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1 - Friend

Louis avrebbe compiuto otto anni nel giro di quattro mesi quando aveva incontrato Harry. Era mattino presto, l'ultimo giorno delle vacanze estive e Louis si sarebbe chiesto dopo, se non si fosse svegliato prima del solito quel giorno per guardare dei cartoni che passavano a quell'ora in TV - che alla fine non guardò perchè la sua sorellina di sei anni, Zoe, gli fece guardare ciò che voleva - se avrebbe mai parlato con Harry quel giorno. Forse le cose sarebbero state diverse. O forse no.

Era nel suo pigiama dei Power Rangers, che era così fiero di avere, sdraiato sul divano vicino alla sorella - che gli stava veramente dando fastidio, ma lui non voleva litigare con lei o i suoi genitori si sarebbero svegliati e gli avrebbero detto di comportarsi da bravi fratello e sorella - bevendo il suo latte al cioccolato.

Sentiva suoni strani e non familiari venire da fuori, era curioso, ma non ancora così tanto da andare e controllare lui stesso. Ma non ci vollero più di quindici minuti prima che sua madre facesse la sua apparizione, scendendo giù dalle scale, giá vestita - che era una cosa nuova per il piccolo Louis, visto che arrivava sempre con la sua lunga vestaglia rosa satinato - e dicendo loro di vestirsi che avrebbero dovuto andare in chiesa.

"Non voglio andare!", disse Louis con la voce giovane e impastata, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio. Non gli piacevano le chiese, ma non l'aveva mai detto a sua madre, perchè non era una buona cosa da dire. A Louis non interessava ed era troppo giovane per capire quelle cose, fermo restando che andare in chiesa era noioso. Si sedeva su quelle panche scomode per un'ora, ascoltando qualche canzone strana. Non aveva mai saputo quando fosse stato il momento per alzarsi, e questa era la parte peggiore, a volte ci volevano diversi minuti prima di tornare a sedersi, e per quanto le panche di legno fossero totalmente scomode, era mille volte meglio sedersi su quelle piuttosto che restare in piedi per minuti interi finchè i piedi non cominciavano a fare male.

"Louis!", disse Fiona, sua madre, chiamandolo per nome e lui sapeva che lo stava avvertendo, dal timbro di voce. A Louis continuava a non interessare e scosse la testa. "Tuo padre ha detto che devi andare". Sapevano bene che Louis avrebbe sempre protestato quando si trattava di andare in chiesa. Più o meno come quasi tutto ciò che prevedeva uscire, o un qualsiasi tipo di sforzo per il suo piccolo e fragile corpicino. Doveva vestirsi, lavarsi i denti, e la madre gli sistemava i capelli in quel modo che lui odiava e il divano sembrava sempre così comodo in quelle occasioni. Non era mai stato un bambino che faceva mille capricci, ma ciò non significava che non potesse essere ostinato.

"Ma io voglio restare qui, per favore mamma, mi comporterò bene!". Il suo tono era infantile, le fece un sorriso innocente e fece gli occhioni da cucciolo.

Nel frattempo, la sorella se n'era andata, lei era una brava bambina, ubbidiente, calma e tranquilla, ma solo con i genitori. Louis pensava che fosse meschina e non esattamente la brava bambina che i genitori pensavano, perchè con lui, sembrava essere più grande e quasi spaventava Louis. Era una fase.

Fiona sospirò ed esitò per un momento. louis non stava mai tranquillo in chiesa e fondamentalmente lo imbarazzava, in più, non sarebbe stata la prima volta che suo figlio sarebbe stato solo a casa. il vicinato era sicuro e non aveva mai fatto cose brutte, maggiormente restava a guardare la TV e a godersi la pacifica e silenziosa atmosfera della grande casa. A volte mangiava i suoi biscotti, ma non se n'era mai accorta perchè pensava fossero nascosti troppo bene perchè Louis potesse mai trovarli. Si sbagliava di grosso.

"Va bene! Ma ricordati, non aprire la porta a nessuno e..." Louis non ascoltava già più le parole della madre. Non ne aveva bisogno e le conosceva bene dato che le aveva già sentite.

