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15 - Forget it

Louis era praticamente senza fiato. Non si ricordava di aver mai corso così veloce in vita sua, nemmeno alle sue partite di calcio né agli allenamenti - che non faceva da un po', visto che sua madre lo aveva ritirato dalla squadra dopo aver fallito l'anno, ma stava comunque pensando di re-iscriverlo dal momento che quest'anno invece stesse facendo molto meglio e Louis voleva veramente tornare in squadra. Lo zaino gli ballava sulla schiena, stava sudando e pentendosi di essersi messo una giacca come quella, ma 'Louis, non ti azzardare ad uscire senza giacca, è gennaio ed è da congelare', aveva detto Fiona. Si sorprese perfino che lui avesse ascoltato cosa avesse detto perché nella sua testa era tutto un HarryHarryHarry, e il fatto che fosse andato a scuola da solo e Harry fosse rimasto a casa, senza Louis a prendersi cura di lui.
A Louis non piacque per niente l'idea di lasciare il suo migliore amico da solo a casa con l'influenza dal momento che adesso Barbara non fosse lì tutti i giorni a prendersi veramente cura di Harry poiché ormai era abbastanza grande da rimanere da solo.
Così le lezioni erano finite dieci minuti prima e lui era quasi a casa. Era un record visto che solitamente ci metteva più di mezz'ora per arrivare a casa con Harry. Probabilmente perché i due se la prendevano con comodo, parlando e a volte cogliendo l'occasione per mangiare qualcosa alla loro solita caffetteria.
Era praticamente la loro routine. La mattina Harry andava a casa di Louis per fare colazione, il padre di Louis li lasciava a scuola, quando poteva - se non poteva era la madre - facevano le loro lezioni - alla fine avevano deciso di prendere entrambi arti e Harry sperava solo di non pentirsene, non poteva ancora credere che i suoi genitori glielo avessero permesso ('Non mi interessa cosa farai, non rompermi più le scatole e basta', avevano detto, il che era buono per Harry dal momento che giorno dopo giorno erano sempre più distanti da lui) - e una volta finite tornavano a casa di Louis, a volte a casa di Harry per studiare. Harry stava davvero aiutando Louis adesso e i suoi voti erano decisamente migliori dell'anno precedente. Probabilmente perché quelle lezioni gli piacevano più delle altre, così continuava ad andare avanti. E comunque aveva sempre Harry, ogni volta che non aveva voglia, a ricordargli di far diventare realtà le sue speranze.
Raggiunse la grande casa di Harry e dovette fermarsi un attimo per riprendere fiato, con le mani sulle ginocchia e il petto ad abbassarsi e alzarsi velocemente per il respiro pesante. Credeva di stare per morire ma poi si ricordò di non potere, doveva prendersi cura di Harry. Prese le chiavi dalla tasca dello zaino e aprì la porta - ormai aveva il suo mazzo di chiavi così era diventato più facile che cercare di prenderle dalla cassetta delle lettere.
"Harry?", chiamò levandosi la giacca e non preoccupandosi di lasciarla cadere sul pavimento e corse di sopra, ancora con lo zaino in spalla.
Sentì Harry grugnire dalla sua stanza e se non fosse già stato abbastanza preoccupato che Harry potesse essere peggiorato, avrebbe riso perché era il segno che Harry stesse cercando di parlare e dire qualcosa di coerente.
Entrò nella camera e fece una smorfia:"Amore, qui dentro c'è odore di ospedale e di gente vecchia che sta per morire, Gesù", disse non riuscendo nemmeno a vedere Harry sul suo letto per quanto la camera fosse scura.
"Louis... Questa non è una cosa carina da dire", disse Harry con voce rauca e stanca, mentre Louis apriva le tende e la finestra, cosicché potesse entrare aria fresca nella stanza.
"Ti senti meglio?", disse, inginocchiandosi accanto al letto di Harry e posandogli un bacio sulla fronte. Sembrava meno giallo, ma i suoi occhi sembravano ancora stanchi e la sua voce gutturale.
"La mia gola e la testa mi fanno ancora male, ma il mio corpo sembra di no e non ho la febbre dalla notte scorsa. Più o meno", rispose guardando Louis. Louis non poteva farci niente ma trovava che Harry fosse carino in quel modo - nonostante non fosse esattamente un bel modo. Le coperte gli coprivano l'intero corpo così da avere solo la testa a fare capolino, i suoi ricci erano incasinati e sparsi sul cuscino e sembrava veramente un cucciolo.
