2 - Teddy bear
Louis passò il suo primo giorno di scuola della seconda elementare, nell'area giochi esterna alla scuola, cercando Harry. Nella sua mente, l'unica opzione che Harry avesse, era quella di scegliere la sua stessa scuola e Louis, non vedeva l'ora di presentarlo all'intera classe.
Purtroppo per suo grande dispiacere, dovette constatare che Harry non frequentasse la sua scuola dopotutto, e quando gli chiese in quale scuola fosse, la risposta di Harry fu 'casa'. Louis non riusciva a crederci e rimase un pò confuso per quella risposta. Harry gli spiegò che faceva lezione a casa e per il modo con cui glielo stava raccontando, Louis, con gli occhi sgranati, lo trovò favoloso e quando tornò a casa lo raccontò alla mamma e le disse che voleva anche lui fare lezione con Harry a casa sua. Fiona rise dell'idea del figlio e gli spiegò che le cose non andavano proprio come lui volesse che andassero.
Louis non trovò giusto il fatto di doversi svegliare così presto la mattina per andare a scuola, mentre Harry passava il suo tempo a casa. Ma quando Louis gli chiese se finalmente si fosse fatto dei nuovi amici, Harry scosse la testa e gli disse di essere l'unico studente di quelle lezioni. Beh Louis pensò che se era così, tanto valeva continuare ad andare a scuola normalmente.
Harry veniva seguito a casa perchè i suoi genitori vedevano che non fosse pronto ad uscire ed interagire con gli altri bambini. Per i suoi genitori era indifferente, se fosse stato a casa almeno avrebbe avuto qualcuno a dargli un'occhiata e non avrebbero dovuto preoccuparsi loro di doverlo andare a prendere in orario a scuola e i soldi non erano un problema per loro.
Louis aveva visto i genitori di Harry solo due volte - sua mamma tre, contando il giorno in cui si erano incontrati - e già lo spaventavano. Fondamentalmente non gli piacevano, - non che importasse - forse per il modo in cui parlavano ad Harry, non era caldo e dolce come quello di sua madre quando gli parlava, quindi lo metteva a disagio. Oppure per il modo in cui sembravano sempre arrabbiati o anche perchè tutte e tre le volte che Louis aveva chiesto ad Harry di andare a casa sua, non gliel'avevano mai permesso e pensò che che loro non volessero a loro volta Louis a casa loro - ma non poteva dirlo con certezza, Harry non lo aveva mai veramente invitato a casa sua.
Ma cose come questa, non impedivano certo ai due ragazzini di stare insieme. Non era una sorpresa che Louis fosse sempre il primo ad avere l'iniziativa di prendere e andare a parlare con il tranquillo ragazzino e la mamma di Louis era sconcertata per davvero semplici ragioni. Notò che quando erano insieme, erano sempre seduti sul marciapiede davanti alla casa di Harry, sotto il tetto. Parlavano e basta e quando non lo facevano - quando ad Harry non andava - semplicemente osservavano i fiori, lasciava fare ad Harry tutto quello che voleva, con il libro con cui si presentava sempre. Louis non era un ragazzino da fiori, era un ragazzino a cui piaceva correre, giocare e fare un sacco di rumore ed il fatto che intorno ad Harry si comportasse in maniera completamente diversa, era straordinario. E sottolineiamo intorno ad Harry, perchè quando non era con lui, tornava come sempre.
Questo era tutto quello che facevano e Louis sembrava davvero felice dell'amicizia con il piccolo Harry anche se era diverso. Ed il suo orgoglio per la loro amicizia era tale, che per il suo compleanno, quando andò a Manchester da suo nonno, dovette per forza raccontargli di Harry. E questo era un grande passo perchè suo nonno era il suo più vecchio amico, era qualcuno di veramente importante per lui e lo amava così tanto che quando si vedevano parlavano per ore, raccontandosi le novità. L'uomo anziano si sentiva così vivo quando suo nipote lo andava a trovare che per fino si sentiva più giovane e Louis si godeva ogni momento che passavano insieme.
