Capitolo 9
Capitolo 9.
Passarono altre ventiquattro ore, ore di inquietudine, timore e impazienza per James che non aspettava altro se non riportare Ginevra alla normalità. Una volta svegliatosi, James ebbe come primo pensiero la ragazza e si affrettò a raggiungerla.
La trovò seduta sulle scale del castello a fissare il vuoto; gli spezzava il cuore a vederla in quello stato, già aveva nostalgia della "vera" lei.
"Buongiorno, bambolina." Le disse come era solito fare.
"Buongiorno a te. Dormito bene?" Rispose lei.
"Non proprio...diciamo che la mia preoccupazione basta per me e compensa la tua completa indifferenza."
"Capisco.
Sai, stanotte ho avuto il tempo di ragionare su quello che mi è successo fino ad ora..e non mi riferisco solo a questa situazione. Continuo a non spiegarmi come abbia fatto ad arrivare qui, e in più non ricordo quasi nulla di ciò che avvenne prima che perdessi i sensi e che tu mi portassi sulla tua nave.."
"Effettivamente è insolito."
"Voglio trovare una risposta a tutto questo, voglio tornare ad essere me stessa. Dobbiamo trovare quegli stregoni."
Arrivarono alla meta durante tarda mattinata di una bellissima e soleggiata giornata.
Fecero porto, non dovettero pagare alcuna quota per attraccare, al controllore bastò riconoscere James per capire di dover fare silenzio e, dopo aver incappucciato Ginevra per non attirare l'attenzione, il capitano, la ragazza e altri due membri dell'equipaggio partirono alla ricerca di quei due.
Fermarono diversi passanti prima di trovare qualcuno che sapesse indicar loro la strada per raggiungerli:
"Arrivate alla piazza, alla vostra destra troverete uno stretto vicolo, proseguite al suo interno fino alla fine, di lì in poi proseguite sempre dritto, a mano a mano arriverete ad una radura, fuori città; li troverete in quei pressi. Fate attenzione però, i loro servizi hanno un caro prezzo." Venne detto loro.
Rispettarono le indicazioni e alla fine del cammino si ritrovarono davanti una baracca, stava in piedi per chi sa quale miracolo: era tutta in legno, un po' pendente verso sinistra, con un piccolo comignolo che spuntava appena e una porta molto alta e stretta.
James bussò ripetutamente, ma nessuno aprì, così decisero di fare irruzione senza alcun consenso. All'interno della catapecchia si trovavano subito di fronte all'entrata un calderone fumante, a sinistra tanti scaffali con ampolle varie colme di diversi liquidi, a destra un tavolino, delle sedie mal ridotte e un camino.
"Santo cielo! Chi va là?!" Esclamò un uomo anziano alquanto turbato e spaventato. Era basso, robusto, con una lunga barba grigia, calvo e indossava una lunga veste scura.
"Perdonate l'intrusione, signore" gli disse prontamente il capitano.
"Per Giove, non si usa bussare dalle tue parti ragazzo?!"
"Ma l'ho fatto! Nessuno tuttavia è venuto ad accoglierci."
"Si, si, si, si, lasciamo andare. Cosa vi porta qui, cosa vi serve?"
"Ci è stato detto che voi assieme ad un altro uomo siete degli esperti per tutto ciò che riguarda malefici, sortilegi e incantesimi che siano."
"Si, si è così, il mio aiutante sarà tra poco di ritorno. Cosa vi affligge esattamente?"
James tolse il mantello a Ginevra, non servì dire altro.
Pochi istanti dopo entrò nella stanza un ragazzo, l'aiutante, portando con se un cesto pieno di erbe e prodotti vari; il suo maestro presto gli spiegò la situazione e successivamente si affrettarono ad azzardare una diagnosi su Ginevra. La fecero accomodare su una seggiola e presero ad osservarla attentamente, a studiare ogni suo movimento.
"Beh figliolo, la vostra è una situazione più che problematica..la ragazza ha raggiunto uno stadio abbastanza avanzato di già, non sono più in grado di aiutarvi. Se foste venuti prima avrei facilmente potuto frenare la diffusione del veleno, se così lo si può definire, ma oramai ogni mio tentativo risulterebbe vano." Disse infine il più anziano.
"Come sarebbe a dire? Cosa le sta succedendo?" Gli chiese preoccupato James.
"Strano che tu non te ne sia accorto giovanotto, eppure mi eri sembrato sveglio.
Questa è palesemente opera del famigerato Storm; possibile che tu non lo conosca?"
