23 - Something only mine
Fottuto.
Louis è fottuto.
Si era chiesto come diavolo avesse potuto funzionare fin dall'inizio quell'amicizia con Harry.
Oh si, certo. Perché prima non si sentiva così attratto e così innamorato del ragazzo dai capelli ricci e anche perché non erano mai stati in spiaggia insieme, dove, beh, dovevano stare in pantaloncini, a torso nudo e sotto il sole.
Louis doveva smettere di immaginare come fosse la pelle di Harry da bagnata perché sapeva che sarebbe stata splendida e che avrebbe preso colore e cazzo.
"Andiamo in acqua, adesso?", chiese Louis troppo in fretta. Non poteva farselo diventare duro solo per i pensieri che stava facendo. Non qui, non ora, mai? Così, l'acqua fredda in quel momento, sarebbe stata più che benvenuta.
Cercò di distrarsi giocando a racchettoni, ma quello fece solo sì che Harry indossasse di nuovo gli occhiali da sole di Louis, sudasse e facesse strani rumori. Così pensò di sdraiarsi semplicemente sul telo da mare e dare fastidio a Harry con la sabbia, ma anche quello aveva solo fatto sì che Harry gli si avvicinasse e diventassero un po' troppo affettuosi.
"Ehm, sì...", disse un po' incerto Harry e no, Louis non poteva preoccuparsi per la sua paura in quel momento.
"Grande, andiamo", Louis si alzò dall'asciugamano e cominciò a correre verso l'oceano. C'era qualche persona in giro a quell'ora del mattino, ma Louis era sicuro, che alla fine della giornata, ce ne sarebbero state di più.
Sentì l'acqua fredda sui piedi, ma sussurrò solo 'freddo, freddo, freddo' tra i denti prima di approfittare di un'onda più o meno grande per tuffarsi. Sì, ne aveva bisogno.
Si spostò i capelli dalla fronte e guardò indietro vedendo Harry che stava ancora camminando lentamente verso il punto in cui si trovava Louis per poi fermarsi nel punto in cui iniziava la sabbia bagnata, ancora un po' lontano da Louis. Sembrava nervoso e stava guardando Louis in maniera strana e no. No, Louis non aveva fottutamente appena fatto una cosa del genere.
"Cazzo", sussurrò tra se e se e uscì fuori dall'acqua, tremando appena e camminando verso Harry.
"Hey...", fece del suo meglio per sogghignare:"vuoi un abbraccio?", aprì le braccia, scherzando per cercare di eliminare la tensione ma Harry si allontanò appena.
Sapeva bene quanto Harry si sentisse a disagio in quel momento, visto che Louis lo aveva lasciato da solo ed era circondato da persone. Louis si chiese se fosse quello il motivo per cui Harry aveva fatto in modo di non lasciare a casa i suoi braccialetti. Le cicatrici erano appena visibili, probabilmente uno o due erano un po' più scure, ma era come se non ci fossero, ma Harry sapeva che sarebbero stati fuori molto tempo, perciò si era accertato di portarseli da casa.
Quel pensiero spaccò un po' il cuore di Louis, perché quando c'era solo Louis, non si vergognava né aveva paura dei suoi polsi. Louis lo faceva sentire a suo agio più che poteva, si comportava come se quel passato oscuro non fosse mai successo, ma per quanto incredibile potrebbe sembrare, era qualcosa di sempre presente nella mente di Harry. Aveva parlato con Louis e gli aveva detto che non lo aveva più fatto per mantenere la loro promessa, perché ogni tanto ancora pensava di farlo, aveva ancora quelle immagini nella sua mente, che lo tormentavano come se cercassero di attirarlo verso il lato oscuro.
Ma comunque, Harry stava facendo un buon lavoro a far credere a Louis che fosse la sua fonte di felicità e forza, la sua unica ragione di vita e wow, quello rendeva Louis felice e sconvolto allo stesso tempo.
"Mi dispiace, io-"
"Puoi darmi la mano?", Harry interruppe Louis, allungando la mano verso Louis. Louis guardò la sua mano e poi il volto di Harry e annuì, intrecciando insieme le loro dita.
Louis gli sorrise per rassicurarlo e cominciarono a camminare verso il mare. Louis strinse la mano di Harry, quando entrambi sentirono l'acqua fredda sotto ai piedi.
"Parecchio fredda", Harry rabbrividì e stritolò letteralmente la mano di Louis, nella sua:"ma... è una bella sensazione", concluse Harry e allora fu il suo turno per trascinare avanti Louis.
