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Capitolo 8♡

-Cosa fai qui tutta sola?

Mi girai di scatto, un uomo alto biondo mi sorrideva maliziosamente.
-Una donna non dovrebbe girare sola
Io indietreggai:- Cosa vuoi-?
Non era la prima volta che una donna veniva avvicinata da un uomo in quella zona, anzi in media 2 donne al mese scomparivano prorpio lì.
Il biondo non sembrava nemmeno a posto con la testa, forse ubriaco o fatto, ma di certo non ero al sicuro con lui.

-Io ho un appuntamento...- cercai una scusa per girarmi e andare via, ma l'uomo mi si parò davanti minaccioso.
- Oh no, tu vieni con me
Alzò la mano e, con un pugno, mi fece cadere sul terreno.
Volevo urlare, chiedere aiuto, ma dalla mia bocca non uscivano altro che silenzi e i miei occhi sbarrati dalla paura.
Mi calciò più volte, e iniziò a tirarmi i capelli.
Incapace di reagire e debole cominciai a cercare il telefono per chiamare la polizia ma niente, il telefono mi era caduto poco prima.
Cercai di raggiungere un tubo di metallo che avevo notato vicino a un cestino, con fatica lo presi ma, prima di girarmi e colpire l'aggressore, lui stesso cadde su di me, morto.

Mori gli stava dietro, un bisturi in mano sporco di sangue e un sorriso compiaciuto.
-Ti ha conciato proprio male questo tipo, eh- disse lui aiutandomi ad alzarmi.
-Sapevo i rischi che correvo...- ribattei io.
Lui alzò il mento e mi condusse fuori dal vicolo.
Sfortunatamente ci faceva compagnia quell'impicciona di Elise.
Non faceva altro che chiedere a Mori tutto quello che vedeva sulle vetrine, chiedermi le informazioni personali, e faceva qualunque cosa per farsi notare da Mori.
Sotto sotto mi dava fastidio anche se non lo davo a vedere ma in poco tempo mi ci abituai.

Non avevamo nulla di cui parlare ormai, dopo i nostri numerosi pranzi insieme ci eravamo detti tutto.
Il nostro silenzio bastava per capire che nessuno dei due aveva intenzione di iniziare una conversazione e il complesso era dannatamente imbarazzante.
Vedevo le persone attorno a noi guardarci, non in senso positivo; sembrava che tutti fossero inorriditi a vedere una giovane donna, un dottore avanti con l'età e una bambina.
Effettivamente, pensai, sembra che siamo una famiglia.
Il solo pensiero mi fece rabbrividire e lanciai più volte occhiatacce a Mori, il quale non si accorse degli occhi puntati su di lui.

Ad un certo punto, girammo in un vicolo ed Elise sparì.
Mi guardai intorno cercandola ma si era come volatilizzata.
Guardai Mori e lui mi rispose con un sorriso.
Lo seguii in strade di cui non mi sarei mai fidata, strette, piene di fumatori, ragazzi poco raccomandabili... insomma i generi di posti in cui una donna sola non andrebbe mai.

Alla fine del nostro interminabile "viaggio" mi ritrovai di fronte a un magazzino.
-Cosa significa?- chiesi.
-Ho sentito che qui potremmo trovare i nostri colleghi
-E io dovrei fidarmi?
Lui scrollò le spalle e camminò avanti verso l'entrata, io lo seguii.
Con molta cautela entrammo, dentro non si udivano rumori estranei, solo la ventola sul soffitto.
Il posto era vuoto, qualche scatolone sparso, scaffali arrugginiti, e noi 2 soli.
-Se qui ci fossero, li avremmo sentiti. È vuoto!
Mi veniva da imprecare ma mi trattenni, Mori sembrava concentrato.
-Mori, non so dove tu abbia sentito della possibilità di trovarli qui ma mi sembra altamente improbabile- dissi io guardandolo.
-Mmh- fu l'unica sua risposta.

Uscimmo dispiaciuti e silenziosi.
-Senti...- iniziò lui:- ti invito a cena, ti va?-.
-Io?
-No, mia nonna. Ovvio che lo sto chiedendo a te
Io sorrisi imbarazzata:- Va bene

Angolo autrice
Scusatemi per l'attesa spero che questo capitolo possa ripagare♡
사랑해

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