"Storm? Come può essere? Che io sappia, lei non l'ha mai visto di persona. E poi, tutto è iniziato a causa di un taglio alla mano sinistra recatogli da qualcuno mentre eravamo a Tortuga."
"Magari quel 'qualcuno' era proprio lui."
"Non si sarebbe limitato a ferirle una mano se fosse stato lui."
"Non si sarebbe lasciato atterrire con un semplice pugno se fosse stato lui." Aggiunse Ginevra.
"Ad ogni modo è un veleno quello che sta scorrendo nelle tue vene, la sua specialità anzi. Avrete senz'altro sentito parlare della sua capacità di privare le sue vittime dei sentimenti per schiavizzarli con facilità.." Disse il vecchio.
"Certamente" rispose James.
"Beh, è esattamente quello che è capitato alla tua bella.
Vedete, quello che usa è in poche parole odio distillato: lo produce utilizzando perlopiù sangue di sirena, ma l'ingrediente più importante è una sua lacrima, lacrima d'odio per l'appunto"
"Tuoni e fulmini! Come faremo adesso? Se riuscisse a controllare Ginevra, sarebbe la fine! Lei è l'unica capace di sconfiggerlo! Quel cane l'ha scoperto, questo era il suo scopo!" Esclamò disperato il capitano.
"Non preoccuparti" disse l'aiutante "non tutto è perduto." Continuò.
"Esattamente." Aggiunse l'uomo più anziano.
"Basterà far riemergere la vera Ginevra, basterà liberarla dall'oscurità. Parlale, fa' di tutto per farle provare qualcosa..purtroppo non so dirvi altro." Concluse.
James guardava la ragazza, afflitto, pensando "oh tesoro, che ti è capitato?".
"Grazie per il vostro aiuto. Cosa vorreste in cambio delle vostre informazioni?" Chiese loro il capitano.
"Figurati ragazzo, non ci devi nulla: noi facciamo pagare solo le cure, non le visite." Rispose il vecchio.
"Noi andiamo allora." Rispose James porgendo il mantello a Ginevra.
"Vi sono riconoscente." Aggiunse uscendo.
Durante il cammino verso la nave, nessuno ebbe l'animo di dire qualcosa, Ginevra per ovvie ragioni, James e gli altri perché turbati e rattristiti.
Una volta sul vascello, presto tutto il resto della ciurma venne a sapere cosa affliggeva il loro primo ufficiale e James, non volendo sentire commenti e avendo l'intenzione di discutere in qualche modo con la ragazza, la condusse direttamente nelle sue stanze.
"Bentornato, capitano." Si sentì dire appena entrato da qualcuno comodamente seduto sulla poltrona e con i piedi appoggiati alla scrivania. Essendo in penombra, James faticò a identificarlo.
Successivamente qualcuno chiuse violentemente la porta alle loro spalle.
"Beh? Non si saluta un vecchio amico?" Continuò quell'uomo.
"qual buon vento, Edward?" Rispose James riconoscendo il sadico primo ufficiale della Gorgone, la nave di Storm.
"Non riesci ad immaginarlo?" Rispose quello alzandosi.
"Illuminami." Gli disse James stringendo con forza la mano di Ginevra.
"Non noti niente di nuovo nella tua dama?Niente di particolarmente macabro o strano?
Credo tu abbia capito, nonostante i tuoi limiti, che la causa di questo suo cambiamento sia quel bel taglio alla mano recatogli da questo mio caro amico." Spiegò Edward indicando l'altro individuo.
"Lo riconosci, gioia?" Chiese poi sarcastico alla ragazza.
"Io si, lui ricorda la sensazione delle mie nocche sulla sua mascella?" Rispose lei impassibile.
"Ad ogni modo non hai ancora risposto alla mia domanda; cosa ci fai qui, Edward?" Disse il capitano.
"Abbiamo dato tempo al veleno per infiltrarsi ben bene nelle sue tenere membra, adesso dovrebbe essere come una tela bianca: non capace di distinguere a pieno cosa sia il bene o cosa sia il male. Sono qui semplicemente per darle la possibilità di giurare fedeltà a un VERO pirata e per darle la possibilità di passare dalla parte vincente." rispose cingendo le spalle di Ginevra.
"Non mi sono mica bevuta il cervello. Avrò anche perso ogni sentimento, ma ho ancora la mia memoria: so benissimo per cosa sono stata scelta e qual è il mio compito; nonostante non ci sia ormai più niente che mi leghi a James e al resto della ciurma, non sottostarò mai a Storm." Gli disse la ragazza.
