11 - You were alone
Louis era ubriaco, ancora. Soprattutto ubriaco, ma probabilmente aveva anche fumato qualche tipo di droga che lo stava facendo sentire strano e avere qualche tipo di allucinazione ma non riusciva a ricordare. Quindi forse era solo ubriaco. Ubriaco marcio.
Da quella sera in cui era andato con i suoi amici in quel bar e aveva lasciato Harry a casa ad aspettarlo per tutta la notte aveva perso se stesso. Aveva perso il controllo su tutto. Non era come se - cioè, era normale alla sua età, pensava. Era proprio l'età giusta, stava crescendo, aveva sedici anni, stava provando nuove cose, stava semplicemente cambiando.
In qualche modo del quale non riusciva a capacitarsi, era già maggio, l'anno scolastico sta per finire ed era stato veramente un anno orribile. Cioè, eccolo qui. Ubriaco. Sarebbe stato bocciato. Perdendo se stesso in una maniera così tanto ripugnante che se un Louis di dieci anni avesse potuto vedere quello di sedici, avrebbe pianto. O gli avrebbe urlato in faccia in faccia. Ma probabilmente pianto, perché com'era stato possibile? Com'era arrivato a quel punto?
E dov'era Harry in tutto ciò? Beh, questa era la domanda che Louis non si era posto ultimamente. Non lo sapeva. La cosa peggiore probabilmente era il fatto che comunque parlavano, ogni tanto e quando Louis si era scusato con Harry per quella notte, quella notte, Harry disse 'è ok, è tutto a posto' e aveva sorriso. Aveva sorriso e Louis non l'aveva sentito mentre dentro di se urlava. Cominciò a diventare un'abitudine. Louis cominciò a parlare sempre di meno con Harry, ma ogni volta scusandosi, scusandosi ogni volta che doveva lasciare Harry, dopo quanto? Quindici minuti di chiacchierata? Si scusava per le volte in cui non riusciva a vederlo, si scusava per qualsiasi cosa ormai. Una volta, anche per aver respirato. Ma era ok. Per Harry andava bene, pensava Louis, perché il ragazzo dagli occhi verdi - era davvero verde in fondo il colore dei suoi occhi?-Aveva sempre detto così.
'È ok. Va bene'.
Così Louis credeva di non aver mai perso i contatti con Harry. Certo che no Louis, certo che no...
Sua madre se ne era accorta. Forse non aveva capito tutto delle notti che Louis passava fuori con i suoi amici e la sua ragazza. Ma sapeva che qualcosa non stesse andando per il verso giusto, specialmente quando Louis tornava a casa, puzzando di sigarette dopo esser tornato da 'casa di Harry'. Sì, andava da Harry, sicuramente. E non fu difficile per lei da capire perché erano quasi tre mesi che Harry non andava a casa loro. Lo aveva solo visto entrare e uscire da casa sua. Ma non era abbastanza.Ma ora torniamo all'inizio.Louis era ubriaco, ancora. Soprattutto ubriaco, ma probabilmente aveva anche fumato qualche tipo di droga che lo stava facendo sentire strano e avere qualche tipo di allucinazione ma non riusciva a ricordare. Quindi forse era solo ubriaco. Ubriaco marcio.Ubriaco marcio davanti casa di Harry.Si stava semplicemente guardando intorno. Guardando la grande casa. Probabilmente stava pensando che fosse casa sua, ma poi urlò:"Harry!". Non abbastanza forte, nonostante per lui fosse stato come se un orchestra stesse suonando proprio accanto alle sue orecchie."Harrrry!", disse di nuovo mentre sorrideva. Probabilmente non se ne era nemmeno reso conto ma lo stava facendo. Stava sorridendo con occhi tristi.
In ogni caso, come era arrivato lì? L'ultima cosa che si ricordava era quella di essere stato baciato in maniera brusca e Mickey - era stato Mickey? - lo aveva infilato in macchina.Finalmente si mosse, inciampando e cercando di fare del suo meglio per salire quei pochi gradini - non erano mai sembrati così alti e non riuscì a trovare qualcosa per supportare se stesso.Aveva bisogno di aiuto. Ma non c'era nessuno ad aiutarlo.
Bussò alla porta - non forte, non aveva abbastanza forza per quello -forse chiedendo quell'aiuto di cui aveva bisogno. L'aiuto che voleva ma non riusciva ad ammetterlo a se stesso.
Quell'aiuto non arrivo.
