi e ho ascoltato le tue parole, facendomi credere che ci tenevi, che mi volevi con te, che ti saresti preso cura di me. Il mio cuore è quasi scoppiato quando mi hai paragonato ad un petalo di un fiore, quello che avresti raccolto nel momento in cui fosse caduto. Ero piccolo e ferito. Ma poi sei arrivato tu, quando io ancora non conoscevo il senso della vita, quando ancora credevo che il mio futuro sarebbe stato come il mio presente in quel momento, con i miei genitori e con le lacrime e la tristezza... e poi tutto è cambiato perché non stavo più male tutto il tempo. Solo a volte, perché il resto del tempo ero con te e tu mi hai fatto sentire che si, ne valevo la pena, perché se uno come te poteva amare uno come me, allora perché io non potevo amare me stesso?".

"Hai detto:'No, ma io ti amo davvero, Harry', e per un attimo ho pensato che forse eravamo sulla stessa pagina, perché ti sentivi fortunato. Dio, io ti facevo sentire fortunato solo con la mia presenza. Louis... esisti davvero? Riesci a immaginare l'impatto delle tue parole su di me?", chiese Harry, non proprio in attesa di una risposta e incontrò gli occhi di Louis. Ormai stava giocando con bracciale di Louis, quella che anche lui aveva uguale. Louis teneva una mano poggiata sul fianco nudo di Harry, solo per assicurargli che lo stesse ascoltando. Stava ascoltando e tutto lo stava rendendo emotivo.

"E io ti credevo, ho creduto in tutto quello che mi hai detto perché sei l'unica persona che mi riempie le orecchie con dolci nulla, non con quello che voglio sentire, ma quello che ho bisogno di sentire... non avrei mai pensato di volere di sentire le parole che mi hai sempre detto, perché non avrei mai immaginato che qualcuno potesse dirmi qualcosa di così bello come fai tu".

"Riesci ad immaginare come mi sono sentito quando mi hai detto di avere una ragazza, che ha finito per ferirti come io non farei mai?", Louis sentì un nodo alla gola e Harry non lo stava nemmeno guardando in quel momento, continuò a guardarsi il polso dove'era il braccialetto. "Stavo lì a guardarti mentre ti portavano via da me. Stavo guardando la persona che amo venire amata da un'altra. Stava facendo con te quello che avrei voluto io. Sembravi felice... credevo, quindi non potevo fare nulla", Louis poteva solo immaginare come doveva essere stato doloroso per Harry quando parlava di Caroline... amava Louis già a quel tempo.

"Come hai fatto a non vedere? Come hai fatto a non vedere che avevo perso la testa per te, Lou? Ti stavo guardando mentre mi abbandonavi e io -?".

"Harry per favore no...", Louis chiuse gli occhi, quei mesi erano stati terribili per entrambi... ma più per Harry e Louis adesso lo sapeva, perché aveva ferito Harry e non si sarebbe mai perdonato.

"No Louis, fammi parlare, perché non puoi immaginare quanto mi hai fatto male", 'posso', pensò Louis.

"Invece mi stavo innamorando sempre di più per quanto mi mancavi. Mi sentivo vuoto e di nuovo stavo male tutto il tempo. Non c'era nessuno a raccogliere i pezzi. Ogni sera aspettavo che tornassi... e alla fine l'hai fatto. L'hai fatto e mi hai riacchiappato e hai tentato di rimettermi insieme ancora una volta. No, mi hai aiutato a rimettere insieme i miei pezzi. E mi sono attaccato sempre di più a te. Non so come ho fatto, come abbiamo fatto... e ho così tante cose da dirti. Vorrei essere in grado di dirti come mi sento veramente ogni giorno con te, ogni momento speciale che abbiamo passato, ogni singolo momento... ma è impossibile e quasi mi pento di non avertelo detto a suo tempo. Non volevo spaventarti, perché sei il mio migliore amico e perdere te, significa perdere la mia vita e Louis io non lo voglio. Io voglio vivere, voglio vivere accanto a te. Ti prego..."

Harry lasciò il polso di Louis suo malgrado e Louis colse l'occasione per posare la mano tra i ricci di Harry, accarezzandoli per calmarlo. Sentì il corpo di Harry irrigidirsi, nello stesso modo in cui si irrigidiva quando parlavano del futuro, sul 'e se non fossimo insieme'.

