19 - Together let's...
Louis si svegliò sudato, sentendo qualcosa di caldo accanto a lui e si chiese perché diavolo si fosse coperto con il lenzuolo la scorsa notte, non lo faceva mai. Contrariamente alle altre mattine, si era svegliato felice, stranamente felice perfino. Qualcosa non quadrava, ma voleva rimanere ancora un po' così, nonostante sentisse la bocca secca e avesse disperatamente bisogno di un bicchiere d'acqua. Cercò di cambiare posizione, di stiracchiarsi, ma il corpo avvinghiato intorno al suo petto non glielo permetteva. Guardò di lato e vide Harry con gli occhi chiusi, lunghe ciglia che sfioravano dolcemente gli zigomi, labbra schiuse, i lunghi capelli sparsi sul suo petto, stava sudando anche lui e le sue guance erano leggermente rossastre. Louis non riuscì a trattenersi dal sorridere a quella vista e non esitò ad accarezzargli le tempie e dargli un bacio sulla testa. Quando vide Harry muoversi, andò nel panico e pregò silenziosamente che rimanesse addormentato perché credeva di stare avendo uno dei suoi soliti sogni dal momento che si ritrovava con un'erezione mattutina e cazzo, no, Harry era proprio accanto a lui. Ma il ragazzo riccio si stava solo sistemando sul corpo del suo migliore amico e grugnì appena, facendo strusciare le loro pelli. A quel punto, Louis si paralizzò e spalancò gli occhi per lo shock. Sentì qualcosa di duro contro la sua gamba ed era sicuro che il suo pene non fosse così grosso. Era quello di Harry. Harry era fottutamente nudo avvinghiato a lui. Lui era fottutamente nudo nello stesso letto, con il suo migliore amico ed entrambi avevano un'erezione.
"Che cazzo!", sussurrò e cercò di fare del suo meglio per mettersi seduto sul letto, facendo allontanare Harry. Era letteralmente nel panico, confuso e non aveva mai voluto così fottutamente tanto alzarsi dal letto. Tutto quello era veramente strano per Louis, specialmente quando aveva Harry accoccolato in quel modo a lui. Quelle volte, voleva solo rimanere a letto a stringere la sua vita tra le braccia.
La sua vita.
"Oh mio Dio", Louis stava lottando contro se stesso. Aveva il cuore a mille e si portò una mano sulla fronte, tirandosi indietro i capelli, cercando di riprendere fiato.
"Porca troia", riusciva a dire solo quel tipo di frasi. Le mani scivolarono sulla faccia e si sfregò le guance con forza.
"Che cazzo ho combinato?", disse guardando giù verso il ragazzo pacioso, il che non lo rese meno ansioso perché Louis aveva questa cosa di esaminare il viso di Harry fino nei più piccoli dettagli che non solo gli fece adorare il suo migliore amico ancora di più, ma gli fece anche notare l'evidente succhiotto sul collo di Harry.
Ecco là. Louis si ricordava e quello era il motivo per cui era duro già di prima mattina. Non era stato un sogno, aveva drogato il suo migliore amico. Aveva drogato il suo migliore amico e poi se l'era scopato senza alcun freno, come aveva sempre voluto. Louis si era preso la verginità di Harry il ché non lo avrebbe reso particolarmente felice. No, cazzo, aveva appena perso la verginità con il suo presunto migliore amico etero con il quale, presumibilmente, aveva una relazione platonica. Tutto ciò era così incasinato.
'Gli avrò fatto male?', pensò Louis. Non pensava che Harry avesse del lubrificante in giro per casa e quindi con Harry era andato a fondo e a secco.
Naturalmente Louis voleva essere il primo per Harry. Dio, se voleva... Ma prima di scoparselo violentemente - o lasciarsi scopare da Harry - come aveva sognato, avrebbe voluto fare l'amore con lui. Voleva che fosse dolce, tenero e pieno di passione. Forse avrebbe portato Harry in un bel ristorante, al loro primo appuntamento - perché no, non avevano mai avuto un appuntamento, ovviamente no - poi avrebbero fatto una passeggiata al chiaro di luna e solo alla fine, Louis avrebbe portato Harry a casa - o anche in un albergo bello e sofisticato - avrebbe acceso qualche candela, mettere su quelle canzoni calme e rilassanti che a Harry piaceva ascoltare mentre faceva il bagno il bagno, servire po' di champagne e spargere dei petali di rosa - meglio, margherite - intorno al grande letto pieno di cuscini. Cliché, ma Louis sapeva che Harry lo avrebbe amato. L'avrebbe offerto a Harry, l'avrebbe reso perfetto per lui.