Cominciò a piangere. E adesso si, aveva cominciato a bussare forte alla porta, ma non suonò il campanello."Apri la porta!", pianse."Aprila...", la voce si stava abbassando."Harry... Apri".Era a malapena un sussurro. Per lui, era ancora troppo alto. Ebbe bisogno di appoggiare la testa contro la porta e aspettò. Le lacrime che ancora gli rigavano il viso. Improvvisamente cominciò a sentire caldo. Era impossibile sentire più caldo di quello che stava sentendo in quel momento nonostante fosse una serata mite.Chiuse gli occhi per un momento e fu abbastanza per perdersi l'attimo in cui la luce venne accesa della camera di sopra e dei rumori venire dall'interno. Era Harry. Doveva essere Harry e Louis non stava pensando, ovviamente, perché se lo avesse fatto avrebbe probabilmente considerato la probabilità che potesse essere David ad aprire la porta e a quel punto lo avrebbe preso a calci nel sedere.
Ma era Harry.Per poco non cade quando la porta si aprì improvvisamente, prendendolo di sorpresa. Si ricompose e a parte le guance bagnate sembrava fiero. Cercava di sembrare fiero e forte come se niente fosse accaduto. Come se fosse, a tutti gli effetti, ok."Harry!", disse con un ghigno sulla faccia.La faccia di Harry non era totalmente scioccata, Louis sicuramente lo era, ma non riusciva a leggerla. Non poteva e oh, un tempo sapeva farlo. Un tempo era l'unica persona che ci riusciva. Riusciva a mettere un sorriso sulla faccia di quel ragazzo e Harry non aveva mai e poi mai avuto bisogno di riservare a Louis quello sguardo. E questo probabilmente era il motivo per cui non riusciva a leggere la sua espressione. Louis era sempre stato tante cose, diceva sempre tante altre cose. Cose buone. E ora chi era? Probabilmente era quella la domanda che Harry si stava facendo. "Come ti vanno le cose? È passato un po' di tempo..."Quelle parole suonarono come se qualcuno le stesse tirando fuori a forza dalla bocca di Louis. Era difficile per lui muovere la lingua e far uscire dei suoni. Era difficile per lui sentire ed ora stava cominciando e tutto quello che era servito era vedere la faccia di Harry. Non gli sembrava che stesse particolarmente bene, ma probabilmente stava meglio di Louis. Probabilmente. Non c'era luce, solo quella di un singolo lampione della strada perciò sì, probabilmente. Silenzio. Harry non rispose."Parlami amico". Louis rise. Se Harry doveva continuare a guardare Louis come stava facendo - forse spaventato, spaventato e triste - sarebbe stato meglio che avesse chiuso la porta."Dì. Qualcosa", disse piano Louis, protendendosi in avanti cosicché Harry potesse sentirlo meglio. Forse non era in grado di ascoltarlo. In ogni caso, Louis non cercò di entrare, e nemmeno di avvicinarsi al ragazzo più giovane.Aveva quindi ancora un po' di buon senso.
"Sono venuto qui perché mi mancavi... Mi mancavi tipo troppo. Tipo una grande enorme sensazione di mancanza di te".Aprì le braccia per far si che le sue parole fossero più chiare.
"Sarebbe carino che tu dicessi qualcosa"
Louis ebbe un dèjà vu, anche da sobrio aveva dèjà vu e non era buono.Fece una smorfia a quel pensiero. Gli sembrò di essere tornato ad avere sette anni, quasi otto, quando aveva conosciuto Harry e il bambino non parlava.
"Non stai sudando con quel maglione? Fa caldo", commentò Louis notando che Harry stesse indossando un maglione a maniche lunghe. Guardarlo fece sentire a Louis ancora più caldo. Ma sì, forse semplicemente era lo stato generale in cui era che gli stava giocando un brutto scherzo perché non poteva avere così caldo. Harry però continuava a non rivolgergli la parola.
"Vuoi che vada prenderti un fiore? Così cominci a parlare?", Louis non stava scherzando. Il suo tono forse poteva far pensare che si stesse prendendo gioco di tutta la situazione, ma non era così. Era serio e semplicemente... Era triste. Era felice giusto un minuto prima prima di arrivare a casa di Harry, ma adesso era triste.
