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17 - Brownies

"Hai mai pensato di sposarti?", Louis sentì Harry chiedere improvvisamente e lui lo fulminò subito con uno sguardo. La luce colpiva i suoi occhi di cristallo, era quasi il tramonto e l'acqua fredda dal lago sui suoi piedi era piacevole.

"Che diavolo, Harry?", Harry distolse lo sguardo da lui per apprezzare il blu, l'arancione e anche un po' di rosa del cielo.

"Ci stavo solo pensando..."

"Sono troppo giovane per pensarci, non credi?"

"Non si è mai troppo giovani per pensarci, Louis", Louis si accigliò guardando il suo migliore amico e pensando che Harry non è fosse poi così bravo nel dire cose profonde.

"Quindi tu ci hai pensato?"

"Sì", Louis vide apparire una fossetta sul lato della guancia che aveva davanti e il momento dopo Harry lo stava guardando di nuovo:"ma il problema è che io mi sono sempre immaginato con te", la sua voce tenera, fece rabbrividire Louis e le parole che colpirono lui gli fecero dolere le ossa. Harry era talmente tanto una sorpresa che Louis lo guardava costantemente con gli occhi spalancati per quanto lo stupisse. Da quando Harry si era avvicinato così tanto a lui? E perché Louis sentiva le sue labbra contro la pelle delicata dal suo orecchio?

"Facciamo il bagno nudi", sussurrò Harry per poi sghignazzare. Louis non si ricordava di aver acconsentito, non ricordava nemmeno di essersi spogliato sulla riva del lago con con Harry, con ancora i visibili raggi sole che colpivano l'acqua, che in quel momento aveva gli stessi colori del cielo. Era così bello e Louis non riuscì a non pensare che fosse in perfetto contrasto con il tono di pelle di Harry. E oh... era nudo, e aveva i capelli bagnati e stava rivolgendo a Louis un sorriso ebete. Era tutto lì in realtà, non parlarono, semplicemente si guardavano con rumorosi sorrisi sui loro volti, anche se i sorrisi non hanno un suono. Ma valgono più delle parole e quello era tutto ciò di cui avessero bisogno e che volevano in questo momento, non rompendo il confortevole silenzio, unito al suono dell'acqua. Louis capiva in che modo tutto quello potesse suonare come musica alle sue orecchi, perché il silenzio era predominante.

"Sei così dannatamente bello, lo sai non è vero, Tomlinson?", Louis non aveva mai sentito Harry chiamarlo Tomlinson. Ma era piacevole e Louis non poteva evitare di pensare che suonasse più malizioso di quello che effettivamente fosse.

"I-io non... io-", smise di parlare quando sentì Harry ridacchiare.

"Non c'è bisogno di dire niente", quella volta il sorriso di Harry era dolce e Louis credette di sentire l'amore uscire da esso. Che era un po' impossibile. Annuì semplicemente come risposta al commento sdolcinato del suo migliore amico. L'acqua, prima, era più fredda sulla sua pelle, in quel momento andava bene e a volte sembrava addirittura che bruciasse, come gli occhi di Harry su di lui. A volte riusciva a sentire le rocce sul fondo del lago, altre volte doveva nuotare per rimanere a galla.

"Come ti senti?", chiese Harry.

"Ehm, normale credo", rispose Louis:"Tu?"

Harry nuotava - da quando aveva imparato a nuotare? - verso il ragazzo dagli occhi blu e in un batter d'occhio il suo corpo sentì quello di Harry sul proprio. Era morbido e caldo. Caldo?

"Io sto molto bene", Harry fece si che Louis lo guardasse, prendendolo per il mento. Aveva ancora ghigno sul suo volto e Louis ebbe bisogno di inghiottire per guardarlo . Si sentiva esposto e non solo perché fosse nudo, ma le rocce che sentiva dietro la schiena non lo infastidivano.

Harry si sporse finché le punte dei loro nasi non si toccarono

"Harry...", Louis sentì se stesso sussurrare.

"Lou...", il sorriso di Harry scomparve solo quando le sue labbra toccarono quelle di Louis. Si mosse dolcemente e Louis non sapeva che avrebbe potuto essere così vicino a qualcuno. Come i loro corpi avrebbero potuto essere così collegati, sempre sincronizzati. La lingua di Harry era piuttosto umida e dolce. Harry sapeva di mela e cannella e wow, a Louis ricordava l'autunno, ma non si fermò a pensare se fosse possibile che qualcuno avesse quel sapore perché era così buono. Così buono.

Le mani di Harry erano grandi e a Louis piaceva il modo in cui affondava le sue dita sulle sue braccia e poi sui suoi fianchi. Amava anche il modo in cui i denti di Harry gli mordevano le clavicole e Louis si stava innamorando per i segni che Harry stava lasciando sul suo corpo. Il colore e la forma erano spettacolari. Harry era tutto meraviglioso e stava facendo sentire bello anche Louis, viziandolo in quel modo. Louis non sapeva cosa gli stesse facendo Harry, ma Dio, si sentiva bene. Così bene.

In quel momento non sentiva solo il silenzio e l'acqua, sentiva anche suoni provenienti dalle labbra socchiuse di Harry. Quelle labbra rosa e paffute sembravano così rosse che Louis si chiese se i suoni che stavano uscendo da lì, avessero un colore e se si, se fosse stato marrone.

Le sue vene erano piene di puro piacere e anche lui stava emettendo dei suoni. Suoni strani che pensava fossero terribili, ma Harry gli sussurrò che fossero bellissimi e che voleva sentirne di più, di più, di più. Lui voleva sempre di più e Louis gli diede di più perché Harry gli stava dando tutto.

Louis si chiese se quello che stesse sentendo fosse giusto, ma poi Harry è gli stava tatuando la pelle con parole dolci e confortanti, annebbiandogli completamente la mente.

Era tutto un 'HarryHarryHarry' e che si sentiva leggero. Louis non sapeva come, ma si sentiva leggero. La sensazione di sfregamento delle loro pelli, i baci che stavano condividendo, le promesse che stavano facendo erano enormi e Louis lo voleva solo più veloce, più veloce, più veloce e Harry gli offrì una gara.