"Bene. Hai mangiato qualcosa?"
"Solo la zuppa che ha portato tua mamma. "
"Stai bevendo abbastanza acqua?"
Harry annuì per risposta:"quasi l'intera bottiglia", disse puntando alla grande bottiglia che Louis gli aveva lasciato quella mattina.
"Bene. Più tardi, se ti senti meglio, possiamo andare a cena a casa mia e poi rimanere a dormire"
"I miei torneranno per cena", lo informò Harry e Louis sbuffò.
"Giusto"
"Però, mi manca Daisy. Perché non l'hai portata con te stavolta? ", chiese Harry mettendo il broncio e Louis si chiese se veramente quel ragazzo davanti a lui, avesse sedici anni. Vedeva solo un Harry tredicenne, perciò non poté far altro che sorridere con affetto estremo.
"Se ancora non te ne fossi accorto, sono venuto correndo direttamente da scuola. Ho sete e sono stanco".
"Puoi bere dalla mia bottiglia se vuoi", scherzò Harry con un sorriso beffardo.
"Si certo, non voglio avere il tuo stesso aspetto", lo provocò Louis e ignorò gli insulti di Harry:"Vado a prendere qualcosa da mangiare ok?", Harry annuì mentre Louis si alzò dal pavimento è uscì la camera.
Cercò di fare del suo meglio per essere il più veloce possibile così che Harry non dovesse stare da solo al piano di sopra per troppo tempo, visto che c'era già stato per tutto il giorno. Louis avrebbe voluto saltare le lezioni per prendersi cura di Harry ma né Harry né sua madre glielo avevano permesso. Così non era potuto stare con il ragazzo dai capelli ricci.
Tornò al piano di sopra qualche minuto più tardi con del succo d'arancia - al naturale perché Harry aveva bisogno di energia e vitamine, aveva pensato - e un panino tostato per uno.
"Ed ecco a te la mia specialità", disse Louis con un ghigno sulla faccia, entrando nella stanza. Harry si mise seduto immediatamente, con la schiena contro la testiera del letto.
"Ovviamente", Harry rise e Louis egli si sedette accanto, con il vassoio sulle gambe e accese la TV su qualche programma musicale.
"Niente di speciale da scuola?"
Louis scosse la testa dando un morso al panino:" 'Opio no!"
"Mastica Louis!", Harry avrebbe girato gli occhi al cielo se ciò non avesse peggiorato il tuo mal di testa.
"Ho degli appunti da darti", aveva continuato dopo aver deglutito:"il nostro insegnante di Inglese non si è presentato a scuola un'altra volta, Harry sto cominciando a credere a quel pettegolezzo sul fatto che abbia tradito sua moglie e che lei lo abbia scoperto e quindi ora stiano divorziando"
"Non essere stupido Louis"
"Come ti pare... In quell'ora libera abbiamo fatto musica e poi alla classe di teatro abbiamo provato un nuovo esercizio"
"Raccontami", disse Harry posando l'altra metà del suo panino pensando di non riuscire davvero a mangiarlo.
"Beh", Louis esitò un po' e quando Harry se ne accorse sbruffò:"in realtà sono molto felice che tu non sia venuto a scuola così non hai dovuto vedere il mio disastro!", rise ma senza volerlo davvero.
"Riesci sempre bene in quegli esercizi, Louis!", disse Harry alzando un sopracciglio ed era vero, era bravo davvero. Louis era molto più bravo di Harry in teatro - cosa che lo rendeva piuttosto fiero dal momento che Harry invece era bravo in qualsiasi altra cosa - così Louis lo sapeva e non diceva mai di essere andato male. Avrebbe sempre potuto fare di meglio, sì, ma che fosse stato terribile, no.
"Si...", si grattò il collo:"abbiamo provato il bacio tecnico... Avremmo dovuto farlo solo l'anno prossimo ma l'insegnante ha voluto che lo provassimo anche quest'anno"
"Oh, ok! Con chi sei capitato? Dimmi Lydia, così posso ridere un po'".
Louis non si aspettava che Harry avrebbe scherzato su quella faccenda, ma d'altra parte, cosa si aspettava?
"Ehm, in realtà con Troye", disse e Harry si accigliò:"si, ha mischiato i generi e roba simile e io sono finito con lui. Uhm, è stato strano", disse onestamente e in qualche modo un po' nervoso di raccontare a Harry questa cosa.