Ma - "Tu non mi perderai", disse Louis, con voce dolce e bassa.

"Non potrei mai, mai lasciarti. Ti cercherò sempre, ti troverò sempre, ricordi?", sentì Harry annuire, ma non era davvero una risposta.

"Piccolo...", Louis alzò la testa di Harry finché non fu a portata di sguardo, dal mento:"mi credi, vero? Quando ti dico che non mi perderai. Io ci sarò sempre perché...", Louis si bloccò per pochi secondi ma, 'oh fanculo' :"perché ti amo così tanto. Così tanto che fa male, lasciarti significa il suicidio per me. Ti voglio con me e ti prometto che farò in modo da rimanere insieme, va bene?", Harry annuì ancora e Louis sorrise dolcemente, ancora con le dita sul mento:"Si?"

"Si, Lou".

"Bene".

"Allora... non stai per... non ti arrabbierai con me?"

"Arrabbiarmi con te?", chiese Louis divertito, corrugando un sopracciglio. Avvolse le braccia attorno al busto di Harry, portandosi tutto il suo corpo sopra di sé:"Per cosa?"

"Per - per questo... per amarti in questo modo, Lou...", Harry cercò di distogliere lo sguardo da Louis, ma lui non glielo permise. Anche Louis rise delle sue parole, a volte Harry sembrava avere tredici anni invece che diciotto... Dio, avevano diciotto anni, erano fondamentalmente cresciuti insieme, si erano visti crescere a vicenda.

"Oh Harry, sei così idiota", rise Louis e Harry spostò velocemente lo sguardo su di lui, cercando di assumere un'espressione mezza offesa, mezza confusa.

Era pronto a protestare, ma Louis se ne accorse e rigirò entrambi, così da essere sopra di lui adesso e con un rapido movimento, unì le loro labbra ancora una volta. Quella volta non fu lenta come le altre, era più urgente, ma non meno dolce. Le labbra di Harry erano così familiari per Louis, ma le sue labbra con quelle di Harry ancora non lo erano e lui le voleva esplorare, voleva sapere come piacesse a Harry, voleva memorizzare la sensazione, voleva conoscere ogni dettaglio delle labbra di Harry e di come baciava.

Spinse il corpo di Harry ancora più vicino dalla vita, anche se questo significava sollevare il didietro di Harry dal materasso. Baciò furiosamente il ragazzo più piccolo, tutto lo prese quasi di sorpresa, ma non ebbe il tempo di rispondere al bacio di Louis, che cominciò di nuovo a parlare.

"Pensi che...", Louis premette un veloce e ora più dolce bacio, sulle labbra di Harry:"mi dispiacerebbe baciarti ogni giorno?", lo baciò di nuovo, sorridendo e guardando dritto in quegli occhi verdi:"Perché se pensi questo", gli sfiorò le labbra ancora una volta, tenendo ancora Harry per i fianchi. Harry teneva le mani sulle braccia di Louis, ma era come se fossero sempre state lì, perché Louis se ne era a mala pena accorto:"non sai quanto ti sbagli, piccolo!"

"Ma -"

"Shh", Louis lo zittì con un altro bacio. Dovevano parlare e lo avrebbero fatto, lo stavano facendo... Ora era il turno di Louis di dire ciò che doveva. A modo suo, nell'unico modo possibile perché è ancora troppo nervoso. Harry lo rendeva nervoso e non era nemmeno normale.

"Harry... sarà come è sempre stato, ok? Non cambierà niente, ora, solo che", baciò il labbro inferiore di Harry, lentamente e assaporandolo veramente. Sentì Harry tremare sotto di lui, notò l'effetto che stava avendo su quel bellissimo ragazzo e quello, non fece altro che accrescere la sua voglia di sbaciucchiarlo, baciarsi con lui su quel letto, strofinare insieme i loro corpi, ascoltare gli ansimi di Harry, sentire le mani di Harry su di sé...

"... ora ci baciamo", sorrise Louis.

"E' ok, perché anche io ti amo in questo modo", ridacchiò. Louis ridacchiò e dovette nascondere il viso nell'incavo del collo di Harry.