Il ragazzo dagli occhi blu notò il modo in cui Harry arricciava le dita dei piedi e ridacchiava guardando l'acqua bagnargli i piedi. Louis non riusciva a credere che quella fpsse la prima volta che Harry mettesse piede in spiaggia, la prima volta che sentisse l'acqua fredda e salata sulla sua pelle... Louis amava la spiaggia, l'aveva sempre amata e il fatto che Harry non avesse mai vissuto quell'esperienza meravigliosa, non avesse mai vissuto quell'ambiente, gli spezzava il cuore. Ma nonostante tutto, era davvero contento di essere quello che offriva a Harry quella possibilità.
Harry continuava a camminare sempre più avanti, fino a quando l'acqua non gli arrivò alle ginocchia e non sembrava essere preoccupato per la sua paura, cioè l'oceano può essere davvero terrificante e Harry aveva paura di andare in una piscina. Quel mostro enorme non sembrava impaurire Harry e quello era stupefacente... perché il mare è così profondo, può essere così buio e ha ancora così tanti segreti... Come poteva sembrare che Harry fosse così a suo agio nell'esplorarlo?
La sua mano era ancora saldamente stretta a quella di Louis e non gli importò quando Harry la strinse ancora di più perché le loro dita combaciavano così bene, le loro mani insieme, erano splendide.
"E' incredibile Lou...", disse Harry, fermandosi all'improvviso e ammirando l'immensa visuale.
"Ti senti bene?", Louis decise di chiedere. Il sole era caldo sulla sua pelle, ma Louis pensava di non meritare quei raggi di sole lo colpivano perché wow, stavano molto meglio sulla pelle di Harry, facendola brillare.
"Sì... Dio, sì", Harry sorrise, ancora senza guardare il suo migliore amico, continuando ad apprezzare quel bellissimo blu scuro.
"E' come...", ridacchiò abbassando la testa, la presa sulla mano di Louis si fece più morbida:"è come guardare i tuoi occhi Louis... È per questo che non ho paura, se affogo starò bene comunque. È bellissimo", Louis notò la familiare fossetta sulla guancia di Harry.
Il cuore che gli batteva forte nel petto e le ginocchia che stavano per cedere. Louis non poteva rimanere sano di mente mentre Harry parlava dei suoi occhi in quel modo, proprio non poteva...
"Così sdolcinato", disse così, cercando di distogliere l'attenzione dalle sue guance arrossate e spruzzando d'acqua Harry, facendogli emettere un gridolino per il freddo che stava colpendo il suo torso accaldato.
"Hey!", Harry protestò e, naturalmente, cominciò anche lui a spruzzare Louis, che però non ne fu infastidito quanto Harry poiché il suo corpo era già bagnato. Nel momento in cui Louis era in procinto di continuare la lotta, un'onda di medie dimensioni li investì quasi facendogli perdere l'equilibrio.
Harry si morse il labbro fino a che non divenne bianco e fece una smorfia per il freddo, le punte dei capelli che stavano già grondando acqua da un lato.
"Le mie dita", Louis tremò e scosse la mano che Harry stava letteralmente stritolando, adesso facendogli effettivamente male.
"Scusami", Harry rise per la faccia di Louis.
"Non ridere idiota", Louis alzò gli occhi al cielo ed fu il suo turno per trascinare Harry un po' più in là:"e non provare a spingermi", Louis avvertì Harry, rivolgendogli un sguardo torvo, notando come il ragazzo si stesse già preparando. Harry ridacchiò, fottutamente ridacchiò e Louis dovesse scuotere la testa per non impazzire.
Passarono circa venti minuti in acqua. Louis non aveva mai, mai, lasciato la mano di Harry. Avevano saltato con le onde e Harry non si era mai sentito così libero, come se stesse volando e sfidando la gravità. Forse aveva anche urlato un paio di volte perché aveva sentito qualcosa di strano sotto i piedi. Louis gli aveva sempre detto che avrebbero potuto esserci dei pesci o delle alghe, ma quello fece solo entrare Harry nel panico e iniziare a drammatizzare su pesci e crostacei carnivori.
Quando uscirono fuori dall'acqua, per tornare agli asciugamani, Louis fu costretto a tornare indietro visto che Harry aveva avuto la brillante idea di ingannare Louis involontariamente, facendolo inciampare e cadere sulla sabbia, ancora una volta.
Beh, almeno Harry non aveva ripreso quella volta.
~ * ~
Dopo qualche minuto al sole e un altro po' di chiacchiere e filmare - Louis sapeva che la sua scheda di memoria non sarebbe durata molto - decisero di alzarsi e prendere la loro roba per tornare a casa, levarsi più possibile la sabbia da dosso, prima di salire in macchina di Louis per andare a fare la spesa.