"Oh, così lo hai baciato". La voce di Harry sembrò diversa e Louis si sentì un nodo in gola.
"I-io, si..."
Louis era confuso... Sì, era totalmente confuso perché nonostante pensasse che il bacio in classe fosse stato solo tecnico, niente di speciale, Louis aveva baciato un ragazzo. Cioè, un altro ragazzo. Per essere onesti con se stesso a Louis non era piaciuto. Lo aveva trovato strano e avrebbe solo voluto sciacquarsi la bocca alla fine.
Forse perché era stato Troye con il quale erano a mala pena amici e a Louis non piacevano i ragazzi. A lui piacevano le ragazze, ne era sicuro.
Ma la cosa era questa: a Louis era piaciuto baciare Harry l'anno prima, durante e vacanze estive. Dio, gli era fottutamente piaciuto, quella sicuramente era stata una vera e  propria pomiciata. Gli era piaciuto così tanto che aveva sognato di baciare il suo migliore amico di nuovo, e  aveva passato mesi guardando le labbra di Harry e chiedendosi se avesse potuto baciarle in quell'esatto momento, assaporarle, far sgusciare la sua lingua nella gola di Harry, far sì che Harry gli stringesse i capelli per quanto si stesse godendo le labbra di Louis sulle sue... Voleva quello e molto altro e la considerava una cosa sporca, sbagliata e si vergogna di se stesso per stare fantasticando sul baciare il suo migliore amico. La persona con qui era fondamentalmente cresciuto. Doveva essere colpa dell'età, pensava. Aveva sedici anni, era vergine - Harry pensava che non lo fosse, ma sapeva che non gliel'avrebbe mai chiesto e sicuramente non sarebbe stato lui in quel momento a dirglielo - probabilmente guardava troppi porno e i ragazzi alla sua età erano un tantino... perversi. Louis stava semplicemente crescendo e arrivando alla pubertà e gli piaceva baciare il suo migliore amico... E Louis era fottuto.
Harry era una specie di fratello, il suo bambino e quella era una specie di sua piccola fissazione.
Non lo era davvero, ma non ne avevano mai parlato e non era mai più successo - Louis in realtà lo voleva davvero, ma beh - così lui era combattuto. Combattuto tra due teorie.
O era bisessuale.
Oppure gli piaceva Harry.
Non poteva essere gay, perchè gli piacevano le ragazze. Anche troppo.
Fece una smorfia al pensiero di andare con un ragazzo. E si masturbava anche troppo pensando alle ragazze e alle tette e quando gli veniva in mente la possibilità che gli piacessero i ragazzi non riusciva nemmeno a finire. Così rimaneva la seconda opzione. In ogni caso, non riusciva a capacitarsi del fatto che potesse piacergli Harry perché sarebbe stato come se gli fosse piaciuto suo fratello e si sentiva come, nel caso in cui gli fosse piaciuto in quel modo, se lui avesse avuto diciotto anni e Harry undici e Louis sarebbe sembrato un pedofilo. Era decisamente un no.
Questi erano i pensieri di Louis la notte fondamentalmente. Aveva anche fatto uno schema di tutte queste idee che era finito con sua sorella che lo aveva scoperto e si era messa ad urlare per la paura. Louis non era un bravo disegnatore. Ma lei sapeva leggere e lui sapeva disegnare peni e tette. Era figo dopotutto.
"Louis ti senti bene?", Louis guardò Harry confuso. Aveva bisogno di parlare con qualcuno di questa cosa perché si era accorto di essersi pietrificato pensandoci ancora una volta.
Ma quel qualcuno era Harry. Louis non poteva parlare di Harry con Harry. E sicuramente non avrebbe potuto parlare con sua madre riguardo chi e cosa avrebbe dovuto pensare mentre si toccava.
Non aveva altri amici su cui poter contare riguardo cose serie. E quindi era fottuto.
"Lo sono, piccolo", disse cercando di ricacciare indietro tutti quei pensieri e sembrare normale che potesse.
"Improvvisamente sembrava che stessi peggio di me", rise Harry e Louis cercò di fare del suo meglio per ridere anche lui. Ma non c'era riuscito particolarmente bene:"e non hai ascoltato cosa ho detto, vero?", chiese Harry attentamente e con più serietà questa volta.
"No, mi dispiace..."
