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10 - It wouldn't be fair

"Non posso credere a quello che ha fatto!", cominciò a protestare Louis non appena Harry ebbe aperto la porta di casa per lui. Lasciò entrare il ragazzo, spostandosi di lato e aprendo ancora di più la porta.
Louis aveva scritto a Harry per sapere se potesse passare da casa sua perchè era arrabbiato e aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.
Harry si era stupito per il messaggio, visto e considerato che nei due giorni precedenti, Louis lo aveva chiamato solo a fine giornata per dargli la buona notte. Pare fosse troppo impegnato... Ma beh anche Harry lo era stato. E i suoi genitori erano stati fuori casa solo mentre lui era a scuola e quello faceva schifo e rendeva difficile ai due vedersi.
"Beh ciao anche a te. Si, anche tu mi sei mancato Louis, non ti preoccupare la tristezza é reciproca", scherzò Harry, mentre guardava il suo migliore amico girare in tondo all'ingresso e affondando le dita nei capelli.
Harry aveva una vaga idea di cosa fosse successo.
"Si, scusa Hazz", disse camminando verso Harry che stava ancora tenendo aperta la porta, e gli baciò velocemente la guancia.
"Stai bene?"
Harry annuì e finalmente chiuse la porta.
"Dimmi, cosa è successo stavolta?"
Louis sospirò e il suo essere scocciato si poteva notare anche solo da quello. Si sedette ai piedi dell'enorme scala di casa di Harry e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, mentre le mani erano ancora tra i capelli.
"Sempre lo stesso. Sono così incazzato con lei. Cioè cazzo! Non vuole vedermi con altre ragazze, ma ovviamente quando è lei a stare con Ian o perfino con altri ragazzi della sua classe, io non posso dire niente."
Harry era seduto per terra con la schiena contro la porta, ascoltando.
"Non voglio essere geloso di Ian perchè sai quanto andiamo d'accordo, ma che cavolo! Poi lei va a parlare con Camila quando litighiamo per queste cose, che parla con Mickey e quindi si, il nostro gruppo va a puttane per queste stronzate."
"Perciò avete litigato di nuovo? Dio, Louis, uscite insieme da solo due mesi e sei già venuto da me sei volte perchè avete discusso"
E quelli erano i momenti in cui parlavano di più. Perchè si era fatto sempre più difficile per loro passare del tempo insieme. O perchè Louis era con Caroline, o perchè i genitori erano a casa, o perchè Harry aveva davvero bisogno di studiare e con Louis il risultato sarebbe stato solo che sarebbero finiti sdraiati sul pavimento a parlare o guardare un film.
"È colpa sua, sai? Sta volta è totalmente colpa sua perchè volevo passare un po' di tempo con lei dopo scuola, ma lei mi ha detto che non poteva. Perchè? Perchè doveva vedersi con Preston in biblioteca. Che cazzo, perchè non l'ha chiesto a me? Sono io o no il suo ragazzo?"
"Beh Lou, non sei la persona più indicata con cui studiare", quello di Harry era un valido argomento.
"Oh beh grazie Harry!"