"Cosa stai facendo Louis?""Ah, allora parli", disse Louis alzando le braccia al cielo. Avrebbe dovuto prestare attenzione alla voce di Harry. Quello che aveva detto di amare."Cosa sto facendo? Harry, sto vivendo. Sto qui, vedi, sono vivo", rise:"semplicemente questo"Harry piombò nel silenzio un'altra volta e con tutta probabilità Louis era irritato. Non del tutto, ma comunque irritato."Potresti fottutamente parlarmi?"Vide Harry scuotere la testa:"Non con te... in questo stato. Non ho intenzione di sprecare le mie parole quando tu sei in queste condizioni."Sembrava che Harry stesse piangendo, ma ancora, Louis, non se ne rese conto."Le hai appena sprecate Harry", disse ridendo ma cerco di fare del suo meglio per rimanere serio. Poi vide Harry mantenere un'espressione più che seria:"Harry!", disse fermamente e in che modo? Come stava riuscendo a rimanere in piedi per così tanto tempo?"Harry...". La sua voce venne fuori più dolce e finalmente raggiunse il ragazzo dai capelli ricci. Spinse Harry più vicino a se stesso tirandolo dal braccio, per catturare ancora di più la sua attenzione.
Ma Harry rabbrividì. Rabbrividì, forse per il dolore e sussultò al contatto. Se non fosse stato così buio Louis lo avrebbe visto serrare gli occhi e la sua faccia esprimere letteralmente sofferenza. Louis lo lasciò andare subito perché... gli aveva forse fatto male? Non aveva il controllo del proprio corpo per cui non sapeva se l'avesse stretto troppo forte."Mi dispiace", disse Louis."Mi dispiace", di nuovo e cominciò a piangere. E forse non si stava scusando per aver fatto male a Harry. Cioè no. Si stava scusando per aver ferito Harry, per essere stato una completa testa di cazzo con la persona che amava, con il suo migliore amico, la persona alla quale aveva fatto così tante promesse e che alla fine, aveva infranto quella più importante. Non si odiava ancora. Ma lo avrebbe fatto perchè aveva abbandonato Harry.Si sentì male per un momento, ma non avrebbe vomitato. Almeno, non ancora. Così continuò a piangere, più forte e senza nessun controllo. Non riuscì a vedere la reazione di Harry, per un momento aveva addirittura pensato che fosse da solo in mezzo alla strada.
Da solo.
"Ti ho abbandonato. Eri da solo", disse mentre lasciava che le lacrime lo distruggessero. Voleva solo sentire la voce dolce di Harry. Ma nom sarebbe mai arrivata.Non sentì nulla, addirittura quasi non provò nulla. Sentì solo quello che aveva dentro e gli faceva male. Non sentì le mani di Harry sui suoi polsi mentre lo portava dentro. Il cambio di temperatura non era evidente ma aveva una mano a coprirgli la faccia, vergognandosi di quello che potesse essere il suo spetto quando piangeva in quel modo. Si sentiva frastornato e non capiva come stesse salendo al piano di sopra, già dentro la casa. Non stava veramente camminando sui suoi piedi, Harry stava facendo la maggior parte del lavoro supportando il ragazzo ubriaco e aiutandolo. Louis non sentì neanche i suoi brividi. Sentiva come se il pavimento potesse essere il posto migliore per lui ma non si rese conto di come fosse arrivato al bagno. E questa volta sentì. Sentì lievi polpastrelli sfiorargli la fronte, spostandogli i capelli dalla faccia e l'altra mano sulla sua schiena mentre lui era proteso in avanti sul water, in ginocchio già vomitando.Non era niente di bello da vedere, ma Louis adesso poteva sentire. Sentì le lacrime che gli rigavano il viso, il bruciore alla gola, il dolore nel petto. E poteva anche udire. Udì versi osceni, conseguenza di quello che gli stava succedendo e i suoi stessi singhiozzi...
E questo era quanto.