Louis era piccolo ma era un bambino emotivo e accorto. Teneva molto alle persone e si affezionava facilmente agli altri. Gli piaceva proteggerli, come la sua sorellina più piccola, potevano litigare a morte, ma aveva l'istinto di proteggerla qualunque volta la vedesse piangere o qualcuno o qualcosa la feriva. Perciò non si rese nemmeno conto di quando aveva sviluppato lo stesso istinto verso Harry ed il fatto che fosse più grande di lui, amplificava la cosa. Non doveva effettivamente proteggerlo da nulla ancora - eccezion fatta per scarafaggi e api - ma se avesse mai dovuto, l'avrebbe fatto senza esitazione.
Perciò non fu una gran sorpresa che Louis e Harry fossero ancora amici l'estate seguente e Louis non voleva lasciarlo andare, specialmente da quando aveva qualcuno con cui stare durante quel periodo dell'anno, così da non sentirsi solo quell'anno.
Harry non parlava molto, ma ciò non significava che Louis non conoscesse il ragazzino come il palmo della sua mano. Non trovava più strano quando Harry non parlava molto - aveva anche imparato a rispettarlo - sapeva che Harry fosse un bambino speciale e che non gli piacesse stare in mezzo alle persone. Louis era ancora troppo piccolo per capirne il vero motivo, non era solo perchè Harry stesso fosse piccolo o perchè magari fosse solo una fase, ma non si sentiva preoccupato. Harry non doveva dire a Louis quando era tempo per lui di andarsene perchè voleva stare da solo e Louis non si sentiva mai offeso. Louis poteva anche dire quando Harry fosse triste ma sapeva di non potergli chiedere cosa non andasse e quelli erano i giorni in cui Louis c'era solo per fargli compagnia un minuto perchè Harry tanto non gli avrebbe parlato.
Sapeva che Harry adorava sentire le sue battute anche se non rideva molto, che gli piacesse il blu, ascoltare la pioggia cadere, disegnare, leggere, accarezzare gli animali e che amasse le caramelle tanto quanto i fiori.
~*~
"Domani vado al mare!" Disse ad Harry la notizia per cui era tanto eccitato.
"Io non ci sono mai stato.", disse Harry e Louis continuò a sentire una piccola stretta al petto, come la prima volta, quando Harry aveva detto qualcosa che lui pensava essere triste.
"No?", era quasi impossibile da credere:"ma andare al mare è così divertente Harry!", gli sorrise guardandolo:"c'è il sole, puoi costruire castelli sulla sabbia, puoi farti un bagno quando senti troppo caldo e puoi giocare quanto vuoi con la palle, perchè tanto anche se cadi non ti fai veramente male.", disse entusiasta.
Harry annuì e gli fece un piccolo sorriso come per dire si sembra divertente.
"Vuoi venire con me?"
Ad Harry morì il sorriso in faccia:"veramente no... Credo di aver paura", ammise.
"Di cosa?"
"Forse dell'acqua, non lo so."
Harry scrollò le spalle e continuò a disegnare sul libro che teneva in grembo.
"Ma puoi rimanere sull'asciugamano. Ci divertiremmo così tanto!", ripeté Louis mettendo il broncio. Andare in spiaggia con Harry sarebbe stato fantastico e Louis già immaginava correre ovunque con il bambino dagli occhi verdi.
Ma Harry scosse la testa:"preferisco rimanere qui". Louis sapeva che non ci sarebbe stato nulla che avrebbe potuto dire o fare perchè cambiasse idea.
"Okay". Ma Louis non riuscì a nascondere il piccolo moto di tristezza che sentì mentre la sua eccitazione spariva.
Harry lo notò e lo guardò di nuovo:"Hm... Magari un'altra volta okay?"
Gli occhi di Louis brillarono:"promesso?". Harry annuì e a Louis tornò il sorriso. Harry non avrebbe mai mentito e anche se ci sarebbero voluti anni prima di riuscire ad andare al mare insieme, sapeva che non avrebbe mai infranto la sua promessa.