Ci misero quasi venti minuti per arrivare in un negozio di alimentari e alla fine, risalirono in macchina con cinque buste piene di cibo e altre cose che Louis pensava fossero essenziali - ma in realtà non erano. Sapeva che fosse tardi e dovevano tornare a casa per pranzo, ma erano in vacanza, quindi niente regole e Harry aveva visto una piccola fiera vicino al molo e così Louis si sentì come un padre che viziava il suo bambino quando disse si a Harry, così andarono a farsi un giro là intorno.
C'era un gruppo di persone che si esibiva nel mezzo del pontile, cantavano, suonavano strumenti e ballavano così si fermarono un po' lì. Poi, mentre Harry era andato a comprare un po' di frutta sui banchi del mercato - Louis fu lieto di non averla comprata al supermercato perché quella sembrava più fresca - Louis andò a curiosare in giro per le altre bancarelle.
Si fermò in una in cui vendevano un sacco di gioielli e cappelli, e sapeva molto d'estate. Alcuni bracciali in pelle marrone, catturarono la sua attenzione e gli venne in mente il diario di Harry. Non ci pensò due volte prima di chiederne due identici, pagando giusto in tempo prima che Harry arrivasse con due buste di frutta in mano.
"Non ho comprato l'anguria perché sarebbe stato troppo pesante e ne abbiamo ancora per un'altra volta", disse Harry e Louis stava cominciando ad abituarsi a quel sorriso costante sul suo viso e due fossette a salutarlo.
"Hai comprato-"
"Che cosa hai lì?", Harry lo interruppe guardando la mano Louis intorno al polso e l'altra che teneva qualcosa. Avevano cominciato a camminare e Louis non aveva chiesto a Harry di dargli una busta, così che non dovesse portarne due, il che non era da Louis.
"Oh", Louis finì di mettersi il braccialetto e mise quello di Harry davanti al suo viso.
"Ne ho uno uguale", disse mostrando il pezzo di pelle al suo migliore amico.
"Louis...", Harry ansimò con gli occhi spalancati ed era così bello, così bello che Louis non riusciva a capire come Harry potesse lodare i suoi blu quando Harry aveva quelli. Quegli occhi meravigliosi, dello stesso colore di uno smeraldo, così pieno, unico e stupendo.
Harry lasciò cadere le buste sulla sabbia accanto a loro e afferrò il bracciale:"E 'così bello", disse Harry guardando con tenerezza quel piccolo oggetto nelle sue mani enormi.
«Devi promettermi una cosa", Louis cominciò e prese il braccialetto di pelle dalle mani di Harry, con molta cura, ma facendo del suo meglio per toccare le dita di Harry con le sue. Liberò il polso sinistro di Harry dai pochi bracciali che aveva messo la mattina e li mise nelle tasche dei suoi pantaloncini. Louis stava facendo tutto prestando attenzione con lo sguardo ai suoi movimenti. Poi disegnò piccoli cerchi con il pollice sopra i polsi di Harry, palmo della mano rivolto verso terra, lasciando il proprio segno.
"Lascerai il polso solo con questo e non te lo leverai mai", non perse altro tempo e legò il braccialetto attorno al polso del ragazzo più alto.
Guardò per un attimo il risultato finale. Sperava inoltre che in quel modo, se Harry avesse di nuovo avuto quella sensazione di tagliasi ancora, avrebbe pensato a Louis e non l'avrebbe fatto. Sarebbe stato più facile ora, perché in quel modo Louis sarebbe stato con lui e Harry doveva prendersi cura di quel bracciale così da non spezzare nessuna promessa. Avrebbe pensato a Louis la prima volta che si fosse guardato il polso e gli sarebbero venute in mente solo cose belle. Le cose che lo rendevano felice, i momenti che passava con Louis e si sentiva libero, felice e amato.
"Promesso, Lou", Louis sentì lo sguardo di Harry su di lui così gli lasciò immediatamente la mano e lentamente incontrò lo sguardo del ragazzo. Harry sorrise, rivolgendo a Louis quel sorriso. Quello così denso di significato per loro, quello che diceva tante cose che solo loro due possono capire e sapere. Quello che riscaldava sempre il cuore di Louis.
Anche Louis gli sorrise e annuì, come per dire che capiva quello che il ragazzo gli stesse dicendo e anche che Harry non avesse bisogno di ringraziarlo.
"Adesso puoi spuntare un'altra cosa dalla tua lista", disse Louis contento e il fatto che pensasse che fosse logico saperlo perché Harry avrebbe dovuto parlargli di ciò che aveva scritto nel diario, non gli fece realizzare subito ciò che aveva detto.