Ma Louis non aveva pensato che sarebbe mai arrivato così oltre con Harry. Erano solo e soltanto migliori amici. Harry aveva messo in chiaro che non potevano. Più che altro che lui non volesse. Non avevano mai più parlato di quel giorno, quando Louis aveva detto chiaro e tondo che voleva che Harry lo baciasse e lui lo aveva rifiutato e anche se avrebbero dovuto, Louis sapeva come sarebbe andata a finire la conversazione.
Ma cosa cavolo stava anche solo pensando, anni fa era sicuro di essere etero e per Harry lo era ancora e ora stava pensando al suo migliore amico in quel modo. Il suo migliore amico. Avrebbe rovinato la loro amicizia e Harry non se lo meritava. Louis non lo voleva.
Si alzò dal letto e andò in giro per la camera a cercare la sua biancheria. Ma non era lì. Perciò aprì uno dei cassetti di Harry e prese un paio di mutande pulite da mettere. Stava tremando e l'intero corpo gli doleva, il che la diceva lunga. La sua memoria era annebbiata, ma era stato fatto svariate volte, quindi non è che l'intera notte fosse sparita dalla sua testa.
In realtà tutto il contrario, troppe immagini continuavano a ripresentarglisi davanti agli occhi senza riuscire a mandarle via. Ma doveva, o altrimenti, se ne sarebbe innamorato. Le avrebbe volute sempre con sé. Camminava per la stanza con le gambe che gli tremavano, parlando da solo, imprecando contro se stesso, tirandosi i capelli, sentendo l'ansia riempirgli gli occhi di lacrime e lasciò che un singhiozzo gli uscisse dalle labbra. Ora camminava con lunghe falcate e finì per sbattere il mignolo contro la gamba della scrivania di Harry.
"Merda", imprecò per il dolore e per il rumore che aveva fatto. Tirò su il piede massaggiandoselo con le dita non facendo caso al libro che era caduto proprio in quel momento. Guardò nervoso verso il letto ritrovandosi davanti un ragazzo ancora addormentato e nudo sotto le lenzuola. Bellissimo.
Finalmente prese il libro dal pavimento facendo cadere qualcosa che si trovava in mezzo alle pagine.
Grugnì e si piegò un'altra volta per prenderlo. Invece rimase a guardare il piccolo oggetto sul pavimento. Era una margherita secca. Era piccola e Louis la prese delicatamente per paura che si rompesse.
La esaminò e wow, era quasi sicuro che fosse uno dei fiori che aveva regalato a Harry quando si erano incontrati la prima volta. E allora sorrise. Sorrise perchè se quello era quel fiore allora voleva solo svegliare Harry abbracciarlo e baciarlo per dirgli, senza dire nemmeno una parola, quanto lo amasse.
Guardò il libro che aveva in mano e si chiese perchè Harry tenesse un fiore lì dentro. Poi all'improvviso capì. Conosceva quel libro. Cioè non era un libro, era il diario di Harry. Sembrava vecchio, ma era ciò che lo rendeva bello. C'erano diverse pagine fuori posto e altre che sapeva per certo non farne parte, perciò era pieno e grande.
La copertina era di un marrone chiaro, aveva alcune parole incise in inchiostro nero, un foglietto attaccato con del nastro scritto con una grafia familiare. La grafia di Louis. Diceva: sii delicato. Non lasciare che questo mondo ti indurisca. Non lasciare che il dolore ti porti ad odiare. Non permettere all'asprezza di rubarti la dolcezza. E si ricordava del giorno in cui aveva trovato quelle parole da qualche parte, o forse addirittura era stata sua madre ad avergliele dette e lui le aveva scritte per darle a Harry perché glielo ricordavano.
C'erano anche due foto incollate sulla copertina. Una del loro gatto, Daisy e nell'altra c'erano Harry e Louis otto anni prima. Era la prima foto che gli avevano scattato, nella quale giocavano con delle foglie.
Louis non poteva credere a tutto quello che Harry gli aveva fatto fare.