Lo baciò sul loro punto e chiuse gli occhi:"Ti amo da così tanto tempo... forse più di quanto credo", confessò Louis:"penso che sia okay, adesso. Non perché adesso so come ti senti anche tu", si accoccolò sul petto di Harry e sentì che anche Harry si stesse rilassando, stringendolo veramente:"ma perché so che va bene anche per te. Ti va bene, giusto?"

Harry mugolò, ma rispose comunque, con la faccia tra i capelli di Louis:"Si".

"Bene", sospirò Louis:"perché voglio solo che tu ti senta a tuo agio con tutto questo, possiamo fare a modo tuo, per me va bene lo stesso. Anzi è perfetto perché mi sento così sollievo ora che ti ho in questo modo. Pensavo che ti avrei amato per sempre e che sarei rimasto solo", rise appena, facendo ridere anche Harry.

"E per la cronaca, anche tu mi hai fatto piangere un sacco di volte", confessò Louis piano. Sapeva che Harry gli avrebbe chiesto il perché nel suo tono preoccupato e dolce così continuò:"perché ero arrabbiato. Principalmente con me stesso. Mi sono permesso di sentirmi in questo modo, sapendo che avrebbe potuto rovinare tutto. Mi sono sentito rifiutato, che non volessi provare a stare con me in questo modo... "

"Io non ti ho mai rifiutato Louis!", disse Harry ora più forte di un sussurro, cercando di farsi guardare da Louis, ma Louis tenne nascosto il suo volto sul suo petto.

"Sì, l'hai fatto. Quel giorno - quando tu e mia sorella vi siete fottutamente baciati", triste, ricordando quell'episodio.

"Ti avevo detto che ero geloso e che solo io potevo baciarti e sapevi che lo volevo. Hai detto che non potevamo", Louis si irrigidì sopra il corpo di Harry, lo strinse più forte e contrasse la mascella. Stavano fottutamente parlando di quella storia e non riusciva a credere che stesse avendo davvero tutto quel coraggio, anche non essendo in grado di guardare Harry in faccia.

Sente Harry disegnare cerchi invisibili sul fianco con una mano, mentre con l'altra spostò la frangia di Louis dalla fronte.

"Lou...", Louis chiuse gli occhi, rilassandosi con la sua voce:"ti ho detto... ti ho detto che non potevamo perché pensavo di essere solo io a sentimi in questo modo, pensavo che volessi baciarmi solo per - per provare. Come era successo in bagno... sono stato io a baciarti e ho sempre pensato fosse più importante per me che per te... ho pensato che fosse la stessa cosa, pensavo che tu lo volessi solo per magari consolarti, non lo so. Avevo paura che mi dicessi 'va bene perché siamo migliori amici'. Io non volevo sentirlo."

"Mi dispiace...", Louis si morse le labbra, aveva ferito Harry senza rendersene conto... solo perché aveva pensato che se avesse fatto il contrario, lo avrebbe ferito. Era del tutto fuori strada e quello lo stava stressando.

"L'ho fatto per proteggerti, per quanto possa sembrare assurdo!", rise tristemente:"è un po' un casino", Harry annuì in accordo ma lasciò parlare Louis:"quel bacio significava molto, anche se - se le circostanze non erano, beh, appropriate. Non voglio che pensi che ti abbia baciato - voglio dire, che abbia ricambiato il bacio perché volevo dimenticare Caroline e gli altri. Ti ho baciato perché lo volevo, Caroline nemmeno l'amavo e tu lo sapevi. Non l'ho nemmeno mai baciata in quel modo se proprio dobbiamo dirla tutta. Credo che lì, per la prima volta forse, ho pensato di essere gay...", 'non che ti amavo, perché sono sicuro che non sia stato il bacio a farmi essere sicuro di quello', voleva dire, ma non lo fece, perché spiegare il significato di quelle parole lo avrebbe fatto sembrare un pazzo.

Avrebbe dovuto condividere tutto quello che aveva in mente da anni, non poteva farlo.

"Anche questo mi ha spaventato, ancora adesso non so se sono gay o meno", confessò con un sospiro. Confuso.

"Perché non so se succede solo con te, sai?"

"E avrei voluto condividere tutto con te, di questa cosa, perché stavo ci stavo combattendo da solo e mi stava facendo diventare pazzo, non hai idea", non capiva come lui e Harry stessero riuscendo ad avere quella conversazione in maniera così calma e mentre erano sdraiati sul letto con il peso dell'altro sopra di sé.

