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20 - Life safer

"Ehm, Harry?", sentì se stesso dire alcuni minuti dopo. Sentì lo sguardo di Harry su di se, ma non ebbe il coraggio di guardare a sua volta.

"Mi sono dimenticato di dirti, di darti, il tuo regalo di compleanno", disse dopo aver pensato e ripensato al modo migliore per dirlo a Harry. Così lo fece nel modo in cui faceva sempre le cose dopo aver pensato troppo, fu diretto:"Allora... partiamo domani per Liverpool".

"Scusa?", chiese Harry seriamente e per istinto, Louis incontrò finalmente il suo sguardo ritrovandosi davanti un Harry confuso e con gli occhi spalancati. Era ovvio che Harry pensasse di aver sentito male o forse pensava che Louis fosse solo impazzito. Così Louis si morse il labbro inferiore e lasciò che un sorriso divertito gli scappasse dalle labbra - probabilmente il primo di quella mattina - mentre Harry lo guardava inespressivo.

"Hum, sì, okay, modo sbagliato per dirtelo", si mise seduto, appoggiando la schiena alla testata del letto e non si accorse nemmeno che Harry stava facendo la stessa cosa, sempre attento a portarsi dietro le lenzuola.

"Il motivo per cui la mia famiglia ed io non andiamo in vacanza a Liverpool quest'anno, è perché andiamo io e te", disse e tutto il suo disagio e le preoccupazioni svanirono dicendo quelle parole con un sorriso, ponendo l'accento sulle parole 'tu ed io' per sottolineare l'idea. Solo il pensiero che forse entro qualche ora si sarebbe ritrovato in macchina con Harry verso Liverpool per passare la una settimana insieme, divertirsi e non preoccuparsi di nulla, solo divertirsi e uscire da Doncaster, cercando di far dimenticare a Harry i suoi problemi . Lo rendeva felice.

"Stai scherzando, vero?", chiese Harry e Louis si chiese a sua volta perché non fosse sorridente e non sembrasse emozionato.

"Hum, no, in realtà no", rispose Louis, il suo sorriso scomparve e si preoccupò sempre di più. "C'è qualcosa che-", si bloccò per alcuni secondi. E se Harry non fosse voluto andare perché ormai si sentiva a disagio intorno a Louis dopo quello che era successo la notte prima? Beh, per quanto Louis conoscesse bene Harry, se fosse stato a disagio non si sarebbe sdraiato di nuovo accanto a lui, in silenzio, ancora nudo. Sarebbe scappato, avrebbe fatto scomparire Louis, qualsiasi cosa ma non quello che aveva fatto... Ma nulla impediva a Harry di sentirsi ancora nervoso per tutto quella situazione e Louis stava solo cercando di dimenticarsene per il bene di entrambi. Soprattutto per Harry, però. Perché lui non voleva dimenticare.

"Se non vuoi venire, lo capisco, voglio dire... Io volevo solo-"

"Lou", le mani di Harry vagarono per trovare quelle di Louis perché la sua voce era ormai diventata troppo bassa e stava trasmettendo tutta la sua preoccupazione al suo migliore amico.

"Io-", cominciò, ma fece una pausa ed entrambi si guardano:"mi dispiace..."

Louis allontanò velocemente le mani di Harry, ferito: "Tu non vuoi..."

"No", disse Harry ad alta voce e Louis si accigliò.

"Non c'è bisogno di gridare se non vuoi, ho capito ma stai facendo-"

"Louis", urlò di nuovo, ma questa volta ridacchiava:"zitto, Dio, io lo voglio", rise veramente quella volta, tenendo la mano di Louis tra le sue più:"lo voglio così tanto, stai scherzando?!", sorrise di cuore e Louis sentì un enorme peso togliersi dalle sue spalle.

"Questo è grandioso, Louis, questo è fantastico. Certo che voglio, Dio, abbracciami, idiota!"

Louis sorrise ampiamente aprendo le braccia per lasciare che il suo migliore amico vi affondasse dentro. Entrambi avvolsero le braccia intorno all'altro e Harry quasi si mise in braccio a Louis, facendolo ridere. Affondò la testa nell'incavo del collo di Louis, posò un bacio sulla sua clavicola, come facevano sempre. Fece rabbrividire Louis e strinse ancora di più le braccia attorno al suo migliore amico.