"Che?", disse Harry piuttosto sorpreso e il suo volto si trasformò per lo shock puro e la confusione.
Louis mandò indietro gli ultimi tre secondi nella sua mente e il suo viso si disegnarono la colpevolezza e il rimpianto. Gli si spalancarono le labbra e non si portò le mani alla bocca per coprirle perché era troppo impegnato a muovere le mani in sincrono, come se stesse cercando di trovare, in aria, le parole giuste.
"Ehm, me-me l'hai detto tu che volevi - che volevi che avessimo due bracciali uguali", Louis era davvero un pessimo bugiardo, soprattutto quando si trattava di Harry perché quasi mai aveva bisogno di farlo.
"No io non ti ho detto proprio niente", Harry aggrottò le sopracciglia.
"Si me l'hai detto, quando mi hai parlato della tua lista, non ti ricordi?", Louis si morse la parte interna della guancia.
"Me lo ricorderei, se l'avessi fatto...", giusto, sicuramente se lo sarebbe ricordato.
La mente di Louis si svuotò e non riuscì a trovare nessun'altra scusa, nessun'altra bugia da poter usare per cambiare discorso e non rendere tutto tremendamente ovvio.
"Louis!", la voce di Harry arrivò quasi come un avvertimento, ma Louis non voleva sentire nulla.
"Harry...", disse Louis prendendo le due buste di plastica dalla sabbia, ma Harry lo bloccò, appoggiando le mani su entrambe le braccia. Il suo tocco era dolce ed era bello sentire Harry che lo toccava. Louis sapeva di non meritare un gesto così gentile in quel momento. Non era giusto.
"Quando-", Harry iniziò, il suo sguardo stava quasi spogliando Louis, era intimidatorio, fece venir voglia a Louis di confessare tutto quello che aveva e che non aveva fatto. Louis sapeva essere in torto marcio, che avesse sbagliato a guardare il diario di Harry, perché era qualcosa che Harry teneva sempre con sé e se avesse voluto, l'avrebbe mostrato lui a Louis. Era una delle poche cose che era solo di Harry e non di Louis e Harry. Come i sentimenti di Louis, non li aveva condivisi con Harry e non l'avrebbe fatto.
"Io-", Louis cercò di parlare, cercò di interrompere Harry perché non voleva ascoltare. "Mi dispiace... Ma adesso andiamo", disse Louis in fretta e si allontanò dal tocco di Harry, afferrò le buste e cominciò a camminare verso la macchina.
Sapeva che Harry lo stesse seguendo, ma non osò guardarlo, spaventato dell'espressione che avrebbe potuto trovare su quel bel viso. Aprì la macchina e posò la frutta sul sedile posteriore prima di entrare in macchina, sul sedile del guidatore. Non aspettò che Harry fosse seduto accanto a lui prima di infilare le chiavi nel blocchetto, pronto per avviare la macchina.
Harry si sedette accanto a Louis e suoi movimenti erano così lenti e attenti che Louis temeva perfino cosa stesse pensando. Prima di chiudere la portiera, Harry spense la macchina.
"Possiamo parlare?", chiese Harry, con voce ferma ma che ancora suonava come quella tenera e dolce del bambino che Louis conosceva.
Louis non aveva il coraggio di rispondere. Sapeva quello che aveva fatto, ma non era in grado di gestire un Harry arrabbiato.
Aveva imparato che era importante rispettare gli spazi di Harry ed era qualcosa che Harry aveva sempre cercato, Louis aveva passato anni a farlo fino a quando Harry non aveva deciso, lentamente, di lasciar entrare Louis. E lui c'era così dentro adesso, era la vita di Harry fino al punto di non pensare quando prima di aprire un'altra parte della vita di Harry, la parte che Louis non conosceva. Era naturale per Louis sapere tutto, così aveva semplicemente guardato dentro quel prezioso diario.
Forse apparentemente non sembrava un problema così grande, ma era davvero un grande problema per Harry... e automaticamente per Louis perché sentiva di aver mentito a Harry e di averlo deluso.
"Quando hai letto il mio diario?", chiese Harry. Se l'era portato con sé in viaggio e Louis aveva visto Harry scriverci sopra la sera prima, dopo cena. Louis si sentiva così in colpa e allo stesso tempo si odiava perché ne aveva visto solo una piccola parte e avrebbe voluto vedere tutto. Sapeva che ci fossero segreti lì dentro, di cui Louis non fosse a conoscenza, ma voleva, voleva saperli tutti, perché fino a quel momento aveva sempre pensato di saperli già. Non gli sembrava giusto.
Louis si schiarì la voce perché non poteva dire 'non l'ho fatto'.