Si sedette sul pavimento, senza più forza nelle gambe per ritirarsi su e si appoggiò con la schiena alla scrivania contro la quale aveva sbattuto poco prima. Non aveva mai sbirciato nel diario di Harry.
Harry glielo aveva fatto vedere solo una volta e anche allora, era stato Louis a rubarlo per vedere il disegno che Harry aveva fatto dell'albero di Natale che gli aveva regalato. Perciò ci stava pensando, non due, ma tre volte prima di aprirlo, perché se Harry non glielo aveva mai mostrato, voleva dire che non voleva che Louis lo vedesse. Il che feriva un po' Louis perché si presupponeva che fossero una sola persona e il fatto che Louis non sapesse nulla dei segreti che Harry teneva in quel diario, un po' lo rattristava. Ma andava bene, era sano avere questi segreti.
Poi lesse delle descrizioni su odori, consistenze e anche sensazioni e Louis non se n'era accordo, ma quella era la descrizione di come si era sentito Harry la prima volta che si erano baciati.
Cercò di fare del suo meglio per lasciare al loro posto biglietti e coupon mentre girava le pagine.Quando Louis lesse, non così casualmente, le parole scritte ad inizio pagina, era sicuro di averle già sentite prima.
Amo il tuo sorriso, specialmente quando sono io la causa.
Sei la mia persona preferita al mondo, perciò non ti azzardare a lasciarmi, ti amo così tanto.
E poi alla fine della nota [ho seguito quelle parole e mi hanno fatto risvegliare dalla vita.]
Così Harry lo stava ascoltando mentre dormiva nel letto d'ospedale. Così Louis non aveva ragioni per sentirsi sollevato dopo aver pensato che Harry non avesse sentito le sue parole disperate.
Continuava a saltare pagine e leggere cose che era sicuro di aver già detto prima a Harry.
Tu devi rimanere qui. Tu devi rimanere qui con me. Ti voglio qui e voglio che tu stia bene.
Mi piacerebbe dire che sei come il petalo di un fiore. Delicato, bello e desiderato. So che i petali dei fiori cadono sempre, ma sai una cosa? Sarò lì per prenderti e salvarti. Perché voglio solo tenerti stretto.
E ho te. Questo mi basta.
Stai sempre con me.
Promesso.
E Louis aveva sorriso per tutto il tempo leggendo tutte quelle parole che lui stesso una volta gli aveva detto con onestà e parlando con il cuore. Non riusciva nemmeno a credere che Harry li avesse memorizzati per trascriverli, sapeva che il suo migliore amico avesse una buona capacità di memorizzare le cose, ma non avrebbe mai immaginato che stesse usando quel dono per questo.
Tuttavia, il sorriso di Louis svanì cune pagine. Egli osa leggere alcuni, ma le lacrime iniziare rigavano il viso e cadere sulla carta. E 'doloroso leggere le cose che ha scritto Harry attraverso i giorni in cui non aveva Louis. L'giorni Louis non ha deciso di essere al suo fianco, senza accorgersene e che sta vedendo è sulle parole di Harry aveva scritto come verso il basso si sentiva, l'angoscia si fa sentire da Louis ora ed è come se si sta guardando il momento Harry era arrendersi.
Mi piacerebbe credere, e ho cercato di farmi credere, che le altre persone non sono la medicina. Perché si può fare per voi l'esatto opposto. Possono gettare avvelenamento a voi e si può guardare bene sulla parte esterna, ma che stai morendo al suo interno e non avrà alcun avvisate up call che indica che il tempo sta arrivando.
Non so quello che ho fatto. Avrei voluto che potesse guardarmi allo stesso modo in cui ha guardato due mesi fa. Che ha anche guardato, ma se penso che in questo modo, ho intenzione di usare i suoi occhi come medicina per me e che servirà solo a rendere me annegare in una piscina di menzogne e parole che mi avrebbe fatto innamorare di vita.
Anche se dicono che il tempo guarisce tutte le ferite, le mie cicatrici saranno sempre qui e non posso dimenticare quello che è successo. Non posso dimenticare come mi sentivo.
Mi fa paura a volte il vuoto che vedo nei miei occhi quando ho non ho nessuno a riempirlo.
Louis si pulì il viso con il braccio nudo e tirò su con il naso, per cercare di controllare un minimo il respiro. Riusciva a sentire concretamente i suoi problemi, il dolore che Harry stava affrontando e per quanto avesse sempre voluto che Harry gli dicesse come si sentiva, quella volta sarebbe stato meglio se non avesse saputo niente. Così girò altre pagine e desiderò che le pagine tristi di quel diario, fossero state meno.