"Non mi aspettavo una cosa del genere", rise e il respiro caldo che Louis sentì sulla pelle, era piacevole:"ma", fanculo i 'ma'! "i miei genitori?"

"Non sono qui, Harry", sussurrò Louis a sua volta. Gli piaceva il loro modo di comunicare, Harry non si allontanò da Louis e sicuramente non l'avrebbe fatto, parlarono piano, affinchè ascoltassero solo loro due e le loro voci erano morbide.

"Lo so, ma... andare via, a Liverpool, in questo modo, a loro insaputa...", Louis si sorprese quando Harry si allontanò, mostrando la sua espressione nervosa; le sopracciglia verso il basso, le labbra strette in una linea diritta e gli occhi inespressivi, nemmeno il solito bagliore.

"Non torneranno prima di cosa? Tre settimane? Noi staremo via una settimana, non lo verranno mai a sapere Harry, non c'è nulla di cui preoccuparsi. Ho parlato con mia mamma e anche per lei va bene."

"Non so se va bene, Louis. Non è... non è giusto. Se lo scoprono, mi uccideranno, non mi permetteranno di vederti ancora."

Louis roteò gli occhi:"Sul serio Harry? Non c'è modo che lo scoprano", avrebbe voluto dire che non gli importava, ma quello avrebbe solo ferito Harry e dicendolo ad alta voce lo avrebbe reso concreto e Louis desiderava veramente che i suoi genitori si preoccupassero per loro figlio. "Penso che...", sospirò:"e' così ingiusto per te. Te lo meriti, ti meriti di fare questo per te stesso. Pensa a quello che vuoi per la prima volta nella tua vita, piccolo, non potranno fermarti per sempre e penso che sia necessario che tu faccia la prima mossa. Li vedi forse qui? Per caso ti chiamano per chiederti se va tutto bene senza di loro?", scosse la testa e mantenne lo sguardo su Harry, analizzando la sua espressione per capire se si stesse spingendo troppo oltre:"hai diciott'anni già, non possono continuare a tenerti intrappolato qui dentro e tu non puoi continuare a sentirti intrappolato da loro."

"Lo so...", Harry abbassò la testa:"sai che io..."

"Lo so, Harry...", sapeva quanto Harry avesse paura dei suoi genitori, soprattutto del padre. Non che lo picchiasse... l'ultima volta che era successo era stato quando aveva quindici anni, fece male, ma non per il gesto in se. Gli faceva troppo male, psicologicamente quello era peggio per Harry dal momento che alla sua testa piaceva giocargli brutti scherzi a volte.

"Ma non ti faranno niente. Andrà tutto bene, sono qui", Louis accarezzò la mano del moro, cercando di rassicurarlo.

"La cosa è questa Louis, ti voglio sempre qui, non voglio che loro ti portino via da me."

Louis rise tranquillamente:"Non ci riusciranno e anche se dovessero provarci, io continuerò a cercarti!", gli fece un occhiolino, con un sorriso, facendo apparire la fossetta di Harry.

"Promesso?", chiese troppo serio.

"Promesso", Louis annuì ed entrambi rimasero in silenzio, con ancora le loro mani, a sentire il calore dall'altra. Era così confortante, così familiare che faceva loro pensare di essere le uniche persone al mondo. Non si sentivano triste per quello, anzi si sentivano sollevati.

Quelli erano i momenti in cui Louis avrebbe voluto baciare Harry. Baciare via da lui la tristezza, curare tutte le ferite, stargli così vicino. Erano già vicini, erano così fottutamente vicini, ma non vicini come voleva Louis. La vicinanza che gli toglieva il respiro, che lo faceva sentire un'altra persona e che lo portava sulle nuvole per poterle toccare. Harry era tutto suo, ma sentiva ancora come se una parte di lui ancora non lo fosse, una parte che faceva sentire una parte di Louis vuota. Voleva riempirla ma non c'era niente che potesse fare, in quel momento.

"Ti amo così tanto", sussurrò Louis guardando dritto negli occhi verdi di Harry e la sua voce... la sua voce mostrava tutto, tutto l'amore che aveva da dare. E forse, forse per la prima volta, quel 'ti amo significava' un'altra cosa. Era arrivato in maniera diversa, sotto la pelle di Harry, era suonato diversamente sulla lingua e nel petto di Louis. Significava esattamente ciò che Louis sentiva, ma che non aveva mai detto nè pensato.

