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16 - We can't

Piccolo suggerimento: ascoltate "18" e "Friends" di Ed Sheeran mentre leggete ;)


"E questo cosa significa?", quasi urlò Louis guardando con occhi spalancati sua sorella e il suo migliore amico sul divano.

Nel momento in cui sentirono la sua voce, si staccarono automaticamente l'uno dall'altro. Il cuore di Louis gli stava battendo velocemente nel petto, mentre lui era in stato di shock. Letteralmente in stato di shock, non poteva credere di aver appena visto sua sorella e Harry baciarsi. Labbra che si toccavano le une con le altre. Vicini, così fottutamente vicini. Vicini come di solito era con Harry, come era stato con Harry. Non riusciva a sopportare quello che sentiva in quel momento.

"Che cazzo è appena successo qui?", disse non riuscendo a muoversi, perchè avrebbe significato avvicinarsi a loro e non poteva. Lui non poteva. Si sentiva così tradito. Il fatto che le labbra di Harry fossero su quelle di sua sorella. Sua sorella. Il suo migliore amico. Si erano baciati. Si erano baciati e si sentiva come se qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto e stava soffrendo così tanto.

Harry lo guardò con gli occhi sgranati come se fosse stato scioccato tanto quanto Louis. Nemmeno lui si stava muovendo e Louis lo stava fissando. Chiunque altro non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di rimanere a guardarli, sarebbe scappato, ma Louis voleva sapere cosa fosse appena successo, aveva bisogno e meritava delle spiegazioni. Così guardava Harry, le labbra di Harry, più precisamente, perché avevano toccato quelle di sua sorella e non le sue. Harry, forse, si era accorto dello sguardo triste di Louis, lo sguardo attento e forse deluso.

"Louis", disse Zoe alzandosi subito dal divano. Louis non osò guardarla, non che lui fosse più arrabbiato con lei che con Harry - non riusciva a capirlo, probabilmente lo era tanto con Zoe, quanto con Harry - ma era per lo stesso motivo per cui non si poteva muovere, lo stesso per cui non riusciva a distogliere lo sguardo da Harry. Il suo Harry, il suo migliore amico.

Zoe non disse altro, probabilmente perché non ne aveva il coraggio. Louis l'avrebbe fatta parlare, le avrebbe fatto spiegare perché cosa le era saltato in testa? Non sapeva che Harry fosse il suo migliore amico? L'avrebbe costretta ad ascoltare ... se fosse stato in grado di parlare.

«Lo stavi baciando", disse finalmente guardando la sorella e la sua voce ... la sua voce fece sì che lei lo guardasse con rimorso e con gli occhi aperti. E lui non se ne era accorto, troppo concentrato sul tono triste con cui la sua voce stava venendo fuori:"perché? Perc", fece una pausa:"Harry?", disse poi, spostando lo sguardo su Harry di nuovo e non stava gridando come prima. Aveva quasi sussurrato. Forse era per quello che Harry non stava dicendo nulla..

"Louis, ascolta-"

"No.", disse deglutendo amaramente e guardando verso il basso. Non riusciva più a guardarli. "Non posso crederci. Non parlarmi" disse, probabilmente a se stesso e in un attimo fu fuori di lì. Corse di nuovo verso l'ingresso, scontrandosi con sua madre - perché era dovuta apparire in quel momento? - e suo fratello.

"Louis?", disse lei afferrandolo per le spalle. Lui la guardò per un istante, ma si allontanò subito, scappando al piano di sopra, chiudendo la porta.

Si lasciò scivolare verso il basso finché non ebbe toccato il pavimento, con la schiena premuta contro la parete di legno. Rivide nella sua testa l'immagine a ripetizione ed era sicuro che le volte che l'aveva rivista non fossero abbastanza, ma fu interrotto da un bussare alla porta.

"Louis ...", sospirò di sollievo nel rendersi conto che non fossero né Harry né sua sorella, non sarebbe riuscito ad affrontarli.

Stava cercando di fare del suo meglio per non pensare ai due da soli al piano di sotto, magari a baciarsi di nuovo. Le labbra di Harry su quelle di Zoe, lui che la baciava fino a renderle le labbra livide, lei a tirargli i capelli per quanto si stesse godendo il momento. Dio, Louis avrebbe dovuto darsi schiaffo per far sì che l'immagine scomparisse, era disgustoso. Harry doveva essere baciato solo da lui. Era stato tale un privilegio e a Louis era piaciuta quella sensazione. Ma ora, ora aveva baciato anche Zoe. Sua sorella. Una ragazza.

"Louis, tesoro, apri la porta", si sentì la voce di Fiona dall'altra parte.

Ci pensò due volte prima di aprire, non era in vena di parlare né vedere nessuno. Si asciugò le piccole lacrime che si erano formate all'angolo dei suoi occhi per la frustrazione e Fiona lo guardò attentamente.

"Louis? Stai piangendo?", disse entrando nella camera e lui si allontanò il più possibile da lei.

"No, io non..." la sua voce non sembrò la sua. La sua voce suonò aspra.

"Cosa è successo? Zoe e Harry sono al piano di sotto e non mi hanno detto-"

"No", si girò a guardare la madre.

"Per favore, non parlarmi di loro adesso", disse e lei lo guardò con gli occhi sgranati.

"Perché? Tesoro, parlami...", disse avvicinandosi e Louis decise di sedersi sul bordo del letto.

"Io non ...", sospirò:"Mamma, lascia perdere."

Lei rimase in silenzio, mentre gli si sedeva accanto, ma Louis sapeva che lo avrebbe fatto parlare. E questo lo spaventava. Non voleva dire cosa fosse successo ad alta voce.

"Io non posso lasciar perdere. Tu è come se fossi sul punto di piangere e Zo- e sembra che tu sia arrabbiato con quei due", disse e Louis volle quasi ridere del fatto che la madre aveva deciso di non dire i loro nomi.

Non disse nulla per un po ', cercando di trovare le parole. Aveva bisogno di pensare bene a loro, di pensare a ciò che avesse da dire e quello che non poteva dire a sua madre. Come avrebbe potuto dirlo senza ferire se stesso.

"Si stavano baciando mamma", disse, nel modo più diretto possibile.

"Che cosa?", gridò quasi lei, sorpresa.

"Harry e- wow ...", disse guardando avanti, verso qualsiasi cosa e in fondo Louis sapeva che lei fosse scioccata, ma non nel modo in cui era scioccato Louis, non nel modo in cui voleva che fosse:"Sono ... Stanno insie-"

"NO!", disse subito, non permettendole di dire quella cosa. Quella cosa.

«Oh. Sarebbe stato strano".

"Non sarebbe stato giusto, mamma, sarebbe devastante. Non può succedere. E' impossibile", sproloquiò. Sapeva di non stare formando frasi di senso compiuto, ma nemmeno ciò che aveva nella stesta in quel momento aveva senso.

"Calmati Louis. Perché allora si stavano-"

"Adesso tutto torna", la interruppe ancora una volta.

"Harry è il ragazzo di cui parlava. Oh mio Dio, a Zoe piace Harry questo è-"

"Louis?", guardò verso la porta e vide Zoe entrare nella stanza e Harry subito dietro di lei. Il suo sguardo, si diresse direttamente al ragazzo alto e dai capelli ricci. Prese un profondo respiro, era incredibile come Harry riuscisse a fargli perdere il respiro.

"Andatevene", disse la prima cosa che gli venne in mente. Sentì la madre accanto a lui cercare la sua attenzione, probabilmente perché non era quello il modo di rivolgersi a sua sorella e non stava essendo.

"Ma Louis ..."

"Non posso credere che voi due mi abbiate fatto questo", disse scuotendola testa e non si accorse dello sguardo che i tre gli stavano rivolgendo. Confusi, dispiaciuti, consapevoli?

"Cosa?", sentì dire alla sorella e non vedeva l'ora che arrivasse il momento in cui se ne sarebbe andata. Era così arrabbiato, così arrabbiato che anche guardare Harry, lo faceva sentire male. "Louis senti, mi dispiace. Ma qual è il problema? So che è amico tuo amico ma-"

"Oh Zoe,"disse alzandosi dal letto ridendo. Stava ridendo e voleva solo che Harry parlasse, per capire cosa stesse pensando in quel momento. Lo faceva incazzare il fatto che non stesse parlando, ma lasciando che Zoe pensasse che quello che aveva fatto fosse giusto e che avesse una possibilità con lui.

"Ascoltami bene, io sapevo che avevi una cotta per un ragazzo", disse probabilmente non rendendosi conto di quanto forte stesse parlando:"e questo già mi stava facendo incazzare. Ma il fatto che, quel ragazzo sia Harry ... cosa ti ha detto il cervello?", diceva camminando verso di lei, ignorando gli occhi di Harry su di lui alle sue spalle. Lei dovette alzare un po' la testa per averlo davanti e lo guardò come se in quel momento avesse avuto davanti uno sconosciuto."

"E 'il mio migliore amico, lui è il mio Harry e non avrai alcuna possibilità con lui. Lui è gay Zoe, non gli piaci perciò non osare provare a baciarlo di nuovo. Mi hai sentito?"

"Louis!", dissero Fiona e Harry allo stesso momento. Fiona in tono di avviso e Harry come se non stesse riconoscendo Louis. Louis stesso non si riconosceva e non poté credere a quello che aveva appena detto. Ma Louis non era in grado di funzionare in quel momento. Stavano succedendo troppe cose tutte inseme e qualcosa lo stava controllando.

Zoe lo guardò con occhi sgranati, si sentì umiliata - e lei non era l'unica, di sicuro - e in quello stesso momento si girò senza dare un'altra occhiata a Louis, urtò Harry che la stava guardando con fare di scusa e lei lo spinse via prima di scappare, chiudendo la porta a lasciarsi tutti alle spalle. Louis pensò che lui non avrebbe dovuto sentirsi così bene dopo aver spezzato il cuore di sua sorella.

Osò alzare lo sguardo verso Harry per ritrovarsi faccia a faccia con uno sguardo deluso. Eppure, Louis sapeva che lo sguardo di Harry non fosse solo espressione di delusione, c'era qualcos'altro, ma non riuscì a capire cosa. E forse era meglio così, pensò.

"Louis tu-"

"Mamma, va via", disse abbassando lo sguardo e allontanandosi da Harry. Quella forse sarebbe stata la prima situazione in cui non avrebbe voluto respirare la stessa aria di Harry, guardarlo e sentire la sua presenza. I suoi pensieri, la sua stanza, tutto sembrava essere un enorme buco nero in quel momento e lui ne aveva così paura, ma una parte di lui voleva essere catturato affinché lo portasse via. Affinché lo facesse scomparire.

Fiona cercò di parlare, ma si arrese quando si fu alzata dal letto e oltrepassò Harry, dandogli un leggero colpetto sulla spalla prima di uscire.

"Lasciami in pace anche tu", disse Louis a Harry questa volta camminando verso il letto e andando a sedersi in un angolo, vicino al muro, portandosi le ginocchia al petto. Faceva male anche parlare direttamente a Harry così voleva stargli il più lontano possibile, come se Harry stesse andando a fuoco e lui potesse venire ustionato. Non avrebbe dovuto dire ciò che aveva detto, ma il momento glielo aveva fatto fare. La sorella voleva portarsi via Harry, e lui non poteva permetterlo. Lo aveva baciato e Louis pensò che non l'avrebbe. Questo rese Louis così arrabbiato, non solo con loro, ma anche con se stesso perché si stava permettendo di sentirsi in quel modo.

"Louis..."

"Potreste per favore smettere di dire il mio nome?", disse Louis dopo aver sentito il suo nome essere chiamato per così tante volte in un lasso di tempo così breve, da sentirsi stanco. Avrebbe  voluto cambiare nome perché non andava bene. Il modo in cui pronunciavano il suo nome gli fece vedere e sentire disapprovazione.

"Ti ho detto di lasciarmi in pace."

"Gli hai detto che sono-"

"Mi dispiace!", gridò, era disperato, non sapeva cosa stesse succedendo. Si sentì così fuori luogo. "Ma tu, avresti voluto che dicessi cosa esattamente?"

"Di sicuro non quello!"

"Tu e mia sorella vi siete baciati."

"E perché mai ce l'hai con me?", gridò Harry. Harry stava urlando e Louis lo guardava come se fosse un fiore raro. Un fiore che non poteva essere toccato e che Louis invece aveva toccato. Lo aveva toccato e i petali stavano cadendo e Louis stava cercando di raccoglierli, però era inutile perché ormai era impossibile far tornare il fiore come lo era prima.

"Perché... Pe-perché è proprio quello il problema. Voi due vi stavate baciando", balbettò e non riuscì a descrivere ciò che sentiva quando vide Harry camminare verso di lui. Non sapeva se lo volesse vicino, vicino come avrebbe dovuto essere.

"E?", Louis poteva già immaginare Harry che lo toccava, gli stava quasi sfiorando la pelle, era quasi accanto a Louis. Quello avrebbe fatto crollare Louis.

"No, smettila.", decise di volerlo lontano da sé, decise voler smettere di sentirsi in quel modo. Non c'era nessuna scelta giusta da poter fare in quel momento, anche perché solo uno dei due diceva la verità.

"Lou ..."

"Voi due vi siete baciati," urlò Louis aspramente e lanciò il cuscino a Harry visto che non si la smetteva. Gliene tirò un altro e un altro ancora, colpendo Harry come se questo avrebbe potuto fargli dimenticare l'immagine della sorella che baciava il suo migliore amico, come se questo avrebbe potuto far dimenticare a Harry il sapore delle labbra di lei sulle sue e ricordare solo quelle di Louis.

"Louis!", disse Harry con fermezza e in un batter d'occhio fu sul letto di Louis, afferrando Louis per i polsi, per fargli smettere di tirar fuori la rabbia in quel modo ed era vicino. Vicino, vicino, vicino.

"Perché l'hai fatto?", sussurrò guardando Harry negli occhi.

"Io non ho fatto niente. E' stata lei", sussurrò Harry, non lasciando andare Louis e tenendolo premuto contro il muro. C'erano solo le ginocchia di Louis tra i loro petti, ma questo non impedì a Louis di sentire il fiato caldo di Harry che gli colpiva la faccia.

"Non mi frega un cazzo", disse cercando di liberare se stesso da Harry:"gliel'hai permesso, le tue labbra hanno toccato le sue, non è fottutamente giusto!", continuò a gridare, e a menare le gambe sotto Harry volendo veramente fargli del male. Ci stava provando sul serio e fu per quello che chiuse forte gli occhi, per non guardare quegli occhi verdi. Per non vedere le fiamme di Harry scomparire in quel modo.

"Louis, smettila."

"Non ci posso fottutamente credere", disse ignorando le proteste di Harry e continuando:"Avrei dovuto essere l'unico ad averle baciate e tu le hai fottutamente permesso di baciarti, sono così fottutamente geloso. Ti odio, odio voi due per avermi fatto sentire in questo modo. Ti odio", ormai Harry aveva smesso di cercare di calmarlo, pur mantenendo la presa sui polsi di Louis, ma Louis si stava calmando da solo dopo aver fatto la sua confessione.

"Co-Lou?" le fiamme di Harry se ne erano andate, ma Louis si era bruciato.

Il petto di Louis si alzava e abbassava con ogni pesante respiro che lasciava andare e Harry lo stava guardando nello stesso modo in cui si ricordava che lo avesse guardato quando erano nella vasca da bagno. Così dolce ma c'era qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.

"Sei ge-geloso di-"

"Non ci provare", disse Louis girando la testa di lato, così da poter bloccare lo sguardo di Harry, quello che lo stava trafiggendo come un coltello.

"Tu mi odi per questo?", Harry rimase vicino a Louis, il petto sulle ginocchia di Louis e stringendogli i tenendoli fermi sopra la testa e quello fece male a Louis. Non che Harry stesse stringendo troppo, ma sentì che Harry gli stesse lasciando dei segni, lo stava marchiando. Louis non poteva lasciarsi marchiare da Harry, era pericoloso.

«Cazzo io non ti odio Harry", gridò, ora direttamente a Harry. Gli si mozzò il respiro, quando vide Harry invadere il suo spazio, con quegli occhi di smeraldo fissi su di lui e le sue labbra polpose che stavano bramando quelle di Louis. Lo spazio che voleva così tanto che Harry invadesse, per scappare da se stesso e diventare una cosa sola, ma... non poteva lasciare che questo accadesse. Quello avrebbe portato via tutto, no?

"Io non...", sussurrò, avrebbe volutosolo che entrambi ascoltassero e poi avrebbe davvero voluto toccare il viso di Harry in quel momento.

"Odio solo il modo in cui... in cui mi stai facendo sentire, Harry", il modo in cui non dovrei sentirmi verso il mio migliore amico.

"Per favore no, Lou...", disse Harry e Louis era quasi sicuro che non l'avesse detto davvero, che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Era stata una voce, la voce di Harry nella sua testa ad avergli sussurrato. Entrambi si stavano guardando confusi, l'intero momento era confuso per entrambi e il fatto che fossero così vicini, bloccava loro il cervello.

"Harry..."

Harry scosse la testa: "Non possiamo, io-tu-"

Louis tirò via i polsi dalla presa di Harry quasi con rabbia, allontanandosi dal suo migliore amico. Era libero, libero dal tocco di Harry, dall'odore di Harry, dal calore di Harry... era probabilmente quel calore che lo faceva sentire in quel modo.

Fu veloce a sedersi sul bordo del letto e ad ignorare lo sguardo che Harry gli stava rivolgendo:"Mi dispiace ... Ehm, il mio-"

"Non essere geloso, Lou ..."

Tornò a guardare Harry per alcuni secondi per catturare la sua reazione, la sua espressione. Troppo tardi.

"Ma si dimenticatelo", rise nervosamente. Non poteva continuare su quella strada, Harry, ovviamente, aveva messo in chiaro le cose. Sapeva che Louis volesse baciarlo. Sapeva che Louis lo stesse desiderando dalla prima volta che si erano baciati, ma aveva messo in chiaro che non voleva che accadesse di nuovo. Quindi non poteva continuare a forzare le cose, continuare a volerlo.

"Forse sarebbe stato meglio se avessimo studiato', disse alzandosi dal letto:"o forse possiamo andare a giocare con Daisy, non le abbiamo dato abbastanza attenzioni oggi, vero?", disse e Harry lo guardò notando il modo in cui fosse cambiato e come ora stesse facendo del suo meglio per ridere e non sembrare come se fosse stato pugnalato cinque volte. Tuttavia, i coltelli erano stati sostituiti con parole e agivano in modo che facessero male solo dentro, così nessuno avrebbe potuto vedere il sangue all'esterno.

"Louis...?"

"Smettila di chiamarmi per nome," cercò di dire in tono divertito, ma uscì quasi amaro:"Andiamo, pi-piccolo", disse facendo cenno a Harry di seguirlo e si allontanò dalla stanza. Nel momento in cui si girò, dando le spalle a Harry, il suo sorriso svanì e desiderò che quello che stava sentendo lo avrebbe seguito presto.

~ * ~

Tre giorni dopo, Louis ancora non aveva parlato con sua sorella. Non si erano guardati negli occhi, non avevano parlato affatto, stavano letteralmente facendo finta che l'altro non esistesse. Il padre di Louis lo aveva notato, ma nessuno aveva avuto il coraggio di dirgli che Louis fosse arrabbiato con lei aver baciato il suo migliore amico e che Zoe è arrabbiata con lui per averle spezzato il cuore in quel modo - non che fosse colpa di Louis se Harry era gay. Beh...

Fiona era preoccupata a questo proposito e nemmeno Harry si era fatto vivo negli ultimi tre giorni - nemmeno per colazione - e Louis lo stava facendo apposta. Stava cercando di evitare tutti i possibili momenti imbarazzanti e Harry lo aveva capito ed era per quello che non aveva commentato quello strano comportamento.

A volte Louis avrebbe voluto che Harry non fosse così misterioso e potesse dirgli quello che stesse realmente sentendo quel giorno. Soprattutto quando Zoe lo aveva baciato e quando Louis aveva cominciato a dire cose che non avrebbero dovuto essere dette ad alta voce. Ma non sapeva ancora come Harry si fosse sentito e non aveva il coraggio di mettere in mezzo l'argomento.

"Harry?", chiamò il suo migliore amico e l'unica cosa che ottenne in risposta dall'altra linea del telefono furono ronfi tranquilli. Ridacchiò per quanto fossero adorabili i suoni che faceva Harry quando si addormentava. Erano stati al telefono per ore e a volte non parlavano nemmeno, semplicemente si facevano compagnia. Erano solo le dieci e mezza, ma Harry si sentiva stanco e il giorno dopo avevano scuola.

"Buonanotte piccolo, ti amo", sussurrò anche sapendo che Harry non lo stesse più ascoltando, ma ormai era come un'abitudine.

Attaccò e si preparò per ascoltare un po' di musica dal telefono. Non passarono nemmeno cinque minuti quando sentì bussare alla porta, ed era stata praticamente inutile, perché la persona era già entrata.

"Louis?"

Rimase un po 'sorpreso dalla persona dalla quale proveniva la voce, quando si ritrovò di fronte una ragazza snella con i capelli biondi. Non rispose, ma girò lo sguardo nell'esatto momento in cui si era reso conto che fosse Zoe, anche se fu solo per guardare lo schermo del telefono, sbloccandolo e bloccandolo più volte.

"Possiamo parlare?", sentì che si stesse avvicinando, ma continuava a tenere le labbra strette in una linea retta.

"Louis, per favore...", disse poi dopo essere stata in silenzio per diversi minuti in piedi accanto al letto.

"Che vuoi?", la sua voce venne fuori. Non suonava aspra, sembrava normale e finalmente alzò lo sguardo verso di lei. Lei lo prese come input per sedersi sul bordo del letto e Louis la guardò stranamente, quasi come se avesse avesse avuto bisogno del permesso per stare lì e a quanto pare non l'aveva.

"Vorrei chiederti... scusa".

Louis alzò il sopracciglio guardandola. Non voleva le sue scuse, non aveva capito nulla e lo aveva già detto. Dall'altra parte, avrebbe voluto dimenticare quell'incidente, ma non poteva. "Mamma mi ha parlato e-"

"Se sei qui solo perché te l'ha detto mamma, puoi anche andartene"

"No, non è così... voglio dire, abbiamo parlato, ma non è solo perché l'ha detto lei", lei confermò e quando vide che Louis stesse continuando a rimanere in silenzio, continuò:"Non so se quello che mi ha detto è... voglio dire, mi dispiace davvero Louis. Non pensavo che ti saresti arrabbiato così tanto con me... Era solo un bac-"

"Lui ti piace?", la interruppe guardandola dritta negli occhi.