Per tutto il tempo che posso, finché mi vuoi. Ti terrò stretto fin quando le stelle saranno sopra di te.
Sei un po' incasinato... ma in modo figo. E sei pieno dei segreti più rumorosi che nessuno ha mai sentito, ma io sono qui per ascoltarli.
Una frase catturò la sua attenzione perché pareva essere stata sottolineata con tutta la forza che Harry avrebbe potuto esercitare su una penna.
Prometti che non ti taglierai ancora, prometti che invece parlerai con me?
E proprio accanto a quella frase c'era un 'promesso' scritto in stampatello e cerchiato. E quello fece sentire Louis un po' meglio di nuovo perché diavolo, Harry lo ascoltava in modo così attento e Louis sapeva che non avrebbe mai infranto nessuna promessa. Mai.
Louis vide altri disegni e per la prima volta vide un altro colore oltre all'inchiostro nero. C'era del blu e anche un misto di diversi azzurri e Louis guardò il disegno con tenerezza. Non poteva fottutamente credere che il suo migliore amico avesse disegnato, i suoi occhi, colorati alla perfezione e resi in una forma bella e realistica. In una qualsiasi lingua, sarebbe stato uno sforzo enorme per mettere in una frase ciò che Louis stava sentendo.
Quando Louis girò altre pagine, andò più avanti di quello che in realtà finse di aver fatto. C'erano due pagine incollate tra loro e si vedevano dei quadratini prima di ogni frase. Alcuni erano spuntati e altri ancora in bianco. Lesse il titolo all'inizio 'cose da fare insieme...' così cominciò a leggere tutto.
Dividere un frullato, spuntato. Questo fece ridere Louis perché solo Harry poteva ricordarsi di scrivere una cosa del genere.
Andare all'acquario, bianco. E cazzo, Louis voleva che Harry spuntasse anche quello.
Fare un pisolino, spuntato. Rise di nuovo.
Vestirsi coordinati, spuntato. Ma Harry era davvero reale?
Salire su una ruota panoramica, bianco.
Comprare braccialetti coordinati, bianco.
Fare un viaggio, bianco. E il cuore di Louis batté più forte mentre leggeva perché, cavolo si l'avrebbe fatto per Harry.
Fare colazione,spuntato.
Scambiarsi lettere, spuntato. E Louis voleva rifarlo, perché la prima volta che lo avevano fatto, avevano tipo dodici, tredici anni ed erano dall'altra parte della strada, sui rispettivi marciapiedi davanti alle loro case, scrivendosi cose stupide su dei fogli, per poi piegarli e metterli nella cassetta della posta dell'altro.
Era stupido, ma sembrava la cosa giusta, a quei tempi, ed era dolce, perché anche se leggevano nello stesso momento, sorridevano all'altro da dove erano, scrivevano la risposta e la davano subito all'altro, era la cosa più dolce di sempre.
Mettersi nei guai, bianco. Beh, forse quello forse avrebbe avuto una spunta presto, dopo la notte prima.
Andare in spiaggia, bianco. Ma Louis aveva promesso a Harry che lo avrebbe portato in spiaggia una volta e lo avrebbe fatto.
Andare in un parco a tema, bianco.
Cantare insieme, spuntato.
Costruire un fortino con le coperte, spuntato.
Guardare le stelle, bianco.
Andare allo zoo, bianco.
Scegliere a vicenda l'abbigliamento dell'altro, spuntato. Louis si chiese da dove diavolo Harry se ne fosse uscito con quelle idee e perché non gliene avesse mai parlato.
Abbronzarsi, bianco. In qualche modo, quella cosa faceva rabbrividire Louis in un modo in cui non avrebbe dovuto perché l'immagine sua e di Harry sdraiati sulla sabbia, sentendo il sole caldo sulla loro pelle, Harry a petto nudo accanto a lui, probabilmente un po' bagnato, glielo faceva desiderare ardentemente. Dio, troppo.
Fare una maratona di Harry Potter, spuntato.
Guardare i fuochi d'artificio, bianco.
Addormentarsi al telefono, spuntato.
Andare in campeggio, bianco. Louis avrebbe davvero amato andare in campeggio con Harry...