"Harry?", lo chiamò Louis dopo alcuni minuti del loro consueto silenzio e lui guardò Louis, aspettando che continuasse. Louis si sentiva rilassato quando passava il tempo con Harry, perciò aveva imparato che il silenzio, dopo tutto, non era poi così male. Ma solo a volte. "Continuerai a stare a casa invece di andare a scuola?", ma Harry non rispose:"vorrei che venissi a scuola con me. Sarebbe fantastico.", disse Louis. Sarebbe stata davvero un'ottima cosa per Harry.
"Troppo chiasso e troppa gente", disse Harry rompendo ancora una volta il contatto visivo con l'amico.
"Starai a casa per sempre?", lo guardò storto Louis e Harry fece spallucce:"vorrei davvero che venissi nella mia scuola", e Louis guardò in avanti seguendo con lo sguardo le macchine che passavano lì davanti, non c'era motivo di guardare Harry quando lui non lo guardava.
Non parlarono più quel pomeriggio, ma quando Louis fu sul punto di tornare a casa, Harry parlò improvvisamente:"Okay", e Louis non era sicuro di ciò a cui si stesse riferendo.
~*~
Alla fine di luglio, Louis corse a casa di Harry e senza pensare a niente bussò forte alla porta come se stesse cercando di sfogare un po' dell'ilarità che aveva dentro, era troppa e troppo intensa.
Fu grato che non aprirono i parenti di Harry - e se non fosse stato in quello stato si sarebbero ricordato che non c'erano e che sarebbero tornati solo il week end dopo - ma una signora di mezza età che Louis non era sicuro di chi fosse, ma sapeva che era la persona che si stava occupando di Harry durante l'assenza dei genitori.
La donna già sapeva chi fosse Louis, perciò su girò e chiamò Harry. Era carina, pensava Louis, e alla fine permetteva ad Harry di stare con Louis, aveva sempre un sorriso gentile sul volto. In più parlava gentilmente ad Harry.
Louis stava letteralmente saltando e non riusciva a stare fermo, così quando arrivò Harry dall'altra parte della porta, non permise al suo amico nemmeno di arrivare fino alla balaustra, che Louis esplose.
"Harry, avrò un fratellino!", urlò e non lasciando che Harry recepisse la notizia, saltò dentro e abbracciò il ragazzino con forza.
Quello era stato il suo primo pensiero quando Carl e Fiona, i suoi genitori, gli avevano dato la notizia: dirlo ad Harry. Non gli importava di nient'altro, non pensava che avrebbe avuto qualcuno con cui giocare, che finalmente avrebbe avuto un fratello invece di continuare ad avere solo una sorella, pensò solo a condividere la sua felicità con Harry. E Harry forse non lo aveva fatto vedere ed era semplicemente stato preso in contropiede dal gesto di Louis, ma era felice per il suo amico.
~*~
Per un bambino di otto anni, frequentare il secondo anno di elementari, sembrava essere facile come bere un bicchier d'acqua. Lo era stato per Louis ed ora che era in terza, si sentiva come se avesse potuto fare qualsiasi cosa con mani e piedi legati, perciò pensava che lo sarebbe stato anche per Harry. Ma Louis aveva quasi dimenticato il piccolo particolare che per Harry fosse la prima volta che interagiva con tutti quei bambini, si sentiva a disagio e c'era davvero troppa folla. Non sapeva cosa fare e l'unico ambiente in cui si sentiva meglio era il bagno, lontano dagli altri, oppure in classe quando tutti facevano del loro meglio per stare in silenzio perchè sapevano che la maestra era severa e lui poteva studiare in pace. Ad Harry piaceva davvero imparare cose nuove e gli piaceva l'ambiente, ma solo quello perchè odiava il posto visto che doveva interagire con gli altri.
Gli altri bambini cercarono di parlargli la prima settimana, ma lui li ignorava e gli veniva da piangere quando non desistevano. E Louis lo vide piangere, tre giorni dopo il primo ed era il primo giorno che Louis aveva visto Harry a scuola.