Si era innamorato del suo migliore amico.

Harry sorrise, sorrise timidamente, allontanando lo sguardo da quello di Louis e le sue guance si chiazzarono leggermente di rosa. Avevano condiviso quelle parole tante di quelle volte che Louis era sicuro che Harry fosse in grado di interpretarle nel modo in cui lui stava cercando di nasconderle.

"Ehm, mi devo vestire", ridacchiò, un po' tremante e allontanò le mani da quel contatto, ancora una volta per tirarsi le coperte sul corpo.

Louis sentì le sue stesse orecchie diventare bollenti, ma non era il tipo che arrossiva, ma sentì la sua temperatura alzarsi.

"Oh giusto", ridacchiò proprio come aveva fatto Harry.

"E devo usare un attimo il bagno perciò... tu preparati e io torno tra un paio di minuti per darti un po' di, ehm, tempo", disse Louis nervosamente mentre si alzava dal letto e si dirigeva verso la porta . Perché era nervoso e perché stava cercando una scusa per uscire dalla stanza in modo da dare la sua privacy a Harry?

Giusto.

~ * ~

"Sei pronto?", Louis guardò Harry con sguardo severo e troppo serio per una persona che aveva un canovaccio avvolto intorno alla testa.

Harry annuì con fermezza:"Facciamolo!", alzò il pugno in aria e iniziò a camminare a passi grandi e pesanti - sentendo ancora dolore al sedere - verso il lavandino, per pulire il disordine.

"Hai idea del fatto che ti serva un panno, non è vero?", Louis rise alla figura del suo migliore amico - seriamente Louis aveva un asciugamano in testa, come se fosse stato un ninja - con le mani sui fianchi.

"Giusto", Harry annuì e nello stesso modo in cui si era avvicinato al lavandino, si diresse di nuovo dal ragazzo con gli occhi blu, che era solo in boxer e una maglietta troppo grande di Harry

"Scusami", disse e prese l'asciugamano dalla testa Louis, con attenzione, per poi tornare indietro al lavandino per bagnarlo.

Louis rise di nuovo e Harry non riuscì a trattenere le risate, guardando indietro verso il suo amico castano, da quanto fosse bizzarra tutta la scena.

Tuttavia, avevano pensato che ci sarebbe voluto molto di più di quello che a quanto pare ci stavano mettendo per pulire il primo piano. Harry era anche saltato in aria per lo shock, quando avevano visto come avevano lasciato la sala, ma quando si lavora in due, il lavoro dura meno.

"Louis", Harry protestò mentre raccoglieva i piatti dal pavimento e gettando il resto dei brownies in un sacchetto di plastica.

"Alza il culo dal divano e aiutami."

"Sto solo controllando che non ci siano delle macchie sul-O MIO DIO!", Harry rivolse rapidamente la sua attenzione al suo amico, che si stava alzando dal divano, come se avesse visto un ragno, con gli occhi spalancati:"abbiamo un problema."

"Louis...", Harry lo guardò con uno sguardo di avvertimento, ancora scioccato.

"Ehm, potrebbe esserci una macchia bi-bianca che non dovrebbe esserci", disse e grazie a Dio pochi secondi stavano già ridendo per tutta quella situazione e non era strano per niente.

Quell'incidente gli fece prendere quindici minuti in più per trovare un modo per pulire il divano. Così, dopo quasi due ore per la cucina, il soggiorno, la camera e il bagno di Harry puliti - a quanto pare, la notte precedente, avevano avuto la forza di fare un bagno, ma nessuno dei due aveva commentato quello che era probabilmente accaduto durante - erano già seduti sullo stesso divano , ora pulito, con Daisy in braccio a Harry, che stava sorreggendo il peso della testa di Louis, sulla sua spalla.

"Dobbiamo preparare la tua valigia", disse Louis, la sua voce che tradiva l'emozione che stava provando. Harry mugolò in risposta.

"Non sei eccitato?", chiese Louis, alzando la testa cercando di guardare il ragazzo dai capelli ricci. Harry guardò verso di lui con un sorriso sul viso, continuando ad accarezzare Daisy dietro l'orecchio, facendole fare le fusa.