~*~
Louis si sentiva come se la testa stesse per esplodergli, la bocca e la gola erano secche e poteva a mala pena aprire gli occhi ma non appena lo fece sentì che anche quelli bruciassero e in un momento desiderò non essersi svegliato.La stanza non era molto illuminata ma per lui era fin troppa luce. Puzzava e indossava ancora i vestiti dalla notte precedente.Sentiva se stesso grugnire cercando di alzarsi dalle lenzuola, supportando il peso sul gomito posato sul cuscino. Si guardò intorno e fu sollevato nel tendersi conto di essere in una stanza familiare. Davvero troppo familiare. Il sapore in bocca era orribile e in quel momento, bere acqua sarebbe stato come essere in paradiso. E oh. Avvistò un bicchiere di acqua sul comodino, se lo portò alle labbra e se lo scolò in tre sorsi. Posandolo da dove lo aveva preso, vide Harry. Non seppe per quale motivo la sua attenzione, proprio in quel momento, si fosse focalizzata sul ragazzo dai capelli ricci, ma ne fu grato. Perchè ora era sobrio. Era sobrio ed era bello vedere il viso di Harry.Harry era seduto per terra - tanto per cambiare - vicino alla finestra che dava sul balcone.La luce che veniva da fuori colpiva direttamente il suo volto, il che rendeva più facile a Louis vederlo. Aveva le gambe incrociate e non poteva vedere la sua faccia perchè Harry stava guardando fuori attraverso un piccolo spazio tra le tende bianche, ma poteva vedere che casino fossero i suoi ricci e quanto quel maglione gli stesse grande."Harry?", Louis sentì dire da se stesso e non sapeva per quanto tempo fosse stato lì a guardare al ragazzo con i capelli ricci.Harry non rivolse la sua attenzione al ragazzo nel suo letto. Si prese del tempo e prima di girarsi lentamente verso Louis sembrò asciugarsi il viso con la manica del maglione.Ora Louis lo vedeva in faccia. La mancanza di sonno era evidente, i suoi occhi gonfi fecero sobbalzare il cuore di Louis fuori dal petto. Era confuso. Non sapeva bene come fosse arrivato lì, perchè fosse con Harry e come... come aveva potuto far si che ciò accadesse? Come era stato possibile che per mesi non avesse parlato con la sua alba?"Cosa-""Stai bene?", lo interruppe Harry e Louis aggrottò le sopracciglia. Come poteva essere Harry a fargli quella domanda? Avrebbe dovuto essere lui a farla. Quella stupida domanda con una risposta ovvia."Io-", Louis non sapeva come rispondere. Non sapeva come rispondere perciò si bloccò dal dire 'mi sento malissimo', così semplicemente fece spallucce come risposta. Harry annuì come se Louis gli avesse dato una vera e propria risposta. "Ok, vai a casa allora". Il tono di Harry si spezzò, e sembrò stanco e morto."Cosa?""Vai a casa Louis."Non poteva andare a casa. Non sarebbe andato a casa. Harry dovevaperdonarlo e dovevano tornare ad essere quello che erano prima. Non era giusto, non erano insieme e non era giusto. Louis aveva bisogno di lui e adesso vedeva quanto Harry avesse altrettanto bisogno di lui."Io- Cosa?", ripeté e la sua voce era orribile. La gola gli bruciava parlando, ma doveva parlare anche che fossero poche parole, ma doveva, per far parlare anche Harry e semplicemente... Dio, solo parlare. "No. Harry cos'è successo?"Harry si rattristò e Louis vide la sua espressione ferita, il dolore nei suoi occhi. "Per favore, possiamo..."Harry scosse la testa, ma nessuno dei due osò muoversi dalla propria posizione. "Non posso", sussurrò Harry."Vai a casa, non ti voglio qui."Sentire quelle parole fece tornare in Louis la sensazione che il cuore gli venisse strizzato dentro al petto e no.Era orribile e voleva che finisse."Mi dispiace, Harry. Mi dispiace così tanto. Piccolo, per favore... Nom voglio che stai da solo. Non voglio lasciarti da solo"Ti ho abbandonato. Tu eri da solo.La notte prima era annebbiata nella sua mente, ma Louis si vergognava e ora si, ora si che si odiava. Si odiava per tutto e al momento non riusciva a sopportare nemmeno la sua stessa pelle, ascoltarsi respirare.Harry era l'unica persona che contava. Louis era l'unica persona che ci teneva e aveva abbandonato Harry in un modo così crudele...Anche se... Anche se la notte prima, Harry si era preso cura di lui. Si ricordava di mani che gli avevano stretto le spalle, accarezzargli la schiena, polpastrelli sulla fronte, dita spostare all'indietro i capelli e accarezzarli.Era crollato tra le braccia di Harry, giusto in tempo per non sentire i sussulti e i singhiozzi del ragazzo più piccolo, per poi essere adagiato in un letto caldo ma con le lenzuola fredde."Ma tu te ne sei andato. Tu mi hai abbandonato".L'onestà di Harry fece si che Louis volesse scorticarsi la pelle fino a sanguinare, punirsi. Ma non lo fece."E una cosa che ho imparato è che essere solo non è mai giusto. Ogni tanto è bello ma non è mai giusto", disse con voce profonda e rauca. E oh... Louis, Louis. Louis era riuscito a fargli dire quelle parole. Louis si odiava e voleva stringersi il ragazzo al petto e chiedergli scusa, ma no. Non lo fece perchè non sarebbe stato d'aiuto. Non avrebbe risolto nulla.Stava correndo in un tunnel ma non riusciva a vedere la luce. Era incastrato lì ma non poteva smettere di correre sperando di vedere la luce e di uscirne. In quel momento sarebbe andato tutto bene. Però non arrivò, l'oscurità era sua amica."No, Harry...""È tutto a posto. È tutto a posto Louis."Louis aveva sentito quelle parole troppe volte. Quelle parole erano uscite dalla bocca di Harry troppe volte.Quelle bugie."No, non è vero", disse Louis disperatamente e si mosse. Si era già mosso e ora era seduto sul letto, pronto per alzarsi e andare verso Harry.Harry scosse la testa:"vattene e basta."Louis si alzò e Harry spostò lo sguardo, di nuovo verso la finestra.Questo fece bloccare Louis e smettere di camminare verso Harry, perchè quello era il modo di Harry per costruire un enorme muro tra di loro. Harry veramente non voleva Louis vicino a sé. "Non posso andarmene""Oh ma questo è il punto. Puoi."