Così disse:"Non l'ho fatto apposta..."
"Non ti ho chiesto questo", Harry sospirò.
Louis guardò le mani che aveva in grembo e la sua testa continuava a girare in tondo:"E' stato la mattina dopo quella notte...", dopo che abbiamo scopato e no, proprio no, quello era un argomento di cui avevano parlato e allo stesso tempo no, ed era ancora tutto molto vago. Louis non aveva la più pallida idea di cosa avesse provato Harry quella notte e poi... poi si era chiesto se Harry lo avesse scritto su quei fogli. Forse Harry scriveva lì dentro ciò che aveva paura di dire... ma Louis credeva che ormai non avesse più paura di parlare. Parlare con Louis, il suo migliore amico.
"...dopo il tuo compleanno", disse poi:"è caduto dalla scrivania e io... cazzo, mi dispiace, io-", Louis quasi urlò, parlando velocemente, disperandosi perché Harry capisse veramente il suo punto di vista.
"Non posso credere che l'hai letto, Lou...", Harry parlò guardando Louis nello stesso modo intimidatorio, quello che faceva stare Louis peggio e debole. La sua voce non era alta, sembrava quasi triste, come il suo sguardo e Louis voleva solo scappare perché lo spazio in macchina era così ristretto, ma nonostante quello si sentiva così lontano da Harry.
"Io... lo so, mi dispiace davvero tanto, ma non l'ho fatto apposta".
"Invece si, altrimenti non l'avresti fatto", Harry stava parlando con tutta calma e Louis non sapeva se quello fosse un buon segno o meno.
"Lo so...", credeva di sapere tante cose, ma ce n'erano così tante mancanti, che non conosceva, ma voleva.
"Non ho letto tutto, te lo giuro. Ho solo - io...", balbettò non c'era modo in cui potesse a trovare le parole per dire quello che Harry meritava di sentire.
"Hai solo?", Harry alzò un sopracciglio e aspettava, aspettava le parole che Louis non poteva dire.
"Ho solo... Sono arrivato solo fino alla lista dei desideri, ma non l'ho nemmeno finita".
"E' tanto...", Louis aprì la bocca, ma la chiuse ancora una volta, non sarebbe servito a niente dire 'lo so' ancora una volta, con lo stesso tono di voce triste, stupido e colpevole.
"Louis, io non volevo che lo leggessi. Sai che io-", Harry sospirò ancora, anche lui sembrava avere problemi con le sue parole. Si portò le mani tra i ricci, Louis invidiava le sue dita in quel momento, potevano toccare la pelle di Harry in qualunque momento e anche se, anche Louis poteva, non era ancora abbastanza per lui.
"Ma perché? Perché non me ne hai parlato? Perché non hai parlato con me di tutto quello che hai lì?", Harry guardava sorpreso il suo migliore amico e poi serrò le labbra.
"Sai che ce l'ho da quando ero un bambino. Era una cosa che avrei voluto tenere per me, sempre. Anche se sei...", fece una pausa:"anche se ho te, ho voluto tenermelo, per sapere di avere ancora qualcosa solo per me stesso", Louis aggrottò la fronte, che cosa intendeva Harry dicendo di 'avere qualcosa solo per se stesso'?
"Ma noi..."
"Lo so Lou", incredibile come Harry sapesse cosa Louis stesse per dire senza nemmeno averlo detto.
"Ma quel diario sta lì per quando sei tu a non esserci".
Un rimpiazzo?
"Questo è quello a cui servono quelle citazioni. Quando mi sento male vado rileggerle perché me le hai detto tu. Tutti quei disegni, le cose che ho scritto, sarebbero dovuti essere i miei pensieri. Ed ora è come se tu fossi entrato nella mia mente. Louis, ti ho dato tutto, tutto ciò che è mio, è tuo, fisicamente ed emotivamente... quel diario doveva essere qualcosa di solo mio", le parole di Harry mozzarono il respiro di Louis, la sua voce, quello che aveva scelto di dire, tutto si era insinuato dentro Louis e lo stava distruggendo.
"Cazzo", sputò e interruppe il loro contatto visivo perché lo sguardo di Harry in quel momento, non era qualcosa che Louis era in grado di sopportare.
"Harry... Harry, piccolo", prese la mano di Harry portandosela in grembo attraverso la macchina. Guardava solo le loro mani intrecciate, immaginando come sarebbe potuto essere se avesse potuto continuare a tenere la mano di Harry in quel modo per sempre, o tenerla come facevano quando erano bambini. Passeggiare per la strada con le mani intrecciate, come per dire che Harry fosse di Louis. Non inteso nel senso di proprietà, solo qualcuno al quale Louis tenesse e che aveva con se e che voleva continuare a tenersi vicino. Qualcuno che voleva proteggere.