In un primo momento era confuso perchè, come mai Harry è qui? Ma poi si stupì perchè Harry non gli aveva detto che avrebbe cominciato ad andare a scuola, poi ancora fu emozionato e felice perchè era fantastico averlo lì ora. Comunque Harry guardò verso di lui, con le lacrime negli occhi gonfi, che non sembravano essere più verdi, aveva bisogno di sedersi accanto a lui, sul pavimento freddo nell'angolo del padiglione.
"Harry? Cosa c'è che non va?", disse lasciando la distanza di cui sapeva che Harry avesse bisogno, ma mostrò la sua preoccupazione.
Harry puntò lo sguardo lontano da Louis e se non fosse stato per le circostanze, Louis avrebbe pensato che fosse il suo normale comportamento, ma ora sapeva che era perchè Harry non voleva che Louis lo vedesse piangere. Odiava quando le persone lo vedevano in quello stato. Era così piccolo ed era così triste che la pensasse così.
"Voglio andare a casa, Louis! Odio questo posto, continuano a parlarmi e non stanno zitti. Sono così appiccicosi r rumorosi, non riesco a stare qui. Sono venuto perchè tu lo volevi, ma non mi piace." Louis voleva piangere per stare vedendo il suo amico in quello stato, e Louis non era nemmeno il tipo che la pensasse così, ma fu la scelta delle parole e il fatto di sapere che aveva deciso di andare a scuola perchè glielo aveva detto Louis. Era stato il discorso più lungo e veloce che Harry gli aveva fatto e il fatto che fosse in lacrime, fece riapparire la stretta che Louis sentiva sempre, diventare quasi un colpo perché non aveva mai visto il bambino piangere prima di allora e sperò che quella sarebbe stata l'ultima volta.
Louis decise che quello fosse un buon momento per non badare allo spazio vitale e lo eliminò abbracciandolo, avvolgendogli le braccia intorno al sup corpo, dimenticando anche che Harry avesse le ginocchia al petto, mentre avvolgeva anche quelle.
"Non mollare. Ti starò accanto d'ora in poi", sussurrò ed era una cosa così dolce da dire per un bambino di otto, quasi nove, anni, al suo amico più piccolo.
E trasformò le sue parole in fatti. Non solo cominciarono ad incontrarsi sulla balaustra di Harry invece che sul marciapiede, ma cominciarono anche a a stare insieme nell'area giochi della scuola. Si dividevano le merende a vicenda e Harry cominciò a parlare un po' di più, ma solo di quello che stava imparando. Louis già le sapeva, ma non gli importava pur di sentire la voce del bambino più spesso. Harry era intelligente, si ritrovava a pensare a volte perché Harry lo era davvero.
Una parte di Louis si sentì sollevata dal fatto che Harry avesse cominciato a frequentare la scuola solo quell'anno perchè così aveva potuto conoscerlo meglio e si ricordò di aver avuto l'idea di presentarlo a tutti i suoi compagni di classe ma adesso sapeva che non sarebbe mai stata una buona idea. Non gli importò di sostituirli con Harry quando giocavano fuori, ci sarebbe stato insieme dentro in classe in ogni caso, e non era mai concentrato tutto il tempo perchè la maggior parte la passava scherzando con loro.
~*~
Era metà gennaio. Un gelido ed umido inverno a Doncaster. Le lezioni di Louis erano finite e doveva incontrare suo papà all'uscita per andare a casa. Si così la testa con il cappuccio della giacca per proteggersi dalla pioggia e corse il più in fretta che poté, con il suo zaino, per raggiungere il padre. Sapeva di stare per ascoltare le sue lamentele per non avere un ombrello sempre con se come avrebbe dovuto.
Comunque, quando era già fuori dall'uscita, e aveva visto la macchina di suo padre, vide la persona più improbabile stare fermo con un ombrello e uno zaino nell'altra mano.
"Ciao Harry!", si fermò anche, non facendo più caso nemmeno alla pioggia. Harry si avvicinò cosicché potesse raggiungere anche il bambino dagli occhi blu e proteggerlo dal violento temporale. "Che fai qui?.
"Aspetto mia mamma", rispose e Louis era quasi sicuro che Harry avrebbe dovuto essere a casa già da un po' perchè le sue lezioni finivano prima di quelle di Louis. Ne era sicuro perchè ne avevano parlato.