Finalmente cambiò canale e i minuti passarono da quando probabilmente aveva salutato i suoi genitori, ma non si era nemmeno reso conto di aver mosso la bocca da quanto era concentrato sui cartoni. Nonostante ciò, non lo tenevano occupato e intrattenuto per più di mezz'ora, perciò si alzò, senza curarsi di spegnere la televisione, e si diresse verso la cucina - forse i biscotti erano ancora nello stesso posto dopotutto.

E invece non c'erano. O forse li aveva già mangiati tutti.

Decise di tornare in soggiorno. Chissà cosa attirò l'attenzione di Louis quando guardò fuori dalla finestra che dava sul terrazzo, quando andò nel soggiorno. ma stava ancora guardando e si avvicinò al vetro, non curante del fatto che lo stesse sporcando con le impronte delle dita, lasciando sapere a tutti che era stata colpa di Louis.

Si ricordava di aver visto un cartello vendesi, davanti alla casa, ma ora non lo vedeva più, e inoltre c'era un enorme camion, lì davanti - il che spiegava i rumori strani - e una gran quantità di pezzi di arredamento fuori, sul prato verde. ma questi non erano i dettagli ai quali Louis stava guardando accuratamente. C'era un bambino, seduto sul bordo del marciapiedi, il più lontano possibile dagli adulti e dal casino che stava succedendo. Aveva un fiore nella mano e Louis non era sicuro di cosa ci stesse facendo.

A Louis piaceva pensare che fossero le bambine quelle a cui piacevano i fiori - Louis odiava i fiori - ma era sicuro che quello che era lì fosse un bambino, anche se la distanza tra loro era enorme.

Louis non conosceva nessun bambino della sua età nel vicinato, anche se gli sarebbe piaciuto, giocare con lui come i suoi amichetti di scuola avevano e che gli vivevano vicini. Era anche sicuro che il bambino che era seduto lì fosse anche della sua età più o meno, perciò Louis vi vide una buona occasione per farsi un nuovo amico. Gli piaceva farsi nuovi amici, e gli piaceva essere circondato dalle persone a volte, ma aveva passato l'estate sentendosi solo e bisognoso di qualcuno con cui giocare - non si vedeva veramente giocare con la sorellina (troppi rumori disgustosi).

Non perse tempo ad aprire la porta principale e correre dall'altra parte della strada dov'era il bambino. "Sembra solo anche lui" , pensò Louis, quindi forse non stava facendo un favore solo a se stesso.