"Mi dispiace tanto... te lo giuro, mi sento così male per tutto questo. Sono davvero dispiaciuto, io-io mi sono sentito tipo...", geloso? Di un diario Louis?
"...Cioè non ho pensato che avresti potuto sentirti in questo modo, perché sono il tuo migliore amico e pensavo che sapessimo tutto l'uno dell'altro e che fossimo-"
"Una cosa sola", Harry completò la frase, con la voce roca e così tanto bella.
"Pensi che sia una cosa normale, Lou?", chiese Harry e Louis sentì quegli occhi verdi su di lui ancora una volta. Sapeva che Harry non lo stesse facendo apposta, ma lo stava uccidendo.
"Penso... io penso di si...", rispose. Non riusciva nemmeno a rispondere decentemente ma sapeva che Harry avesse capito.
"Non ti fa paura?"
"Un po'", Louis strinse la mano di Harry e, finalmente, lo guardò. Harry lo stava ancora guardando, per la prima volta arrossì anche come se l'avesse beccato a fare qualcosa che Louis non avrebbe dovuto vedere.
"Ma va bene", Louis sorrise appena e sapeva che quelle parole erano sempre riuscite a confortare Harry in qualche modo.
"Ti prego di perdonarmi, so che non avrei dovuto leggerlo. Mi dispiace, io-"
"Ti perdono", disse Harry. Come poteva rimanere arrabbiato con Louis?
"Solo... non farlo mai più, Louis. Ci sono certe cose che non voglio... di cui non posso parlare con te."
Louis cercò di fare del suo meglio per non far vedere quanto fosse stato buttato giù dal modo in cui quelle parole lo avevano colpito e nascondere la sua delusione. Così era vero, Harry nascondeva ancora qualcosa a Louis, Harry ancora non riusciva a parlare di tutto con il suo migliore amico.
Louis si era sbagliato per tutto quel tempo, una parte di Harry è ancora la stessa di quella del bambino di sette anni, seduto sul marciapiede dall'altra parte della strada, che non riusciva a parlare con nessuno.
~ * ~
Quella notte Harry fu il primo ad addormentarsi. Louis continuava a stringere la mano di Harry sopra il suo stomaco e giocando con il bracciale uguale a quello che aveva anche lui. In certi momenti, lo lasciava, solo per accarezzare il viso di Harry o per lasciar scorrere le dita lungo il suo braccio nudo. Era solo un semplice e tenero gesto che Louis ogni tanto faceva, sì, a volte gli piaceva rimanere sveglio più a lungo, lasciare che Harry si addormentasse per primo per godersi il silenzio, il calore di Harry accanto a lui e controllare che tutto andasse bene mentre dormiva.
Non era inquietante, era solo amore. Louis amava Harry in tutti i modi possibili, perciò amava fare quei piccoli gesti, quelle piccole cose.
Si godette il lieve russare di Harry, gli piaceva guardare le sue labbra bellissime, rosee e socchiuse e soprattutto gli piaceva sapere di essere l'unico in grado di stare accanto a Harry in quel modo, con la certezza che la mattina dopo, si sarebbe svegliato nello stesso modo. Non c'era nulla dietro quei pensieri, solo innocenza e per quanto Louis avesse avuto, diverse volte, pensieri poco casti verso Harry, la maggior parte erano puri, frutto dell'estremo affetto che provava verso il ragazzo dagli occhi verdi.
Tuttavia, proprio quella notte Louis era anche impegnato con le sue paure. Stava avendo pensieri che nemmeno lo splendido ragazzo accanto a lui e le luci meravigliose e la vista che aveva dalla finestra potevano fermare.
Si odiava perché sentiva una voglia irrefrenabile di alzarsi dal letto e dare un'occhiata al diario di Harry solo un'ultima volta, solo un'ultima volta per sapere tutto quello che Harry si era tenuto per sé e che aveva deciso di non dire a Louis. Louis voleva sapere tutto dei pensieri di Harry perché lui avrebbe potuto scommetterci, lui sapeva, che meritavano di essere condivisi, che fossero meravigliosi, ma allo stesso tempo terrificanti. Harry poteva essere davvero misterioso a volte e anche se a Louis piaceva quel suo lato, avrebbe preferito che Harry non non lo fosse stato con lui.
Stava essendo così ingiusto ed egoista, ma non era come se avesse promesso a Harry che non avrebbe più guardato il suo diario... Però Harry era sembrato così triste dopo aver saputo quello che Louis aveva fatto. Harry aveva messo in chiaro che volesse mantenere quell'unica cosa solo per se stesso. Louis, da bravo amico che era, doveva solo rispettarlo. Rispettava Harry e non lo avrebbe fatto.