"Lo sono. Molto", Harry sorrise ed eccola là, la sensazione improvvisa che Louis sentiva, di baciare quelle labbra polpose, rosee e bellissime. Louis non riusciva a smettere di guardarle, non riusciva a smettere di guardare quelle labbra ed era sicuro che stessero chiamando le sue. "Lou", gli sembrava che potesse vederle muoversi per chiamare il suo nome, a bassa voce. Non voleva sentirsi in quel modo ogni volta che era così vicino a Harry, rendeva solo le cose più dure e difficili per lui. Harry non aveva idea di quanto fosse difficile per lui.

"Louis", sentì di nuovo e sentì anche la mano di Harry accarezzargli appena la guancia calda.

Gli occhi di Louis viaggiavano dalle labbra di Harry ai suoi occhi verdi e Harry lo stava veramente chiamando. Cazzo, o aveva appena notato che Louis lo stesse fissando il che sarebbe stato imbarazzante o... o lo stava chiamando come aveva fatto una volta Louis, chiedendo silenziosamente che lo baciasse. Ma no, no era impossibile.

"Possiamo andare a preparare ora e poi mangiare qualcosa perché si sta facendo tardi".

Oh.

"Si, certo", la voce di Louis uscì fuori debole e Harry se ne accorse, Louis sapeva che Harry si accorgesse di tutto... Harry probabilmente sapeva quello che Louis sentiva ormai, perché non riusciva ad essere discreto. Non poteva, non con una persona come Harry nella sua vita.

"Si?", ma comunque, anche se sembrava che Harry stesse cogliendo l'idea, non sembrava che gli desse così fastidio. La sua voce arrivava così tenera e gentile, la sua mano che ancora accarezzava la guancia di Louis e guardava Louis come se la perfezione esistesse.

'Voglio baciarti', Louis voleva dire, ma si tenne quel pensiero per se. Così annuì e si allontanò da Harry, per paura che se fossero rimasti in quella posizione più a lungo avrebbe buttato all'aria quello che aveva costruito e che stava cercando di mantenere. Avrebbe stretto Harry, lo avrebbe baciato e detto quello che da quando aveva sedici anni era rimasto solo nella sua mente. Avrebbe compiuto diciannove anni a breve ed era patetico come il suo corpo e la sua mente reagissero intorno Harry.

Si alzò dal divano, lasciando Harry con un vuoto freddo e sgradevole accanto a lui.

"Va bene, andiamo perché poi dobbiamo andare a casa mia perché mia madre vuole vederti e anche io devo mettere in valigia la mia roba", disse Louis, sfoggiando il suo miglior sorriso e Harry allontanò le sue preoccupazioni, annuendo e mettendo Daisy al lato, per seguire il suo migliore amico.

~*~

Come previsto, Harry era rimasto per la notte in modo tale che la mattina sarebbero potuti partire presto; Louis si sarebbe accertato che Harry si sarebbe alzato in tempo visto che dormiva sempre troppo.

Anche se, in realtà non era esattamente quella la ragione, quanto il fatto che se poteva avere Harry al suo fianco, perché evitarlo? In maniera non così tanto prepotente, se Harry poteva stare con Louis perché tutto gli stava impedendo che ciò accadesse, perché mandarlo a casa per ritrovarsi a dormire da solo in un letto freddo con lenzuola fredde in una notte tiepida?

E dal momento che Harry era entrato nella sua vita - cos'era la vita senza Harry? Chi era Louis senza Harry? Un ragazzino di otto anni senza amici con cui giocare in estate, era la risposta - era come se fosse intrappolato lì. Ma in senso buono, perché a Harry piaceva, non era costretto a stare con Louis, aveva bisogno di stare con Louis. Con tutte le volte che avevano dormito l'uno a casa dell'altro, il modo in cui era la loro amicizia, sembrava perfino che vivessero insieme. Avevano anche il loro lato del letto ben definito, facevano colazione insieme, conoscevano la routine dell'altro... Erano una famiglia.