Prendere un gelato, spuntato.
Leggere un libro, spuntato.
Fare un bagno con le bolle, bianco. Quello confuse Louis fin troppo e non voleva nemmeno farsi domande e pensarci.
Andare a correre, spuntato.
Andare a giocare a paintball, bianco.
Ballare lentamente, bianco. Dio, Louis lo voleva.
Condividere i popcorn al cinema, spuntato.
Avere un cavolo di appuntamento super di lusso, bianco. Cosa?
Baciarsi sotto la pioggia, bianco.
"Cosa?", disse ora ad alta voce e per lo shock colpì la scrivania con la testa, facendo più rumore. Si dimenticò perfino del resto della lista e del diario, sfregandosi con forza la parte posteriore della testa.
"Lou?", sentì una voce mattutina proveniente dal letto e rivolse nervosamente la sua attenzione al ragazzo assonnato, cercando di nascondere il diario con discrezione dalla sua parte.
"Che stai facendo?", poteva giurare che la voce di Harry sembrasse la stessa di quando aveva tredici anni e stava parlando con Louis dal letto dell'ospedale e suonava debole e come quella di un bambino piccolo.
Harry si strofinò gli occhi con le nocche, quasi come un gattino e Louis si immobilizzò un attimo per guardare il suo migliore amico con tenerezza. Cercò di tenersi in equilibrio con il gomito, guardando Louis con gli occhi semi aperti e con le lenzuola che lo coprivano dalla vita in giù e wow. Che immagine, Harry sembrava così bello, i suoi riccioli castani che, ribelli, se ne andavano in ogni direzione, le labbra così carnose, gli occhi così verdi e la luce dalla finestra che gli colpiva la pelle luminosa e morbida.
"Come abbiamo-come siamo finiti qui ieri sera?", chiese Harry sbadigliando e alla fine curvando le labbra per sorridere a Louis, ora guardandolo veramente.
"Io non-"
"Hai pianto?", il suo sorriso svanì e ora sembrava preoccupato.
"Lou?"
Louis si passò rapidamente le mani sulla faccia, pulendosi dalle eventuali lacrime che avrebbero potuto formarsi dopo le parole appena lette.
"No, stavo solo", ridacchiò per nascondere i nervi che stavano prendendo il sopravvento e il suo cuore batteva così velocemente ascoltando la domanda di Harry. Non sapeva nemmeno lui come fossero arrivati nella stanza di Harry la notte precedente e non sapeva nemmeno se volesse saperlo. Si ricordava già troppo e anche Harry probabilmente. Aveva solo bisogno di qualche minuto per svegliarsi totalmente.
"Mi sono fatto male contro la scrivania e... ho sbadigliato. Sai che quando sbadiglio mi perdo qualche lacrima", scherzò e fece per alzarsi. Prese con attenzione il diario e lo posò sulla scrivania, sempre con le spalle rivolte verso Harry.
"Sei sicuro di stare bene?", Harry alzò un sopracciglio guardando il suo migliore amico camminare verso il letto, vicino a lui.
"Sì, sono sicuro", sorrise, ma il sorriso di Louis non poteva convincere Harry. Non avrebbe potuto convincere nessuno, era così preoccupato, così nervoso in quel momento che nulla avrebbe potutonasconderlo.
"Lou", Harry fece per muoversi per avvicinarsi a Louis, portandosi dietro le lenzuola - continuando a non chiedersi perchè diavolo fosse nudo - e poi gemette appena. Gemette proprio sul primo movimento, dolorante. E Louis sapeva che fosse dolorante.
"Ah, Dio", chiuse gli occhi facendo del suo meglio per muoversi.
"Mi fa male tutto il corpo", e in luoghi dove non dovrebbe, pensò:"e perché sono-", cominciò, ora finalmente in riferimento al fatto che fosse nudo.
"Oh", poi capì e si ricordò. La memoria era confusa.
La testa di Louis si abbassò subito e improvvisamente le sue gambe erano la cosa più interessante nella stanza.
"Mi dispiace", sussurrò e Harry lo ascoltò e grazie a Dio Louis non lo stava guardando in faccia in quel momento. Sembrava così sconvolto, perfino spaventato.
"Mi dispiace così fottutamente tanto", Harry non disse nulla, continuò a guardare il suo migliore amico, con la consapevolezza di aver perso la verginità con lui e Cristo santo.