"Hi!", disse direttamente, quando raggiunse il bambino, lasciando che un piccolo e amichevole sorriso, gli scappasse dalle labbra. Il bambino sconosciuto alzò la testa, che fino a quel momento era china sul suo grembo e incontrò lo sguardo di Louis. Ora poteva vederne i tratti. I suoi capelli erano corti e di un marrone brillante, gli occhi di un colore chiaro, probabilmente verde - decisamente non blu, perchè non sembravano come quelli di Louis - la pelle sembrava davvero morbida quasi come se ancora appartenesse ad un neonato e le labbra piccole, ma rosse vive, tuttavia non formavano una curva come quelle di Louis. Era vestito con una maglietta bianca semplice e un maglioncino e Louis si sentiva uno schifo per quanto bene invece l'altro era vestito, mentre lui era ancora in pigiama e calzini.
Aveva sentito una strana stretta dentro quando il bambino non gli aveva risposto - solitamente un Hello o un Ciao andavano bene ed erano normali - e lo guardò come se Louis fosse una creatura fuori dal normale. Ok, non si conoscevano, e forse sua mamma gli aveva insegnato quello che tutte le mamme insegnano ai propri figli, cioè di non parlare con gli sconosciuti, ma Louis non era che stesse per rapirlo.
"Hmm, io sono Louis!", provò di nuovo e stavolta si sedette accanto al bambino muto. Quello sobbalzò per quanto Louis gli si fosse messo vicino e cominciò a pensare che forse aveva un cattivo odore. Dopo tutto non sie era ancora fatto la doccia quella mattina. "Il tuo nome?", normalmente Louis non aveva questo tipo di problemi con gli altri bambini, normalmente quando andava al parco si faceva dozzine di nuovi amici e spesso non sapevano nemmeno i rispettivi nomi - non era che li avrebbe rivisti, ma li avrebbe sempre considerati amici per la vita.
Il bambino continuava a non spiccicare parola e stavolta interruppe anche il contatto visivo, per guardare la margherita che teneva in mano. Così il fiore era più importante. Louis si accigliò guardando il bambino, ma non pensava proprio di arrendersi così presto, aveva bisogno di un amico ed era molto curioso di quel bambino. Voleva sapere almeno il suo nome, visto e considerato che a quanto pareva, sarebbe stato il suo nuovo vicino di casa. Poi avrebbe potuto andare a casa e rimanervi. Louis stava disobbidendo alle condizioni della madre per causa dello sconosciuto perciò aveva bisogno di tornare a casa con qualcosa in mano.
"Io vivo in questa casa davanti alla tua", disse Louis puntando verso casa sua e il bambino seguì il suo dito per vedere cosa stesse indicando. Ma non ci volle molto prima che abbassasse di nuovo la testa per guardarsi in grembo dove teneva il fiore. "Okay...", soffiò e provò la via del silenzio anche lui, ma comunque non funzionò per Louis.
Non era quel tipo di bambino. "Quanti anni hai?", chiese, visto che era quello il vero motivo per cui era andato fin lì. Conoscere l'età di qualcuno era tanto importante quanto conoscerne il nome. Continuava a non ricevere risposta e adesso si stava muovendo per spostarsi un po' più lontano da Louis. "Ho per caso un cattivo odore?", probabilmente si, e il silenzio divenne suo amico al posto del bambino.
Non sapeva cosa fare di più, ma quando si guardò intorno, vide dove il bambino aveva preso la margherita. Due passi più in là di loro ve ne erano a tonnellate, sostituendo il verde dell'erba con un bellissimo bianco - decisamente non bello per Louis. Si alzò e fece quei due passi per prenderne una manciata, quanti più potè - che non erano poi molti - e tornò vicino al bambino che probabilmente fià stava facendo festa nella sua testa pensando che il bambino molesto e puzzolente se ne stesse andando.
"Tieni!", porse i fiori al bambino, che alzò la testa un'altra volta e Louis gli riservò lo stesso sorriso di quando prima gli aveva detto Ciao. Questa volta però il bambino non lo guardò male, la sua espressione si addolcì e accettò i fiori che Louis gli aveva porto, ma sembrava stesse essendo molto accorto nel non entrare in contatto con la pelle di Louis. "Ci proverò di nuovo allora". Si sedette e il bambino seguì i suoi movimenti con lo sguardo:"Ciao! Io sono Louis".
Louis era sicuro che il bambino stava cercando di trattenersi il priù possibile dal non sorridergli, quando:"Harry". Louis era sotto shock, il bambino - Harry - sapeva parlare allora.
"Quindi il tuo nome è Harry...?!", volle essere sicuro, ma Harry non gliene diede modo perchè non rispose. Forse era un bambino di davvero poche parole, o era timido ed era questo che rendeva Louis curioso visto che non aveva mai conosciuto un bambino timido. "Ho capito", annuì:"quanti anni hai Harry?", insistette:"sette". Louis era sorpreso e forse anche geloso perchè la voce di Harry non era così impastata come la sua, era più profonda nel suo essere giovane, perciò credeva che Harry fosse più grande di lui.
"Davvero? Anche io ne ho setti, vado in seconda quest'anno e farò otto anni il giorno della Viglilia di Natale", disse con un sorriso fiero, ma immaginò Harry chiedersi perchè secondo lui avesse bisogno di saperlo, non gli interessava, gli interessava solo delle margherite.