~*~
Louis aveva passato tutto il giorno nel letto, facendosi delle domande.Riguardavano Harry e questo nuovo lui. Le risposte che aveva trovato fino a quel momento erano: sono una completa testa di cazzo. Mi fa male il cuore. Ho ferito Harry. Non avrei dovuto cominciare a bere e fumare. Ho bisogno di Harry.Era tutto inutile e non faceva altro che fargli mettere le mani tra i capelli, tirarsi i capelli e urlare nella sua testa cosa ho combinato?Non sapeva perchè gli ci fosse voluto così tanto per guardare al passato, vedere il presente e capire cosa stesse facendo.Capire come stessero andando le cose e cosa stesse sbagliando. Era abbastanza ovvio. Lo era sempre stato per tutto quel tempo.Louis voleva chiamare Harry, voleva chiamarlo e dirgli 'mi dispiace se ti ho chiamato così tardi, ma la tua voce è l'unica soluzione ai miei problemi, e al momento ne ho troppi'.Ma sarebbe stato egoistico da parte sua perchè probabilmente Harry ne aveva più di lui. Sicuramente ne aveva e stavolta non aveva nemmeno Louis. Non aveva nessuno e questo era da mozzare il fiato. Louis adesso capiva cosa Harry pensasse delle persone e perchè non le lasciasse avvicinare. Perchè aveva lasciato avvicinare Louis. Gli aveva permesso di entrare nella sua piccola vita e di tenere il suo fragile cuore e lui aveva lasciato che si sciogliesse nelle sue mani. Louis sentì un forte bussare alla porta che continuò per qualche secondo. Giusto, aveva chiuso la porta a chiave."Louis?", senti una voce femminile dall'altra parte della porta ma lui non era pronto ad affrontare le persone, specialmente Caroline.
Avrebbe voluto incolpare lei per tutto ciò che era successo tra lui e Harry, ma non poteva perché non era lei la colpevole. La colpa era solo sua. "Louis? Tua madre ha detto che eri qui, puoi aprire la porta per favore?", grugnì e no, non poteva aprire la porta. Non riusciva nemmeno a muoversi dal letto."Sei ancora arrabbiato?"Si, lo era ancora.Arrabbiato e triste."Dobbiamo parlare!"Louis doveva parlare anche con Harry, ma lo vedete forse parlare con lui?"Per favore?"Louis sbuffò sonoramente e saltò giù dal letto. I suoi capelli erano ancora leggermente bagnati dopo aver fatto una doccia ed esser rinfilato subito a letto, non preoccupandosi di bagnare il cuscino. Si trascinò alla porta e girò la chiave."Cosa?""Allora sei ancora arrabbiato", disse lei, entrando in camera sua senza dire una parola. Non c'era traccia di post sbornia sulla sua faccia.
"Senti Louis, quello che è successo-""Non sono arrabbiato", disse sbattendo la porta e volendo urlare. Voleva parlare a voce alta e non gli interessava nemmeno se quello avesse cominciato a farli litigare perché a quel punto non gli interessava più. Ma non lo fece. Solo perché aveva un fortissimo mal di testa e il fatto che fino a quel momento avesse pensato troppo, non aveva aiutato. "Almeno non con te, non so nemmeno perché dovrei onestamente"
Lo guardò con aria... Sollevata? Sì probabilmente, ma anche sorpresa: "Oh, quindi non ti ricordi nulla?"