"Che?"

"Hai sentito".

Lei deglutì a secco "I-io... Si."

Louis ignorò la stretta che stava sentendo nel petto.

"Lo ami?", sapeva quello che stesse facendo. Lui sapeva perfettamente che lei non amasse Harry, pensava che Zoe nemmeno sapesse il significato dell'amore. Ma lui... lui lo conosce e sapeva di amare Harry, lo aveva amato per primo e non poteva sopportare il fatto che fosse così possessivo. Non aveva mai visto quel lato di lui. O forse aveva solo bisogno di mostrarlo in quel momento ma era sempre stato lì.

"Amore è una parola forte, ma-"

"Lo so. Questo è esattamente il motivo per cui non lo ami. Non puoi amarlo Zoe."

Lei lo guardò ferita e Louis sembrava così freddo, senz'anima e fuori di lui:"Smettila di parlare in quel modo. Come puoi dirlo?"

"Perché è la verità. Non avresti nemmeno dovuto baciarlo."

"Perché? Perché lui è gay? Io non ne avevo idea, Louis", lei stava ormai quasi gridando contro di lui, a differenza di Louis che continuava a guardarla senza alcuna espressione e mantenendo il tono basso:"e dovrebbe essere lui a dare il suo parere a riguardo, non tu"

"Ti sbagli. Io sono il suo migliore amico-"

"Esattamente, il suo migliore amico, non il suo ragazzo perciò smettila di comportarti come se lo fossi, Louis, Gesù!"

Questa volta Louis la guardò con occhi sgranati, mostrando finalmente qualche espressione. Fidanzato. Louis non aveva mai usato nè sentito quella parola per descrivere lui e Harry ed era strano. Strano perché lo fece riflettere a fondo:"per come hai reagito, incazzandoti così tanto con noi, sembra quasi voi due usciate assieme. Ti comporti attorno a lui, come se ti piacesse. Come se lo amassi, addirittura, dato che voi due ve lo dire sempre. Dio, sei gay anche tu, Louis?", disse così facilmente e in maniera così seria che quasi fece venire voglia a Louis di schiaffeggiarla. Ma lei era la sorella e una ragazza che stava solo dicendo quello che pensava ma Louis non riusciva a sopportarla in quel momento

"Non provare mai più a dire una cosa del genere", disse, questa volta più forte.

"Perché? Ti dà fastidio? La realtà ti dà fastidio, fratello?"

"Zoe!", la mise in guardia e lei aveva paura. Sapeva che ne avesse, perché si era alzata dal letto per non stargli vicino.

Tuttavia, anche Louis si alzò e ascoltò le sue parole successive:"Basta ammettilo Louis. Sei innamorato di Harry, l'hai sempre amato ed è per questo che ti sei arrabbiato con noi, eri geloso e questo è il motivo per cui sei sempre così possessivo nei suoi confronti. Mamma aveva ragione", gridò.

"Zitta Zoe!"

"Louis?", lei lo guardò meglio e questa volta la sua voce si ammorbidì. Si avvicinò al fratello e vide gli occhi di bagnarsi prima che si coprisse la faccia con le mani.

Le sue parole colpirono la pelle Louis e gli si insinuarono dentro, giocando con i suoi pensieri. Gli stessi pensieri e dubbi che già aveva, quelli che lo rendevano ansioso, nervoso e non sapendo cosa pensare, sentire o fare. Si sentiva così perso, così perso che ascoltare le sue parole lo aveva reso cieco, così da lasciarlo concentrare solo su ciò che aveva dentro e ciò che non poteva vedere, solo sentire. Ma lui non voleva sentire.