"Da quanto?", decise di chiedere, guardandolo strano, ma avrebbe dovuto sapere che sarebbe stato meglio sbrigarsi e raggiungere la macchina di suo padre perchè era sempre di cattivo umore dopo il lavoro.
Harry scrollò le spalle:"Non stava ancora piovendo."
Era passata più di un'ora. Louis non sapeva cosa dire e decise di non chiedere se avessero anche solo considerato l'idea di venire, perché se qualcuno avesse detto una cosa del genere a lui, ci sarebbe rimasto molto male perché avrebbe significato che i suoi genitori si erano scordati di andare a prenderlo. Harry aveva aspettato tutto quel tempo i suoi genitori, , in quella fredda giornata, con la pioggia che cadeva ed erano le quattro e mezza, quindi doveva essere affamato.
Senza pensare, e probabilmente solo guidato dall'istinto, prese la mano di Harry:"Vieni con me allora!", disse non prese a camminare perché aveva bisogno dell'approvazione di Harry.
"Ma se vengono e non mi vedono si arrabbieranno.", Louis lo guardò con occhi compassionevoli.
"Non succederà... Vieni con me e basta, non puoi stare qui sotto la pioggia gelida". Harry esitò un po', dopo tutto, non era mai stato a casa di Louis ed era più di un anno che erano amici. Anche se Harry sapeva che Louis stesse solo cercando di aiutarlo e lui aveva freddo e fame. Così annuì e Louis non potè fare altro che sorridere e cominciò a camminare verso la macchina del padre, sotto il minuscolo ombrello.
Louis aprì la porta posteriore, Tenne l'ombrello di Harry e gli disse di entrare. Harry non era per niente convinto, ma lo fece perchè il sorriso di Louis era così caloroso e lo rassicurava sempre. Louis aveva sempre avuto problemi nel chiudere gli ombrelli, ma stavolta fece subito e salì in macchina vicino ad Harry.
"Ciao papà!", Carl si girò per guardare suo figlio e il suo amico:"Conosci Harry!", sorrise e indicò il ragazzino che si stava solo guardando le gambe. "Può venire da noi?"
Carl rimase spiazzato dall'idea improvvisa, ma sapeva più o meno cosa stava succedendo tra i due ragazzini, così dopo un attimo di pausa, annuì e sorrise ad Harry, salutandolo. Il bambino dagli occhi verdi sussurrò un Salve ed il padre di Louis cominciò a guidare. Era a conoscenza della sua situazione più o meno.
Arrivarono a casa velocemente e Louis che fosse stato più veloce del solito. Era così felice che finalmente Harry stesse andando a casa sua e non riusciva a smettere di sorridere.
"Ciao mamma!", Louis salutò Fiona e posò lo zaino sul pavimento della cucina. Sua madre gli stava prearando la merenda e lui sapeva già come andavano le cose, per cui si sedette sullo sgabello davanti all'isola. Lei sorrise e prima guardò Louis, poi Harry - che stava ancora guardando in basso -, e poi ancora suo marito, che le diede un'occhiata e poi un dolce sorriso riferito al bambino silenzioso.
"Harry è venuto con noi oggi! E' ok?" Louis sorrise ballando con le gambe che, ovviamente, non toccavano per terra.
"Certo tesoro! Ciao Harry", ed Harry finalmente alzò gli occhi verso di lei e sussurrò un lieve Salve.
"Forza Harry siediti accanto a me e mangiamo qualcosa", Louis battè sulla sedia accanto a lui e Fiona sorrise ad Harry che si sedette come se lei gli stesse dicendo che poteva farlo. Perciò lo fece, dopo aver posato anche lui lo zaino a terra.
"Preparo della cioccolata calda per voi due, intanto assaggiate la torta che ho fatto"disse, mettendo la torta sull'isola davanti ai due bambini insieme a due piatti e Harry probabilmente stava pensando che questa cosa di sorridere sempre fosse genetica.