"Harry...", gemette e fu così forte che Harry dovette sorridere ampiamente per l'effetto che stava avendo su quel bellissimo, nudo e fragile ragazzo. I loro corpi tremabano e vedono i fuochi d'artificio.

"Dio Louis!", disse Harry e fu come una risposta, un grazie anche. Un grazie per amarlo e per starsi godendo che stava facendo.

"Louis", si lamentò:"Lou...", si stava quasi dissolvendo.

"Hmm...", Louis non voleva fermarsi, voleva vivere per sempre quel momento, lui avrebbe voluto che quel sentimento fosse presente tutto il tempo.

"Louis!", stava svanendo, ma ora era forte.

"Harry..."

"Louis, svegliati!", gli occhi di Louis si aprirono di botto e quasi cadde dal letto quando vide la faccia di Harry così vicina a lui con quegli occhi verdi spalancati per la sorpresa, probabilmente.

"Che diavolo!", gridò impaurito. Il suo cuore batteva forte nel petto, stava forse sognando?

«È quello che dovrei dire io. Stai bene? Perché mi chiamavi in quel modo?", Harry si accigliò e guardò Louis con un'espressione strana, che Louis non riuscì a capire. Sperò che non lo facesse perché stava cominciando a svegliarsi e ad avere percezione di se stesso, compreso quanto fosse duro dentro i boxer.

Si stava pentendo di essersi addormentato la notte prima dopo che Harry era andato a casa sua per dirgli di aver passato l'anno e che quindi l'anno successivo sarebbero diventati anziani e che quindi avrebbero frequentato il quinto anno. Si stava anche pentendo di essere solo in biancheria intima e di non riuscire a sopportare l'afa di Agosto.
"Stai sudando...", disse Harry alzando una mano per toccare Louis.
"Non farlo", ma Louis non glielo permise:"non toccarmi!", disse di punto in bianco, respirando a fatica e lasciando il ragazzo dai capelli ricci con un'espressione confusa e quasi ferita.
"Lou?"
"Io devo- Cazzo devo andare in bagno", cercò disperatamente di scendere dal letto, srotolando con cautela le lenzuola dalla vita.
Louis non era una persona mattiniera fortunata, e quello era poco ma sicuro, perché Harry gli afferrò il polso e gli impedì di alzarsi.
"Cos-", in qualche modo quel movimento improvviso e il fatto che la mano di Harry lo stesse toccando, lo fecero gemere e cazzo, non stava essendo per niente attento. Gli occhi spalancati di Harry viaggiavano sul corpo di Louis - e no, Louis lo stava guardando fisso senza riuscire a guardare da nessun altra parte, il che peggiorava del tutto la situazione - e notò il bozzo.
"Perchè sei - hai per caso-"
"Non provare a dirlo", Louis chiuse gli occhi con imbarazzo e sfuggì dalla presa di Harry. Non perse tempo, una volta libero, per scappare più veloce che poté, dalla stanza e rinchiudersi in bagno.
Oh Diana se stesso per avere avuto sogni del genere mentre era con Harry durante quell'ultimo mese. Sembravano sempre così veri ed era terribile il fatto che gli piacessero e che gli facessero piacere. Soprattutto quello lì, era stato quasi come se stesse realmente odorando Harry, come se lo stesse davvero toccando e sentendo il calore della sua pelle. Non aiutava quando si concedeva di avere uno di quei sogni mentre era nello stesso letto di Harry. Era la cosa peggiore e non riusciva a smettere di pensare a quei sogni e al perché liste sia vento.
Oltretutto, odiava se stesso per non durare di più con le mani intorno alla sua lunghezza E dover pensare al suo migliore amico mentre lo faceva. Avete dovuto sentirsi disgustato ma al contrario di quello che avrebbe dovuto, sperava solo che quei sogni potessero essere veri e lui potesse essere più rumoroso, rumoroso nel gridare e gemere il nome di Harry.
Il suo labbro inferiore stava quasi per sanguinare quando se lo morse per trattenere i suoni che gli stavano uscendo dalla bocca visto che Harry era nella stanza accanto e la sua famiglia comunque era in casa.
Si sciacquò la faccia con l'acqua fredda, si lavò le mani e i denti. Aveva quasi paura di tornare nella sostanza e affrontare Harry e le sue domande, così rimase in silenzio e cammino piano.
Il cuore gli batteva ancora fortissimo e gli tremavano le gambe. Vide Harry seduto sul bordo del letto che si guardava in grembo, mentre il sole filtrava dalla finestra e colpiva il suo bellissimo profilo. Louis fu grato che Harry non prestò molta attenzione alla sua presenza perché se l'avesse fatto non avrebbe potuto apprezzarlo come stava facendo proprio in quel momento. Come quando Louis non era nei paraggi, quando Harry pensava che Louis non fosse nei paraggi. Probabilmente era l'immaginazione di Louis ma pensava che Harry non sembrasse lo stesso quando non era con il suo migliore amico. Gli mancava qualcosa, gli mancava quel brillio.
Lentamente, così lentamente che Louis quasi non se ne accorse, Harry alzo la testa per incontrare un paio di occhi blu su di lui:"Erm, b-buongiorno", balbettò Louis E non sapeva perché e come fossi stato in grado di parlare.
"Stai bene?"
Louis deglutì a fatica:"si, perché non dovrei?", disse sogghignando per nascondere il suo disagio, il che era inutile dal momento che Harry se n'era accorto dal fatto che Louis si sta muovendo con piccoli e insicuri passi verso di lui e non sapeva dove mettersi le mani. Oh, inoltre, Louis non lo stava davvero guardando.
"Louis... Cosa è successo? Avevi-"
"Non ne parliamo!", sospirò Louis. Harry probabilmente sapeva cosa fosse successo, non poteva essere così ingenuo e puritano, o almeno lo sperava... Beh l'Harry dei suoi sogni decisamente non lo era. Era sempre così dominante, sapeva sempre dove e come toccare Louis per farlo sentire bene, sempre a fare il primo passo, sempre a provocare e così differente dall'Harry che Louis conosceva ma allo stesso tempo no. Perché era lo stesso Harry, con lo stesso sorriso dolce e guardava Louis nello stesso modo in cui lo guardava nella vita reale.
La vita reale.
Louis doveva ricordarsene ogni tanto, altrimenti avrebbe finito per baciare Harry nei momenti più inopportuni e strani. Come quando erano in salone e stava parlando con Louis, con le gambe che, praticamente occupavano solo un lato del divano per quanto erano vicini, dimenticandosi che la sua famiglia fosse lì. O quando erano a scuola e Harry stava portando Louis da qualche parte con le mani intrecciate l'una nell'altra. O, oh, giusto, quando erano a letto e Harry cercava di coccolarlo - era diventato così tanto più grande - strusciando il suo corpo contro quello di Louis e oh merda, voleva solo trattenersi dall'arrampicarsi sopra di lui e scoparselo proprio lì, con solo un lenzuolo sottile a coprire i loro corpi nudi e sudati.
Louis non era più in se, da un po' ormai.
"Perché non mi parli?"
"Ti sto parlando, vedi?", Louis scherzò con un ghigno sulla faccia. Doveva far vedere che non ci fosse nulla che lo stesse mettendo a disagio al contrario di quello che Harry pensava. Stava cercando di fare del suo meglio per lasciare le cose come stavano.
"Cosa stavi sognando che ti ha ridotto in quello stato?", cristo santo.
Harry non era mai stato una persona che faceva così tante domande, in questo modo, ma probabilmente aveva capito che Louis gli stava nascondendo qualcosa. Qualcosa di grosso, qualcosa che stava facendo uscire pazzo Louis. Se solo avesse saputo che Louis si era pazzo, pazzo di lui e che non lo stesse aiutando per niente.
"Cristo, Harry. Non ti sei mai svegliato così prima? Siamo ragazzi, ricordi?", Louis si girò per prendere i vestiti e parlare nel suo tono di voce normale perché si, poteva farlo. Non gli ci sarebbe voluto molto affinché quell'idea assurda sparisse. Ne era certo.
"Perché stavi dicendo il mio nome, allora?"
"Che cazzo Harry!"
"Stavi gemendo il mio nome, Louis", Louis sì giro per guardare Harry allibito. Stavo ancora sognando? Beh, no perché se così fosse stato, in quell'esatto momento, Harry avrebbe fatto sgusciare la sua lingua giù per la sua gola e spinto contro l'armadio, non permettendogli di respirare, dopo il suo commento.
"I-io...", ringraziò tutti gli dei del cielo quando bussarono alla porta e sentì una voce da dietro il legno.
"Ragazzi, è ora di colazione! Non fatemi venire dentro e buttarvi giù dal letto!", urlò Fiona.
Non sarebbe stata la prima volta. Lei sapeva che dormissero insieme e non aveva mai menzionato quanto la cosa le risultasse strana. Il giorno in cui l'aveva scoperto era stato proprio il secondo giorno Harry dormiva da loro. Li aveva solo guardati in maniera strana, ma lasciò perdere quando aveva pensato che si fossero solo addormentati mentre parlavano, rimanendo nello stesso letto. Non sapeva che li avrebbe trovati nella stessa posizione, fianco a fianco, condividendo le stesse lenzuola e il letto la volta successiva che fosse andata nella stanza di Louis per svegliarli. Non aveva mai fatto domande, mai commentato, ciò che pensava a riguardo era riservato solo a se stessa.