"Cosa? Cosa Caroline?", disse con tono annoiato."Niente, lascia stare.Quello era ciò che Louis voleva sentirsi dire in quel momento."Non era niente perciò se tu non ti ricordi non c'è motivo di creare problemi, giusto?", disse lei con un sorriso."Come ti pare", disse lui facendo spallucce e tornando a letto, appoggiando la schiena alla tastiera del letto e con le gambe allungate."Sembri così teso", dille lei e la sua voce cambiò."Questo non ti fa bene...".Camminò verso il letto e gli si sedette in grembo con le gambe da entrambi i lati così da essere seduta sulle sue cosce. Le mani intrecciate dietro al collo di Louis e i suoi occhi verdi puntati su di lui. Louis riusciva solo a guardare oltre la sua schiena perché i suoi occhi gli ricordavano qualcuno."Hai bisogno di rilassarti, amore", disse inclinandosi in avanti e gli baciò le labbra:"e io posso aiutarti...", sussurrò E quello fu il momento per Louis di muoversi finalmente, mettendo le mani sui tuoi fianchi. Ma in ogni caso non per accarezzarla dolcemente, ma per respingerla, così il suo ghigno malizioso le sparì dalla faccia."Non farò sesso con te", disse con tono troppo rude."Beh allora mi dispiace", disse girando gli occhi al cielo:"ma puoi smetterla di rifiutarmi in questa maniera?""Non c'è un modo carino per rifiutarti", disse levandosela di dosso e lei sbruffò."Sto cercando di aiutare""Beh non sei d'aiuto come puoi vedere.""Ci sono altri modi in cui puoi rilassarti...""Tipo cosa? Ubriacarmi? Fumare erba? Non voglio essere aiutato in quel modo perchè renderebbe le cose solo peggiori", disse, quasi urlando, pentendosene il momento dopo per il dolore che gli aveva provocato."Che cavolo ti prende? Stavi bene ieri notte e ora-""Cosa mi prende? Ho perso il mio migliore amico, Caroline E ultimamente ho fatto solo stronzate"
"Tu hai noi e-""No non è vero. Tu e gli altri non siete niente in confronto a Harry. Non potete sostituirlo", stavolta stava veramente urlando e Caroline si stava già alzando dal letto con gli occhi sbarrati rivolti verso di lui.
"Beh ma lo hai già sostituito con noi", rise beffarda: "perché sai cosa? Le stronzate che stai facendo... Le stai facendo con noi e sembrava che ti andasse più che bene fregartene di lui.""Stai zitta vai fuori da qui", disse Louis alzandosi dal letto e indicando la porta. Caroline era arrabbiata ma principalmente pentita da quello che aveva detto."Senti Louis...""Non voglio più parlare, perciò vattene da qui""Bene. Ma non ti aspettare che sarò io la prima a venire a chiederti scusa stavolta", sbuffò e uscì dalla camera sbattendo la porta con forza io che, ugh, fece sentire Louis come se la testa potesse esplodergli da un momento all'altro.Strizzò gli occhi e si lasciò cadere nel letto. Desiderò di poter dormire ma passarono diversi minuti prima che si accorgesse di stare sognando ad occhi aperti e i sogni che stava facendo erano solo ricordi perduti...Sentì il letto muoversi da un lato e sbruffò con frustrazione. Si era scordato di chiudere la porta a chiave e perciò quando ebbe aperto gli occhi vide sua madre seduta accanto a lui."Mamma...", cominciò ed era già sul punto di dirle di andarsene e forse lei se n'era anche accorta, lo sapeva perciò non lo lasciò continuare.
"Non ci provare nemmeno Louis, non mi dirai di andare via di nuovo", disse in un tono tutt'altro che aggressivo, era quasi divertito. Ma Louis non era dell'umore giusto per quello.
"Voglio stare da solo", disse girandosi e quindi dando la schiena a Fiona.Lei sospirò e probabilmente aveva cominciato a sentirsi troppo annoiata con il comportamento di suo figlio.
"Ascolta Louis, ho cercato di evitare questa conversazione per due motivi. Il primo, è che in qualsiasi modo tu ti stia sentendo adesso so che è per la tua età e non voglio rendere le cose ancora più difficili, e secondo, perché in qualche modo, mi fido ancora di te".Louis non rispose e cercò di fare del suo meglio per non ascoltare le parole della madre, ma chiudere gli occhi un'altra volta, non la fece smettere."So che non hai parlato molto con Harry ultimamente. E non sei nemmeno andato a casa sua. Sento che se non ti punisco stavolta per avermi mentito e star facendo... Beh, le cose che stai facendo, non sembrerei una buona madre"
Quelle parole fecero quasi girare Louis, guardare in faccia sua madre e parlarle seriamente perché diavolo... Non era una cattiva madre, era lui che stava essendo un cattivo figlio. Le aveva sempre parlato di ciò che lo preoccupava perché aveva sempre avuto qualcosa di buono da dirgli. Ma lui non stava dicendo altro che bugie. Non aveva ferito solo Harry ma aveva anche deluso sua madre.
"Ma la realtà è, che tu ti stai punendo da solo senza rendertene conto, figlio mio. È triste da dire ma lo stai facendo. Perché sai perfettamente cosa hai fatto, anche se ora è troppo tardi, tu lo sai. Louis, questi nuovi amici che ti sei fatto non ti fanno bene. Quella ragazza ti sta portando troppi problemi. Io non voglio forzarti a non uscire con loro perché non ci porterebbe da nessuna parte. Dovresti sapere tu da solo cosa è meglio per te perché io non sarò con te per sempre per dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato, lo sai?""Devi prenderti delle responsabilità e avresti già dovuto cominciare ormai. Ma... A scuola i tuoi voti fanno pena e Dio Louis, non ti riconosco nemmeno più. E sai di cosa io stia parlando, o sbaglio?".Fiona aspettò che Louis aprisse bocca perciò al momento il silenzio regnava nella camera. In qualche modo Louis mormorò in risposta perché la stavo ascoltando e non aveva gli occhi chiusi. Stava guardando il muro bianco e tutte quelle parole lo stavano portando sull'orlo delle lacrime - se non avesse pianto così tanto la notte precedente avrebbe già cominciato a piangere. "E sai che è sbagliato Louis. Sto cercando di essere onesta, mi fa sentire come se avessi fallito, se avessi fallito ad essere una madre e non avrei mai pensato che sarebbe potuto succedere"Il cuore di Louis si fermò sentendo la voce di sua madre spezzarsi e sapeva che lei stesse cercando di trattenere le sue stesse lacrime. Ma quello gli faceva odiare ancora di più se stesso, specialmente perché non riusciva neanche a muoversi.
"Sono triste riguardo tutta questa situazione non solo per te, ma per te e Harry. È come un figlio per me e ricordo quando voi due eravate piccoli e io vi preparavo le merende così da farvi rimanere in soggiorno a parlare ed era tutto lì. Sei sempre stato un bambino così rumoroso ma con lui ti calmavi sempre, lo ascoltavi. Mi ha sempre stupito il fatto che tu preferissi parlare con lui o fare lunghe passeggiate fuori piuttosto che uscire ed essere semplicemente... quello in cui ti stai trasformando adesso. Ti faceva così bene. E tu facevi così bene a lui. Mi avevi promesso che ci saresti stato per lui perché entrambi sapevamo quanto tu fossi l'unica cosa buona della sua vita e guardati adesso Louis... Guarda come-""Oh mamma!", Louis la interruppe. E non fu il fatto che finalmente lui le stesse parlando che le fece spalancare gli occhi. Fu il fatto che Louis si fosse mosso per abbracciarla e singhiozzare nelle sue spalle. Si era accorto di avere ancora qualche lacrima e quello lo fece tremare. Si sentiva uno schifo e il fatto che anche sua madre potesse in quel momento vedere quanto fosse un pezzo di merda lo fece tornare in vita. "Mi dispiace così tanto. Lo so, lo so...", non riuscì a finire la frase e in realtà non ne ebbe nemmeno bisogno perché Fiona sapeva quello che avrebbe voluto dire. "Oh piccolo", disse lei accarezzandogli i capelli mentre lui mi avvolgeva le braccia intorno alla vita:"È buono che tu lo sappia. Ti prego... Fatti del bene", sussurrò tra i suoi capelli:"ricordati che devi fare ciò che ti rende felice, e quello che stai facendo adesso, chi sei adesso, ti fa sentire solo miserabile", finì e quello era tutto ciò che Louis avesse bisogno di sentire. Tutto ciò che avesse bisogno di sentire per piangere ancora di più.~*~Louis sarebbe voluto andare da Harry nell'esatto momento in cui le lacrime si erano calmate e sua madre aveva finalmente lasciato la camera.Ma non l'aveva fatto.Harry non avrebbe voluto vederlo in ogni caso; quella stessa mattina gli aveva detto di non volerlo vedere. Non voleva Louis. Doveva dargli spazio e ne aveva bisogno anche per se stesso, per pensare. Ma stavolta aveva trovato le risposte di cui aveva bisogno. Aveva solo bisogno di tempo.Così passò Domenica e Lunedì andò a scuola come se nulla fosse successo visto che anche Caroline e gli altri si stavano comportando allo stesso modo. Non era affatto presente, ma a nessuno sembrava importasse.Caroline lo avrebbe fatto se solo non avesse saputo che Louis avrebbe rifiutato il suo aiuto. Così arrivò