"Non fa niente"
"Comunque...", doveva assolutamente cambiare discorso o avrebbe finito per vomitare.
"Ho qualcosa per te", disse Louis alzandosi. Nel mentre aveva quasi rovesciato il succo sul copriletto e colpito le gambe di Harry.
Si diresse verso il suo zaino, che era nel solito angolino sul pavimento e lo aprì per tirarne fuori una bustina:"Sai che giorno è oggi?"
"Hum, Lunedì", rispose Harry:"il giorno che odi di più"
"In realtà il giorno che odio di più è Domenica Harry, Lunedì è il secondo, porca miseria. Sono passati anni e tu ancora non lo sai!", disse Louis cercando di sembrare arrabbiato, sedendosi sul bordo del letto mentre Harry cercò di ricomporsi per avvicinarsi al ragazzo e gli occhi blu.
"Scusa, scusa. Ma visto che ormai vengo con te in chiesa credevo che le domeniche ti piacessero un po' di più", Louis si fermò a pensare alle parole di Harry e Harry scoppiò a ridere per la faccia che aveva fatto.
"Non hai tutti torti. Ma questo non ha importanza adesso, non è lì che volevo arrivare. Che giorno, giorno è oggi, Harry?"
"Il quattordici Febbraio...?", disse Harry alzando un sopracciglio e stava seriamente ripensando alla sua posizione perché si sta veramente facendo male.
"È esattamente quello il mio punto. È San Valentino", ghignò:"tieni", disse passando la bustina a Harry e lui guardò attentamente Louis per qualche secondo - era davvero confuso - prima di accettarla.
"Aprila".
Harry era sicuro di aver visto le guance di Louis arrossire leggermente. Louis non arrossiva mai anche se ultimamente era stato un pensiero costante nella mente di Harry.
"Ok...".
La aprì e guardò la carta con le lettere scritte in rosso e nero in una calligrafia non così familiare, ma che sapeva essere opera di Louis.
"So che non stiamo tipo insieme né niente-", cominciò a leggere Harry, con un ghigno che gli si allargava sulla faccia, nonostante fosse confuso.
"Dai non leggerlo ad alta voce!", disse Louis quasi urlando, chiudendo gli occhi e coprendosi le orecchie con un'espressione drammatica.
Harry rise guardando il suo migliore amico: "Questo non farà altro che farmi continuare a leggere", disse, continuando a leggere e Louis sbuffava infastidito. Perché glielo aveva detto? Lo sapeva.
Harry si schiarì la gola, e ancora con il suo sorriso sfacciato, guardò il biglietto:"So che non stiamo tipo insieme, né niente", ripeté e Louis dovete nascondere la faccia in un cuscino.
Si stava già pentendo di aver scritto quel pezzo di carta.
"Così ti ho fatto questo biglietto. Non è un granché. Non significa niente, non c'è nemmeno un cuore sopra. Quindi in pratica, è solo un biglietto per dire 'ciao'. Dimenticatene", Harry rise sguaiatamente anche prima di leggere la fine che diceva 'porta rispetto al tuo stupido migliore amico che ti ama', ma non era niente che Harry già non sapesse.
"O mio Dio, Louis", continuò a ridere ignorando i grugniti irritati e imbarazzati di Louis.
"Fottiti Harry, io stavo cercando di essere gentile e tu hai appena rovinato tutto. Davvero, dimenticatene", già pronto ad alzarsi dal letto tutto incazzato.
Ma a volte Harry non si rendeva conto di quando Louis fosse serio o stesse recitando.
Ultimamente era diventato sempre più bravo.
Così adesso, per paura che quella fosse una di quelle volte in cui non stesse recitando, afferrò il polso di Louis di corsa - dimenticando di quanto potesse essere doloroso mettere così tante energie in un'azione per il suo corpo malato - facendo cadere Louis sul letto di nuovo, vicino a Harry.
"Hey". Prese le guance e Louis in entrambe le sue mani:"L'ho adorato", disse sorridendo. Louis gli stava praticamente in grembo ed era bello, era bello perché era come se si sentisse di non stare più male.
Fece scivolare le mani dalle guance di Louis alle spalle mantenendo il suo sorriso.
"Mi piace davvero tanto Lou, grazie"
"È pessima e stupida", disse Louis cercando di guardare altrove.
"È particolare e dolce", lo corresse Harry, ridendo appena e non permettendo a Louis di spostare lo sguardo da lui.