"Io non-non doveva", sospirò. Che cosa gli avrebbe detto? Che cosa avrebbe voluto sentirsi dire Harry?
"Vuoi-vuoi parlarne?" e Dio, Louis trovò finalmente il coraggio di guardare Harry.
"Io-dovremmo, giusto?", disse Harry balbettando. Era così fottutamente nervoso e Louis voleva solo abbracciare il suo corpo nudo e ascoltare la voce di Harry mentre diceva che andava tutto bene. Andava sempre. Erano migliori amici. Ma cavolo, non potevano usare quella scusa anche in quell'occasione e ormai quanti anni avevano?
Louis si mise le mani in faccia, di nuovo, e grugnì:"Dovremmo", rispose:"ma io non so cos-"
"Va tutto bene", sentì e si bloccò subito. Si paralizzò. Quella mattina non era altro che il continuo del suo sogno della notte prima, di sicuro.
Harry si morse il labbro inferiore e guardò in basso, giocando con le lenzuola, incapace di guardare Louis in quel momento. E Louis gliene era grato, perché nemmeno lui riusciva a guardare Harry.
"Va tutto bene Louis."
"Co-cosa?", balbettò ed era sicuro che se non fosse stato seduto sarebbe caduto per terra per quanto gli tremavano le gambe.
"Va tutto bene, voglio dire...", Harry sospirò:"non va bene, ma, ormai è andata", ridacchiò, ma Louis sentiva più di voler piangere:"non c'è modo di tornare indietro Louis e non so. Non scusarti. Perché se lo fai, devo scusarmi anche io. Mi dispiace, Dio... è stato assurdo", ridacchiò ancora e Louis desiderò di poterlo zittire con le loro labbra premute le une contro le altre. Ma non poteva.
"E' stato...", si grattò la nuca:"beh, almeno ho perso la verginità con te", rise di nuovo, nervosamente. Cristo, era così nervoso e Louis poteva vedere le sue mani tremare mentre giocava con le lenzuola tra le dita.
"E non sarò un diciottenne vergine. E non avrò perso la mia verginità a trent'anni, da ubriaco, con uno sconosciuto", scherzò, cercando davvero di nascondere il suo disagio
"Oh, Harry!", e Louis sapeva come si sentisse, ma rise appena insieme al suo migliore amico solo per rendere tutto più facile. Ma non era così. Harry smise di ridere da un momento all'altro, abbassando la testa e la sua espressione cambiò di nuovo e prese un profondo, lungo e rumoroso respiro.
"Cazzo, piccolo, vieni qui", disse Louis notando quanto fosse stressato e teso Harry è in quel momento e nonostante le sue parole, fu lui a gattonare finchè non raggiunse Harry e avvolse le braccia attorno al corpo caldo di Harry. Se lo strinse contro il petto e gli lasciò un bacio sulla testa.
"Mi dispiace, va tutto bene", iniziò a cullare il suo corpo insieme a Harry e in quel modo non solo stava confortando Harry, ma anche se stesso.
"Va tutto bene, no? Siamo migliori amici, ricordi?", disse, prendendosi mentalmente a schiaffi. Perché aveva dovuto dirlo come la prima volta che si erano baciati? Era patetico.
"Sì... migliori amici", sussurrò Harry e Dio la sua voce. La sua voce non era a posto.
"Mi dispiace, non avrei dovuto portare l'erba, avrei dovuto buttarla e non provare nemmeno a chiederti se la volevi. Dio, sono così stupido, mi dispiace se ti ho fatto male, mi dispiace se-", interruppe un attimo il suo sproloquio quando stava per dire 'mi dispiace se mi è piaciuto'. Quella era l'ultima cosa che avesse da dire. In realtà non era l'ultima, non faceva nemmeno parte della lista.
"Non darti tutta la colpa", Harry alzò la testa dal petto di Louis e lo guardò veramente. Dio, che cosa sarebbero diventati dopo tutto quello? Louis non poteva perdere Harry, non potevano cambiare per quello.
"E' anche colpa mia, è solo che... wow, solo wow Louis e non so come sentirmi a riguardo. Gesù, sei stato il mio primo", andò nel panico:"e sei il mio migliore amico e sei etero e avevi una ragazza prima e mi sento così-"
"Stai solo dicendo stronzate", Louis interruppe il suo migliore amico:"che cosa vuol dire poi che avevo una ragazza prima? Pensi che ci abbia scopato quando avevamo sedici anni? Cazzo Harry, anche tu sei stato il primo per me e non vedi che-".