"Io andrò in prima". Louis era ancora più sorpreso adesso, perchè aveva detto più di una parola in una volta sola ed era incredibile. Parlava piano, ma Louis si ritrovò ad apprezzare la voce del bambino e a sperare che parlasse di più. Trovò strano anche il fatto che avessero più o meno la stessa età, ma che Harry stesse appena per andare in prima.
"Quand'è il tuo compleanno?", decise di chiedere visto che lui aveva dato quel dettaglio, quindi era giusto. La risposta che ebbe non era quella che voleva, perchè Harry semplicemente alzò le spalle e spostò l'attenzione sui fiori. "Non lo sai?", Harry continuò con il suo silenzio e Louis decise di rispettarlo o semplicemente non era più tanto interessato. "Sei di qui o vieni da qualche altra parte?", decise di parlare dopo quelli che gli erano sembrati minuti interi.
"Londra", Louis non sapeva vene dove fosse davvero Londra sulla cartina, ma si aspettava che fosse ben lontana da Doncaster.
"Ti mancano i tuoi amici?", Harry scosse la testa e Louis lo guardò strano:"no? Perchè?", a Louis mancavano i suoi amici durante le vacanze, specialmente perchè li conosceva dall'asilo.
"Non ne ho".
"Non hai amici?"
"Sono sempre a casa". Harry stava stupendo molto Louis e quello che gli stava dicendo lo rendeva triste in un certo senso, perchè quello che stava dicendo Harry era effettivamente triste.
"Oh. Beh, noi possiamo essere amici. Io posso essere il tuo primo amico", disse Louis felice e soddisfatto con se stesso perchè c'era solo una cosa migliore del farsi un nuovo amico: avere il privilegio di essere il primo amico che l'altro abbia mai avuto.
Harry lo guardò, per un istante, forse sorpreso e Louis ora era sicuro che i suoi occhi fossero verdi e sembrò che per la prima volta stesse veramente guardando Louis, veramente come se stesse memorizzandone i tratti del viso così da ricordarli precisamente una volta tornato a casa.
Poi spostò lo sguardo ma per qualche motivo, Louis non aveva bisogno di parole stavolta nonostante le volesse. "Tu non parli molto, vero?", Harry scosse la testa toccando con le dita, i petali di uno dei fiori che Louis gli aveva dato, quasi come se lo stesse accarezzando. Era sicuro che fosse uno dei suoi perchè Harry aveva messo da parte quello che aveva prima e sembrava gli piacessero molto di più quelli che Louis aveva preso per lui.
Ora sperava che Harry non parlasse molto in generale, perchè se così non fosse stato, avrebbe significato che non stesse parlando per via di Louis. Ma invece di chiedere, disse:"beh, ma tu puoi parlare con me quanto vuoi, ok?".
"Okay", rispose semplicemente Harry, dolcemente, comunque non guardandolo e Louis sperò che l'altro fosse convinto di questo, ma ne era sicuro perchè stava sorridendo. Si era appena fatto un amico che non parlava molto, ma che comunque avrebbe parlato con lui. "Mi piace il tuo pigiama". Quella era la prima volta che Harry aveva parlato per primo, e Louis pensò che quello fosse un inizio, e si, Harry aveva capito quello che Louis intendeva. Probabilmente Harry stava aspettando di dirglielo da un po' perchè non lo guardava, ne aveva solo il ricordo.
"Davvero? Grazie, anche a me!", rise leggermente e si sentì più felice che mai. Era il suo pigiama preferito, perciò il fatto che ad Harry piacesse lo fece sentire speciale.
"Harry! È ora di tornare a casa. Adesso!", sentì una voce che sembrava quasi rabbiosa, come quando sua madre gli urlava contro. Quando guardò nella direzione da dove veniva la voce, vide una donna, probabilmente la madre di Harry. Era molto ben vestita, aveva la mano su un fianco e guardava direttamente verso di loro. Era bionda e sembrava che indossasse troppo trucco.
Harry si alzò e cominciò a camminare verso la donna. Louis lo trovò strano, non gli disse nemmeno nulla, ma poi"grazie per i fiori, amico!", disse Harry girandosi, agitando le margherite nella sua mano, che lui gli aveva dato. Era anche la prima volta che aveva sentito il bisogno impellente di ricambiare immediatamente il sorriso.
Corse verso la sua casa, giusto in tempo, perchè pochi minuti dopo i suoi genitori e sua sorella tornarono. Sua madre trovò strano il fatto che Louis fosse così di buon umore, ma poi capì quando lui le spiegò che si era fatto un nuovo amico che si chiamava Harry e che viveva accanto a loro, così avrebbe potuto giocare con qualcuno al di fuori della scuola.
Fiona sembrò felice per la notizia - dimenticandosi il fatto che per incontrare il ragazzo, Louis aveva dovuto uscire di casa, mentre lei non era presente - e che più tardi sarebbero potuti andare a dare tutti un caldo ben venuto ai vicini e incontrare il suddetto amico di Louis. Non poteva esserne più felice.

Buonasera splendori!!!
Sono lontana da casa per due giorni, quindi vi regalo questo nuovo capitolo tradotto e spero per domani sera di regalarvi anche un nuovo capitolo di "Underwater"!.
A presto!
AryLouT <3

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