"Lou, mi piacerebbe aiutare con questa cosa, lo sai no? Ti ascolterei..."

"Ma non potevo parlarti di questo, almeno non a quel tempo. Avrei dovuto parlare con te... di te. Dei miei sentimenti per te".

"Tua mamma lo sa?", e cazzo Louis si sarebbe dovuto comportare normalmente perché non aveva mai pensato di dirlo a sua madre. Non gli era letteralmente mai passato per la testa, come se sapesse automaticamente, come se non avesse nemmeno bisogno di dirglielo.

"Voglio dire, tu -"

"No. Solo mia sorella...", rispose rapidamente perché non riusciva nemmeno a pensarci:"il giorno in cui abbiamo chiarito su quella... quella merda... gliel'ho detto e lei mi ha detto che forse ero gay solo per te, che beh... forse è vero", sussurrò:"mi ha detto che andava bene, ma sapevo che non lo era, perché tu sei il mio migliore amico...", era bello far uscire fuori dal petto quelle parole con Harry.

"Adesso si. Adesso è tutto ok", Harry tolse la mano dal fianco di Louis per prendergli la mano e intercettare le loro dita ancora una volta.

"È tutto ok. Ora lo so e rimarrà tutto così tra di noi, non rovineremo niente, ok?"

Louis annuì stringendogli la mano e finalmente, finalmente guardò Harry. I suoi capelli erano ancora bagnati, non grondavano più acqua, ma alcune ciocche di capelli gli erano rimaste appiccicate alla fronte, che chiedevano disperatamente l'aiuto di Louis per venire spostate delicatamente. Ma non lo fece, non ancora perché amava sentire le dita sue e di Harry intrecciate e l'altra mano era praticamente incollata al suo fianco. Vide la fossetta di Harry fare la sua gloriosa comparsa e Louis sentì l'impulso enorme di ricambiare il sorriso. Aveva ancora paura di quello che poteva succedere, spaventato da come avrebbero affrontato tutto, spaventato per come avrebbe influito su di lui l'essere gay... sapeva che fosse normale, era naturale e non c'era niente di sbagliato in lui - solo il fatto che amava il suo migliore amico e il problema non era che fosse un ragazzo, ma che fosse Harry - ma sapeva che avrebbe dovuto parlarne con i suoi genitori... specialmente ora che lui e Harry avevano chiarito certe cose.

Sarebbe rimasto tutto uguale, no? Ma era ancora preoccupato per tante cose... ma ora, aveva Harry come voleva... poteva baciarlo... Dio poteva baciarlo senza preoccupazioni perché Harry si sentiva nello stesso modo... nello stesso modo in cui si era sentito le altre volte, lo stesso modo in cui si era sentito per così tanti anni... proprio come Louis.

Era meraviglioso e ne avevano parlato, avevano finalmente parlato e Louis si sentiva così sollevato da riuscire a sentire solo la pioggia che cadeva sul tetto e non tutti i pensieri che gli avevano occupato la mente per tutto quel tempo.

"Posso baciarti di nuovo? Solo... solo baciarti, ne ho bisogno", disse Louis come se, se non lo avesse fatto, tutto sarebbe svanito. Probabilmente lo avrebbe fatto.

Gli occhi di Harry si illuminarono per la tenerezza e annuì. Il labbro inferiore, incastrato tra i denti, adesso stava lentamente venendo liberato. Louis non riuscì a trattenersi quando, tenendosi in equilibrio sui gomiti alzo il suo corpo dal petto di Harry, sovrastando il suo migliore amico e sporgendosi, per andare lui stesso a mordicchiare il labbro inferiore di Harry.

Ghignò e guardò Harry dritto negli occhi. Se lo fece scivolare tra i denti per poi succhiarlo. Era così eccitante e Harry non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, nemmeno quando Louis lo baciò come si deve. Osservò con quanta delicatezza e lentezza Louis lo stesse facendo, come tenesse gli occhi chiusi e la sua espressione sembrava così pacifica. Harry lo teneva ancora con entrambe le mani sulla vita e una di quelle di Louis era sulla guancia di Harry.