Martedì ma fu Mercoledì, in tarda serata ormai, che decise di reagire. Di muoversi perchè aveva già pensato troppo e ormai aveva tutte le risposte.Anche quelle di cui non aveva bisogno.Perciò, come se stesse vedendo la scena al di fuori di se stesso, si vide scendere al piano di sotto, dalla sua camera, alla porta d'ingresso, e la mitezza della sera gli colpì le braccia scoperte.Era stato attento, perciò aveva visto i genitori di Harry andarsene il giorno prima e non li aveva ancora visti ritornare.Successe tutto in maniera così veloce che i momenti in cui si svegliò dal trance era già davanti alla porta di casa di Harry. Bussò e bussò e suonò il campanello, ma niente. Nessuno andò ad aprire la porta.Così Barbara non c'era e Harry stava dormendo, o non aveva voglia di vedere nessuno e stava continuando a ignorare i rumori. Louis si sentiva come se fosse tra quattro mura che si muovevano, continuavano a muoversi e avrebbero finito per schiacciarlo. Non sapeva perché quella sensazione si stesse manifestando tutta l'improvviso ma sapeva che fosse un bene e un male; come avrebbe voluto poter tenere stretto Harry in un letto freddo con le coperte calde in quel momento.Bussò ancora una volta ed ebbe un flashback della notte in cui aveva cominciato a bussare alla porta e a piangere affinché Harry la aprisse.Ma non l'avrebbe fatto adesso perché sapeva che non sarebbe servito a niente. H era in casa, di questo ero sicuro. In un primo momento aveva pensato di sedersi sul pavimento e semplicemente aspettare che accadesse qualche miracolo e forse, solo forse Harry sarebbe andato verso di lui e gli avrebbe aperto la porta. Magari lo avrebbe anche perdonato. Non sarebbe successo, così non poteva semplicemente sedersi e aspettare. Lui aveva fatto la cazzata, lui l'avrebbe sistemata.Torno indietro verso la cassetta delle lettere e cerco in tutti modi e di farvi entrare la mano finché non senti il piccolo pezzo di ferro che stava cercando, al lato. L'aveva usata così tante volte ormai, si ricordava di una volta, alle due del mattino in cui era andato a casa di Harry semplicemente perché non riusciva a dormire, così aveva preso la chiave, aveva aperto la porta e si era incamminato verso la sua stanza. Silenziosamente, come un topo così i suoi genitori non avrebbero notato la sua presenza. Quelli erano i bei tempi e gli mancavano così dannatamente tanto.Salì le scale e tornò davanti alla porta principale. Non esitò ad aprirla e ad entrare. Lo fece in silenzio, come quelle volte in cui era sgusciato fuori dalla camera di Harry, con attenzione per non svegliare nessuno in casa.Ingoiò quando comincia a salire le scale finché non vide la porta della camera di H. Non era chiusa, ma semi aperta ma poteva solo vedere il buio. Entrò E la luce fioca della luna, che entrava dalla finestra poteva dirgli che la stanza era vuota. Il letto era sfatto e metà dei cassetti della stanza erano aperti. Louis si stranì a quella vista, ma sapeva che Harry fossi in casa. Doveva.Finché... Finché non vide, sotto la porta del bagno di Harry, che la luce era accesa. Il suo cuore comincia a battere sempre più forte e non si spiegava il perché. Forse era solo per il fatto che sapeva di dover fare del suo meglio per avere indietro il suo migliore amico. Doveva avere indietro il suo Harry.Aveva anche paura di aprire la porta ma ciò che lo fece essere sicuro di potersi muovere, fu il sentire i singhiozzi che venivano da dentro. Harry era lì che stava piangendo. Girò la maniglia e in quel momento vide Harry. Louis quasi si strozzò allo spettacolo che gli si parò davanti. Harry era lì. Era lì, ma nello stesso momento non lo era. Era raggomitolato accanto al water, all'angolo e Louis riuscivo a malapena a vedere la sua faccia. Tutta la sua attenzione era focalizzata sul sangue presente nel lavandino, che arrivava sul pavimento e fino a Harry. Le maniche di Harry erano piene di sangue e Louis era scioccato, agognando un po' d'aria per la visione di Harry che teneva un rasoio con già i polsi coperti di tagli, sanguinanti.
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