"Ok?", Louis annuì, concordando con lui e oh, forse quello era un timido sorriso?
Louis cominciò a sentirsi a disagio - ma in verità nel profondo non lo era - per essere così vicino a Harry mentre  entrambi si fissavano come se si stessero vedendo per l'ultima volta o anche la prima, perché stavano prendendo nota di ogni dettaglio che avrebbe potuto sfuggirgli.
E Louis vide, vide e notò il modo in cui Harry gli stesse guardando le labbra e leccandosi le sue. Louis era sicuro che Harry stesse per baciarlo e, sì, lo voleva, di nuovo.
"Harry...", Louis sussurrò e quello fece spostare sguardo di Harry dalle sue labbra ai suoi occhi. Scioccato, sorpreso. Probabilmente perché non si aspettava che Louis avrebbe detto qualcosa, che lo avesse notato.
Così Louis pensava che Harry avesse capito che gli stesse dicendo di baciarlo, perché lo aveva chiamato nello stesso modo la prima volta che si erano baciati.
"Mi dispiace", disse Harry invece e si protese in avanti per baciare la guancia di Louis per poi allontanarsi definitivamente.
Così Harry non lo aveva baciato e Louis cercò di fare del suo meglio per non sembrare deluso durante tutto il giorno con il suo migliore amico.

~*~

Louis superò l'anno con voti ottimi, tutto grazie a Harry. Alla fine tutto era andato bene. Quasi perfetto.
Louis aveva quasi lasciato da parte la possibilità che gli piacesse Harry - che gli piacesse baciare Harry - perché non era successo nient'altro. Solo cose normali, che voleva dire che si erano comportati esattamente nello stesso modo.
E quello era buono, era fantastico, perché stavano continuando ad avere la loro differente ma affettuosa amicizia. Quello era ciò di cui entrambi avevano bisogno.
Quando avevano cominciato il terzo liceo, i vecchi amici di Louis gli avevano chiesto scusa. Lui le aveva accettate ma non avevano più parlato, semplicemente perché lui se non voleva, aveva paura che potessero ferirlo di nuovo e non voleva più lasciare Harry. Voleva che il suo presente continuasse in quella maniera.
Aveva paura. Ne aveva, principalmente per le lezioni. Ma tutti sapevano che erano solo Harry e Louis e sapevano che Harry non si sentisse a suo agio in mezzo alle persone. Erano stati fortunati con il loro compagni di classe. Perciò si, era tutto meraviglioso.
"Credo che a mia sorella piaccia qualcuno", disse Louis mentre tornavano a casa.
"Come fai a dirlo? ", chiese Harry mettendosi il cappello di Louis cosicché solo i suoi ricci spuntassero dal materiale. Louis trovava dolce il fatto che Harry, nonostante i suoi diciassette anni, avesse così tanti ricci, molti più di quanti ne avesse l'anno precedente.
"L'ho sentita parlare al telefono con la sua amica e stava parlando di un ragazzo."
"È buono, no?"
"No, per niente", disse Louis guardando il suo migliore amico sorpreso perché Harry non capiva la situazione. Il fatto che sua sorella minore, di soli sedici anni, avesse una cotta per un ragazzo era una cosa grossa. Ovviamente Louis stava reagendo in maniera eccessiva, ma quando mai non lo faceva?
"Ha solo sedici anni e io non conosco il ragazzo. Non l'ho mai vista con un ragazzo e lei non ne ha neanche mai parlato."
"Louis", disse Harry scuotendo la testa:"solo sedici anni? Tu hai avuto una ragazza a sedici anni per non parlare poi delle ragazze che ti sono piaciute quando eri molto più piccolo, perciò perché lei non può?"
"Ma io sono un ragazzo e sono suo fratello maggiore"
"Quello che dici non ha senso Louis. È abbastanza grande da decidere certe cose, non credi?"
Louis sapeva che Harry avesse ragione ma nello stesso tempo. Non poteva semplicemente permettere che Zoe e frequentasse qualcuno... E non stava neanche osando dire, che le piacesse qualcuno. Perché Louis aveva, lo aveva sempre avuto, quel senso di protezione, che lo portava a pensare di doversi prendere cura di sua sorella. Come si prendeva cura di Harry, perché erano entrambi più piccoli e Louis teneva molto a loro.
"Invece si Harry, se avessi fratelli, capiresti!", disse non rendendosi conto di cosa gli fosse appena uscito di bocca. Sapeva che Harry avrebbe tanto voluto avere dei fratelli, più piccoli così da potersi prendere cura di loro o anche più grandi così avrebbe potuto essere lui quello di cui si sarebbero presi cura. Ma entrambi sapevano che non era possibile.
Così Harry non disse una parola e finì per esserci fin troppo silenzio - ed era passato già un minuto.
"Merda", imprecò all'improvviso.
A volte si rendeva conto delle cose troppo tardi.
"Mi dispiace", disse, fermando dal polso. Harry aveva lo sguardo basso, che non incrociava gli occhi di Louis e in quel momento si accorse dell'errore che aveva fatto.
"Piccolo", disse facendo sì che lo guardasse sollevandogli il mento:"fammi vedere quei bellissimi occhi verdi"
"Louis", Harry rise appena sfuggendo il tocco di Louis:"non sono un bambino"
"Oh, eccoli!", scherzò Louis ignorando ciò che Harry avesse detto guardandolo.
"Sono sicuramente bellissimi", disse lentamente. Non avrebbe potuto essere più onesto.
Senza controllo nei suoi movimenti, alzò una mano e accarezzò la guancia di Harry. Le guance di Harry si colorarono di rosso perché non riuscì a trattenersi dall'arrossire quando Louis lo stava guardando in quel modo.
"Sei bellissimo, lo sai?", disse Louis e non riuscì nemmeno a riconoscere la sua voce. Si avvicinò per lasciare un bacio sulla stessa guancia che prima stava accarezzando e guardando come gli occhi di Harry, stessero vagando sul suo viso.
"Idiota", mormorò Harry, ma nonostante quello, prese la mano di Louis nella sua e cominciò a camminare.
Arrivarono a casa di Louis in dieci minuti e ancora tenendosi per mano. Lo facevano ogni tanto perciò ormai era familiare.
"Ciao Z", disse Louis quando Zoe aprì loro la porta - in realtà ora andavano molto più d'accordo di quando erano più piccoli.
"Ciao. Ciao Harry!"
"Ciao Zoe!", Harry sorrise e le diede un bacio veloce sulla guancia, che fece roteare gli occhi di Louis.
"Dove sonno mamma e Peter?", chiese non permettendo ai due di continuare a parlare.
"Mamma è ancora a lavoro e Peter è a casa di James e mamma lo passerà a prendere più tardi", rispose mentre tutti e tre si dirigevano verso la cucina per mangiare qualcosa, che finì per essere quello che già stava già facendo Zoe.
"Noi credo che guarderemo un film adesso, vuoi unirti a noi? ", chiese Harry a Zoe.
"Certo"
Louis credeva ancora che se Harry non fosse in grado di interagire con le persone allora non avrebbe dovuto nemmeno andare così d'accordo con sua sorella.
Di sicuro non doveva sentirsi in quel modo, e nemmeno al contrario perché Harry riusciva ad andare d'accordo con la sua famiglia perciò dopotutto aveva qualcuno oltre Louis. Non sarebbe stato sano se l'unica persona con cui Harry avesse parlato fosse stata Louis.
Così fece quello che faceva sempre, ricacciare il pensiero nel retro della sua mente e si sedette tra Harry e Zoe sul divano - con Daisy in grembo - e quando cominciavano a parlare diceva loro di stare zitti dal momento che erano lì per guardare il film e non per parlare.
Non sopportava davvero l'idea di lasciare quei due da soli ma nonostante quello, si era concesso di andare in bagno nel bel mezzo dei film - glielo aveva fatto stoppare mentre era assente - ma comunque accertandosi di controllare che avessero mantenuto sempre lo stesso spazio tra loro mentre non c'era. Louis sapeva che quello che faceva non era giusto e non riusciva nemmeno a capire perché lo facesse. Probabilmente perché era egoista e gli piaceva l'idea di essere l'unico amico di Harry.
Doveva smetterla, qualunque fosse la sua ossessione e lo voleva veramente. Voleva davvero smetterla perché era sicuro che Harry avesse nuovo notato il suo comportamento quando era nei paraggi e Louis non voleva arrivare al punto di avere quella conversazione con lui. Doveva fermarsi da solo, ma quando tornò di nuovo nel soggiorno dovette fermarsi dietro al divano, pietrificato e probabilmente scioccato con il cuore che gli era saltato fuori dal petto.

"E questo cosa significa?"




Buon anno a tutti!!!

-A.

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