Louis notò quanto Harry fosse teso, perciò si accertò di tagliare lui una fetta di dolce per Harry e mettergliela nel piatto, cercò anche di far sentire al suo amico che era tutto okay:"Immagina che siamo sul tuo portico e siamo solo noi due", sussurrò ed Harry annuì. Louis si sentiva speciale perchè realizzò che Harry si sentiva a suo agio solo intorno a lui, era capace di guardarlo negli occhi e gli permetteva di essere chi era, senza paure, intorno a Louis.
Mangiarono in silenzio e quando la mamma di Louis porse loro le cioccolate, Louis seppe immediatamente che Harry la adorava per il suono di approvazione che emanò. Quando ebbero finito, gli disse che potevano andare in camera di Louis e di mettersi calzini puliti perchè i loro dovevano essere bagnati per la pioggia.
Lo fecero e Louis mostrò ad Harry la sua camera, tutti i suoi giocattoli, gli mostrò i suoi libri - e ne prestò anche uno dei suoi preferiti ad Harry, visto e considerato che amava così tanto leggere da quando aveva imparato - Gli raccontò perfino quello che faceva solitamente prima di dormire, copriva sempre il letto con le coperte, cuscini e giocattoli vari e si sdraiava in mezzo a tutta quella roba, giocando finchè non si fosse addormentato.
Harry ridacchiò e gli disse che lui faceva la stessa cosa e che il suo orsacchiotto lo aiutava sempre a sentirsi al sicuro nel buio della sua camera. Continuarono a dirsi segreti l'un l'altro, che promisero di non dire a nessun'altro - non che avessero qualcuno a cui dirli - mentre Louis mostrò ad Harry la sua collezione di macchinine con cui finirono per giocare.
Louis era sicuro che il tempo che avevano passato nella sua camera, non fosse abbastanza e che era passato troppo in fretta, perché arrivò sua madre, dicendo che la madre di Harry era al piano inferiore, chiedendo di lui.
I due scesero di sotto e Louis già poteva sentire quanto Harry fosse teso di nuovo. Sua madre era vicino alla porta principale, con la mano su un fianco - e dov'è che Louis l'aveva già vista? - ma la sua faccia era diversa. Non più dolce, no, quello era praticamente impossibile, era più arrabbiata del solito. Avrebbe dovuto preoccuparsi del fatto di non sapere dove fosse il figlio, non essere arrabbiata.
"Perché non mi hai aspettato a scuola?", urlò e Louis sobbalzò per quella voce graffiante e il tono freddo, mentre Harry nemmeno si muoveva, non staccava gli occhi dal pavimento.
"Guardami!", urlò ancora e Louis non scollò gli occhi dal suo amico.
Harry non guardò e Louis cominciò a preoccuparsi, perchè sua madre sembrava così furiosa, quasi come se fosse sul punto di esplodere dall'irritazione.
"E' per questo che stavi meglio a casa, non avrei dovuto preoccuparmi di questo!", Louis fece un passo indietro quanso la donna prese il piccolo braccio di Harry e lo spinse fuori.
La bocca di Louis si aprì, sembrava che stesse tenendo il bambino così stretto che l'immagine di lei che gli faceva del male, lo fece rabbrividire, ma peggio ancora era il modo in cui Harry teneva gli occhi per terra e muoveva i piedi velocemente per seguire sua madre.
La mamma di Louis sembrava tanto scioccata quanto lui per il comportamento della donna. Non l'aveva nemmeno ringraziata per essersi presa cura di suo figlio. Era stata colpa sua, non essere arrivata in tempo per prendere Harry. Aveva aspettato... Aveva aspettato per quasi un'ora. Quel povero, piccolo, fragile bambino aveva aspettato sua madre sotto la pioggia gelida, che, apparentemente, aveva avuto di meglio e di più importante di cui preoccuparsi.
"Mamma? La mamma di Harry gli vuole bene?", chiese improvvisamente quando ormai la porta era già chiusa e lui era già seduto sul ripiano della cucina mentre guardava la madre preparare la cena.
"Oh Louis, certo che si!", rispose Fiona e si fermò anche da tutto quello che stava facendo per guardare suo figlio.
"Ma non sembra!"