Louis si allontanò appena, i loro nasi che ancora si sfioravano, per passare il pollice sulle labbra di Harry. Continuò a fissarle, cercando di memorizzare il colore che assumevano quando erano gonfie, perché ora poteva farlo quando e quanto voleva e poteva baciare quelle labbra fino a farle diventare di un colore rosso vivo. Fece anche attenzione a come fosse sentirle sotto la pelle del pollice, imploranti affinché venissero toccate.

Incrociarono gli sguardi, blu nel verde, Harry sorrise a Louis e Louis non aveva bisogno di ricambiare, si sporse appena e lo baciò di nuovo. Solo un bacio, come aveva detto, niente altro, nemmeno la lingua, solo le labbra a sfiorarsi, dolci tocchi dolci che non hanno alcun significato nascosto, oltre all'amore, al prendersi cura dell'altro e alla gentilezza.

~ * ~

Passarono così la notte, pigre sessioni di baci seguite da altre piccole confessioni, promesse e qualche chiacchiera su cose a caso. Quando Daisy si presentò per dare la buona notte, miagolando appena e strusciando la testolina contro i loro piedi, decisero che fosse tempo anche per loro di andare a dormire dal momento che la notte era già stata lunga. Quando la gattina si fu addormenta in fondo al letto, per la camera, si sentiva ancora sussurrare. I loro occhi erano chiusi ma ancora non dormivano. Probabilmente solo verso le tre del mattino, Louis sentì Harry russare appena, gli lasciò un bacio sulla fronte e lo strinse a sé, perché se stava dormendo, allora anche Louis poteva rilassarsi.

Si addormentò chiedendosi come diavolo gli fosse capitata la fortuna di stare accanto al suo migliore amico, pelle contro pelle ed essere in grado di baciarlo come voleva. Aveva tutto nella vita, era l'uomo più fortunato della terra.

La mattina seguente Louis si svegliò per primo, il che gli fece pensare che fosse ancora tutto normale. Accarezzò i capelli di Harry e continuò anche quando Daisy gli si avvicinò, accoccolandosi sul petto di Harry mentre Louis continuava a stringerlo da dietro e baciandogli la parte dietro del collo.

Quando Harry si svegliò e si guardarono l'uno l'altro, notando i capelli incasinati -  più incasinati del solito – le labbra ancora rosse e i segni sul collo di entrambi, Louis continuò a pensare 'sì, è ancora tutto normale', perché non si sentirono in imbarazzo, non si sentirono strani, risero semplicemente ricordando quello che era successo il giorno prima. Quella volta Louis non provò nemmeno a nascondere la sua erezione mattutina che diceva implicitamente 'ti stavo giusto sognando'. A Harry andava bene, ma al contrario di Louis, continuava a rimanere sotto le lenzuola, con le guance troppo rosse e non aveva il coraggio di girarsi verso il petto di Louis.

Fuori, gli unici segni della pioggia, erano le piccole pozzanghere sul portico del cortile – dalle quali, naturalmente Daisy doveva bere, invece del latte che le aveva dato Harry - il sole faceva capolino tra le nuvole voluminose e bianche. Il mare era abbastanza calmo e la maggior parte della sabbia era tornata del suo colone naturale. Decisero di fare una passeggiata, non parlarono, solo silenzio e le loro mani - quelle che non reggevano gli asciugamani – a sfiorarsi, ma né Louis né Harry avevano fatto qualcosa per stringere quella dell'altro. Ma andava bene perché avevano sorrisi sui loro volti e e i succhiotti sul collo.

Intorno all'una, pranzarono in un ristorante accanto alla spiaggia, un'insalata di pasta e pollo e uno smoothie. Quella volta parlarono tenendo le loro caviglie incastrate sotto il tavolo.

Il resto della giornata la passarono sulla spiaggia e forse Louis si ustionò sulla schiena perché non aveva ascoltato Harry quando gli aveva detto di mettersi la protezione solare dopo essere uscito dall'acqua e più che altro era stato testardo perché mettere la crema solare sulla sua schiena, significava avere le mani di Harry sulla sua pelle. Non è che la cosa lo infastidisse, ma erano sulla spiaggia, in pantaloncini e nonostante anche le coppie etero si baciassero lì, era sicuro che Harry non si sarebbe sentito a proprio agio. Ma dannazione, a Louis mancavano le labbra di Harry perché non riusciva a trovare il coraggio affinchè quella diventasse routine. La routine del 'hey, hai detto una cosa carina, lasciati baciare', il 'buon giorno splendore, non ti bacio dalla notte scorsa e ora lo voglio veramente' e il 'oh mi mancano le tue labbra, mi merito un bacio, ora, non credi?'.

Ma quando il sole cominciò a tramontare trasformando il cielo in un miscuglio di un bell'arancione e rosa ed in spiaggia cominciarono ad esserci sempre meno persone, Harry si avvicina a Louis, fino ad essere sullo stesso asciugamano. Harry toccò la mano di Louis, mettendo la sua su quella del suo migliore amico. Louis era troppo distratto guardando la vista davanti a lui per notare il panorama accanto a lui. Si teneva con le mani dietro la schiena e le gambe erano allungate davanti a lui.

"Lou...", sussurrò Harry; stava fissando il ragazzo dagli occhi blu da secoli ormai, semplicemente ammirando il suo profilo e come, come poteva essere possibile che Louis avesse un profilo così bello. Avere quei bellissimi occhi blu in un giorno d'estate come quello, avere labbra che sembravano così belle in una giornata calda come quella e avere capelli così perfetti e soffici in un giorno di spiaggia come quello? Era così fottutamente ingiusto.

Louis mormorò come risposta e Harry probabilmente non si accorse di quanto grande fosse il suo sorriso.

"Guardami, Lou...", e la sua voce era così morbida, così tenera e perfetta da far girare Louis spostando lo sguardo su di lui. Lentamente, molto lentamente come se stesse cercando di memorizzare il più possibile il colore del cielo prima di guardare Harry. Ma se lo scordò. Se lo scordò nel momento esatto in cui posò gli occhi su Harry perché non riusciva a credere di aver quasi dimenticato che fosse più bello di qualsiasi tramonto sulla spiaggia.

Quando Harry sorrise ancora di più - come? - Louis non ebbe il tempo di ricambiare il sorriso, perché la mano di Harry era posata sulla guancia e lui si stava avvicinando per unire le loro labbra. Harry era migliorato molto nel baciare, ora, almeno meglio di quando aveva quindici anni. Dio, sicuramente molto meglio.

Era ancora lento e impacciato anche se durò poco, ma non significava che non riuscisse a far impazzire Louis. Si allontanò, accarezzando un'ultima volta lo zigomo di Louis con il pollice, appoggiando la fronte l'uno all'altro e sorrise.

E cazzo, cazzo, fottutamente cazzo. Louis avrebbe solo voluto dirgli: 'ti amo. Ti amo cazzo, ti amo come la luna ama il sole con la differenza che io ho la fortuna di toccarti e di vederti ogni giorno e ogni notte. Ma questo non significa perdere tutta la magia, anzi, lo rende ancora più bello. Sono così dannatamente fortunato, così fortunato di averti, così fortunato ad amarti, perché questa sensazione è incredibile e voglio tenerla con me. Quindi forse ti amo come il mare ama la sabbia. Perché non è mai abbastanza, il mare ha le onde per raccogliere sempre più sabbia. L'amore è così tanto, il bisogno è così grande, che non c'è modo per cui io riesca a stare anche solo un secondo senza di te'.

E beh, forse lo aveva detto ad alta voce.











Buona domenica splendori!!

Ebbene eccomi qui con un altro capitolo.

Ci siamo quasi! Siamo quasi arrivati alla fine di questo libro e volevo dirvi un paio di cose. Dunque, nel libro n° due, dopo una piccolissima intro di due pagine scarse, l'autrice dedica un capitolo ad un recap di ciò che è successo fino a quel momento. Sinceramente io lo salterei e passerei subito al primo capitolo vero e proprio, non perché io sia sfaticata, dopo tutto quello che sto facendo, penso e spero che abbiate capito che non è un problema tradurre, ma perché lo trovo inutile, ma lascio decidere a voi.

Mancano sette capitoli alla fine e io ringrazio quelle poche ma fedeli persone che stanno seguendo questa storia con così tanto affetto. Davvero, grazie di cuore!

Il prossimo capitolo sono 72 pagine, abbiate pietà di me se non riuscirò a darvelo proprio Domenica!

A presto.

-A.

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