Qualunque fosse - era - la sensazione di Louis in quel momento, di sicuro non avrebbe lasciato che distruggesse tutto. E non lo farà. Non poteva. Perché era così forte, ciò che avevano era così forte e bello che tutto ciò che di brutto poteva toccarlo, finiva per essere la cosa più bella, facendo invidia a tutto ciò che li circondava. Louis amava quella sensazione. Louis amava il modo in cui Harry lo faceva sentire, era quasi magico... aveva cominciato a credere nella magia osservando - non vedendo - ciò che avevano lui e Harry. Gli aveva dato speranza.

"Comodo?", chiese Louis, scuotendo il suo corpo sotto le lenzuola fresche e sentendo il gradevole fresco dalla parete contro il suo braccio nudo. Era in momenti come quello che non gli importava se in inverno le pareti erano troppo fredde. Avevano i loro benefici in estate e lui poteva sempre scaldarsi, avvicinandosi a Harry nelle notti gelide.

"Sì", Harry rise e condivise un sorriso con Louis, che si ritrovò con la voglia impellente di toccare quelle sue profonde fossette.

Era probabilmente non erano mai andati a dormire così presto in tutte le vacanze estive, non che fossero stanchi - e neanche che non si sarebbero messi a parlare per mezz'ora come sempre - ma Louis voleva arrivare a Liverpool verso le undici del mattino, quindi sarebbero dovuti partire almeno alle nove e mezza e sapeva che non sarebbe stato facile buttare Harry fuori dal letto. A volte Louis si sentiva più responsabile di Harry in questo genere di cose, che era davvero strano e insolito perché era pigro già di suo. Ma non tanto quanto Harry che non riusciva nemmeno a tenere la sua stanza in ordine per cinque minuti. Chi lo avrebbe mai detto che fosse così intelligente?

Ma d'altra parte, Louis ci aveva messo mezz'ora per preparare la valigia mentre Harry solo dieci minuti. Così sarebbero partiti con due valigie, una borsa e lo zaino di Louis. In sua difesa, Louis aveva messo metà dei vestiti di Harry in una delle sue valigie e sapeva che avrebbero condiviso la maggior parte dei vestiti. Inoltre, aveva bisogno di una borsa con la roba di cui avrebbe avuto bisogno durante il viaggio, come gli occhiali da sole, il dentifricio, la macchina fotografica, gli asciugamani, la crema solare, che nella mente di Louis occupavano un sacco di spazio.

Harry era veramente stanco di ascoltare Louis lamentarsi di come non riuscisse a scegliere i vestiti giusti da portare e lamentarsi di non avere spazio. Harry era sicuro che stesse prendendo troppe cose, ma Louis diceva che non erano mai abbastanza, perché 'non possiamo sapere quando avremo bisogno di vestiti extra'. Harry sa che non ne avranno bisogno.

"Ho tutto programmato per la nostra settimana, quindi se pensi che passeremo giorni interi dormendo, sei solo un illuso", Louis commentò e non poté fare a meno di sentirsi più piccolo di quello che in realtà era, dentro al letto con Harry. Odiava quando era completamente sdraiato sul materasso mentre Harry era con metà della sua schiena poggiata sulla testiera.

"Louis...", disse Harry in tono seccato e Louis fece del suo meglio per non ridere della sua voce impastata.

"Se avessi voluto dormire, sarei rimasto qui."

Harry sospirò:"Allora, che faremo?"

"Lo saprai solo il giorno stesso, così ogni giorno sarà una sorpresa", ribatté Louis sorridendo sinceramente al ragazzo dagli occhi verdi.

"Di sicuro ti sei impegnato davvero per il mio regalo di compleanno di quest'anno."

"Già...", Louis interruppe lo scambio di sguardi. Sapeva che quest'anno avrebbe dovuto fare qualcosa di diverso, qualcosa di speciale perché:"te lo meriti", confessò.

"Io...", Harry iniziò e Louis non osò guardarlo perché conosceva i suoi limiti e lì, quel momento, gli avrebbe fatto pensare cose folli, che avrebbe potuto tranquillamente finire per seguire.

"I-io non credo davvero di meritare tutto questo... ti meritarti".

Ma woah, doveva guardare Harry, in stato di shock e sorpreso e anche sedendosi in fretta, perché come poteva essere che Harry fosse ancora così insicuro su tutto quello?