"Arriviamo mamma", gridò Louis e si girò subito, aprendo la porta:"Andiamo!", disse e sentì i passi di Harry dietro di lui e anche i deboli rumori di Daisy provenienti da dietro. In tutto quello si era dimenticato che Daisy stesse ancora dormendo alla fine del suo letto con loro.

Cercò di arrivare il più velocemente possibile in cucina, ignorando il freddo ai piedi nudi, proprio per evitare qualsiasi conversazione tra loro nel frattempo. Quando arrivò lì, la sua famiglia, tranne Carl, che poteva scommettere stesse facendo un turno di mattina - l'ultimo, dopo di che sarebbe stato ufficialmente in vacanza - erano seduti al tavolo.

"Buongiorno!", dissero i due in coro e sedendosi al loro solito posto l'uno accanto all'altro.

"Buongiorno ragazzi", Fiona gli sorrise e posò i loro piatti con i pancakes di fronte a loro, accanto al succo d'arancia.

Peter sorrise ad entrambi -ormai chiamava Harry fratello - e anche Zoe li salutò.

"Non hai una bella cera, Louis", commentò la sorella Louis con un ghigno sul suo volto. Lo stava ovviamente prendendo in giro.

Louis non sapeva che questo sarebbe mai accaduto, ma da quando aveva baciato Harry e avevano litigato e poi risolto, Louis aveva deciso che sua sorella fosse la persona migliore per parlare dei sui problemi. Il problema di Harry. Così in pratica lei sapeva la metà delle cose. Le cose che stavano preoccupando Louis e che lui avrebbe voluto non sentire e nemmeno pensare. Dio, aveva anche voluto che non avesse mai iniziato a parlare con la sorella di quell'argomento, perché questo significava solo che lo stessero torturando al punto di non poterlo sopportare. Inoltre la rendeva una cosa ufficiale e qualcosa di grosso. Quella in realtà era una gran cosa.

"Perché quand'è che ce l'ha?", Harry si unì alla festa e Louis dovette alzare gli occhi al cielo.

"E tu invece da quando sei diventato così provocatore, hum?", Louis disse i suoi pensieri ad alta voce, non facendo caso allo sguardo che gli stava riservando Harry. Lo sguardo esatto che aveva visto numerose volte suoi suoi sogni e wow, non lo faceva incazzare? Perché lui non poteva semplicemente strappargli a suon di baci, quella sua faccia così carina.

"Io penso che tu debba rispondere alla domanda che ti ho fatto prima, non credi?", Harry ghignò e cosa, no. Louis sapeva che stesse ancora parlando del momento precedente. Quel momento imbarazzante e Louis voleva solo dimenticarsene. Quindi, la sua espressione beffarda cadde e un'espressione rigida aveva preso il posto del suo sorriso giocoso. Abbassò lo sguardo e rivolse l'attenzione alla deliziosa colazione davanti a lui.

Non si accorse dello sguardo strano che Zoe gli aveva rivolto ed uno preoccupato da parte di Harry.