"Mi dispiace. Louis? Perché stai-smetti di piangere. Per favore", disse lei, con già le braccia intorno a lui. Louis non aveva mai pensato che sua sorella lo avrebbe mai visto in quello stato. Solo Harry e sua madre lo avevano visto così fragile - soprattutto Harry, naturalmente - perciò non era mai capitato che ci fosse bisogno che sua sorella lo consolasse.

"Lui è il mio migliore amico", disse Louis affondando la testa nella sua spalla. Beh, non poteva parlare con Harry né con la madre di questo... così aveva sua sorella.

"Va tutto bene."

"No. Non posso-non sono gay".

"Fo-forse lo sei solo per Harry", sussurrò e se Louis avesse saputo quanto quella cosa le stesse facendo male non ne avrebbe parlato nemmeno con lei.

"No", avrebbe gridato se le lacrime e il tessuto della sua camicia non avessero soffocato il suono.

"Ha detto che non possiamo."

Lei accarezzò i capelli di suo fratello, non sapendo cosa dire. Zoe non sapeva come fosse il rapporto tra Louis e Harry, ne vedeva solo piccole parti. In realtà, nessuno avrebbe capito e se loro avessero potuto vedersi insieme dall'esterno, nemmeno loro avrebbero capito.

"Va tutto bene Louis", disse e  Louis scosse la testa:"Va tutto bene", ripeté.

"Mi dispiace", disse Louis e lei annuì sperando che potesse valere come risposta. Si allontanò la asciugandosi il viso maniche. Alla fine non aveva detto niente di tutto quello che avrebbe voluto, solo piccole parole che non avevano senso. Era ancora confuso, ma la cosa era quella: se doveva parlare di ciò che stava sentendo, non trovava le parole, non sapeva cosa dire, come spiegarlo. Non voleva dirlo ad alta voce.

"Diciamo solo...", sospirò:"cerchiamo di essere a posto noi. Mi dispiace per quello che ho fatto Louis. Ma non allontanare Harry da questa casa, ok? E'... Fa parte della famiglia e ricordati che va tutto bene", gli disse lei con un sorriso.

"Dispiace anche a me. Dio, mi dispiace sorellina", disse trascinandola in un altro abbraccio:"e grazie".

Lei scosse la testa ridacchiando:"Basta mettere le idee in ordine, ok? Non ti fa bene", annuì. Zoe sembrava essere sempre più grande di Louis e quello era il momento giusto per dimostrarlo. Louis si chiese se non fosse lui ad avere sedici anni e lei diciotto. Dio, aveva diciotto anni ed aveva appena pianto sulla spalla di sua sorella più piccola, per quanto fosse incasinata la sua testa.

Tutto questo sembrava più facile quando Louis e Harry erano più piccoli e non sapevano che un semplice bacio fosse una cosa così grande. Così si erano perché erano migliori amici. Avevano agito in quel modo perché erano migliori amici.

Tutte scuse quelle di Louis.

~ * ~

Il mattino dopo Louis si svegliò quindici minuti prima dal solito e scrisse a Harry

"Buongiorno splendore! Colazione da me? Porta le uova perché mia mamma ha dimenticato di comprarle ieri. A dopo.xx"

Non voleva allontanare Harry nonostante avesse detto che non poteva. Non lo avrebbero fatto. Louis aveva solo bisogno di rimettere insieme le sue idee.

La domanda qui ora è: Harry aveva detto che non potevano perché non provava le stesse cose oppure perché se fosse successo qualcosa di più, avrebbero finito per rimanere feriti e senza più nulla?

Questo avrebbe potuto non avere molto senso, ma pensandoci un po' come Louis aveva fatto la notte precedente, si sarebbe capito.


Buon pomeriggio splendori!! Sono tornata e scusate per il ritardo... Sono stata male e incasinata!!

CI SIAMO LIBERATE DI PORACCIELLE!

Ok, basta ne ho già parlato abbastanza.l
Grandi novità dal prossimo capitolo, a presto!!

-A.

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