Non lo avrebbe fatto.
Baciò una tempia di Harry e sussurrò una 'buonanotte' e un 'ti amo', che significava molto più di quello che di solito avrebbe detto a Harry se fosse stato sveglio.
Il mattino dopo Louis era concentrato sul rimediare al suo comportamento verso Harry, così si era svegliato un po' prima e aveva preparato la colazione da solo e per quanto avrebbe preferito avere Harry accanto a sé, sapeva che ne sarebbe valsa la pena. Mise tutto su un vassoio e portò tutto in camera. Come previsto, Harry stava ancora dormendo.
Louis posò il vassoio sul tavolo e con attenzione si mise sul letto accanto a Harry. Era sempre particolarmente stupendo sotto le lenzuola farfugliate, con i ricci sparsi sul cuscino, mentre le sue braccia lo stringevano e le ciglia che sfioravano delicatamente gli zigomi. Louis avrebbe preferito che Harry fosse stato a torso nudo in quel momento perché non riusciva ad immaginare la pelle della sua schiena con la nuova abbronzatura, che spuntava appena dalle lenzuola bianche, quasi come se stesse chiedendo a Louis che la toccasse.
Si morse il labbro per trattenere un ghigno e premette il suo petto nudo contro la schiena di Harry. Iniziò lasciando baci sopra il tessuto della canotta di Harry, sulla sua spalla. Poi, affondò la faccia nell'incavo del suo collo, riuscendo a sentire ancora facilmente l'odore dello shampoo dalla doccia della notte prima. A Louis piaceva il fatto che l'odore naturale di Harry fosse un miscuglio tra quello di Louis e di Harry stesso, forse di cannella e mela nei giorni freddi e di profumi costosi, in quelli caldi. Che era strano, ma Louis lo amava. Dio, lo amava.
Spostò i capelli di Harry per lasciare libera un po' di pelle e potergli baciare il collo. Sentì il ragazzo tremante sotto di lui, e quello fu il segnale per Louis per far scivolare le mani lungo il corpo del ragazzo più piccolo e farle scivolare sotto la maglietta di Harry, potendo finalmente sentire la sua pelle calda e morbida.
Harry gemette, o semplicemente grugnì per essere stato svegliato, ma Louis ghignò guardandolo, mentre nascondeva il viso nel cuscino.
"Alzati e splendi, mio sole meraviglioso", Louis sussurrò, lasciando altri baci sulla pelle nuda del braccio di Harry.
"Mi stai facendo il solletico", la voce mattutina di Harry era il punto debole di Louis, ma se la punta delle sue dita fredde che toccavano la pelle del fianco di Harry, facendolo parlare in quel modo, allora non gli importava di sentire le ginocchia inconsistenti e gli uragani nello stomaco.
"Ah si?", chiese Louis in tono dolce, ancora un po' beffardo, strusciando il naso sui capelli di Harry, accanto al suo orecchio.
Proprio in quel momento, sentì il viso di Harry muoversi per incontrare quello di Louis. Louis si allontanò giusto in tempo, ma i loro nasi si toccarono appena lo stesso creando un piccolo e asfissiante spazio tra i loro volti.
"Hey!", sussurrò Harry, la voce impastata in gola. Rivolse a Louis un sorriso pigro e wow Louis aveva bisogno di un momento da solo per respirare e riprendersi da tutto. Ma non poteva e in quel momento, voleva solo rimanere in quel modo per un po'. Se lo meritava.
"Ciao amore. Facciamo colazione a letto 'sta mattina", disse Louis sistemando le braccia attorno a Harry in maniera più confortevole, ma senza allontanare i loro visi. Era sorprendente come tutto quello fosse praticamente normale, ma che Louis non potesse andare oltre il limite, non potesse andare oltre.
Harry grugnì ancora una volta chiudendo gli occhi e facendo del suo meglio per far passare la mano tra loro due, per strofinarsi l'occhio sinistro.
"Mi vizi troppo".
Louis ridacchiò per quel commento e si sporse per lasciare un bacio umido sulla guancia di Harry.
"Non dire così".
Anche se era vero. Ma Harry se lo meritava.
Harry mugolò, continuando a tenere gli occhi chiusi:"Spero che questo non suoni male o chissà che, ma a volte sembrano una coppia", disse Harry e Louis non era riuscito a capire l'ultima parte, per il modo in cui Harry stava biascicando le parole.
"Che?"