"Probabilmente era stanca e troppo preoccupata per agire bene", disse Fiona sperando che quello che stesse dicendo fosse la verità.
"È stata colpa mia se ha urlato ad Harry in quel modo?", chiese Louis preoccupato.
Sua madre lo raggiunse e gli accarezzò i capelli castani e soffici:"no, certo che no amore mio! Sei un bravo bambino e Harry è fortunato ad averti come amico." Louis sorrise. Aveva sempre creduto alle parole di sua madre perciò era rilassante ascoltarle. "So che quel bambino ti piace molto, perciò fai in modo di aiutarlo quando ne dovesse avere bisogno, d'accordo?", Louis annuì perchè quelli erano i suoi piani, e voleva farlo anche quando sarebbero stati entrambi ventenni e capaci di prendersi cura ciascuno di se stesso, Louis ci sarebbe stato per assicurarsi che Harry stesse bene.
Più tardi, quella sera, quando Louis era giá in camera sua e pronto per andare a letto, decise di guardare un po' fuori dalla finestra e visto che dava sul davanti della cada, poteva vedere casa di Harry e quindi la sua camera. La luce era accesa e riusciva a veder un'ombra dietro le tende. Rimase un po' lì a guardare finché non accadde ciò che sperava. Harry comparve da dietro il vetro spostando le tende.
Aprì la finestra e guardò il cielo sentendo l'aria gelida sul suo volto. Louis lo osservò e si sentì triste sapendo che non poteva vedere Harry più vicino. Sembrò non notare Louis che lo guardava finchè non guardò avanti. Era sorpreso ma anche Louis aprì la finestra, lasciando che l'aria fredda entrasse in camera sua - quantomeno non pioveva più.
Louis agitò la mani verso di lui perchè non osò parlare ad alta voce. Harry fece lo stesso e Louis sorrise. Poi indicò il piano di sotto con il dito indice e Harry lo guardò confuso. Continuava ad indicare e gesticolare cose strane. Scomparve dalla finestra, chiudendola e lasciando Harry confuso finchè dopo un po' non capì.
I due bambini cercarono in tutti i modi di aprire la parta in silenzio ed uscire senza che nessuno li notasse.
"Ciao!", disse Harry per lo stupore di tutti, quando Louis lo raggiunse sul vialetto.
"Stai bene?", chiese Louis e il ragazzino annuì. "Se l'è presa molto con te tua mamma?", chiese ed Harry scollò le spalle e Louis:"Mi dispiace!", decise di dire perchè sapeva che se non avesse detto ad Harry di andare, sua madre non lo avrebbe trattato male. Non poteva lasciare il suo amico da solo però.
"Va tutto bene."
"Voglio darti questo", Louis gli diede l'orsacchiotto che si stava portando dietro da quando era uscito di casa. Harry guardò l'orsacchiotto marrone e peloso che aveva una cravatta a quadri al collo e poi lo prese. "Si prenderà cura di te quando io non ci sono, così quando ti senti triste e tua mamma ti urla contro, puoi abbracciarlo." Louis sorrise e Harry non sentiva più il freddo della notte. "Può anche esserti utile a sentirti al sicuro la notte", concluse Louis.
Harry strinse forte l'orso contro il suo petto e riservò al suo fantastico amico sorriso tutto fossette. "Grazie Lou!", Louis si sentì bene per il nomignolo che con cui Harry lo aveva appena chiamato, specialmente perchè amava la voce dolce del bambino. "Posso chiamarlo Lou?", chiese indicando l'orsacchiotto.
"Certo!", disse Louis felice ed onorato.
"Devo andare adesso", disse Harry guardando verso la porta di casa sua.
"Anche io. Buona notte Harry"
"Buona notte Lou!", disse Harry prima di cominciare a camminare verso casa sua. Louis fece lo stesso, attraversando attentamente la strada. Corse in camera sua e si cambiò i calzini bagnati e si sdraiò sul suo letto, orgoglioso di aver aiutato il suo amico e per aver tramutato in fatti le parole che gli aveva detto sua madre quel pomeriggio.
:)
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