La sua reazione fu totalmente inaspettata e inquietò molto l'animo dei due, i quali iniziarono a scambiarsi degli sguardi alquanto confusi, non riuscivano a spiegarsi come avesse fatto il veleno a non fare effetto.
Una grassa risata di James interruppe il silenzio che si venne a creare.
"Ma che situazione deliziosa, superba, superlativa!"Esclamò poi.
"È davvero straordinario il modo in cui la situazione si è ribaltata in così pochi istanti." Continuò poi.
Edward iniziò a deglutire nervosamente e il suo compagno a sudare freddo; erano tremendamente spaventati, sapevano benissimo che non sarebbero sopravvissuti ad un duello con due esemplari spadaccini quali erano i loro avversari.
"Sapete, sono un po' indeciso: non so se sarebbe più divertente uccidervi con le mie mani oppure gettarvi in pasto al mio equipaggio.." Disse loro James.
"Suvvia James, sai bene che tutto questo non dipende da me..sono qui solo in veste di messaggero, sto semplicemente eseguendo gli ordini.." Gli disse Edward balbettando.
"Non ti ricordavo così codardo." Gli rispose James divertito.
"Ebbene? Cosa dovremmo farne di questi due conigli, bambolina?" Continuò abbracciando Ginevra a da un lato e giocherellando con la pistola dall'altro.
"Pensa alla paura che stanno provando da quando hanno capito che il loro piano è andato in fumo e pensa alla rabbia che proverà Storm quando lo verrà a sapere, secondo te su chi riverserà la sua furia? Il destino è già stato abbastanza crudele con loro, lasciamoli andare, James..
Se non riferiranno loro la notizia al nostro caro amico, chi mai lo farà? Credi a me, proverai lo stesso divertimento che potresti provare adesso sgozzandoli pensando al colpo che faranno venire a quella vecchia spugna che chiamano 'capitano' " rispose lei come al solito inespressiva e senza dare alcun tono alle parole.
"Mmh..piratessa." Disse cingendo a se ancor di più la ragazza.
"D'accordo, faremo così." Aggiunse poi guardando gli uomini tremolanti con un ghigno stampato in volto.
Chiese poi a Ginevra di aprire la porta e, dopo aver legato loro le mani dietro la schiena, li spinse violentemente fuori, sul ponte.
"Amici, guardate un po' chi ha deciso di farci una visitina!" Disse infine alla ciurma.
"Li riconoscete? Sono Edward Low, leccapiedi per eccellenza di Storm, e un suo scagnozzo!
Sapete cosa avevano intenzione di fare, qui, tranquillamente sotto i nostri nasi? Pensavano di portarci via Ginevra! Forse credevano di riuscire a lasciare questa nave vivi scatenandocela contro!" Seguitò a dire scoppiando alla fine in una risata.
La ciurma rise di riflesso.
"Tuttavia, io e il vostro primo ufficiale, abbiamo deciso di lasciarli andare, abbiamo deciso di farli tornare alla Gorgone per riferire un messaggio al loro capitano:
STIAMO ARRIVANDO!" Disse poi scatenando le urla e gli applausi dell'equipaggio. Durante il discorso del capitano, Ginevra preparò la passerella facendosi aiutare da altri due uomini.
"Cosa fai, bambolina? Avevamo deciso di lasciarli andare." Le disse James quando se ne accorse.
"Non abbiamo mica specificato come." Gli rispose lei.
Dopo averli condotti sulla tavola, Ginevra li spinse in acqua augurando loro una buona nuotata.
Presto arrivò il tramonto e, come ormai erano soliti fare, si prepararono per affrontare la navigazione notturna.
Ginevra, non avendo naturalmente alcuna necessità di riposare, concesse a James del ristoro stando al timone al posto suo; nonostante la possibilità di rilassarsi come si deve, James, prima che il gelo dell'oscurità lasciasse spazio al confortevole calore del giorno, si levò e prese il posto di Ginevra al timone. Quest'ultima salì sulla coffa.
Tutto procedeva tranquillamente, quasi in modo noiso, quando Ginevra segnalò a James l'avvistamento di un uomo in mare.
Così, si sporse verso sinistra e anch'egli lo vide galleggiare e lo sentì urlare chiedendo aiuto.
"Che facciamo? Lo tiriamo su?" Chiese la ragazza al capitano dalla coffa.
"Credo sia il caso. Sa che l'abbiamo visto."
"Molto bene, prendo una cima." Rispose lei.
Lo tirarono su; era un uomo giovane, biondino, molto magro e tremendamente spaventato.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro