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Capitolo 7.

Siamo giunti alla fine, ragazzi.
Chiunque troverà questa cassetta saprà come sono andate le ultime cose.
Perciò buona fortuna, vi servirà.
Visto che è l'ultima registrazione, continuerò io, Geneviève, fino alla fine.
Marc se ne è andato oramai.

Tre ore prima della partenza.

Marc era un calciatore.
Perché questa semplice affermazione mi stava distruggendo?
Non lo sapevo. E peggio ancora, non avevo nessuna idea a tal proposito.
Sapevo solo che evitarlo come la peste mi sembrava la soluzione più appropriata.
Cercavo in tutte le maniere di farmi vedere poco, tanto che avevo anche smesso di dormire nella casetta.
Dal canto suo, lui non mi era mai venuto a cercare.
Probabilmente per i sensi di colpa.

Io e Marc ne avevamo passate tante insieme.
Avevamo costruito una specie di dimora vivibile e anche due tavole da surf, avevamo parlato e discusso tante volte, avevamo imparato a conoscerci ed entrambi ci eravamo aperti uno con l'altro.
E poi, c'era di mezzo il bacio. Il mio primo bacio.

Quel pomeriggio ero andata sulla spiaggia a fare una passeggiata.
Non faceva eccessivamente caldo perciò camminare era piuttosto piacevole.
Forse nutrivo la piccola speranza di beccarmi Marc, ma naturalmente non fu così.
'Chissà che cosa sta facendo!' Pensai, con una smorfia.
Sapevo che era sbagliato pensare a Marc, ma ormai la mia mente viaggiava in automatico.

Dopo aver vagato sulla sabbia, ecco che decisi di tornarmene nella casetta.
Altri ricordi mi inondarono la testa, e cercai in tutte le maniere di scacciarli.
Ma fu inutile.

Mi misi sul un fianco e socchiusi gli occhi.
Mi sentivo terribilmente sola, e la cosa brutta, é che ne ero abituata.

Con tutte quelle tristi considerazioni libere nella mente, mi addormentai.

-Viví, svegliati. Dobbiamo parlare.- Sussurrò una voce a me conosciuta, dopo avermi dato una bella scossa.
Io aprii un occhio, per poi richiuderlo di scatto.
Cosa voleva da me?
-Geneviève sono venuti a prenderci.- Continuò lui, non senza un minimo di esitazione.
Servì questo a farmi alzare di scatto.
-Cosa???-Domandai, guardandomi attorno con gli occhi spalancati.
-Sono venuti a cercarmi, non mi hanno mai dato del disperso.
Hanno creduto nella mia salvezza, Viví. Siamo liberi di tornare alle nostre solite vite!-Esclamò Marc, abbracciandomi di colpo.
Io rimasi rigida, e lui se ne accorse, perché arrossí violentemente.
-Sei ancora arrabbiata con me, vero?- Domandó lui, con una smorfia.
-No, Marc.-Ammisi con sincerità.
-In realtà non voglio tornare alla mia vita.- Mormorai, facendo spallucce.
Probabilmente gli sembravo una bambina piccola e capricciosa.
Marc sospiró e mi abbracció forte, ma stavolta non mi staccai.
Appoggiai la testa sull'incavo del suo collo e sospirai a mia volta.
Era così difficile, ma soprattutto così doloroso.

Sapevamo entrambi che sarebbe finita li sull'isola, dove tutto era cominciato.
Lui sarebbe tornato a giocare a calcio e io a casa di mia madre, a fare una vita che non amavo.

-Non te ne andrai via da me, vero?- Domandó lui, con preoccupazione, appoggiando le mani sulle mie spalle.
Io deglutii, scostandomi una ciocca di capelli dal viso.
-Marc, io staró sempre qua, nel tuo cuore.- Sussurrai, appoggiando una mano dove sapevo che era situato il suo cuore.
Batteva forte, ma sicuramente meno del mio.
-Io resto sull'isola, devo completare alcune cose. Ma tornerò.- Dissi vaga, ben sapendo quanto quella fosse una menzogna.
Semplicemente, mi stavo nascondendo come sempre.

-No, non ti lascio qua.-Replicò il ragazzo, con decisione, ma purtroppo io ero più convinta di lui.
-Marc, non puoi fermarmi.
Arriverà un momento in cui ti dimenticherai di me, e spero per te che avvenga presto.- Scossi la testa, con tristezza, mentre mi alzavo sulle punte.
Sapevo che un misero bacio sulla guancia non valeva nulla.
Eppure perché continuava a toccarsi la guancia con lo sguardo intriso di dolore?

Mi manca terribilmente, ve lo giuro.
Stare qui a raccontarvi l'ultima giornata é stato logorante, ma ho dovuto farlo.
È stato strano non essere mai stata interrotta.
Anzi mi correggo, più che strano, é stato deprimente.

Giorno 5 senza Marc.

Stare sull'isola da sola é un vero incubo.
Anche fare le minime cose da sola é orribile.
Andare alla piccola cascata, surfare o semplicemente pescare é diventato noioso.
Eppure, l'ho voluto io.
Potrei mettermi qua a raccontarvi le mie giornate, ma sono tutte monotone.
A parte oggi, magari.
Ho preso una bottiglia e un fogliettino in cui ho scritto una lettera.
Ho sempre desiderato lasciare un messaggio in una bottiglia, ma stavolta mi sono sembrata ridicola.
Chi mai leggerà la lettera? Nessuno.
Vabbè, buonanotte.

Giorno 8.

Lo so che non vi parlo con costanza, ma ultimamente mi mancano le forze.
Non so, sto poco bene.
Sarà qualcosa che ho mangiato, magari una bacca velenosa.
Morirò sola e dimenticata da tutti.

Giorno 10.

Mi specchio nell'acqua e vedo la mia orribile immagine.
Sono scheletrica, con i capelli scompigliati e gli occhi fuori dalle orbite.
Sono un mostro.
Ho sperato fino all'ultimo che Marc tornasse, ma invece è andata come doveva andare. Lui mi ha salvato, mi ha dato una speranza. Ma si è dimenticato di me.

Non mi manca molto tempo.

Giorno 11.

È finita, ragazzi.
Io sto m-morendo...e ho paura. Tanta paura.
Questo è un addio.

-

Sono Marc.
E sono arrivato troppo tardi.
Geneviève é morta e io mi sento impotente.
Non c'é nulla che io possa fare adesso, e non riesco a smettere di piangere.
Se io fossi arrivato prima non sarebbe successo.
Se io non l'avessi mai lasciata, lei sarebbe ancora qua con me.
Mi sento in colpa.
Io in questo tempo, sono tornato a Barcellona, allenandomi regolarmente.
Ho visto Melissa, ho cercato di fare chiarezza sul nostro rapporto e ho dedotto che era finita da tempo, soprattutto da quando lei mi aveva tradito.
Ora sono terribilmente solo, e in lotta con me stesso.
Avevo un segreto con Geneviève.
Io l'amavo.
E ora non mi è rimasto più nulla.

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