"Scusa. Ma vi chiarirete, ne sono sicuro", disse e Louis non si accorse del tono di voce di Harry. Ed era qualcosa che avrebbe dovuto fare.
Ultimamente per certe cose era proprio manchevole. Ma Harry stava ancora relativamente bene. Stava bene. Louis c'era ancora e gli mandava ancora messaggi teneri nel corso delle giornate e nel week end cercava di fare del suo meglio per passare il tempo con il suo migliore amico. Cercava.
"Si ma sto iniziando a stufarmi. Voglio dire, ci tengo un sacco a lei ovviamente. E teoricamente lei dovrebbe comportarsi come la mia ragazza, ma a volte non lo sembra proprio. Voglio solo una relazione normale e basta, ma sembra che io sia l'unico a volerlo. Lei mi piace, sai? Perciò tutto questo fa schifo."
Harry annuì guardando il pavimento di legno accanto ai piedi di Louis.
"Perciò...", cominciò non distogliendo lo sguardo dal pavimento:"gliel'hai già detto che la ami?"
"Che??".
'Hai sentito', pensò Harry.
"La ami veramente, quindi gliel'hai detto?"
"Hum... Io-io non gliel'ho detto..."
Harry aggrottò le sopracciglia e rivolse lo sguardo verso Louis.
"Forse è quello che vuole sentirsi dire. Forse è quello di cui voi due avete bisogno", disse di nuovo contro la sua volontà. Ma Harry credeva alle sue parole.
"Ma io non... Non lo so se posso dirglielo...", disse Louis e Harry gli rivolse uno sguardo interrogativo.
"Io non so se la amo davvero, sai? Ci tengo molto a lei, ma... Amarla? È strano e non so..."
La questione era: Louis amava Harry e quello era un conto. Louis amava Harry e gli riservava un'attenzione particolare. Poi c'era la sua ragazza.
Ci teneva a Caroline. Non nel modo in cui tenesse a Harry. Ma come un ragazzo dovrebbe tenere alla sua ragazza. Probabilmente. E lei le piaceva. Dio, a Louis piaceva veramente. Ma appunto gli piaceva in quanto sua ragazza. Forse. Perciò dire a Harry 'ti amo' e poi dirlo a Caroline avrebbe avuto due significati diversi e non sarebbe stato giusto nei confronti di Harry. E neanche per quelli di Caroline. Ma più per Harry.
Louis la pensava così e sicuramente non aveva senso.
"Oh. Ok allora."
"So che questo può sembrare assurdo perchè è la mia ragazza e non so se sia giusto o meno-"
"No. Voglio dire, non lo so. Ma credo di si. Ti piace no?", Harry sapeva che fosse così:"Perciò continua a tenerci"
"D'accordo".
Rimasero in silenzio per alcuni minuti:"Ti dispiace se resto un po'?", disse poi Louis.
"No, per niente", disse Harry ed era probabilmente la prima volta che sorrideva veramente a Louis in due giorni.
"Dai andiamo, Barbara stava preparando uno smoothie"
Si alzò spostandosi i ricci dalla fronte. Avrebbe voluto farlo Louis in realtà, ma continuava a passarsi le mani tra i suoi di capelli. Erano lisci e non ricci come quelli di Harry, quindi a Louis non piaceva allo stesso modo.
"Barbara era in cucina e tu non mi hai nemmeno detto di darmi una regolata mentre facevo tutta questa scenata?"
"Sono sicuro che ormai si sia abituata"
Harry sogghignò e Louis scosse la testa, mordendosi il labbro per trattenere le sue stesse risate.