"Niente, splendore", disse Harry aprendo gli occhi e sorridendo a Louis. Non era una cosa usuale che Harry lo chiamasse così, ma Louis sorrise e improvvisamente Harry mise le braccia intorno al corpo di Louis, per cambiare posizione e sdraiarsi sulla schiena, in modo che Louis, ora fosse sopra di lui:"facciamo colazione allora."
Mentre facevano colazione, Louis disse a Harry dove sarebbero andati quel giorno. Non ci aveva pensato molto, ma sapeva che a Harry sarebbe piaciuto visitare 'The Beatles Story'. E sì, aveva ragione, così fottutamente ragione.
Harry si preparò in fretta, nonostante fosse dovuto andare a recuperare i loro costumi dal giardino dietro dove li avevano lasciati ad asciugare. Fu veloce e preparò altrettanto velocemente anche il loro pranzo, per trascinare Louis fuori di casa, il più presto possibile, senza nemmeno preoccuparsi del fatto che fossero solo le nove e mezza e che di solito a quell'ora dormiva.
Intorno alle tre del pomeriggio tornarono a casa dopo aver fatto un pic-nic nel un parco, il loro primo pic-nic, e Louis aveva deciso che quella era proprio una cosa da loro e che avrebbero dovuto farlo più spesso invece di andare nei ristoranti. Anche a Doncaster, perciò avevano deciso di fare un pic-nic in riva al lago, una volta tornati.
"Aiutami a portare questo", disse Louis dando Harry una delle buste del pranzo, mentre chiudeva la macchina. Camminarono verso la casa e Harry aprì la porta, permettendogli di entrare:"Dovrai aiutarmi qui, adesso".
"Ho fatto il letto stamattina, Louis", disse Harry con tono seccato.
"Ehi, l'hai voluto tu e andavi di fretta, oggi era il mio turno tecnicamente", lo prese in giro Louis, andando verso cucina.
"Penso che sia solo giusto che mi aiuti, senza -", Louis si bloccò non appena messo piede in cucina. Posò la roba sul bancone e il modo in cui anche Harry si era paralizzato accanto a lui, voleva dire che anche lui sapeva chiaramente quello che probabilmente era successo.
"Harry...", il tono di Louis era fermo, rigoroso e un po' allarmato:"non hai chiuso la porta?", Louis guardò il suo migliore amico che sembrava confuso e anche in preda al panico.
"Io - io l'ho fatto...", disse Harry, non così sicuro di se stesso.
"Chiaramente no, perché è fottutamente aperta. Ti avevo detto di chiuderla", gli disse Louis, indicando la porta.
"E io - "
"Tu niente!", Louis alzò il tono di voce:"Daisy!", gridò muovendo il suo corpo e praticamente correndo fuori dalla cucina per cercare il gattino.
"Daisy!", ripetè e il suono si sentiva appena dalla cucina adesso.
Harry rimase paralizzato a guardare la porta aperta, giocando con le dita lungo il suo corpo e masticandosi il labbro.
La voce di Louis riecheggiava nella casa, mentre chiamava sempre lo stesso nome. I suoi passi si sentivano dal piano di sotto e dopo qualche minuto Harry sentì di nuovo la sua presenza in cucina.
"Daisy!", sembrava come se Louis fosse sul punto di crollare, correndo verso la porta aperta, poi nel retro alla ricerca del gatto, lì.
Gridò disperatamente alla ricerca di Daisy finché non tornò indietro ad affrontare Harry. Gli occhi di Harry erano quasi colmi lacrime, ma Louis sembrò non accorgersene:"Dove cazzo è, Harry?": gridò Louis e Harry scosse la testa e alla fine si mosse, solo per portarsi la mano alla bocca.
"Perché sei lì impalato, invece di cercarla?", Louis gridò disperato:"non c'è, cazzo!"
Ciao splendori!! Eccomi qui ad aggiornare di nuovo!
Come vi avevo detto, pt. 2, sono stata a Londra quattro giorni e... Raga ho incontrato Louis *piange in un angolino*.
Mi è passato davanti mentre andava verso il van e io non so ancora come riprendermi da questo, da lui. Dal vivo è di una bellezza che non si spiega, non ci sono parole. E ha la voce di un angelo. Boh io non so come tornerò a vivere dopo questa cosa, ma chi mi ha sui vari social, è stato ammorbato già abbastanza e lo sarà ancora per molto, quindi qui, mi sto zitta.
Questo capitolo lo dedico a HopeLove_ perché oggi è il suo compleanno ed io sono grata di avere una persona e amica così meravigliosa nella mia vita <3.
E poi a CharlyHazza perché non posso abbracciarla e quindi le dico così che le sono accanto in un brutto momento.
A presto!!
-A.
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