"Non dirlo Harry", quasi urlò, come se fosse veramente arrabbiato:"non posso credere che pensi ancora in questo modo, dopo tutto quello che ti ho detto", il suo tono di voce era quello di chi era veramente disperato per far si che l'altro lo ascoltasse. Ma Harry non sembrava cogliere le sue parole e continuò a guardarsi in grembo:"Guardami Harry", disse Louis e posò le mani sul mento di Harry per avere la sua attenzione su di se:"come puoi dire ancora una cosa del genere? Sai che ti meriti tutto il mondo. Ti meriti di essere felice come qualsiasi altra persona. Devi vedere quanto sei meraviglioso e accettarlo", Louis non sapeva come fossero finiti per essere ​​così vicini e come era riuscito a tenere la mano su Harry, adesso accarezzandogli la guancia. Ma quelli erano loro, quindi non era strano, non era niente di insolito.

"Non ti buttare giù, amore. Va bene?", Harry tenne gli occhi verdi incastrati con quelli blu di Louis, stupito, ma Louis aveva bisogno di sentire la sua voce:"Va bene?", ripeté.

"Va-va bene...", Louis sorrise e annuì, felice per quella risposta.

"Grazie, sono davvero eccitato per questo viaggio."

"Anche io...", Louis avrebbe voluto smettere di parlare così piano e sembrare che fosse senza fiato. Avrebbe voluto essere in grado di smettere di guardare le labbra e gli occhi di Harry nel modo in cui stava facendo. Ma non voleva che quel sentimento sparisse come sperava un tempo. Non sapeva se fosse giusto o sbagliato, ma voleva rimanere con lui, perché lo faceva sentire bene, lo faceva sentire al caldo.

Louis sentì la mano di Harry afferrare la sua e portarsela alle labbra, baciandogli tutte e quattro le nocche, accarezzando il palmo della mano con il pollice. Louis sentì il suo cuore saltargli nel petto e non era a causa della sorpresa per il gesto, visto che Harry non era solito dimostrare molto il suo affetto con gesti prima, sapeva che fosse per un'altra cosa. Ma ci era abituato ormai, così sorrise, non mostrando quelle emozioni e la voglia di saltare tra le braccia di Harry e dirgli come si sentisse.

"Sono contento di averti nella mia vita Louis", confessò Harry e Louis non riuscì a mascherare la sua sorpresa quella volta. Lo sapeva, sapeva quanto Harry fosse grato per averlo nella sua vita, ma era tutto lì, era per quel motivo che non si aspettava che Harry glielo ricordasse spesso. Ma lo era, glielo stava dicendo ancora una volta, per renderlo felice, per ricordarglielo.

"Grazie", rispose Louis senza pensare. Teoricamente avrebbe dovuto ringraziare Harry solo mentalmente, perché sì, era contento che il ragazzo avesse detto quelle parole, era contento che il suo migliore amico pensasse che ne valesse la pena averlo nella sua vita, valesse la pena di amare ed era estremamente grato del fatto che Harry gli avesse permesso di restargli accanto e non di averlo allontanato. Sempre ricordandogli che in qualche modo, Louis era sempre quello che salvava la vita di Harry e questa cosa, rendeva Louis così fiero di se stesso e orgoglioso di poter fare quello che aveva sempre voluto fare sin da quando era piccolo. Fare felice Harry.

"Voglio dire, non intendevo, tipo che... ehm", balbettò Louis e Harry rise per quanto fosse impacciato in quel momento.

"Penso di aver capito, Lou", disse Harry ora più serio, ma con ancora un sorriso onesto sulle labbra.

"Ma tu non volevi andare a letto presto?"

Louis annuì ridacchiando, fermandosi immediatamente quando sentì la mano di Harry appena posata sulla sua guancia. Vide Harry sporgersi in avanti e lasciargli un bacio sulla fronte:"Buonanotte Lou", disse dolcemente, così dolcemente da fare congelare Louis per un momento per la tenerezza.

Harry ridacchiò e si sdraiò, preparandosi per andare a dormire. Louis seguì lentamente i suoi movimenti e mettendosi a pancia su, guardando verso il soffitto nell'oscurità, visto che Harry aveva spento la luce.

Riusciva solo a pensare a quanto amasse Harry, a quanto fosse enorme quel sentimento e quanto gay stesse diventando...


Buonasera splendori!!

Spero come al solito che il capitolo vi piaccia!!

A presto!!

-A.

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