~*~

Louis non riusciva a ricordarsi l'ultima volta in cui lui e Harry erano stati insieme in quel modo. Come ai vecchi tempi. Beh i vecchi tempi, erano solo due mesi fa. Ma Louis si sentiva in colpa e stupido, perchè che cavolo gli stava succedendo?
Stava passando sempre meno tempo con Harry e non era solo perchè erano entrambi troppo impegnati o stanchi o perchè i genitori di Harry fossero a casa. No, era perchè Louis non voleva.
Beh non è che non volesse, voleva perchè... Insomma è di Harry che si stava parlando! È solo che aveva una ragazza e nuovi amici e Dio, non voleva, non voleva che succedesse quello.
Non sapeva come fosse successo. E forse non aveva realizzato cosa stesse succedendo...
"Ho una partita sabato!", disse Louis, mangiando l'ultimo biscotto dal piatto sul pavimento, vicino a loro - gli piaceva davvero stare seduti sul pavimento.
"Ne è passato di tempo..."
Louis guardò Harry confuso:"Voglio dire... Ne è passato di tempo dall'ultima volta che mi hai chiesto di venire ad una tua partita"
"Oh. Ma è stato perchè dall'ultima volta che te l'ho detto, non ce ne sono state altre..."
"Giusto", disse Harry senza guardare Louis.
Erano stati bene per l'ora precedente.
Ridendo, parlando e ascoltando la musica.
Quelle solite cose che facevano insieme e che li facevano sentire chi fossero.
Ma Harry aveva quei momenti in cui si estraniava del tutto. Si comportava stranamente. E forse proprio perchè erano stati solo pochi secondi - per favore fa che sia quest'opzione - Louis non se ne accorse.
Questa volta però forse, aveva notato il tono di voce del ragazzo dagli occhi verdi:"Cos-Harry? É la verità!", disse alzando le sopracciglia e guardando il suo migliore amico.
"Sai che te l'avrei detto se ce ne fossero state!"
L'avrebbe fatto. L'avrebbe decisamente fatto.
"Va bene", Harry annuì guardando Louis.
"Allora, puoi venire? Stessa ora delle altre."
"Ci proverò", disse Harry e Louis gli sorrise appena.
"Ok...", Louis non glielo fece promettere, Harry avrebbe fatto in modo da far sembrare che andasse tutto bene.
"Lou...", disse Harry alzando lo sguardo dal piatto alla faccia di Louis:"IL. MIO. COOKIE"
Gli occhi blu di Louis si spalancarono guardando Harry.
La sua espressione era comica, ma Harry mise su la faccia più seria possibile, cercando di non ridere. La questione era seria.
"Non sono stato io!", disse velocemente. La sua voce reclamava innocenza, ma aveva la parola 'colpevole' scritta in fronte.
"Daisy non è qui. Non hai nessuno da incolpare", Harry scosse la testa e l'espressione di Louis rendeva a Harry sempre più difficile cercare di non morire dalle risate proprio lì.
"Beh...", cominciò Louis, ma nel momento in cui vide l'espressione furiosa - ma non così furiosa, più che altro carino - di Harry, cercò di alzarsi e scappare dalla bestia riccia. Ma Harry lo sapeva. Harry sapeva cosa avrebbe fatto, perciò fu più veloce ad afferrare un lembo della sua maglietta da dietro e spingendolo di nuovo per terra.
Sbattè il sedere per terra, abbastanza forte ed emise un gemito.
Harry approfittò della situazione per metterglisi sopra le gambe e cominciare a fargli il solletico.
Colpo basso. Quello era il punto debole di Louis - a parte gli occhi di Harry. Lui non sapeva ancora di quella debolezza e Louis avrebbe fatto di tutto per tenerla segreta.
"NO!", frignò Louis mentre piangeva dalle risate. Letteralmente. Ma voleva solo piangere, perchè no, non poteva farcela.
Anche mentre Harry stava ridacchiando, fottutamente ridacchiando come un bambino piccolo.
Ed era carino. Fin quasi al punto che tutto quello, ne valesse la pena. Era solo che a Louis non piaceva che gli venisse fatto il solletico.
"No, ti prego, ti prego, basta!"
"Hai mangiato il mio biscotto!", rise Harry.
Il peso del suo corpo gravava tutto sulle cosce di Louis, le sue mani a correre su tutto il torace, e non sapeva cosa fosse meglio.
Se i gemiti che Louis emetteva, dicendo 'vorrei che tu la smettessi, ma al tempo stesso che tu continuassi' o le pieghette ai lati degli occhi, essergli vicino, e già con delle piccole, minuscole lacrime che minacciavano di strabordare ma che alla fine non l'avrebbero fatto.