"Io cosa?", Harry quasi urlò e guardò Louis scioccato.
"Dio, tu davvero pensavi che non fossi vergine. Così hai tipo offeso anche me prima, qual è il problema di essere vergine a diciotto anni, eh?", lo prese in giro quella volta, accidenti doveva cambiare argomento, tra loro doveva essere tutto a posto, anche se avrebbero comunque dovuto parlarne ancora. Non potevano lasciare che quello che era successo cambiasse qualcosa, nonostante sarebbe rimasto inciso nella memoria di Louis come era stato per il bacio, se ne sarebbe preoccupato lui al posto di Harry. Per la loro amicizia.
"Pensavo-Gesù, io non lo sapevo...", si passò le dita tra i capelli, rimanendo bloccato in una ciocca di capelli e ne approfittò per districarla .
"Buono a sapersi", disse così, all'improvviso:"voglio dire, non è che-è solo che-".
"Harry, ti prego, devi calmarti."
Harry annuì e respirò di nuovo:"Mi dispiace tanto. Che la tua prima volta sia stata con me quando tu, beh... sei etero e tutta quella roba."
"Cazzo Harry, la smetti di dire che sono etero?!"
Louis grugnì e si lasciò cadere sul materasso, con le braccia sopra la fronte e fissando il soffitto.
Harry alzò un sopracciglio:"Ma non è che quello che tu-"
"Non lo so. Non so cosa cazzo sono. Forse sono gay, forse sto bisessuale, forse non sono niente e basta. Non lo so, non mi interessa, è solo che-", sbruffò per la frustrazione. Che diavolo stava dicendo? Stava solo peggiorando le cose.
"Tu cosa?"
"Oh Dio", disse nascondendo il viso nelle mani ancora una volta:"lascia perdere. Merda. Non ne parliamo più. Facciamo che non...", se Louis avesse potuto avere qualche super potere, avrebbe scelto di tornare indietro nel tempo perché gli sarebbe stato utilissimo. Per la loro amicizia. Perché se non avesse quei ricordi, ciò che stava facendo crescere i suoi sentimenti in quel modo, come non dovrebbero, non avrebbe sentito il bisogno di dimenticare certe cose, ma voleva riviverle. Voleva baciare Harry all'infinito fino a non riuscire più a respirare, voleva fare l'amore con lui ogni giorno, voleva sentire Harry nudo accanto a lui ogni mattina per il resto della sua vita. Voleva passare tutta la sua vita con Harry e sperava di riuscire a farlo. Non era troppo giovane per pensarla così quando accanto a lui aveva una persona come Harry che lo faceva sentire così. In questo modo così profondamente.
"Okay", sentì dire a Harry:"Okay Lou", sentì il letto muoversi il che gli fece pensare che Harry si stesse sdraiando accanto a lui di nuovo.
poi seguì il silenzio. Molto silenzio, e Louis era bene o male felice grato per quello, perché in quel momento c'era molto rumore nella sua testa. Si odiava per non avere la capacità di controllare il suo corpo come voleva e avrebbe dovuto, di controllare la sua mente. Qualcuno stava controllando tutto quello al posto suo ed era fortemente convinto che fosse proprio Harry.
"Ehm, Harry?", sentì se stesso dire alcuni minuti dopo. Sentì lo sguardo di Harry su di se, ma non ebbe il coraggio di guardare a sua volta.
"Mi sono dimenticato di dirti, di darti, il tuo regalo di compleanno", disse dopo aver pensato e ripensato al modo migliore per dirlo a Harry. Così lo fece nel modo in cui faceva sempre le cose dopo aver pensato troppo, fu diretto:"Allora... partiamo domani per Liverpool".
Buongiorno splendori e buona domenica!! I prossimi capitoli dovrete preparare lo stomaco, perché saranno belli intensi.
Voglio scusarmi con quelle persone che magari si ritrovano a storcere il naso davanti alle traduzioni di certe parole o punti.
Cercare di unire una buona traduzione con un linguaggio che in fondo deve essere quello usato ipoteticamente tra due ragazzi diciottenni, non è facile, ma ci sto mettendo davvero tutta me stessa, perciò perdonatemi per eventuali schifezze.
A presto!!
-A.
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