Inoltre, non aveva parlato durante la colazione. Harry aveva capito tutto infatti nemmeno lui gli aveva parlato, invece aveva chiacchierato con la famiglia di Louis. Soprattutto perché stavano parlando del suo compleanno, che sarebbe stato la settimana successiva, e se avessero fatto come l'anno precedente, quando avevano finito per fare un barbecue e andare in città dato che era una bella notte d'estate.

Louis era felice che i suoi pensieri fossero concentrati sul giorno del compleanno di Harry invece che su quelli lo stavano tormentando. Era anche contento del fatto che la sua famiglia glielo avesse ricordato indirettamente, perché così avrebbe potuto pensare ad un regalo migliore per Harry che non fosse una margherita, una passeggiata nel parco ed un finto bacio sulle labbra come faceva ogni anno.

~ * ~

Louis non aveva visto Harry per più di tre ore in tutta la settimana finché non era arrivato il giorno dei suoi diciotto anni. Questo aveva avuto lati positivi e negativi. Il lato buono era che Louis potesse finalmente pensare a Harry, senza preoccuparsi che il suo migliore amico gli chiedesse cosa c'era che non andasse, senza che le cose diventassero strane e senza svegliarsi sudato accanto a un Harry sconvolto, mentre lui era duro. Aveva potuto anche mettere in ordine le sue idee su quell'argomento. Beh, più o meno. Stava solo cercando di trovare un modo per non incasinare le cose.

Il lato brutto era che Harry un po' gli mancava. Un bel po'. Ed era anche un po' preoccupato per lui perché aveva passato tutta la settimana a casa con i suoi genitori. Erano stati in quella situazione molte volte ormai. Harry doveva stare un po 'di tempo a casa così i suoi genitori non gli avrebbero fatto casino a causa sua e Louis. Inoltre, Harry lo faceva affinché vedessero che passava più tempo a casa di quello che trascorreva con Louis cosicché potessero viaggiare per tutto il tempo che volevano, con una sorta di che loro figlio fosse a casa. A fare nulla ed ad essere infelice. Oh, il dolce profumo di sapere che i suoi genitori erano felici solo quando loro figlio non lo era.
Harry aveva imparato a controllare il suo temperamento, soprattutto ora che era cresciuto. Nel corso degli anni aveva capito che il suo comportamento poteva degenerare facilmente quando si trattava dei suoi genitori. Doveva mantenere la calma, respirare e contare fino a dieci quando cominciavano a dirgli stronzate. Cercava di fare del suo meglio per non mostrare loro i suoi lati deboli, come faceva un tempo. Louis gli diceva sempre che non faceva nulla se piangeva e Harry lo sapeva. Ma non davanti ai suoi genitori così che poi loro potessero rinfacciargli quanto fosse debole. Non si sarebbe arreso. Doveva far sì che le sue cicatrici sparissero, non che rimanessero fresche.
Ma comunque Louis si sentiva sollevato ogni volta che Harry gli rispondeva al telefono e lo ascoltava singhiozzare e buttare fuori tutto quello che aveva accumulato nel petto mentre subiva quelle urla.
Louis si chiedeva perchè. Perchè Harry dovesse andare incontro a tutto ciò da quando conosceva il ragazzo dagli occhi verdi.
Louis sapeva che non se lo meritasse, meritava tutto ciò che c'era di buono nel mondo e quello era il motivo per cui Louis voleva portarlo via da lì. Louis non lo aveva mai detto a voce alta, non aveva mai permesso che quelle parole lasciassero i suoi pensieri, ma avrebbe voluto prendere un aereo o un pullman con Harry e non tornare mai più indietro. Lo avrebbe portato via dall'oscurità. Harry doveva andarsene da lì.

Tutto andava bene quando Harry era con lui. Ma anche in quel caso, Harry non era con Louis tutto il tempo. Così Louis lo voleva. Voleva Harry tutto il tempo. Così che potesse essere felice non solo a volte.

Louis aveva il suo regalo per Harry già pianificato, ma non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di darglielo. Aveva paura. Aveva le sue ragioni, in realtà, non solo per se stesso, ma per il suo migliore amico. Ammettiamolo, Louis si preoccupava molto di più per Harry che per se stesso. Anche se quella era una bella cosa, qualcosa di cui Harry avesse bisogno, non era qualcosa di sano. Ma poi cosa c'era di sano nella loro amicizia?

Avevano bisogno di passare del tempo da soli, tempo per loro stessi, ma con loro era come fossero una cosa sola. Sarebbe un bene per loro avere amici diversi - soprattutto per Harry, perché come avrebbe potuto imparare ad avere a che fare con le persone in quel modo? Ma erano solo Harry e Louis, Louis e Harry. La loro vita girava praticamente solo intorno a loro due. Erano tutto il fiore e non i petali e il gambo di esso.

Louis non ci aveva mai pensato, ma quella cosa malsana gli piaceva. Lo faceva sentire al sicuro.

Vide i genitori di Harry uscire casa, l'orologio segnava le sei e quello era così fottutamente tardi per Louis. Aveva chiamato Harry solo per augurargli un buon compleanno e poi la sua famiglia aveva fatto in modo di parlare al telefono, dopo aver saputo che stesse parlando con Harry. Quello non era abbastanza. Dio, non era niente.

Aveva detto a sua madre che quell'anno non sarebbe stato come il precedente e aveva anche detto a Harry di rimanere a casa, perché quando i suoi genitori fossero partiti, - probabilmente per il resto delle vacanze, fino a che non avessero ricominciato scuola, ringraziamo il Signore - sarebbe andato a casa sua. Voleva che quel giorno fosse solo suo e di Harry. Avrebbe compiuto diciotto anni, che era qualcosa di grande. Dal momento che Harry non era il tipo di ragazzo che sarebbe uscito per festeggiare, e nemmeno un tipo da organizzare una festa, Louis gli avrebbe organizzato una festa per conto suo. Gli ospiti avrebbero compreso Daisy, perché Louis aveva fatto in modo di portarla con lui quella volta. Così loro tre, si sarebbero divertiti.

Qualcun altro avrebbe trovato tutto ciò stupido, ma era tutto ciò di cui avessero bisogno e ciò che Louis volesse in quel momento. Sapeva che anche Harry lo avrebbe apprezzato. Dopo tutto, faceva parte del loro rapporto malsano.

Così mise tutto ciò di cui aveva bisogno nello zaino di scuola, non più dimenticato in un angolo della sua stanza, prese Daisy dal letto in un braccio e scese al piano di sotto.

"Mamma, io vado!", gridò. Era sicuro di aver sentito la madre dire di mandare dei baci a Harry da parte sua e di chiedergli se avesse voluto andare da loro il giorno dopo e se si volesse portare qualcosa da mangiare così rispose semplicemente okay e no, prima di uscire.

Attraversò la strada, ignorando le proteste di Daisy e una volta arrivato davanti alla porta familiare, fece del suo meglio per prendere le chiavi dalla tasca dei jeans per aprire la porta. "Harry?", gridò mettendo il gatto e la sua borsa per terra.

"Hazz?", disse in tono canzonatorio.

Iniziò a sentire forti rumori provenire dal piano di sopra e cercò di trattenere le risate, sapendo che Harry probabilmente fosse appena caduto correndo, a piedi nudi, al piano di sotto.

"Lou!", urlò e saltò giù dalle scale, non preoccupandosi dei due rimasti per arrivare più velocemente dal suo migliore amico. Aprì le braccia in modo drammatico e Louis fece lo stesso accogliendo il suo ragazzo in braccio.

Cercò senza dubbio di fare del suo meglio per sollevare Harry dal pavimento, ma cavoli, era più pesante e più alto di Louis quindi non c'era possibilità che riuscisse a farlo. Quindi fu Harry a farlo, Louis non sentì più il pavimento sotto i piedi e riuscì a sentire solo profumo naturale di Harry e due forti braccia intorno alla vita - di solito usavano il garage di Louis come una palestra dallo scorso anno e la la realtà era che stava facendo più effetto su Harry che su di lui. Probabilmente perché Louis era troppo occupato a notare modo in cui la maglietta di Harry fosse appiccicata al suo corpo, il modo in cui il suo volto sembrava che si stesse sciogliendo e il modo in cui stava respirando così pesantemente, fino al punto che Louis voleva che ciò accadesse sopra o sotto di lui.

"Buon compleanno ragazzo grande!", sussurrò Louis nell'incavo del collo di Harry, lasciando lì un dolce bacio, come al solito.

"Sì, sono felice adesso", disse Harry facendo tornare Louis con i piedi sul pavimento, ma tenendogli le braccia intorno al collo. Louis ridacchiò per la scelta di parole, ma che non gli impedirono di sentire un sussulto nel petto.

"Quindi", iniziò Louis quando si allontanarono:"pronto per la festa?", rise e Harry si unì a lui con un cenno del capo:"abbiamo due opzioni, o chiamiamo per la pizza più tardi e quindi non ci resta che fare il succo di cocomero facciamo tutto da soli."

"In primo luogo, sei fortunato che io abbia chiesto a Barbara di prendere alcune cose al supermercato questa mattina e se mi prometti di aiutarmi a pulire dopo, allora facciamolo".

~ * ~

Avevano finito per tenere da mangiare solo metà della pizza visto che l'altra metà era troppo cotta.
Cucinare non era mai stato il loro punto forte. Ma quella volta erano solo stati sfortunati, perché tutto stava andando bene, più che altro Harry stava facendo un buon lavoro mentre Louis dava il prosciutto da mangiare a Daisy. In ogni caso, quando l'avevano messa nel forno e avevano cominciato a pulire, avevano perso la cognizione del tempo - più che altro erano stati troppo impegnati a ridere per il casino che avevano fatto e stavano facendo mentre lo stavano con la farina - e avevano lasciato per troppo tempo lì la pizza.
L'avevano mangiata sul pavimento del salone di Harry, con "Il re leone" alla tv, dal momento che era quasi come un rituale sin da quando erano bambini. Daisy era tra di loro tentando la fortuna affinché qualcuno potesse darle più di qualche pezzetto di cibo e il computer di Harry sopra al tavolino da caffè era acceso per quando avessero voluto fare una pausa e navigare per internet.

"Andrete in vacanza a Liverpool, quest'anno? ", chiese Harry quando l'argomento della conversazione si spostò sul fatto che ancora non sapesse nuotare e Louis glielo aveva promesso - quando era successo? Dieci anni fa o giù di lì, ma ancora se ne ricordava.

Louis scosse la testa mettendo il suo piatto da parte, lasciando le briciole per il loro gatto

"Ho parlato con mia mamma e lei ha deciso che, quest'anno, andranno da un'altra parte."

Harry fece una faccia strana, confusa:"Avete ancora quella casa estiva? E loro? Non andranno?"

"Sì e no", rispose Louis, guardando il ragazzo dagli occhi verdi mentre anche lui posava il suo piatto sul pavimento e cercando di tenere lontana Daisy.

"Abbiamo ancora la nostra casa lì, ovviamente, ma quest'anno hanno deciso di andare a Camber, probabilmente in un villaggio, non lo so."

"Perché tu non vai? Tu ami viaggiare e se quest'anno loro vanno in un villaggio, non sarà anche più divertente?"

"Sì, ma io preferisco restare", 'con te' , avrebbe voluto aggiungere, ma - aspetta, perché non poteva dirlo? Non avevano mai avuto il problema di voler dire le cose che avessero nella testa ma tenerele in ogni caso. Quella era la cosa buona della loro amicizia, così:"Con te", finì la frase.

"Louis..."

"Harry...", scherzò Louis, mettendo il televisore in pausa. Sentì le mani sudare e si pulì sui jeans, prima di passarle tra i capelli.

"Stai bene?", chiese Harry guardandolo in maniera strana.

"Ehm, sì. Cambiamoci così stiamo più comodi, okay?", sorrise appena e Harry annuì, alzandosi in piedi da terra e aiutando anche Louis.

Arrivarono nella stanza di Harry e Louis aprì i suoi cassetti, alla ricerca di ciò che stava cercando. Trovò i pantaloni della tuta preferiti di Harry - e anche i suoi - togliendosi i jeans.

"Volevo metterli io stavolta", protestò Harry, guardando il suo migliore amico vestito dei soli boxer. Louis sentì le guance diventare bollenti per lo sguardo di Harry sul suo corpo. Sapeva che Harry non lo stesse intenzionalmente guardando il suo corpo, ma gli fece comunque venire voglia di raggomitolarsi su se stesso sul pavimento. Era una sensazione strana che non non avrebbe dovuto provare perché Harry era il suo migliore amico. Harry lo aveva visto un sacco di volte nudo e solo in boxer quindi qual era il problema?

"Li ho presi prima io", non c'era nessun accordo è quindi Louis si sfilò anche i boxer con un ghigno sulla faccia - e beh, se avessero stipulato delle regole, una di quelle avrebbe sicuramente vietato di fare un ghigno del genere mentre ci si spogliava.

"Devi sempre fare così", commentò Harry, roteando gli occhi e spostando lo sguardo da Louis per trovare un paio di pantaloncini per se stesso.

"Colpa mia", lo prese in giro Louis, ridendo e lasciandosi la maglietta.

"Comunque per te sono grandi", Harry ci teneva sempre a puntualizzare che il bordo dei pantaloni gli toccava quasi per terra, ma Louis se ne fregava sempre.

"Vaffanculo", disse Louis, cercando di risultare serio, per poi fallire miseramente scoppiando a ridere per l'espressione indignata di Harry.

Quell'episodio un po', lo fece rilassarsi, quindi non sentì di nuovo il disgustoso sudore sui palmi delle mani, il che era buono. Non capiva nemmeno perché fosse così nervoso e avesse il cuore che gli batteva forte, come se qualcuno stesse invadendo la casa. Questo era stupido, eh?

"Quindi Harry", iniziò Louis quando si sedettero di nuovo sul pavimento, con Daisy già rannicchiata in grembo a Harry - Louis si lamentava sempre del fatto che fosse una finta amica, dal momento che viveva sotto il suo tetto, ma preferiva Harry - e il computer sopra le gambe Louis:"non è che per caso, ehm, hai gli ingredienti per fare i b-brownies?".

Harry alzò il sopracciglio e aveva un sorriso giocoso mentre guardava Louis, che con sua gran sorpresa stava tenendo gli occhi fissi sullo schermo del computer portatile alla ricerca di qualcosa su google.

"Che? Vuoi fare i brownies alle nove di sera, adesso?", Harry rise.

"Beh quasi", disse Louis, mordendosi il labbro.
"Che vuol dire 'quasi'?", chiese poi Harry, sapendo che Louis avesse qualcosa in mente. Quando Louis pensava c'era sempre una tempesta su di loro. Su entrambi.
"Ok, la cosa è questa", disse finalmente incrociando gli occhi di Harry perchè dannazione, qual era il problema?
"Per favore non arrabbiarti con me, ok?", Harry corrugò la fronte e Louis stava davvero trasmettendo il suo messaggio con il suo tono di voce:"Ho trovato dell'erba nel mio cassetto l'altro giorno..."
"Louis-", Harry lo guardò con gli occhi spalancati, ma Louis non lo fece parlare.
"Era di Mickey, mi aveva chiesto di tenergliela e poi se ne è dimenticato"
"Quando è successo? Parli a malapena con loro adesso. Louis non dirmi che-"
"No! Harry, te lo giuro non ho ricominciato a fumare. Me lo aveva solo chiesto, qualche mese fa, non mi ricordo nemmeno perchè stavamo parlando, ma questo non importa adesso", disse cercando di ignorare la faccia preoccupata di Harry.
"La cosa è... Perchè non pro-proviamo?"
L'espressione di Harry passò da preoccupata a scioccata in un secondo.
"Sei forse impazzito?", quasi urlò facendo saltare Daisy giù dalle sue gambe per poi accucciarsi sulla poltrona accanto al divano.
"Probabilmente si, ma Harry sarebbe solo per divertirci! Non ti farà male, voglio dire, sarà la tua prima e ultima volta"
"Scordatelo Louis, tralasciando il fatto che non voglio che ci caschi di nuovo", Louis sapeva che toccare quell'argomento avrebbe fatto reagire Harry in quel modo.
"E dai Harry! Hai diciotto anni, io quasi diciannove, solo questa volta. Solo per provare, che c'è di male nel provare qualcosa di diverso?"
"Louis, no."
"Per favore Harry. Ti prometto che sarà solo stavolta, soprattutto perchè non ne avrò altra e devo liberarmene.
Non sarà così male, te lo prometto"
"Non fare promesse per favore", disse Harry, roteando gli occhi e spostando lo sguardo dal suo migliore amico.
"Harry...", Louis si aspettò di sentire il suo nome provenire dal ragazzo riccioluto, ma non arrivò nulla.
"Oh dai, adesso tu incazzerai per avertelo chiesto? Solo perchè volevo farti rilassare un po'?"
"Ma per favore", Harry lo guardò di nuovo:"è sbagliato Louis e di certo non servirà a rilassarmi un po'"

"E qual è il problema dell'essere sbagliato? Non credo farà male a qualcuno se facciamo qualcosa di sbagliato, voglio dire, non sarebbe la prima volta."

'Come baciare il tuo migliore amico', pensò Louis:"Almeno ci farà scordare di tutto lo schifo per un po', ci faremmo una risata e domani avremmo a che fare con la nuova merda che abbiamo creato a causa sua."

Harry strinse forte le labbra una linea retta, guardando Louis. La faccia che stava facendo era quella alla quale Harry non riusciva a resiste e wow, non poteva credere a quello che stava per uscire dalle sue labbra:"Va bene."

Era d'accordo sul fare qualcosa di folle:"Solo prometti, che nè tu, nè noi, faremo mai più una cosa del genere", disse serio.

"Lo prometto", Louis annuì.

Harry sospirò:"Cerca come fare i brownies, perché non ho la ricetta."

"Questo è quello che aspettavo!", disse Louis ridendo mentre Harry ancora non sembrava così sicuro di tutta quella faccenda.

~ * ~

Dopo che Louis fu tornato indietro nel casino in cui era la cucina, con una piccola bustina con l'erba in mano, Harry si morse la lingua per non protestare e tornare ad essere contrario, cambiando idea. E Louis, in realtà, non aspettava altro mentre la univa al composto e anche quando stavano mettere a cuocere il tutto, perché se Harry avesse detto di non voler andare avanti con quell'esperimento, Louis lo avrebbe ascoltato in quel momento. Non voleva davvero passare per la persona che costringeva il suo amico a mangiare brownies all'erba. Louis si preoccupava così tanto per Harry che lo avrebbe ascoltato sul serio se davvero non avesse voluto farlo.

Invece, le proteste di Harry non arrivarono e forse poteva aver confessato che fosse nervoso, ma comunque eccitato di assaggiarli e provare gli effetti dell'erba. Louis rise per la faccia di Harry ovviamente sorpreso dalle sue stesse parole, ma gli chiese ancora se fosse davvero sicuro, che non dovevano farlo per forza e che Louis era stato stupido ad insistere. Harry disse 'cazzo, facciamolo' e quella volta Louis non rise, lo guardò con gli occhi spalancati e la bocca aperta a formare una "o" perché non era da Harry imprecare.

"Speriamo di non li averli fatti cuocere troppo. come è successo con la pizza", disse Harry mentre Louis metteva i brownies sul bancone, usando un guanto.

"Sicuramente hanno un odore strano."

Harry storse il naso guardando i mattoncini marroni, come lo chiamava nella sua mente.

"Mi piacciono, sembrano a posto", disse Louis ed entrambi li guardarono e risero per le facce che avevano. Dopodiché, Harry aiutò Louis a metterli su un piatto e li portarono in soggiorno e Dio, era tutto un macello. La cucina era così sporca e in soggiorno, i cuscini che avrebbero dovuto essere sul divano erano per terra, insieme a piatti e bicchieri.

Harry si assicurò di portare più acqua con se nel caso in cui non gli fosse piaciuto il sapore, facendo ridere Louis per la sua tenerezza.

"Okay, lo facciamo, no?", Louis chiese al suo migliore amico, sempre con un sorriso sul volto. Non sapeva perché stesse sorridendo così tanto, probabilmente per nascondere i nervi che lo stavano ancora torturando.

"Ehm, sì..." disse Harry e guardò Louis prenderne un pezzo e dare un morso, mugugnando per il sapore.

Louis appoggiò la schiena sul divano alle sue spalle e allungò le gambe sul pavimento. Il Re Leone II andava di nuovo, ma era destinato probabilmente ad essere dimenticato.

"Dai vai", Louis passò a Harry il piatto, finendo il suo pezzo

Harry non esitò e afferrò un brownie, portandoselo subito alla bocca e masticandolo.

"Non ha un sapore così cattivo, considerato quanto facciamo schifo in cucina", disse ridendo.

"Sono d'accordo", disse Louis, afferrandone un altro pezzo.

"Non sento nulla però, sai?", Harry si accigliò non appena finì il suo primo brownie.

"Devo mangiarne un altro?"

"Non la stai fumando Harry, quindi l'effetto non è immediato. Probabilmente in una o due ore la sentirai", Louis rise:"e non mangiarne più di due, penso, o sarai troppo fatto".

"Due ore?", disse Harry afferrandone un altro dal piatto:"E 'troppo tempo", Louis rise di nuovo scrollando le spalle.

"Pazienza, amico mio", Louis sorrise.

~ * ~

Due ore e tre brownies e mezzo ciascuno più tardi, Harry e Louis erano ancora con le facce esattamente davanti alla TV, chiedendosi come sarebbe stato toccare il pelo di Kovu, il leone. Daisy era la sola cosa che gli si avvicinasse di più e quando iniziarono ad accarezzarle il pelo morbido, quella si stancò dopo pochi minuti e quindi fuggì dai due ragazzi. Loro ridacchiarono per il modo in cui correva, il modo in cui le sue zampette toccavano il pavimento di legno - che, avevano scoperto, avere un bel colore e consistenza - e il modo in cui la sua coda pelosa si muovesse nell'aria.

"Dovremmo avere più gatti, Lou", disse Harry, appoggiandosi con le mani dietro la schiena, con le braccia tese.

"Non sono in grado di avere i gatti, Harry", Louis rise.

"Neanche dei leoni?", Harry mise il broncio guardando il suo migliore amico, che aveva l'espressione più comica che mai.

"Temo di no."

"Questo mi fa venir voglia di piangere", Harry finse di stare singhiozzando, coprendosi la faccia con le mani e Louis gli si avvicinò, per accarezzargli la schiena

"Oh piccolo, va tutto bene. Andremo allo zoo."

"Promesso?", Harry alzò la testa e Louis gli lasciò il braccio intorno alle spalle.

"Promesso", Louis sorrise ampiamente, accarezzando la testa di Harry. Però rimase un po' troppo tempo a sentire i riccioli di Harry tra le dita. Il modo in cui si arricciavano tra di loro, il modo in cui si sentiva, quanto fossero morbidi, quanto volesse spostarli e affondarvi la faccia per sentirne la dolcezza.

"Dio", disse Louis chiudendo gli occhi con un sorriso appagato sulle labbra.

"Lou...", sussurrò Harry, svegliando Louis fino dal trance momentaneo.

"Quante volte lo abbiamo guardato oggi?", chiese Louis indicando il televisore e afferrando il telecomando, pronto a spegnerlo.

"Sono stanco di guardare cose che non posso toccare", disse Harry ridendo poi per il suo stesso commento.

"Guardiamo qualcos'altro."

"Tipo cosa?", chiese Harry, strascicando la 'a' dell'ultima parola. Louis si portò il computer portatile sulle cosce e ridacchiò per il suo calore.

"Lou, voglio muovermi, non voglio rimanere seduto sul pavimento a guardare cose stupide", sentenziò.

"Oh, ma questo non sarà stupido", commentò, non distogliendo lo sguardo dallo schermo, probabilmente a causa della luce.

"Ti piacerà", disse Louis e si sentì la testa di Harry sulla spalla, quando si fu avvicinato. I capelli gli solleticavano un lato del collo e wow, stava forse vedendo stelle?

"Cos'è allora?"

"Voglio guardare del porno."

"Ch-porno?", chiese Harry, guardando Louis mentre cercava qualche sito web su google qualche sito web.

Louis annuì con un sorriso:"E' quello che voglio fare. Sarà divertente guardarlo con te."

"Non mi piace quello che guardi tu, Lou", Harry mise il broncio di nuovo e posò la man sopra quelle di Louis per fermarlo. Forse aveva accarezzato la pelle che era riuscito a raggiungere con la punta dei polpastrelli, ma quello era una cosa normale per loro.

"Oh", Louis smise di sogghignare:"beh, forse possiamo guardare quello che guardi tu".

"Dio, davvero?", Harry si allontanò dalla spalla di Louis e smise di toccargli la mano, il ché fece sentire a Louis la mancanza di quel tocco più del solito.

"Sì", Louis si morse il labbro inferiore:"voglio provare."

Harry ridacchiò, probabilmente per rispondergli - non c'era niente da rispondere in ogni caso. Prese il computer portatile dalle gambe di Louis e lo posò sopra il tavolino e cominciando la ricerca di ciò che voleva. Fu veloce, anche troppo veloce, a trovare il video che cercava.

Non si preoccuparono nemmeno dei rumori che sarebbero potuti uscir fuori - per loro era ancora troppo bassa, ma non avrebbero corso rischi alzando il volume al massimo - Harry premette play nel momento in cui il video iniziò stava ghignando - come se fosse davvero divertente - e la bocca era Louis spalancata.

"Lo adorerai", disse Harry e Louis dimenticarsi del video e concentrarsi sul modo in cui Harry diceva quelle parole. In realtà era veramente divertente e lui sembrava così eccitato per questa cosa, era come se stesse guardando per la prima volta un film che aveva aspettando di vedere da molto tempo, così Louis rideva. Harry lo zittì subito e gli fece rivolgere l'attenzione ai due ragazzi sul video.

Le loro facce non si vedevano, ma l'attenzione di Louis era focalizzata sul modo in cui quello che stava sopra si era seduto sulle gambe divaricate dell'altro e mettendogli una mano sulla schiena. Louis non riusciva a pensare ad altro che non il modo in cui le sue mani scivolavano sulla schiena scolpita e abbronzata del suo partner. Louis era veramente stupito da quanto trovasse eccitante quella schiena muscolosa, dalla pelle morbida. Gli piaceva il suono della mano dell'altro ragazzo mentre passava lungo la spina dorsale del ragazzo che stava sotto e pensava anche lo stesse facendo in modo tenero. Gli piaceva.

Poi si concentrò sul modo in cui il ragazzo che stava sopra si versò il lubrificante sulle dita e l'aspetto che aveva. Quasi lo voleva avere sulle sue dita. Osservò la mossa successiva del ragazzo, come il suo dito scomparve dentro l'altro, il modo in cui lo faceva come se stesse facendo dell'arte, il modo in cui riapparve per poi andare giù di nuovo in profondità, scomparendo del tutto.

I suoni che stava ascoltando gli fecero sentire qualcosa nel petto, gli fecero venire di ascoltarli più da vicino, vicino al suo orecchio e voleva quasi farlo lui in prima persona, facendo gemere forte quel ragazzo. Così osservò con attenzione fino all'ultimo dito e l'ultimo pesante respiro finché i pantaloni del ragazzo che stava sotto non furono in difficoltà e l'altro gli sussurrava incoraggiati, ma dolci e nonostante tutto eccitanti parole.

Louis non riusciva più a controllare il suo respiro quando vide il ragazzo dominante aggiustarsi e sentendo ogni pezzetto di pelle del suo partner e mettendo poi le mani sui suoi fianchi, pronto per scoparselo. Dio, Louis non aveva mai visto un ragazzo scoparsene un altro, specialmente in questo modo e wow, voleva forse provare ? Voleva solo sapere come fosse la sensazione perché i due ragazzi sembrano godere fin troppo.

Guardò di fianco a lui, dove era Harry, perché fino a quel momento si era quasi dimenticato di lui. Il petto di Harry si alzava e abbassava rapidamente a causa del respiro pesante. I suoi occhi rossi erano focalizzati su quello che stava accadendo sullo schermo, le sue labbra erano schiuse e Louis osservò il modo in cui si passava la lingua sul suo labbro inferiore per poi chiudere la bocca, solo per mordersela. Vedeva Harry muoversi e con gli occhi scese giù verso il cavallo dei suoi pantaloni. Il rigonfiamento era evidente e vide Harry posarvi sopra la mano, muovendola lentamente, con discrezione, quasi come se stesse appena accarezzando il tessuto dai suoi pantaloncini.

Harry se lo stava godendo quanto Louis e non aveva mai, mai visto il suo migliore amico in quello stato - o forse lo aveva fatto, ma era stato solo un sogno - così fuori di sé, così selvaggio e folle. Desiderando qualcosa che non era sicuro cosa fosse e se potrà mai averlo.

Era così eccitante, così dannatamente eccitante che quando Louis sfiorò con la mano i pantaloni, non controllando i suoi movimenti, senza rendersene conto, il contatto era tale che tutto nel suo corpo tremò per il bisogno.

"Oh mio Dio", gemette e Harry fermò improvvisamente i suoi movimenti e guardò il ragazzo dagli occhi blu accanto a lui.

Disse qualcosa, ma balbettava in un modo che rendeva impossibile per Louis capire che cosa stesse dicendo - non riusciva a concentrarsi.

"Lo so...", così Louis disse, rispondendo a qualcosa che non aveva nemmeno capito, ma era sicuro che riguardasse come Harry si stesse sentendo. Doveva esserlo, altrimenti non gli sarebbe importato, non importava, avrebbe fatto finta che fosse stato così.

Harry annuì e Louis si morse il labbro:"Sei così fottutamente eccitante", uscì dalle labbra di Louis e wow Harry gemette a quelle parole e quello era il suono più bello che Louis avesse mai sentito.

Accidenti avrebbe voluto ascoltarlo a ripetizione.

~ * ~


Buona sera splendori!

Anzi ormai buona notte.

Scusate il ritardo, ma sto capitolo non finiva davvero più e io non ho avuto molto tempo. Abbiamo avuto una settimana di gioie con il tweet di Louis per il compleanno di Harry e io ogni tanto vado a rivederlo per paura di averlo sognato. L'aestethic all'inizio del capitolo l'ho fatto io, quindi siate clementi e ditemi come è venuto!

A presto!

-A.

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