"Io- io vomiterò e te lo ridarò!". Harry rise ancora più forte emettendo un suono disgustoso. Louis non si stava sforzando per allontanare il suo amico, ma voleva veramente che la smettesse di fargli il solletico.
Ma semplicemente, era bello. E strano.
"No, grazie", disse smettendo, ma ancora ridendo:"Sarebbe disgustoso!".
"Stai forse anche solo considerando l'opzione?", scherzò Louis, una mano sulla pancia - che già faceva male per le risate - e l'altra sul fianco di Harry.
"Sei un tale idiota".
A Louis piaceva la voce di Harry.
"Si... ma mi ami", disse Louis e non era in tono scherzoso. Era serio.
Si guardarono per alcuni secondi. Semplicemente condividendo dei sorrisi.
La mano di Louis era ancora sul fianco di Harry e Harry stava riscaldando Louis. Fuori e dentro.
Louis voleva toccare la guancia di Harry. Quella su cui aveva un livido - ormai già giallo e in via di sparizione, quasi assente - che si era procurato un paio di settimane fa. Perchè era sempre troppo maldestro e quando aveva detto a Louis che era scivolato sul pavimento, non appena era uscito dalla doccia, e aveva sbattuto contro la porta con la faccia mentre cercava di ritrovate l'equilibrio, Louis aveva riso... Tanto.
Invece, fu Harry ad alzare la mano per accarezzare la guancia di Louis.
Accarezzò la pelle morbida - senza ancora nessuna traccia di barba - per poi scivolare lungo la mascella e fermarsi sul collo. Si sporse in avanti per affondare il viso nell'incavo del collo di Louis, e lasciare un bacio sulla pelle scoperta:"Si, è vero", sussurrò.
Respiri bollenti che fecero tremare Louis.
Si allontanò appena, solo per lasciare un altro bacio sulla mascella di Louis, quasi sulla guancia. A Louis piaceva quel tipo di affetto, anche perchè non era da Harry, comportarsi in quel modo.
Ma gli piaceva. Lo amava.
Ed era quello il motivo per il quale non voleva dire alla sua ragazza quelle tre paroline. I tocchi di Harry non lo facevano sentire come quelli di lei.
Louis non sapeva come la sua mano fosse arrivata sulla guancia di Harry.
E la mano di Harry era sulla spalla di Louis e stavano così. Così, guardandosi. La schiena di Louis appoggiata al letto di Harry. Harry era seduto sulle gambe stese di Louis. I loro visi erano così vicini da poter sentire il respiro dell'altro.
Erano vivi.
Stavano bene.
"Harry...", Louis sentì se stesso sussurrare. Non sapeva perché quelle parole gli fossero uscite dalla bocca, ma Harry, stava sorridendo. Quella fossetta era lì, a mostrarsi e a dire ciao solo per Louis.
"Louis?". La voce profonda di Harry era morbida e, è stato già menzionato quanto Louis la amasse? Era bassa. Ma Louis l'aveva sentita. Era grato di averla sentita. Significava che era lì, con Harry ed erano solo loro due e anche i piccoli sussurri potevano essere sentiti.
"Io-", cominciò Louis ma venne interrotto. Non si riconobbe nemmeno quando si allontanò insieme al tocco di Harry. Entrambi lasciarono andare l'altro, ma Harry continuò a rimanere sulle sue gambe. Louis raggiunse il telefono sul letto e vede il nome sullo schermo.
"È Caroline", disse non guardando Harry, solo leggendo il messaggio.
"Che - che dice?". Se solo Louis avesse sentito attentamente la voce di Harry...
"Vuole che parliamo"
"Oh. Ora?"
"Si, ora", disse, adesso guardando Harry. Lo sguardo di Louis era colpevole, cercando di scusarsi con Harry ma ancora non stava facendo del suo meglio.
"È meglio che vada... Lei non fa mai il primo passo. Sono sempre io che prendo l'iniziativa per risolvere le cose"
"Certo!", annuì Harry:"Vai!"
Sorrise a Louis e fece per alzarsi dalle gambe di Louis.
"Scusami!"
"Dai Louis. Non c'è bisogno che ti scusi, lo sai, no?", ridacchiò Harry e questo rassicurò un po' Louis.
"Buona fortuna", finì e ormai anche Louis era in piedi.
"Ok, grazie", sorrise Louis.
"Fammi sapere come va, poi".
Louis annuì e diede un bacio veloce in fronte a Harry e si avviò verso la porta.
Non lo accompagnò fino alla porta principale. Non lo avrebbe seguito. In ogni caso Louis stava già correndo al piano di sotto.

~*~

Il resto della settimana fu... Intenso. Se quella era la parola giusta da usare. Ma Louis stava bene. Stava totalmente bene. Non dovrebbe perché non aveva visto il suo migliore amico da lunedì, il giorno in cui era andato da Harry per colpa di Caroline. Ma stava ancora bene.
Non avevano nemmeno parlato molto. Perciò, Louis non avrebbe dovuto stare bene. Ovviamente aveva raccontato a Harry com'era andata con Caroline lo stesso giorno, la sera. Ma tutto lì. Giovedì Harry si era preoccupato e aveva scritto a Louis chiedendogli se volesse andare da lui perché gli mancava e non avevano parlato perciò voleva approfittare del fatto che i genitori fossero a lavoro.

Sono con Caroline, piccolo. Ma parliamo dopo, scusa. Ti amo.xx

Quello era stato il messaggio di Louis per quanto surreale potesse essere. Ma Louis probabilmente non si era reso conto di cosa avesse appena scritto ad Harry. Non ci vedeva nulla di male in quel messaggio. Perciò non parlarono. Non parlarono e arrivò sabato, il giorno della partita di Louis, e c'erano delle persone presenti a fare il tifo per lui. Aveva visto i suoi genitori, Zoe - il che era praticamente un miracolo - Peter, Mickey e Camila, Ian e Caroline. A tutti gli effetti i suoi amici erano lì. La sua famiglia era lì. Sorrise. Sorrise e li salutò durante l'intervallo. Fu allora che lo colpì. Prima poi lo avrebbe fatto. Il ragazzo dai capelli ricci. Quel sorriso con tanto di fossette e le grida e quell'unica persona che sapeva come riservargli uno sguardo orgoglioso, non c'era. Harry non c'era. La prima partita alla quale Harry non andava e Louis si sentiva... Si sentiva vuoto. Più che altro triste, ma c'era qualcosa che dentro di lui mancava. Le domande e tutte le possibilità che si era fatto nella testa sul perché, perché diavolo Harry non si fosse presentato, vennero dimenticate nel momento in cui Caroline lo aveva coinvolto in un lungo bacio, i suoi amici lo avevano abbracciato, congratulandosi con lui alla fine della partita. Perché la sua squadra aveva vinto e l'ultimo goal era stato il suo. Ma poi ancora. Gli stava mancando Quell'abbraccio stretto di Harry. Quelle dolci parole che gli avrebbe sussurrato, quel bacio sulla guancia che avrebbe ricevuto mentre le dita morbide di Harry gli avrebbero accarezzato dolcemente la guancia. Tutto quello...
Louis fu grato di non aver perso perché se così fosse stato... Se così fosse stato non avrebbe avuto Harry, l'unica persona che avrebbe saputo come rincuorarlo.
Però, anche questo, minuto più, minuto meno, sarebbe stato dimenticato.

~*~

"Perché non ti sei presentato?". Louis si era ricordato di chiamare Harry. Non sabato, perché era stato troppo impegnato. Ma la sera tardi di venerdì. Venerdì, che cavolo...
"Hem, che?". La voce di Harry. Dio, gli era mancata. Gli era mancata, ma non ci aveva pensato. Non si sentiva come se gli mancasse.
"La mia partita. Non sei venuto", disse semplicemente.
"Ne è passato di tempo". Profonda. La voce di Harry era profonda. Ma fredda.
Senz'anima.
"Perchè?"
"I miei erano a casa. Non sono riuscito". Il fatto che non potesse vedere la faccia di Harry rendeva più complicato sentire le sue parole. Non sapeva perché. Ma ancora, se avesse voluto vedere la sua faccia, se avesse voluto parlare con lui, perché semplicemente non aveva attraversato la strada e bussato alla sua porta un po' prima?
"Beh avresti potuto chiamare prima". Harry aveva ragione. Ovviamente. Stupido Louis.
"Perché io? Perché non hai chiamato tu?". Silenzio. Harry non disse niente e Louis poteva solo sentirlo respirare.
"Ok".
"Non abbiamo parlato per tutta la settimana. Ho provato a parlarti ma tu mi hai messo da parte"
"Io non ti ho messo da parte!", cercò di difendersi Louis. Aveva risposto al messaggio di Harry. Solo che era con Caroline e non poteva stare con lui in quel momento. Si...
"Giusto"
"Harry...". Silenzio di nuovo. Non stava parlando con il solito Louis.
"Cazzo! Ok, scusami, mi dispiace"
Silenzio.
"So che non abbiamo parlato molto e questo fa schifo. Ma sai che per me è difficile. Tu stai sempre a studiare e poi ci sono i tuoi genitori... La mia settimana è piena tra le lezioni e poi gli allenamenti di calcio e..."
"E Caroline", finì Harry per lui.
"Lo so. Hai ragione. Scusami"
Louis sapeva perfettamente perché si sentisse come se la voce di Harry continuasse a mancargli. Perchè quella che stava sentendo, non era la sua.
"Piccolo...", finalmente si sedette sul bordo del letto con una mano tra i capelli.
"Senti, vediamoci domani."
Non sembrava fossero passati tre mesi dall'ultima volta che erano sdraiati l'uno accanto all'altro, la vigilia di Natale, sussurrandosi promesse e 'ti amo'.
Nel tardo pomeriggio, dopo i miei allenamenti, ok? Puoi?", che sembrava tanto più un 'i tuoi saranno a casa?'
"I miei non ci sono da ieri", ammise Harry, rispondendo alla domanda che Louis avrebbe voluto fare e dannazione.
Avrebbero potuto stare insieme per tutto quel tempo, ma non l'avevano fatto.
"Ma si, ok."
"Ok. Perfetto", disse Louis e si! Voleva vedere Harry.
Sicuramente gli mancava. Aveva solo bisogno di ricordarselo.
"A presto"
"A domani", disse Louis prima che Harry attaccasse il telefono.

~*~

Louis aveva finito gli allenamenti. E avrebbe dovuto vedere Harry. Avrebbe dovuto. Il ragazzo dagli occhi verdi lo stava sicuramente aspettando e Louis avrebbe dovuto avere un po' di coscienza, sapete, quella piccola voce in fondo al cervello che ti parla? Che può ricordarti cose. Per esempio chi sia il tuo migliore amico e quanto ci tenga a lui. Oppure il 'non metterò mai i miei nuovi amici per primi, quello è il posto speciale di Harry'. E anche il 'non ti lascerò mai e niente cambierà'.
Ma Louis sembrava non averla quella voce.
O forse aveva semplicemente perso il controllo e non si stava comportando da se stesso. Forse non avrebbe dovuto cominciare a fumare. Saranno meno sigarette in futuro.
Ma no. No. Caroline e gli altri suoi tre amici erano andati a prenderlo. Perchè Mickey, pareva fosse abbastanza grande da avere una macchina. Ma poi da quand'era che aveva una macchina?
Louis stava perdendo il controllo.
Fermi un attimo. Mickey aveva una macchina. Mickey era in secondo liceo. Dio, Harry era infinitamente più intelligente di questa manica di ragazzini con cui stava avendo a che fare.
Ma era accecato. E non sapeva dove lo stessero portando. Ma non aveva potuto dire loro di no. Erano andati a prenderlo e Caroline adesso, gli stava in braccio a baciarlo, baci a bocca aperta e Louis se lo stava godendo, facendo scorrere le dita tra i suoi lunghi capelli rossi e la vita rotonda.
Se lo stava godendo un po'.
Una volta che la macchina si fu fermata, vide che erano ad un bar. Erano le nove di sera e non si vedeva andare in un posto del genere. Ma ancora. Ripetiamo ancora una volta, non poteva dire di no ai suoi amici. Sua madre non l'avrebbe comunque saputo, lei pensava fosse da Harry, come le aveva detto. Giusto.
Harry.

Sono un po' in ritardo, forse una mezz'ora? Aspettami.xx

Mandò il messaggio e poi fu costretto a mettere il telefono in tasca quando la sua ragazza mise la mano sulla sua.
Harry gli aveva risposto, ma lui non aveva controllato. E non aveva nemmeno visto l'ora.
Non stava tenendo d'occhio il tempo e gli sembrava stesse scorrendo molto lentamente. Lentamente. Troppo lentamente.
Ma stava bene. Si sentiva felice, con un po' di mal di testa, ma stava bene.
Era solo mezzanotte e aveva un altro messaggio non letto ormai da un po' ma era tutto ok. Stava così bene. E anche Harry stava bene. Aspettando Louis. Si, che lo era, pensava Louis.
Stava così bene che sentì un 'ti amo', venire sussurrato al suo orecchio.
Hmm... Non era la voce di Harry. Si accorse che non fosse la voce di Harry quando due labbra vennero violentemente premute contro le sue.
Beh, ne fu grato, perchè quello gli impedì di rispondere. E beh, era fottuto. E non stava bene per niente. Proprio per niente. Si chiese se anche Harry stesse nello stesso modo. Ma anche quel pensiero, fu dimenticato tra baci e pelle che si strusciava su di lui, sigarette tra le labbra socchiuse - fumare meno, si, giusto - e qualcosa che gli scendeva lungo la gola e bruciava. E dov'era di nuovo?


Buon lunedì tesori belli.
Si, siete autorizzati a farvi stare Louis sui coglioni.
Dunque... Come avevo preannunciato, questo è l'ultimo capitolo per un po', perchè i capitoli 11-12-13 ve li vorrei pubblicare insieme perchè sono davvero brutti. A meno che VOI non mi diciate in contrario.
Quindi fatemi sapere.
Un grazie speciale va alla mia Galwaygirl269 Perchè mi fa sempre ragionare e mettere le cose nella giusta prospettiva e io la amo tanto.
Buona settimana e a presto ❤️
P.S. 'I love you', in inglese può significare anche il nostro 'ti voglio bene', ma qui Louis, non è quello che intende. Louis ama Harry e anche se non sa ancora fino a che punto, sa che il suo sentimento per lui è più forte di qualunque altro, a tal punto da essere sicuro di chiamarlo 'Amore'.
-A.

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